Gli autori hanno valutato l’associazione tra fumo di sigaretta in gravidanza e il rischio che i nascituri sviluppino un disturbo bipolare.
Il fumo di sigaretta durante la gravidanza è associato a diversi esiti avversi nella prole che possono manifestarsi sia in età infantile che in età adulta. La correlazione tra fumo materno e l’insorgenza di disturbo bipolare nei figli non è stata studiata in modo approfondito. Gli autori hanno esaminato se i soggetti con esposizione intrauterina al fumo materno presentino un aumentato rischio di ammalarsi di disturbo bipolare nel corso della loro vita, tenendo in considerazione potenziali fattori di confondimento legati al fumo materno.
Metodi
Dalla coorte di neonati delChild Health and Development Study sono stati individuati 79 soggetti affetti da disturbo bipolare, attraverso l’utilizzo di fonti cliniche, database e comunicazioni dirette; tutti i casi sono stati intervistati direttamente e diagnosticati utilizzando criteri del DSM-IV. I soggetti di controllo (n = 654) sono stati appaiati ai casi per data di nascita (± 30 giorni), sesso, appartenenza alla coorte al momento dell’esordio del disturbo, e disponibilità di siero materno archiviato.
Risultati
Dopo correzione per i potenziali fattori confondenti, i soggetti esposti durante la vita intrauterina al fumo materno hanno mostrato un rischio due volte maggiore di disturbo bipolare (odds ratio = 2,014, intervallo di confidenza al 95% = 1,48-2,53, p = 0,01). L’associazione è stata osservata principalmente con il disturbo bipolare senza caratteristiche psicotiche.
Conclusioni
L’esposizione prenatale al tabacco sembra essere una delle possibili cause del disturbo bipolare. Tuttavia, è necessario considerare il ruolo di altri fattori ambientali prima di suggerire il nesso di causalità tra esposizione intrauterina al fumo materno e disturbo bipolare.
Talati A, Bao Y, Kaufman J, Shen L, Schaefer CA, Brown AS. Maternal smoking during pregnancy and bipolar disorder in offspring. Am J Psychiatry. 2013 Oct 1;170(10):1178-85.
Link
http://ajp.psychiatryonline.org/article.aspx?articleid=1746572