Skip to content - Estratto degli highlights della riunione del PRAC del 10-12 maggio 2023 Si rende disponibile in allegato un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 10– 12 maggio 2023. I principali argomenti: Gavreto: misure per ridurre al minimo l’aumento del rischio di tubercolosi Voxzogo: introduzione di un nuovo tipo di siringa Leggi qui il documento dell’EMA sul sito dell’AIFA. - 16/05/2023
- Antibiotici fluorochinolonici: richiamo alle misure per ridurre il rischio di effetti collaterali di lunga durata, invalidanti e potenzialmente irreversibili Il comitato per la sicurezza dell’EMA, il PRAC, ribadisce agli operatori sanitari che l’uso di antibiotici fluorochinolonici somministrati per via orale, iniezione o inalazione deve essere limitato a causa del rischio di effetti collaterali invalidanti, di lunga durata e potenzialmente irreversibili. Queste restrizioni sono state introdotte nel 2019 a seguito di una revisione a livello di UE su questi effetti collaterali molto rari ma gravi. Uno studio finanziato dall’EMA ha dimostrato che sebbene l’uso di antibiotici fluorochinolonici sia diminuito, questi medicinali sono ancora prescritti al di fuori degli usi raccomandati. Le restrizioni sull’uso degli antibiotici fluorochinolonici implicano che questi medicinali non devono essere usati: per trattare infezioni che possono risolversi senza trattamento o che non sono gravi (come le infezioni alla gola); per il trattamento di infezioni non batteriche, ad es. prostatite non batterica (cronica); per prevenire la diarrea del viaggiatore o le infezioni ricorrenti del tratto urinario inferiore (infezioni urinarie che non si estendono oltre la vescica); per il trattamento di infezioni batteriche lievi o moderate a meno che gli altri medicinali antibatterici comunemente raccomandati per queste infezioni non possano essere utilizzati. È importante sottolineare che i fluorochinoloni devono essere evitati nei pazienti che hanno avuto in precedenza gravi effetti collaterali con un antibiotico fluorochinolonico o chinolonico. Devono essere usati con particolare cautela negli anziani, nei pazienti con malattie renali e in coloro che hanno subito un trapianto di organi perché questi pazienti sono a maggior rischio di danni ai tendini. Poiché anche l’uso di un corticosteroide con un fluorochinolone aumenta questo rischio, l’uso combinato di questi medicinali deve essere evitato. Lo studio, che ha valutato i dati delle cure primarie in sei paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito) tra il 2016 e il 2021, suggerisce che le misure adottate, a seguito della revisione a livello di UE, per limitare l’uso di questi medicinali, hanno avuto un impatto modesto.Una Nota Informativa Importante (NII) sarà ora inviata agli operatori sanitari nell’UE, per sottolineare la necessità di limitare l’uso di questi medicinali a un trattamento di ultima linea nei pazienti che non hanno opzioni terapeutiche alternative dopo un’attenta valutazione dei benefici e rischi per i singoli pazienti. Leggi qui il comunicato dell’EMA sul sito dell’AIFA. - 16/05/2023
- Monitoraggio nel mondo reale dei vaccini COVID-19: una visione esperta del settore sui successi, le sfide e le opportunità future I leader della farmacovigilanza dei principali sviluppatori di vaccini descrivono gli insegnamenti tratti dalla pandemia di coronavirus 2019 (COVID-19) nell’area della farmacovigilanza e della farmacoepidemiologia. Gli Autori mirano a sensibilizzare sulla cooperazione tra gli sviluppatori di vaccini, evidenziare sfide comuni, sostenere soluzioni e proporre raccomandazioni per il futuro nelle aree della sicurezza e dell’efficacia nel mondo reale, della segnalazione e valutazione della sicurezza e dei contributi normativi. Per consentire una valutazione tempestiva della sicurezza e dell’efficacia nel mondo reale, sono state implementate piattaforme di studio multi-sponsor, che hanno portato a un reclutamento più rapido in vaste aree geografiche. La segnalazione della sicurezza, il rilevamento del segnale e la valutazione sono stati particolarmente impegnativi dato il numero senza precedenti di eventi avversi segnalati. Sono stati necessari nuovi metodi per gestire l’aumento del volume delle segnalazioni pur mantenendo la capacità di identificare e rispondere rapidamente a nuovi dati che potrebbero influire sul profilo rischio-beneficio di ciascun vaccino. Le segnalazioni delle autorità sanitarie mondiali, le richieste di informazioni e i diversi requisiti normativi hanno imposto un onere significativo alle autorità di regolamentazione e all’industria. Il consenso dell’industria sui requisiti di segnalazione della sicurezza e le riunioni congiunte con le autorità di regolamentazione hanno notevolmente ridotto questo onere per tutte le parti interessate. Le innovazioni di maggiore impatto dovrebbero essere intraprese rapidamente ed estese ad altri vaccini e terapie, con un approccio multilaterale. Gli autori di questo documento formulano raccomandazioni future e hanno lanciato un’iniziativa denominata BeCOME (Beyond COVID Monitoring Excellence) il cui primo obiettivo sarà quello di sviluppare un piano d’azione quinquennale. L’accesso quasi in tempo reale a dati di alta qualità, completi e pertinenti, nonché canali di comunicazione e forum più rapidi e flessibili tra le parti interessate, sono punti per futuri miglioramenti. Nello sviluppo del piano di consenso sarà sollecitato, inoltre, il contributo delle principali parti interessate come le autorità di regolamentazione, l’industria, le organizzazioni non governative e gli esperti di sanità pubblica. Nel complesso, si ha bisogno di una strategia comune e collaborativa per essere preparati alla prossima pandemia e per facilitare la diffusione efficiente di altri vaccini che possono avere un impatto positivo sulla salute pubblica. La disponibilità alla sorveglianza nel mondo reale migliorerà solo se sosteniamo gli sforzi in tutti i vaccini e in tutte le regioni, oggi e insieme. Per maggiori dettagli leggi qui l’articolo - 04/05/2023
- La gestione terapeutica del danno epatico iatrogeno idiosincrasico e tossicità epatica da acetaminofene nella popolazione pediatrica: una revisione sistematica. Il danno epatico da farmaci è un evento avverso raro ma grave, che può anche esitare in un’insufficienza epatica acuta. È stata effettuata una revisione della letteratura sulle terapie utilizzate per trattare il sovradosaggio di acetaminofene e danno epatico iatrogeno idiosincrasico nella popolazione pediatrica. Sono stati inclusi articoli in cui viene descritto l’intervento terapeutico nella popolazione pediatrica (sotto i diciotto anni) per il trattare sovradosaggio di acetaminofene e il danno epatico da farmaci. I risultati sono stati riassunti in base ai gruppi per età (nati pretermine, neonati, nati a termine e post termine, bambini e adolescenti). Sono state incluse venticinque pubblicazioni, per un totale di centoquaranta casi pediatrici di danno epatico su base iatrogena in pazienti di età compresa nel range tra nati pretermine e adolescenti. La N-acetilcisteina è stata utilizzata nel trattamento di diciannove casi di sovradosaggio di acetaminofene. Le opzioni terapeutiche per trattare il danno epatico iatrogeno sono state N-acetilcisteina in quattordici casi, acido ursodesossicolico in tre casi, corticosteroidi in trentuno casi, carnitina in sedici casi e la combinazione di glicirrizina, glutatione ridotto, poliene fosfatidilcolina e S-adenosilmetionina in trentuno casi. Il molecular adsorbent recirculating system (MARS) è stato utilizzato nel trattamento di due casi di danno epatico da farmaci e in quattro casi di sovradosaggio di acetaminofene, mentre in venti casi di insufficienza epatica acuta si è optato per la terapia renale sostitutiva continua. Questa revisione ha individuato i casi di danno epatico iatrogeno nella popolazione pediatrica che sono stati trattati con trattamenti specifici, che sembrano essere stati perlopiù ispirati a trattamenti descritti in lavori poco affidabili e riferiti alla popolazione adulta. C’è perciò bisogno di ulteriori studi di qualità per verificare l’efficacia sia di terapie già conosciute che innovative per trattare il danno epatico iatrogeno nella popolazione pediatrica. Clicca qui per approfondire l’argomento. - 04/05/2023
- Nota Informativa Importante su SIMULECT® (basiliximab) Nota informativa importante concordata con le Autorità regolatorie europee e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). La Nota fornisce agli operatori sanitari informazioni relative all’utilizzazione di fiale di acqua per preparazioni iniettabili confezionate insieme ai flaconcini di polvere liofilizzata sterile di Simulect 20 mg. Leggi qui la nota informativa sul sito dell’AIFA. - 04/05/2023
- Nota Informativa Importante su Strattera® (atomoxetina) Nota informativa importante concordata con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) relativa all’interruzione definitiva della commercializzazione. La Nota fornisce agli operatori sanitari informazioni all’interruzione definitiva della commercializzazione di Strattera® (atomoxetina) capsule rigide. Leggi qui la nota informativa sul sito dell’AIFA. - 21/04/2023
- Emorragia gastrointestinale con gli anticoagulanti orali: cosa sappiamo attualmente I nuovi anticoagulanti orali (NAO) sono attualmente raccomandati come trattamento di prima linea per la prevenzione dell’ictus nella fibrillazione atriale e nel tromboembolismo venoso. Tuttavia, sono state sollevate preoccupazioni riguardo al rischio di sanguinamento gastrointestinale dei NAO. L’emorragia gastrointestinale è il tipo di sanguinamento più comune che si verifica nei pazienti in terapia anticoagulante orale. Una meta-analisi degli studi randomizzati controllati di riferimento su pazienti con fibrillazione atriale ha dimostrato che i NAO erano associati a tassi di sanguinamento gastrointestinale più elevati rispetto al warfarin. Tuttavia, esisteva una significativa eterogeneità tra gli studi. Mentre rivaroxaban, dabigatran ad alte dosi e edoxaban ad alte dosi erano associati a percentuali di sanguinamento gastrointestinale più elevate rispetto a warfarin, erano invece simili tra gli utilizzatori di warfarin, e apixaban e dabigatran a basse dosi. Le meta-analisi di studi osservazionali hanno anch’esse dimostrato percentuali inferiori di sanguinamento gastrointestinale a favore del warfarin rispetto a rivaroxaban, tassi simili o inferiori rispetto a dabigatran e tassi più elevati rispetto ad apixaban. È importante sottolineare che manca un confronto diretto tra i vari NAO nella letteratura attuale sugli studi clinici randomizzati controllati, ma le informazioni disponibili negli studi osservazionali suggeriscono che rivaroxaban è associato a un rischio più elevato di sanguinamento GI rispetto ad altri NAO. Infine, il sanguinamento gastrointestinale indotto dagli anticoagulanti orali può avere alcuni aspetti positivi. A tal proposito è interessante notare che alcuni studi rivelano che l’anticoagulazione orale facilita il rilevamento del cancro del colon-retto. Per maggiori dettagli leggi qui l’articolo completo. Bibliografia Ingason AB, Hreinsson JP, Björnsson ES. Gastrointestinal Bleeding on Oral Anticoagulation: What is Currently Known. Drug Saf. 2022 Dec;45(12):1449-1456. doi: 10.1007/s40264-022-01243-7. Epub 2022 Oct 13. PMID: 36227528. - 21/04/2023
- AIFA pubblica il Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2021” Nel Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2021”, recentemente pubblicato dall’AIFA, emerge un trend in progressiva riduzione dell’uso di antibiotici in Italia (-3,3% rispetto al 2020), sebbene i consumi si mantengano ancora superiori a quelli di molti Paesi europei. Nel confronto europeo emerge inoltre in Italia un maggior ricorso ad antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo delle resistenze antibiotiche. Si conferma un’ampia variabilità regionale nei consumi, con significativi margini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva soprattutto nelle Regioni del Sud. Sono alcuni degli elementi che emergono dal Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2021”, a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA, pubblicato sul portale dell’Agenzia. Nell’analisi sull’uso degli antibiotici in regime di assistenza convenzionata sono inclusi anche dei focus sulla prescrizione nella popolazione pediatrica e negli anziani, sulle prescrizioni di fluorochinoloni in sottogruppi specifici di popolazione e sull’uso degli antibiotici nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Il Rapporto prende inoltre in esame l’uso degli antibiotici in ambito ospedaliero, l’acquisto privato di antibiotici di fascia A, il consumo degli antibiotici non sistemici e gli indicatori di appropriatezza prescrittiva nell’ambito della Medicina Generale. La nuova edizione presenta anche una sezione sulla rete dei laboratori di microbiologia e, in accordo a quanto previsto dal Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico Resistenza (PNCAR) 2022-2025, e una sezione che prende in considerazione l’utilizzo degli antibiotici in ambito veterinario. Infine, come negli ultimi anni, il Rapporto fornisce una valutazione dell’impatto della pandemia da COVID-19 sul consumo di antibiotici nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata e degli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche, che include anche il primo semestre del 2022. Gli andamenti temporali dei consumi e le importanti differenze nei pattern prescrittivi tra aree geografiche che emergono dai dati del Rapporto evidenziano l’importanza di continuare a monitorare, sia a livello nazionale che regionale o locale, gli indicatori di consumo e di qualità della prescrizione degli antibiotici in Italia, così come raccomandato anche dal nuovo PNCAR 2022-2025. HIGHLIGHTS Continua il trend in riduzione del consumo di antibiotici in Italia: -3,3% nel 2021 rispetto al 2020 Nel 2021 circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85. Nella popolazione pediatrica i maggiori consumi si concentrano nella fascia di età compresa tra 2 e 5 anni, in cui circa 4 bambini su 10 hanno ricevuto nell’anno almeno una prescrizione di antibiotici. Il 76% delle dosi utilizzate è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Quasi il 90% degli antibiotici rimborsati dal SSN viene erogato sul territorio (in regime di assistenza convenzionata). Più di un quarto dei consumi a livello territoriale (26,3%) corrisponde ad acquisti privati di antibiotici rimborsabili dal SSN (classe A). Le penicilline in associazione agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo (36% dei consumi totali), seguita dai macrolidi e dai fluorochinoloni. Permane un’ampia variabilità regionale nei consumi a carico del SSN, che sono maggiori al Sud rispetto al Nord e al Centro. Nelle regioni del Nord si registrano inoltre le riduzioni maggiori (-6,1%), mentre al Sud sono più contenute (-2,2%). Nelle Regioni del Sud si riscontra una predilezione per l’utilizzo di antibiotici di seconda scelta. Complessivamente i consumi in Italia si mantengono superiori a quelli di molti Paesi europei. L’Italia si conferma uno dei Paesi europei con il maggior ricorso a molecole ad ampio spettro, a maggior impatto sulle resistenze antibiotiche e pertanto considerate di seconda linea, con un trend in peggioramento negli ultimi due anni. L’Italia è anche uno dei Paesi con la minor quota di consumo degli antibiotici del gruppo “Access” (47%), considerati antibiotici di prima scelta, che secondo la WHO dovrebbero costituire almeno il 60% dei consumi totali. In ambito ospedaliero si osserva in particolare un incremento del ricorso all’utilizzo di antibiotici indicati per la terapia di infezioni causate da microrganismi multi-resistenti. Sia i consumi in regime di assistenza convenzionata sia gli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche sono aumentati nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Leggi qui la sintesi del rapporto dal sito AIFA. Leggi qui il documento completo. - 13/04/2023
- Reazioni avverse neuropsichiatriche in pazienti affetti da “Gastrointestinal Stromal Tumor” in terapia con inibitori della tirosin kinasi: un’analisi dal sistema europeo di segnalazione spontanea di reazioni avverse. In questo lavoro pubblicato sul numero del mese di marzo 2023 della rivista “Cancers”, gli autori si propongono di valutare la frequenza di reazioni avverse neuropsichiatriche, in pazienti affetti da GIST in terapia con inibitori della tirosin kinasi, basandosi sull’analisi dei dati provenienti dal database del sistema europeo di segnalazione spontanea delle reazioni avverse (ICSRs). Le GIST sono delle rare neoplasie mesenchimali del tratto gastrointestinale, localizzate prevalentemente nello stomaco; rappresentano meno del 1% di tutti i tumori del tratto digestivo. Nello studio sono state considerate tutte le reazioni avverse ai principi attivi: avapritinib, imatinib, regorafenib, ripretinib, sunitinib inserite nel ICSRs dal 01/06/2005 al 31/12/2021, classificate mediante il dizionario MEDRA. Le più comuni reazioni avverse (inserite con frequenza decrescente) sono rappresentate da: reazione nel sito di iniezione (46,2%), metastasi (35,8%), reazioni gastrointestinali (25,8%), cutanee (14,7%), del sistema nervoso (13%), del sangue (12,2%), alterazioni metaboliche (11,7%). Le reazioni gastrointestinali, del sistema nervoso e i disordini metabolici sono più frequentemente secondarie a avapritinib, le reazioni cutanee a rogorafenib, le reazioni ematologiche a sunitinib e Imatinib. Le reazioni neuropsichiatriche sono state il 17,8% del totale, riscontrate più frequentemente nella popolazione più giovane (52,7%) ad eccezione del Imatinib; il 72,6% sono state gravi; nella metà dei casi non si arrivò ad una guarigione; il 9,1% sono state fatali. L’avapritinib è stato correlato con la maggiore probabilità della comparsa di reazioni avverse di natura psichiatrica e sul sistema nervoso (alterazioni a carico del nervo olfattivo; allucinazioni; ictus emorragici; alterazioni della coscienza); non si è potuta escludere la correlazione con preesistenti comorbidità psichiatriche o neurologiche e il concomitante uso di altri farmaci. Lo studio conferma il ruolo delle segnalazioni spontanee nella valutazione delle reazioni avverse correlate all’utilizzo di TKI nei GIST. Di contro permangono le limitazioni intrinseche delle segnalazioni spontanee: underreporting dei casi, scarsa qualità delle informazioni. Leggi qui l’articolo completo Bibliografia Barbieri MA, Sorbara EE, Russo G, et al.; Neuropsychiatric Adverse Drug Reactions with Tyrosine Kinase Inhibitors in Gastrointestinal Stromal Tumors: An Analysis from the European Spontaneous Adverse Event Reporting System. Cancers (Basel). 2023 Mar 20;15(6):1851. - 13/04/2023
- EMA raccomanda l’approvazione di Bimervax come dose di richiamo per la vaccinazione COVID-19 Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di autorizzare il vaccino contro COVID-19 Bimervax (precedentemente noto come vaccino COVID-19 HIPRA) come dose di richiamo nelle persone di età pari o superiore a 16 anni che hanno ricevuto un vaccino a mRNA contro COVID-19. Bimervax, sviluppato da HIPRA Human Health S.L.U., contiene una proteina prodotta in laboratorio che presenta parte della proteina spike delle varianti Alfa e Beta del virus SARS-CoV-2. Il CHMP ha concluso che sono ora disponibili dati sufficientemente solidi sulla qualità, la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino per raccomandarne l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE. Lo studio principale condotto con Bimervax è uno studio di immunobridging, che ha confrontato la risposta immunitaria indotta da questo nuovo vaccino con quella indotta dal vaccino a mRNA autorizzato Comirnaty diretto contro la proteina spike del ceppo originario (Wuhan) di SARS-CoV-2. Lo studio ha coinvolto 765 adulti che avevano precedentemente completato la vaccinazione primaria con 2 dosi di Comirnaty e a cui è stata successivamente somministrata una dose di richiamo di Bimervax o Comirnaty. Sebbene Bimervax abbia indotto la produzione di un livello minore di anticorpi contro il ceppo originario di SARS CoV 2 rispetto a Comirnaty, ha generato un maggior numero di anticorpi contro le varianti Beta e Omicron e un livello di anticorpi comparabile contro la variante Delta. Dati di supporto sono stati forniti da uno studio in corso che ha incluso 36 adolescenti di età compresa tra 16 e 17 anni, per 11 dei quali erano disponibili i dati della risposta immunitaria. Lo studio ha evidenziato che Bimervax, somministrato come dose di richiamo, ha indotto un’adeguata risposta immunitaria in questi adolescenti, con una produzione di anticorpi paragonabile a quella osservata negli adulti che avevano ricevuto lo stesso vaccino. Pertanto, secondo le conclusioni del CHMP, si prevede che una dose di richiamo di Bimervax sia efficace almeno quanto Comirnaty nel ripristinare la protezione contro COVID-19 nelle persone di età pari o superiore a 16 anni. Il profilo di sicurezza di Bimervax è paragonabile a quello di altri vaccini contro COVID-19. Gli effetti indesiderati più comuni osservati sono stati dolore nel sito di iniezione, mal di testa, stanchezza e dolore muscolare. Tali effetti sono stati in genere di entità da lieve a moderata e si sono risolti entro alcuni giorni dalla vaccinazione. La sicurezza e l’efficacia del vaccino continueranno ad essere monitorate man mano che il vaccino è utilizzato nell’UE, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’UE e ulteriori studi condotti dall’azienda e dalle autorità europee. Sulla base delle evidenze disponibili, il CHMP ha concluso che i benefici di Bimervax superano i rischi e ha raccomandato il rilascio di un’autorizzazione all’immissione in commercio standard nell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 13/04/2023
- Nota informativa importante su Minirin/DDAVP (desmopressina) Nota informativa importante concordata con l’Agenzia Italiana del Farmaco a seguito di procedura europea La Nota fornisce agli operatori sanitari informazioni sull’introduzione di nuove avvertenze sul medicinale Minirin/DDAVP (desmopressina) 50mcg/ml spray nasale, soluzione contenente l’agente stabilizzante clorbutanolo. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 13/04/2023
- Alopecia come evento avverso emergente degli anticorpi monoclonali CGRP: serie di casi, valutazione di FAERS e revisione della letteratura L’alopecia è stata associata a erenumab come riportato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, sulla base degli studi clinici, tuttavia, non sono stati descritti casi. Metodi Gli autori descrivono i casi di due pazienti che hanno riportato una perdita temporanea di capelli e riportano un’analisi del sistema di segnalazione degli eventi avversi della FDA (FAERS). Risultati Il primo paziente ha manifestato alopecia entro tre mesi dall’inizio di erenumab, che non è migliorata con l’uso continuativo o con il passaggio a fremanezumab. Il secondo paziente ha riportato alopecia entro due settimane dall’inizio di erenumab, che è continuata dopo il passaggio a galcanezumab; mesi dopo, si è verificata anche una perdita di capelli ricorrente entro un mese dall’inizio di fremanzeumab. Secondo FAERS (ultimo accesso 18 agosto 2022), l’alopecia è stata segnalata maggiormente con erenumab (1158), seguito da galcanezumab (554), fremanezumab (175), eptinezumab (23), rimegepant (26), ubrogepant (4) e atogepant (3). Conclusioni La maggior parte degli eventi è stata riportata nelle donne e non è grave. Il potenziale meccanismo dell’alopecia con farmaci che hanno come bersaglio il peptide correlato al gene della calcitonina o il suo recettore potrebbe includere interruzioni della circolazione microvascolare e altri meccanismi omeostatici. Leggi qui l’articolo completo. Bibliografia Ruiz M, Cocores A, Tosti A, Goadsby PJ, Monteith TS. Alopecia as an emerging adverse event to CGRP monoclonal antibodies: Cases Series, evaluation of FAERS, and literature review. Cephalalgia. 2023 Feb;43(2):3331024221143538. - 13/04/2023
- “Horizon Scanning: scenario dei medicinali in arrivo”. AIFA pubblica il Rapporto 2023 In Europa, nel corso del 2022, sono stati autorizzati 89 nuovi medicinali, di cui 48 contenenti nuove sostanze attive, 8 biosimilari, 23 equivalenti e 10 tra medicinali ibridi, sostanze attive note e farmaci autorizzati con la procedura del consenso informato. Gli antineoplastici e immunomodulatori – destinati al trattamento di alcuni tipi di tumori solidi (quali il tumore del polmone, della prostata e del fegato), del sangue (quali mieloma, linfoma e leucemia) e delle malattie autoimmuni – si confermano le categorie più rappresentate (complessivamente il 37,5%) tra i medicinali contenenti nuovi principi attivi autorizzati dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Seguono, in ordine decrescente, gli antinfettivi ad uso sistemico, i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, del sistema nervoso. Sono alcune delle informazioni contenute nella 5^ edizione del Rapporto “Horizon Scanning: scenario dei medicinali in arrivo”, pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco con lo scopo di fornire informazioni sui nuovi medicinali e sulle nuove terapie, che hanno ricevuto un parere positivo dell’EMA o che potrebbero averlo negli anni successivi. L’analisi, in particolare, si concentra su medicinali contenenti nuove sostanze attive, biosimilari ed equivalenti, per un totale di 79 nuovi medicinali autorizzati. Nel corso del 2022 EMA ha autorizzato 20 medicinali orfani contenenti nuove sostanze attive, 5 dei quali sono medicinali per terapie avanzate (nello specifico, terapie geniche), e espresso parere positivo su 91 nuove indicazioni di 67 medicinali già autorizzati. Il maggior numero di nuove indicazioni terapeutiche riguarda i farmaci antineoplastici e immunomodulatori, che con 43 nuove indicazioni rappresentano il 47,3% del totale. Novantadue sono invece i nuovi medicinali in valutazione presso l’EMA all’inizio del 2023, con parere atteso nel corso dell’anno: 61 sono farmaci contenenti nuove sostanze attive (di cui 28 sono medicinali orfani), 17 sono equivalenti e 14 sono biosimilari. I più numerosi sono gli antineoplastici (25), seguiti dagli immunosoppressori (14) e dai medicinali del sistema nervoso (6). Sono in valutazione anche 64 nuove indicazioni terapeutiche (per un totale di 58 medicinali già autorizzati), appartenenti a 9 aree principali: tumori solidi, malattie infettive, malattie autoimmuni e allergie, tumori del sangue, malattie neurologiche, neurometaboliche e sensoriali, cardiovascolari e sindromi metaboliche. Infine sono 111 i medicinali ammessi al programma PRIME, rivolto ai farmaci promettenti e ad elevato interesse per la salute pubblica, destinati a pazienti con esigenze di cura insoddisfatte, per i quali è previsto supporto precoce allo sviluppo. Si tratta, per la maggior parte, di terapie avanzate e l’area oncologica è la più rappresentata, seguita dalle aree di ematologia-emostasiologia, endocrinologia-ginecologia-metabolismo, neurologia e dai vaccini. Leggi qui il rapporto completo pubblicato sul sito dell’AIFA. - 07/04/2023
- Sicurezza ed efficacia di daridorexant nel trattamento dell’insonnia: una revisione sistematica e metanalisi di studi randomizzati controllati Daridorexant è un nuovo antagonista duale dei recettori dell’orexina (DORA) utilizzato nel trattamento del disturbo dell’insonnia. Questo farmaco, di recente introduzione, migliora la qualità del sonno senza compromettere il funzionamento diurno. In questo articolo si valuta la sua sicurezza ed efficacia nel trattamento dell’insonnia. L’insonnia è un disturbo del sonno comune che colpisce circa il 30% delle persone nel mondo occidentale. Questa condizione è caratterizzata da sonno insoddisfacente in termini di qualità e quantità, influenzando spesso il risveglio mattutino e il funzionamento diurno dell’individuo, con senso di fatica, difficoltà cognitive e alterazioni dell’umore. L’attuale standard of care consiste in misure non farmacologiche, in particolare le terapie cognitivo comportamentali. Tuttavia, molte persone con insonnia non prediligono queste terapie. Pertanto, vi è la necessità di alternative farmacologiche. Le opzioni farmacologiche includono benzodiazepine, farmaci Z, antidepressivi e agonisti della melatonina di cui è nota la bassa efficacia oltre che il possibile sviluppo di tolleranza e dipendenza. Daridorexant può essere usato in combinazione con induttori moderati del CYP3A4 o inibitori della secrezione acida gastrica senza richiedere aggiustamenti della dose e il farmaco è stato ben tollerato. In questo studio è stata eseguita una ricerca sistematica elettronica di database nel febbraio 2022 su PubMed, Scopus, Web of Science e Cochrane library. Sono stati ritenuti idonei per l’inclusione in questa revisione sistematica gli studi randomizzati controllati che hanno studiato la sicurezza e l’efficacia di daridorexant rispetto al placebo e che includevano individui con insonnia o controlli sani. Sette studi randomizzati controllati sono stati inclusi in questa revisione, con 2425 partecipanti arruolati. Inoltre, sono stati estratti i dati degli eventi avversi sperimentati. Tra questi ultimi sono stati valutati sonnolenza, fatica, cefalea, vertigini, nausea e rinofaringite per dose di farmaco, partecipanti, partecipanti insonni e partecipanti sani. Daridorexant risulta superiore al placebo nel migliorare la qualità del sonno e la sua efficacia rimane significativa anche dopo 1 mese. Leggi qui l’articolo completo. Albadrani MS, Albadrani MS, Fadlalmola HA, Elhusein AM, Abobaker RM, Merghani MM, Gomaa SM, Abdalla AM, Alhujaily M, Omair AA, Ali Abdalla AM, Masada HK, Veerabhadra Swamy DS, Al-Sayaghi KM. Safety and efficacy of daridorexant in the treatment of insomnia: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Int Clin Psychopharmacol. 2023 Jan 1;38(1):57-65. doi: 10.1097/YIC.0000000000000425. Epub 2022 Nov 30. PMID: 36473030. - 27/03/2023
- La PEGilazione dei farmaci è associata a reazioni di ipersensibilità?
Un’analisi del Sistema di Segnalazione Italiano degli eventi avversi del farmaco. AbstractBackground e obiettivi: Le evidenze mettono in risalto il potenziale allergenico dei farmaci PEGilati a causadella produzione di immunoglobuline anti-polietilenglicole. Abbiamo studiato il rischio di reazioni diipersensibilità dei farmaci PEGilati usando il database italiano del sistema italiano di segnalazione dellereazioni avverse spontanee ai farmaciMetodi: Sono state selezionate segnalazioni di reazioni avverse al farmaco attribuite a medicinalicontenenti principi attivi PEGilati e/o liposomi PEGilati del Sistema Italiano di Segnalazione Spontanea nelperiodo compreso tra l’inizio dell’attività del Sistema Italiano di segnalazione e marzo 2021. Comeconfronto, abbiamo considerato segnalazioni di reazioni avverse al farmaco di medicinali contenenti lostesso farmaco non-PEGilato, sostanze attive e/o liposomi non PEGilati (o composti appartenenti alla stessaclasse) È stata eseguita un’analisi descrittiva delle segnalazioni di reazioni di ipersensibilità. Sono statevalutati i tassi di segnalazione e tempo di insorgenza dell’ipersensibilità in un periodo di tempo tra Gennaio2009 e Marzo 2021. Come misura della disproporzione abbiamo calcolato l’odds ratio di segnalazione.Risultati: complessivamente, 3865 segnalazioni di reazioni avverse al farmaco erano correlate a medicinaliPEGilati e 11.961 a medicinali non PEGilati. Circa due terzi dei pazienti erano donne e le segnalazioniriguardavano principalmente pazienti di età compresa tra i 46 anni e 64 anni. La frequenza delle reazioni diipersensibilità segnalate è stata più alta tra farmaci PEGilati rispetto a quelli non PEGilati (11,7% vs 9,4%, p< 0,0001) I tassi di segnalazione delle reazioni di ipersensibilità sono stati più elevati per PEGilati rispetto aimedicinali non PEGilati, con tassi di segnalazione compresi tra 1,4 (95% di confidenza) intervallo 0,8–2,5):adesempio per pegfilgrastim versus filgrastim a 20,0 (intervallo di confidenza 95% 2,8–143,5) perpeginterferone alfa-2a rispetto all’interferone alfa-2A. Il tempo mediano all’insorgenza delle reazioni diipersensibilità è stato di 10 giorni (intervallo interquartile: 0-61) per i medicinali PEGilati e 36 giorni(intervallo interquartile: 3-216) per i comparatori non PEGilati. Statisticamente sono stati osservati oddsratio significativi nel confronto con la segnalazione di reazioni di ipersensibilità per PEGilati rispetto aimedicinali non PEGilati (odds ratio di segnalazione: 1,3; intervallo di confidenza del 95% 1,1-1,4). Tuttavia,quando si utilizzano tutti gli altri farmaci come comparatori, l’analisi di sproporzionalità non ha mostratoalcuna associazione con le reazioni di ipersensibilità per i farmaci PEGilati né per i medicinali non PEGilati,suggerendo quindi che molti altri fattori scatenanti le reazioni di ipersensibilità indotte dai farmaci giocanoun ruolo importante.Conclusioni: I risultati di questa analisi del database italiano delle reazioni avverse spontanee ai farmacisuggeriscono un potenziale coinvolgimento della PEGilazione nell’innesco di reazioni di ipersensibilità.Tuttavia, quando si utilizzano tutti gli altri farmaci come comparatori, l’analisi di sproporzionalità non hamostrato alcuna associazione con le reazioni di ipersensibilità né per i medicinali PEGilati né per quelli nonPEGilati, probabilmente a causa di un effetto di mascheramento dovuto alla presenza nello stessodatabase di altri medicinali che aumentano la soglia di segnalazione. Leggi qui l’articolo completo. Crisafulli, S., Cutroneo, P.M., Luxi, N. et al. Is PEGylation of Drugs Associated with Hypersensitivity Reactions? An Analysis of the Italian National Spontaneous Adverse Drug Reaction Reporting System. Drug Saf (2023). https://doi.org/10.1007/s40264-023-01277- - 27/03/2023 - Monitoraggio anticorpi monoclonali per COVID-19: pubblicato il report n. 73 L’AIFA pubblica i risultati del monitoraggio relativo agli anticorpi monoclonali per il trattamento del COVID-19 attualmente disponibili. Il monitoraggio è realizzato attraverso il registro AIFA sviluppato in attuazione del Decreto del Ministero della Salute del 6 febbraio 2021 (pubblicato nella G.U. serie generale n.32 dell’8/2/21). Leggi qui il report dell’AIFA. - 27/03/2023
- Nota informativa importante sugli inibitori della Janus chinasi Nota informativa importante concordata con le autorità regolatorie europee e con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) La nota fornisce agli operatori sanitari le raccomandazioni aggiornate per ridurre al minimo i rischi di neoplasie maligne, eventi avversi cardiovascolari maggiori, infezioni gravi, tromboembolismo venoso e mortalità associati all’uso dei JAK inibitori. Leggi qui la nota informativa dell’Agenzia italiana del farmaco. - 20/03/2023
- Sospensione di utilizzo del medicinale Lagevrio® (molnupiravir) L’AIFA rende noto che nella seduta della Commissione Tecnico Scientifica del 10 marzo 2023 è stato deciso di sospendere l’utilizzo del medicinale antivirale Lagevrio® (molnupiravir) a seguito del parere negativo formulato dal CHMP di EMA, in data 24/02/2023, per la mancata dimostrazione di un beneficio clinico in termini di riduzione della mortalità e dei ricoveri ospedalieri (documento EMA disponibile nei “Link correlati”). Non sono stati rilevati particolari problemi di sicurezza collegati al trattamento. Il molnupiravir era stato inizialmente reso disponibile, per il trattamento del COVID-19 lieve-moderato, tramite autorizzazione alla distribuzione in emergenza ai sensi del’Art.5.2 del DL 219/2006 (Decreto Ministeriale del 26 novembre 2021 e successive proroghe). Il provvedimento di sospensione di utilizzo sarà effettivo a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Leggi qui il parere negativo sull’autorizzazione all’immissione in commercio di Lagevrio (molnupiravir) da parte dell’EMA. - 14/03/2023
- Nota Informativa Importante su Ozempic® (semaglutide) Ozempic® (semaglutide) soluzione iniettabile in penna preriempita: stato di carenza. l’aumento della domanda di Ozempic® ha portato a carenze che si prevede continueranno per tutto il 2023. Sebbene la fornitura continui ad aumentare, non è possibile prevedere con certezza quando risulterà sufficiente a soddisfare completamente la domanda attuale. Una tardiva consapevolezza della situazione di esaurimento delle scorte può comportare l’impossibilità per i pazienti di acquisire le dosi necessarie, con possibili conseguenze cliniche come l’iperglicemia. La invitiamo ad assicurare che i pazienti che utilizzano Ozempic® siano informati di quanto sopra e che i pazienti, a rischio di esaurimento di Ozempic®, vengano trasferiti in sicurezza ad un altro agonista del GLP-1 o ad altre idonee alternative terapeutiche in base alla Sua valutazione clinica. Ozempic® è indicato esclusivamente per il trattamento di adulti affetti da diabete mellito di tipo 2 non adeguatamente controllato in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico. Ogni altro utilizzo, inclusa la gestione del peso, rappresenta un uso off-label e attualmente mette a rischio la disponibilità di Ozempic® per la popolazione indicata. Sintesi e informazioni di base Ozempic® (semaglutide) è indicato in Italia per il trattamento di adulti affetti da diabete mellito tipo 2 non adeguatamente controllato in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico: come monoterapia quando l’uso di metformina è considerato inappropriato a causa di intolleranza o controindicazioni; in aggiunta ad altri medicinali per il trattamento del diabete. Leggi qui la nota informativa importante sul sito AIFA. - 07/03/2023
- Nota Informativa Importante su Levotiroxina Nota Informativa Importante per gli operatori sanitari L’AIFA rende disponibile la Nota Informativa Importante sulla possibile interferenza della biotina con gli esami di laboratorio per la valutazione della funzione tiroidea. La comunicazione fornisce raccomandazioni per i medici e per i pazienti che assumono prodotti contenenti biotina e che si devono sottoporre a immunodosaggi tiroidei basati sull’interazione biotina/streptavidina. Leggi qui la nota sul sito AIFA. - 02/03/2023
- Aggiornata la Nota AIFA 96 “Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D” L’Agenzia Italiana del Farmaco ha aggiornato la Nota 96 (determina AIFA n. 48/2023 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 43 del 20 febbraio 2023) sui criteri di appropriatezza prescrittiva della supplementazione con vitamina D e suoi analoghi (colecalciferolo, calcifediolo) per la prevenzione e il trattamento degli stati di carenza nell’adulto. L’aggiornamento della Nota, istituita nel 2019, si è reso necessario a seguito della pubblicazione di nuove evidenze scientifiche che hanno ulteriormente chiarito il ruolo della vitamina D in assenza di concomitanti condizioni di rischio. Sono stati presi in considerazione, in particolare, i risultati di due ampi studi clinici randomizzati, lo studio americano VITAL (LeBoff M et al, NEJM 2022) e lo studio europeo DO-HEALTH (Bischoff-Ferrari HA et al, JAMA 2020). Entrambi gli studi hanno concluso che la supplementazione con dosi di vitamina D più che adeguate (2000 UI die di colecalciferolo) e per diversi anni (oltre 5 anni nel primo studio e 3 anni nel secondo) non è in grado di modificare il rischio di frattura nella popolazione sana, senza fattori di rischio per osteoporosi. Questi risultati si sono confermati anche tra i soggetti con livelli più bassi di vitamina 25(OH)D. A questi studi principali si aggiunge la ricca letteratura riguardante l’utilizzo nel COVID-19 che non ha dimostrato alcun beneficio della vitamina D anche in questa condizione. Con l’occasione, sono state inserite nel testo della Nota alcune precisazioni migliorative su proposta di clinici o società scientifiche. Le modifiche introdotte con l’aggiornamento della Nota 96 sono le seguenti: introduzione della nuova categoria di rischio “persone con gravi deficit motori o allettate che vivono al proprio domicilio”; riduzione da 20 a 12 ng/mL (o da 50 a 30 nmol/L) del livello massimo di vitamina 25(OH)D sierica, in presenza o meno di sintomatologia specifica e in assenza di altre condizioni di rischio associate, necessario ai fini della rimborsabilità; specificazione di livelli differenziati di vitamina 25(OH)D sierica in presenza di determinate condizioni di rischio (ad es. malattia da malassorbimento, iperparatiroidismo) già presenti nella prima versione della Nota; aggiornamento del paragrafo relativo alle evidenze più recenti sopracitate e inserimento di un breve paragrafo dedicato a vitamina D e COVID-19; introduzione di un paragrafo sui potenziali rischi associati all’uso improprio dei preparati a base di vitamina D. Trovi qui la Nota 96 e il relativo allegato, aggiornati, disponibili sul portale AIFA. - 21/02/2023
- Nota Informativa Importante su ZOLGENSMA (Onasemnogene abeparvovec) ZOLGENSMA (Onasemnogene abeparvovec) – Casi fatali di insufficienza epatica acuta. Sintesi: Sono stati segnalati casi fatali di insufficienza epatica acuta in pazienti trattati con onasemnogene abeparvovec. La funzione epatica deve essere monitorata prima del trattamento e regolarmente per almeno 3 mesi dopo l’infusione. Valutare tempestivamente i pazienti con peggioramento dei test di funzionalità epatica e/o segni o sintomi di malattia acuta. Se i pazienti non rispondono adeguatamente ai corticosteroidi, consultare un gastroenterologo o un epatologo pediatrici e prendere in considerazione un aggiustamento del regime di corticosteroidi. I corticosteroidi non devono essere ridotti fino a quando i valori dei test di funzionalità epatica non rientrano nella norma (esame clinico normale, bilirubina totale e livelli di ALT e AST inferiori a 2 × ULN). Informare le persone che si prendono cura del paziente del grave rischio di danno epatico e della necessità di un monitoraggio periodico della funzionalità epatica. Leggi qui la nota informativa sul sito AIFA. - 21/02/2023
- Nota Informativa Importante su ADAKVEO (crizanlizumab) ADAKVEO (crizanlizumab): studio di fase III (CSEG101A2301) non mostra alcuna superiorità di crizanlizumab rispetto al placebo. Riassunto: I risultati preliminari dello studio di fase III CSEG101A2301 (STAND) non hanno mostrato differenze tra crizanlizumab e placebo nei tassi annualizzati di crisi vaso-occlusive che hanno portato a una visita medica nel primo anno successivo alla randomizzazione. I risultati preliminari non suggeriscono nuovi problemi di sicurezza con crizanlizumab. Tuttavia, sono stati segnalati tassi più elevati di eventi avversi di grado ≥3 correlati al trattamento con crizanlizumab rispetto al placebo. Un’ulteriore valutazione dei dati dello studio CSEG101A2301 e del loro potenziale impatto sul rapporto beneficio/rischio di crizanlizumab è attualmente in corso da parte dell’EMA. Le conclusioni finali e le raccomandazioni saranno comunicate non appena la valutazione sarà completata. Mentre questa valutazione è in corso, i medici devono valutare il beneficio e i rischi individuali di ogni paziente nel prendere decisioni terapeutiche riguardanti l’uso di crizanlizumab. Leggi qui la Nota informativa sul sito AIFA - 14/02/2023
- Nota Informativa Importante su Fasturtec (rasburicase) Carenza di Fasturtec (rasburicase) 1,5 mg/ml polvere e solvente per concentrato per soluzione per infusione – 1 flaconcino 7,5 mg+ 1 fiala 5 ml uso endovenoso (EU/1/00/170/002). Sintesi: In Italia il medicinale Fasturtec (rasburicase) 1,5 mg/ml polvere e solvente per concentrato per soluzione per infusione – 1 flaconcino 7,5 mg+ 1 fiala 5 ml uso endovenoso (AIC 035473026) è in distribuzione contingentata dal 28/11/2022 e, a partire dal 31/03/2023 fino al 01/07/2024, sarà totalmente carente. Se non è disponibile Fasturtec (rasburicase) 1,5 mg/ml polvere e solvente per concentrato per soluzione per infusione – 1 flaconcino 7,5 mg+ 1 fiala 5 ml uso endovenoso (AIC 035473026), è possibile utilizzare Fasturtec (rasburicase) 1,5 mg polvere e solvente per concentrato per soluzione per infusione endovenosa -3 flaconcini + 3 fiale uso endovenoso (AIC 035473014) (il contenuto chimico e biologico dei flaconcini da 7,5 mg e 1,5 mg è identico). In questo caso, potrebbe essere necessario l’uso di diversi flaconcini per ottenere la quantità di rasburicase necessaria per una somministrazione (per le fasi di ricostituzione richieste si rimanda alla NII). Leggi qui la nota AIFA. - 13/02/2023
- AIFA precisa: nessuna problematica urgente di sicurezza per i farmaci a base di pseudoefedrina In relazione alla procedura europea di referral dei farmaci a base di pseudoefedrina, avviata dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), AIFA precisa che attualmente il rapporto beneficio/rischio di tali medicinali rimane positivo e non si ravvedono problematiche di sicurezza urgenti che implichino azioni restrittive immediate sull’uso di questa classe di medicinali. Il profilo di sicurezza di tali farmaci sarà estesamente riesaminato sulla base dei dati epidemiologici, clinici e di farmacovigilanza disponibili. Come di consueto, l’Agenzia fornirà aggiornamenti sulla procedura in corso non appena si renderanno disponibili. La procedura in corso dimostra il continuo controllo dei profili di efficacia e sicurezza su tutti i medicinali. Si ribadisce l’importanza dell’uso di tali farmaci in aderenza alle raccomandazioni contenute nel Foglio Illustrativo e nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 13/02/2023
- Il PRAC avvia la revisione della sicurezza dei medicinali contenenti pseudoefedrina Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha avviato una revisione dei medicinali contenenti pseudoefedrina a seguito del possibile rischio di sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) e sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile (RCVS), condizioni che colpiscono i vasi sanguigni nel cervello. La pseudoefedrina viene assunta per via orale e viene utilizzata da sola o in combinazione con altri medicinali per trattare la congestione nasale (naso chiuso) derivante da raffreddore, influenza o allergia. PRES e RCVS possono comportare un ridotto afflusso di sangue (ischemia) al cervello e, in alcuni casi, possono causare complicazioni gravi e pericolose per la vita. I sintomi comuni associati a PRES e RCVS includono mal di testa, nausea e convulsioni. La revisione fa seguito a nuovi dati provenienti da un piccolo numero di casi di PRES e RCVS in persone che usano medicinali contenenti pseudoefedrina che sono stati riportati nei database di farmacovigilanza e nella letteratura medica. I medicinali contenenti pseudoefedrina presentano un rischio noto di eventi ischemici cardiovascolari e cerebrovascolari (effetti indesiderati che coinvolgono ischemia nel cuore e nel cervello), inclusi ictus e infarto. Restrizioni e avvertenze per ridurre questi rischi sono già incluse nelle informazioni sul prodotto dei medicinali. Considerando la gravità di PRES e RCVS, il profilo di sicurezza della pseudoefedrina e le indicazioni per le quali i medicinali sono approvati, il PRAC esaminerà le prove disponibili e deciderà se le autorizzazioni all’immissione in commercio per i medicinali contenenti pseudoefedrina debbano essere mantenute, modificate, sospese o ritirate in tutta l’UE. Maggiori informazioni sul medicinale La pseudoefedrina agisce stimolando le terminazioni nervose a rilasciare la noradrenalina, che provoca la costrizione (restringimento) dei vasi sanguigni. Ciò riduce la quantità di fluido rilasciato dai vasi, con conseguente minore gonfiore e minore produzione di muco nel naso. I medicinali contenenti pseudoefedrina sono autorizzati in vari Stati membri dell’UE da soli o in combinazione con medicinali per il trattamento dei sintomi del raffreddore e dell’influenza come mal di testa, febbre e dolore o rinite allergica (infiammazione delle vie nasali) nelle persone con congestione nasale. All’interno dell’UE, i medicinali contenenti pseudoefedrina sono disponibili con vari nomi commerciali, tra cui Actifed, Aerinaze, Aspirin Complex, Clarinase, Humex rhume e Nurofen Cold and Flu. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione dei medicinali contenenti pseudoefedrina è stata avviata su richiesta dell’agenzia francese dei medicinali (ANSM) ai sensi dell’articolo 31 della direttiva 2001/83/CE. La revisione è condotta dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), il Comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza dei medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Le raccomandazioni del PRAC saranno quindi trasmesse al Comitato per i Medicinali per uso umano (CHMP), responsabile delle questioni relative ai medicinali per uso umano, che adotterà un parere. La fase finale della procedura di revisione è l’adozione da parte della Commissione europea di una decisione giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 10/02/2023
- Levotirsol (levotiroxina sodica): modifica temporanea del periodo di validità La modifica temporanea del periodo di validità del medicinale Levotirsol, in tutti i dosaggi, si è resa necessaria a causa di una anomalia riscontrata nella degradazione del principio attivo che avviene più rapidamente in presenza del nuovo glicerolo vegetale utilizzato come eccipiente nel processo produttivo. A tal proposito per garantire la sicurezza del paziente è stato stabilito di limitare l’assunzione del prodotto nel tempo massimo di 5 mesi dalla produzione. Ai medici è raccomandato di prescrivere una sola confezione. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 09/02/2023
- Nota Informativa Importante su Norditropin NordiFlex® (somatropina, ormone della crescita umano) Il prodotto Norditropin NordiFlex® 15 mg/1,5 ml, subirà un periodo di carenza a partire dal 15 aprile 2023 in quanto Novo Nordisk sta affrontando alcune difficoltà produttive che interesseranno le forniture del suddetto medicinale a livello globale. Tale carenza non è dovuta a problematiche di sicurezza o qualità ed è stata già comunicata all’Autorità Regolatoria in accordo alla normativa vigente. Leggi la nota informativa qui. - 07/02/2023
- Un pannello farmacogenetico di 12 geni per la prevenzione delle reazioni avverse ai farmaci: uno studio europeo in aperto, multicentrico, crossover, controllato Il beneficio dei test farmacogenetici prima di iniziare la terapia farmacologica è stato ben documentato per diverse combinazioni di singole coppie gene-farmaco. Tuttavia, l’utilità clinica di una strategia di genotipizzazione preventiva utilizzando un pannello farmacogenetico non è stata valutata in modo rigoroso.Metodi Abbiamo condotto uno studio di implementazione in aperto, multicentrico, controllato, randomizzato a grappolo e crossover diun pannello farmacogenetico a 12 geni in 18 ospedali, nove centri di salute comunitaria e 28 farmacie comunali in sette Paesi europei (Austria, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna e Regno Unito). I pazienti di età pari o superiore a 18 annio più anziani hanno ricevuto la prima prescrizione di un farmaco clinicamente raccomandato dalle linee guida del Dutch Pharmacogenetics Working Group (cioè il farmaco indice) nell’ambito delle cure di routine. I criteri di esclusione includevano precedenti test genetici per un gene rilevante per il farmaco indice, una durata prevista del trattamento inferiore a 7 giorni consecutivi e grave insufficienza renale o epatica. Tutti i pazienti hanno dato il consenso informato scritto prima di partecipare allo studio. I partecipanti sono stati genotipizzati per 50 varianti germinali in 12 geni e quelli che presentavano una variante attivabile (cioè un risultato del test di interazione farmaco-gene per la quale il gruppo di lavoro olandese sulla farmacogenetica [DPWG] ha raccomandato una modifica del trattamento farmacologico standard) sono stati trattati secondo le raccomandazioni del DPWG. I pazienti del gruppo di controllo hanno ricevuto il trattamento standard. Per preparare i medici al test farmacogenetico preventivo, le équipe locali sono state formate durante una visita di avvio del progetto ed è stato messo a disposizione del materiale educativo online. L’esito primario è stato il verificarsi di reazioni avverse clinicamente rilevanti nel periodo di follow-up di 12 settimane. Le analisi sono state effettuate indipendentemente dell’aderenza del paziente alle linee guida del DPWG. L’analisi primaria è stata effettuata utilizzando un’analisi di gatekeeping, nella quale i risultati delle persone con un’interazione farmaco-gene perseguibile nel gruppo di studio rispetto al gruppo di controllo sono stati confrontati e solo se la differenza era statisticamente significativa è stata effettuata un’analisi che ha incluso tutti i pazienti dello studio. Gli esiti sono stati confrontati tra il gruppo di studio e quello di controllo, sia per i pazienti con un risultato del test di interazione farmaco-gene (cioè un risultato per il quale il DPWG ha raccomandato una modifica del trattamento farmacologico standard) sia per tutti i pazienti che hanno ricevuto un trattamento standard) e per tutti i pazienti che hanno ricevuto almeno una dose di farmaco indice. L’analisi di sicurezza ha incluso tutti i partecipanti che hanno ricevuto almeno una dose di un farmaco in studio. Questo studio è registrato su ClinicalTrials.gov, NCT03093818 ed è chiuso a nuovi partecipanti.Risultati Tra il 7 marzo 2017 e il 30 giugno 2020, 41.696 pazienti sono stati valutati per l’eleggibilità e 6944 (51.4% donne, 48.6% uomini; 97.7% di etnia europea, mediterranea o mediorientale) sono stati arruolati e assegnati a ricevere una terapia guidata dal genotipo (n=3342) o l’assistenza standard (n=3602). 99 pazienti (52 [1.6%] del gruppo di studio e 47 [1.3] del gruppo di cura. 99 pazienti (52 [1.6%] del gruppo di studio e 47 [1.3%] del gruppo di controllo) hanno ritirato il consenso dopo l’assegnazione al gruppo.652 partecipanti (367 [11.0%] nel gruppo di studio e 285 [7.9%] nel gruppo di controllo) sono stati persi al follow-up. Nei pazienti con un risultato di un test per il farmaco indice (n=1558), si è verificata una reazione avversa clinicamente rilevante in 152 (21.0%) dei 725 pazienti del gruppo di studio e 231 (27.7%) degli 833 pazienti del gruppo di controllo (odds ratio [OR] 0.70 [95% CI 0.54-0.91]; p=0.0075), mentre per tutti i pazienti, l’incidenza è stata di 628 (21.5%) su 2923 pazienti del gruppo di studio e di 934 (28.6%) su 3270 pazienti del gruppo di controllo (OR 0-70 [95% CI 0-61-0-79]; p <0-0001). Interpretazione Il trattamento guidato dal genotipo mediante un pannello farmacogenetico a 12 geni ha ridotto significativamente l’incidenza di reazioni avverse ai farmaci clinicamente rilevanti ed è risultato fattibile in diverse organizzazioni e contesti del sistema sanitario europeo. L’implementazione su larga scala potrebbe contribuire a rendere la terapia farmacologica sempre più sicura. Bibliografia Leggi l’abstract dell’articolo qui. A 12-gene pharmacogenetic panel to prevent adverse drug reactions: an open-label, multicentre, controlled, cluster-randomised crossover implementation studySwen, Jesse JBuunk, Annemarie et al.The Lancet, Volume 401, Issue 10374, 347 – 356 - 03/02/2023
- Nota Informativa Importante su LYMPHOSEEK® (tilmanocept) Sintesi: A causa di difficoltà di produzione, si prevedono carenze di approvvigionamento di LYMPHOSEEK sul mercato europeo fino al primo trimestre del 2023. Per consentire un uso continuativo di LYMPHOSEEK, è stato eccezionalmente concordato con l’EMA di estendere il periodo di validità dei seguenti lotti fino al 31 marzo 2023: Numero di lotto 34744349885 Questa comunicazione deve essere condivisa con il personale addetto alla somministrazione del prodotto. L’estensione di 16 mesi della data di scadenza, dal 30 novembre 2021 fino al 31 marzo 2023, si basa sull’analisi dei dati di stabilità di LYMPHOSEEK ed è applicabile solo ai lotti sopra riportati. Leggi la nota informativa qui. - 01/02/2023
- L’EMA conferma le misure per ridurre al minimo il rischio di gravi effetti collaterali con gli inibitori della Janus chinasi per i disturbi infiammatori cronici Il 23 gennaio 2023, il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’EMA ha approvato le misure raccomandate dal Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) per ridurre al minimo il rischio di gravi effetti collaterali con gli inibitori della Janus chinasi (JAK) usati per trattare diversi disturbi infiammatori cronici. Questi effetti collaterali includono condizioni cardiovascolari, coaguli di sangue, cancro e infezioni gravi. Questi medicinali devono essere usati nei seguenti pazienti solo se non sono disponibili alternative terapeutiche adeguate: persone di età pari o superiore a 65 anni, persone a maggior rischio di gravi problemi cardiovascolari (come infarto o ictus), coloro che fumano o lo hanno fatto per molto tempo nel passato e quelli a maggior rischio di cancro. Gli inibitori della JAK devono essere usati con cautela nei pazienti con fattori di rischio per coaguli di sangue nei polmoni e nelle vene profonde (tromboembolia venosa, TEV) diversi da quelli sopra elencati. Inoltre, ove possibile, le dosi dovrebbero essere ridotte nei gruppi di pazienti a rischio di TEV, cancro o gravi problemi cardiovascolari. Le raccomandazioni fanno seguito a una revisione dei dati disponibili, inclusi i risultati finali di uno studio clinico sull’inibitore JAK Xeljanz (tofacitinib) e i risultati preliminari di uno studio osservazionale che ha coinvolto Olumiant. La revisione ha incluso anche il parere di un gruppo di esperti reumatologi, dermatologi, gastroenterologi e rappresentanti dei pazienti. La revisione ha confermato che Xeljanz aumenta il rischio di gravi problemi cardiovascolari, cancro, TEV, infezioni gravi e morte per qualsiasi causa rispetto ai medicinali appartenenti alla classe degli inibitori del TNF-alfa. L’EMA ha ora concluso che questi risultati sulla sicurezza si applicano a tutti gli usi approvati degli inibitori JAK nei disturbi infiammatori cronici (artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite idiopatica giovanile, spondiloartrite assiale, colite ulcerosa, dermatite atopica e alopecia areata). Le informazioni sul prodotto per gli inibitori JAK usati per trattare i disturbi infiammatori cronici verranno aggiornate con le nuove raccomandazioni e avvertenze. Inoltre, il materiale educazionale per i pazienti e gli operatori sanitari sarà rivisto di conseguenza. Leggi qui il comunicato EMA. - 30/01/2023
- Diabete mellito tipo 2: aggiornata la Nota 100 Dal 27 gennaio 2023 è disponibile un aggiornamento dei documenti allegati alla Nota 100: schede di prescrizione ed elenco dei farmaci.Le modifiche introdotte sono successive all’ammissione alla rimborsabilità di una nuova posologia e della relativa confezione della specialità medicinale a base di dapagliflozin. Leggi qui l’aggiornamento della nota 100. - 30/01/2023
- Nota Informativa Importante su temporanea carenza di PAZENIR Temporanea carenza di PAZERIN (paclitaxel formulato come nanoparticelle legate all’albumina) 5 mg/ml polvere per dispersione per infusione. Riepilogo L’aumento della domanda in Europa di paclitaxel a nanoparticelle stabilizzate con albumina porterà ad una temporanea carenza del medicinale in alcuni mercati dell’Unione Europea a partire dal giorno 18 gennaio 2023. Alcuni paesi europei saranno coinvolti nella carenza come Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Spagna. La produzione di paclitaxel a nanoparticelle stabilizzate con albumina è stata notevolmente incrementata presso il nostro impianto di produzione. Inoltre, stiamo lavorando con le autorità sanitarie e con i nostri colleghi della catena di approvvigionamento per valutare allocazioni di prodotto tra i paesi. Leggi qui la nota informativa. - 25/01/2023
- Presentate le più recenti iniziative per ridurre la resistenza agli antibiotici in Italia Dopo le raccomandazioni per la medicina generale e ospedaliera sulle infezioni resistenti, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha presentato le più recenti iniziative del Gruppo di lavoro CTS AIFA-OPERA per ridurre la resistenza agli antibiotici in Italia. È stato pubblicato infatti il “Manuale antibiotici AWaRe”, edizione italiana del volume presentato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dicembre 2022 (“The WHO AWaRe Antibiotic Book”). Dalle raccomandazioni globali dell’OMS sono state inoltre selezionate, calibrate e adattate al contesto epidemiologico e alla disponibilità dei farmaci in Italia le dieci sindromi di più facile osservazione nell’adulto e nel bambino. I contenuti sono confluiti in due pubblicazioni “Trattamento delle infezioni batteriche comunitarie più frequenti nell’adulto/ nel bambino – secondo i princìpi del “The WHO AWaRe Antibiotic Book” (presto disponibili) e saranno liberamente accessibili sul sito dell’Agenzia, anche tramite App. Alla presentazione sono intervenuti il Direttore Generale Nicola Magrini, Evelina Tacconelli (Università di Verona), Patrizia Popoli (Presidente della Commissione Tecnico Scientifica, CTS) e Federico Marchetti (U.O. Pediatria e Neonatologia di Ravenna). Leggi qui la notizia con i relativi approfondimenti sul sito AIFA. - 23/01/2023
- Operativi i due Comitati Etici Nazionali istituiti presso l’AIFA Con la registrazione nei sistemi informatici del portale unico europeo per la ricerca clinica CTIS (Clinical Trial Information System), sono pienamente operativi i due Comitati Etici Nazionali istituiti presso l’AIFA con decreto del Ministro della Salute il 1° febbraio 2022: il Comitato Etico Nazionale (CEN) per le sperimentazioni cliniche relative alle terapie avanzate (“ATMP”) e il Comitato Etico Nazionale (CEN) per le sperimentazioni cliniche in ambito pediatrico. I due Comitati – presieduti, rispettivamente, dal Prof. Andrea Biondi e dal Dott. Alessandro Nanni Costa – si occuperanno della valutazione dei protocolli di studio rientranti nelle rispettive competenze. Due Comitati Etici a valenza Nazionale (CEN) si sono insediati nel 2022 presso l’Agenzia Italiana del Farmaco: il Comitato Etico Nazionale per le sperimentazioni cliniche relative alle terapie avanzate (“ATMP”) e il Comitato Etico Nazionale per le sperimentazioni cliniche in ambito pediatrico. I Comitati sono stati istituiti il 1° febbraio 2022 con decreto del Ministro della Salute, in attuazione della legge n. 3 del 11 gennaio 2018 “Delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia di sperimentazione clinica”, nel contesto della revisione organizzativa dei Comitati Etici a livello nazionale e in funzione del nuovo assetto regolatorio introdotto dal Regolamento europeo n. 536/2014, pienamente operativo dal 31 gennaio 2022. Il Prof. Andrea Biondi e il Dott. Alessandro Nanni Costa sono i presidenti eletti, rispettivamente del CEN “ATMP” e del CEN “pediatrico”. I presidenti sono coadiuvati nelle loro attività dai componenti nominati con i decreti ministeriali del 2 marzo 2022. Per le attività di supporto e per le funzioni di segreteria tecnico-scientifica, l’AIFA ha costituito, con determina del Direttore generale n. 366/2022, due specifiche Segreterie tecnico-scientifiche, una nell’ambito del CEN ATMP e l’altra del CEN pediatrico, e un Gruppo di Coordinamento. Con il completamento della registrazione dei due CEN nei sistemi informatici del Portale europeo (CTIS), i Comitati sono pienamente operativi per la valutazione dei protocolli di studio rientranti nelle rispettive competenze.Le sedute ordinarie sono state programmate con cadenza mensile. Leggi qui le informazioni sul sito AIFA. - 23/01/2023
- Il CRFV Sardegna pubblica il report annuale di attività relativo al 2022 Il CRFV Sardegna pubblica il report annuale di attività relativo al 2022. L’avvento dei nuovi vaccini contro il Covid-19 e le campagne di sensibilizzazione sulla segnalazione di sospettereazioni avverse a vaccino hanno portato ad una maggiore attenzione alla farmacovigilanza, determinando unimportante incremento delle segnalazioni nel 2021. Nel 2022 osserviamo un tasso di 571 segnalazioni per milionedi abitanti con un calo del 69% a seguito di una ridotta attenzione alle tematiche di sicurezza dei vaccini contro ilCovid-19, essendo terminate le campagne di vaccinazione di massa. Leggi qui il report annuale di attività 2022. - 20/01/2023
- Il CRFV Sardegna pubblica il Bollettino Semestrale di Farmacovigilanza E’ ora disponibile sul nostro sito il Bollettino del II semestre 2022 del Centro Regionale di Farmacovigilanza. Si tratta di un numero tematico che affronta il tema della comunicazione in Farmacovigilanza. Comunicare i benefici ma soprattutto i rischi correlati ai farmaci, ovvero comunicare in farmacovigilanza, è un’attività di vitale e primaria importanza, ma non è facile come sembra! Dare messaggi chiari e concisi evitando errori di comunicazione è un’impresa piuttosto ardua! Nel bollettino viene riportato un articolo dal titolo “Come parlare del rischio in modo equilibrato” scritto dall’Uppsala Monitoring Center. Viene inoltre presentata una delle nuove attività di comunicazione del CRFV Sardegna rivolte al cittadino: i profili social del Centro. Il bollettino include infine i dati di segnalazione di reazioni avverse in Sardegna con i confronti annuali e semestrali Leggi qui il Bollettino di Farmacovigilanza della Sardegna del II semestre 2022. - 20/01/2023
- Valutazione della frequenza, dei fenotipi e degli esiti del danno epatico acuto associato all’amoxicillina/clavulanato in 1,4 milioni di pazienti della Veterans Health Administration IntroduzioneLe lesioni epatiche indotte da farmaci sono un problema sanitario significativo, ma l’incidenza basata sull’esposizione non è ancora stata caratterizzata. ObiettivoL’obiettivo è stato quello di valutare la frequenza, i fenotipi e gli esiti delle lesioni epatiche acute associate all’amoxicillina/clavulanato utilizzando un ampio sistema di cartelle cliniche elettroniche. MetodiUtilizzando il sistema di cartelle cliniche elettroniche della Veterans Health Administration, abbiamo sviluppato una struttura per identificare le lesioni epatiche acute inspiegabili, definite dall’innalzamento dell’alanina aminotransferasi e/o della fosfatasi alcalina, temporalmente collegate alle registrazioni delle prescrizioni di amoxicillina/clavulanato, uno dei principali responsabili delle lesioni epatiche indotte da farmaci clinicamente significativi, escludendo altre cause concorrenti. Per l’analisi, la popolazione è stata suddivisa in base alle condizioni epatiche preesistenti e allo stato di ricovero al momento dell’esposizione. RisultatiTra 1.445.171 prime esposizioni ad amoxicillina/clavulanato in individui unici [92% uomini; età media (deviazione standard): 59 (15) anni], sono state identificate 6476 (incidenza: 0,448%) lesioni epatiche acute. Di queste, 4427 (65%) avevano cause alternative, per un totale di 2249 (incidenza: 0,156%) lesioni epatiche acute non spiegate. L’incidenza di lesioni epatiche acute inspiegabili era più bassa nei pazienti ambulatoriali senza malattie epatiche sottostanti (0,067%) e più alta nei pazienti ricoverati con condizioni epatiche preesistenti (0,719%). L’età avanzata, il sesso maschile e i nativi americani o dell’Alaska (rispetto ai bianchi) erano associati a una maggiore incidenza di lesioni epatiche acute non spiegate. Le lesioni colestatiche hanno interessato il 74% dei pazienti, con una frequenza più elevata in caso di età avanzata, esposizione al ricovero e condizioni epatiche preesistenti. Le lesioni epatocellulari con innalzamento della bilirubina hanno interessato lo 0,003%, con un rischio maggiore all’età >45 anni. Durante un follow-up di 12 mesi, i pazienti con lesioni epatiche acute inspiegabili presentavano un rischio di mortalità globale aggiustato più elevato rispetto a quelli senza lesioni epatiche acute evidenti. ConclusioniQuesto schema identifica le lesioni epatiche acute inspiegabili in seguito all’esposizione a farmaci in ampi set di dati di cartelle cliniche elettroniche. Dopo la convalida in altri sistemi, questo quadro può aiutare a dedurre il danno epatico indotto da farmaci nella popolazione generale di pazienti e a prendere decisioni normative per promuovere la sicurezza dei farmaci e la salute pubblica. Gli autori hanno sviluppato un quadro temporale per valutare le lesioni epatiche acute associate ai farmaci in un sistema EHR di grandi dimensioni, per fornire una visione ampia e basata sulla popolazione degli eventi epatici associati ai farmaci.Con un approccio basato sull’esposizione, l’incidenza di lesioni epatiche acute associate ad amoxicillina/clavulanato (AMOX/CLAV) è stata stimata allo 0,156%, con potenziali fattori di rischio rappresentati da età avanzata, sesso maschile, razza indiana americana o nativa dell’Alaska, ospedalizzazione e condizioni epatiche preesistenti.I pazienti con lesioni epatiche acute associate ad AMOX/CLAV presentavano un rischio di mortalità globale aggiustato più elevato rispetto a quelli senza lesioni epatiche acute evidenti durante un follow-up di 12 mesi, il che implica un impatto negativo più ampio sulla salute. Bibliografia Suzuki, A., Tillmann, H., Williams, J. et al. Assessment of the Frequency, Phenotypes, and Outcomes of Acute Liver Injury Associated with Amoxicillin/Clavulanate in 1.4 Million Patients in the Veterans Health Administration. Drug Saf (2022). Leggi qui l’articolo completo. - 18/01/2023
- Studi di sicurezza post-autorizzazione sul danno epatico acuto e sulle gravi complicanze delle infezioni delle vie urinarie in pazienti con diabete di tipo 2 esposti a Dapagliflozin in un contesto reale IntroduzioneAl momento dell’approvazione di dapagliflozin in Europa (2012) per il trattamento di pazienti con diabete mellito di tipo 2, le preoccupazioni relative al danno epatico acuto e alle gravi complicanze dell’infezione del tratto urinario (sUTI) hanno portato a due studi di sicurezza post-autorizzazione (PAS) su questi esiti per monitorare la sicurezza di dapagliflozin nell’uso reale. ObiettivoIndagare l’incidenza di ospedalizzazione per lesioni epatiche acute (hALI) o sUTI (pielonefrite o urosepsi) tra i pazienti che iniziano il trattamento con dapagliflozin rispetto ad altri farmaci ipoglicemizzanti (GLD). MetodiQuesti due studi di coorte non interventistici hanno identificato i pazienti che hanno iniziato l’assunzione di dapagliflozin e dei DPG di confronto nel periodo novembre 2012-febbraio 2019, utilizzando i dati di tre fonti di dati longitudinali basate sulla popolazione: Clinical Practice Research Datalink (Regno Unito), HealthCore Integrated Research Database (USA) e il database Medicare (USA). Gli esiti (hALI e sUTI) sono stati identificati con algoritmi elettronici. I tassi di incidenza sono stati stimati per gruppo di esposizione. I rapporti di incidenza (IRR) sono stati calcolati confrontando dapagliflozin con le DGA di confronto, utilizzando il trimming del punteggio di propensione e la stratificazione per affrontare il confondimento. Le analisi di sUTI sono state condotte separatamente per sesso. RisultatiIn tutte le fonti di dati, i tassi di incidenza di hALI e sUTI sono stati generalmente più bassi negli iniziatori di dapagliflozin rispetto agli iniziatori di DGA di confronto. L’IRR aggiustato (intervallo di confidenza al 95%) in pool tra le fonti di dati per hALI è stato di 0,85 (0,59-1,24) e per sUTI è stato di 0,76 (0,60-0,96) nelle donne e di 0,74 (0,56-1,00) nei maschi. I risultati delle analisi di sensibilità sono stati ampiamente coerenti con le analisi primarie. ConclusioniQuesti studi sul mondo reale non suggeriscono un aumento del rischio di hALI o sUTI, e suggeriscono una potenziale diminuzione del rischio di sUTI con l’esposizione a dapagliflozin rispetto ad altre DLG.I risultati di questi due studi di sicurezza post-autorizzazione di dapagliflozin, volti a valutare il rischio di ospedalizzazione per lesioni epatiche acute (hALI) e il rischio di gravi complicanze da infezione delle vie urinarie (sUTI), tra cui pielonefrite e urosepsi, non hanno suggerito un aumento del rischio di hALI e sUTI nei pazienti che iniziano il trattamento con dapagliflozin rispetto a quelli che iniziano il trattamento con farmaci ipoglicemizzanti di confronto.Questi risultati hanno contribuito all’eliminazione delle lesioni epatiche e delle infezioni del tratto urinario come rischi importanti identificati nel piano di gestione del rischio di dapagliflozin in Europa. Leggi qui l’articolo completo. Bibliografia. Danysh, H.E., Johannes, C.B., Beachler, D.C. et al. Post-Authorization Safety Studies of Acute Liver Injury and Severe Complications of Urinary Tract Infection in Patients with Type 2 Diabetes Exposed to Dapagliflozin in a Real-World Setting. Drug Saf (2022). - 18/01/2023
- Nota Informativa Importante su temporanea carenza di INSUMAN RAPID (insulina umana) INSUMAN RAPID (insulina umana) 100 UI/ml soluzione iniettabile in cartuccia, uso intramuscolare e sottocutaneo, 5 cartucce da 3 ml – A.I.C. n. 034185850. INSUMAN RAPID (insulina umana) 100 UI/ml soluzione iniettabile in penna preriempita, uso sottocutaneo, 5 penne da 3 ml – A.I.C. n. 038923431. Riepilogo Problemi produttivi occorsi negli ultimi mesi presso un sito di produzione, hanno determinato, temporaneamente, una situazione critica nella fornitura globale che ha interessato il medicinale INSUMAN RAPID In Italia, la data prevista per l’inizio della carenza è: 31/01/2023 per il medicinale INSUMAN RAPID A.I.C. n. 038923431 23/01/2023 per il medicinale INSUMAN RAPID A.I.C. n. 038923850 La data prevista per il ritorno alla normale fornitura delle presentazioni sopra elencate è Dicembre 2023 Nessun nuovo paziente dovrà iniziare la terapia con INSUMAN RAPID I pazienti già in trattamento dovranno passare ad un medicinale alternativo L’interruzione del trattamento con insulina è potenzialmente pericolosa per la vita. Pertanto, è necessaria la sostituzione con formulazioni alternative di insulina per evitare l’iperglicemia e gravi complicanze. Leggi qui la nota informativa. - 16/01/2023
- Olaparib non rimborsabile per il carcinoma del pancreas Il carcinoma del pancreas rappresenta una condizione clinica grave e per la quale non sono ancora disponibili opzioni terapeutiche soddisfacenti. L’AIFA valuta sempre con attenzione e rigore scientifico ogni nuovo trattamento che possa fornire ai pazienti un reale beneficio clinico, soprattutto in presenza di un bisogno terapeutico elevato, come nel caso di questo tipo di tumore. Poiché la cronaca di questi giorni ha richiamato l’attenzione pubblica sulIa decisione di AIFA di non ammettere alla rimborsabilità per il carcinoma al pancreas il farmaco olaparib, l’Agenzia intende evidenziare che tale farmaco è stato valutato in maniera molto approfondita, acquisendo il parere di diversi esperti oncologi e concedendo all’azienda di intervenire in audizione. Alla fine del lungo iter valutativo e dei numerosi approfondimenti effettuati, e in linea con il parere unanime del Comitato Consultivo Area Oncologica dell’AIFA, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) ha stabilito che il farmaco non poteva essere ammesso alla rimborsabilità in quanto non aveva dimostrato né di prolungare la sopravvivenza né di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Sulla base di questi dati, pur riconoscendo l’elevato bisogno terapeutico correlato a questa patologia, la CTS ha ritenuto che l’inevitabile aggravio di tossicità legato al trattamento non fosse compensato da un beneficio clinico sufficiente. Olaparib è attualmente ammesso alla rimborsabilità per altre indicazioni terapeutiche per le quali ha dimostrato che i benefici superano i rischi per i pazienti. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 16/01/2023
- Highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 9-12 gennaio 2023 Si rende disponibile un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 9-12 gennaio 2023. Di seguito una sintesi dei principali argomenti: Allineamento delle raccomandazioni sulla dose per gli inibitori della Janus chinasi (JAK) in pazienti con determinati fattori di rischio Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha ulteriormente rivisto le misure per ridurre al minimo il rischio di gravi effetti collaterali associati agli inibitori della Janus chinasi (JAK) usati per trattare diversi disturbi infiammatori cronici. Il PRAC ha raccomandato l’uso di una dose inferiore di Olumiant (baricitinib) per i pazienti a più alto rischio di coaguli di sangue, condizioni cardiovascolari e cancro in linea con le raccomandazioni sul dosaggio per altri inibitori JAK soggetti alla revisione: Rinvoq (updacitinib), Cibinqo ( abrocitinib) e Jyseleca (filgotinib). Nuove informazioni sulla sicurezza per gli operatori sanitari Nel contesto del parere fornito ad altri comitati EMA in merito ad aspetti di sicurezza, il PRAC ha discusso una comunicazione diretta agli operatori sanitari (DHPC) contenente informazioni importanti su Zolgensma (onasemnogene abeparvovec). Zolgensma: casi fatali di insufficienza epatica acuta Recentemente sono stati segnalati casi fatali di insufficienza epatica acuta in pazienti trattati con Zolgensma (onasemnogene abeparvovec), un medicinale di terapia genica per il trattamento dell’atrofia muscolare spinale (SMA), una grave condizione rara dei nervi che causa atrofia muscolare e debolezza. Questa DHPC informa gli operatori sanitari dei casi fatali di insufficienza epatica e delle raccomandazioni aggiornate per il monitoraggio della funzionalità epatica, per la valutazione del sospetto danno epatico dopo l’infusione e le ulteriori raccomandazioni sulla riduzione graduale del trattamento con corticosteroidi. Gli operatori sanitari devono valutare tempestivamente i pazienti con peggioramento dei test di funzionalità epatica e/o segni o sintomi di malattia epatica acuta. Se i pazienti non rispondono adeguatamente al trattamento con corticosteroidi, i medici curanti devono consultare un gastroenterologo pediatrico o un epatologo e prendere in considerazione un aggiustamento del regime di corticosteroidi. La DHPC per Zolgensma sarà inoltrata al comitato per le terapie avanzate (CAT) dell’EMA e al comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA. Una volta adottata, la DHPC sarà divulgata agli operatori sanitari dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio, secondo un piano di comunicazione concordato, e pubblicata nella pagina del portale dell’EMA “Direct healthcare professional communications” e nei siti delle autorità competenti nazionali degli Stati membri dell’Unione europea (UE). Leggi qui la sintesi del documento EMA. - 13/01/2023
- Tecartus® (brexucbtagene autoleucel). Disponibile il report tecnico scientifico L’Agenzia Italiana del Farmaco rende disponibile il report tecnico-scientifico sul medicinale Tecartus® (brexucbtagene autoleucel). Leggi qui il report tecnico scientifico del farmaco. - 12/01/2023
- Procedura Operativa (PO) AIFA per i RLFV e CRFV L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) rende disponibili le nuove versioni delle procedure operative per le attività dei Responsabili Locali di Farmacovigilanza (RLFV) e dei Centri Regionali di Farmacovigilanza (CRFV). Il sistema italiano di farmacovigilanza si basa sulla Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) che garantisce la raccolta, la gestione e l’analisi delle segnalazioni di sospette reazioni avverse a farmaci (ADR). Alla RNF possono accedere solo gli utenti registrati al Portale dei Servizi di AIFA, in possesso di username e password, di un’identità digitale SPID, di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o di una Carta di Identità Elettronica (CIE), e che appartengono alle seguenti strutture: Agenzia Italiana del Farmaco, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Regioni, Centri Regionali di Farmacovigilanza, Strutture Sanitarie – Aziende Sanitarie Locali (ASL), Aziende Ospedaliere (AO) e Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) – Forze Armate e Aziende farmaceutiche (queste ultime con visibilità di dati limitata alle strutture sanitarie). Per ogni singola struttura o azienda farmaceutica, oltre alla nomina del Responsabile Locale di Farmacovigilanza (RLFV) o Responsabile di Farmacovigilanza per l’Azienda farmaceutica, potrà essere designata anche la figura del Deputy per supportare il Responsabile nella gestione delle segnalazioni di reazioni avverse e/o farne le sue veci in caso di assenza temporanea. Gli utenti designati a ricoprire il ruolo di Responsabile o Deputy devono registrarsi al portale dei servizi AIFA, poi all’applicazione della RNF e successivamente ricevere l’abilitazione all’uso della RNF da parte dei rispettivi “Approvatori Utenti della Regione o della Provincia Autonoma o dell’Azienda Farmaceutica”. Con lo sviluppo della nuova RNF è stata istituita la figura degli “Approvatori Utenti della Regione o della Provincia Autonoma o dell’Azienda farmaceutica” che ha la responsabilità di abilitare o disabilitare all’uso della RNF gli utenti afferenti alle strutture sanitarie di propria competenza territoriale, quali ASL, Aziende Ospedaliere, IRCCS, Centri Regionali di FV e Regioni, o alla propria Azienda. Leggi qui le procedure operative per le attività dei Responsabili Locali di Farmacovigilanza (RLFV). Leggi qui le procedure operative per le attività dei Centri Regionali di Farmacovigilanza (CRFV). Leggi qui tutte le informazioni relative alla Rete Nazionale di Farmacovigilanza sul sito AIFA. - 03/01/2023
- AIFA pubblica il Rapporto Vaccini 2021 Nel 2021, su un totale di circa 20,5 milioni di dosi somministrate in Italia per tutte le tipologie di vaccini – esclusi quelli anti-COVID-19 – sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 18.060 segnalazioni, di cui 15.978 si riferiscono a sospetti eventi avversi verificatisi nel 2021, con un tasso di 78 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate. Le segnalazioni che riportano reazioni gravi correlabili al vaccino sono state 3,6 per 100.000 dosi. I dati sono contenuti nel Rapporto Vaccini 2021 che descrive le attività di vaccinovigilanza condotte in Italia dall’Agenzia in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Gruppo di Vaccinovigilanza. Il Rapporto non include le segnalazioni sui vaccini anti-COVID-19 che sono oggetto di pubblicazioni dedicate. Il numero di dosi somministrate nel 2021 è paragonabile a quello dell’anno precedente, ma si osserva per tutti i vaccini un incremento complessivo del tasso di segnalazione per dosi somministrate, riconducibile ai progetti di farmacovigilanza attiva promossi dalle Regioni in collaborazione con AIFA. Il contributo di questi studi, dai quali proviene il 77,1% delle segnalazioni, ha aumentato prevalentemente la frazione delle segnalazioni relative a eventi non gravi. Anche in presenza di una maggiore attenzione alla segnalazione, i tassi relativi alle segnalazioni gravi ritenute correlabili alla vaccinazione non subiscono pertanto sostanziali modifiche rispetto agli anni precedenti e gli eventi avversi gravi restano noti e costanti nel tempo. Tra le sospette reazioni avverse osservate nel 2021 non sono emersi eventi indesiderati che possano modificare la valutazione del rapporto fra beneficio e rischio dei vaccini utilizzati. Si tratta infatti di reazioni già riportate nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e nel Foglio Illustrativo dei vaccini autorizzati in Italia. Inoltre, non sono stati osservati raggruppamenti temporali o geografici di segnalazioni, meritevoli di ulteriori approfondimenti. Oltre all’analisi dettagliata delle sospette reazioni avverse per singola tipologia di vaccino, il Rapporto offre degli approfondimenti con due focus dedicati, rispettivamente, alle vaccinazioni nelle popolazioni fragili e alla vaccinazione contro il papilloma virus e i programmi di screening delle lesioni HPV correlate. Leggi qui il rapporto vaccini 2021. - 03/01/2023
- Sperimentazioni cliniche decentrate: le Raccomandazioni del Network regolatorio europeo sui medicinali La Commissione Europea (CE), i Capi delle Agenzie Nazionali (HMA) e l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) hanno pubblicato delle raccomandazioni (“Recommendation paper on decentralised elements in Clinical trials”) che mirano a facilitare la conduzione di sperimentazioni cliniche decentralizzate (DCT), salvaguardando i diritti e il benessere dei partecipanti, nonché la solidità e l’affidabilità dei dati raccolti. Le raccomandazioni sono state coordinate dal Clinical Trials Coordination Group (CTCG), con la partecipazione di rappresentanti delle autorità regolatorie nazionali, membri dei Comitati Etici, ispettori di Buona Pratica Clinica (GCP), esperti di metodologia e rappresentanti delle organizzazioni dei pazienti e includono anche una ricognizione delle disposizioni nazionali su specifici elementi delle DCT. Il documento rientra tra gli obiettivi dell’iniziativa congiunta “ACT EU” del Network regolatorio (EMRN), lanciata il 31 gennaio 2022, in contemporanea con l’implementazione del nuovo Regolamento, per accelerare le sperimentazioni cliniche nell’Unione Europea. Le sperimentazioni cliniche decentrate si caratterizzano per una serie di modalità organizzative e strumenti che consentono, per esempio, di ridurre la necessità dei partecipanti di recarsi nei siti di sperimentazione centrali. Ciò è possibile grazie al progresso degli strumenti digitali, e a un’assistenza sanitaria più mobile e locale, che comprendono, tra l’altro, la possibilità di visite sanitarie a domicilio, il monitoraggio e la diagnostica a distanza, la spedizione diretta al paziente dei farmaci in studio e il consenso informato in modalità elettronica. Questo approccio aiuta quindi a rendere le sperimentazioni cliniche accessibili a un numero più ampio di pazienti e a semplificarne la partecipazione. Leggi qui le raccomandazioni europee. - 03/01/2023
- La visita BEMA 2022 conferma gli elevati standard dell’AIFA L’Agenzia Italiana del Farmaco tra il 13 e il 16 dicembre è stata valutata nell’ambito del quinto ciclo del programma di benchmarking tra le Agenzie regolatorie europee (BEMA – Benchmarking of the European Medicines Agencies). Questa valutazione rappresenta l’opportunità di identificare i punti di forza e le eventuali possibilità di miglioramento: le Agenzie vengono incoraggiate a mettere in atto buone pratiche per consentire un migliore funzionamento del sistema regolatorio europeo. La valutazione si basa sui sistemi e sui processi implementati dalle singole Agenzie rispetto a una serie di indicatori concordati nelle seguenti aree: sistemi di gestione, valutazione delle domande di autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali, attività di farmacovigilanza e sicurezza dei farmaci e attività ispettive. Il BEMA ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un sistema globale di regolamentazione dei farmaci fondato su un network di Agenzie che operano secondo gli standard delle buone pratiche. In questo contesto sono stati evidenziati e confermati i punti di forza dell’AIFA in relazione alle aree interessate dagli indicatori di performance e cioè l’alta qualità e competenza tecnico-scientifica, i contributi al network internazionale, le attività ispettive e i rapporti con gli stakeholder, anche in riferimento alla recente crisi pandemica da COVID-19. L’Agenzia ha ottenuto una valutazione molto positiva, superiore a quella del precedente BEMA (2014), a testimonianza dell’impegno profuso per garantire processi sempre più efficienti e in grado di far fronte alle responsabilità crescenti cui gli enti regolatori sono stati chiamati negli ultimi anni in tema di protezione della salute pubblica. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 03/01/2023
- REAZIONI AVVERSE A FARMACI CALCIO OMEOSTATICI: ANALISI DEI DATI DELLA SARDEGNA Il CRFV Sardegna ha presentato alcuni abstract per il XXXI Seminario Nazionale “La valutazione dell’uso e della sicurezza dei farmaci: esperienze in Italia” tenutosi presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma il 16 dicembre 2022. Introduzione. La normativa europea in materia di farmacovigilanza è stata modificata con l’adozione del Regolamento UE 1235/2010, la cui applicazione è operativa dal 2 luglio 2012, e della Direttiva 2010/84/UE, recepito in Italia col decreto legislativo del 2015. I cambiamenti introdotti hanno enfatizzato la partecipazione dei pazienti e degli operatori sanitari. Da un’analisi dei dati provenienti dalla Regione Sardegna è emerso che per farmaci calcio omeostatici la segnalazione da parte del cittadino negli anni 2013-2021 ha rappresentato l’81% delle segnalazioni totali per questa classe di farmaci. L’obiettivo di questo lavoro è stato caratterizzare le reazioni avverse a calcio omeostatici registrate nel periodo in esame. Metodi. Sono stati estratti i dati della Regione Sardegna dal 2013 (anno di istituzione del Centro Regionale) al 2022 utilizzando la piattaforma Vigisegn per le reazioni avverse a farmaco, stratificando per anno e per classificazione anatomica terapeutica e chimica; per gravità, sesso e fonte. Risultati. Nella Regione Sardegna dal 2013 al 2022 sono state inserite 61 segnalazioni di reazione avversa per i farmaci calcio omeostatici. In 59 su 61 reazioni (97%) il farmaco sospetto era teriparatide, in 2 reazioni (3%) il farmaco sospetto era paracalcitolo. Per il farmaco teriparatide, 50 reazioni avverse sono state segnalate da cittadino (85%), 3 da medico (5%), 6 da altro operatore sanitario (10%). 38 segnalazioni su 61 (62%) sono classificate come non gravi, 7 (11%) come gravi e per 14 la gravità non era stata indicata. 55 di queste reazioni avverse riguardavano pazienti donne (93%), 4 pazienti uomini (7%). Per teriparatide si è verificato un picco di segnalazioni negli anni 2015, 2016, 2017 con un aumento rispettivamente del 300%, 150% e 200% rispetto all’anno precedente. Questo aumento si riscontra anche nei dati italiani, dal 2014 al 2018. Conclusioni. Il farmaco teriparatide è stato immesso in commercio in Italia nel 2004, dal 2013 è stato inserito nel Prontuario della Distribuzione Diretta. La sovrapponibilità dei dati sardi a quelli italiani, l’aumento delle segnalazioni di reazione avversa per questo farmaco negli anni immediatamente seguenti all’immissione nel Prontuario della Distribuzione Diretta e la classificazione non grave per la maggioranza delle segnalazioni inserite, fanno presupporre una particolare attenzione verso la sicurezza del farmaco nel suo primo periodo di utilizzo. - 21/12/2022
- ANDAMENTO DELLE SEGNALAZIONI DI REAZIONI AVVERSE IN SARDEGNA DURANTE LA PANDEMIA Il CRFV Sardegna ha presentato alcuni abstract per il XXXI Seminario Nazionale “La valutazione dell’uso e della sicurezza dei farmaci: esperienze in Italia” tenutosi presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma il 16 dicembre 2022. Cau Emanuela Elena (a, b), Ambu Giovanni (a), Anania Lorenzo (a), Boccalini Alberto (a), Congiu Antonio (a), Ferrari Alessandra (a), Pala Daniele (a), Puddu Enrica Maria (a), Rapallo Giulia (a), Ussai Silvia (c), Pistis Marco (a), Chillotti Caterina (c), Stochino Maria Erminia (b), Deidda Arianna (b) (a) Sezione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica, Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi, Cagliari (b) Centro Regionale di Farmacovigilanza, Regione Sardegna, Cagliari (c) Unità complessa di Farmacologia Clinica, Azienda Ospedaliero Universitaria, Cagliari Introduzione. La pandemia da SARS-CoV-2 ha messo a dura prova i sistemi sanitari di tutto il mondo e anche i sistemi di farmacovigilanza. La vaccinazione di massa intrapresa durante la pandemia ha sicuramente ribadito l’importanza della farmacovigilanza nella segnalazione di eventi avversi. Il nostro Centro Regionale di Farmacovigilanza ha contribuito a incentivare la segnalazione durante la campagna vaccinale mediante la realizzazione di volantini informativi sulla compilazione di una segnalazione di reazione avversa, distribuiti in tutti gli hub vaccinali della regione. Con questo lavoro abbiamo valutato l’eventuale variazione delle segnalazioni nel corso della pandemia. Metodi. I dati sono stati estrapolati dalla Rete Nazionale di Farmacovigilanza per le segnalazioni inserite negli anni 2019, 2020, 2021 e 2022. Per ogni anno è stata definita la numerosità delle segnalazioni, la gravità delle reazioni avverse e la percentuale rispetto al totale delle reazioni avverse a farmaco e a vaccino. È stato effettuato un confronto tra il periodo pre-pandemico (2019), il periodo pandemico (2020-2021-2022) prima e durante le varie fasi della campagna vaccinale. Risultati. Nell’arco temporale preso in considerazione sono state segnalate 4.542 reazioni avverse: 532 nel 2019 (12%), di cui 179 gravi e 353 non gravi; 281 (6%) nel 2020, di cui 116 gravi e 165 non gravi; 3.030 (67%) nel 2021, di cui 537 gravi e 2.493 non gravi e 699 nel 2022 (15%), di cui 251 gravi e 448 non gravi. Nel 2019 le segnalazioni da vaccino sono 20 (4%), 27 (10%) nel 2020, 2.731 (90%) nel 2021, di cui 2.725 da vaccino anti Covid-19 e 354 (51%) nel 2022, di cui 351 da vaccino anti Covid-19. Conclusioni. Dall’analisi dei dati è emerso che durante l’inizio della pandemia (2020) le segnalazioni hanno subito una diminuzione rispetto al 2019, per poi aumentare nel 2021 con l’inizio della campagna vaccinale anti Covid-19. Nel 2022 le segnalazioni nella Regione Sardegna hanno subito un calo rispetto al 2021. Le segnalazioni da vaccino rimangono alte, nonostante la campagna vaccinale stia rallentando; mentre le segnalazioni da farmaco risultano essere in linea con il periodo pre-pandemia. Si può ipotizzare che il trend positivo delle segnalazioni da farmaco nell’ultimo anno sia conseguenza di una maggiore consapevolezza acquisita durante l’emergenza sanitaria e un maggiore coinvolgimento nella farmacovigilanza. - 21/12/2022
- ANALISI DELLE REAZIONI AVVERSE DA ANTICORPI MONOCLONALI NELLA REGIONE SARDEGNA Il CRFV Sardegna ha presentato alcuni abstract per il XXXI Seminario Nazionale “La valutazione dell’uso e della sicurezza dei farmaci: esperienze in Italia” tenutosi presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma il 16 dicembre 2022. Cau Emanuela Elena (a,b), Ambu Giovanni (a), Anania Lorenzo (a), Boccalini Alberto (a), Congiu Antonio (a), Ferrari Alessandra (a), Pala Daniele (a), Puddu Enrica Maria (a), Rapallo Giulia (a), Ussai Silvia (c), Pistis Marco (a), Chillotti Caterina (c), Stochino Maria Erminia (b), Deidda Arianna (b) (a) Sezione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica, Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi, Cagliari (b) Centro Regionale di Farmacovigilanza, Regione Sardegna, Cagliari (c) Sezione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica, Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi, Cagliari Introduzione. Gli anticorpi, o immunoglobuline, sono proteine prodotte dai linfociti B. Una caratteristica peculiare degli anticorpi è la specificità: grazie alle estremità, diverse da anticorpo ad anticorpo, possono legarsi in modo specifico a piccole porzioni di macromolecole, in genere proteine, che vengono chiamate antigeni. Gli anticorpi monoclonali sono medicinali biologici utilizzati in terapia e possono avere attività antinfiammatoria, immunosoppressiva o antitumorale. Questi farmaci rappresentano un’importante strategia terapeutica che ha permesso di migliorare la qualità di vita dei pazienti e curare molte patologie. La Direttiva 2010/84/EU classifica i medicinali biologici e i biosimilari come “priorità” per le attività di farmacovigilanza e ne impone l’inclusione in una specifica lista di prodotti soggetti a monitoraggi addizionali. Metodi. Sono stati estrapolati i dati dalla Rete Nazionale di Farmacovigilanza delle segnalazioni da anticorpi monoclonali nella Regione Sardegna da gennaio 2017 a giugno 2022, analizzando i dati per numerosità dei casi, criterio di gravità, principi attivi e tipo di segnalatore. Risultati. Nell’arco temporale preso in considerazione il 7% (383) delle segnalazioni totali riguarda anticorpi monoclonali (52 nel 2017, 53 nel 2018, 129 nel 2019, 57 nel 2020, 70 nel 2021 e 22 nel 2022). La percentuale di segnalazioni più alta, rispetto al totale delle segnalazioni per anno, è stata registrata nel 2019 (24%). Le reazioni gravi rappresentano il 35% mentre le non gravi il 64%, il restante 1% ha una gravità non definita. I principi attivi più segnalati sono adalimumab (92), pembrolizumab (44) e infliximab (35). Il principale segnalatore risulta essere il medico (80%) seguito dal farmacista (16%). Conclusioni. Vista l’attenzione posta sugli anticorpi monoclonali e considerato il monitoraggio addizionale a cui questi farmaci sono sottoposti, ci si sarebbe aspettati un numero di segnalazioni maggiore, sia nella totalità del periodo considerato, sia in percentuale rispetto al numero delle segnalazioni per anno. Il coinvolgimento pressoché totale degli operatori sanitari nella segnalazione di reazioni avverse ad anticorpo monoclonale evidenzia la necessità di sensibilizzare anche il cittadino a riportare eventuali problematiche di sicurezza legate all’assunzione di questi farmaci. - 21/12/2022
- SICUREZZA DEI SALI DI LITIO: ESPERIENZA DELLA LITHIUM CLINIC DI CAGLIARI Il CRFV Sardegna ha presentato alcuni abstract per il XXXI Seminario Nazionale “La valutazione dell’uso e della sicurezza dei farmaci: esperienze in Italia” tenutosi presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma il 16 dicembre 2022. Ambu Giovanni (a), Anania Lorenzo (a), Boccalini Alberto (a), Cau Emanuela Elena (a), Congiu Antonio (a), Ferrari Alessandra (a), Pala Daniele (a), Puddu Enrica Maria (a), Rapallo Giulia (a), Chillotti Caterina (b), Ardau Raffaella (b) (a) Sezione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica, Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi, Cagliari (b) Unità Complessa di Farmacologia Clinica, Azienda Ospedaliero Universitaria, Cagliari Introduzione. In Italia nel 2020 il gruppo diagnostico “Mania e disturbi affettivi bipolari” si presentava con un tasso di 11,9 casi per 10.000 abitanti, con un picco tra i 55 e 64 anni e una maggiore frequenza nella popolazione femminile. I Sali di Litio rappresentano il Gold Standard nella terapia di mantenimento dei disturbi ciclici dell’umore e nella prevenzione del comportamento suicidario. La tossicità renale è tra gli effetti avversi più temuti nell’uso prolungato. Scopo del lavoro: valutare se la presa in carico in una Lithium Clinic migliori la sicurezza nei trattamenti a lungo termine. Metodi. Abbiamo valutato le cartelle ospedaliere di tutti i pazienti afferenti, da almeno un anno, al Centro di Psicofarmacologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari, con diagnosi di “Disturbo bipolare” o “Disturbo schizoaffettivo” secondo i criteri diagnostici del DSM-5, e in terapia da almeno un anno con Sali di Litio, in un arco temporale compreso tra il 01/01/2021 e il 31/12/2021. Tra le variabili estratte: età, diagnosi, anni in terapia, creatininemia, numero di ricoveri, tentativi suicidari. Il campione è stato esaminato attraverso una statistica descrittiva. Risultati. Il campione è costituito da 214 pazienti, 137 donne (64%) e 77 uomini (36%); 63 (29,4%) di età compresa tra 65-74 anni; 101 (47,2%) con diagnosi Disturbo Bipolare I, 69 (32%) Disturbo Bipolare II, 35 (16%) Disturbo Schizoaffettivo, 9 (4%) Disturbo Ciclotimico; mediamente sono in terapia da 19,33±11,99 anni; 27 (12,6%) hanno avuto delle ricadute, 12 (44,4%) di tipo depressivo, 10 (37%) maniacale, 3 (11%) misto, solo in 1 caso ci sono state due ricadute nello stesso paziente; 3 (1,4%) sono stati ospedalizzati due per trattamento sanitario obbligatorio, uno per nefrectomia; non vi è stato nessun tentativo di suicidio. In 53 casi (24,77%) è stato necessario variare la posologia, in 2 casi (0,93%) sospendere il farmaco. Abbiamo valutato la correlazione tra numero anni in terapia e creatininemia, evidenziando un r di Pearson 0,409 (p<0,01), r2 0,17. Conclusioni. Nel nostro campione la distribuzione per sesso rispecchia quella del resto d’Italia, con una prevalenza per età lievemente superiore (65-74 anni). Il trattamento con Sali di litio, se monitorato in una Lithium Clinic, si dimostra sicuro, riduce i ricoveri, previene il comportamento suicidario. - 21/12/2022
- L’uso dei farmaci in Italia. Disponibile la versione inglese del Rapporto OsMed 2021 L’Agenzia Italiana del Farmaco rende disponibile la versione in inglese del Rapporto Nazionale 2021 “L’uso dei farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA. Il Rapporto, giunto alla sua ventiduesima edizione, illustra i dati di consumo e di spesa dei medicinali in Italia ed è consultabile online. Leggi qui il rapporto OsMed 2021 in inglese. - 16/12/2022
- Nota Informativa Importante su Caprelsa (vandetanib) Vandetanib non deve essere somministrato a pazienti nei quali lo stato della mutazione riarrangiata durante la trasfezione (RET) non è noto o è negativo. La limitazione dell’indicazione si basa sui dati dello studio randomizzato D4500C00058 e dello studio osservazionale OBS14778, che mostrano un’attività insufficiente di vandetanib in pazienti senza mutazioni RET identificate. Prima dell’inizio del trattamento con vandetanib, deve essere determinata la presenza di una mutazione RET mediante un test convalidato. Per i pazienti attualmente in trattamento e per i quali lo stato RET rimane sconosciuto o è negativo, si raccomanda agli operatori sanitari di interrompere il trattamento tenendo conto del loro giudizio sulla risposta clinica dei pazienti e sul miglior trattamento disponibile. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 15/12/2022
- Sindrome da astinenza in seguito all’interruzione di 28 antidepressivi: analisi di farmacovigilanza di 31688 segnalazioni dal database delle reazioni avverse dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Vi è una scarsa evidenza correlata alla sindrome da sospensione di antidepressivi ed alle reazioni avverse conseguenti. L’analisi dei dati provenienti dai database di farmacovigilanza, offrono un’opportunità unica per identificare sottogruppi di pazienti, maggiormente a rischio per sindromi gravi o di lunga durata; inoltre può favorire il confronto tra tutti gli antidepressivi. Questo studio, pubblicato nel numero di ottobre 2022 della rivista “Drug Safety”, si propone di analizzare le singole reazioni avverse a farmaci, conseguenti alla sospensione di antidepressivi, utilizzando il database di farmacovigilanza (VigiBase) della Organizzazione Mondiale di Sanità. I sintomi da sospensione sono eterogenei, possono essere fisici (gastrointestinali, disturbi del sonno, acatisia) e psichici. Nello studio vengono considerati tutti i casi di sindrome da sospensione di antidepressivi presenti in Vigibase al 01/03/2021 (31688 reports), in pazienti di età superiore ai 12 anni. Sono stati confrontati tre gruppi: nel primo, pazienti in terapia con antidepressivi (associati alla sindrome da sospensione), e pazienti in terapia con qualsiasi altro principio attivo; nel secondo, pazienti in terapia con buprenorfina e pazienti in terapia con qualsiasi altro principio attivo; nel terzo, pazienti in terapia con antidepressivi (associati alla sindrome da sospensione) e pazienti in terapia con farmaci della stessa classe. Gli antidepressivi più frequentemente riportati sono stati: paroxetina, duloxetina, venlafaxina, setralina, desvenlafaxina, fluoxetina, citalopram, bupropione, escitalopram. E’ stata trovata una disproporzione statisticamente significativa, dal confronto tra gli antidepressivi e gli altri farmaci; quando il confronto è avvenuto per classe, quella con più alta disproporzionalità è stata rappresentata dagli SSRi; quando sono stati considerati i singoli farmaci la più alta disproporzionalità si è riscontrata per la paroxetina, la duloxetina, la venlafaxina e la desvenlafaxina. Dallo studio delle reazioni avverse, emerge che pazienti più giovani hanno avuto reazioni più gravi; le reazioni sono state più comuni nella popolazione maschile. L’utilizzo di altri farmaci ha comportato una maggiore probabilità della comparsa di reazioni avverse; tre volte superiori nel caso si utilizzino antipsicotici. In conclusione, gli antidepressivi sono associati ad un incremento della sindrome da sospensione, così come evidenziato dal confronto con i principi attivi delle altre classi di farmaci. Limiti dello studio sono direttamente associati ai limiti intrinsechi ai database di farmacovigilanza: l’aumento delle segnalazioni in associazione alla comparsa di nuovi segnali; l’inserimento delle reazioni avverse associate ai principi attivi più recenti; la difficoltà di escludere che quei sintomi possano essere conseguenza della patologia di base; le scarse informazioni riguardanti la modalità di sospensione. Ricerche future dovrebbero confermare i dati dello studio e proporre delle strategie per ridurre l’incidenza della sindrome da sospensione. Bibliografia: Gastaldon C, Schoretsanitis G, Arzenton E, et al. Withdrawal Syndrome Following Discontinuation of 28 Antidepressants: Pharmacovigilance Analysis of 31,688 Reports from the WHO Spontaneous Reporting Database. Drug Saf. 2022 Dec;45(12):1539-1549 Leggi qui l’articolo completo - 09/12/2022
- L’EMA raccomanda il ritiro dei medicinali a base di folcodina dal mercato dell’UE Si precisa che non sono autorizzati in Italia medicinali a base di folcodina. Il comitato di sicurezza dell’EMA, PRAC, ha concluso la revisione dei medicinali contenenti folcodina, utilizzati in adulti e bambini per il trattamento della tosse non produttiva (secca) e, in combinazione con altri principi attivi, per il trattamento dei sintomi di raffreddore e influenza, e ha raccomandato la revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio nell’UE per questi medicinali. Durante la revisione, il PRAC ha valutato tutte le evidenze disponibili, compresi i risultati finali dello Studio ALPHO, i dati sulla sicurezza post-marketing e le informazioni fornite da terzi, come ad esempio gli Operatori Sanitari. I dati disponibili hanno dimostrato come l’uso di folcodina nei 12 mesi precedenti l’anestesia generale con agenti bloccanti neuromuscolari (NMBA) sia un fattore di rischio per lo sviluppo di una reazione anafilattica (una reazione allergica improvvisa, grave e potenzialmente pericolosa per la vita) agli NMBA. Poiché non è stato possibile individuare misure efficaci per ridurre al minimo questo rischio, né identificare una popolazione di pazienti per i quali i benefici della folcodina superino i suoi rischi, i medicinali contenenti folcodina sono stati ritirati dal commercio nell’UE e non saranno quindi più disponibili su prescrizione o come farmaci da banco. Gli Operatori Sanitari devono prendere in considerazione alternative terapeutiche appropriate e consigliare i pazienti di interrompere l’assunzione di medicinali contenenti folcodina. Gli Operatori Sanitari devono inoltre verificare se i pazienti che devono sottoporsi ad anestesia generale con NMBA abbiano fatto uso di folcodina nei 12 mesi precedenti e devono essere consapevoli del rischio di reazioni anafilattiche in questi pazienti. Le raccomandazioni del PRAC saranno ora trasmesse al Gruppo di Coordinamento per il Mutuo Riconoscimento e le Procedure Decentrate per i farmaci a uso umano (CMDh) per considerazioni nella sua prossima riunione di dicembre 2022. Informazioni per i pazienti Un recente studio ha dimostrato che l’uso di medicinali contenenti folcodina, utilizzati per il trattamento della tosse secca negli adulti e nei bambini, è legato al rischio di reazioni anafilattiche (una reazione allergica improvvisa, grave e potenzialmente pericolosa per la vita) ad alcuni farmaci chiamati agenti bloccanti neuromuscolari (NMBA), utilizzati in anestesia generale. Poiché non sono state individuate misure efficaci per ridurre al minimo questo rischio, i medicinali a base di folcodina sono stati ritirati dal commercio nell’UE. Se sta assumendo folcodina, ne parli con il medico o il farmacista, che le suggeriranno un trattamento alternativo. Se si deve sottoporre ad anestesia generale con NMBA ed ha assunto folcodina negli ultimi 12 mesi, è bene rivolgersi al proprio medico curante e porre tutte le domande del caso. Informazioni per gli Operatori Sanitari I risultati del recente studio ALPHO mostrano che l’uso di folcodina nei 12 mesi precedenti l’anestesia è legato a un rischio di reazione anafilattica perianestetica correlata agli agenti bloccanti neuromuscolari (NMBA) (OR aggiustato=4,2 CI 95% [2,5; 6,9]). Poiché non sono state individuate misure efficaci per ridurre al minimo questo rischio, le autorizzazioni all’immissione in commercio dei medicinali contenenti folcodina sono state revocate nell’UE. Gli Operatori Sanitari non devono più prescrivere o dispensare medicinali contenenti folcodina e devono prendere in considerazione alternative terapeutiche appropriate. I pazienti devono essere avvisati di interrompere il trattamento con questi medicinali. Per quanto riguarda i pazienti che devono sottoporsi ad anestesia generale con NMBA, gli Operatori Sanitari devono verificare se i pazienti abbiano usato medicinali contenenti folcodina negli ultimi 12 mesi e mantenere l’attenzione sulla potenziale reazione anafilattica perianestetica legata agli NMBA. Una comunicazione diretta agli Operatori Sanitari (DHPC) contenente le raccomandazioni di cui sopra sarà inviata a tempo debito agli operatori sanitari che prescrivono, dispensano o somministrano questi medicinali. La DHPC sarà anche pubblicata su una pagina dedicata del sito web dell’ EMA. Maggiori informazioni sul medicinale La folcodina è un farmaco oppioide utilizzato nei bambini e negli adulti per il trattamento della tosse non produttiva (secca) e , in combinazione con altre sostanze attive, per il trattamento dei sintomi del raffreddore e dell’influenza. Funziona direttamente a livello del cervello, deprimendo il riflesso della tosse riducendo i segnali nervosi che vengono inviati ai muscoli coinvolti nella tosse. La folcodina è stata utilizzata come sedativo della tosse sin dagli anni ’50. Nell’UE, i medicinali contenenti folcodina sono attualmente autorizzati in Belgio, Croazia, Francia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Slovenia, soggetti a prescrizione medica o come medicinali da banco. Spesso contengono folcodina in combinazione con altre sostanze e sono disponibili come sciroppi, soluzioni orali e capsule con vari nomi commerciali e come farmaci generici. La folcodina è commercializzata con vari nomi tra cui Dimetane, Biocalyptol e Broncalene. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione di folcodina è iniziata il 1 settembre 2022 su richiesta della Francia, ai sensi dell’Articolo 107i della Direttiva 2001/83/EC. La revisione è stata effettuata dal Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC), il comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza dei medicinali per uso umano, che ha formulato una serie di raccomandazioni. Le raccomandazioni del PRAC saranno ora trasmesse al Gruppo di Coordinamento per il Mutuo Riconoscimento e le Procedure Decentrate per i farmaci a uso umano (CMDh), che adotterà una posizione. Il CMDh è l’organismo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, nonché l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. È responsabile di garantire standard di sicurezza armonizzati per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 09/12/2022
- AIFA lancia una app per informazioni e notifiche sui farmaci L’Agenzia Italiana del Farmaco ha rilasciato l’applicazione per dispositivi mobili AIFA Medicinali, pensata come uno strumento pratico e immediato per accedere a informazioni e ricevere notifiche sui farmaci. “L’iniziativa dell’Agenzia – afferma il Direttore Generale, Nicola Magrini – nasce da un’esigenza segnalata dalle stesse associazioni di persone con patologie croniche e invalidanti che ci hanno sollecitato a sviluppare una app per renderli maggiormente in grado di controllare meglio possibili carenze, avere a disposizione strumenti agili per consultare informazioni aggiornate sui farmaci, ricevere prime indicazioni su ‘Cosa fare quando un farmaco è carente’, avvisi sulla loro disponibilità in commercio. Chiaramente la App AIFA Medicinali mette a disposizione vari strumenti di supporto per la consultazione agile e per favorire l’aderenza alle terapie mediante semplici promemoria che ricordano dosi, tempi, modalità di assunzione e scadenza del farmaco. Abbiamo anche in cantiere un’altra app per la prescrizione degli antibiotici più efficaci, sicuri e a minor rischio di sviluppare resistenze”. Tra le diverse funzionalità, AIFA Medicinali consente di accedere direttamente alla Banca Dati dei farmaci di AIFA, effettuare ricerche dettagliate sulle singole confezioni, consultare il Foglio Illustrativo (FI) e il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP), visualizzare e verificare lo stato di commercializzazione dei medicinali autorizzati in Italia. L’app permette di salvare i medicinali tra i “Preferiti”, creare uno o più “armadietti” con i farmaci di utilizzo più frequente e impostare promemoria per l’assunzione dei medicinali, offrendo al paziente o a chi se ne prende cura un supporto nella corretta assunzione delle terapie. Tramite l’app è possibile essere aggiornati su eventuali carenze dei farmaci di proprio interesse e tenere sotto controllo la scadenza delle confezioni, mediante il servizio di notifica.L’app permette infine di inserire una o più tessere sanitarie per averle a disposizione in qualsiasi momento sul proprio dispositivo mobile. Rilasciata in versione BETA, può essere scaricata gratuitamente dagli store ufficiali di Google e Apple accessibili direttamente dai dispositivi tramite le rispettive app Google Play Store e App Store.“Questa app è l’esempio di una collaborazione virtuosa tra le istituzioni e il mondo del volontariato” sottolinea Giovanni Battista Pesce, presidente della Associazione Italiana contro l’epilessia, anche a nome di ANFAS e FISH. “Essa rappresenta un importante segnale di attenzione concreta al tema delle patologie croniche”, conclude Pesce. Per scaricare l’app:Google Play Store: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.aifa.medicinaliApp Store: https://apps.apple.com/it/app/aifa-medicinali/id6444697569 Leggi la notizia originale qui sul sito AIFA. Leggi qui la pagina con le informazioni sull’App. - 02/12/2022
- Nota Informativa Importante su TERLIPRESSINA Riassunto: La terlipressina può causare insufficienza respiratoria grave o fatale in pazienti affetti da sindrome epatorenale di tipo 1 (HRS tipo 1) con una frequenza superiore rispetto a quella precedentemente notaLa terlipressina può aumentare il rischio di sepsi/shock settico in pazienti affetti da sindrome epatorenale di tipo 1. La terlipressina deve essere evitata in pazienti con disfunzione renale avanzata (con livelli basali di creatinina[sCr] ≥ 442µmol/L (5.0 mg/dL)), a causa della ridotta efficacia, dell’aumentata mortalità e dell’aumentato rischio di effetti avversi osservati in questi pazienti, a meno che non si ritenga che il beneficio superi i rischi. La terlipressina deve essere evitata in pazienti con insufficienza epatica acuta che insorge su una malattia epatica cronica (ACLF), di grado 3 e/o con un punteggio Model for End-stage Liver Disease (MELD) ≥39, a causa della ridotta efficacia, dell’aumentata mortalità e dell’aumentato rischio di effetti avversi osservati in questi pazienti, a meno che non si ritenga che il beneficio superi i rischi.I pazienti in cui insorgono difficoltà respiratorie o con un peggioramento dei problemi respiratori già esistenti devono essere stabilizzati prima della somministrazione della prima dose di terlipressina. Questi pazienti devono essere attentamente monitorati durante il trattamento. Se i pazienti sviluppano sintomi respiratori, è necessario considerare una riduzione della dose di albumina umana, se utilizzata. Se i sintomi sono gravi o non si risolvono, la terlipressina deve essere interrotta.Monitorare attentamente i pazienti per segni e sintomi di infezione. La terlipressina può essere somministrata in infusione continua endovenosa. La somministrazione della terlipressina in infusione continua endovenosa può essere associata a una minore incidenza di eventi avversi gravi rispetto alla somministrazione in bolo endovenoso. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 02/12/2022
- Comunicazione di sicurezza su Finasteride 1 mg L’AIFA rende disponibile una comunicazione di sicurezza sui medicinali contenenti finasteride 1mg e indicati per il trattamento dell’alopecia androgenetica. Leggi qui la nota di sicurezza AIFA. - 02/12/2022
- Attivazione della prescrizione informatizzata dei farmaci in Nota 100 da parte dei Medici di Medicina Generale tramite il sistema TS Si comunica che a partire dal 1° dicembre 2022 sarà disponibile, attraverso il sistema Tessera Sanitaria (TS), la scheda di prescrizione informatizzata associata alla Nota AIFA 100 relativa ai farmaci inibitori del SGLT2, agonisti recettoriali del GLP1 e inibitori del DPP4 nel trattamento del diabete mellito tipo 2 (Allegato 1a e 1b – “Scheda di valutazione e prescrizione di inibitori del SGLT2, agonisti recettoriali del GLP1 e inibitori del DPP4 nel trattamento del diabete mellito tipo 2” – scheda di prima prescrizione e scheda di rinnovo della prescrizione). Si precisa che, in questa prima fase, saranno abilitati alla prescrizione mediante il sistema TS solo i Medici di Medicina Generale. In una fase successiva, sulla base delle indicazioni e delle tempistiche fornite dalle singole Regioni e Province autonome, si procederà all’attivazione della prescrizione nel sistema TS anche dei medici specialisti. Per tali professionisti, nelle more dell’informatizzazione, rimane valida la compilazione cartacea delle schede di prescrizione. Per maggiori dettagli sulla modalità prescrittive dei farmaci in Nota 100 consultare qui. - 25/11/2022
- Antibiotico resistenza: un test prodotto da AIFA valuta quanto ne sai In merito alla campagna di comunicazione sull’utilizzo sicuro degli antibiotici e sul contrasto all’antibiotico resistenza l’Agenzia Italiana del Farmaco ha prodotto un test che può effettuare chiunque per valutare le proprie conoscenze in merito al fenomeno dell’antibiotico resistenza Il test è liberamente accessibile al seguente link. - 23/11/2022
- Chiarimenti sull’uso appropriato dei farmaci respiratori con somministrazione tramite erogatore L’uso dei farmaci respiratori prevede, per la maggior parte dei principi attivi, l’utilizzo di appositi dispositivi erogatori, i quali possono differire tra loro per diverse caratteristiche, dalla conformazione del dispositivo alla modalità di rilascio del farmaco. Al fine di garantire l’efficacia terapeutica, è indispensabile che i pazienti siano adeguatamente informati circa il corretto utilizzo degli erogatori. Sono diverse le ragioni per le quali un paziente può andare incontro a un cambio del dispositivo erogatore: in corrispondenza di una modifica prescrittiva che richieda il passaggio a un diverso principio attivo, o al momento della sostituzione di un’associazione estemporanea di principi attivi con un’associazione fissa, o ancora nel caso di sostituzione fra specialità che contengono il medesimo principio attivo e sono parte della stessa lista di trasparenza. In tutte queste occasioni è necessario assicurarsi che il paziente sia informato circa le modalità del corretto utilizzo dell’erogatore e sia consapevole della necessità di attenersi alle istruzioni inserite nel foglio illustrativo del farmaco. Un richiamo particolare riguarda le cosiddette liste di trasparenza dei farmaci respiratori che, come per tutti i farmaci presenti in lista di trasparenza, includono farmaci originatori a brevetto scaduto e generici che sono uguali per composizione in principi attivi, forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio, numero di unità posologiche e dosi unitarie.Si sottolinea che per tutti i medicinali generici inseriti in lista di trasparenza sono presenti studi appropriati che ne attestano l’equivalenza con farmaco originatore. L’inserimento dei farmaci originatori e generici all’interno delle liste di trasparenza consente di attivare una competizione fra aziende che producono lo stesso principio attivo, con una conseguente riduzione dei prezzi dei farmaci rimborsati dal SSN e un miglioramento della sostenibilità economica del sistema. Nel caso delle liste di trasparenza dei farmaci respiratori, è indispensabile che il paziente sia consapevole che i diversi prodotti inclusi in una lista, se utilizzati correttamente, hanno la medesima efficacia terapeutica. Il medico e il farmacista devono quindi verificare che, in caso di cambiamento dell’erogatore, il paziente abbia ricevuto una informazione adeguata a garantire una corretta modalità di utilizzo. Qualora il medico ritenga che il paziente, nonostante un’informazione adeguata, in caso di sostituzione del medicinale (da originatore a generico, e viceversa, o fra i diversi generici) non sia in grado di utilizzare correttamente un diverso erogatore, può apporre la dicitura “non sostituibile” al momento della prescrizione di un farmaco incluso in lista di trasparenza. In conclusione, l’AIFA invita i medici prescrittori di farmaci respiratori per uso inalatorio e i farmacisti coinvolti nella distribuzione degli stessi ad assicurarsi che, in particolare in corrispondenza di un cambiamento fra diversi dispositivi, i pazienti abbiano adeguatamente compreso le modalità di impiego dello specifico erogatore utilizzato. Leggi qui il comunicato AIFA. - 22/11/2022
- EMA raccomanda l’approvazione del vaccino VidPrevtyn Beta come richiamo per la vaccinazione COVID 19 Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato l’autorizzazione del vaccino COVID-19 VidPrevtyn Beta come richiamo negli adulti in precedenza vaccinati con un vaccino COVID-19 a mRNA o a vettore adenovirale. VidPrevtyn Beta, sviluppato da Sanofi Pasteur, contiene una versione della proteina spike presente sulla superficie della variante Beta di SARS-CoV-2, oltre ad un “adiuvante”, una sostanza che contribuisce a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino. Il CHMP dell’EMA ha concluso che sono attualmente disponibili dati sufficientemente solidi di qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino per raccomandarne la formale autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 22/11/2022
- Nota Informativa Importante su vaccini bivalenti Spikevax L’Agenzia Italiana del Farmaco desidera informarla su quanto segue: Sono state ricevute segnalazioni di sottodosaggio accidentale della dose booster dei vaccini bivalenti Spikevax somministrati come dose di 0,25 mL (equivalente a 25 µg) invece di 0,5 mL (50 µg). Nella maggior parte dei casi, tale sottodosaggio era dovuto a una confusione in merito alla dose, in quanto il volume della dose booster per il vaccino monovalente originario Spikevax impiegato agli inizi del 2022 era di 0,25 mL (equivalente a 50 µg). Le dosi booster con i vaccini bivalenti Spikevax sono state recentemente approvate dall’EMA per l’impiego nei soggetti di età pari o superiore a 12 anni. La dose corretta è di 0,5 mL (50 µg). Leggi qui la nota informativa AIFA. - 22/11/2022
- Nota Informativa Importante su medicinali contenenti clormadinone acetato o nomegestrolo acetato Riassunto: I medicinali contenenti clormadinone acetato (5-10 mg/compressa) o nomegestrolo acetato (3,75-5 mg/compressa) sono indicati solo quando altri interventi sono considerati inappropriati. Il trattamento deve essere limitato alla dose efficace più bassa e alla durata più breve.Esiste un rischio aumentato di sviluppare meningioma (singolo o multiplo) dopo l’uso di clormadinone acetato o nomegestrolo acetato, soprattutto a dosi elevate per un periodo di tempo prolungato. Il rischio aumenta con il cumulo delle dosi.I prodotti contenenti clormadinone acetato o nomegestrolo acetato sono controindicati nelle pazienti con meningioma o con una storia di meningioma.Le pazienti devono essere monitorate per i meningiomi in accordo con la pratica clinica.Se ad una paziente trattata con clormadinone acetato o nomegestrolo acetato viene diagnosticato un meningioma, il trattamento deve essere interrotto definitivamente. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 22/11/2022
- È online il Rapporto sulle attività di AIFA nell’emergenza COVID-19 Il Rapporto “AIFA nell’emergenza COVID-19” ripercorre le attività salienti svolte nel corso della pandemia, da quelle eccezionali dovute ai nuovi e inediti compiti cui l’Agenzia ha dovuto far fronte nell’emergenza, a quelle altrettanto significative che rientrano nelle funzioni tipiche di AIFA e che ne fanno un unicum nel panorama internazionale: dall’autorizzazione di nuovi farmaci al governo della spesa farmaceutica; dal monitoraggio dell’uso nella pratica clinica alla vigilanza su efficacia, qualità e sicurezza dei prodotti in commercio; dall’impegno a garantire i farmaci essenziali e le terapie innovative al contrasto alle carenze di medicinali; dal consolidamento del ruolo internazionale alla promozione dell’informazione e della ricerca clinica indipendente. Nel corso della pandemia, l’Agenzia, con il supporto della sua Commissione Tecnico-Scientifica (CTS), è stata chiamata a valutare tutte le sperimentazioni cliniche sui medicinali per il COVID-19 e ha favorito, regolamentato e vigilato l’accesso alle terapie potenzialmente utili. Ha gestito l’improvvisa carenza di alcuni farmaci negli ospedali e sul territorio. È stata coinvolta attivamente nella partecipazione dell’Italia ai programmi di acquisto congiunto di farmaci e vaccini avviati dalla Commissione UE per conto degli Stati interessati. Ha autorizzato con rigore e tempestività farmaci e vaccini e monitorato il loro uso e i loro effetti nella pratica clinica. Un periodo storico straordinario che il Rapporto prova a raccontare condensando in numeri le molteplici attività dei suoi uffici. “A proposito di straordinarietà delle procedure – ha sottolineato tra l’altro il Direttore Generale Nicola Magrini nell’introduzione al volume – è per me motivo di gratitudine e insieme orgoglio rivendicare qui l’impegno profuso da tutte le strutture dell’Agenzia nel garantire il più rapido accesso a farmaci e vaccini anti-COVID-19 efficaci e sicuri, in costante collegamento col Ministero e le altre componenti del Servizio Sanitario Nazionale, col ricorso a modalità operative del tutto nuove, quali, in maniera esemplare, le continue riunioni della Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA, chiamata a valutare tutti i protocolli degli studi clinici sviluppati durante la pandemia”. Leggi qui il Rapporto sulle attività AIFA nell’emergenza COVID-19. - 22/11/2022
- AIFA pubblica le Raccomandazioni sulla terapia mirata delle infezioni resistenti L’Agenzia Italiana del Farmaco pubblica sul portale istituzionale due documenti, rivolti ai medici ospedalieri (“Terapia mirata delle infezioni causate da batteri Gram negativi resistenti a multipli antibiotici nei pazienti ospedalizzati”) e ai medici di medicina generale (“Terapia mirata delle infezioni urinarie non complicate e complicate causate da batteri Gram negativi resistenti a multipli antibiotici per la Medicina Territoriale (incluse residenze sanitarie assistenziale)”, con raccomandazioni specifiche per le infezioni più complesse da trattare, causate dai batteri considerati “critici” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con opzioni terapeutiche minime o senza alcuna opzione terapeutica. Le raccomandazioni sono state elaborate dal Gruppo di lavoro multidisciplinare CTS AIFA-OPERA (Ottimizzazione della PrEscRizione Antibiotica), costituito nel 2021 per supportare l’Agenzia nella promozione dell’uso ottimale degli antibiotici. Sviluppate con un approccio ragionato e basato sulle più recenti evidenze scientifiche, le Raccomandazioni indicano gli antibiotici da privilegiare – differenziati in prima, seconda scelta e alternative – e il dosaggio e la via di somministrazione più appropriati e con il più basso rischio di selezione di batteri resistenti. Il fine è quello di preservare l’efficacia sia degli antibiotici di uso convenzionale (approvati prima del 2010) sia delle molecole più recentemente immesse sul mercato e ridurre l’insorgenza delle resistenze. Leggi qui le Raccomandazioni AIFA – Terapia mirata delle infezioni resistenti nei pazienti ospedalizzati Leggi qui le Raccomandazioni AIFA – Terapia mirata delle infezioni resistenti per la Medicina Territoriale - 22/11/2022
- Le iniziative AIFA per la Settimana mondiale dedicata all’uso consapevole degli antibiotici Sono state presentate nel corso di una conferenza stampa le iniziative intraprese dall’Agenzia Italiana del Farmaco per promuovere un uso consapevole degli antibiotici e contribuire al contrasto del fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Il Direttore Generale dell’AIFA, Nicola Magrini, e la prof.ssa Evelina Tacconelli, dell’Università degli Studi di Verona, coordinatrice del Gruppo di lavoro CTS AIFA Opera (Ottimizzazione della PrEscRizione Antibiotica), hanno illustrato le attività di comunicazione al pubblico e quelle più specifiche dedicate ai medici prescrittori, che saranno lanciate nel corso della Settimana mondiale della consapevolezza sull’uso degli antibiotici promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (18-24 novembre 2022) e nei mesi successivi. Tra queste iniziative, due documenti con Raccomandazioni sull’uso ottimale degli antibiotici, destinati alla medicina territoriale e ospedaliera e focalizzati sulle terapia mirate delle infezioni causate da batteri resistenti a multipli antibiotici, di prossima pubblicazione sul portale AIFA; la traduzione italiana dell’AWaRe Antibiotic Book, appena presentato dall’OMS, sull’uso ottimale degli antibiotici; una versione ridotta dello stesso volume, calibrata per il contesto italiano e destinata alla medicina generale e alla pediatrica, che approfondirà 10 sindromi infettive più frequenti d’interesse per il nostro Paese, e i cui contenuti saranno fruibili anche tramite App. Per la Settimana dedicata all’antimicrobico-resistenza, l’Agenzia proporrà inoltre diverse iniziative di comunicazione tra cui uno spot per la televisione e la radio, materiali informativi condivisi sui canali social, e out-of-home advertising, con proiezione sull’edifico di via del Tritone di messaggi volti a promuovere un uso prudente e responsabile degli antibiotici. Leggi qui la presentazione del Direttore dell’AIFA Dott. N.Magrini. Leggi qui la presentazione della Prof.ssa E.Tacconelli. Leggi qui le iniziative della campagna AIFA sull’uso consapevole degli antibiotici. - 22/11/2022
- Nota Informativa Importante su Xalkori (crizotinib) I disturbi della visione, che rappresentano un rischio noto con l’utilizzo di crizotinib, sono stati segnalati, nell’ambito degli studi clinici, nel 61% dei pazienti pediatrici con linfoma anaplastico a grandi cellule (Anaplastic Large Cell Lymphoma, ALCL) positivo per ALK (chinasi del linfoma anaplastico) di tipo sistemico recidivante o refrattario oppure con tumore miofibroblastico infiammatorio (Inflammatory Myofibroblastic Tumour, IMT) non resecabile positivo per ALK (chinasi del linfoma anaplastico). Poiché i pazienti pediatrici potrebbero non segnalare o non notare spontaneamente le alterazioni della visione, gli operatori sanitari devono informare pazienti e caregiver dei sintomi associati ai disturbi della visione e del rischio di perdita della vista, e avvisarli della necessità di contattare il medico se si sviluppano sintomi visivi o perdita della vista. I pazienti pediatrici devono essere monitorati per rilevare l’eventuale insorgenza di disturbi della visione. Prima di iniziare il trattamento con crizotinib è necessario effettuare un esame oftalmologico al basale, con esami di follow-up entro 1 mese, successivamente ogni 3 mesi e in caso si osservino nuovi sintomi che interessano la vista. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 08/11/2022
- Corso ECM Farmacovigilanza: Focus sugli anticorpi monoclonali – AOU Cagliari – 14 novembre e 1 dicembre 2022 Il Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna organizza un nuovo ciclo di corsi ECM a piccoli gruppi. Il corso è rivolto esclusivamente a Medici, Farmacisti e Infermieri afferenti alla AOU Cagliari. Si svolgerà il 14 novembre e 1 dicembre 2022 presso la Cittadella Universitaria di Monserrato (CA). L’argomento del corso riguarda gli anticorpi monoclonali, con una particolare attenzione alle problematiche di sicurezza. Il corso prevede nel primo modulo un’introduzione generale all’argomento sulla “Farmacologia degli anticorpi monoclonali” a cura del Prof. Marco Pistis, Ordinario di Farmacologia presso l’Università degli studi di Cagliari e un approfondimento sulla “Farmacovigilanza degli anticorpi monoclonali” a cura della Dott.ssa Maria Erminia Stochino, responsabile scientifico del CRFV Sardegna. Nel secondo modulo invece verrà analizzato nello specifico il profilo di sicurezza degli anticorpi monoclonali nelle malattie neurologiche, nelle malattie autoimmuni, nelle malattie cardiovascolari e nelle malattie oncologiche a cura dei medici specializzandi in Farmacologia Clinica. Leggi qui il programma del corso ECM. - 07/11/2022
- Aumentare la consapevolezza della farmacovigilanza sui social media Durante l’annuale #MedSafetyWeek, il Centro di monitoraggio di Uppsala collabora con le autorità di regolamentazione dei medicinali e i centri nazionali di farmacovigilanza di tutto il mondo per condurre una campagna sui social media che sensibilizza alle reazioni avverse ai farmaci.I sistemi regolatori si affidano alla segnalazione di reazioni avverse ai farmaci (ADR) per assicurarsi che i medicinali sul mercato siano accettabilmente sicuri. Sfortunatamente, tutti i sistemi di segnalazione soffrono di una segnalazione insufficiente. Ecco perché UMC coordina una campagna annuale sui social media per aumentare la consapevolezza dei sistemi di farmacovigilanza tra i pazienti e il pubblico e promuovere il riconoscimento e la segnalazione di sospette ADR.Per una settimana all’anno, le autorità di regolamentazione del farmaco di tutto il mondo condividono simultaneamente i materiali della campagna sui loro canali di social media, con l’hashtag #MedSafetyWeek.La campagna 2022 si svolgerà dal 7 al 13 novembre 2022 e avrà come tema il ruolo degli operatori sanitari e dei pazienti nella sicurezza di farmaci e vaccini.Visita il sito web della campagna https://who-umc.org/medsafetyweek/ - 04/11/2022
- Tredicesimo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il tredicesimo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti-COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 settembre 2022 per i vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 139.548 segnalazioni su un totale di 140.689.690 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 99 ogni 100.000 dosi), di cui l’81,5% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Nel terzo trimestre del 2022 i tassi di segnalazione relativi alla 1a dose restano più elevati rispetto alle dosi successive e sono notevolmente più bassi dopo la 4a dose (2a dose booster) per i vaccini per i quali è prevista. Le segnalazioni gravi corrispondono al 18,5% del totale, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, in linea con i precedenti Rapporti. Si ricorda che la gravità delle segnalazioni viene definita in base a criteri standardizzati che non sempre coincidono con la reale gravità clinica dell’evento. Gli eventi avversi più segnalati per tutti i vaccini, indipendentemente dalla gravità, sono febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, brividi, disturbi gastro-intestinali, reazioni vegetative, stanchezza, reazione locale o dolore in sede di iniezione. Al 26/09/2022, le vaccinazioni con le formulazioni bivalenti aggiornate alle nuove varianti Omicron erano già iniziate ma non si registravano segnalazioni di sospette reazioni avverse. I dati contenuti in questo Rapporto periodico sono coerenti rispetto a quelli pubblicati fino a oggi e in linea con le informazioni di sicurezza già discusse a livello europeo. Leggi qui il tredicesimo rapporto AIFA. - 04/11/2022
- Nota Informativa Importante su Imbruvica (ibrutinib) Ibrutinib aumenta il rischio di aritmie cardiache ed insufficienza cardiaca gravi e fatali. I pazienti di età avanzata, con ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group) performance status ≥ 2 o con comorbidità cardiache, possono presentare un rischio maggiore di eventi cardiaci, inclusi eventi cardiaci fatali improvvisi. Prima di iniziare il trattamento con ibrutinib, deve essere effettuata una valutazione clinica dell’anamnesi e della funzione cardiaca. Nei pazienti che presentano fattori di rischio per eventi cardiaci, devono essere valutati i benefici e rischi prima di avviare il trattamento con Imbruvica; deve essere valutato un trattamento alternativo.I pazienti devono essere monitorati attentamente durante il trattamento per valutare i segni di deterioramento della funzione cardiaca ed essere gestiti clinicamente nel caso in cui si verifichino.Ibrutinib deve essere sospeso a seguito di qualsiasi nuova manifestazione o peggioramento di insufficienza cardiaca di grado 2 o aritmie cardiache di grado 3. Il trattamento può essere ripreso seguendo le nuove raccomandazioni relative all’aggiustamento della dose. Leggi qui la nota informativa. - 03/11/2022
- L’EMA raccomanda misure per minimizzare il rischio di gravi effetti collaterali con farmaci inibitori della Janus chinasi usati per disturbi infiammatori cronici Il comitato di sicurezza dell’EMA (PRAC) ha raccomandato misure per minimizzare il rischio di gravi effetti collaterali associati agli inibitori della Janus chinasi (JAK) usati per trattare diversi disturbi infiammatori cronici. Questi effetti collaterali includono condizioni cardiovascolari, coaguli di sangue, cancro e infezioni gravi. Il comitato ha raccomandato che questi medicinali devono essere indicati nei seguenti pazienti solo se non sono disponibili alternative terapeutiche adeguate: persone di età pari o superiore a 65 anni, persone ad aumentato rischio di gravi problemi cardiovascolari (come infarto o ictus), fumatori o chi lo è stato per molto tempo in passato e persone ad aumentato rischio di cancro. Il comitato ha inoltre raccomandato l’uso con cautela degli inibitori JAK nei pazienti con fattori di rischio per la formazione di coaguli di sangue nei polmoni e nelle vene profonde (tromboembolia venosa, TEV) diversi da quelli sopra elencati. Inoltre, le dosi devono essere ridotte in alcuni gruppi di pazienti che possono essere a rischio di TEV, cancro o gravi problemi cardiovascolari. Le raccomandazioni seguono una revisione dei dati disponibili, inclusi i risultati finali di uno studio clinico sull’inibitore JAK Xeljanz (tofacitinib) e i risultati preliminari di uno studio osservazionale che coinvolge Olumiant (baricitinib), un altro inibitore JAK. Durante la revisione, il PRAC ha chiesto consiglio a un gruppo di esperti reumatologi, dermatologi, gastroenterologi e rappresentanti dei pazienti. La revisione ha confermato che Xeljanz aumenta il rischio di gravi problemi cardiovascolari, cancro, TEV, infezioni gravi e morte per qualsiasi causa rispetto agli inibitori del TNF-alfa. Il PRAC ha ora concluso che questi risultati sulla sicurezza si applicano a tutte le indicazioni approvate dei JAK inibitori nei disturbi infiammatori cronici (artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite idiopatica giovanile, spondiloartrite assiale, colite ulcerosa, dermatite atopica e alopecia areata). Le informazioni sul prodotto per gli inibitori JAK utilizzati per il trattamento dei disturbi infiammatori cronici verranno aggiornate con le nuove raccomandazioni e avvertenze. Inoltre, di conseguenza il materiale educazionale per i pazienti e per gli operatori sanitari sarà aggiornato. I pazienti che hanno domande sul trattamento o sul rischio di gravi effetti collaterali devono contattare il proprio medico. Maggiori informazioni sui medicinali Gli inibitori della Janus chinasi oggetto di questa revisione sono Cibinqo (abrocitinib), Jyseleca (filgotinib), Olumiant (baricitinib), Rinvoq (upadacitinib) e Xeljanz (tofacitinib). Questi medicinali sono usati per trattare diversi disturbi infiammatori cronici (artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite idiopatica giovanile, spondiloartrite assiale, colite ulcerosa, dermatite atopica e alopecia areata). I principi attivi di questi medicinali agiscono bloccando l’azione degli enzimi noti come Janus chinasi. Questi enzimi svolgono un ruolo importante nel processo di infiammazione che si verifica in questi disturbi. Bloccando l’azione degli enzimi, i medicinali aiutano a ridurre l’infiammazione e altri sintomi di questi disturbi. Alcuni inibitori della JAK (Jakavi e Inrebic) sono usati per trattare i disturbi mieloproliferativi; la revisione non includeva questi medicinali. La revisione inoltre non ha riguardato l’uso di Olumiant nel trattamento a breve termine di COVID-19, che è in fase di valutazione da parte dell’EMA. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione degli inibitori JAK nel trattamento dei disturbi infiammatori è stata avviata su richiesta della Commissione Europea (CE) ai sensi dell’articolo 20 del regolamento (CE) n. 726/2004. La revisione è stata effettuata dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), il comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza dei medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Le raccomandazioni del PRAC saranno ora inviate al comitato per i medicinali per uso umano (CHMP), responsabile per le questioni relative ai medicinali per uso umano, che emetterà una decisione finale giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati Membri dell’UE a tempo debito. La fase finale della procedura di riesame è l’adozione da parte della CE di una decisione giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 02/11/2022
- EMA conferma la raccomandazione di ritirare le autorizzazioni all’immissione in commercio per i medicinali a base di amfepramone Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha confermato la raccomandazione di ritirare le autorizzazioni all’immissione in commercio nell’UE per i medicinali per l’obesità a base di amfepramone. Ciò fa seguito al riesame della precedente raccomandazione del PRAC di giugno 2022, richiesto dai titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio.Questi medicinali non sono autorizzati in Italia*. La raccomandazione fa seguito a una revisione dalla quale è emerso che le misure per limitare l’uso di questi medicinali per motivi di sicurezza non sono state sufficientemente efficaci. È emerso che i medicinali vengono assunti per un periodo più lungo del periodo massimo raccomandato di 3 mesi, aumentando così potenzialmente il rischio di gravi effetti collaterali, come ipertensione arteriosa polmonare (pressione sanguigna alta nelle arterie dei polmoni) e dipendenza. I medicinali sono utilizzati anche in pazienti con una storia di malattie cardiache o disturbi psichiatrici, aumentando il rischio di problemi cardiaci e psichiatrici. Inoltre, vi sono evidenze d’uso durante la gravidanza, comportando potenziali rischi per il nascituro. Maggiori informazioni sono contenute nella comunicazione dell’EMA disponibile nei “Documenti correlati”. *In Italia, la fabbricazione, l’importazione, la commercializzazione, la prescrizione e la dispensazione di amfepramone (dietilpropione) sono vietate, secondo decreto ministeriale del 2 agosto 2011, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 180 del 4 agosto 2011), che ha disposto la collocazione di amfepramone in Tabella I del DPR 309/1990 e s.m.i., tra le sostanze oggetto d’abuso con potere tossicomanigeno. Leggi qui il comunicato EMA. - 02/11/2022
- Highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 24 – 27 ottobre 2022 Viene riportato un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 24-27 ottobre 2022. Comirnaty e Spikevax: sanguinamento mestruale abbondante aggiunto come effetto indesideratoIl PRAC ha raccomandato di aggiungere alle informazioni sul prodotto il sanguinamento mestruale abbondante come effetto indesiderato di frequenza sconosciuta dei vaccini mRNA COVID-19 Comirnaty e Spikevax. Il sanguinamento mestruale abbondante (mestruazioni abbondanti) può essere definito come un sanguinamento caratterizzato da un aumento del volume e/o della durata che interferisce con la qualità della vita fisica, sociale, emotiva e materiale della persona. Sono stati segnalati casi di forti emorragie mestruali dopo la prima, la seconda e la dose di richiamo di Comirnaty e Spikevax. Il PRAC ha concluso la valutazione di questo segnale di sicurezza dopo aver esaminato i dati disponibili, inclusi i casi segnalati durante gli studi clinici, i casi segnalati spontaneamente in Eudravigilance e i risultati della letteratura medica. Dopo aver esaminato i dati, il comitato ha concluso che esiste almeno una ragionevole possibilità che l’insorgenza di forti emorragie mestruali sia causalmente associata a questi vaccini e ha pertanto raccomandato l’aggiornamento delle informazioni sul prodotto. I dati disponibili esaminati riguardavano principalmente casi che sembravano non gravi e di natura temporanea. I disturbi mestruali in generale sono abbastanza comuni e possono verificarsi per una vasta gamma di motivi. Ciò include alcune condizioni mediche di base. Qualsiasi persona che soffra di sanguinamento post-menopausale o sia preoccupata per un cambiamento delle mestruazioni dovrebbe consultare il proprio medico. Non ci sono prove che suggeriscano che i disturbi mestruali sperimentati da alcune donne abbiano un impatto sulla riproduzione e sulla fertilità. I dati disponibili forniscono rassicurazioni sull’uso dei vaccini mRNA COVID-19 prima e durante la gravidanza. Una revisione condotta dalla Task Force di emergenza dell’EMA ha mostrato che i vaccini mRNA COVID-19 non causano complicazioni durante la gravidanza per le future mamme e i loro bambini e sono altrettanto efficaci nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e decessi nelle persone in gravidanza come lo sono nelle persone non in gravidanza. Il Comitato ribadisce che la totalità dei dati disponibili conferma che i benefici di questi vaccini superano di gran lunga i rischi. Gli operatori sanitari e i pazienti sono incoraggiati a continuare a segnalare casi di forti emorragie mestruali alle autorità nazionali. Il PRAC continuerà a monitorare i casi relativi a questo evento e comunicherà ulteriori informazioni se sarà necessario emettere nuove raccomandazioni. Ustekinumab (Stelara): avvertenza sull’uso di vaccini vivi nei neonati le cui madri hanno ricevuto ustekinumab durante la gravidanzaIl PRAC ha raccomandato di inserire un’avvertenza alle informazioni sul prodotto di ustekinumab (Stelara) sull’uso di vaccini vivi nei neonati le cui madri hanno ricevuto ustekinumab durante la gravidanza. Ustekinumab è autorizzato nell’Unione Europea per il trattamento della psoriasi a placche grave, dell’artrite psoriasica, del morbo di Crohn e della colite ulcerosa. Le informazioni sul prodotto già riportano l’avvertenza che è preferibile evitare l’uso di ustekinumab durante la gravidanza. Si consiglia alle persone in età fertile di evitare una gravidanza e di utilizzare un metodo contraccettivo adeguato durante l’uso di Stelara e per almeno 15 settimane dopo l’ultimo trattamento con Stelara. Il comitato ha esaminato le prove disponibili relative all’uso di ustekinumab durante la gravidanza, compresi gli studi osservazionali dell’UE, degli Stati Uniti e del Canada, nonché una revisione cumulativa richiesta al titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Ustekinumab può attraversare la placenta. È stato rilevato nel siero (la componente fluida del sangue) di neonati che sono stati esposti a ustekinumab in utero (neonati le cui madri sono state trattate con il medicinale durante la gravidanza). Sebbene i dati su ustekinumab siano limitati, il rischio di infezione può aumentare dopo la nascita nei neonati che sono stati esposti a ustekinumab in utero. Pertanto, il PRAC ha raccomandato che, nei neonati che sono stati esposti a ustekinumab in utero, la somministrazione di vaccini vivi (vaccini prodotti da un virus o un batterio che è stato indebolito) non è raccomandata per sei mesi dopo la nascita o fino a quando i livelli sierici di ustekinumab del neonato non siano rilevabili. In caso di un chiaro beneficio clinico per il singolo neonato, la somministrazione di un vaccino vivo potrebbe essere presa in considerazione prima, se i livelli sierici di ustekinumab del neonato non sono rilevabili. La raccomandazione del PRAC sarà trasmessa al comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA per l’adozione. Leggi qui il comunicato EMA. - 02/11/2022
- EMA raccomanda l’approvazione del secondo vaccino Spikevax adattato Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha raccomandato l’autorizzazione del vaccino anti COVID-19 Spikevax adattato contro le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5, oltre al ceppo originario di SARS-CoV-2. Il vaccino adattato, Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5, è raccomandato per gli adulti e i bambini a partire da 12 anni di età che hanno già ricevuto la vaccinazione primaria contro COVID-19. Si tratta del secondo vaccino Spikevax adattato, di cui l’EMA ha raccomandato l’approvazione; nel settembre 2022 era già stato autorizzato Spikevax adattato contro Omicron BA.1 e il ceppo originario. I vaccini adattati sono vaccini aggiornati nella loro composizione al fine di contrastare in modo più efficace le varianti in circolazione di SARS-CoV-2. Si prevede che possano contribuire ad ampliare la protezione contro diverse varianti e a mantenere una protezione ottimale contro COVID-19 man mano che il virus muta. Evidenze a sostegno dell’uso di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 Nella decisione di raccomandare l’autorizzazione di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5, il CHMP ha tenuto conto di tutti i dati a disposizione su Spikevax e il relativo vaccino adattato, Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1, di recente autorizzazione. Ad eccezione dell’mRNA corrispondente a sottovarianti di Omicron diverse, ma strettamente correlate, i due vaccini presentano la stessa composizione. Secondo uno studio condotto, una dose di richiamo di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1 ha indotto una risposta immunitaria più forte contro il ceppo originario di SARS-CoV-2 e la sottovariante Omicron BA.1 rispetto a una dose di richiamo del vaccino Spikevax originariamente autorizzato. Il parere del CHMP relativo a Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 si basa altresì sui dati relativi alla qualità e al processo di produzione, stando ai quali il vaccino rispetta gli standard di qualità dell’UE. Inoltre, dati non clinici di laboratorio mostrano che il vaccino adattato è in grado di evocare un’adeguata risposta immunitaria. Sulla base di tutti questi dati e della simile composizione dei vaccini adattati, il CHMP ha concluso che si prevede che Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 sia più efficace rispetto al vaccino originariamente autorizzato nel generare una risposta immunitaria contro le sottovarianti BA.4 e BA.5. Inoltre, si prevede che il profilo di sicurezza sia comparabile a quello di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1 e a Spikevax originariamente autorizzato, per cui è disponibile una ampia quantità di dati. Il parere del CHMP su Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 sarà trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale. Uso dei vaccini COVID-19 Insieme al vaccino Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1, si prevede che questo nuovo vaccino adattato contribuisca a mantenere una protezione ottimale contro COVID-19 man mano che il virus muta. L’UE intende disporre di un’ampia gamma di vaccini adattati diretti contro le diverse varianti di SARS-CoV-2, in modo che gli Stati membri possano mettere a punto le rispettive campagne vaccinali ricorrendo a una serie di opzioni diverse. Si tratta di un elemento chiave nella strategia globale di contrasto della pandemia, in quanto non è possibile prevedere come il virus muterà in futuro e quali varianti circoleranno durante l’inverno. Come tutti i vaccini attualmente autorizzati contro COVID-19, Spikevax continua a essere efficace nel prevenire la forma grave della malattia, il ricovero in ospedale e la morte associati a COVID-19 e continuerà ad essere utilizzato nell’ambito delle campagne di vaccinazione nell’UE, in particolare per il ciclo primario. Le autorità nazionali degli Stati membri dell’UE stabiliranno chi dovrà ricevere quali vaccini e secondo quali tempistiche, tenendo conto di fattori come i tassi di infezione e di ospedalizzazione, il rischio per le popolazioni vulnerabili, la copertura vaccinale e la disponibilità di vaccini. Meccanismo d’azione di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 I vaccini adattati hanno un meccanismo d’azione simile ai vaccini originariamente autorizzati, predisponendo l’organismo a difendersi contro SARS-CoV-2. Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 contiene molecole denominate “RNA messaggero” (mRNA) che contengono le istruzioni per ricreare le proteine spike del ceppo originale di SARS-CoV-2 nonché delle sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5. La proteina spike è presente sulla superficie del virus e di essa il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane; tale proteina può differire fra le diverse varianti del virus. Le proteine spike delle sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5 sono identiche. Adattando i vaccini, ci si prefigge di ampliare la protezione contro diverse varianti. Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo della persona vaccinata leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente le proteine spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà quindi queste proteine come estranee e risponderà producendo le proprie difese naturali, ossia gli anticorpi e le cellule T. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il virus, il sistema immunitario riconoscerà le proteine spike presenti sulla sua superficie e sarà pronto a combattere il virus. Anticorpi e cellule immunitarie possono proteggere contro COVID-19, lavorando insieme per abbattere il virus, prevenirne l’ingresso nelle cellule dell’organismo e distruggere quelle infettate. Maggiori informazioni sulla procedura L’azienda che commercializza Spikevax ha presentato una domanda di variazione per modificare l’attuale autorizzazione all’immissione in commercio di Spikevax e includere l’uso di un vaccino adattato contro le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5, oltre al ceppo originario di SARS-CoV-2. La revisione è stata condotta dal CHMP dell’EMA, responsabile delle questioni relative ai medicinali per uso umano. Il parere del CHMP è stato trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale giuridicamente vincolante e applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 21/10/2022
- EMA raccomanda l’approvazione dei vaccini anti COVID-19 Comirnaty e Spikevax nei bambini a partire dai 6 mesi di età Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di estendere l’uso di Comirnaty e Spikevax, diretti contro il ceppo originario di SARS-CoV-2. Il CHMP ha raccomandato di includere la somministrazione ai bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni per Comirnaty, e ai bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni per Spikevax. Comirnaty e Spikevax sono già stati autorizzati per l’uso negli adulti e nei bambini a partire dai 5 anni di età (Comirnaty) e dai 6 anni di età (Spikevax). Rispetto alle dosi per le fasce di età già autorizzate , le dosi di entrambi i vaccini per queste nuove fasce di età più giovane saranno inferiori. Nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni, Comirnaty può essere somministrato nell’ambito di un ciclo di vaccinazione primaria costituito da tre dosi (da 3 microgrammi ciascuna); le prime due dosi sono somministrate a distanza di tre settimane l’una dall’altra, mentre la terza dose è somministrata almeno 8 settimane dopo la seconda dose. Nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni, Spikevax può essere somministrato nell’ambito di un ciclo di vaccinazione primaria costituito da due dosi (da 25 microgrammi ciascuna), somministrate a distanza di quattro settimane l’una dall’altra. In queste fasce di età i vaccini sono somministrati tramite iniezione nei muscoli della parte superiore del braccio o della coscia. Per quanto riguarda Comirnaty, uno studio principale condotto sui bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni ha mostrato che la risposta immunitaria al vaccino, somministrato a una dose più bassa (3 microgrammi), era paragonabile a quella osservata alla dose più alta (30 microgrammi) somministrata alle persone di età compresa tra 16 e 25 anni. Per quanto riguarda Spikevax, uno studio principale condotto sui bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni ha mostrato che la risposta immunitaria al vaccino, somministrato a una dose più bassa (25 microgrammi), era paragonabile a quella osservata alla dose più alta (100 microgrammi) somministrata alle persone di età compresa tra 18 e 25 anni. Entrambi gli studi hanno valutato la risposta immunitaria evocata dai vaccini tramite la misurazione dei livelli di anticorpi contro SARS-CoV-2. Gli effetti indesiderati più comuni osservati per entrambi i vaccini nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 o 5 anni erano paragonabili a quelli osservati nelle fasce di età maggiori. Irritabilità, sonnolenza, perdita di appetito, eruzione cutanea e dolorabilità nel sito di iniezione sono stati gli effetti indesiderati comuni di Comirnaty nei bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi, mentre irritabilità, pianto, perdita di appetito e sonnolenza sono stati gli effetti indesiderati comuni di Spikevax nei bambini di età compresa tra 6 e 36 mesi. Per entrambi i vaccini gli effetti indesiderati sono stati in genere di entità lieve o moderata e sono migliorati entro alcuni giorni dalla vaccinazione. Pertanto, il CHMP ha ritenuto che i benefici di Comirnaty e Spikevax nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 o 5 anni sono superiori ai rischi. La sicurezza e l’efficacia di tali vaccini sia nei bambini sia negli adulti continueranno ad essere monitorate attentamente durante l’utilizzo nelle campagne vaccinali in tutti gli Stati membri dell’UE, attraverso il sistema di farmacovigilanza europeo e tramite studi in corso e aggiuntivi condotti dall’azienda e coordinati dalle autorità europee. I vaccini originariamente autorizzati, Comirnaty e Spikevax, sono efficaci nel prevenire la forma grave della malattia, il ricovero in ospedale e la morte associati a COVID-19 e continueranno ad essere utilizzati nell’ambito delle campagne di vaccinazione nell’UE, in particolare per il ciclo primario. Le autorità nazionali degli Stati membri dell’UE decideranno a chi raccomandare la vaccinazione e secondo quali tempistiche, tenendo conto di fattori come i tassi di infezione e di ospedalizzazione, il rischio per le popolazioni vulnerabili, la copertura vaccinale e la disponibilità dei vaccini. La raccomandazione del CHMP sarà trasmessa alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Meccanismo d’azione dei vaccini Entrambi i vaccini predispongono l’organismo a difendersi contro SARS-CoV-2. Ciascuno di essi contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) che porta con sé le istruzioni per produrre la proteina spike. Si tratta di una proteina presente sulla superficie di SARS-CoV-2 e di cui il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane. Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo umano leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo anticorpi e attivando le cellule T (globuli bianchi) per contrastarla. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà in grado di difendere l’organismo. L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione. Dove reperire maggiori informazioni Le informazioni sul prodotto approvate dal CHMP per Comirnaty e per Spikevax contengono informazioni sulla prescrizione destinate agli operatori sanitari e il foglio illustrativo per il pubblico. La relazione di valutazione, contenente i dettagli della valutazione EMA dell’uso di Comirnaty e Spikevax nei bambini a partire dai 6 mesi di età, sarà pubblicata sul sito dell’Agenzia europea. Gli studi condotti sui bambini sono stati realizzati conformemente al piano d’indagine pediatrica (PIP) di ciascun vaccino, approvato dal Comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA. I dati degli studi clinici presentati dalle aziende nella rispettiva domanda di estensione dell’indicazione per l’uso pediatrico saranno pubblicati a tempo debito sulla relativa pagina web dell’Agenzia. Maggiori informazioni sono disponibili in un documento generale sui vaccini destinato al pubblico, contenente una descrizione dei benefici e dei rischi del vaccino stesso e dei motivi per cui l’EMA ne ha raccomandato l’autorizzazione nell’UE. Monitoraggio della sicurezza In linea con il piano di monitoraggio della sicurezza dell’UE per i vaccini per i vaccini anti COVID-19, Comirnaty e Spikevax sono sottoposti ad attento monitoraggio e sono oggetto di attività relative specificamente ai vaccini anti COVID-19. Studi indipendenti sui vaccini anti COVID-19, coordinati dalle autorità dell’UE, forniranno informazioni aggiuntive sulla sicurezza a lungo termine dei vaccini e sui relativi benefici per la popolazione in generale. Queste misure consentono alle autorità regolatorie di valutare rapidamente i dati provenienti da una serie di fonti diverse e di adottare, se necessario, misure regolatorie adeguate per proteggere la salute pubblica. Leggi qui il comunicato EMA. - 21/10/2022
- Intelligenza artificiale in farmacovigilanza e sorveglianza post-marketing dei farmaci Applicazioni molto importanti dell’intelligenza artificiale sono la farmacovigilanza e la supervisione post-marketing dei farmaci. L’intelligenza artificiale ha caratteristiche specifiche, come l’apprendimento automatico e l’elaborazione dell’apprendimento naturale. Le tecniche di apprendimento automatico analizzano i dati strutturati, come quelli di imaging e genetici. I dati non strutturati vengono rilevati dall’apprendimento naturale, che è in grado di comprendere e interpretare il linguaggio umano. Una delle fasi più critiche nell’interpretazione dei dati consiste, infatti, nell’estrarre le informazioni grezze da fonti quali prescrizioni mediche, rapporti di laboratorio e cartelle cliniche. L’aggiunta dell’AI rappresenta un miglioramento e un aggiornamento dell’attuale sistema di farmacovigilanza e del sistema di rilevamento delle reazioni avverse Essa può utilizzare algoritmi sofisticati per estrarre informazioni utili dall’enorme quantità di dati sanitari e migliorare l’accuratezza dei dati grazie appunto alla sua capacità di apprendimento e autocorrezione. I principali benefici dell’AI in farmacovigilanza sono soprattutto l’accorciamento dei tempi e il miglioramento della qualità e dell’accuratezza delle informazioni Gli strumenti dell’intelligenza artificiale possono essere utilizzati in molti modi nella farmacovigilanza. Ad esempio, invece di limitarsi a raccogliere le segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse ai farmaci attraverso sistemi come lo Yellow Card del Regno Unito, a cui viene segnalato solo il 10% circa degli eventi avversi, i dati raccolti da tali sistemi, che ad oggi afferiscono in modo spesso non uniforme a varie banche dati come VigiFlow, VigiBase, VigiAccess e VigiLyze, potrebbero essere collegati tra loro e anche ad altri database, come quelli relativi a richieste di risarcimento, oppure alle cartelle cliniche elettroniche degli ospedali e dei medici di base, per fornire prove di qualità superiore sulle associazioni segnalate e per individuare nuovi segnali. L’azienda GlaxoSmithKline (GSK), ad esempio, ha da tempo istituito il “GSK global security system “, un sistema che raccoglie le informazioni sulla sicurezza preclinica, gli studi clinici randomizzati e controllati, gli studi osservazionali, il sistema di segnalazione spontanea delle reazioni avverse a farmaci (ADR) La piattaforma OpenSAFELY è un esempio di come questo possa essere fatto: si tratta di un’interfaccia per le cartelle cliniche dei pazienti del Servizio Sanitario Nazionale del regno unito, che consente l’analisi statistica da parte dei ricercatori medici. Inizialmente è stata utilizzata per effettuare un’analisi dei fattori di rischio associati ai decessi per COVID-19 in ospedale nel Regno Unito e questo è un dato significativo perché il set di dati è particolarmente grande e coinvolge oltre 58 milioni di pazienti. In conclusione, i campi di applicazione dell’intelligenza artificiale in farmacovigilanza sono molteplici e c’è ragione di credere che, inserendo in un computer fatti rilevanti, programmandolo con algoritmi eseguibili che interpretino accuratamente tali fatti, fornendo alla macchina i mezzi per imparare dalla sua esperienza, monitorando i dati che utilizza e testando le sue prestazioni in circostanze reali, l’AI continuerà a migliorare e a potenziare sempre più le nostre capacità di pensare e di comportarci. Bibliografia: Yujie Wang, Yuanzhou Guan & Yi Liang : Application of Internet +AI in the Lifecycle Management of Drugs. Leggi l’articolo qui. Jeffrey K. Aronson : Artificial Intelligence in Pharmacovigilance: An Introduction to Terms, Concepts, Applications, and Limitations. Leggi l’abstract qui. - 19/10/2022
- Nota Informativa Importante su NeoRecormon (epoetina beta) NeoRecormon (epoetina beta): rischio di errore terapeutico – potenziale mancanza di etichette su siringhe preriempite di NeoRecormon in confezioni singole. Sintesi: È stata segnalata la mancanza di etichette su cinque siringhe preriempite (pre-filled syringes – PFS) di NeoRecormon, disponibili in confezioni singole distribuite in Francia. Altri lotti di confezioni singole di PFS di NeoRecormon prodotti nello stesso periodo sono stati spediti anche in Italia, Polonia, Romania e Slovenia. Solo i lotti di NeoRecormon prodotti prima del 28 marzo 2022 sono potenzialmente interessati da questo difetto. In allegato si riporta un elenco dei lotti di NeoRecormon potenzialmente interessati. La PFS di NeoRecormon senza etichetta NON DEVE essere somministrata ai pazientie il difetto deve essere segnalato. È inoltre necessario contattare Roche per ricevere ulteriori istruzioni.Gli operatori sanitari DEVONO CONTROLLARE la PFS di NeoRecormon all’interno delle confezioni singole prima della somministrazione per accertarsi che nessuna PFS non etichettata venga erogata ai pazienti. Leggi qui la nota informativa AIFA. Leggi qui l’allegato contenente l’elenco dei lotti interessata. - 13/10/2022
- Vaccinazione con vaccino Pfizer anti COVID-19 a mRNA (BNT162b2) e vaccino inattivato (CoronaVac) e rischio di eventi avversi e complicanze diabetiche acute in pazienti con diabete mellito di tipo 2: uno studio basato sulla popolazione A Hong Kong, CoronaVac e vaccino Pfizer (BNT162b2) sono stati approvati per l’uso di emergenza a causa della pandemia di coronavirus 2019 (COVID-19). Le reazioni al vaccino e il rischio di eventi avversi post-vaccinazione possono essere diversi tra i riceventi con e senza diabete mellito di tipo 2 (T2DM). ObiettivoLo scopo di questo studio è stato quello di valutare il rischio di eventi avversi di particolare interesse (AESI) e di complicanze diabetiche acute nella popolazione con T2DM dopo la vaccinazione COVID-19 a Hong Kong. Disegno e metodi di ricercaÈ stata condotta un’analisi casistica autocontrollata. Sono stati inclusi i pazienti con T2DM che hanno ricevuto almeno una dose di BNT162b2 o CoronaVac tra il 23 febbraio 2021 e il 31 gennaio 2022 dalle cartelle cliniche elettroniche di Hong Kong. Sono stati riportati i tassi di incidenza di 29 AESI e di complicanze diabetiche acute (qualsiasi ipoglicemia grave, chetoacidosi diabetica o sindrome iperglicemica iperosmolare) che hanno richiesto l’ospedalizzazione entro 21 giorni dalla prima o dalla seconda dose di vaccinazione. I rischi di questi esiti sono stati valutati utilizzando la regressione condizionale di Poisson. RisultatiTra i 141.224 destinatari di BNT162b2 e i 209.739 destinatari di CoronaVac con T2DM, l’incidenza per 100.000 dosi e l’incidenza per 100.000 anni-persona delle singole AESI e delle complicanze diabetiche acute variavano da 0 a 24,4 e da 0 a 438,6 nel gruppo BNT162b2 e da 0 a 19,5 e da 0 a 351,6 nel gruppo CoronaVac. Non abbiamo osservato alcun aumento significativo del rischio di singole AESI o di complicanze diabetiche acute dopo la prima o la seconda dose di vaccino BNT162b2 o CoronaVac. Anche l’analisi di sottogruppo basata su HbA1c < 7% e ≥ 7% non ha mostrato un rischio significativamente superiore dopo la vaccinazione. ConclusioniI pazienti con T2DM non sembrano avere un rischio maggiore di AESI e di complicanze diabetiche acute dopo la vaccinazione con BNT162b2 o CoronaVac. Inoltre, data la bassa incidenza di AESI e complicanze diabetiche acute dopo la vaccinazione, l’aumento del rischio assoluto è probabilmente minimo. Bibliografia Wan, E.Y.F., Chui, C.S.L., Mok, A.H.Y. et al. mRNA (BNT162b2) and Inactivated (CoronaVac) COVID-19 Vaccination and Risk of Adverse Events and Acute Diabetic Complications in Patients with Type 2 Diabetes Mellitus: A Population-Based Study. Drug Saf (2022). Leggi qui l’articolo completo. - 13/10/2022
- Medicinali per Terapie Avanzate (ATMPs). Progetto pilota EMA dedicato a istituti di ricerca e organizzazioni non-profit L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha avviato un progetto pilota per supportare sponsor accademici e organizzazioni senza scopo di lucro impegnati nello sviluppo di prodotti medicinali per terapie avanzate (ATMPs) per patologie con elevato bisogno terapeutico. Attraverso questo progetto l’EMA sosterrà un massimo di cinque partecipanti, fornendo un supporto regolatorio costante nel corso dello sviluppo di nuovi prodotti, dai requisiti previsti per gli aspetti legati alla produzione fino alla pianificazione delle sperimentazioni cliniche, con l’obiettivo di ottimizzare lo sviluppo degli ATMPs e incrementare le possibilità di accesso da parte dei pazienti.I partecipanti potranno beneficiare di tutte le flessibilità regolatorie disponibili e delle misure di sostegno allo sviluppo, quali ad esempio riduzioni delle tasse ed esenzioni. Si prevede che i primi risultati saranno disponibili nell’arco di 3-4 anni. A conclusione del progetto verrà pubblicato un rapporto. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 13/10/2022
- Sicurezza di Apremilast nei pazienti con psoriasi e artrite psoriasica: Risultati del UK Clinical Practice Research Datalink L’analisi di sicurezza real-world qui presentata è stata richiesta dall’Agenzia Europea dei Medicinali in seguito all’approvazione di apremilast, un trattamento orale per la psoriasi o l’artrite psoriasica. ObiettivoL’obiettivo è stato quello di confrontare i tassi di incidenza di eventi avversi di particolare interesse, identificati a priori, nei pazienti che ricevevano apremilast con quelli che ricevevano altri trattamenti sistemici per la psoriasi o l’artrite psoriasica. MetodiQuesto studio di coorte di 5 anni è stato condotto nel Clinical Practice Research Datalink GOLD tra gennaio 2015 e giugno 2020. I tassi di incidenza degli eventi avversi di particolare interesse sono stati stimati per quattro coorti appaiate: coorti esposte ad apremilast e tre coorti appaiate non aapremilast (trattamenti per psoriasi o artrite psoriasica solo orali, solo iniettabili e orali e iniettabili). RisultatiLa coorte esposta ad apremilast comprendeva 341 pazienti, mentre le tre coorti non esposte ad apremilast comprendevano 4981 pazienti. Nella coorte esposta ad apremilast non si sono verificati casi di vasculite, neoplasie ematologiche, neoplasie cutanee non melanoma, depressione trattata, ansia trattata o comportamenti suicidi durante il follow-up. Tassi di incidenza simili di mortalità per tutte le cause, eventi cardiaci avversi maggiori, tachiaritmie e tumori maligni solidi sono stati registrati nella coorte con apremilast e in quella senza apremilast. Il tasso di incidenza (intervallo di confidenza al 95%) per 1000 anni-persona di infezioni opportunistiche e gravi nella coorte esposta ad apremilast (64 [40-102]) è stato simile ai tassi di incidenza nelle coorti con apremilast orale (50 [42-60]) e con apremilast orale e iniettabile (57 [47-69]), mentre i tassi di incidenza sono stati più bassi nella coorte con solo trattamento iniettabile (20 [10-41]). Le limitazioni includono il numero ridotto di pazienti esposti ad apremilast e la potenziale errata classificazione dell’esposizione, in parte dovuta alla mancanza di informazioni sull’uso di trattamenti biologici e di altre specialità. ConclusioniIn questo studio non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza per apremilast. Questi risultati dimostrano che la sicurezza a lungo termine di apremilast nella psoriasi e nell’artrite psoriasica in un contesto reale è paragonabile a quella riportata negli studi clinici. Bibliografia Persson, R., Cordey, M., Paris, M. et al. Safety of Apremilast in Patients with Psoriasis and Psoriatic Arthritis: Findings from the UK Clinical Practice Research Datalink. Drug Saf (2022). Leggi qui l’articolo completo. - 07/10/2022
- Nota Informativa Importante su Natpar (ormone paratiroideo) Natpar (ormone paratiroideo): interruzione della produzione alla fine del 2024 e aggiornamento sulla carenza relativa al dosaggio da 100 microgrammi/dose polvere e solvente per soluzione iniettabile. Riassunto: La produzione di tutti i dosaggi di Natpar verrà interrotta a livello globale alla fine del 2024, a causa di problemi di produzione irrisolti. Ciò significa che Natpar sarà ritirato dal mercato globale.Oltre il 2024, Takeda intende fornire le dosi disponibili fino ad esaurimento o scadenza delle scorte. Takeda fornirà aggiornamenti prima della data di fine produzione e prima di qualsiasi ulteriore potenziale interruzione della fornitura.La carenza del dosaggio da 100 mcg/dose continuerà fino all’interruzione della produzione. Gli operatori sanitari possono prescrivere un regime di dosaggio alternativo di Natpar, secondo il loro giudizio clinico (vedere i dettagli di seguito).Quando si cambia il dosaggio o si interrompe Natpar, è essenziale monitorare attentamente i livelli di calcio sierico e monitorare i pazienti per segni e sintomi di ipocalcemia, regolando attentamente la vitamina D attiva e le dosi supplementari di calcio in tutti i pazienti.Si raccomanda agli operatori sanitari di non avviare nuovi pazienti alla terapia con qualsiasi dosaggio di Natpar. Leggi qui la nota informativa AIFA. Leggi qui l’appendice alla nota. - 05/10/2022
- Nuove raccomandazioni per i medicinali a base di terlipressina nel trattamento della sindrome epatorenale Il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’EMA (PRAC) ha raccomandato nuove misure per la riduzione del rischio di insufficienza respiratoria (gravi difficoltà di respirazione che possono mettere a rischio la vita) e sepsi (condizione nella quale batteri e tossine batteriche circolano nel sangue, causando danno d’organo) conseguente all’uso di medicinali a base di terlipressina in pazienti con sindrome epatorenale di tipo 1 (Hepatorenal syndrome, HRS-1) (problemi renali in pazienti con malattia epatica avanzata). Le nuove misure includono l’aggiornamento delle informazioni del prodotto con l’avvertenza di evitare l’uso di medicinali a base di terlipressina in pazienti con malattia epatica acuta insorta su malattia epatica cronica avanzata (malattia epatica che peggiora improvvisamente) o con insufficienza renale avanzata. I pazienti con problemi respiratori devono essere trattati per tali condizioni prima di iniziare terlipressina. Durante e dopo il trattamento è necessario monitorare nei pazienti la comparsa di segni e sintomi di insufficienza respiratoria e di infezione. Inoltre, gli operatori sanitari possono prendere in considerazione la somministrazione di medicinali a base di terlipressina in infusione continua in vena (fleboclisi) in alternativa alla somministrazione mediante iniezione in bolo (dose completa iniettata in una volta sola) in quanto ciò può ridurre il rischio di gravi effetti collaterali. Le raccomandazioni fanno seguito ad una revisione dei dati disponibili condotta dal PRAC, compresi i risultati di uno studio clinico su pazienti con HRS-1 che suggerivano che i pazienti trattati con medicinali a base di terlipressina avevano maggiori probabilità di manifestare e morire per disturbi respiratori entro 90 giorni dalla prima dose rispetto a quelli a cui era stato somministrato il placebo (un trattamento fittizio). Sebbene l’insufficienza respiratoria sia un effetto indesiderato noto della terlipressina, la frequenza osservata nello studio è stata superiore (11%) rispetto a quella precedentemente riportata nelle informazioni del prodotto. Inoltre, lo studio ha riportato episodi di sepsi nel 7% dei pazienti trattati con terlipressina a fronte di nessun episodio insorto nel gruppo placebo. Uno dei limiti di questi dati è rappresentato dalla differenza di utilizzo della terlipressina negli studi clinici rispetto alla pratica clinica. Tenendo in considerazione i limiti e altri dati disponibili, e dopo aver consultato un gruppo di esperti nel campo della sindrome epatorenale, il PRAC ha concluso che sono necessarie nuove misure per garantire che i benefici dei medicinali a base di terlipressina continuino a superare i rischi. Leggi qui il comunicato EMA. - 03/10/2022
- Highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 26 – 29 settembre 2022 AIFA rende disponibile in allegato un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 26-29 settembre 2022. Di seguito una sintesi dei principali argomenti: Codeina e ibuprofene: il PRAC aggiunge delle avvertenze per gravi danni renali e gastrointestinaliIl PRAC ha raccomandato una modifica delle informazioni del prodotto dei medicinali contenenti l’associazione codeina e ibuprofene, per inserire l’avvertenza di gravi danni, inclusa la morte, in particolare se assunta per periodi prolungati a dosi superiori a quelle raccomandate. La codeina con l’ibuprofene è un’associazione di due medicinali, un oppioide (codeina) e un antinfiammatorio (ibuprofene), indicati nel trattamento del dolore. L’uso ripetuto di codeina con ibuprofene può portare a dipendenza (assuefazione) e abuso a causa del componente codeina. Il comitato ha esaminato diversi casi di tossicità renale, gastrointestinale e metabolica che sono stati segnalati in associazione ai casi di abuso e dipendenza con la combinazione codeina e ibuprofene, alcuni dei quali sono stati fatali. Il PRAC ha individuato che, l’associazione codeina con ibuprofene se assunta a dosi superiori a quelle raccomandate o per un periodo di tempo prolungato, può causare danni ai reni, impedendo loro di rimuovere correttamente gli acidi dal sangue tramite le urine (acidosi tubulare renale).Il malfunzionamento dei reni può anche causare livelli molto bassi di potassio nel sangue (ipokaliemia), che a loro volta possono causare sintomi come debolezza muscolare e stordimento. Pertanto, l’acidosi tubulare renale e l’ipokaliemia verranno aggiunte alle informazioni del prodotto come nuovi effetti collaterali. Poiché i medicinali contenenti l’associazione codeina e ibuprofene sono autorizzati a livello nazionale, il PRAC ha concordato dei messaggi chiave per i casi di abuso, dipendenza e rischi di gravi danni, che le autorità nazionali competenti possono utilizzare per la comunicazione agli operatori sanitari e ai pazienti. I pazienti devono essere avvisati di consultare il proprio medico qualora dovessero usare codeina con ibuprofene per un periodo più lungo di quanto raccomandato e/o a dosi superiori a quelle raccomandate. Il PRAC ha inoltre evidenziato che esistono medicinali contenenti codeina con ibuprofene disponibili senza prescrizione medica nell’UE. Poiché la maggior parte di questi casi è stata segnalata in paesi in cui questi medicinali sono dispensati senza prescrizione medica, il PRAC ha ritenuto che lo status di medicinale soggetto a prescrizione medica è la misura di minimizzazione del rischio più efficace per mitigare i danni associati all’abuso e alla dipendenza da questi prodotti. Le raccomandazioni del PRAC, insieme ai messaggi chiave per la comunicazione di sicurezza, saranno inviate alle autorità nazionali competenti che potranno decidere sulla necessità di ulteriori comunicazioni a livello nazionale. Nuove informazioni di sicurezza per gli operatori sanitari Nell’ambito delle raccomandazioni su aspetti relativi alla sicurezza ad altri comitati dell’EMA, il PRAC ha discusso una comunicazione diretta agli operatori sanitari (Nota Informativa Importante NII) contenente informazioni importanti per i medicinali contenenti terlipressina (Nuove raccomandazioni per i medicinali a base di terlipressina nel trattamento della sindrome epatorenale) e il medicinale Imbruvica. Imbruvica (ibrutinib): nuove raccomandazioni a causa dell’aumento del rischio di eventi cardiaciLa Nota Informativa Importante per Imbruvica ha lo scopo di informare gli operatori sanitari di un aumento del rischio di aritmie cardiache fatali e gravi e di insufficienza cardiaca con l’uso di ibrutinib. Imbruvica è un medicinale indicato per il trattamento dei tumori del sangue, il linfoma mantellare, la leucemia linfocitica cronica (LLC) e la macroglobulinemia di Waldenström (nota anche come linfoma linfoplasmocitico). I pazienti con età avanzata, performance status ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group) ≥2 o comorbidità cardiache possono essere maggiormente a rischio di eventi cardiaci, inclusi eventi cardiaci fatali improvvisi. Il PRAC raccomanda di eseguire una valutazione clinica della storia cardiaca e della funzione cardiaca prima di iniziare un trattamento con ibrutinib. Nei pazienti con fattori di rischio per eventi cardiaci, i benefici e i rischi devono essere valutati prima di iniziare il trattamento con il medicinale e si può prendere in considerazione un trattamento alternativo. I pazienti devono essere attentamente monitorati durante il trattamento per segni di deterioramento della funzionalità cardiaca per essere gestiti clinicamente. Ibrutinib deve essere sospeso in caso di nuova insorgenza o peggioramento di insufficienza cardiaca di grado 2 o aritmie cardiache di grado 3. Il trattamento può essere ripreso secondo le nuove raccomandazioni di modifica della dose. La Nota Informativa Importante per Imbruvica sarà inoltrata al comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA. A seguito della decisione del CHMP, la NII sarà diffusa agli operatori sanitari dal titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, secondo un piano di comunicazione concordato, e pubblicata nella pagina Comunicazioni dirette degli operatori sanitari e nelle pagine dei siti delle agenzie degli Stati membri dell’UE riservate a queste comunicazioni. Leggi qui il comunicato EMA. - 03/10/2022
- Corso ECM Farmacovigilanza: Focus sugli anticorpi monoclonali – Federfarma Cagliari – 10 e 24 novembre 2022 Il Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna organizza un nuovo ciclo di corsi ECM a piccoli gruppi. Il corso è rivolto primariamente ai Farmacisti delle Farmacie Territoriali della Città Metropolitana di Cagliari e della Provincia del Sud Sardegna Si svolgerà il 10 e 24 novembre 2022 online con il coordinamento di Federfarma Cagliari. L’argomento del corso riguarda gli anticorpi monoclonali, con una particolare attenzione alle problematiche di sicurezza. Il corso prevede nel primo modulo un’introduzione generale all’argomento sulla “Farmacologia degli anticorpi monoclonali” a cura del Prof. Marco Pistis, Ordinario di Farmacologia presso l’Università degli studi di Cagliari e un approfondimento sulla “Farmacovigilanza degli anticorpi monoclonali” a cura della Dott.ssa Maria Erminia Stochino, responsabile scientifico del CRFV Sardegna. Nel secondo modulo invece verrà analizzato nello specifico il profilo di sicurezza degli anticorpi monoclonali nelle malattie neurologiche, nelle malattie autoimmuni, nelle malattie cardiovascolari e nelle malattie oncologiche a cura dei medici specializzandi in Farmacologia Clinica. Leggi qui il programma del corso ECM. - 29/09/2022
- Sicurezza e tollerabilità del dimetilfumarato, un’analisi dei dati di farmacovigilanza nella regione Sardegna. Introduzione La prima descrizione di un uso medico del DMF risale al 1959, quando il biochimico Schweckendiek ne evidenziò i benefici sulla psoriasi [1]. Nel 1994, la DMF è stata approvata in Germania con il nome commerciale Fumaderm® per il trattamento della psoriasi [2]. Successivamente, sono stati proposti diversi nuovi usi terapeutici, come il trattamento della sclerosi multipla [3]. Attualmente in Europa il DMF è disponibile come Tecfidera®, approvato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) nel 2013 per il trattamento della sclerosi multipla [4] e Skilaren®, approvato nel 2017 per il trattamento della psoriasi [5]. Gli effetti collaterali più frequentemente associati al DMF sono quelli di vampate e disturbi gastrointestinali. Tra gli effetti collaterali meno frequenti vi sono la riduzione del numero di linfociti e i disturbi epatici [6]. Obiettivo Valutare l’andamento delle segnalazioni di reazioni avverse da DMF nella regione Sardegna. Metodi È stata condotta un’analisi sul database della Rete Nazionale di Farmacovigilanza fino al 4 maggio 2022 e per la sola Regione Sardegna, includendo entrambi i medicinali approvati. Sono state calcolate varie frequenze percentuali sulle segnalazioni rilevate. Risultati Sono state rilevate 26 segnalazioni, di cui 22 provenienti da operatori sanitari, 4 da pazienti/cittadini, 22 segnalazioni non gravi e 4 gravi. In 16 segnalazioni su 26 (61%), il tempo di insorgenza (TTO) era inferiore a un mese. 8 pazienti su 26 (31%) avevano meno di 35 anni, 7 pazienti su 26 (27%) avevano più di 50 anni, 19 pazienti erano femmine (73%) e 7 maschi (27%).9 reazioni su 26 (34%) erano caratterizzate da reazioni di ipersensibilità, 7 su 26 (27%) erano reazioni gastrointestinali, una reazione (4%) di linfocitopenia, una reazione con aumento delle transaminasi (4%), una reazione di alopecia (4%). 10 delle segnalazioni (38%) sono state presentate entro novembre 2018, 16 segnalazioni (62%) sono state presentate da agosto 2020 al 4 maggio 2022. Conclusioni Le reazioni avverse segnalate sono suddivise in 3 sottogruppi principali, in linea con i dati della letteratura, e sono stati segnalati anche casi di danno epatico e alopecia. Le reazioni avverse riguardano prevalentemente il sesso femminile e la maggior parte delle reazioni non ha richiesto l’ospedalizzazione. Il divario temporale delle segnalazioni tra la fine del 2018 e la metà del 2020 potrebbe essere oggetto di ulteriori indagini per chiarire se è legato ai segnali di farmacovigilanza che hanno portato l’autorità regolatoria europea a ristabilire il rapporto rischio/beneficio per questo farmaco nel 2018. Bibliografia Schweckendiek W, Treatment of psoriasis vulgaris. Med Monatsschr 1959; 13: 103-4.Meissner M, Valesky EM, Kippenberger S, Kaufmann R. Dimethyl fumarate – only an anti-psoriatic medication? J Dtsch Dermatol Ges 2012; 10: 793-801.Papadopoulou A, D’Souza M, Kappos L, Yaldizli O. Dimethyl fumarate for multiple sclerosis. Expert Opin Investig Drugs 2010; 19: 1603-12.European Medicines Agency.Tecfidera initial authorisation. Summary of opinion. 27 November 2013. EMA/167897/2013/Rev 2. https://www.ema.europa.eu/en/documents/smop-initial/chmp-summary-positive-opinion-tecfidera_en.pdfSkilarence 30mg, 120mg gastro-resistant tablets. Summary of product characteristics, EU. Almirall SA, June 2017.MS AUSTRALIA, Treatments for MS: TECFIDERA® (dimethyl fumarate) (PDF), https://www.msaustralia.org.au/ November 2013. - 27/09/2022
- Vaccini Covid-19 e disturbi mestruali: report del Centro Regionale Sardo di Farmacovigilanza Introduzione I vaccini anti-Covid approvati in Italia sono: Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria, Janssen, Nuvaxovid. Al 26 marzo 2022 sono stati raccolti nella Banca Dati Nazionale di Farmacovigilanza 134.361 eventi avversi a seguito di vaccinazione, il 69% dei quali riguarda le donne [1]. Per quanto riguarda la regione Sardegna, al 12 maggio 2022, le segnalazioni totali sono 3043, il 63,4% riguarda le donne. Nel luglio 2021, l’Agenzia francese del farmaco ha emesso un’allerta sulle segnalazioni riguardanti le alterazioni mestruali [2]. Il PRAC, in seguito alla pubblicazione di nuovi studi, ha recentemente deciso di approfondire l’indagine [3].Uno studio di coorte condotto negli Stati Uniti, che ha confrontato la durata del ciclo in una coorte vaccinata rispetto a una coorte non vaccinata, ha mostrato una differenza statisticamente significativa [4]. Uno studio britannico caso-controllo ha rilevato che il 20% della popolazione inclusa ha riferito cambiamenti mestruali, con un’incidenza maggiore nei soggetti con una storia di infezione da Covid [5]. Uno studio norvegese ha mostrato risultati simili [6]. Obiettivo Descrivere gli eventi avversi relativi ai disturbi mestruali nella popolazione sarda vaccinata contro Covid-19. Metodi Abbiamo analizzato le segnalazioni di sospette reazioni avverse presenti nella Banca Dati Nazionale di Farmacovigilanza relativa alla regione Sardegna, dal 27 dicembre 2020 al 30 aprile 2022, abbiamo estratto quelle riguardanti le alterazioni del ciclo mestruale dopo la somministrazione del vaccino Covid-19. Risultati Sono state raccolte 78 segnalazioni riferite a tutte e tre le somministrazioni previste. La maggior parte riguardava la Comirnaty, con 56 segnalazioni: 51 erano non gravi, riguardanti cicli mestruali anomali per lunghezza e flusso, amenorrea, dismenorrea; cinque casi sono stati considerati gravi, ma vi erano associati altri eventi avversi (reazioni di ipersensibilità, disturbi autoimmuni, miocardite in un caso). Sei segnalazioni sono state riferite per Vaxevria, con manifestazioni simili a quelle di Comirnaty; in un caso la paziente era trattata con Tamoxifene. Sedici casi sono stati segnalati per Spikevax, con un episodio di sanguinamento in una paziente in menopausa da tre anni. In un caso, la paziente (portatrice di IUD) ha riportato disturbi mestruali in seguito a tutte e tre le somministrazioni del vaccino (due Comirnaty, una Spikevax). Conclusioni La diversa distribuzione delle segnalazioni tra i vaccini può essere spiegata dall’aumento della somministrazione di Comirnaty nella popolazione generale e dalla graduale eliminazione di Vaxzevria. I disturbi mestruali sono comuni e possono essere correlati a diverse condizioni, anche se un legame con i vaccini Covid è plausibile, come evidenziato da studi recenti [4-6] e come già osservato per altri vaccini. In particolare, la forte risposta del sistema immunitario creata dai vaccini a mRNA può influenzare l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, che regola il ciclo mestruale. Bibliografia Eleventh AIFA Report on the surveillance of anti-COVID-19 vaccines, Italy, 2022. https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_11.pdfAgence Nationale de Sécurité du Médicament et des Produits de Santé (ANSM) Point de situation sur la surveillance des vaccins contre le COVID-19 – Période du 23/07/2021 au 29/07/2021, France, 2021. https://ansm.sante.fr/actualites/point-de-situation-sur-la-surveillance-des-vaccins-contre-la-covid-19-periode-du-23-07-2021-au-29-07-2021Meeting highlights from the Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) 7 – 10 February 2022 | European Medicines Agency. https://www.ema.europa.eu/en/news/meeting-highlights-pharmacovigilance-risk-assessment-committee-prac-7-10-february-2022Edelman A, Boniface ER, Benhar E, Han L, Matteson KA, Favaro C, Pearson JT, Darney BG. Association Between Menstrual Cycle Length and Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) Vaccination: A U.S. Cohort. Obstet Gynecol. 2022; 139: 481-9.Alvergne A, Kountourides GM, Argentieri A, et al. COVID-19 vaccination and menstrual cycle changes: A United Kingdom (UK) retrospective case-control study. MedRxiv preprint, 2022. https://doi.org/10.1101/2021.11.23.21266709Trogstad L. Increased Occurrence of Menstrual Disturbances in 18- to 30-Year-Old Women after COVID-19 Vaccination, 2022. Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3998180 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3998180 - 27/09/2022
- Segnalazione di ADR da cittadino: analisi dei dati della Regione Sardegna Introduzione La legislazione europea sulla farmacovigilanza è stata modificata con l’adozione del Regolamento UE 2010/1235 [1], che ha introdotto cambiamenti significativi nella partecipazione attiva dei pazienti e degli operatori sanitari al processo di segnalazione delle reazioni avverse ai farmaci (ADR). Negli ultimi anni si è affermata in tutto il mondo una nuova tendenza che consente ai pazienti di segnalare direttamente le ADR alle autorità nazionali di farmacovigilanza [2]. Il consumatore, definito come un professionista non sanitario, è ora considerato anche una fonte di informazioni sulla sicurezza di un medicinale [3]. Obiettivo Identificare la numerosità e il livello di coinvolgimento dei cittadini nella segnalazione delle ADR in Sardegna. Metodi Abbiamo estratto i dati della Regione Sardegna tramite la piattaforma Vigisegn, dal 2013 al 2021, per le ADR, stratificati per anno e qualifica del segnalatore. Le ADR sono state analizzate anche per gravità, esito, SOC (System Organ Classification) e ATC2 (Anatomical Therapeutic Chemical Classification System, livello 2). Risultati In Sardegna, dal 2013 al 2021, sono state registrate 6.591 segnalazioni di ADR, di cui 1093 (17%) da parte di cittadini. Tra queste segnalazioni, il 75% è stato classificato come “non grave” e il 37% si è risolto completamente. Dal 2013 al 2021, la partecipazione dei cittadini alla segnalazione di ADR è cambiata in modo significativo, passando dall’1% al 26%. In questo periodo, la maggior parte delle SOC segnalate dai cittadini sono state “Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione” (596), “Patologie del sistema nervoso” (421), “Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo” (328). Per quanto riguarda la SOC “Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella”, è stato registrato un aumento significativo delle segnalazioni: dallo 0% nel 2013 al 73% nel 2021. In questo periodo, la segnalazione da parte del cittadino di patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella ha costituito il 49% delle segnalazioni totali. In termini assoluti, il vaccino ATC J07 è stato il più segnalato dai cittadini con 799 segnalazioni (2737 nel 2021). Le segnalazioni dei cittadini per i farmaci omeostatici del calcio (H05) rappresentano l’81% (48 ADR) delle segnalazioni totali per questo ATC. Conclusioni L’aumento delle segnalazioni da parte dei cittadini nel 2017 e nel 2021 può essere ricondotto alle attività di informazione del Centro Regionale a seguito dell’introduzione dell’obbligo vaccinale e della campagna di sensibilizzazione per i vaccini Covid-19. Tale aumento riflette la crescente importanza della farmacovigilanza tra i cittadini, il che significa che un numero sempre maggiore di cittadini ha ormai acquisito gli strumenti necessari per la segnalazione delle ADR, diventando così una fonte significativa di informazioni sulla sicurezza di farmaci e vaccini. Bibliografia https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:32010R1235&from=ENInácio P, Cavaco A, Airaksinen M. The value of patient reporting to the pharmacovigilance system: systematic review. Br J Clin Pharmacol 2017; 83: 227-246.Sienkiewicz K, Burzyńska M, Rydlewska-Liszkowska I, Sienkiewicz J, Gaszyńska E. The Importance of Direct Patient Reporting of Adverse Drug Reactions in the Safety Monitoring Process. Int J Environ Res Public Health 2021; 19: 413. - 27/09/2022
- Dichiarazione EMA-HMA sull’intercambiabilità dei medicinali biosimilari nell’UE L’EMA e l’HMA (Heads of Medicines Agencies, la rete dei Direttori delle Agenzie per i Medicinali) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta confermando che i medicinali biosimilari approvati nell’Unione europea (UE) sono intercambiabili con il medicinale di riferimento o con un biosimilare equivalente. Sebbene l’intercambiabilità dei biosimilari sia già in uso in molti Stati membri, questa posizione comune armonizza l’approccio dell’UE. Inoltre, chiarisce molti aspetti agli operatori sanitari e permette a un maggior numero di pazienti di avere accesso ai medicinali biologici in tutta l’UE. Un biosimilare è un medicinale biologico molto simile a un altro medicinale biologico già approvato (“medicinale di riferimento”). L’intercambiabilità in questo contesto significa che il medicinale di riferimento può essere sostituito da un biosimilare senza che il paziente subisca modifiche in termini di effetto clinico. Leggi qui il comunicato EMA. Leggi qui la dichiarazione congiunta EMA-HMA. - 27/09/2022
- L’EMA raccomanda l’autorizzazione all’immissione in commercio standard per i vaccini anti-COVID-19 Comirnaty e Spikevax Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di convertire le autorizzazioni all’immissione in commercio subordinate a condizioni dei vaccini anti-COVID-19 Comirnaty (vaccino di BioNTech/Pfizer) e Spikevax (vaccino di Moderna) in autorizzazioni all’immissione in commercio standard, che non dovranno più essere rinnovate annualmente. Restano in vigore tutti gli altri obblighi in capo alle aziende titolari. Entrambi i vaccini hanno ottenuto un’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni al momento della loro iniziale autorizzazione . Ciò ha imposto alle aziende l’obbligo di presentare i risultati delle sperimentazioni cliniche in corso e di fornire dati aggiuntivi sulla qualità farmaceutica del vaccino alla luce dell’aumento previsto della produzione. Tali sperimentazioni e studi aggiuntivi, compresi gli studi osservazionali, hanno fornito dati rassicuranti su aspetti chiave come la capacità dei vaccini di prevenire la forma severa di COVID-19. Inoltre, le aziende hanno fornito tutti i dati supplementari richiesti sulla qualità farmaceutica dei vaccini. Tenendo conto della totalità dei dati disponibili sull’efficacia e sulla sicurezza derivanti dall’ampio utilizzo di tali vaccini, gli obblighi specifici non sono più considerati essenziali per confermare il rapporto beneficio/rischio positivo, il che ha consentito di passare da un’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni a un’autorizzazione all’immissione in commercio standard. Le autorizzazioni all’immissione in commercio subordinate a condizioni sono riesaminate annualmente. Il CHMP ne ha raccomandato la conversione in autorizzazioni all’immissione in commercio standard come risultato della seconda procedura annuale di rinnovo. La presente raccomandazione riguarda i vaccini Comirnaty e Spikevax già autorizzati e le relative versioni adattate presenti e future, compresi i vaccini Comirnaty Original/Omicron BA.1, Comirnaty Original/Omicron BA.4/5 e Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1. Come per qualsiasi medicinale, Comirnaty e Spikevax continuano a essere attentamente monitorati. L’EMA continuerà a valutare tempestivamente eventuali nuovi dati e a intervenire per proteggere i pazienti, se necessario. Leggi qui la nota informativa EMA. - 27/09/2022
- Nota Informativa Importante su NULOJIX (belatacept) NULOJIX (belatacept): Ulteriore estensione della restrizione temporanea nella fornitura fino al III trimestre 2023. Riassunto: La restrizione temporanea nella fornitura di Nulojix (belatacept) sarà ulteriormente estesa fino al terzo trimestre 2023.A causa della carenza della fornitura, è possibile prescrivere Nulojix ai nuovi pazienti solo se sono soddisfatti i seguenti criteri: 1. Nulojix sia la migliore scelta terapeutica per il paziente;2. Bristol Myers Squibb s.r.l Italia abbia confermato che le scorte sono sufficienti sia per i nuovi pazienti che per quelli già in trattamento.Prima di iniziare il trattamento con Nulojix in nuovi pazienti, quindi, deve essere contattato il servizio Medical Information di Bristol Myers Squibb per confermare che siano disponibili scorte adeguate del prodotto (vedere i contatti di seguito).In data 12 settembre 2022 è stata inviata una comunicazione agli operatori sanitari circa la distribuzione di Nulojix prodotto secondo il nuovo processo di produzione (noto anche come Processo E) che è stato implementato da metà settembre 2022. Questa comunicazione include specifiche istruzioni circa l’uso del prodotto. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 27/09/2022
- Synchron Research Service: il riesame conferma la sospensione di medicinali a causa di irregolarità negli studi Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha confermato la propria raccomandazione di sospendere le autorizzazioni all’immissione in commercio (AIC) di vari medicinali generici testati da Synchron Research Services, un’Organizzazione di ricerca a contratto (CRO) con sede ad Ahmedabad, in India. Con ciò si conclude la richiesta di riesame presentata dai titolari AIC di alcuni dei medicinali interessati. Il CHMP ha adottato la propria inziale raccomandazione nel maggio 2022, dopo che erano state riscontrate irregolarità nel modo in cui la CRO aveva condotto gli studi di bioequivalenza, il che aveva sollevato gravi preoccupazioni circa il sistema di gestione della qualità dell’azienda e l’affidabilità dei dati provenienti da tale sito. Gli studi di bioequivalenza sono condotti per dimostrare che un medicinale generico rilascia nell’organismo la stessa quantità di principio attivo del medicinale di riferimento. Il CHMP ha concluso che per la maggior parte dei medicinali non erano disponibili dati di bioequivalenza adeguati provenienti da altre fonti, per cui ne ha raccomandato la sospensione. Per un numero limitato di medicinali generici autorizzati erano invece disponibili dati di bioequivalenza adeguati provenienti da altre fonti, per cui tali medicinali possono continuare a essere commercializzati nell’UE. Durante il riesame, il CHMP ha rilevato che per otto medicinali sono disponibili dati di bioequivalenza adeguati derivanti da uno studio alternativo. Pertanto, l’autorizzazione all’immissione in commercio per tali medicinali può essere mantenuta. A seguito del parere iniziale e del riesame del CHMP, è stata confermata la raccomandazione di sospendere circa 100 medicinali per i quali mancano adeguati dati di bioequivalenza. Per poter revocare la sospensione, le aziende dovranno fornire dati alternativi che dimostrino la bioequivalenza dei loro prodotti. I medicinali, le cui domande di AIC in corso si basano esclusivamente sui dati provenienti da Synchron Research Services, non saranno autorizzati nell’UE. Sul sito web dell’EMA è disponibile l’elenco aggiornato dei medicinali interessati dalla procedura. Poiché alcuni dei medicinali di cui è stata raccomandata la sospensione potrebbero essere essenziali (ad esempio a causa della mancanza di alternative disponibili) in un determinato Stato membro dell’UE, le autorità nazionali possono rinviare temporaneamente la sospensione nell’interesse dei pazienti. Gli Stati membri dovranno inoltre stabilire se nel rispettivo territorio è necessario procedere al ritiro dei medicinali in questione. L’EMA e le autorità nazionali continueranno a collaborare strettamente per garantire che gli studi sui medicinali dell’UE siano condotti secondo gli standard più elevati e che le aziende rispettino tutti gli aspetti delle norme di buona pratica clinica (GCP). Se le aziende non rispettano gli standard richiesti, le autorità adotteranno tutte le misure necessarie per garantire l’integrità dei dati utilizzati ai fini approvazione dei medicinali nell’UE. La raccomandazione del CHMP sarà trasmessa alla Commissione europea, la quale adotterà a tempo debito una decisione finale giuridicamente vincolante. Leggi qui il comunicato EMA. - 27/09/2022
- Sorveglianza della sicurezza dei farmaci in età pediatrica: un’analisi decennale dei dati di segnalazione delle reazioni avverse ai farmaci in Calabria (Italia). IntroduzioneLa scarsità di studi clinici pediatrici ha fatto sì che molti farmaci vengano frequentemente prescritti ai bambini senza l’autorizzazione all’uso in pediatria, con conseguente aumento del rischio di reazioni avverse ai farmaci. I database di farmacovigilanza rimangono, tra gli altri, uno strumento prezioso per valutare la sicurezza dei farmaci pediatrici nel contesto reale. ObiettivoL’obiettivo è stato quello di caratterizzare le reazioni avverse ai farmaci in età pediatrica segnalate nel database italiano di farmacovigilanza proveniente dalla regione Calabria (Italia meridionale) nell’arco di 10 anni. MetodiSono stati estratti tutti gli Individual Case Safety Report (ICSR) relativi a soggetti di età inferiore ai 18 anni dal 2010 al 2019. Sono stati esclusi gli ICSR duplicati e quelli relativi ai vaccini. Le ICSR rimanenti sono state analizzate in relazione ai dati demografici dei pazienti, ai farmaci sospetti e alla categoria di reazioni avverse ai farmaci in diversi gruppi di età. RisultatiTra i 6529 ICSR selezionati, sono stati analizzati 395 ICSR pediatrici corrispondenti a 556 reazioni avverse ai farmaci. Dal 2010 al 2015 è stato osservato un numero crescente di ICSR, ma il tasso di segnalazione è diminuito dopo il 2015. La percentuale più alta di ICSR riguardava bambini e adolescenti. Circa il 52% delle ICSR ha coinvolto ragazzi: una tendenza osservata in tutti i gruppi di età, esclusi i neonati. Sessanta ICSR erano gravi e tra queste il 75% ha richiesto il ricovero in ospedale, soprattutto nei bambini e negli adolescenti. La maggior parte delle ICSR è stata emessa da medici (64,1%), seguiti da altri operatori sanitari (22,5%) e farmacisti (9,9%). Gli agenti antinfettivi per uso sistemico e i disturbi cutanei sono stati, rispettivamente, il gruppo di farmaci e la categoria di reazioni avverse più frequentemente segnalati. ConclusioniQuesto studio fornisce una panoramica delle reazioni avverse ai farmaci segnalate nella popolazione pediatrica della regione Calabria e sottolinea la necessità di rafforzare la sorveglianza in specifici sottogruppi di età e su determinati farmaci in relazione al loro modello di utilizzo. Bibliografia Leporini, C., De Sarro, C., Palleria, C. et al. Pediatric Drug Safety Surveillance: A 10-Year Analysis of Adverse Drug Reaction Reporting Data in Calabria, Southern Italy. Drug Saf (2022). Leggi l’articolo completo qui. - 20/09/2022
- Efficacia e sicurezza degli anticoagulanti nei pazienti con fibrillazione atriale e storia di cadute o rischio di cadute: una revisione sistematica e una meta-analisi multilivello IntroduzioneLa fibrillazione atriale (FA) è una delle principali cause di ictus. Gli anticoagulanti riducono sostanzialmente il rischio di ictus, ma sono anche associati a un aumento del rischio di sanguinamento. Per questo motivo, molti pazienti non ricevono anticoagulanti, in particolare quelli a rischio di cadute. Questa revisione sistematica e meta-analisi mira a confrontare le opzioni di trattamento anticoagulante per la gestione dei pazienti con fibrillazione atriale a rischio di cadute o con una storia di cadute. MetodiGli autori hanno condotto una revisione sistematica PRISMA (fino a marzo 2022), includendo studi che valutavano la sicurezza e l’efficacia di diversi anticoagulanti (antagonisti della vitamina K [VKA] contro anticoagulanti orali non antagonisti della vitamina K [NOAC]). Gli esiti erano ictus ischemico, emorragia maggiore, emorragia intracranica, ictus emorragico, infarto del miocardio, emorragia gastrointestinale, mortalità cardiovascolare e per tutte le cause. È stata condotta una meta-analisi multilivello aggiustando gli effetti di clustering all’interno degli studi che hanno esaminato più di una dimensione di effetto. RisultatiSono stati identificati 919 articoli, 848 dopo aver rimosso i duplicati. Sono stati esaminati i testi completi di 155 articoli e 10 sono stati selezionati per la sintesi quantitativa finale. Il rischio di bias era da moderato a grave per gli studi inclusi. Nella meta-analisi, i NOAC sono stati associati a un’efficacia superiore rispetto ai VKA per l’ictus ischemico/l’embolia sistemica (hazard ratio [HR] 0,82, 95% confidence interval [CI] 0,69-0,98; p < 0,05) e alla sicurezza (HR 0,53, 95% CI 0,40-0,71; p < 0,05) per l’emorragia intracranica. Non sono state riscontrate differenze in altri esiti. ConclusioneI NOAC sono stati associati a meno emorragie intracraniche e ictus ischemici/embolie sistemiche rispetto ai VKA nei pazienti con FA a rischio di cadute. Questi risultati, che suggeriscono un uso preferenziale dei NOAC rispetto ai VKA, hanno implicazioni cliniche per medici, pazienti e politici. Bibliografia Galvain, T., Hill, R., Donegan, S. et al. Efficacy and Safety of Anticoagulants in Patients with Atrial Fibrillation and History of Falls or Risk of Falls: A Systematic Review and Multilevel Meta-Analysis. Drug Saf (2022). Leggi l’articolo completo qui. - 20/09/2022
- AIFA autorizza il vaccino bivalente Comirnaty Original per le varianti Omicron BA.4-5 La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA, nella riunione del 14 settembre 2022, ha deciso di rendere disponibile l’utilizzo del vaccino bivalente Comirnaty Original/Omicron BA.4-5, approvato da EMA, come dose booster per tutti i soggetti previsti dall’indicazione autorizzata. La CTS ribadisce che la popolazione a maggior rischio di sviluppare malattia grave, per la quale quindi la dose booster è raccomandata in via prioritaria, è rappresentata dai soggetti che presentano fattori di rischio e dagli over 60. Tutti gli altri soggetti possono comunque vaccinarsi con la dose booster su consiglio del medico o come scelta individuale. Secondo il parere della CTS, al momento non ci sono elementi per esprimere un giudizio preferenziale nei confronti dei diversi vaccini bivalenti disponibili (ceppo originario BA.1 e BA.4-5): tutti aumentano la protezione contro diverse varianti e aiutano a mantenere una protezione ottimale contro il COVID-19. Anche il vaccino bivalente BA.1, infatti, si è mostrato in grado di indurre, nei confronti della variante BA.5, una risposta anticorpale maggiore rispetto a quella del vaccino originario. In conclusione, entrambi i vaccini BA.1 e BA.4-5 possono essere raccomandati in via prioritaria come richiamo per tutti i soggetti di età maggiore di 60 anni o che presentano fattori di rischio. Leggi qui il comunicato AIFA. - 20/09/2022
- Previsione quantitativa della probabilità di eventi avversi dovuti a interazioni farmacocinetiche La iatrogenicità dovuta alle interazioni farmaco-farmaco non è sufficientemente documentata, a causa dell’elevato numero di combinazioni possibili.Obiettivo Questo studio si proponeva di progettare un metodo semplice ma generale per prevedere la variazione della frequenza degli eventi avversi (AE) dovuti a un’interazione farmacocinetica o farmacodinamica. Metodi Sono stati progettati tre modelli di previsione utilizzando una funzione di densità di probabilità logistica. Ogni modello di previsione era basato su tre componenti: l’odds ratio degli AE di ciascun farmaco della combinazione e il rapporto dell’area sotto la curva (Rauc) dell’interazione farmacocinetica, se presente. L’interazione farmacodinamica è stata assunta come additiva su scala logit. Rauc è stato previsto utilizzando un modello meccanicistico statico ben validato, disponibile gratuitamente online. Non è richiesto alcuno studio di associazione. Il metodo è stato valutato rispetto a un’ampia gamma di AE (28 High Level Terms) e a 211 combinazioni di farmaci (che coinvolgevano 43 farmaci e 55 responsabili), confrontando le frequenze osservate e previste. Gli odds ratio osservati sono stati stimati con un’analisi di sproporzionalità dal sistema di segnalazione degli eventi avversi della FDA, utilizzando un approccio che minimizza i pregiudizi. Risultati Con il modello migliore, il tasso di predizione considerato corretto (entro il 50-200% del valore osservato) è stato del 72%,e il bias è stato trascurabile (-5%). L’odds ratio di AE dovuto alle interazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche è stato previsto altrettanto bene.Conclusioni Viene proposto un semplice flusso di lavoro per implementare il metodo nella pratica. Questo metodo può aiutare a prevedere econseguenze dannose associate alle interazioni farmaco-farmaco, praticamente senza costi sperimentali, quando l’odds ratio di una AE è nota per ogni singolo farmaco e il rapporto AUC è noto o previsto da un modello adeguato. Bibliografia Tod M, et al. Quantitative Prediction of Adverse Event Probability Due to Pharmacokinetic Interactions. Drug Saf. 2022 Jul;45(7):755-764. Leggi qui l’abstract dell’articolo. - 14/09/2022
- L’EMA raccomanda l’approvazione del vaccino adattato contro le varianti di Omicron BA.4 e BA.5 e il ceppo originario di SARS-CoV-2 Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha raccomandato l’autorizzazione di un vaccino bivalente adattato contro le sottovarianti di Omicron BA.4 e BA.5, oltre al ceppo originario del virus SARS-CoV-2. La raccomandazione amplierà ulteriormente il numero di vaccini a disposizione per proteggere le persone contro COVID-19, visto il perdurare della pandemia e considerate le nuove ondate di infezioni che si prevedono per la stagione autunnale e invernale. Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 deve essere utilizzato nelle persone a partire dai 12 anni di età che abbiano ricevuto almeno la vaccinazione primaria contro COVID-19. Si tratta di una versione adattata del vaccino a mRNA anti-COVID-19 Comirnaty di Pfizer/BioNTech. I vaccini vengono adattati per contrastare in modo più efficace le varianti in circolazione del virus SARS-CoV-2 e si prevede che forniscano una protezione più ampia contro diverse varianti. Una valutazione tempestiva dei dati disponibili su tali vaccini permetterà di disporre prontamente di vaccini adattati già per le campagne di vaccinazione autunnali. Nella decisione di raccomandare l’autorizzazione di Comirnaty Original/Omicron BA.4-5, il CHMP ha tenuto conto di tutti i dati a disposizione su Comirnaty e i relativi vaccini adattati, compreso il vaccino adattato di recente autorizzazione, Comirnaty Original/Omicron BA.1, e i vaccini sperimentali diretti contro altre varianti di preoccupazione. Il CHMP ha basato il proprio parere sui dati clinici disponibili per Comirnaty Original/Omicron BA.1. Ad eccezione di mRNA corrispondenti a sottovarianti di Omicron diverse, ma strettamente correlate, Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 e Comirnaty Original/Omicron BA.1 presentano la stessa composizione. Gli studi clinici con Comirnaty Original/Omicron BA.1 hanno mostrato che il vaccino adattato era più efficace nell’indurre una risposta immunitaria contro la sottovariante BA.1 rispetto a Comirnaty, ed era efficace come quest’ultimo nei confronti del ceppo originario. Gli effetti indesiderati erano simili a quelli osservati con Comirnaty. Tale conclusione è stata inoltre supportata dai dati derivanti dai vaccini sperimentali diretti contro altre varianti, i quali hanno anche loro mostrato di avere profili di sicurezza simili e risposte immunitarie prevedibili contro i ceppi bersaglio. Il parere del CHMP relativo a Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 si basa altresì sui dati relativi alla qualità e al processo di produzione, stando ai quali il vaccino rispetta gli standard di qualità dell’UE. Inoltre, i dati di immunogenicità (ossia la capacità del vaccino di indurre una risposta immunitaria) derivanti dagli studi di laboratorio (non clinici) hanno dimostrato che Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 offre un livello adeguato di immunità contro i ceppi bersaglio. Sulla base di tutti questi dati il CHMP ha concluso che si prevede che Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 sia più efficace rispetto a Comirnaty nel generare una risposta immunitaria contro le sottovarianti BA.4 e BA.5. Si prevede inoltre che il profilo di sicurezza sia comparabile a quello di Comirnaty Original/Omicron BA.1 e dello stesso Comirnaty, per il quale è disponibile una quantità di dati notevole. Gli studi clinici con Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 sono tuttora in corso e il CHMP riceverà i nuovi dati non appena saranno disponibili. Il parere del CHMP su Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 sarà trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale. Leggi qui il parere dell’EMA. - 13/09/2022
- AIFA: vaccini influenzali per la stagione 2022-2023 È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Determina dell’AIFA che autorizza l’aggiornamento, per la stagione 2022-2023, della composizione dei vaccini influenzali autorizzati secondo procedura di mutuo riconoscimento e decentrata (Determina AAM/PPA n. 652/2022). Sono inoltre autorizzati i vaccini influenzali approvati secondo la procedura registrativa centralizzata coordinata dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). La composizione di tutti i vaccini influenzali per la stagione 2022-2023 segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Comitato per i Medicinali per Uso umano (CHMP) dell’EMA. La Circolare del Ministero della Salute “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2022-2023” del 6 luglio 2022 prevede che, per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è quello autunnale, generalmente a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre.Vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, il documento del Ministero della Salute raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall’inizio di ottobre e offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione. La protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e perdura per un periodo di sei/otto mesi per poi decrescere. Per tale motivo, poiché i ceppi virali in circolazione possono mutare, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale. Oltre alle misure di protezione e cura basate su vaccinazioni e all’eventuale uso di farmaci antivirali, una misura importante nel limitare la diffusione dell’influenza è rappresentata da una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie (ad esempio lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; coprire la bocca e il naso con un fazzoletto quando si tossisce e starnutisce e poi gettarlo nella spazzatura; aerare regolarmente le stanze in cui si soggiorna). L’AIFA invita a segnalare le sospette reazioni avverse che si verificassero dopo la somministrazione di un vaccino, in quanto le segnalazioni contribuiscono al monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio dei vaccini come di ogni altro medicinale. Si ricorda che gli operatori sanitari sono tenuti a segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa osservata. È inoltre possibile effettuare una segnalazione spontanea di sospetta reazione avversa secondo una delle modalità indicate nella sezione dedicata del portale AIFA. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. Determina AIFA. Vaccini approvati per la stagione 2022/2023. - 13/09/2022
- Nota Informativa Importante su NULOJIX (belatacept) Con l’implementazione di un nuovo processo produttivo, la dose di mantenimento per NULOJIX (belatacept) sarà modificata a 6 mg/kg ogni 4 settimane. Per circa uno o due mesi a partire da metà settembre 2022, NULOJIX coesisterà sul mercato con il precedente e con il nuovo processo di produzione. Gli operatori sanitari devono controllare con attenzione la dose da somministrare per il prodotto specifico, per fare gli aggiustamenti appropriati per il calcolo del dosaggio in base al peso. Il dosaggio durante la fase di induzione (cioè i primi 4 mesi dopo il trapianto) è invariato (10 mg/kg). Leggi qui la nota AIFA. - 13/09/2022
- FANS per uso sistemico: richiesta di modifica stampati per l’uso in gravidanza L’AIFA ricorda alle Aziende titolari di AIC di medicinali a base di antiinfiammatori non steroidei (FANS) per uso sistemico, sia come monocomponenti che in associazione, autorizzati con procedure nazionali o per le quali l’Italia agisca come RMS, di aggiornare gli stampati in accordo alle raccomandazioni del CMDh (Co-ordination group for Mutual recognition and Decentralised procedures – human) “NSAID-containing medicinal products (for systemic use) and use during pregnancy” accessibili dai “Link correlati”. A tal fine, i titolari di AIC di medicinali menzionati dovranno presentare una domanda di variazione all’Ufficio Procedure post autorizzative dell’AIFA, ai sensi del Regolamento CE n°1234/2008 e s.m.i.. Qualora le informazioni del prodotto attualmente autorizzate contengano avvertenze più restrittive sull’uso in gravidanza rispetto a quelle riportate nel comunicato del CMDh, le avvertenze più restrittive dovranno essere mantenute. Ulteriori chiarimenti sulle modalità di presentazione delle domande e i testi (in lingua inglese) da implementare nelle Informazioni del Prodotto (RCP e FI) sono disponibili nel comunicato del CMDh.Nella domanda di variazione dovrà essere precisato che la richiesta proviene dall’Ufficio di Farmacovigilanza. Qualora la variazione menzionata sia stata già presentata, si prega di non tenere conto di questa comunicazione; in caso contrario si richiede alle aziende che non abbiano ancora ottemperato, di procedere con la presentazione della variazione entro le tempistiche riportate nel comunicato. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. Leggi qui la nota di sicurezza EMA. - 13/09/2022
- COVID-19: raccomandazioni sull’uso dei vaccini adattati Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta (disponibile nei documenti correlati) in cui hanno fornito considerazioni di salute pubblica aggiornate sull’uso dei vaccini anti-COVID-19 adattati e di recente autorizzazione, a supporto delle campagne vaccinali previste per l’autunno e l’inverno. Negli ultimi giorni sono stati approvati nell’UE due nuovi vaccini aggiornati, Comirnaty Original/Omicron BA.1 e Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1. Poiché il virus SARS-CoV-2 continua a mutare, i vaccini esistenti vengono adattati per garantire ai cittadini dell’UE una protezione ottimale contro COVID-19. Le due formulazioni bivalenti, destinate ad essere usate come dose di richiamo e di cui è stata raccomandata di recente l’approvazione da parte dell’EMA, estendono l’immunità contro le varianti di preoccupazione, in particolare Omicron e le relative sottovarianti. Esporre il sistema immunitario alle varianti più recenti del virus, in modo che possa riconoscere quelle successive, è fondamentale per ampliare la risposta immunitaria. Leggi qui il comunicato EMA. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 13/09/2022
- Gestione terapeutica del danno epatico indotto da farmaci idiosincratico e dell’epatotossicità da paracetamolo nella popolazione pediatrica: una revisione sistematica Il danno epatico indotto da farmaci è un evento avverso raro ma grave che può progredire in insufficienza epatica acuta. Le prove per il trattamento del danno epatico indotto da farmaci nei bambini sono scarse. In questo articolo è stata rivista in modo completo la letteratura disponibile sulle terapie sia per il sovradosaggio da paracetamolo che per il danno epatico indotto da farmaci idiosincratico nella popolazione pediatrica. Sono stati inclusi articoli originali condotti in una popolazione pediatrica (< 18 anni) in cui è stato descritto un intervento terapeutico per gestire il sovradosaggio di paracetamolo o danno epatico indotto da farmaci idiosincratico. I risultati sono stati riassunti in base ai gruppi di età (neonato pretermine, neonati a termine e post termine, neonati, bambini e adolescenti). Complessivamente, sono state incluse 25 pubblicazioni (15 case report, 6 serie di casi e 4 studi retrospettivi di coorte), tra cui un totale di 140 casi di danno epatico indotto da farmaci pediatrici, dai neonati prematuri agli adolescenti. N-acetilcisteina è stato usato per trattare 19 casi di sovradosaggio di paracetamolo. N-acetilcisteina (n = 14), acido ursodesossicolico (n = 3), corticosteroidi (n = 31), carnitina (n = 16) e la combinazione di glicirrizina, glutatione ridotto, poliene fosfatidilcolina e S-adenosilmetionina (n = 31) erano le opzioni terapeutiche per il trattamento del danno epatico indotto da farmaci idiosincratico. Il sistema di ricircolo adsorbente molecolare è stato utilizzato nella gestione del sovradosaggio di paracetamolo (n = 4) o danno epatico indotto da farmaci idiosincratico (n = 2), mentre 20 casi di pediatrici di insufficienza epatica acuta hanno ricevuto una terapia renale sostitutiva continua. Questa revisione sistematica ha identificato il danno epatico indotto da farmaci nella popolazione pediatrica che ha ricevuto un trattamento specifico. Questi interventi sembrano essere principalmente estrapolati da prove di bassa qualità dalla popolazione adulta. Quindi, c’è la necessità di studi di alta qualità per testare l’efficacia di terapie note e nuove per il trattamento del danno epatico indotto da farmaci specificamente indirizzate alla popolazione pediatrica. Bibliografia Niu, H., Atallah, E., Alvarez-Alvarez, I. et al. Therapeutic Management of Idiosyncratic Drug-Induced Liver Injury and Acetaminophen Hepatotoxicity in the Paediatric Population: A Systematic Review. Drug Saf (2022). Leggi l’articolo completo qui - 07/09/2022
- Efficacia clinica e sicurezza degli agenti antivirali prescritti ai pazienti con Covid-19, non ospedalizzati: una review sistematica e metanalisi dei trial randomizzati-controllati In questo studio pubblicato sulla rivista “Viruses” nell’agosto del 2022, gli autori si propongono di confrontare l’efficacia e la sicurezza degli agenti antivirali prescritti per la prevenzione della progressione della malattia da Covid-19 in pazienti non ospedalizzati. Molti pazienti con infezione da SARS-CoV-2 si presentano asintomatici o con una malattia di lieve entità, per cui richiedono un trattamento ambulatoriale, e solo una piccola percentuale sviluppa una forma severa che richiede l’ospedalizzazione. La prevenzione della progressione di malattia può ridurre la morbilità e mortalità per l’infezione da COVID-19. In questo studio gli autori considerano gli articoli presenti sulle piattaforme: PubMed, Web of Science, Embase, Cochrane Library, ClinicalTrials.gov e il registro internazionale degli studi clinici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevedono studi randomizzati-controllati che investigano l’efficacia clinica degli antivirali molnupivar, remdesivir o nirmatrelvir contro SARS-CoV-2, nei pazienti non ospedalizzati con COVID-19, confrontati con lo standard of care o il placebo o altre terapie antivirali. Dei 2182 studi identificati, tre incontrano tutti i criteri di inclusione. Confronti tra coppie di antivirali mostrano che nirmaltrevir più ritonavir e remdesevir sono associati con un più basso rischio di ospedalizzazione o morte se confrontati con molnupiravir più placebo. Lo studio mostra come nirmatrelvir più ritonavir rappresentino il miglior trattamento antivirale (OR 0.12), seguito da remdesivir (OR 0.13) e molnupiravir (OR 0.67). Lo studio valuta, inoltre, la sicurezza dei tre farmaci antivirali considerati, evidenziando come non aumentino il rischio della comparsa di reazioni avverse se confrontati col placebo. Questo lavoro presenta alcuni limiti: il numero degli studi inclusi è limitato dalla scelta solo di quelli randomizzati-controllati; nei tre studi considerati il campione è costituito da pazienti non vaccinati; alcuni studi sono ancora in corso. Bibliografia Lai CC et al. The Clinical Efficacy and Safety of Anti-Viral Agents for Non-Hospitalized Patients with COVID-19: A Systematic Review and Network Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials. Viruses. 2022 Aug 2 Leggi l’articolo qui - 06/09/2022
- AIFA approva dose booster con vaccini bivalenti Comirnaty e Spikevax Nella seduta del 5 settembre 2022, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha dato il via libera all’utilizzo dei vaccini bivalenti Comirnaty e Spikevax, recentemente approvati da EMA come dosi booster per tutti i soggetti al di sopra dei dodici anni di età. Tali vaccini, ha motivato la CTS, hanno mostrato la capacità di indurre una risposta anticorpale maggiore di quella del vaccino monovalente originario sia nei confronti della variante Omicron BA.1 che delle varianti BA.4 e BA.5. Sul piano della sicurezza i dati disponibili non mostrano differenze rispetto al vaccino monovalente originario. La dose booster è disponibile per tutti i soggetti previsti dall’indicazione autorizzata e può essere somministrata dopo almeno tre mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario o dall’eventuale dose booster già ricevuta. La CTS ha ribadito che la popolazione a maggior rischio di sviluppare malattia grave, per la quale quindi la dose booster è fortemente raccomandata in via prioritaria, è rappresentata dai soggetti che presentano fattori di rischio e dagli over 60. Tutti gli altri soggetti possono comunque vaccinarsi con la dose booster su consiglio del medico o come scelta individuale. Leggi qui il comunicato stampa di AIFA. - 06/09/2022
- Avviata la revisione dei medicinali a base di folcodina * Si precisa che non sono autorizzati in Italia medicinali a base di folcodina L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha avviato una revisione dei medicinali che contengono folcodina, a seguito della considerazione che il loro uso potrebbe esporre le persone a rischio di sviluppare reazioni anafilattiche (una reazione allergica improvvisa, grave e pericolosa per la vita) ad alcuni farmaci chiamati agenti bloccanti neuromuscolari (NMBA). La folcodina è usata per trattare la tosse non produttiva (secca) negli adulti e nei bambini e gli NMBA sono usati nell’anestesia generale per prevenire i movimenti muscolari spontanei e migliorare le condizioni operative in corso di interventi chirurgici. La revisione è stata richiesta dall’Agenzia francese per i medicinali (ANSM) a seguito dei risultati preliminari di uno studio (ALPHO) condotto in Francia. I risultati dello studio suggeriscono che l’assunzione di folcodina fino a 12 mesi prima dell’anestesia generale può aumentare il rischio di avere una reazione anafilattica legata agli NMBA. Sulla base di questi risultati, l’ANSM sta considerando, come misura precauzionale, di sospendere l’uso di medicinali contenenti folcodina in Francia. Lo studio ALPHO è stato condotto come condizione per l’autorizzazione all’immissione in commercio di medicinali contenenti folcodina, a seguito di una precedente revisione di sicurezza del 2011. All’epoca, il Comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA (CHMP) non aveva individuato prove certe che l’uso di folcodina potesse mettere a rischio di sviluppare reazioni anafilattiche agli NMBA e aveva raccomandato di condurre un nuovo studio (lo studio ALPHO) per esaminare questo rischio nelle persone che assumevano folcodina. Mentre lo studio ALPHO era in corso, nel 2021 uno studio australiano ha associato l’uso della folcodina ad un aumento del rischio di anafilassi ai miorilassanti NMBA. Ciò ha portato alla raccomandazione del PRAC di includere avvertenze pertinenti nelle informazioni sul prodotto dei medicinali contenenti folcodina. Il PRAC esaminerà ora i risultati dello studio ALPHO insieme a tutti i dati disponibili e valuterà il loro impatto sul rapporto beneficio/rischio dei medicinali contenenti folcodina, emanando una raccomandazione sull’opportunità di mantenere, modificare, sospendere o revocare le autorizzazioni all’immissione in commercio nell’UE. L’Agenzia invita tutte le parti interessate (ad es. operatori sanitari, organizzazioni di pazienti, popolazione in generale) a presentare dati rilevanti per questa procedura. I dettagli completi sono disponibili nel modulo Stakeholder’s submission form. Informazioni sul medicinale Folcodina è un farmaco oppioide utilizzato per il trattamento della tosse non produttiva (secca) nei bambini e negli adulti. Agisce direttamente a livello cerebrale, deprimendo il riflesso della tosse e riducendo i segnali neurologici inviati ai muscoli coinvolti nella produzione della tosse. La folcodina viene utilizzata come soppressore della tosse fin dagli anni ’50. Nell’UE i medicinali contenenti folcodina sono attualmente approvati in Belgio, Croazia, Francia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Slovenia, e disponibili sia su prescrizione medica che come farmaci da banco. Spesso contengono la folcodina in combinazione con altre sostanze e sono disponibili sotto forma di sciroppi, soluzioni orali e capsule con vari nomi commerciali e come farmaci generici. Folcodine è commercializzato con vari nomi, tra cui Dimetane, Biocalyptol and Broncalene. Informazioni sulla procedura Il riesame di folcodina è stato avviato su richiesta della Francia, ai sensi dell’ Articolo 107i della Direttiva 2001/83/EC. La revisione viene effettuata dal Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC), comitato responsabile della valutazione delle questioni di sicurezza dei medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Poiché i medicinali contenenti folcodina sono tutti autorizzati a livello nazionale in alcuni Stati Membri, le raccomandazioni del PRAC saranno trasmesse al Gruppo di coordinamento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentrate – ad uso umano (CMDh), che adotterà una posizione. Il CMDh è un organismo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. Ha il compito di garantire standard di sicurezza armonizzati per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Leggi * Si precisa che non sono autorizzati in Italia medicinali a base di folcodina L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha avviato una revisione dei medicinali che contengono folcodina, a seguito della considerazione che il loro uso potrebbe esporre le persone a rischio di sviluppare reazioni anafilattiche (una reazione allergica improvvisa, grave e pericolosa per la vita) ad alcuni farmaci chiamati agenti bloccanti neuromuscolari (NMBA). La folcodina è usata per trattare la tosse non produttiva (secca) negli adulti e nei bambini e gli NMBA sono usati nell’anestesia generale per prevenire i movimenti muscolari spontanei e migliorare le condizioni operative in corso di interventi chirurgici. La revisione è stata richiesta dall’Agenzia francese per i medicinali (ANSM) a seguito dei risultati preliminari di uno studio (ALPHO) condotto in Francia. I risultati dello studio suggeriscono che l’assunzione di folcodina fino a 12 mesi prima dell’anestesia generale può aumentare il rischio di avere una reazione anafilattica legata agli NMBA. Sulla base di questi risultati, l’ANSM sta considerando, come misura precauzionale, di sospendere l’uso di medicinali contenenti folcodina in Francia. Lo studio ALPHO è stato condotto come condizione per l’autorizzazione all’immissione in commercio di medicinali contenenti folcodina, a seguito di una precedente revisione di sicurezza del 2011. All’epoca, il Comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA (CHMP) non aveva individuato prove certe che l’uso di folcodina potesse mettere a rischio di sviluppare reazioni anafilattiche agli NMBA e aveva raccomandato di condurre un nuovo studio (lo studio ALPHO) per esaminare questo rischio nelle persone che assumevano folcodina. Mentre lo studio ALPHO era in corso, nel 2021 uno studio australiano ha associato l’uso della folcodina ad un aumento del rischio di anafilassi ai miorilassanti NMBA. Ciò ha portato alla raccomandazione del PRAC di includere avvertenze pertinenti nelle informazioni sul prodotto dei medicinali contenenti folcodina. Il PRAC esaminerà ora i risultati dello studio ALPHO insieme a tutti i dati disponibili e valuterà il loro impatto sul rapporto beneficio/rischio dei medicinali contenenti folcodina, emanando una raccomandazione sull’opportunità di mantenere, modificare, sospendere o revocare le autorizzazioni all’immissione in commercio nell’UE. L’Agenzia invita tutte le parti interessate (ad es. operatori sanitari, organizzazioni di pazienti, popolazione in generale) a presentare dati rilevanti per questa procedura. I dettagli completi sono disponibili nel modulo Stakeholder’s submission form. Informazioni sul medicinale Folcodina è un farmaco oppioide utilizzato per il trattamento della tosse non produttiva (secca) nei bambini e negli adulti. Agisce direttamente a livello cerebrale, deprimendo il riflesso della tosse e riducendo i segnali neurologici inviati ai muscoli coinvolti nella produzione della tosse. La folcodina viene utilizzata come soppressore della tosse fin dagli anni ’50. Nell’UE i medicinali contenenti folcodina sono attualmente approvati in Belgio, Croazia, Francia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Slovenia, e disponibili sia su prescrizione medica che come farmaci da banco. Spesso contengono la folcodina in combinazione con altre sostanze e sono disponibili sotto forma di sciroppi, soluzioni orali e capsule con vari nomi commerciali e come farmaci generici. Folcodine è commercializzato con vari nomi, tra cui Dimetane, Biocalyptol and Broncalene. Informazioni sulla procedura Il riesame di folcodina è stato avviato su richiesta della Francia, ai sensi dell’ Articolo 107i della Direttiva 2001/83/EC. La revisione viene effettuata dal Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC), comitato responsabile della valutazione delle questioni di sicurezza dei medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Poiché i medicinali contenenti folcodina sono tutti autorizzati a livello nazionale in alcuni Stati Membri, le raccomandazioni del PRAC saranno trasmesse al Gruppo di coordinamento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentrate – ad uso umano (CMDh), che adotterà una posizione. Il CMDh è un organismo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. Ha il compito di garantire standard di sicurezza armonizzati per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 06/09/2022
- Il PRAC avvia la revisione sull’uso del topiramato in gravidanza e nelle donne in età fertile Il comitato di sicurezza dell’EMA (PRAC) ha avviato una revisione sul topiramato e sul rischio di disturbi dello sviluppo neurologico nei bambini le cui madri assumevano topiramato durante la gravidanza. Il topiramato è un medicinale utilizzato nell’UE per il trattamento dell’epilessia, la prevenzione dell’emicrania e, in alcuni paesi, in combinazione con fentermina per la riduzione del peso corporeo. È noto che l’uso del topiramato nelle donne in gravidanza aumenta il rischio di difetti alla nascita. Si consiglia alle donne con epilessia che vengono trattate con topiramato per le convulsioni di evitare una gravidanza e di consultare il proprio medico se desiderano rimanere incinta. Il topiramato non deve essere utilizzato per prevenire l’emicrania o controllare il peso corporeo nelle donne in gravidanza e nelle donne in età fertile (donne in grado di avere figli) che non utilizzano metodi contraccettivi altamente efficaci (contraccezione). La revisione è stata avviata a seguito della recente pubblicazione di un studio che ha evidenziato un possibile aumento del rischio di disturbi del neurosviluppo, in particolare disturbi dello spettro autistico e disabilità intellettiva, nei bambini le cui madri assumevano topiramato durante la gravidanza. Lo studio si basa sui dati provenienti da diversi registri presenti in paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) e include informazioni di oltre 24.000 bambini esposti ad almeno un farmaco antiepilettico prima della nascita. Di questi bambini, 471 sono stati esposti al solo topiramato, inclusi 246 bambini nati da madri che soffrivano di epilessia. Il PRAC ha iniziato a revisionare i risultati dello studio nell’ ambito di una valutazione del segnale di sicurezza a luglio 2022. Il comitato condurrà ora un esame approfondito dei dati disponibili sui benefici e sui rischi dell’uso di topiramato nelle donne in gravidanza e nelle donne in età fertile nelle indicazioni approvate. Il comitato esaminerà in particolare le attuali misure di minimizzazione del rischio e considererà la necessità di misure aggiuntive per ridurre al minimo i rischi dell’uso di topiramato in queste donne. Mentre la revisione è in corso, il topiramato deve continuare ad essere utilizzato secondo le informazioni del prodotto autorizzate. Le donne devono rivolgersi al proprio medico o farmacista per qualsiasi domanda o dubbio sul loro trattamento con topiramato. I pazienti non devono interrompere il trattamento antiepilettico prima di parlare con il medico. A seguito di questa revisione, il PRAC formulerà la propria raccomandazione in merito al mantenimento, alla modifica, alla sospensione o alla revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei prodotti contenenti topiramato. L’ EMA comunicherà la raccomandazione del PRAC una volta conclusa la revisione. Ulteriori informazioni sul medicinale Il topiramato è usato da solo o insieme ad altri medicinali per prevenire le crisi epilettiche. Il medicinale viene utilizzato anche per prevenire l’emicrania e, in alcuni paesi dell’UE, per ridurre il peso corporeo in associazione a dose fissa con fentermina. Il topiramato è disponibile nell’Unione Europea (UE) con vari nomi commerciali, inclusi Topamax, Topimax, Epitomax e diversi medicinali generici. In alcuni paesi dell’UE il topiramato è disponibile in combinazione con fentermina come Qsiva. Ulteriori informazioni sulla procedura La revisione sul topiramato è stata avviata su richiesta dell’agenzia dei medicinali francese, ai sensi dell’articolo 31 della Direttiva 2001/83/CE. Tale valutazione è correlata ad una revisione di un segnale di sicurezza iniziata a luglio 2022 e conclusa questo mese. La revisione è condotta dal Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC), il comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza per i medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Poiché i medicinali contenenti topiramato sono tutti autorizzati a livello nazionale, le raccomandazioni del PRAC saranno trasmesse al Gruppo di Coordinamento per il Mutuo Riconoscimento e le Procedure Decentrate – ad uso umano (CMDh), che adotterà una posizione. Il CMDh è un organismo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. Ha il compito di garantire standard di sicurezza armonizzati per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 06/09/2022
- Nuove misure per minimizzare il rischio di meningioma per i medicinali contenenti nomegestrolo o clormadinone Il comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA (CHMP) ha avallato la raccomandazione del comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), che ha concluso che i benefici dei medicinali contenenti nomegestrolo o clormadinone superano i rischi, a condizione che vengano adottate nuove misure per ridurre al minimo il rischio di meningioma. Il meningioma è un tumore delle membrane che coprono il cervello e il midollo spinale. È solitamente benigno e non è considerato un cancro ma, a causa della loro localizzazione all’interno e intorno al cervello e al midollo spinale, i meningiomi possono causare in rari casi gravi problemi. Il CHMP ha raccomandato che i medicinali contenenti alti dosaggi di nomegestrolo (3.75 – 5 mg) o alti dosaggi di clormadinone (5 – 10 mg) devono essere usati alla più bassa dose efficace e per la più breve durata possibile, e solo quando non vi sono adeguate alternative terapeutiche. In aggiunta, bassi e alti dosaggi di medicinali a base di nomegestrolo o clormadinone non devono essere utilizzati da pazienti che hanno, o hanno avuto, un meningioma. Oltre a limitare l’uso dei medicinali ad alti dosaggi, il CHMP ha raccomandato che i pazienti siano monitorati per i sintomi del meningioma, che possono includere cambiamenti nella vista, perdita dell’udito o ronzio nelle orecchie, perdita dell’olfatto, mal di testa, perdita di memoria, convulsioni e debolezza delle braccia o delle gambe. Se ad un paziente viene diagnosticato un meningioma, il trattamento con questi medicinali deve essere interrotto in modo permanente. Le informazioni del prodotto dei medicinali ad alti dosaggi saranno aggiornate per includere meningioma come effetto indesiderato raro. Le raccomandazioni fanno seguito a una revisione da parte del PRAC dei dati disponibili, inclusi i dati di sicurezza post- marketing e i risultati da due recenti studi epidemiologici. , Questi dati mostrano che il rischio di meningioma aumenta con l’aumentare della dose e con la durata del trattamento. Il CHMP ha approvato la valutazione del PRAC di questo rischio. Il parere del CHMP è stato inviato alla Commissione Europea, che emetterà una decisione giuridicamente vincolante valida in tutta l’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 02/09/2022
- Raccomandata l’approvazione del primo vaccino di richiamo COVID-19 adattato nell’UE Il comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA (CHMP) ha raccomandato l’autorizzazione di due vaccini adattati per fornire una protezione più ampia contro il COVID-19. Comirnaty Original/Omicron BA.1 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1 sono destinati all’uso in persone di età pari o superiore a 12 anni che hanno ricevuto almeno la vaccinazione primaria contro il COVID-19. Questi vaccini sono versioni adattate dei vaccini originali Comirnaty (Pfizer/BioNTech) e Spikevax (Moderna) per colpire la sottovariante Omicron BA.1 oltre al ceppo originale di SARS-CoV-2. I vaccini vengono adattati (cioè aggiornati) per adattarsi meglio alle varianti circolanti del SARS-CoV-2. I vaccini adattati possono ampliare la protezione contro le diverse varianti e si prevede che contribuiranno a mantenere una protezione ottimale contro il COVID-19 con l’evoluzione del virus. Gli studi hanno dimostrato che Comirnaty Original/Omicron BA.1 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1 sono in grado di innescare forti risposte immunitarie contro Omicron BA.1 e il ceppo originale di SARS-CoV-2 in persone precedentemente vaccinate. In particolare, sono risultati più efficaci nell’innescare risposte immunitarie contro la sottovariante BA.1 rispetto ai vaccini originali. Gli effetti collaterali osservati con i vaccini adattati sono stati paragonabili a quelli osservati con i vaccini originali e sono stati in genere lievi e di breve durata. I due pareri del CHMP saranno ora inviati alla Commissione Europea, che adotterà una decisione finale. Con l’evolversi della pandemia, la strategia dell’UE è quella di disporre di un’ampia gamma di vaccini adattati che colpiscano diverse varianti di SARS-CoV-2, in modo che gli Stati membri abbiano una pluralità di opzioni per soddisfare le loro esigenze quando progettano le loro strategie di vaccinazione. Si tratta di un elemento chiave nella strategia globale di lotta alla pandemia, poiché non è possibile prevedere come il virus si evolverà in futuro e quali varianti circoleranno quest’inverno. Altri vaccini adattati che incorporano diverse varianti, come le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5, sono attualmente in fase di revisione da parte dell’EMA o saranno presentati a breve e, se autorizzati, amplieranno ulteriormente l’arsenale di vaccini disponibili. I dati clinici generati con i vaccini bivalenti originali/BA.1 raccomandati oggi supporteranno la valutazione e l’autorizzazione di ulteriori vaccini adattati. I vaccini originali, Comirnaty e Spikevax, sono ancora efficaci nel prevenire la malattia grave, l’ospedalizzazione e la morte associate al COVID-19 e continueranno a essere utilizzati nelle campagne di vaccinazione nell’UE, in particolare per le vaccinazioni primarie. Le autorità nazionali degli Stati membri dell’UE stabiliranno chi deve ricevere quali vaccini e quando, tenendo conto di fattori quali i tassi di infezione e di ospedalizzazione, il rischio per le popolazioni vulnerabili, la copertura vaccinale e la disponibilità dei vaccini. Prove a sostegno dell’uso di Comirnaty Original/Omicron BA.1Comirnaty Original/Omicron BA.1 può essere utilizzato nelle persone di età pari o superiore a 12 anni, almeno 3 mesi dopo l’ultima dose di un vaccino COVID-19. Il parere del CHMP su Comirnaty Original/Omicron BA.1 si basa su 2 studi. Uno studio condotto su adulti di età superiore ai 55 anni che avevano ricevuto in precedenza 3 dosi di Comirnaty (vaccinazione primaria e un richiamo) ha rilevato che la risposta immunitaria alla sottovariante Omicron BA.1 era più elevata dopo una seconda dose di richiamo di Comirnaty Original/Omicron BA.1 che dopo una seconda dose del vaccino Comirnaty originale (come misurato dal livello di anticorpi contro Omicron BA.1). Inoltre, la risposta immunitaria al ceppo originale di SARS-CoV-2 è stata paragonabile per entrambi i vaccini. Lo studio ha coinvolto più di 1.800 persone, di cui circa 300 hanno ricevuto Comirnaty Original/Omicron BA.1 nella sua composizione finale. Ulteriori dati provenienti da uno studio che ha coinvolto oltre 600 persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni che avevano precedentemente ricevuto 3 dosi di Comirnaty hanno dimostrato che la risposta immunitaria a Omicron BA.1 è stata più elevata nelle persone che hanno ricevuto un richiamo con un vaccino contenente solo la componente Omicron BA.1 rispetto a quelle a cui è stato somministrato un richiamo con il vaccino Comirnaty originale. Sulla base di questi dati, si è concluso che la risposta immunitaria a Omicron BA.1 dopo un richiamo con Comirnaty Original/Omicron BA.1 nelle persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni sarebbe almeno pari a quella delle persone di età superiore ai 55 anni. Inoltre, sulla base di dati precedenti in persone più giovani, si è concluso che la risposta immunitaria a una dose di richiamo con Comirnaty Original/Omicron BA.1 negli adolescenti sarebbe almeno pari a quella negli adulti. Prove a sostegno dell’uso di Spikevax bivalente Original/Omicron BA.1Spikevax bivalente Original/Omicron BA.1 può essere utilizzato negli adulti e negli adolescenti a partire dall’età di 12 anni, almeno 3 mesi dopo la vaccinazione primaria o una dose di richiamo con un vaccino COVID-19. Il parere del CHMP su Spikevax bivalente Original/Omicron BA.1 si basa sui dati di uno studio che ha coinvolto più di 800 adulti di età superiore ai 18 anni. Lo studio ha rilevato che una dose di richiamo di Spikevax bivalente Original/Omicron BA.1 ha indotto una risposta immunitaria più forte contro il ceppo SARS-CoV-2 e la sottovariante Omicron BA.1 rispetto a una dose di richiamo del vaccino Spikevax originale. Lo studio ha confrontato il livello di anticorpi in persone precedentemente vaccinate con una serie primaria e una dose di richiamo di Spikevax, a cui è stata somministrata una seconda dose di richiamo di Spikevax o di Spikevax bivalente Original/Omicron BA.1. Si è inoltre concluso che Spikevax bivalente Originale/Omicron BA.1 può essere utilizzato come primo richiamo dopo la vaccinazione primaria e che la risposta immunitaria indotta da una dose di richiamo di Spikevax bivalente Originale/Omicron BA.1 negli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni sarebbe almeno pari a quella negli adulti, dato che i dati precedenti con Spikevax hanno mostrato un effetto comparabile. Come funzionano i vaccini adattatiI vaccini adattati funzionano allo stesso modo dei vaccini originali. Entrambi i vaccini adattati funzionano preparando l’organismo a difendersi da COVID-19. Ciascun vaccino contiene molecole chiamate mRNA che contengono le istruzioni per la produzione delle proteine spike del SARS-CoV-2 originale e della sottovariante Omicron BA.1. La proteina spike è una proteina sulla superficie del virus che serve al virus per entrare nelle cellule del corpo e può differire tra le varianti del virus. Adattando i vaccini, si mira ad ampliare la protezione contro le diverse varianti. Quando a una persona viene somministrato uno di questi vaccini, alcune cellule leggono le istruzioni dell’mRNA e producono temporaneamente le proteine spike. Il sistema immunitario della persona riconoscerà quindi queste proteine come estranee e attiverà le difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di esse. Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il virus, il sistema immunitario riconoscerà le proteine spike sulla sua superficie e sarà pronto ad attaccarlo. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggersi dalla COVID-19 lavorando insieme per uccidere il virus, impedendo il suo ingresso nelle cellule dell’organismo e distruggendo le cellule infette. Le molecole di mRNA dei vaccini non rimangono nell’organismo, ma vengono scomposte poco dopo la vaccinazione. Ulteriori informazioni sulle procedureLe aziende che commercializzano Spikevax e Comirnaty hanno presentato domande (chiamate domande di variazione) per modificare le attuali autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini autorizzati Comirnaty e Spikevax e includere l’uso di vaccini adattati. Queste domande includevano dati sulla qualità e la sicurezza dei vaccini adattati e sulla loro capacità di scatenare risposte immunitarie contro vari ceppi di SARS-CoV-2.La revisione è stata effettuata dal Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA, responsabile delle questioni relative ai medicinali per uso umano. Il parere del CHMP è stato trasmesso alla Commissione europea, che emetterà una decisione finale legalmente vincolante applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Leggi qui la notizia originale dal sito dell’EMA. - 01/09/2022
- Farmaci biosimilari in Italia: report AIFA aggiornati ad aprile 2022 L’Agenzia pubblica i report sul monitoraggio dei farmaci biosimilari in Italia, aggiornati ad aprile 2022. Oltre ai trend di consumo, spesa e variabilità regionale, sono presenti anche i due ulteriori approfondimenti sull’evoluzione dei prezzi nei diversi canali erogativi (convenzionata, distribuzione in nome e per conto, distribuzione diretta) e sull’andamento dei consumi delle formulazioni endovenose e sottocutanee, ove disponibili. L’obiettivo è fornire informazioni utili agli operatori impegnati nelle attività di monitoraggio e governance della spesa farmaceutica, per promuovere l’uso dei medicinali a brevetto scaduto, valutare l’efficacia delle gare regionali, individuare le aree di intervento e monitorare gli effetti delle politiche introdotte. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. Leggi qui i documenti sul monitoraggio dei biosimilari. - 01/09/2022
- Rischio di miocardite in seguito a dosi sequenziali di vaccino COVID-19 e infezione da SARS-CoV-2 per età e sesso La miocardite è più comune dopo l’infezione da sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 che dopo la vaccinazione contro COVID-19, ma i rischi sono meno certi nei giovani e dopo dosi di vaccino sequenziali. Metodi Uno studio autocontrollato su una serie di casi di persone di età pari o superiore a 13 anni vaccinate per COVID-19 in Inghilterra tra il 1 dicembre 2020 e il 15 dicembre 2021 ha valutato l’associazione tra vaccinazione e miocardite, stratificata per età e sesso. L’indice di incidenza e il numero in eccesso di ricoveri ospedalieri o di decessi per miocardite per milione di persone sono stati stimati da 1 a 28 giorni dopo dosi sequenziali di vaccini adenovirus (ChAdOx1) o a base di mRNA (BNT162b2,mRNA-1273) o dopo un test SARS-CoV-2 positivo. Risultati Di 42 842 345 persone che hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino, 21 242 629 hanno ricevuto 3 dosi, e 5 934 153 avevanoinfezione da SARS-CoV-2 prima o dopo la vaccinazione. La miocardite si è verificata in 2861 persone (0,007%), con 617 eventi da 1 a 28 giorni dopo la vaccinazione.Il rischio di miocardite è risultato aumentato tra 1 e 28 giorni dopo la prima dose di ChAdOx1 (incidenza 1,33 [95% CI, 1,09-1,62]) e dopo una prima, una seconda e una dose di richiamo di BNT162b2 (1,52 [95% CI, 1,24-1,85]; 1,57 [95% CI, 1,28-1,92], e 1,72 [95% CI, 1,33-2,22], rispettivamente), ma era inferiore al rischio dopo un test positivo per SARS-CoV-2 prima o dopo la vaccinazione (11,14 [95% CI, 8,64-14,36] e 5,97 [95% CI, 4,54-7,87], rispettivamente). Il rischio di miocardite era più elevato da 1 a 28 giorni dopo una seconda dose di mRNA-1273 (11,76 [95% CI, 7,25-19,08]) e persisteva anche dopo una dose di richiamo dopo una dose di richiamo (2,64 [95% CI, 1,25-5,58]). Le associazioni erano più forti negli uomini di età inferiore ai 40 anni per tutti i vaccini.Negli uomini di età inferiore ai 40 anni, il numero di eventi di miocardite in eccesso per milione di persone era più alto dopo una seconda dose di mRNA-1273 rispetto a un test SARS-CoV-2 positivo (97 [95% CI, 91-99] contro 16 [95% CI, 12-18]). Nelle donne di età inferiore ai 40 anni, il numero di eventi in eccesso per milione era simile dopo una seconda dose di mRNA-1273 e un test SARS-CoV-2 positivo (7 [95% CI, 1-9] contro 8 [95% CI, 6-8]). Conclusioni Complessivamente, il rischio di miocardite è maggiore dopo l’infezione da SARS-CoV-2 che dopo la vaccinazione con COVID-19e rimane modesto dopo dosi sequenziali, compresa una dose di richiamo di vaccino BNT162b2 mRNA. Tuttavia, il rischio di miocardite dopo la vaccinazione è più alto negli uomini più giovani, in particolare dopo una seconda dose del vaccino mRNA-1273. Bibliografia Leggi l’articolo qui. Patone M, et al. Risk of Myocarditis After Sequential Doses of COVID-19 Vaccine and SARS-CoV-2 Infection by Age and Sex. Circulation. 2022 Aug 22. - 26/08/2022
- Sicurezza comparativa dei vaccini COVID-19 a mRNA con i vaccini antinfluenzali: un’analisi di farmacovigilanza utilizzando database internazionale dell’OMS I due vaccini a RNA messaggero (mRNA), sviluppati da Pfizer-BioNTech e Moderna, sono stati ampiamente utilizzati nella campagna vaccinale contro il COVID-19 nel mondo. Nonostante l’elevato numero di evidenze emergenti relative aglieventi avversi (AEs) associati ai vaccini anti-COVID-19 a mRNA, gli studi precedenti si sono finora basati in gran parte sul confronto tra vaccinati e non vaccinati, evidenziando possibili rischi di AE con la vaccinazione COVID-19 mRNA. Il confronto tra il profilo di sicurezza dei soggetti vaccinati con mRNA e quello dei soggetti non vaccinati consentirebbe una valutazione più pertinente della sicurezza della vaccinazione con mRNA. Gli autori hanno progettato uno studio di sicurezza comparativo tra 18 755 e 27 895 individui che hanno segnalato a VigiBase eventi avversi a seguito di immunizzazione (AEFI) con il vaccino COVID-19 a mRNA e con il vaccino antinfluenzale,rispettivamente, dal 1° gennaio 2020 al 17 gennaio 2021. Hanno impiegato l’analisi di disproporzionalità per individuare rapidamente segnali di sicurezza rilevanti e hanno confrontato i rischi comparativi di una serie di AEFI per i vaccini. Il profilo di sicurezza dei vaccini a mRNA è risultato diverso da quello dei vaccini antinfluenzali.Il modello generale ha suggerito che le reazioni sistemiche come brividi, mialgie, affaticamento erano più evidenti con il vaccino COVID-19 a mRNA, mentre gli eventi di reattogenicità nel sito di iniezione erano più frequenti con il vaccino antinfluenzale. Rispetto al vaccino antinfluenzale, i vaccini mRNA COVID-19 hanno dimostrato un rischio significativamente più elevato per alcune complicanze cardiovascolari gestibili, come la crisi ipertensiva (odds ratio [ROR] aggiustato, 12,72; 95% intervallo di confidenza [CI], 2,47-65,54), e tachicardia sopraventricolare (ROR aggiustato, 7,94; 95% CI, 2,62-24,00), ma un rischio inferiore di complicanze neurologiche come sincope, nevralgia, perdita di coscienza, sindrome di Guillain-Barre, disturbi dell’andatura, disturbi visivi e discinesie. Questo studio non ha identificato problemi di sicurezza significativi per quanto riguarda la vaccinazione con mRNA in in contesti reali. Il profilo di sicurezza complessivo ha evidenziato un rischio inferiore di AEFI graviin seguito a vaccini a base di mRNA rispetto ai vaccini antinfluenzali. Bibliografia Leggi l’articolo qui. Kim MS, et al.. Comparative safety of mRNA COVID-19 vaccines to influenza vaccines: A pharmacovigilance analysis using WHO international database. J Med Virol. 2022 Mar;94(3):1085-1095. doi: 10.1002/jmv.27424. Epub 2021 Nov 8. - 26/08/2022
- Un’analisi di disproporzionalità delle interazioni farmaco-farmaco tra tizanidina e inibitori del CYP1A2 dal sistema di segnalazione degli eventi avversi della FDA La tizanidina viene metabolizzata principalmente attraverso il citocromo P450 (CYP) 1A2 e quindi i farmaci che inibiscono l’enzima influiscono sulla clearance della tizanidina, portando a un aumento delle concentrazioni plasmatiche di tizanidina e a eventi avversi potenzialmente gravi. Obiettivi Il nostro obiettivo è stato quello di studiare l’insorgenza di eventi avversi segnalati nel sistema di segnalazione degli eventi avversi della FDA (FAERS) riguardanti la combinazione di tizanidina e farmaci che inibiscono l’attività metabolica del CYP1A2. Metodi È stata condotta un’analisi di disproporzionalità delle segnalazioni FAERS dal 1° trimestre 2004 al 3° trimestre 2020 percalcolare il rapporto di probabilità di segnalazione (ROR) delle segnalazioni che menzionano la tizanidina in un ruolo di sospetto o di interazione o che hanno qualsiasi ruolo, un inibitore del CYP1A2 e i seguenti eventi avversi: ipotensione, bradicardia, sincope, shock, arresto cardiorespiratorio, caduta o frattura. Risultati Sono state identificate 89 segnalazioni che menzionavano la tizanidina, almeno un inibitore del CYP1A2 e uno degli eventi avversi di interesse. Più della metà delle segnalazioni ha identificato la tizanidina come un ruolo sospetto o interagente (n = 59, 66,3%),e le segnalazioni riguardavano più spesso le donne (n = 58, 65,1%). L’età mediana era di 56,1 anni (deviazione standard 17,1).Alcuni importanti segnali di sicurezza includevano interazioni tra la tizanidina in un ruolo di sospetto o di interazione e la ciprofloxacina (ROR per ipotensione 28,1, 95% intervallo di confidenza [CI] 19,2-41,2) o fluvoxamina (ROR per ipotensione 36,9,95% CI 13,1-103,4), e anche quando riportato in “qualsiasi ruolo” con ciprofloxacina (ROR per ipotensione 6,3, 95% CI 4,7-8,5),fluvoxamina (ROR per ipotensione 11,4, 95% CI 4,5-28,8) e zafirlukast (ROR per cadute 16,0, 95% CI 6,1-42,1). Conclusioni Le segnalazioni che coinvolgono tizanidina e un inibitore del CYP1A2 hanno probabilità più elevate di riportare ipotensione. Questo studio suggerisce che l’uso concomitante di tizanidina e inibitori del CYP1A2 può portare a gravi conseguenze per la salute associate alla pressione bassa, come cadute e fratture. Bibliografia Villa-Zapata L, Gómez-Lumbreras A, Horn J, Tan MS, Boyce RD, Malone DC. A Disproportionality Analysis of Drug-Drug Interactions of Tizanidine and CYP1A2 Inhibitors from the FDA Adverse Event Reporting System (FAERS). Drug Saf. 2022 Aug;45(8):863-871. Leggi l’articolo qui. - 23/08/2022
- L’Agenzia europea per i medicinali ha avviato la procedura di approvazione subordinata a condizioni del vaccino anti-COVID-19 Skycovion Il Comitato per i medicinali per uso umano (Committee for human medicinal products, CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la procedura di approvazione subordinata a condizioni per il vaccino anti-COVID-19 Skycovion. L’azienda SK Chemicals GmbH ha presentato i dati sulla capacità del vaccino di indurre la produzione di anticorpi contro il ceppo originario di SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19. L’azienda ha anche presentato i dati di sicurezza e qualità del vaccino. Successivamente alla revisione dei dati, il CHMP esprimerà il parere se concedere l’approvazione subordinata a condizioni. Quindi, la Commissione europea emetterà la decisione legalmente vincolante. Ulteriori informazioni saranno fornite dall’EMA al momento del parere del CHMP. La valutazione di Skycovion è una delle valutazioni di dati scientifici su vaccini anti-COVID-19 in corso al momento. Poiché la pandemia continua ad evolvere, è importante che l’UE sia dotata di una ampia gamma di vaccini e trattamenti così da consentire agli stati membri di contrastare la pandemia in modo efficace. L’EMA e i suoi comitati scientifici sono impegnati ad assicurare solide valutazioni di tutti i dati su vaccini e trattamenti anti-COVID 19. Maggiori informazioni su Skycovion Skycovion è formato da piccole particelle note come nanoparticelle contenenti parti della proteina spike che si trova sulla superficie del SARS-CoV-2. Quando una persona viene vaccinata, il suo sistema immunitario riconosce le nanoparticelle, contenenti parti della proteina spike, come estranee e produce delle difese naturali — gli anticorpi e le cellule T — contro di esse. Se, successivamente alla vaccinazione, la persona vaccinata entra in contatto con SARS-CoV-2, il sistema immunitario riconosce la proteina spike sul virus ed è preparato ad attaccare il virus. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere contro COVID-19 lavorando insieme per uccidere il virus, prevenire il suo ingresso nelle cellule umane e distruggere le cellule umane infettate. Il vaccino contiene anche un adiuvante, una sostanza che aiuta a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino. Leggi qui il comunicato EMA. - 22/08/2022
- La task force dell’EMA per le emergenze fornisce un parere sull’uso intradermico del vaccino Imvanex/Jynneos contro il vaiolo delle scimmie La task force per le emergenze (Emergency task force, ETF) dell’Agenzia europea per i medicinali (European medicines agency, EMA) ha valutato i dati scientifici sull’uso del vaccino Imvanex con iniezione intradermica.Il vaccino è autorizzato unicamente per la somministrazione sottocutanea. Tuttavia, quando somministrato per via intradermica, può essere usata una dose più piccola di vaccino. Considerando la attuale disponibilità limitata del vaccino, questo consentirebbe di vaccinare più persone. L’ETF ha valutato i dati di uno studio clinico che ha coinvolto circa 500 adulti e che ha confrontato la somministrazione di 2 dosi di vaccino a distanza di 4 settimane per via intradermica (sotto lo strato più superficiale della pelle) o via sottocutanea (nello strato più profondo della pelle). Alle persone che hanno ricevuto il vaccino per via intradermica è stata somministrata una dose di vaccino pari a un quinto (0,1 mL) della dose prevista per la via sottocutanea (0,5 mL), che ha prodotto livelli di anticorpi simili a quelli prodotti dalla dose più alta somministrata per via sottocutanea. L’ETF avvisa che è stato rilevato un rischio più elevato di reazioni locali (per es. arrossamento persistente e indurimento o alterazione del colore della pelle) dopo somministrazione intradermica. L’ETF fa notare che non sono disponibili informazioni sul numero massimo di dosi da 0,1 mL che può essere estratto dal flaconcino (0,5 mL sospensione) e raccomanda l’uso di siringhe a basso “volume morto” per ottimizzare il numero di dosi ricavate. L’ETF enfatizza inoltre l’importanza di somministrare correttamente il vaccino per via intradermica, raccomandando che solo operatori sanitari esperti in iniezioni intradermiche somministrino il vaccino in questo modo. Ulteriori informazioni per gli operatori sanitari sono incluse nella dichiarazione dell’ETF. Tenendo in considerazione tutte queste informazioni, le autorità competenti nazionali possono decidere come misura temporanea di usare il vaccino Imvanex per via intradermica a dosi più piccole per proteggere i soggetti a rischio durante la attuale epidemia di vaiolo delle scimmie, per il tempo in cui la disponibilità del vaccino resta limitata.Imvanex è stato autorizzato inizialmente nel 2013 in circostanze eccezionali per proteggere contro il vaiolo. A seguito della richiesta di estensione di indicazione, il 22 luglio 2022 Imvanex è stato autorizzato per proteggere anche contro il vaiolo delle scimmie.L’ETF ha formulato questo parere per affrontare l’epidemia del vaiolo delle scimmie che ha coinvolto diversi paesi dell’UE e si inserisce nel contesto delle sue attività di risposta alle emergenze sanitarie pubbliche che include fornire pareri a supporto delle attività regolatorie e valutazioni di medicinali. Maggiori informazioni su Imvanex Imvanex predispone l’organismo a difendersi contro l’infezione da virus del vaiolo, da virus del vaiolo delle scimmie e da virus vaccinico, negli adulti. Il vaccino contiene una forma attenuata del virus vaccinico chiamato “virus del vaiolo Ankara modificato” (MVVA), che appartiene alla stessa famiglia del virus del vaiolo e del virus del vaiolo delle scimmie, ma non provoca la malattia negli esseri umani e non è in grado di riprodursi nelle cellule umane. Data la somiglianza tra questi virus e il MVVA, si ritiene che gli anticorpi prodotti contro il MVVA, insieme con altri componenti del sistema immunitario, possano proteggere contro il vaiolo, il vaiolo delle scimmie e la malattia da virus vaccinico. Una volta iniettato il vaccino, il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà il virus contenuto nel vaccino come estraneo e risponderà producendo gli anticorpi. Quando la persona vaccinata entra nuovamente in contatto con virus simili, gli anticorpi e altri componenti del sistema immunitario saranno in grado di uccidere tali virus e contribuire a proteggere contro la malattia. Il titolare della autorizzazione all’immissione in commercio di Imvanex è la azienda Bavarian Nordic A/S. Maggiori informazioni sul vaiolo delle scimmie Il vaiolo delle scimmie è una malattia rara provocata dal virus del vaiolo delle scimmie, che causa sintomi simili a quelli del vaiolo. Il vaiolo delle scimmie si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari e spossatezza, oltre all’ingrossamento dei linfonodi. Da uno a tre giorni dopo l’insorgenza della febbre, si sviluppa di solito un’eruzione cutanea che appare prima sul viso e poi si diffonde ad altre parti del corpo, compresi mani e piedi. Il vaiolo delle scimmie può causare la morte, anche se di solito è più lieve rispetto al vaiolo. Si trasmette tramite il contatto con vari animali selvatici, come roditori e scimmie, ma può anche essere trasmesso da una persona a un’altra tramite contatto diretto o indiretto. Gli attuali focolai individuati a partire da maggio 2022 sono i primi ad essere stati segnalati al di fuori dell’Africa, senza alcun legame con le aree endemiche. Il 23 luglio 2022 l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’epidemia di vaiolo delle scimmie emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Leggi qui il parere dell’EMA. Leggi qui il documento originale. - 22/08/2022
- Confronto dell’effetto di 15 antidepressivi per valutare la comparsa della sindrome da sospensione: uno studio Real World utilizzando il database WHO di farmacovigilanza In questo studio, pubblicato su “Journal of Affective Disorders” nel 2022, si vuole valutare il rischio della comparsa della sindrome da sospensione, confrontando 15 antidepressivi (SSRI, SNRI e atipici) stratificandoli per la loro emivita. Lo studio è stato condotto utilizzando il database VigiBase® (World Health Organization’s Global Individual Case Safety Reports database). Sono state considerate tutte le segnalazioni dei pazienti di età ≥ 6 anni trattati con SSRI, SNRI o atipici, inserite tra il 1/gennaio/1988 e il 31/dicembre/2020, utilizzando come parola chiave le reazioni conseguenti alla sospensione dell’antidepressivo. In una prima analisi sono stati confrontati SSRI e SNRI stratificandoli in due gruppi (a breve e a lunga emivita); in una successiva analisi il confronto è stato fatto con gli antidepressivi triciclici. L’analisi statistica è stata eseguita utilizzando la regressione logistica per calcolare il RORs (Reporting Odds Ratios) fissando l’intervallo di confidenza al 95%. La ricerca su VigiBase® ha portato ad evidenziare 15507 casi prevalentemente di sesso femminile di età compresa tra i 18 e i 44 anni. Si è riscontrato un rischio della comparsa della sindrome da sospensione maggiore nei pazienti trattati con antidepressivi a breve emivita in entrambe le fasi dello studio. Tra i farmaci in studio la paroxetina è stata associata ad un più alto rischio, mentre agomelatina e vortioxetina sono state associati ad un rischio più basso. Ulteriori studi saranno necessari per confermare questi risultati, sebbene l’”emivita” del principio attivo, si dimostri essere l’elemento chiave nella prevenzione della comparsa della sindrome da sospensione, specialmente nella popolazione adulta. Bibliografia Quilichini JB, Revet A, Garcia P et al. Comparative effects of 15 antidepressants on the risk of withdrawal syndrome: A real-world study using the WHO pharmacovigilance database. J Affect Disord. 2022 Leggi l’abstract qui. - 22/08/2022
- AIFA autorizza l’utilizzo terapeutico del monoclonale Evusheld per il trattamento precoce del COVID-19 in soggetti a rischio di progressione La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha autorizzato l’utilizzo dell’anticorpo monoclonale Evusheld (tixagevimab e cilgavimab) nel trattamento precoce di soggetti con infezione da SARS-CoV-2 a rischio di una forma grave di COVID-19. Finora il medicinale era disponibile solo per la profilassi pre-esposizione in soggetti ad alto rischio. Con questo allargamento di indicazione l’AIFA rende disponibile un’opzione terapeutica per via intramuscolare per i soggetti nei quali la prescrizione dei farmaci antivirali e degli anticorpi monoclonali autorizzati è considerata inappropriata dal punto di vista clinico e/o epidemiologico (in relazione alla circolazione delle varianti virali). La decisione dell’AIFA di autorizzare Evusheld per il trattamento dei pazienti con COVID-19 anticipa la valutazione dell’EMA che sarà completata a settembre 2022, e si basa sia sui risultati degli studi clinici già pubblicati sia sulla analisi ad interim (su circa 450 pazienti) di uno studio multicentrico in corso in Italia (Mantico-2, coordinato dalla prof.ssa Tacconelli, Università di Verona), finanziato dall’Agenzia con l’obiettivo di confrontare tre diverse alternative (Evusheld, Paxlovid e Xevudy) nel trattamento precoce dei pazienti con COVID-19. Evusheld è stato pertanto inserito nell’elenco dei farmaci erogabili a carico del SSN ai sensi della legge 648/96. Per le modalità operative di prescrizione si rimanda al sito istituzionale dell’AIFA. La determinazione è pubblicata in data odierna sulla Gazzetta Ufficiale e avrà effetto a partire dal 3 agosto 2022. Leggi qui il comunicato AIFA. - 17/08/2022
- Nota Informativa Importante su Rubraca (rucaparib) Rubraca non deve essere più utilizzato come trattamento monoterapico di pazienti adulte con carcinoma ovarico epiteliale di alto grado, delle tube di Falloppio o peritoneale primario con mutazione di BRCA (germinale e/o somatica), platino-sensibile, in recidiva o progressione, precedentemente trattate con due o più linee chemioterapiche a base di platino e che non sono idonee a tollerare ulteriore chemioterapia a base di platino. Un effetto negativo in termini di sopravvivenza globale (OS) è stato osservato con rucaparib rispetto al braccio di controllo trattato con chemioterapia nell’analisi finale dei dati dello studio di fase III CO-338-043 (ARIEL4) per il trattamento di pazienti affette da carcinoma ovarico in stadio avanzato e ricorrente (HR = 1,31 [IC 95%: 1,00, 1,73]). Il trattamento attualmente in corso in questo setting di pazienti deve essere riconsiderato e le pazienti devono essere adeguatamente informate in merito agli ultimi dati e raccomandazioni. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 17/08/2022
- Nota Informativa Importante su Visudyne (verteporfin) La possibilità di fornire Visudyne è stata ripristinata nel primo trimestre del 2022, ma non nella misura richiesta. Pertanto, sebbene le consegne siano coerenti con quanto comunicato, le quantità disponibili saranno limitate fino alla fine del 2023. CHEPLAPHARM Arzneimittel GmbH chiede gentilmente agli operatori sanitari di tenerne conto durante la pianificazione e la definizione delle priorità dei trattamenti. CHEPLAPHARM Arzneimittel GmbH garantirà un’assegnazione equa e darà priorità alla fornitura di Visudyne ai pazienti negli Stati membri più colpiti. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 17/08/2022
- Nota Informativa Importante su Caprelsa® (Vandetanib®) Carenza di Caprelsa® (Vandetanib®) 100 mg e 300 mg compresse rivestite con film. Riassunto: In Italia è attualmente in corso una carenza temporanea di Caprelsa® (vandetanib) 100 mg e 300 mg compresse rivestite con film. La disponibilità del medicinale è limitata ed al momento la sua fornitura avviene in modalità contingentata. Si prevede che tale situazione possa risolversi all’inizio del quarto trimestre del 2022.La carenza è dovuta ad un inaspettato cambio di fornitore del principio attivo, nonché ad un aumento della domanda a livello globale.Non vi sono rischi aggiuntivi per i pazienti con lotti di Caprelsa® attualmente sul mercato, che possono continuare ad essere utilizzati.Se Caprelsa® non è disponibile, gli operatori sanitari sono incoraggiati a considerare alternative terapeutiche.Caprelsa 100mg compresse rivestite con film non deve essere usato, durante questo periodo di carenza, per pazienti trattati con Caprelsa 300mg al giorno. Si fa presente che Caprelsa 100 mg compresse rivestite con film deve essere riservato ai pazienti pediatrici o che, a causa di insufficienza renale o prolungamento dell’intervallo QT, richiedono una riduzione della dose di Caprelsa 300 mg. Si ricorda, inoltre, che le compresse rivestite con film di Caprelsa 300 mg non sono divisibili, pertanto Caprelsa 100 mg deve essere riservato ai soli pazienti che necessitano di questo dosaggio.Per garantire la disponibilità del farmaco ai pazienti che richiedono un dosaggio di 100 mg, si invitano gli operatori sanitari ad evitare di fornire 3 compresse da 100 mg per raggiungere la dose di 300 mg per i pazienti in trattamento con il dosaggio standard. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 17/08/2022
- EMA inizia la valutazione dei dati sull’uso di sabizabulina per il trattamento di COVID-19 La task force per le emergenze (ETF) dell’EMA ha avviato una valutazione dei dati sull’uso di sabizabulina per il trattamento di COVID-19. La valutazione riguarderà tutti i dati disponibili, compresi quelli provenienti da uno studio condotto su pazienti ricoverati con COVID-19 da moderata a grave e ad alto rischio di sindrome da stress respiratorio acuto e morte. I risultati di questo studio indicano che il trattamento con sabizabulina potrebbe ridurre il numero di decessi in questi pazienti rispetto al placebo (trattamento fittizio). Sebbene Veru, l’azienda che ha sviluppato il farmaco, non abbia ancora presentato all’EMA la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio o di revisione ciclica, la valutazione (basata sui dati forniti dall’azienda) fornirà indicazioni agli Stati membri dell’UE sulla possibilità di autorizzare l’uso del medicinale prima di un’eventuale autorizzazione. Questa valutazione è la prima ad essere avviata a norma dell’articolo 18 del nuovo regolamento UE (reg. 2022/123) che ha ampliato il ruolo dell’EMA durante le emergenze sanitarie pubbliche. L’ETF condurrà tale revisione e invierà raccomandazioni al comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA, che formulerà il parere dell’Agenzia. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione una volta conclusa. Leggi qui il comunicato EMA. - 17/08/2022
- Risposta dell’EMA all’emergenza sanitaria pubblica del vaiolo delle scimmie L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato una serie di azioni per rispondere all’epidemia di vaiolo delle scimmie in corso, che sabato 23 luglio è stata dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Si tratta della prima emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale a essere dichiarata dopo l’entrata in vigore del regolamento relativo al ruolo rafforzato dell’EMA nella preparazione alle crisi e nella loro gestione in relazione ai medicinali e ai dispositivi medici. Da quando si è manifestato il recente focolaio di vaiolo delle scimmie, l’EMA monitora attentamente la situazione e ha già intrapreso molteplici azioni per predisporre e supportare la risposta dell’UE. Tra queste figura la raccomandazione del 22 luglio relativa all’approvazione dell’estensione dell’indicazione del vaccino Imvanex per la protezione degli adulti contro il vaiolo delle scimmie. I poteri conferiti all’Agenzia alla luce del nuovo ed esteso mandato le permettono di adottare misure aggiuntive ora che il vaiolo delle scimmie è stato dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica. Leggi qui il comunicato EMA. - 17/08/2022
- I dati del Rapporto OsMed 2021 in modalità interattiva È possibile consultare sul sito AIFA in modalità navigabile i dati del Rapporto OsMed 2021 su consumo e spesa dei farmaci in Italia. Tabelle e grafici con dati complessivi e per regione aggiornati all’ultima pubblicazione OsMed potranno essere selezionati in base alle chiavi di ricerca inserite, con la possibilità di visualizzare il confronto regionale e gli scostamenti dalla media nazionale. Sarà sempre possibile inoltre navigare con la stessa modalità tabelle e grafici relativi ai report degli anni precedenti, cliccando sui dati di interesse sotto la sezione “OsMed Interattivo” che riportano le diverse tipologie di dati (acquisti delle strutture sanitarie pubbliche, spesa lorda pro capite e consumi per ATC e per categoria terapeutica). La navigazione interattiva consente di filtrare la ricerca per classi di farmaci e per modalità di dispensazione (assistenza convenzionata o acquisti da parte delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale) e di estrarre e stampare i risultati ottenuti. Leggi qui i dati del rapporto OsMed sul sito AIFA. - 17/08/2022
- Il CRFV Sardegna pubblica il bollettino semestrale di Farmacovigilanza con un focus sugli anticorpi monoclonali E’ ora disponibile sul nostro sito il Bollettino del I semestre 2022 del Centro Regionale di Farmacovigilanza. Si tratta di un numero tematico che affronta l’argomento degli anticorpi monoclonali. Nell’introduzione viene descritta la storia della scoperta e dello sviluppo di questi farmaci innovativi. Di fatto, gli anticorpi monoclonali sono emersi come una delle classi di farmaci in più rapida crescita: negli ultimi anni le sperimentazioni cliniche sono cresciute in maniera esponenziale. Fino al 2022 in Europa sono stati autorizzati 94 anticorpi monoclonali, e nello specifico negli ultimi due anni ne sono stati autorizzati 13 nel 2021 e 7 nel 2022. I maggiori vantaggi terapeutici degli anticorpi monoclonali sono la loro alta specificità, l’alta affinità con la quale si legano ai loro bersagli e i limitati effetti collaterali associati al loro uso. La loro introduzione nella pratica clinica ha permesso di migliorare la qualità di vita di milioni di pazienti e curare varie patologie di grande rilievo clinico, per molte delle quali non erano più disponibili opzioni terapeutiche efficaci. Le principali aree terapeutiche in cui vengono utilizzati principalmente sono: l’oncologia, la reumatologia, la cardiologia, la neurologia. Nel bollettino sono presenti delle sezioni specifiche sulla sicurezza degli anticorpi monoclonali in ciascuna delle aree terapeutiche. Questi articoli sono stati presentati al simposio “Farmacovigilanza: Focus sugli anticorpi monoclonali” che si è tenuto presso l’Ospedale San Michele di Cagliari il 9 e 23 giugno 2022, e di cui sono previste altre edizioni nel corso dell’anno. Il bollettino si conclude con la presentazione della nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza e con i dati di segnalazione di reazioni avverse da anticorpi monoclonali in Sardegna. Leggi qui il Bollettino di Farmacovigilanza della Sardegna del I semestre 2022. - 29/07/2022
- L’uso dei farmaci in Italia – Rapporto OsMed 2021 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha presentato e pubblicato in data odierna il rapporto sull’uso dei farmaci in Italia dell’Osservatorio OsMed. Nel Rapporto sono analizzati i dati di prescrizione farmaceutica in Italia nel 2021 attraverso i diversi flussi informativi disponibili che consentono di ricomporre l’assistenza farmaceutica in ambito territoriale e ospedaliero, sia a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che tramite l’acquisto privato da parte del cittadino. Maggior enfasi è stata data ai trend temporali, al fine di cogliere i cambiamenti negli andamenti prescrittivi, di intercettare mutamenti di salute nella popolazione nonché di analizzare l’impatto delle azioni regolatorie sull’appropriatezza prescrittiva. Nel capitolo relativo ai confronti internazionali, i prezzi italiani sono stati confrontati con quelli degli altri Paesi Europei, non solo per l’anno 2021, ma in un periodo più ampio, dal 2014 al 2021. I prezzi dei farmaci sono stati confrontati anche in base alla prima data di lancio in Europa e distinguendo il mercato dei farmaci a brevetto scaduto e da quello dei farmaci aventi l’esclusività di mercato. È stata ulteriormente approfondita l’analisi sull’andamento temporale dei prezzi in Italia inserendo approfondimenti, nell’ambito dell’assistenza convenzionata, relativi all’effetto sui prezzi dell’ingresso di nuovi medicinali in lista di trasparenza e, nell’ambito degli acquisti diretti, dell’ingresso sul mercato di nuove specialità. Nell’analisi dell’aderenza al trattamento farmacologico è stato valutato l’andamento nel triennio 2019-2021, anche con la finalità di verificare eventuali cambiamenti intervenuti nel periodo pandemico; oltre alla prevalenza, è stata valutata anche l’incidenza della patologia, attraverso l’analisi della prescrizione da parte dei Medici di Medicina Generale. Infine è stata introdotta una sezione specifica sull’evoluzione della spesa per valorizzare e monitorare l’impatto sulla spesa farmaceutica SSN delle nuove molecole, anche ai fini della programmazione. Ulteriori approfondimenti sono stati condotti in merito alle modalità di erogazione dei farmaci a livello regionale, in particolare, riguardo la distribuzione diretta (DD) e in nome e per conto (DPC) che mostrano una notevole, forse eccessiva, variabilità tra le diverse Regioni. Leggi qui la notizia originale sul sito AIFA. Leggi qui il rapporto OsMed 2021. Leggi qui una sintesi dei numeri del rapporto 2021. - 29/07/2022
- Sorveglianza post-marketing delle terapie con cellule CAR-T: Analisi del database del sistema di segnalazione degli eventi avversi della FDA (FAERS) Introduzione Poiché le terapie a base di cellule T del recettore dell’antigene chimerico (CAR-T) stanno diventando sempre più disponibili nell’armamentario dell’ematologo, sta emergendo la necessità di monitorare la sicurezza post-marketing. L’obiettivo dello studio è di caratterizzare meglio il loro profilo di sicurezza, concentrandosi sulla sindrome da rilascio di citochine e identificando i segnali emergenti. Metodi È stato utilizzato il sistema di segnalazione degli eventi avversi della Food and Drug Administration degli Stati Uniti per analizzare le sospette reazioni avverse ai farmaci tisagenlecleucel (tisa-cel) e axicabtagene ciloleucel (axi-cel) nel periodo compreso tra ottobre 2017 e settembre2020. Le analisi di disproporzionalità (reporting odds ratio) sono state eseguite confrontando le terapie CAR-T con tutti gli altri farmaci (gruppo di riferimento 1) e altri farmaci onco-ematologici con un’indicazione simile, indipendentemente dall’età (gruppo di riferimento 2) o limitati agli adulti (gruppo di riferimento 3). La notorietà è stata valutata attraverso le schede tecniche e i piani di gestione del rischio. Sono stati analizzati il tempo di insorgenza della reazione avversa al farmaco e le caratteristiche della sindrome da rilascio di citochine. Risultati Complessivamente sono state identificate 3225 segnalazioni (1793 axi-cel; 1433 tisa-cel). Le tossicità segnalate sono state principalmente: sindrome da rilascio di citochine (52,2%), febbre (27,7%) e neurotossicità (27,2%). La sindrome da rilascio di citochine e la neurotossicità sono state spesso riferite insieme e il 75% degli eventi si è verificato nei primi 10 giorni. L’analisi di disproporzionalità ha confermato le reazioni avverse note a questi farmaci e ha mostrato associazioni inaspettate, ad esempio: assi-cel con cardiomiopatie (reporting odds ratio= 2,3; intervallo di confidenza al 95% 1,2-4,4) e perforazioni gastrointestinali (2,9; 1,2-7,3); tisa-cel con epatotossicità (2,5; 1,1-5,7) e disturbi pupillari (15,3; 6-39,1). Conclusioni Lo studio conferma le già note reazioni avverse al farmaco e rileva problemi di sicurezza potenzialmente emergenti, specifici per ogni terapia CAR-T: è stato evidenziato che tisa-cel è maggiormente legato a fenomeni di immunodeficienza (ipogammaglobulinemia, infezioni) e a coagulopatie, mentre axi-cel si associa maggiormente a neurotossicità. Bibliografia Fusaroli, M., Isgrò, V., Cutroneo, P.M. et al. Post-Marketing Surveillance of CAR-T-Cell Therapies: Analysis of the FDA Adverse Event Reporting System (FAERS) Database. Drug Saf (2022). Leggi l’articolo completo qui. - 29/07/2022
- Terapia con anti-TNF alfa e ipoglicemia: un’analisi di Farmacovigilanza Real-Word Introduzione Un’associazione tra gli inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF)-α e l’ipoglicemia è stata rilevata in alcuni case report e piccoli case series; tuttavia, non sono ancora stati pubblicati dati di farmacovigilanza rilevanti. Obiettivo L’obiettivo di questo studio è stato quello di evidenziare e caratterizzare i segnali di sicurezza rilevanti tra ipoglicemia e l’uso di inibitori del TNF-α. Metodi È stata condotta un’analisi di disproporzionalità focalizzata sulle indicazioni per rilevare un eventuale aumento delle segnalazioni di ipoglicemia associata a TNF-α, rispetto a tutte le altre segnalazioni riferite alla stessa indicazione nello stesso periodo di tempo. I reporting odds ratio (ROR) con intervalli di confidenza al 95% (CI) sono stati calcolati per determinare la disproporzionalità. Per ridurre i potenziali fattori confondenti, i ROR aggiustati sono stati ulteriormente calcolati con la regressione logistica per controllare età, sesso, stato del diabete e farmaci concomitanti che potenzialmente influenzano i livelli di glucosio nel sangue. Risultati In totale, 1086 reazioni avverse al farmaco correlate agli inibitori del TNF-α sono state segnalate come “ipoglicemia”. Non sono stati riscontrati segnali di disproporzione di ipoglicemia negli utilizzatori di inibitori del TNF-α con indicazione per malattia infiammatoria intestinale. Considerando gli inibitori del TNF-α come classe, la disproporzione per l’ipoglicemia è emersa solo nel caso della psoriasi (n = 267, ROR 1,20, 95% CI 1,02-1,41). Considerando alcuni specifici inibitori del TNF-α, sono stati riscontrati ROR significativi per l’ipoglicemia nell’indicazione di utilizzo per malattie reumatiche: adalimumab nella spondilite anchilosante (n = 37, ROR 1,97, 95% CI CI 1,28-3,04), nella psoriasi (n = 160, ROR 1,64, 95% CI 1,37-1,97) e nell’artrite reumatoide (n = 230, ROR 1,35, 95% CI1,16-1,56) e infliximab nella psoriasi (n = 18, ROR 2,14, 95% CI 1,33-3,42). Dopo l’aggiustamento per i fattori confondenti, solo i segnali per adalimumab risultavano significativi. Conclusioni Questo studio ha identificato alcuni potenziali segnali di farmacovigilanza tra ipoglicemia e inibitori del TNF-α che meritano un’ulteriore validazione. Bibliografia Zhou, Y., Xie, W., Wang, L. et al. Anti-tumor Necrosis Factor-Alpha Therapy and Hypoglycemia: A Real-World Pharmacovigilance Analysis. Drug Saf (2022). Leggi l’articolo qui. - 29/07/2022
- Analisi delle segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci e agli integratori a base di erbe ricevute dal Centro nazionale di farmacovigilanza Lareb nei Paesi Bassi. L’inclusione dei medicinali a base di erbe e degli integratori vegetali nei sistemi di farmacovigilanza è importante perché un approccio sistematico alla raccolta e all’analisi delle reazioni avverse ai farmaci correlate a questi prodotti aiuterà i medici, pazienti e autorità regolatorie ad acquisire maggiori conoscenze e a prevenire i danni. L’obiettivo di questo studio è stato quello di classificare le segnalazioni di reazione avversa a farmaci e integratori a base di erbe presentate al Centro di Farmacovigilanza Lareb tra il 1991 e il febbraio 2021 sulla base del loro status normativo. Abbiamo classificato i prodotti in base al loro stato di registrazione e alla composizione. I prodotti sono stati poi classificati secondo l’Herbal Anatomical Therapeutic Chemical Classifcation System (Sistema di Classificazione Chimico Terapeutica delle Erbe). Abbiamo utilizzato le statistiche descrittive in Microsoft Excel 2019. Per l’analisi e la presentazione dei dati sono state utilizzate tabelle pivot. Fino a febbraio 2021, Lareb ha ricevuto un totale di 789 segnalazioni di medicinali e integratori a base di erbe. In queste segnalazioni, un totale di 823 prodotti è stato etichettato come sospetto. Questi prodotti hanno causato un totale di 1727 reazioni avverse ai farmaci (ADR). Degli 823 prodotti, 229 erano registrati come medicinali e 594 erano in commercio come integratori a base di erbe. Degli 823 prodotti, 522 segnalazioni riguardavano prodotti a base di una singola erba, 256 segnalazioni riguardavano prodotti combinati, 27 segnalazioni riguardavano prodotti vitaminici contenenti ingredienti a base di erbe e 18 segnalazioni riguardavano problemi di prodotto. Circa 15% delle segnalazioni riguardava gravi reazioni avverse ai farmaci e i prodotti adulterati presentavano un elevato rischio di causare gravi reazioni avverse ai farmaci. L’analisi dei prodotti medicinali e degli integratori a base di erbe presenti nel database olandese di farmacovigilanza ha rivelato una varietà di ingredienti vegetali sospetti. Le segnalazioni forniscono un quadro della varietà di prodotti a base di erbe utilizzati nei Paesi Bassi e delle reazioni avverse associate a tali prodotti. La farmacovigilanza dei prodotti a base di erbe è fondamentale per garantire la sicurezza del loro utilizzo. Bibliografia van Hunsel, F.P.A.M., van der Kooi, D., van de Koppel, S. et al. Analysis of Reports on Adverse Drug Reactions Related to Herbal Medicinal Products and Herbal Supplements in the Netherlands Received by the National Pharmacovigilance Centre Lareb. Drug Saf 45, 651–661 (2022). Leggi l’articolo qui. - 29/07/2022
- Biomarcatori renali ed eventi avversi renali maggiori in pazienti in condizioni critiche Il danno renale acuto (AKI) derivante dall’uso di farmaci nefrotossici è molto diffuso nei pazienti ricoverati in ospedale ed è responsabile di un aumento complessivo della mortalità e dei costi di assistenza. La creatinina sierica (SCr), l’attuale standard per l’identificazione dell’Insufficienza renale acuta indotta da farmaci (DIAKI) esprime spesso in di 26-36 ore il danno renale. Questa revisione sistematica si propone di valutare l’utilità clinica di diversi nuovi biomarcatori di danno renale e stress per la previsione/rilevazione tempestiva dell’Insufficienza renale acuta indotta da farmaci (DIAKI), rispetto ai metodi tradizionali. È stata condotta una revisione sistematica dei database CINAHL, Cochrane Library, Embase e PubMed secondo le linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA) 2020, alla ricerca di articoli che analizzassero l’uso di β2-microglobulina (B2M), interleuchina (IL)-18, kidney injury molecule-1 (KIM-1), liver-type fatty acid-binding protein (L-FABP), lipocalina associata alla gelatinasi neutrofila (NGAL) e inibitore tissutale della metalloproteinasi-2, * insulin-like growth factor-binding proteina 7 [TIMP-1]*[IGFBP-7], per identificare la DIAKI. Gli outcome primari includevano il tempo alla diagnosi di DIAKI con i metodi tradizionali e il tempo per differenziare in maniera significativa le concentrazioni dei biomarcatori tra i soggetti dello studio con DIAKI e quelli non-AKI. Gli outocome secondari includevano le concentrazioni dei biomarcatori tra i gruppi di AKI. Dalla ricerca della letteratura sono stati identificati quindici articoli. Dodici studi erano costituiti da popolazioni di pazienti ospedalizzati e tre studi includevano pazienti ospedalizzati e dimessi per il trattamento domiciliare. Nessuno studio riportava i valori del volume di urina emesso. Il 73% degli studi ha riportato tempi più precoci per una differenza significativa delle concentrazioni dei nuovi biomarcatori tra i gruppi AKI e non AKI rispetto alla diagnosi di DIAKI in base alla sola Creatinina sierica. Sono state osservate variazioni significative nelle concentrazioni dei singoli biomarcatori urinari tra i gruppi di AKI. Tutti i biomarcatori analizzati hanno mostrato di essere potenzialmente utilizzabili come marcatori clinici precoci di DIAKI; tuttavia, sono necessarie ulteriori conferme sulle concentrazioni urinarie soglia per DIAKI ed è necessaria un’implementazione significativa di questi biomarcatori nella pratica clinica. Bibliografia Desai, R.J., Kazarov, C.L., Wong, A. et al. Kidney Damage and Stress Biomarkers for Early Identification of Drug-Induced Kidney Injury: A Systematic Review. Drug Saf (2022). Leggi l’articolo qui. - 29/07/2022
- Dodicesimo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il dodicesimo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti-COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 giugno 2022 per i cinque vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 137.899 segnalazioni su un totale di 138.199.076 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 100 ogni 100.000 dosi), di cui l’81,8% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Nel secondo trimestre del 2022 i tassi di segnalazione relativi alla 1a dose restano più elevati rispetto alle dosi successive e sono più bassi dopo la 4a dose per tutti i vaccini.Le segnalazioni gravi corrispondono al 18,1% del totale, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, in linea con i precedenti Rapporti. Si ricorda che la gravità delle segnalazioni viene definita in base a criteri standardizzati che non sempre coincidono con la reale gravità clinica dell’evento. La reazione avversa si è verificata nella maggior parte dei casi (71% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento. Comirnaty è il vaccino attualmente più utilizzato (65,4%), seguito da Spikevax (24,7%), Vaxzevria (8,8%), Jcovden (ex-COVID-19 Vaccino Janssen) (1,1%) e Nuvaxovid (0,03%), in uso dal 28 febbraio 2022. In linea con i precedenti Rapporti, la distribuzione delle segnalazioni per tipologia di vaccino ricalca quella delle somministrazioni, a eccezione di Vaxzevria e Spikevax che appaiono invertiti in questo andamento (Comirnaty 66,3%, Vaxzevria 17,4%, Spikevax 14,9%, Jcovden 1,3%, Nuvaxovid 0,1%).Per tutti e cinque i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, brividi, disturbi gastro-intestinali, reazioni vegetative, stanchezza, reazione locale o dolore in sede di iniezione. Nella fascia di età 5-11 anni, al 26/06/2022 risultano inserite complessivamente 471 segnalazioni (circa lo 0,5% del totale) per il vaccino Comirnaty, l’unico attualmente autorizzato per questa fascia di età, con un tasso di segnalazione di circa 18 casi ogni 100.000 dosi. Il 95% circa di queste segnalazioni e attribuito alla 1a dose e il 5% circa alla 2a. Gli eventi avversi più frequentemente segnalati, indipendentemente dalla gravità e dal nesso di causalità, sono stati dolore in sede di iniezione, cefalea, febbre e stanchezza. I dati contenuti in questo Rapporto periodico sono coerenti rispetto a quelli pubblicati fino a oggi e in linea con le informazioni di sicurezza già discusse a livello europeo. Leggi qui la notizia originale sul sito AIFA. Leggi qui il dodicesimo rapporto AIFA sulla sicurezza dei vaccini contro COVID-19. - 27/07/2022
- Raccolta di dati sugli eventi avversi correlati ai medicinali: un’indagine tra i registri del database ENCePP I registri dei pazienti sono sistemi organizzati che raccolgono dati uniformi (clinici e di altro tipo) per identificare esiti specifici per una popolazione definita da una particolare malattia, condizione o esposizione Tali registri costituiscono fonti di dati preziose per supportare il processo decisionale regolatorio sui medicinali, fornendo prove sull’efficacia/effettività e sulla sicurezza dei medicinali nell’ambito di sperimentazioni cliniche e studi non interventistici, sia in fase pre che post-autorizzativa. Purtroppo, attualmente è difficile identificare, sulla base delle informazioni pubblicate, quali di questi registri si occupano di routine della raccolta e della segnalazione di AEs/ADRs legati ai medicinali. Questo aspetto è tuttavia fondamentale da conoscere per valutare l’idoneità dei registri a supportare la generazione di prove sulla sicurezza dei farmaci. Per comprendere meglio l’approccio dei registri dei pazienti alla raccolta e alla segnalazione di AE/ADR, l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha condotto un’indagine tra i registri elencati nel database delle risorse dell’European Network of Centres in Pharmacoepidemiology and Pharmacovigilance (ENCePP), tramite un sondaggio online composto da 15 domande distribuito nel maggio 2020 per essere completato entro agosto 2020. Un terzo dei registri ha completato l’indagine (31/85; 36,5%). La maggior parte degli intervistati raccoglie abitualmente informazioni sui farmaci (29/31; 93,5%), di cui il 65,5% (19/29) raccoglie anche dati sulle AE e sulle reazioni avverse ai farmaci (ADR). La frequenza e le tempistiche per la raccolta e la segnalazione di AE/ADR variano notevolmente tra i registri, così come il loro livello di esperienza nel fornire dati a terzi per scopi regolatori Il basso tasso di risposta può indicare uno scarso interesse per questo argomento o che i registri non sono stati originariamente sviluppati per la raccolta di dati di routine sugli AE/ADR e, in ultima analisi, per il monitoraggio della sicurezza dei farmaci. I principali ostacoli e fattori facilitanti per la raccolta e la condivisione di informazioni sulla sicurezza dei farmaci sono ben noti e riguardano la raccolta dei dati (ad esempio, la mancanza di armonizzazione dei moduli di raccolta dei dati, la non conformità nella segnalazione tempestiva degli AE), la condivisione dei dati (ad esempio, il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e le procedure di richiesta dei dati, il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), requisiti nazionali), le procedure di segnalazione (ad esempio, ritardi temporali), nonché i finanziamenti limitati o mancanza di compensazione finanziaria/incentivi per i centri per garantire la raccolta dei dati e la gestione della qualità. I risultati indicano che sono necessarie linee guida chiare sulla raccolta e sull’uso dei dati real-world nei quadri regolatori e una collaborazione rafforzata tra i titolari dei registri, il mondo accademico, gli enti regolatori e gli sviluppatori di farmaci per raggiungere livelli di qualità elevati e completi dei dati sulla sicurezza acquisiti dai registri a supporto del processo decisionale regolatorio. Si spera che ciò sia possibile grazie alla strategia della Rete europea di regolamentazione dei medicinali fino al 2025. Bibliografia Plueschke K. et al, Collection of Data on Adverse Events Related to Medicinal Products: A Survey Among Registries in the ENCePP Resources Database. Drug Safety, 2022 Leggi l’articolo qui. - 27/07/2022
- L’EMA raccomanda l’approvazione di Imvanex per la prevenzione del vaiolo delle scimmie Il Comitato per i medicinali umani (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di estendere l’uso di Imvanex, vaccino antivaiolo, anche per l’immunizzazione degli adulti contro il vaiolo delle scimmie. Il vaccino Imvanex è autorizzato nell’UE dal 2013 per la prevenzione del vaiolo. Contiene una forma attenuata (indebolita) del virus vaccinico vivo Ankara modificato, che appartiene alla stessa famiglia del virus del vaiolo. Si è ritenuto che potesse anche essere usato come vaccino contro il vaiolo delle scimmie, data la somiglianza tra il virus del vaiolo delle scimmie e il virus del vaiolo. Il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio è Bavarian Nordic A/S. Il CHMP ha basato la propria raccomandazione sui dati provenienti da diversi studi sugli animali che hanno mostrato che Imvanex, somministrato nei primati non umani, li proteggeva contro il virus del vaiolo delle scimmie. Il CHMP ha ritenuto che l’efficacia di Imvanex nella prevenzione della malattia del vaiolo delle scimmie negli esseri umani potesse essere estrapolata da questi studi. Per confermare l’efficacia del vaccino contro la malattia, Bavarian Nordic A/S raccoglierà i dati di uno studio osservazionale che sarà condotto durante l’epidemia di vaiolo delle scimmie in corso nell’UE.Il profilo di sicurezza del vaccino è favorevole e gli effetti indesiderati sono di entità da lieve a moderata. Pertanto il CHMP ha concluso che i benefici del vaccino sono superiori ai rischi.Oltre alla prevenzione del vaiolo delle scimmie, il CHMP ha raccomandato di estendere l’uso di Imvanex anche per la protezione contro la malattia causata dal virus vaccinico, che provoca sintomi simili ma più lievi rispetto a quelli del vaiolo. Leggi qui il comunicato EMA. - 26/07/2022
- L’EMA raccomanda di limitare l’uso del medicinale antitumorale Rubraca Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di non utilizzare più Rubraca (rucaparib camsilato) come trattamento di terza linea del cancro dell’ovaio, delle tube di Falloppio o peritoneale primario, con mutazione del gene BRCA, in pazienti che presentano recidiva dopo almeno due chemioterapie a base di platino e che non sono più idonee a ricevere un’ulteriore terapia a base di platino. La raccomandazione fa seguito alla revisione dei dati finali dello studio ARIEL4 che ha confrontato Rubraca con la chemioterapia in pazienti con cancro in recidiva dopo almeno due precedenti trattamenti chemioterapici e che potevano ancora sottoporsi a un’ulteriore chemioterapia. L’analisi finale della sopravvivenza globale ha mostrato che Rubraca non era efficace come la chemioterapia nel prolungare la vita delle pazienti: la mediana della sopravvivenza nelle pazienti trattate con Rubraca era di 19,4 mesi, mentre in quelle trattate con chemioterapia era di 25,4 mesi. Di conseguenza, i medici non devono avviare un trattamento di terza linea con Rubraca in nuove pazienti; devono inoltre informare le pazienti già in trattamento con Rubraca in terza linea per le indicazioni di cui sopra in merito a questi ultimi dati e alle ultime raccomandazioni e prendere in considerazione opzioni terapeutiche alternative. La presente raccomandazione non riguarda l’uso di Rubraca come trattamento di mantenimento dopo chemioterapia. Leggi qui il comunicato EMA. - 26/07/2022
- Comunicazione AIFA su medicinale Rasilez HCT (aliskiren/idroclorotiazide) Si richiama l’attenzione degli operatori sanitari e dei cittadini su alcune informazioni di sicurezza, relative al rischio di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) associato al principio attivo idroclorotiazide, mancanti nel RCP e nel FI del medicinale Rasilez HCT (aliskiren/idroclorotiazide). L’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) del medicinale Rasilez HCT è attualmente revocata, su iniziativa dell’Azienda titolare di AIC e non per motivi di sicurezza, in tutti i Paesi dell’Unione Europea (Decisione CE C(2021) 9911), inclusa l’Italia, ma diverse confezioni del medicinale sono ancora presenti sul mercato nazionale italiano fino ad esaurimento scorte. Le informazioni di sicurezza relative al principio attivo idroclorotiazide, riportate nel comunicato, sono state recentemente aggiornate con l’inclusione del rischio di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) ma questo aggiornamento non è presente nel RCP e FI delle confezioni del medicinale Rasilez HCTZ ancora presenti sul mercato in quanto il medicinale è revocato. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 25/07/2022
- Nota Informativa Importante su MITOMICINA MEDAC MITOMICINA MEDAC 10 mg (AIC n. 044530044): utilizzare un filtro antiparticolato (5 µm) in caso di somministrazione endovenosa. Sommario: Durante studi di stabilità, i lotti D210131C e D210131BC di Mitomicina Medac 10 mg hanno mostrato un risultato fuori specifica per quanto riguarda le particelle visibiliIn caso di somministrazione endovenosa, se la soluzione non viene filtrata, le particelle somministrate potrebbero determinare un aumento del rischio di eventi tromboembolici nelle arterie capillariIl rischio di eventi tromboembolici può essere efficacemente prevenuto utilizzando un filtro antiparticolato appropriato (dimensione dei pori di 5 µm)A seguito del rinvenimento di particelle visibili nei lotti D210131C e D210131BC sono state implementate misure correttive e i nuovi lotti in distribuzione non hanno manifestato alcuna criticità. Tuttavia, in attesa di risultati finali e per maggiore precauzione, è consigliabile l’utilizzo del filtro antiparticolato anche sui nuovi lotti in distribuzione.La raccomandazione si applica in caso di uso endovenosoNon è necessaria filtrazione in caso di somministrazione endovescicaleLa capacità di fornire i medicinali a base di mitomicina da parte di medac GmbH è ancora garantita Leggi qui la nota informativa AIFA. - 25/07/2022
- Incidenza di insufficienza renale acuta nei pazienti che utilizzano Levetiracetam rispetto ad altri farmaci antiepilettici Il Levetiracetam è un farmaco utilizzato in monoterapia nella terapia delle crisi epilettiche ad esordio parziale, con o senza secondaria generalizzazione. Viene anche usato, insieme ad altri principi attivi, nel trattamento delle crisi miocloniche e delle crisi tonico-cloniche generalizzate, sia in soggetti adulti che in adolescenti con più di 12 anni di età. Il danno renale acuto è una reazione avversa attesa, elencata nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) per il Levetiracetam, che, come detto, rappresenta uno dei moderni farmaci antiepilettici più utilizzati. Per questo motivo è stato condotto uno studio volontario di sicurezza post-autorizzazione per caratterizzare il tasso di insufficienza renale acuta (IRA) nei pazienti esposti al levetiracetam rispetto ad altri antiepilettici. L’obiettivo è stato quello di confrontare, nel mondo reale, l’incidenza di IRA in pazienti che iniziavano levetiracetam con quella dei pazienti che iniziavano altri antiepilettici, sia in monoterapia che in politerapia. È stato utilizzato IBM® MarketScan® Commercial, un database che contiene informazioni su oltre 125 milioni di utenti, coperti da assicurazione, per il periodo compreso tra gennaio 2008 e dicembre 2017. In questo studio retrospettivo sono state definite due coorti: una di pazienti che hanno iniziato un trattamento antiepilettico in monoterapia (“coorte di monoterapia”) e una seconda coorte che ha iniziato un trattamento antiepilettico in aggiunta a un altro trattamento in corso (“coorte di politerapia”). I pazienti sono stati seguiti in un periodo di follow-up compreso tra la data indice (in cui hanno iniziato la terapia antiepilettica) fino alla prima diagnosi di insufficienza renale acuta, alla fine della finestra di rischio (calcolata a 30 giorni dalla data indice), alla cessazione della copertura assicurativa o alla fine del periodo di studio, a seconda di quale evento si è verificato per primo. Complessivamente, 110.336 pazienti erano eleggibili per la coorte di monoterapia e 96.215 per quella di politerapia. Il tasso di insufficienza renale acuta a seguito di un nuovo trattamento antiepilettico è stato rispettivamente di 6,0 e 6,5 per 10.000 pazienti per le due coorti, nei primi 30 giorni dopo l’inizio della terapia. Il tasso di incidenza è stato calcolato come il numero totale di nuove diagnosi di IRA durante il periodo di follow-up diviso per la somma dei pazienti/mese durante il follow-up. Sono stati calcolati poi l’IRR (“incidence rate ratio” che si ottiene dividendo il tasso di incidenza nel gruppo trattato con Levetiracetam con il tasso di incidenza nel gruppo di controllo) e l’IRD (“incidence rate difference” che si ottiene sottraendo il tasso di incidenza di insufficienza renale acuta nel gruppo in trattamento con Levetiracetam da quello di controllo in politerapia) Nella coorte in monoterapia, l’IRR per insufficienza renale acuta è stato di 1,37 (95% intervallo di confidenza [CI] 0,80-2,34) e il corrispondente IRD è stato di 2,0 (95% CI – 1,12 a 5,12) casi per 10.000 pazienti al mese. Nella coorte di politerapia, l’IRR aggiustato per l’insufficienza renale acuta è stato di 0,94 (95% CI 0,51-1,74) e l’IRD corrispondente è stato di – 0,42 casi per 10.000 pazienti pazienti al mese (95% CI – 4,01-3,17). Questi dati confermano che il tasso di incidenza di insufficienza renale acuta, sia nei pazienti in monoterapia con Levetiracetam, che in politerapia con più antiepilettici, è molto basso e, sebbene non si possa escludere l’insorgenza di questo effetto indesiderato, il farmaco ha un buon profilo di sicurezza. Bibliografia Raphaelle Beau-Lejdstrom, Lai San Hong, “Incidence of Acute Renal Failure in Patients Using Levetiracetam Versus Other Antiseizure Medications: A Voluntary Post-Authorization Safety Study “ Leggi l’abstract dell’articolo qui. - 22/07/2022
- Pancreas e reazioni avverse ai farmaci: una revisione della letteratura Le reazioni avverse al farmaco (ADR) che colpiscono il pancreas rappresentano un gruppo eterogeneo di effetti collaterali che causano danni alle cellule pancreatiche. Vari meccanismi come l’ipersensibilizzazione, la costrizione dello sfintere di Oddi, gli effetti citotossici e metabolici diretti sulle cellule pancreatiche e l’idiosincrasia dose-dipendente portano all’attivazione intrapancreatica degli enzimi pancreatici con conseguente pancreatite acuta indotta da farmaci. Nonostante il fatto che il pancreas includa un efficiente metabolismo xenobiotico, la sua distribuzione all’interno del parenchima pancreatico differisce a seconda del tipo di cellula: le cellule pancreatiche endocrine hanno una maggiore quantità di enzimi metabolizzanti di fase I e II rispetto alle cellule esocrine; tuttavia, il pancreas esocrino è più suscettibile alla tossicità xenobiotica. Diversi farmaci sono stati collegati con lo sviluppo del cancro del pancreas che può derivare da effetti proinfiammatori, proliferativi e anti-apoptotici. L’effetto diabetogeno dei farmaci, che è inteso come compromissione della secrezione di insulina, può verificarsi a causa della distruzione diretta delle cellule β, della tossicità sistemica che colpisce le isole pancreatiche e i trasportatori di glucosio della membrana cellulare, dell’induzione della risposta autoimmune di tipo Th1 e della compromissione dei canali del calcio voltaggio-dipendenti nelle cellule β, dello stress del reticolo endoplasmatico e della segnalazione dell’insulina. In questo lavoro sono stati esaminati i dati disponibili sulle ADR che interessano il pancreas concentrandosi sui patomeccanismi postulati. La ricerca è stata condotta nella Banca dati PubMed (fino al 31 dicembre 2021) per le pubblicazioni sulla lesione pancreatica indotta da farmaci con un meccanismo plausibile dell’evento o della reazione avversa descritta. I dati relativi alle ADR che interessano il pancreas sono in continua crescita. Nel periodo 2011-2021 sono stati segnalati un totale di 41.064 casi di pancreatite alla FDA Adverse Event. Una migliore comprensione delle ADR che colpiscono il pancreas può contribuire a migliorare la consapevolezza di medici e pazienti e ridurre i potenziali effetti collaterali dannosi delle terapie implementate. Bibliografia Sosnowski, K., Nehring, P. & Przybyłkowski, A. Pancreas and Adverse Drug Reactions: A Literature Review. Drug Saf (2022). Leggi qui l’articolo completo. - 20/07/2022
- Incidenza, patogenesi e gestione della nefrotossicità indotta da inibitori di pompa protonica Gli inibitori di pompa protonica (PPI) sono ampiamente utilizzati nel trattamento di varie patologie legate all’acidità e sono tra i farmaci più comunemente utilizzati. Alcuni studi stimano che il 25-70% degli inibitori della pompa protonica sia prescritto per trattamenti, dosi e indicazioni inappropriate, dove i benefici dell’uso degli inibitori di pompa protonica possono essere inferiori al rischio di reazioni avverse per molti pazienti. Un numero crescente di segnalazioni ha legato l’uso a lungo termine dei PPI a gravi ADR, tra cui carcinoide gastrico, frattura dell’anca, ipomagnesemia, carenze nutrizionali, eventi cardiovascolari, infezioni intestinali e soprattutto lesioni renali. La nefrite interstiziale acuta (AIN) è una lesione renale immuno-mediata caratterizzata da infiammazione tubulo-interstiziale acuta e rappresenta circa un quarto di tutti i casi di danno renale acuto (AKI). Tra le varie eziologie di AIN, le reazioni specifiche ai farmaci sono le più importanti.L’insorgenza della nefrite interstiziale acuta è stata associata all’uso a lungo termine degli inibitori di pompa protonica. In questa revisione, gli autori riassumono le attuali conoscenze sugli inibitori di pompa protonica e l’associazione con nefrite interstiziale acuta, malattia renale cronica e persino malattia renale allo stadio terminale in termini di incidenza, patogenesi, fattori, caratteristiche cliniche e diagnosi. Viene discusso come questi fattori cambino in condizioni di nefrite interstiziale acuta, malattia renale cronica e malattia renale in fase terminale. Lo scopo di questa revisione è quello di valutare le attuali evidenze per aiutare i medici e i pazienti a interpretare la potenziale relazione causale tra l’assunzione di inibitori di pompa protonica e la nefrotossicità. Ciò può indurre i medici a riconsiderare la dose e la durata appropriate della terapia con inibitori della pompa protonica per evitare un uso inappropriato. Bibliografia Wei X. Incidence, Pathogenesis, and Management of Proton Pump Inhibitor-Induced Nephrotoxicity. Drug Saf. 2022 Jul;45(7):703-712. Leggi qui l’abstract dell’articolo. - 20/07/2022
- Uveite indotta da Brentuximab Vedotin È stato descritto un caso di uveite bilaterale, in seguito alla somministrazione di Brentuximab Vedotin, con caratteristiche di uveite simile a quelle della Sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada, caratterizzata, quindi, da una uveite granulomatosa cronica, bilaterale, con presenza di cellule infiammatorie, piccoli distacchi sierosi multipli intorno alla retina e alle pieghe dell’epitelio pigmentato retinico (RPE) confermati dalla tomografia ottica (OCT), nonché, clinicamente, da offuscamento della vista e fotofobia. Il caso riguardava una paziente di 71 anni in terapia con Brentuximab Vedotin per linfoma di Hodgkin. Brentuximab vedotin (BV) è un farmaco coniugato costituito da un anticorpo monoclonale anti-CD30 e da un agente antimitotico, la monometil-auristatina E (MMAE) ed è utilizzato per il trattamento di neoplasie ematologiche come il linfoma anaplastico a grandi cellule e il linfoma di Hodgkin. È attivo sull’antigene CD30, un recettore del tnf espresso nelle cellule B e T attivate, nelle cellule Reed-Sternberg, tipiche del linfoma Hodgkin, e nelle cellule Hallmark, presenti nel linfoma anaplastico a grandi cellule. Dopo l’internalizzazione del complesso anticorpo-farmaco coniugato con CD30, la monometil-auristatina E viene rilasciata all’interno della cellula, si lega alla tubulina e interrompe la rete di microtubuli all’interno della cellula, bloccando la divisione cellulare e provocando selettivamente la morte per apoptosi delle cellule tumorali che esprimono CD30 Le indagini eziologiche condotte sulla paziente non hanno evidenziato una chiara causa infettiva o infiammatoria. La donna è stata trattata con metilprednisolone per via orale, inizialmente senza interrompere la terapia con brentuximab vedotin. Successivamente, a causa del persistere della perdita dell’acuità visiva, la paziente ha sospeso il farmaco sospetto. L’uveite ha risposto bene al trattamento con corticosteroidi e alla sospensione del brentuximab, ma alcuni mesi dopo si è avuto un rechallenge positivo quando è stato riiniziato il trattamento . Questo ha suggerito un probabile evento avverso a questo farmaco, in accordo con l’algoritmo di Naranjo. Si ipotizza che l’uveite sia causata da un effetto diretto sulle cellule CD30+ del tessuto uveale, con perdita della loro funzione protettiva di regolazione immunitaria, e/o da effetti citotossici collaterali del farmaco coniugato antimitotico MMAE sulle cellule non tumorali circostanti. La crescente esperienza con l’immunoterapia fornirà in futuro maggiori informazioni (cliniche) su questi complessi meccanismi immunitari. Bibliografia Therssen S, et al. Brentuximab vedotin induced uveitis. Am J Ophthalmol Case Rep 2022; 26: 101440. - 19/07/2022
- Sicurezza della fexofenadina e di altri antistaminici orali di seconda generazione L’obiettivo principale dello studio è valutare l’impatto sul profilo di sicurezza della fexofenadina in Italia, successivamente alla rimozione dell’obbligo di ricetta, rapportato con altri paesi europei attraverso l’analisi del database FAERS (FDA Adverts Event Reporting System). Il passaggio per alcuni farmaci dalla necessità della ricetta medica a farmaco di autosomministrazione ha un impatto importante nel mercato farmaceutico, tanto che, dalle previsioni fatte al 2024, ci si aspetta un incremento della loro vendita. La fexofenadina è un antistaminico di seconda generazione, commercializzato per la prima volta in Europa nel 1990 sotto prescrizione medica e dal 2008 come farmaco da banco (OTC); in Italia è in OTC dal 2016. La Società Canadese di Allergia e Immunologia Clinica (CSACI) raccomanda che la nuova generazione di antistaminici sia trattamento di prima linea nel contesto di rinite allergica e orticaria, a causa del superiore profilo di efficacia; per cui è di grande importanza valutare la loro sicurezza nella pratica quotidiana. Nello studio sono stati considerati tutti i report italiani di reazione avversa grave per fexofenadina, cetirizina o loratidina, presenti nel database FAERS dal primo gennaio 2010 al 30 giugno 2020; confrontandoli con i report per la fexofenadina provenienti dal Belgio, Finlandia, Portogallo, Svizzera e Ungheria. In Italia, nel periodo, sono state identificate otto sospette reazioni avverse gravi, cinque delle quali indicavano la fexofenadina come il solo farmaco sospetto, due delle quali ascrivibili al periodo in cui era ancora necessaria la prescrizione; mentre negli altri stati europei considerati sono stati evidenziati tra i 2 e i 5 report. Il piccolo numero di eventi avversi riportati per fexofenadina e alcuni altri antistaminici orali di seconda generazione nel periodo compreso tra il 2010 e il 2020 può essere conseguente all’ottimo profilo di sicurezza di questi medicinali. L’aumento di eventi avversi, quando è stato tolto l’obbligo di ricetta può essere la conseguenza delle aumentate vendite e di un’intensificazione dell’attività di farmacovigilanza. Questo studio suggerisce l’assenza di un impatto sul profilo di sicurezza della fexofenadina, al variare del tipo di prescrizione; inoltre, mette in luce I sistemi di segnalazione spontanea come una preziosa fonte per esplorare e caratterizzare l’uso dei farmaci OTC nella pratica quotidiana. Bibliografia: Carnovale C, Battini V, Gringeri M et al. Safety of fexofenadine and other second-generation oral antihistamines before and after the removal of the prescription requirement in Italy and other European countries: A real-world evidence study and systematic review. World Allergy Organ J. 2022 Jul 2;15(7) Leggi qui l’articolo completo - 19/07/2022
- Reazioni di ipersensibilità ai farmaci non mediate dalle IgE L’ipersensibilità ai farmaci gioca un ruolo significativo nel decorso clinico del paziente, dal vietare l’uso di alcuni farmaci come terapie di prima linea, all’essere una significativa causa di morbilità e mortalità. Sebbene esistano molteplici meccanismi per le reazioni di ipersensibilità (HSRs), le reazioni IgE mediate sono state le uniche ben studiate. Al contrario, esistono reazioni a farmaci non IgE-mediate che non sono state tradizionalmente studiate, sebbene risultino la forma più comune di ipersensibilità. Le loro presentazioni sono molto variegate e possono variare in termini di gravità da reazioni lievi, reazioni solo cutanee, a gravi malattie sistemiche. Complessivamente, sembra che le HSR non IgE-mediate da farmaci siano almeno altrettanto comuni, se non più comuni, rispetto alle reazioni IgE-mediate. Gli alleli HLA sono stati tradizionalmente utilizzati per identificare alcuni pazienti a rischio di sindrome di ipersensibilità all’abacavir, ma studi più recenti hanno dimostrato che diversi altri alleli HLA sono associati a gravi reazioni avverse cutanee con altri vari farmaci. Le reazioni non IgE-mediate hanno registrato un aumento dell’interesse della ricerca nell’ultimo decennio, con una maggiore enfasi sulla comprensione della presentazione clinica e della fisiopatologia sottostante. Ci sono stati progressi significativi progressi nei test genetici degli alleli HLA che hanno fornito un approccio notevole nella previsione di alcuni tipi di gravi reazioni avverse cutanee (SCAR), e sono in fase di studio nuovi strumenti diagnostici che hanno mostrato un certo potenziale. Permangono significative esigenze non soddisfatte per le reazioni non IgE-mediate, tra cui test diagnostici più affidabili, protocolli di premedicazione standardizzati e test diagnostici più affidabili, protocolli di premedicazione standardizzati e algoritmi di trattamento convalidati. L’articolo qui presentato passa in rassegna i meccanismi proposti per le reazioni avverse a farmaci non IgE-mediate e i metodi per diagnosticarle. Leggi qui l’abstract dell’articolo. - 19/07/2022
- Vaccini anti COVID-19: estensione della platea dei destinatari della seconda dose di richiamo È disponibile la Circolare del Ministero della Salute sull’estensione della platea vaccinale destinataria della seconda dose di richiamo (second booster) nell’ambito della campagna di vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, con la nota congiunta di Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità, Agenzia Italiana del Farmaco e Istituto Superiore di Sanità, il parere della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA e gli aggiornamenti delle note informative dei vaccini Comirnaty e Spikevax. Leggi qui la circolare del Ministero della Salute. - 12/07/2022
- L’ECDC e l’EMA aggiornano le raccomandazioni sulle dosi di richiamo aggiuntive dei vaccini mRNA COVID-19 Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) e l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) raccomandano di prendere in considerazione una seconda dose di richiamo del vaccino mRNA COVID-19 per le persone di età compresa tra i 60 e i 79 anni e per le persone con condizioni mediche che le mettono ad alto rischio di malattia grave. Nell’aprile 2022, entrambe le agenzie hanno raccomandato di prendere in considerazione un secondo richiamo per le persone di età superiore agli 80 anni. Tuttavia, in quell’occasione le agenzie hanno osservato che potrebbe essere necessario prendere in considerazione un secondo richiamo per le persone di età compresa tra i 60 e i 79 anni e per le persone vulnerabili di qualsiasi età se si verificasse una recrudescenza delle infezioni. Secondo richiamo per le persone di età superiore ai 60 anni e per le persone vulnerabili Poiché in Europa è in corso una nuova ondata, con tassi crescenti di ricoveri in ospedale e in unità di terapia intensiva (ICU), è fondamentale che le autorità sanitarie pubbliche prendano in considerazione le persone tra i 60 e i 79 anni e le persone vulnerabili di qualsiasi età per un secondo richiamo. Questi potrebbero essere somministrati almeno quattro mesi dopo il precedente, con particolare attenzione alle persone che hanno ricevuto un precedente richiamo più di 6 mesi fa. I vaccini attualmente autorizzati continuano a essere altamente efficaci nel ridurre i ricoveri, la malattia grave e i decessi causati dal COVID-19 nel contesto delle varianti emergenti del SARS-CoV-2. Stella Kyriakides, Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, ha dichiarato: “I nostri vaccini COVID-19 funzionano e offrono buoni livelli di protezione contro malattie gravi e ricoveri ospedalieri. Con l’aumento dei casi e dei ricoveri in estate, invito tutti a vaccinarsi e a potenziarsi il prima possibile. Non c’è tempo da perdere. Invito gli Stati membri a introdurre immediatamente il secondo richiamo per tutti gli ultrasessantenni e per tutte le persone vulnerabili e invito tutti gli aventi diritto a farsi vaccinare. È così che proteggiamo noi stessi, i nostri cari e le nostre popolazioni vulnerabili”. Attualmente stiamo assistendo a un aumento dei tassi di notifica dei casi di COVID-19 e a una tendenza all’aumento dei ricoveri ospedalieri e delle unità di terapia intensiva e dell’occupazione in diversi Paesi, principalmente a causa della variante BA 5 di Omicron”, ha dichiarato la dott.ssa Andrea Ammon, direttore dell’ECDC. Questo segnala l’inizio di una nuova e diffusa ondata di COVID-19 in tutta l’Unione Europea. Ci sono ancora troppi individui a rischio di infezione grave da COVID-19 che dobbiamo proteggere il prima possibile. Dobbiamo ricordare alle persone l’importanza della vaccinazione, dalla prima iniezione al secondo richiamo. Dobbiamo iniziare oggi. Prevediamo che gli adulti di 60 anni e più e le popolazioni medicalmente vulnerabili avranno bisogno di una seconda dose di richiamo. Si tratta dei gruppi più a rischio di malattia grave e la somministrazione di una seconda dose di richiamo a questi gruppi eviterà un numero significativo di ricoveri e di decessi a causa della COVID-19″. Sono consapevole che per raggiungere questo obiettivo è necessario uno sforzo significativo da parte delle autorità sanitarie pubbliche e della società in generale. Ma ora, all’inizio di una nuova ondata, è il momento di fare uno sforzo supplementare. Abbiamo a disposizione diversi vaccini sicuri ed efficaci, e ogni singola infezione da COVID-19 prevenuta ora è una potenziale vita salvata”. Secondo booster nella popolazione generale Al momento non ci sono prove evidenti a sostegno della somministrazione di una seconda dose di richiamo alle persone di età inferiore ai 60 anni che non sono a maggior rischio di malattia grave. Né esistono prove chiare a sostegno della somministrazione precoce di una seconda dose di richiamo agli operatori sanitari o a coloro che lavorano in case di cura a lungo termine, a meno che non siano ad alto rischio. Tuttavia, i residenti delle case di riposo sono probabilmente a rischio di malattia grave e dovrebbero essere presi in considerazione per le dosi di richiamo in linea con le raccomandazioni nazionali. L’ECDC e l’EMA hanno invitato le autorità sanitarie pubbliche di tutta l’UE a pianificare ulteriori richiami durante la stagione autunnale e invernale per le persone a più alto rischio di malattia grave, eventualmente combinando le vaccinazioni COVID-19 con quelle per l’influenza. I Gruppi Consultivi Tecnici Nazionali per l’Immunizzazione (NITAG) decideranno in ultima istanza a livello nazionale chi dovrà sottoporsi a un secondo richiamo, tenendo conto della situazione nei rispettivi Paesi. Vaccini adattatiL’ultimo parere dell’ECDC/EMA giunge nel corso del lavoro di adattamento dei vaccini per le varianti Omicron che destano preoccupazione. Stiamo lavorando per ottenere l’approvazione di vaccini adattati a settembre”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’EMA, Emer Cooke, sottolineando che “il nostro comitato per i medicinali per uso umano sta attualmente esaminando i dati relativi a due vaccini adattati”. Nel frattempo, è importante considerare l’utilizzo dei vaccini attualmente autorizzati come secondo richiamo nelle persone più vulnerabili”. I vaccini autorizzati nell’UE continuano a essere efficaci nel prevenire i ricoveri, le malattie gravi e i decessi causati dalla COVID-19, anche se continuano a emergere nuove varianti e sottovarianti”. Ha aggiunto che “le autorità dell’UE stanno lavorando a stretto contatto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i partner internazionali sulle politiche relative ai vaccini adattati”. L’ECDC e l’EMA continueranno a valutare da vicino i vaccini emergenti. Leggi qui la notizia sul sito EMA. Leggi qui la raccomandazione condivisa di EMA/ECDC. - 11/07/2022
- Medicinali contenenti nomegestrolo o clormadinone: il PRAC raccomanda nuove misure per minimizzare il rischio di meningioma Il Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza dell’EMA (PRAC) ha raccomandato nuove misure per minimizzare il rischio di meningioma con medicinali contenenti nomegestrolo o clormadinone, utilizzati per disturbi ginecologici e mestruali, terapia ormonale sostitutiva e, a basse dosi, per la contraccezione ormonale (controllo delle nascite). Il meningioma è un tumore delle membrane che coprono il cervello e il midollo spinale. È solitamente benigno e non è considerato un cancro ma, a causa della loro localizzazione all’interno e intorno al cervello e al midollo spinale, i meningiomi possono causare, in rari casi, gravi problemi. Il PRAC ha raccomandato che i medicinali contenenti alti dosaggi di clormadinone (5 – 10 mg) o alti dosaggi di nomegestrolo (3.75 – 5 mg) devono essere usati alla più bassa dose efficace e per la più breve durata possibile, e solo quando non vi sono adeguate alternative terapeutiche. In aggiunta, bassi e alti dosaggi di medicinali a base di nomegestrolo o clormadinone non devono essere utilizzati da pazienti che hanno, o hanno avuto, meningioma. Oltre a limitare l’uso dei medicinali ad alti dosaggi, il PRAC ha raccomandato che i pazienti devono essere monitorati per i sintomi del meningioma, che possono includere cambiamenti nella vista, perdita dell’udito o ronzio nelle orecchie, perdita dell’olfatto, mal di testa, perdita di memoria, convulsioni e debolezza delle braccia o delle gambe. Se ad un paziente viene diagnosticato un meningioma, il trattamento con questi medicinali deve essere interrotto in modo permanente. Le informazioni del prodotto dei medicinali ad alti dosaggi saranno aggiornate per includere meningioma come effetto indesiderato raro. Le raccomandazioni fanno seguito ad una revisione dei dati disponibili, inclusi i dati di sicurezza post- marketing e i risultati da due recenti studi epidemiologici. , Questi dati mostrano che il rischio di meningioma aumenta con l’aumentare della dose e con la durata del trattamento. Le raccomandazioni del PRAC saranno ora inviate al Comitato per i Medicinali ad Uso Umano dell’EMA (CHMP) per l’adozione di un’opinione finale dell’EMA. Ulteriori dettagli saranno pubblicati al momento del parere del CHMP. Maggiori informazioni sul medicinale I medicinali contenenti nomegestrolo acetato o clormadinone acetato sono disponibili in compresse da assumere per via orale. Sono disponibili da soli o in combinazione con estrogeni per trattare disturbi ginecologici come amenorrea (assenza di periodi mestruali) e altri disturbi mestruali, sanguinamento uterino, endometriosi (una condizione in cui un tessuto simile al rivestimento dell’utero cresce all’esterno dell’utero), tensione mammaria e come terapia ormonale sostitutiva o contraccettivi (controllo delle nascite). I medicinali sono commercializzati con diversi nomi commerciali tra cui: Belara, Lutenyl, Luteran, Naemis, Zoely e diversi medicinali generici. Ad eccezione di Zoely (nomegestrolo acetato/estradiolo), che è autorizzato con procedura centralizzata, tutti gli altri medicinali coinvolti in questa procedura sono stati autorizzati con procedura nazionale. Avvertenze sul rischio di meningioma sono già incluse nelle informazioni del prodotto per alcuni di essi, sebbene il testo potrebbe differire tra i diversi Stati Membri dell’UE. Le raccomandazioni del PRAC porteranno ad un allineamento delle informazioni del prodotto per questi medicinali nell’UE. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione dei medicinali contenenti nomegestrolo o clormadinone è stata avviata su richiesta della Francia, ai sensi dell’articolo 31 della Direttiva 2001/83/EC. La revisione è stata condotta dal Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza dell’EMA (PRAC), responsabile della valutazione di problemi di sicurezza per i medicinali ad uso umano, che ha emanato una serie di raccomandazioni. Le raccomandazioni del PRAC saranno inviate al Comitato per i Medicinali ad Uso Umano (CHMP), responsabile per le questioni riguardanti i medicinali per uso umano, che adotterà l’opinione dell’Agenzia. Il passaggio finale della procedura di revisione è l’adozione di una decisione legalmente vincolante da parte della Commissione Europea, applicabile in tutti gli Stati Membri dell’UE. Leggi qui la nota informativa EMA. - 08/07/2022
- Le agenzie regolatorie mondiali concordano i principi chiave dell’adattamento dei vaccini per affrontare le varianti virali Il 30 giugno, le autorità regolatorie di tutto il mondo hanno discusso le prove emergenti a sostegno dell’adattamento dei vaccini COVID-19 in seguito alla continua evoluzione del virus SARS-COV-2 durante un workshop co-presieduto dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, sotto l’egida della Coalizione Internazionale delle Autorità Regolatorie dei Medicinali (ICMRA). L’incontro si è concentrato sull’identificazione dei principi chiave per sostenere l’adattamento dei vaccini COVID-19 per meglio adattarsi alle varianti Omicron che destano preoccupazione e per garantire l’allineamento normativo globale. I partecipanti, provenienti da 18 membri e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra cui il vicepresidente del gruppo consultivo tecnico dell’OMS sulla composizione del vaccino COVID-19 (TAG-CO-VAC), hanno preso parte alle discussioni scientifiche. I membri dell’ICMRA e l’OMS hanno concordato sul fatto che i vaccini COVID-19 autorizzati continuano a offrire una protezione contro le malattie gravi, l’ospedalizzazione e la morte e ne hanno incoraggiato l’uso, ove disponibile, sia come serie primaria che come dosi di richiamo. I regolatori mondiali hanno anche riconosciuto che la continua evoluzione del SARS-CoV-2 riduce la protezione offerta dai vaccini approvati contro l’infezione e la malattia lieve. Anche se le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5 sembrano aver preso il sopravvento in molte parti del mondo, l’esperienza ha dimostrato che nuove varianti possono emergere rapidamente e sostituire quelle attualmente in circolazione dopo ondate di breve durata.I dati preliminari indicano che i vaccini a mRNA adattati, che incorporano un ceppo della variante Omicron, possono aumentare ed estendere la protezione, se usati come richiamo. Inoltre, secondo i dati emergenti, un vaccino bivalente a mRNA mirato a due ceppi di SARS-CoV-2, uno dei quali dovrebbe essere un ceppo Omicron, potrebbe fornire alcuni vantaggi nell’ampliare la risposta immunitaria. I vaccini bivalenti potrebbero essere considerati inizialmente per l’uso come booster. Il loro uso per la vaccinazione primaria potrebbe essere supportato in futuro, quando saranno disponibili ulteriori dati. Anche i vaccini che includono altre varianti, ad esempio la variante beta, potrebbero essere presi in considerazione per l’uso come richiami, se i dati degli studi clinici dimostreranno un livello adeguato di neutralizzazione contro Omicron e altre varianti preoccupanti. Le prove sono ancora in fase di raccolta e i partecipanti al workshop hanno sottolineato la necessità di esaminare attentamente i dati clinici emergenti dagli studi clinici in corso per determinare l’idoneità dei vaccini adattati. Gli enti regolatori mondiali hanno anche sottolineato l’importanza di pianificare studi di efficacia con i vaccini adattati per determinare il livello di protezione conferito da infezioni, ospedalizzazione e morte in condizioni reali. Il workshop è stato co-presieduto da Peter Marks, direttore del Center for Biologics Evaluation and Research (CBER) della FDA statunitense, e da Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell’EMA. È stato il quarto di una serie di workshop sullo sviluppo del vaccino COVID-19 e sulle varianti del virus tenuti dall’ICMRA. Questi workshop sottolineano il potere della leadership dell’ICMRA nel raggiungere l’allineamento tra le autorità di regolamentazione per accelerare e semplificare lo sviluppo e l’autorizzazione globale di vaccini COVID-19 nuovi o adattati contro le varianti emergenti di coronavirus. Maggiori dettagli sulle discussioni e sui risultati dell’incontro saranno pubblicati sul sito web dell’ICMRA nei prossimi giorni. Leggi qui la notizia originale sul sito EMA. - 08/07/2022
- Rischio di psoriasi dopo esposizione ai beta-bloccanti Uno studio condotto su database francesi ha messo in evidenza un possibile segnale di farmacovigilanza riguardante un aumento di casi di psoriasi che si possono verificare dopo esposizione ai beta-bloccanti. La psoriasi è una malattia infiammatoria immuno-mediata della pelle di natura cronica, la prevalenza nella popolazione generale è stimata tra lo 0,5 e l’11,5%, con una maggiore frequenza nel sesso maschile. Il meccanismo fisiopatologico è complesso e comprende disturbi che influenzano la proliferazione e la differenziazione dei cheratinociti, nonché un’attivazione anomala del sistema immunitario. È una malattia multiforme e la diagnosi è principalmente clinica. La forma più comune (’80-90% di tutti i casi) è la psoriasi a placche, caratterizzata da lesioni eritro-squamose, ben definite, spesso asimmetriche, di dimensioni variabili. I β-bloccanti sono una classe di farmaci con azione bloccante dei recettori β-adrenergici. Vengono utilizzati principalmente come antiaritmici, come antipertensivi e antianginosi. Nello studio francese è stata eseguita un’analisi retrospettiva e descrittiva. Sono state esaminate tutte le segnalazioni spontanee di psoriasi con esposizione a BB dall’inizio del database nel 1985,fino al 31 dicembre 2019. Per ogni betabloccante (cioè acebutolo, atenololo, betaxololo, bisoprololo, carvedilolo, carteololo, celiprololo, labetalolo, levobunololo, metipranololo, metoprololo, nebivololo, nadololo, pindololo, propranololo, sotalolo, tertatolo, timololo), è stata eseguita una ricerca nel database utilizzando segnalazioni codificate su MedDRA (il Dizionario medico per le attività di regolamentazione) come “condizioni psoriasiche” e “artropatia psoriasica”. Sono state incluse nello studio solo le notifiche in cui i betabloccanti erano considerati “sospetti”. Per ogni notifica sono state registrate le variabili relative al paziente (età, sesso e anamnesi), al farmaco (indicazioni, dosaggio, regime, via di somministrazione e durata della prescrizione) e alla reazione avversa (tempo di insorgenza, gravità ed esito). È stata valutata l’associazione tra rischio di psoriasi ed esposizione a betabloccanti utilizzando studi “Case-Non Case” (caso- non caso), una metodica utilizzata per valutare la sicurezza dei farmaci analizzando la sproporzione delle segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci nei database di farmacovigilanza. Quando i pazienti esposti a un particolare farmaco (“casi”) presentano una percentuale maggiore di reazioni avverse rispetto a quelli non esposti a quel farmaco (“non casi”), il legame tra la reazione avversa e il singolo farmaco attivo può suggerire un possibile problema di sicurezza. Nel periodo di studio sono state registrate nel database francese 225 segnalazioni di condizioni psoriasiche dopo esposizione a betabloccanti. Sono stati coinvolti sia quelli cardioselettivi che non cardioselettivi, topici e sistemici. L’indicazione terapeutica era principalmente l’ipertensione. Il tempo medio di insorgenza è stato di 5 mesi e vi è stato un miglioramento nel 68% dei casi dopo la sospensione del farmaco. Queste caratteristiche sono risultate in accordo con quelle riportate in letteratura. Queste evidenze suggeriscono che il rischio di psoriasi in associazione all’utilizzo di betabloccanti è un effetto di classe di questi composti, quindi non legato al singolo farmaco, ma all’intera famiglia dei betabloccanti. Pertanto, sarebbe consigliabile aumentare la sorveglianza soprattutto nel primo anno di utilizzo. Bibliografia Azzouz B, De Guizelin A, Lambert A, Fresse A, Morel A, Trenque T. Psoriasis risk after beta-blocker exposure: Description of a pharmacovigilance signal. Br J Clin Pharmacol. 2022. Leggi l’abstract qui. - 06/07/2022
- Sicurezza ed efficacia a lungo termine di ozanimod nella sclerosi multipla recidiveante/remittente: fino a 5 anni di follow-up nel trial di estensione in aperto (DAYBREAK) Lo studio di estensione DAYBREAK, pubblicato su “Multiple Sclerosis Journal” nel giugno del 2022 vuole valutare l’efficacia e la sicurezza del ozanimod per un periodo di ulteriori 5 anni agli studi in essere, in pazienti con sclerosi multipla recidivante/remittente. Il campione è costituito dalle persone che abbiano completato uno di questi studi: studio di fase 1 RPC01-1001, studio di fase 2 RADIANCE, uno dei due studi di fase 3 (RADIANCE, SUNBEAM). La sicurezza è stata valutata attraverso: esame obiettivo, dermatologico, elettrocardiogramma, test di funzionalità polmonare, OCT e RM, test di laboratorio. L’efficacia è stata valutata attraverso il tasso annuale di ricadute, il tempo entro cui compare la prima ricaduta, il tempo libero da ricadute; il numero di nuove lesioni o l’aumento di volume di quelle già esistenti alla RM, il numero di lesioni che captano il gadolinio, il tempo di progressione dell’invalidità a tre e sei mesi. L’attività di malattia valutata sia attraverso la clinica che con l’ausilio delle immagini radiologiche, rimane bassa nei pazienti che ricevono il farmaco alla posologia di 0.92 mg senza interruzioni. Nei pazienti che passano ad ozanimod da una terapia con interferone β-1 o da una terapia con ozonimod alla posologia di 0.46 mg si evidenzia una riduzione del tasso di recidiva annuale e della comparsa di nuove lesioni alla risonanza magnetica cerebrale. Considerando l’attività immunomodulante del farmaco e quindi valutando l’incidenza di comparsa di infezione erpetica o della sua riattivazione non è stato evidenziato un aumento di questo parametro. Gli autori consapevoli che gli immunomodulanti possano favorire la comparsa di patologie neoplastiche, soprattutto a livello cutaneo, tra cui, prevalentemente, il carcinoma basocellulare, hanno voluto verificarlo anche per l’ozalimod rilevando un’incidenza simile a quella nella popolazione generale. L’incidenza dell’edema maculare, della bradicardia, dei deficit respiratori sono stati bassi; mentre degno di monitoraggio: il tumore alla mammella (0,5% della popolazione femminile). Limiti di questo studio sono rappresentati da un limitato gruppo di controllo. Pazienti con bassi outcome favorevoli potrebbero aver abbandonato gli studi precedenti e quindi rappresentare un potenziale bias. I risultati di questo studio mostrano come in pazienti con sclerosi multipla recidivante/remittente, la terapia con ozanimed alla posologia di 0.92 mg somministrato per 5 anni in maniera continuativa hanno dimostrato un buon profilo di sicurezza ed un controllo dell’attività di malattia e della progressione della disabilità. Bibliografia Cree BA, Selmaj KW, Steinman L, Comi G, Bar-Or A, Arnold DL, Hartung HP, Montalbán X, Havrdová EK, Sheffield JK, Minton N, Cheng CY, Silva D, Kappos L, Cohen JA. Long-term safety and efficacy of ozanimod in relapsing multiple sclerosis: Up to 5 years of follow-up in the DAYBREAK open-label extension trial. Mult Scler. 2022 Jun 28 Leggi qui l’articolo completo - 06/07/2022
- Rischio comparativo di malattia di Alzheimer tra pazienti affetti da Artrite reumatoide in terapia con farmaci antireumatici a bersaglio molecolare modificanti la malattia Obiettivo Valutare l’associazione tra il trattamento con tofacitinib, tocilizumab o TNF inibitori rispetto ad abatacept e il rischio di AD incidente. Metodi Questo studio di coorte è stato condotto tra i pazienti statunitensi assistiti attraverso il programma Medicare con artrite reumatoide di età pari o superiore a 65 anni dal 2007 al 2017. I pazienti sono stati suddivisi in 3 coorti in base all’inizio della terapia con tofacitinib (un inibitore di JAK), tocilizumab (un inibitore dell’IL-6) o di inibitori del TNF rispetto al comparatore comune abatacept (un inibitore dell’attivazione delle cellule T). Le analisi sono state condotte da agosto 2020 ad agosto 2021. L’esito principale era l’insorgenza di AD in base ai codici di diagnosi valutati in 4 schemi di analisi alternativi, identificando l’AD attraverso prescrizioni di farmaci sintomatici e codici di diagnosi. I rapporti di rischio (HR) con 95% CI sono stati calcolati dalla regressione di rischio proporzionale di Cox dopo l’aggiustamento per 79 caratteristiche pre-esposizione attraverso l’abbinamento del punteggio di propensione. Risultati Dopo l’abbinamento del punteggio di propensione 1:1 ai pazienti che hanno utilizzato abatacept, un totale di 22 569 coppie di pazienti con punteggio di propensione, tra cui 4224 coppie di pazienti con tofacitinib (età media [SD] 72,19 [5,65] anni; 6945 [82,2%] donne), 6369 coppie di tocilizumab (età media [SD] 72,01 [5,46] anni; 10 105 [79,4%] donne), e 11 976 coppie di inibitori del TNF (età media [SD] 72,67 [5,91] anni; 19 710 [82,3%] donne), sono state valutate. I tassi di incidenza di AD variavano da 2 a 18 per 1000 anni persona nei vari schemi di analisi. Non sono state riscontrate associazioni statisticamente significative di AD con tofacitinib (analisi 1: HR, 0,90 [95%CI, 0,55-1,51]; analisi 2: HR, 0,78 [95%CI, 0,53-1,13]; analisi 3: HR, 1,29 [95%CI, 0,72-2,33]; analisi 4: HR, 0,50 [95%CI, 0,21-1,20]), tocilizumab (analisi 1: HR, 0,82 [95%CI, 0,55-1,21 CI, 0,55-1,21]; analisi 2: HR, 1,05 [95%CI, 0,81-1,35]; analisi 3: HR, 1,21 [95%CI, 0,75-1,96]; analisi 4: HR, 0,78 [95%CI, 0,44-1,39]), o inibitori del TNF (analisi 1: HR, 0,93 [95%CI, 0,72-1,20]; analisi 2: HR, 1,02 [95%CI, 0,86-1,20]; analisi 3: HR, 1,13 [95%CI, 0,86-1,48]; analisi 4: 0,90 [95%CI,0,60-1,37]) rispetto ad abatacept. I risultati delle analisi di sottogruppo pre-specificate per età, sesso e malattia cardiovascolare al basale sono stati coerenti, tranne che per i pazienti con malattia cardiovascolare, per i quali è stato riscontrato un rischio potenzialmente inferiore di AD con gli inibitori del TNF rispetto ad abatacept, ma solo in analisi 2 e 4 (analisi 1: HR, 0,76 [95%CI, 0,50-1,16]; analisi 2: HR, 0,74 [95%CI, 0,56-0,99]; analisi 3: HR, 1,03 [95%CI, 0,65-1,61]; analisi 4: HR, 0,45 [95%CI, 0,21-0,98]). Conclusioni Questo studio di coorte non ha rilevato alcuna associazione del rischio di AD in pazienti trattati con tofacitinib, tocilizumab o inibitori del TNF rispetto ad abatacept. Bibliografia Desai RJ, et al. Comparative Risk of Alzheimer Disease and Related Dementia Among Medicare Beneficiaries With Rheumatoid Arthritis Treated With Targeted Disease-Modifying Antirheumatic Agents. JAMA Netw Open. 2022 Apr 1;5(4):e226567. Leggi qui l’articolo completo. - 05/07/2022
- Vaiolo delle scimmie: l’EMA avvia la revisione di Imvanex Il Comitato per i medicinali umani (CHMP) dell’EMA ha avviato una revisione dei dati per estendere l’uso di Imvanex, vaccino antivaiolo, anche per l’immunizzazione contro il vaiolo delle scimmie. Attualmente Imvanex è autorizzato nell’UE per la prevenzione del vaiolo negli adulti. Contiene una forma viva modificata del virus vaccinico denominata “vaccinia Ankara”, che appartiene alla stessa famiglia del virus del vaiolo. Si ritiene che possa anche essere inquadrato come potenziale vaccino contro il vaiolo delle scimmie, data la somiglianza tra il virus del vaiolo delle scimmie e il virus del vaiolo. La decisione di avviare la revisione si basa sui risultati di studi di laboratorio (dati non clinici), che suggeriscono che il vaccino induce la produzione di anticorpi diretti contro il virus del vaiolo delle scimmie e può contribuire a proteggere contro la malattia. La disponibilità di Imvanex è attualmente molto limitata nell’UE. Imvanex è commercializzato con il nome di Jynneos negli Stati Uniti, dove è autorizzato per la prevenzione sia del vaiolo delle scimmie che del vaiolo. Leggi qui il comunicato EMA. - 05/07/2022
- Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato l’approvazione di nove nuovi farmaci nella riunione di giugno 2022. Il CHMP ha raccomandato la concessione dell’autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino COVID-19 (inattivato, adiuvato) Valneva per l’uso nelle persone di età compresa tra 18 e 50 anni come vaccinazione primaria. Si tratta del sesto vaccino raccomandato nell’Unione Europea (UE) per la protezione contro COVID-19 e, insieme ai vaccini già autorizzati. Sosterrà le campagne di vaccinazione negli Stati membri dell’UE durante la pandemia. Il comitato ha adottato un parere positivo per Pepaxti (melfalan flufenamide) per il trattamento del mieloma multiplo, un raro tumore del midollo osseo che colpisce le plasmacellule, un tipo di globuli bianchi che produce anticorpi. Rayvow (lasmiditan), destinato al trattamento dell’emicrania negli adulti, ha ricevuto un parere positivo dal CHMP. Si stima che circa il 15% della popolazione europea soffra di emicrania. Il CHMP ha raccomandato la concessione dell’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio di Roctavian (valoctocogene roxaparvovec), la prima terapia genica per il trattamento dell’emofilia A grave, una rara malattia emorragica ereditaria causata dalla mancanza del fattore VIII. Roctavian è stato sostenuto attraverso il programma PRIority MEdicines (PRIME) dell’EMA, che fornisce un sostegno scientifico e normativo precoce e rafforzato ai farmaci che hanno un particolare potenziale per rispondere alle esigenze mediche insoddisfatte dei pazienti. Il comitato ha adottato un parere positivo per Scemblix (asciminib), per il trattamento di adulti con leucemia mieloide cronica positiva al cromosoma Philadelphia in fase cronica (Ph+CML-CP), precedentemente trattati con due o più inibitori della tirosin-chinasi. Si tratta di una nuova opzione terapeutica per i pazienti affetti da questo tipo di tumore raro del sangue. Il CHMP ha espresso parere positivo per Sunlenca (lenacapavir), destinato al trattamento dell’infezione da virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1 (HIV-1) negli adulti con infezione da HIV-1 multiresistente. Vyvgart* (efgartigimod alfa), destinato al trattamento della miastenia grave generalizzata positiva agli anticorpi anti-acetilcolina (AChR), ha ricevuto un parere positivo dalla commissione. La miastenia gravis è una condizione neuromuscolare autoimmune cronica che causa debolezza muscolare in diverse parti del corpo. Il CHMP ha espresso parere positivo per il medicinale biosimilare Vegzelma (bevacizumab), destinato al trattamento del carcinoma del colon o del retto, del carcinoma della mammella, del carcinoma polmonare non a piccole cellule, del carcinoma a cellule renali, del carcinoma epiteliale dell’ovaio, delle tube di Falloppio o del carcinoma peritoneale primario e del carcinoma della cervice. Il farmaco biosimilare Ranivisio (ranibizumab) ha ricevuto un parere positivo per il trattamento di adulti con degenerazione maculare neovascolare (umida) legata all’età, compromissione visiva dovuta a edema maculare o neovascolarizzazione coroideale e retinopatia diabetica proliferativa. Raccomandazioni sull’estensione dell’indicazione terapeutica per otto farmaci Il Comitato ha raccomandato otto estensioni di indicazione per farmaci già autorizzati nell’UE: Crysvita, Enhertu, Imbruvica, Lonquex, Lynparza, Rinvoq e Zerbaxa. Include anche un’estensione dell’uso del vaccino COVID-19 Nuvaxovid negli adolescenti dai 12 ai 17 anni. Maggiori informazioni sono disponibili nella pagina dell’EMA. - 04/07/2022
- Reazioni avverse a olanzapina, clozapina e loxapina nei bambini e nei giovani: una revisione farmacogenetica sistematica I bambini e i giovani trattati con farmaci antipsicotici (AP) sono particolarmente vulnerabili alle reazioni avverse ai farmaci (ADR) e inclini a una scarsa risposta al trattamento. In particolare, variazioni interindividuali nell’esposizione al farmaco possono derivare dal metabolismo differenziale degli AP da parte dei citocromi, soggetti a polimorfismo genetico. CYP1A2 è fondamentale nel metabolismo degli AP olanzapina, clozapina e loxapina, il cui profilo di sicurezza richiede cautela. In questa revisione sistematica pubblicata su Pharmaceuticals da Merino et al., sono stati osservati i profili farmacogenetici eventualmente associati alle reazioni avverse dei farmaci antipsicotici e alla perdita di efficacia nei bambini e nei giovani. La revisione sistematica è stata condotta su quattro database, seguendo le raccomandazioni e la checklist 2020 sugli elementi di segnalazione preferiti per le revisioni sistematiche e le meta-analisi (PRISMA) 2020, con una valutazione della qualità. Le reazioni avverse più frequenti sono state l’aumento di peso e la sindrome metabolica (18; 56,3%), seguite dall’ inefficacia terapeutica (8; 25%) e le reazioni avverse neurologiche (7; 21,8%). Il punteggio di qualità medio complessivo era 11,3/24 (±2,7). In 11 studi (34,3%), la genotipizzazione si è concentrata sullo studio dei citocromi. I risultati riguardanti le possibili associazioni a volte erano contrastanti. Tuttavia, i casi di miglioramento clinico maggiore sono stati favoriti dalla genotipizzazione. Ancora, CYP1A2 rimane poco studiato. Gli autori concludono che ulteriori studi sarebbero necessari per migliorare la valutazione del rapporto rischio-beneficio della prescrizione per bambini e giovani trattati con olanzapina, clozapina e/o loxapina. Bibliografia Merino D, Fernandez A, Gérard AO, Ben Othman N, Rocher F, Askenazy F, Verstuyft C, Drici MD, Thümmler S. Adverse Drug Reactions of Olanzapine, Clozapine and Loxapine in Children and Youth: A Systematic Pharmacogenetic Review. Pharmaceuticals (Basel). 2022 Jun 14;15(6):749. Leggi l’articolo completo qui. - 30/06/2022
- Eventi avversi legati agli integratori alimentari a base di erbe e farmaci da banco contenenti lassativi: un aggiornamento a 10 anni dai sistemi italiani di Fitovigilanza e Farmacovigilanza. Introduzione: I prodotti contenenti antrachinoni (AQ) sono associati a un aumento del rischio di eventi avversi gravi (AE). Gli autori hanno effettuato un aggiornamento delle evidenze disponibili recuperate dalle segnalazioni spontanee di AE associati a integratori alimentari a base di erbe (DS) e farmaci da banco (OTC-M) utilizzati come lassativi. Metodi: L’analisi e la valutazione delle segnalazioni di AE recuperate dai sistemi italiani di fitovigilanza e farmacovigilanza sono state effettuate da febbraio 2011 a dicembre 2020. Risultati: Sono state analizzate 110 segnalazioni di AE, 24 relative a DS a base di erbe e 86 a OTC-M. La maggior parte dei soggetti era di sesso femminile. La maggior parte dei soggetti era di sesso femminile. I prodotti erboristici analizzati contenevano per lo più derivati dell’AQ. La maggior parte delle reazioni avverse è stata di tipo gastrointestinale (41,6%), del sistema nervoso centrale (18,2%) e dermatologico (12,6%). Conclusioni: Nonostante l’ampio uso di integratori lassativi a base di erbe e farmaci da banco, il numero totale di segnalazioni di AE registrate negli ultimi 10 anni è ancora relativamente basso. L’entità della sotto-segnalazione può essere significativa, dato che i lassativi sonosono acquistati dai consumatori principalmente come prodotti senza prescrizione medica. In particolare, basandosi sull'”origine naturale” dei DS a base di erbe, essi sono generalmente percepiti dalla comunità come sicuri e privi di effetti collaterali.Inoltre, data la gravità di alcuni effetti indesiderati, soprattutto in relazione agli integratori alimentari a base di erbe, il basso numero di segnalazioni non rappresenta una garanzia di sicurezza.Questo studio può contribuire ad aumentare la consapevolezza della pubblica opinione e ad allertare gli operatori sanitari sui rischi per la salute associati all’uso improprio o all’abuso di lassativi contenenti AQ. Bibliografia Lombardi N, Crescioli G, Maggini V, Brilli V, Menniti-Ippolito F, Ippoliti I, Potenza S, Renda F, Mazzanti G, Vitalone A, Vannacci A, Firenzuoli F. Adverse events related to herbal dietary supplements and over-the-counter medications containing laxatives: a 10-year update from the Italian Phytovigilance and Pharmacovigilance systems. Ann Ist Super Sanita. 2022 Apr-Jun;58(2):131-138. Leggi l’articolo completo qui. - 28/06/2022
- Nota Informativa Importante su PLASMAGRADE® (plasma umano congelato) A titolo precauzionale, devono essere monitorati i titoli anticorpali di Anti-D delle donne di gruppo sanguigno Rh negativo alle quali è stato somministrato il lotto n. CL02721A e che potrebbero iniziare una gravidanza. Per lo specifico lotto n. CL02721A di Plasmagrade non si può escludere un rischio di alloimmunizzazione dovuto al rilevamento di anticorpi irregolari antieritrocitari Anti-D. L’incompatibilità tra gli anticorpi presenti nel prodotto medicinale Plasmagrade e gli antigeni eritrocitari del ricevente può provocare reazioni emolitiche trasfusionali immediate o ritardate. Un’efficace elemento di prevenzione nei confronti della malattia emolitica del feto e del neonato (HDFN) si ottiene somministrando Ig Anti-D alle madri durante la fase di gravidanza post-partum. E’ possibile leggere qui la nota Informativa Importante dell’AIFA. - 27/06/2022
- Al via la Nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) Dal 20 giugno 2022 è online la nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza, il sistema con cui in Italia sono raccolte, gestite e analizzate le segnalazioni di sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini (ADR). Tra le novità anche un nuovo formato standard internazionale per la segnalazione delle sospette reazioni avverse, che, a partire dal 30 giugno 2022, dovrà essere utilizzato in tutti i Paesi dell’Unione Europea per inviare e ricevere segnalazioni da e verso il Sistema EudraVigilance. Per segnalare una reazione avversa è possibile accedere alla nuova modalità on-line direttamente dal portale AIFA o utilizzare le nuove schede per operatore sanitario e paziente/cittadino. Nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza. - 27/06/2022
- Segnalare online una sospetta reazione avversa a farmaco o vaccino tramite la nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza Le segnalazioni di sospette reazioni avverse (ADR, Adverse Drug Reaction in inglese) da farmaci e da vaccini consentono di rilevare potenziali segnali di allarme relativi all’uso dei medicinali così da renderli più sicuri, a beneficio di tutti i pazienti. La normativa europea sulla farmacovigilanza richiede a tutti gli operatori sanitari e ai cittadini di segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa (grave e non grave, nota e non nota). Come segnalare una reazione avversa. Una sospetta reazione avversa può essere segnalata secondo una delle seguenti modalità: compilando la scheda di segnalazione e inviandola al Responsabile di farmacovigilanza della propria struttura di appartenenza via e-mail o fax, oppure al Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) del medicinale che si sospetta abbia causato la reazione avversa.direttamente on-line sul sito AIFA E’ ora disponibile il nuovo portale online di segnalazione delle sospette reazioni avverse che fa capo alla Nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza e sostituisce il vecchio portale Vigifarmaco. Segnala qui una sospetta reazione avversa a farmaco o vaccino. - 27/06/2022
- Nuove schede di segnalazione delle reazioni avverse a farmaci e vaccini Il 20 giugno 2022 è stata attivata la nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) che fa capo all’Agenzia Italiana del Farmaco. Contestualmente sono entrate in vigore le nuove schede di segnalazione di sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini da parte degli operatori sanitari e dei pazienti/cittadini. Per le segnalazioni on-line è ora disponibile sul portale AIFA una nuova piattaforma che sostituisce il sistema Vigifarmaco, non più operativo dal 9 giugno 2022 (Vedi “Come segnalare una reazione avversa“). Per le segnalazioni tramite compilazione e invio delle schede al responsabile di farmacovigilanza (o al titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale), AIFA mette a disposizione le schede aggiornate secondo il nuovo formato standard internazionale ISO Individual Case Safety Report (ICSR) ICH E2B(R3), previsto dall’art.26(2)(a) del Regolamento di esecuzione (UE) n. 520/2012.A partire dal 30 giugno 2022, tale formato sarà obbligatorio in tutti i Paesi dell’UE per inviare e ricevere segnalazioni di sospette reazioni avverse da e verso EudraVigilance, la banca dati europea delle sospette reazioni avverse ai medicinali autorizzati o in fase di studio nell’Area Economica Europea (EEA), con cui la RNF è direttamente collegata. Le schede sono state migliorate dal punto di vista grafico per una maggiore fruibilità e comprensione da parte dei compilatori. Sono stati, inoltre, introdotti ulteriori campi previsti dal nuovo standard per l’acquisizione di un numero maggiore di informazioni relative alle reazioni avverse, ai farmaci sospetti e agli esami di laboratorio e/o strumentali che consentiranno una sempre più accurata valutazione del profilo di sicurezza dei medicinali. I dati raccolti all’interno delle schede di segnalazione saranno trattati in conformità alle norme sulla protezione dei dati previste dal Regolamento (UE) N 679/2016. Le nuove schede sostituiscono quelle attualmente in uso e, al fine di agevolare la loro compilazione, ogni scheda è pubblicata insieme ad una relativa guida alla compilazione. Come segnalare una reazione avversa. Moduli di segnalazione di reazione avversa comprese le guide per segnalare. Nuova scheda di segnalazione per operatore sanitario. Nuova scheda di segnalazione per cittadino. - 27/06/2022
- EMA raccomanda l’autorizzazione del vaccino anti-COVID-19 Nuvaxovid negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato l’estensione dell’indicazione terapeutica per Nuvaxovid, vaccino anti-COVID-19 ricombinante, adiuvato, in modo da autorizzarne la somministrazione negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni. Il vaccino, sviluppato da Novavax CZ, a.s., è già approvato per gli adulti a partire dai 18 anni di età.La modalità di somministrazione del vaccino negli adolescenti è la stessa degli adulti e prevede due iniezioni intramuscolari somministrate a tre settimane di distanza l’una dall’altra. Lo studio principale in corso, che coinvolge oltre 2200 adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni, è realizzato conformemente al piano d’indagine pediatrica (PIP) del vaccino, approvato dal comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA. Tale studio ha mostrato che la risposta immunitaria a Nuvaxovid negli adolescenti, che è stata misurata in termini di numero di anticorpi diretti contro SARS-CoV-2, era paragonabile a quella riscontrata nei giovani adulti di età compresa tra 18 e 25 anni (che facevano parte dello studio principale utilizzato per valutare l’efficacia del vaccino negli adulti). Lo studio è stato condotto quando era dominante la variante Delta del SARS-CoV-2 e ha mostrato che il vaccino era efficace quasi all’80% nella prevenzione di COVID-19. Sei dei 1205 adolescenti che hanno ricevuto Nuvaxovid hanno sviluppato COVID-19, rispetto a 14 su 594 che hanno ricevuto placebo (iniezioni fittizie). Il CHMP ha ritenuto questi risultati in linea con quelli osservati negli adulti. Gli effetti indesiderati più comuni riscontrati negli adolescenti sono stati simili a quelli osservati nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. Tra questi figurano dolorabilità, dolore, arrossamento e gonfiore nel sito di iniezione, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, stanchezza, sensazione generale di malessere, nausea o vomito e febbre. La febbre è stata osservata con maggiore frequenza negli adolescenti rispetto agli adulti. Gli effetti indesiderati sono stati in genere di entità lieve o moderata e miglioravano entro alcuni giorni dalla vaccinazione. Il CHMP ha pertanto ritenuto che i benefici di Nuvaxovid negli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni superano i rischi.La sicurezza e l’efficacia del vaccino sia negli adolescenti sia negli adulti continueranno ad essere monitorate attentamente durante l’utilizzo di Nuvaxovid nell’ambito delle campagne di vaccinazione in tutti gli Stati membri, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’UE e studi in corso e aggiuntivi condotti dall’azienda titolare e dalle autorità europee. Leggi qui il comunicato EMA. - 27/06/2022
- EMA raccomanda l’autorizzazione nell’UE del vaccino anti-COVID-19 Valneva L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio per COVID-19 Vaccine Valneva inattivato, adiuvato, per la vaccinazione delle persone di età compresa tra 18 e 50 anni. Il vaccino contiene particelle intere inattivate (virus ucciso) del ceppo originale di SARS-CoV-2 che non possono provocare la malattia. Si tratta del sesto vaccino raccomandato nell’Unione europea per la protezione contro COVID-19 e, insieme a quelli già autorizzati, supporterà le campagne di vaccinazione negli Stati membri dell’UE durante la pandemia. A seguito di una valutazione approfondita, il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha concluso per consenso che i dati sul vaccino sono solidi e rispondono ai criteri di efficacia, sicurezza e qualità dell’UE. Lo studio principale condotto con COVID-19 Vaccine Valneva è uno studio di immunobridging, ossia uno studio che confronta la risposta immunitaria indotta dal nuovo vaccino con quella indotta da un altro vaccino autorizzato che si è dimostrato efficace contro la malattia.I risultati dello studio, che ha coinvolto quasi 3000 persone di età pari o superiore a 30 anni, hanno mostrato che il vaccino induce la produzione di un numero più elevato di anticorpi contro il ceppo originale di SARS-CoV-2 rispetto al vaccino di confronto, Vaxzevria. Inoltre, la proporzione di persone in cui sono stati osservati alti livelli di anticorpi era simile per entrambi i vaccini. Dati aggiuntivi derivanti da questo studio hanno altresì mostrato che il vaccino è efficace anche nell’innescare la produzione di anticorpi in persone di età compresa tra 18 e 29 anni, così come in quelle a partire dai 30 anni di età. Pertanto, secondo le conclusioni del CHMP, si prevede che COVID-19 Vaccine Valneva sia efficace almeno quanto il vaccino Vaxzevria (ex COVID-19 Vaccine AstraZeneca) nel proteggere contro la malattia. Sulla base dei dati forniti non è stato possibile trarre conclusioni sull’immunogenicità del vaccino (ossia la sua capacità di innescare la produzione di anticorpi) nei soggetti di età superiore a 50 anni. Per tale motivo, il vaccino è attualmente raccomandato solo per l’uso in persone di età compresa tra 18 e 50 anni. Esistono dati limitati circa l’immunogenicità di COVID-19 Vaccine Valneva contro le varianti di preoccupazione, tra cui le sotto-varianti di Omicron che sono attualmente quelle dominanti in molti paesi dell’UE. Gli effetti indesiderati di COVID-19 Vaccine Valneva osservati negli studi sono stati in genere di entità lieve e si sono risolti entro un paio di giorni dalla vaccinazione. I più comuni sono stati dolorabilità o dolore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa e nausea o vomito. La sicurezza e l’efficacia del vaccino continueranno ad essere monitorate man mano che sarà utilizzato nell’UE, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’UE e ulteriori studi condotti dall’azienda titolare e dalle autorità europee. Sulla base delle evidenze disponibili, il CHMP ha concluso che i benefici di COVID-19 Vaccine Valneva superano i rischi e ha raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio standard nell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 27/06/2022
- Sicurezza della terapia di deplezione degli eosinofili per l’asma grave eosinofilico. Focus su Benralizumab. Gli eosinofili giocano un ruolo centrale nella patologia infiammatoria dell’asma e sono stati il bersaglio dei nuovi trattamenti biologici per i pazienti con asma eosinofilo. Dato il ruolo centrale dell’interleuchina IL-5 nel ciclo di vita degli eosinofili, sono state sviluppate diverse terapie contro la via dell’IL-5, tra cui gli anticorpi anti-IL-5, mepolizumab e reslizumab, e l’anticorpo citolitico diretto contro il recettore α dell’IL-5 (IL-5Rα), benralizumab. Le terapie per la deplezione degli eosinofili rappresentano una classe di trattamento dell’asma relativamente nuova di trattamenti per l’asma ed è importante comprenderne l’efficacia e la sicurezza a lungo termine. Gli eosinofili sono associati alla protezione dell’ospite e al controllo della crescita tumorale, e questo solleva potenziali preoccupazioni sulle conseguenze delle terapie a lungo termine che possano ridurre il numero degli eosinofili. Tuttavia, le prove di associazioni tra eosinopenia e infezioni o crescita tumorale nell’uomo sono contrastanti e in gran parte provengono da modelli murini. Sono stati accumulati numerosi dati prospettici su studi clinici e postmarketing, che hanno fornito informazioni sui potenziali rischi associati alla deplezione degli eosinofili e in questa revisione, viene esplorato l’attuale profilo di sicurezza delle terapie che riducono il numero degli eosinofili, con un focus sul benralizumab. Benralizumab è un anticorpo monoclonale citolitico diretto contro il IL-5Rα che colpisce ed elimina in modo efficiente gli eosinofili del sangue e dei tessuti, attraverso la citotossicità cellulo-mediata anticorpo-dipendente, ed è destinato al trattamento di pazienti con asma grave, con infiammazione eosinofila. L’analisi integrata dei dati di sicurezza di benralizumab di questa revisione si basa sugli studi di fase III SIROCCO e CALIMA, e del successivo studio di estensione BORA, e sugli studi di fase III GALATHEA e TERRANOVA. I risultati indicano che seppur legittime le preoccupazioni relative al rischio potenziale di una deplezione degli eosinofili, e seppur è importante una continua farmacovigilanza, queste preoccupazioni sono in contrasto con la sostanziale esperienza nel mondo reale finora maturata: negli studi clinici, la terapia anti-IL-5Rα è stata ben tollerata, con un profilo complessivo di eventi avversi simile a quello del placebo per tipo e frequenza. L’analisi integrata di circa 1600 pazienti con asma (di cui circa 1000 sono stati sono stati esposti a benralizumab in modo continuativo per un massimo di 2 anni) suggeriscono che la deplezione degli eosinofili dovuta al trattamento con benralizumab non aumenta il rischio di infezioni o tumori. Bibliografia Jackson DJ, Korn S, Mathur SK, Barker P, Meka VG, Martin UJ, Zangrilli JG. Safety of Eosinophil-Depleting Therapy for Severe, Eosinophilic Asthma: Focus on Benralizumab. Drug Saf. 2020 May;43(5):409-425. Leggi qui l’articolo completo. - 21/06/2022
- Miglioramento delle conoscenze e gestione degli eventi avversi immuno-correlati nell’immunoterapia delle malattie tumorali In questa review Olsen e colleghi, focalizzando l’attenzione sulle reazioni avverse da immunoterapia nel trattamento delle malattie tumorali, evidenziano i progressi fatti negli ultimi anni e propongono quali potrebbero essere le prospettive future. L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento e la gestione delle malattie oncologiche; da una parte gli affetti benefici con la distruzione delle cellule maligne; dall’altra quelli nocivi conseguenti all’attivazione del sistema immunitario e il conseguente danno delle cellule sane. Si parla di immunoterapia dal 1970, quando nei pazienti con tumore della vescica veniva instillato il “Bacillus Calmette Guirin”; da quel momento sono stati sviluppati nuovi agenti: piccole molecole, anticorpi a target monoclonale, citochine sintetiche, virus oncolitici, recettori chimerici antigene specifici (CAR-Ts), inibitori del checkpoint immunitario (ICIs). La percentuale di pazienti con malattie oncologiche elegibili per l’immunoterapia è passata dal 1,54% del 2011 al 43,63% del 2018. Gli autori suddividono le reazioni avverse più comuni in tre macroaree: generale (astenia, diarrea, rash), organo specifica (colite, epatite, pneumonite, miocardite), muscolo-scheletrica (artrite, artralgia, dolore articolare). La gestione delle reazioni avverse deve essere promossa il più precocemente possibile; si seguono i principi validi per la terapia dele malattie autoimmuni acute (nella maggior parte dei casi corticosteroidi e sospensione della terapia). Per reazioni avverse specifiche e severe possono essere utilizzati agenti immunomodulanti, ormoni; oppure è possibile non sospendere la terapia, se il paziente ha avuto una buona risposta. Alcuni studi hanno evidenziato una relazione tra la comparsa delle reazioni avverse e il miglioramento della patologia; gli autori suggeriscono che la loro comparsa possa rappresentare un fattore prognostico positivo conseguente all’attivazione del nostro sistema immunitario. Il presente lavoro, attraverso tabelle e grafici, mette in luce, quali immunoterapici si utilizzano in dipendenza della patologia (tabella 1) e la percentuale di eventi avversi per ogni associazione farmacologica (figura 2). Un’ulteriore sezione pone l’accento sulla gestione delle reazioni avverse suddivise per apparato (cardiocircolatorio, polmonare, cutaneo, gastrointestinale, renale, nervoso, oftalmico, endocrino, muscoloschelettrico) e sulla gestione dell’astenia. La sfida futura sarà sperimentare nuove associazioni tra immunoterapici, riuscire a predire quali le eventuali reazioni avverse per singolo paziente, ottimizzare le terapie di supporto; tutti elementi che, per il paziente, determineranno un miglioramento della qualità della vita, per il sistema sanitario, una riduzione delle spese. Bibliografia T. Anders Olsen1, Tony Zibo Zhuang, Sarah Caulfield, Dylan J. Martini, Jacqueline T. Brown, Bradley C. Carthon, Omer Kucuk, Wayne Harris, Mehmet Asim Bilen and Bassel Nazha. Advances in Knowledge and Management of Immune-Related Adverse Events in Cancer Immunotherapy. Front. Endocrinol., 22 March 2022 Leggi qui l’articolo completo - 21/06/2022
- Avvio della rolling review per l’aggiornamento del vaccino anti-COVID-19 Spikevax L’EMA ha avviato la rolling review (revisione ciclica) per l’aggiornamento della composizione del vaccino anti-COVID-19 Spikevax, affinché offra una protezione migliore contro varianti specifiche del SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. La revisione è incentrata su un vaccino bivalente, ossia un vaccino mirato contro due varianti del SARS-CoV-2, quella originaria e la variante di preoccupazione Omicron. All’inizio l’analisi sarà incentrata sui dati derivanti da studi di laboratorio (dati non clinici) e su quelli relativi alla qualità farmaceutica (chimica, fabbricazione, controlli), che riguardano la produzione del vaccino. Man mano che le fasi di sviluppo del vaccino bivalente saranno completate, l’EMA riceverà un numero più cospicuo di dati, compresi quelli sulla risposta immunitaria alla variante originaria e alla variante di preoccupazione Omicron. Grazie all’avvio della rolling review, l’EMA potrà valutare tali dati via via che si renderanno disponibili. L’analisi continuerà fino a quando i dati a disposizione saranno sufficienti per supportare la formale domanda di autorizzazione. L’EMA fornirà un aggiornamento sull’esito della rolling review o di una formale domanda di autorizzazione. La composizione dei vaccini anti-COVID-19 aggiornati dipenderà, in ultima analisi, dalle raccomandazioni delle autorità sanitarie pubbliche e dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nonché dalle considerazioni di organismi regolatori quali l’EMA e gli altri membri della Coalizione internazionale delle autorità regolatorie dei medicinali (ICMRA). Questi organismi collaborano strettamente per definire le varianti verso le quali saranno diretti i vaccini anti-COVID-19 aggiornati. La rolling review è uno degli strumenti a disposizione delle autorità dell’UE per garantire che gli Stati membri abbiano un accesso tempestivo a vaccini anti-COVID-19 aggiornati, per contrastare le varianti del SARS-CoV-2 che sono al momento in circolazione o che potrebbero emergere. Maggiori informazioni sul vaccino Spikevax predispone l’organismo a difendersi contro il SARS-CoV-2. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) che porta con sé le istruzioni per produrre la proteina spike. Si tratta di una proteina presente sulla superficie del virus SARS-CoV-2 e di cui il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane. Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo umano leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo le proprie difese naturali, ossia gli anticorpi e le cellule T. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo. L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione. Maggiori informazioni sulla procedura La rolling review è uno strumento regolatorio di cui l’EMA si serve per accelerare la valutazione dei dati di un medicinale o vaccino durante un’emergenza sanitaria pubblica. Grazie all’avvio della rolling review per Spikevax, il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA potrà valutare tali dati nel momento in cui saranno disponibili. Il CHMP potrà quindi adottare un parere nel momento in cui l’azienda presenterà una formale domanda di autorizzazione. Leggi qui il comunicato EMA. - 21/06/2022
- Uso prolungato di inibitori della pompa protonica e rischio di diabete di tipo 2 Gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono farmaci che portano alla soppressione a lungo termine della secrezione acida sia basale che stimolata dai pasti mediante l’inibizione irreversibile della pompa H+/K+ ATPasi (o pompa protonica) sulle cellule parietali gastriche, e rappresentano la terapia di prima scelta nei pazienti con disturbi legati all’acido come malattia da reflusso gastroesofageo, esofago di Barrett e ulcere peptiche e per prevenire il sanguinamento gastrointestinale durante l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei. Negli ultimi 3 decenni, a causa della loro efficacia, dell’introduzione di composti generici e del loro uso come farmaci da banco in diversi stati, il mercato di questi farmaci è progressivamente aumentato collocandoli tra i primi 10 farmaci più comunemente usati in tutto il mondo; parallelamente, l’espansione del mercato dei PPI ha visto crescenti preoccupazioni riguardo all’uso improprio di questi farmaci nella pratica clinica, nonché ai possibili effetti collaterali e, in particolare, alle reazioni avverse al loro uso prolungato tra cui fratture, ipomagnesemia, carcinoidi gastrici, malattie renali croniche, demenza e diarrea da Clostridium difficile, come evidenziato da diversi studi È importante sottolineare che i cambiamenti nel microbioma intestinale sono stati ipotizzati per svolgere un ruolo nella fisiopatologia delle malattie metaboliche, tra cui obesità, insulino-resistenza, steatosi epatica non alcolica e diabete; recentemente, infatti, è stato evidenziato che gli IPP possono alterare il normale ambiente batterico a livello dell’esofago distale, dello stomaco, dell’intestino tenue e del colon. Altri potenziali meccanismi sono da imputare all’ipomagnesiemia indotta da PPI (che porta a infammazione di basso grado e resistenza all’insulina), la riduzione dell’IGF-1 e l’attivazione del recettore X del pregnano, che è coinvolta nella regolazione del metabolismo epatico del glucosio. Ciononostante, i dati clinici sull’associazione tra uso di PPI e diabete sono limitati e incoerenti per trarre conclusioni definitive; pertanto, è ancora dibattuto se l’uso prolungato di inibitori della pompa protonica (PPI) possa influire sulla salute metabolica. A questo scopo, un gruppo di ricercatori italiani si è occupato di condurre uno studio caso-controllo all’interno di una coorte di 777.420 pazienti recentemente trattati con PPI tra il 2010 e il 2015 in Lombardia, con l’obiettivo di studiare la relazione tra l’uso prolungato di PPI e il rischio di sviluppare il diabete Un totale di 50.535 persone con diagnosi di diabete fino al 2020 sono state abbinate a un numero uguale di controlli selezionati casualmente dai membri della coorte in base all’età, al sesso e allo stato clinico. L’esposizione al trattamento con PPI è stata valutata in coppie caso-controllo in base al tempo di terapia I risultati ottenuti hanno evidenziato che l’uso prolungato di PPI è associato ad un aumento del rischio di diabete dopo aggiustamento per diversi potenziali fattori di confondimento. Il rischio era progressivamente più alto con il tempo trascorso in terapia più lungo, risultando il 19%, 43% e 56% più alto nei pazienti che assumevano PPI rispettivamente da 8 settimane a 6 mesi, da 6 mesi a 2 anni e per > 2 anni, rispetto ad una durata del trattamento < 8 settimane. I risultati sono stati coerenti quando le analisi sono state stratificate in base all’età, al sesso e al profilo clinico, con gli OR più elevati tra i pazienti più giovani e quelli con complessità clinica peggiore. Sebbene siano ancora necessari studi futuri per convalidare i nostri risultati, il presente studio suggerisce che il trattamento prolungato con IPP è associato a un rischio più elevato di sviluppare il diabete, in particolare negli individui più giovani e nei pazienti con maggiore complessità clinica rispetto ad altre popolazioni di pazienti. Se confermati, questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni sia per la salute pubblica che per la pratica clinica, dato l’elevato numero di pazienti trattati con IPP e l’influenza del diabete sulla morbilità e mortalità correlata alle sue possibili complicanze micro e macrovascolari. I medici dovrebbero quindi evitare la prescrizione non necessaria di questa classe di farmaci, in particolare per l’uso a lungo termine. Bibliografia Ciardullo S. et al, Prolonged use of proton pump inhibitors and risk of type 2 diabetes: results from a large population-based nested case-control study. J Clin Endocrinol Metab. 2022 Apr Leggi l’articolo qui. - 20/06/2022
- Rischio cardiovascolare associato all’uso di Remdesivir in pazienti affetti da COVID-19 Il 22 ottobre 2020 la Food and Drug Administration (FDA), l’ente statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha approvato remdesivir come trattamento farmacologico contro il COVID-19 e pertanto il suo utilizzo in tutto il mondo è stato incrementato durante la pandemia. Il remdesivir è un farmaco antivirale della classe degli analoghi nucleotidici che ha mostrato un effetto protettivo nei confronti del SARS-CoV-2 inibendone efficacemente la proliferazione in vitro. Successivi studi randomizzati controllati con placebo e studi in aperto hanno dimostrato che il trattamento con remdesivir ha ridotto il tempo mediano di recupero dei pazienti affetti da COVID-19, con alcuni studi che hanno dimostrato una riduzione della mortalità. Sebbene l’efficacia di questo farmaco sia stata ampiamente studiata, gli eventi avversi associati non erano ben caratterizzati, dato che il remdesivir finora non era stato utilizzato in modo estensivo nella pratica clinica, pertanto, non c’erano prove sufficienti sulla sicurezza. Recenti studi hanno permesso di mettere in evidenza un’aumentata incidenza di eventi avversi rari ma letali associati all’uso del remdesivir, quali infarto del miocardio e arresto cardiaco Un ampio studio osservazionale, registrato su clinicaltrial.gov NCT04314817, ha permesso di caratterizzare le reazioni avverse ai farmaci (ADR) associate al remdesivir utilizzando VigiBase, un database per la segnalazione di casi individuali di sicurezza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal quale sono stati estratti i casi di ADR associati al remdesivir fino al 30 agosto 2020. Le segnalazioni includevano caratteristiche del paziente (età, sesso e nazionalità), informazioni sul farmaco (indicazioni, dosaggio, regime, via di somministrazione e durata della prescrizione), ADR (tempo di insorgenza, natura e gravità dell’ADR, esiti fetali e mortalità) e informazioni amministrative generali (data della segnalazione, qualifica del segnalatore e Paese di origine). Poiché è noto che il decorso naturale del COVID-19 comporta un danno al miocardio, è stato fondamentale distinguere gli effetti Cardiovascolari indotti dal farmaco da quelli indotti dal COVID-19 Sono stati eseguiti studi “Case-Non Case” (caso- non caso), una metodica utilizzata per valutare la sicurezza dei farmaci analizzando la sproporzione delle segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci nei database di farmacovigilanza. Quando i pazienti esposti a un particolare farmaco (“casi”) presentano una percentuale maggiore di reazioni avverse rispetto a quelli non esposti a quel farmaco (“non casi”), il legame tra la reazione avversa e il singolo farmaco attivo può suggerire un possibile problema di sicurezza. Il numero di ADR segnalate per remdesivir era di 2107 da febbraio 2020 al 30 agosto 2020 e in questo intervallo il numero totale di ADR per tutti i farmaci segnalate su VigiBase è stato di 1.403.532. Il numero totale di pazienti con COVID-19 inclusi nell’analisi è stato di 5408 Le analisi statistiche hanno permesso di dimostrare che il numero di segnalazioni per reazione avversa cardiovascolare era significativamente più alto con remdesivir rispetto al numero dei “non casi” corrispondente all’intero database. Dopo un aggiustamento per la presenza dei vari fattori confondenti, tra cui, per esempio, l’uso in associazione di corticosteroidi, sono risultati significativamente associati all’uso di remdesivir l’arresto cardiaco (OR aggiustato [aOR]: 1,88, 95% CI: 1,08-3,29), la bradicardia (aOR: 2,09, 95% CI: 1,24-3,53) e l’ipotensione (aOR: 1,67, 95% CI: 1,03-2,73). Tutte le CV-ADR associate a remdesivir si sono verificate più frequentemente nei pazienti di sesso maschile (51,6%-90,0%) rispetto a quelli di sesso femminile. Dal momento che, come detto, il COVID-19 può causare lesioni al miocardio e mettere a dura prova il sistema CV attraverso l’attivazione infiammatoria e l’ipossia, per confermare la causa biologica, sono stati progettati esperimenti in vitro utilizzando cellule staminali pluripotenti umane (hPSC) cui sono state aggiunte varie concentrazioni di remdesivir per 24 o 48 ore, ed è stata valutata la vitalità cellulare. I risultati di questi esperimenti hanno dimostrato che il remdesivir ha effettivamente ridotto la vitalità cellulare delle hPSC e che l’effetto citotossico del farmaco aumentava con l’aumentare del dosaggio. Complessivamente, dunque, i risultati di queste analisi e di queste sperimentazioni a livello di popolazione hanno colto la cardiotossicità associata al remdesivir distinguendola dal decorso naturale di COVID-19. Queste informazioni potrebbero essere d’aiuto ai medici, fornendo una maggiore consapevolezza delle potenziali conseguenze avverse a livello cardiovascolare in seguito all’assunzione di remdesivir, in modo da poter attuare un adeguato monitoraggio cardiovascolare per mantenere un margine di sicurezza tollerabile. Bibliografia Se Yong Jung. Cardiovascular events and safety outcomes associated with remdesivir using a World Health Organization international pharmacovigilance database. Clin Transl Sci. 2022 Feb;15(2):501-513. Leggi l’articolo completo qui . - 20/06/2022
- Avvio della rolling review per l’aggiornamento del vaccino anti-COVID-19 Comirnaty L’EMA ha avviato la rolling review (revisione ciclica) per l’aggiornamento della composizione del vaccino anti-COVID-19 Comirnaty, in modo da offrire una protezione migliore contro una o più varianti specifiche del SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. All’inizio l’analisi riguarderà gli aspetti di qualità farmaceutica (chimica, fabbricazione, controlli), che sono legati alla produzione del vaccino. Man mano che le fasi di sviluppo del vaccino saranno completate, l’EMA riceverà un numero più cospicuo di dati, compresi quelli sulla risposta immunitaria al vaccino e i dati sulla sua efficacia contro le sotto-varianti di Omicron. - 16/06/2022
- Nota Informativa Importante su Dexmedetomidina Le modifiche agli stampati della dexmedetomidina sono il risultato di una valutazione dei dati disponibili a seguito di studio clinico randomizzato (SPICE III) che confrontava l’effetto della sedazione con dexmedetomidina rispetto alla sedazione standard sulla mortalità per tutte le cause in 3904 pazienti adulti in condizioni critiche, ricoverati in unità di terapia intensiva (UTI) e che necessitavano di ventilazione meccanica. La dexmedetomidina è stata associata ad un aumentato rischio di mortalità nel gruppo di pazienti con età ≤65 anni rispetto ai sedativi alternativi Leggi qui la nota informativa AIFA. - 16/06/2022
- Congresso International Society of Pharmacovigilance (ISoP 2022) a Verona dal 20 al 23 settembre 2022 Il 21° Meeting Annuale della Società Internazionale di Farmacovigilanza (ISoP 2022), “A New Era of Pharmacovigilance: Challenges and Opportunità” si svolgerà a Verona dal 20 al 23 settembre 2022. Il congresso a Verona costituisce un’occasione stimolante in cui discutere l’importanza della farmacovigilanza internazionale per gli operatori sanitari e i pazienti, le agenzie di regolamentazione dei farmaci, le organizzazioni scientifiche e le università, le autorità statali di tutto il mondo e l’industria farmaceutica. Diverse sfide devono essere affrontate nel prossimo futuro della farmacovigilanza. Innanzitutto, la pandemia di COVID-19 ha messo in evidenza la rilevanza diretta della farmacovigilanza e di una corretta comunicazione del rischio durante un’emergenza sanitaria globale. In secondo luogo, lo sviluppo di metodologie avanzate (comprese le tecniche di apprendimento automatico) e la disponibilità di grandi quantità di dati sanitari elettronici offrono opportunità per ottimizzare la valutazione del profilo rischio-beneficio dei farmaci in contesti reali. Infine, negli ultimi anni sono diventate sempre più disponibili terapie innovative, spesso dopo l’approvazione di percorsi accelerati. In risposta a tutto ciò, la farmacovigilanza deve continuare ad evolversi in modo rapido e appropriato per proteggere la sicurezza dei pazienti in tutto il mondo. L’incontro annuale dell’ISoP 2022 a Verona sarà la cornice perfetta per discutere le sfide attuali e le opportunità future nel campo della farmacovigilanza, scambiare idee ed esperienze tra esperti internazionali, coinvolgere i gruppi di interesse speciale di ISoP e molti partecipanti globali con varie aree di competenza. Maggiori informazioni sul congresso ISOP di Verona, incluse le indicazioni per l’iscrizione sono reperibili nel sito ufficiale del congresso. - 13/06/2022
- Aggiornamenti di sicurezza da parte del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 7-10 giugno 2022 Si rende disponibile in allegato un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 7-10 giugno 2022. Di seguito una sintesi dei principali argomenti: Aggiornamento sulla revisione dei casi di sanguinamento mestruale abbondante con vaccini anti-COVID-19 a mRNAIl PRAC sta continuando la valutazione dei casi di sanguinamento mestruale abbondante (mestruazioni abbondanti) con i vaccini a mRNA anti-COVID-19 Comirnaty e Spikevax.I cicli mestruali abbondanti possono essere definiti come sanguinamenti caratterizzati da un aumento del volume e/o della durata che interferisce con la qualità della vita fisica, sociale, emotiva e materiale della persona. I disturbi mestruali sono molto comuni e possono verificarsi con un’ampia gamma di condizioni mediche di base, nonché per stress e stanchezza.Il PRAC ha riesaminato tutti i dati disponibili, compresi i casi segnalati durante gli studi clinici, i casi segnalati spontaneamente in EudraVigilance e i dati della letteratura.Il Comitato ha deciso di proseguire la valutazione di questo segnale di sicurezza e di richiedere ai titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio un esame cumulativo aggiornato dei casi relativi a mestruazioni abbondanti.L’EMA effettuerà ulteriori comunicazioni qualora saranno disponibili nuove informazioni. Il PRAC non evidenzia associazione tra i vaccini a mRNA anti-COVID-19 e l’assenza di mestruazioniIl PRAC ha concluso che non vi sono prove sufficienti per stabilire un’associazione causale tra i vaccini anti-COVID-19 Comirnaty e Spikevax e casi di assenza di mestruazioni (amenorrea).L’assenza di mestruazioni può essere definita come assenza di sanguinamento per un periodo di 90 giorni o più.Il Comitato ha valutato tutti i dati disponibili, compresi i risultati della letteratura e i casi di amenorrea segnalati a EudraVigilance dopo la somministrazione di Comirnaty e Spikevax.Nel complesso, il PRAC ha ritenuto che i dati disponibili non supportino l’associazione causale e un aggiornamento delle informazioni sul prodotto per entrambi i vaccini.Il Comitato continuerà a monitorare attentamente questa problematica e ha chiesto ai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio di includerla nei prossimi rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza (PSUR) per Comirnaty e Spikevax. Nuove informazioni di sicurezza per gli operatori sanitariNell’ambito delle raccomandazioni su aspetti relativi alla sicurezza ad altri comitati dell’EMA, il PRAC ha discusso una comunicazione diretta degli operatori sanitari (Nota Informativa Importante) contenente informazioni importanti per Neofordex e Xalkori: Neofordex: modifica della compressa per rischio di possibili problemi di stabilità e ridotta efficaciaLa Nota Informativa Importante informa gli operatori sanitari della rimozione della linea d’incisione sulle compresse di Neofordex (desametasone). Xalkori: i disturbi della vista, compresi il rischio di grave perdita della vista, necessitano il monitoraggio nei pazienti pediatrici.La Nota Informativa Importante informa gli operatori sanitari del rischio di tossicità oculare, grave perdita della vista e della necessità di monitoraggio nei pazienti pediatrici trattati con Xalkori. Leggi qui il comunicato EMA. - 13/06/2022
- Nota Informativa Importante su Defitelio (defibrotide) Defitelio (defibrotide): Non utilizzare per la profilassi della malattia veno-occlusiva (VOD) dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche (TCSE). Riassunto: Lo studio 15-007, che confrontava defibrotide più la migliore cura di supporto (BSC – Best supportive care) con la sola BSC come profilassi della malattia veno-occlusiva dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche, è stato interrotto per inutilità.Non è stato osservato alcun effetto sull’endpoint primario di efficacia: sopravvivenza in assenza di VOD entro il giorno +30 dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Defitelio non deve essere utilizzato come profilassi per la malattia veno-occlusiva. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 13/06/2022
- EMA raccomanda il ritiro dell’autorizzazione all’immissione in commercio per i medicinali a base di amfepramone Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha raccomandato il ritiro delle autorizzazioni all’immissione in commercio dell’UE per i medicinali per l’obesità a base di amfepramone.Questi medicinali non sono autorizzati in Italia*. La raccomandazione fa seguito a una revisione dalla quale è emerso che le misure per limitare l’uso di questi medicinali per motivi di sicurezza non sono state sufficientemente efficaci. È emerso che i medicinali vengono assunti per un periodo più lungo del periodo massimo raccomandato di 3 mesi, aumentando così potenzialmente il rischio di gravi effetti collaterali, come ipertensione arteriosa polmonare (pressione sanguigna alta nelle arterie dei polmoni) e dipendenza. I medicinali sono utilizzati anche in pazienti con una storia di malattie cardiache o disturbi psichiatrici, aumentando il rischio di problemi cardiaci e psichiatrici. Inoltre, vi sono evidenze d’uso durante la gravidanza, comportando potenziali rischi per il nascituro. *In Italia, la fabbricazione, l’importazione, la commercializzazione, la prescrizione e la dispensazione di amfepramone (dietilpropione) sono vietate, secondo il decreto ministeriale del 2 agosto 2011, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 180 del 4 agosto 2011), che ha disposto la collocazione di amfepramone in Tabella I del DPR 309/1990 e s.m.i., tra le sostanze oggetto d’abuso con potere tossicomanigeno. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 13/06/2022
- Nota Informativa Importante su Ocaliva® (acido obeticolico) Ocaliva®▼ (acido obeticolico): nuova controindicazione nel trattamento della colangite biliare primitiva (PBC) in pazienti con cirrosi epatica scompensata o con storia clinica di scompenso epatico. Sintesi:Tenendo conto dell’impossibilità di stabilire attraverso sperimentazioni cliniche la sicurezza e l’efficacia dell’acido obeticolico in pazienti con PBC con cirrosi epatica scompensata o con storia clinica di scompenso epatico, e tenendo conto anche delle nuove informazioni sulla sicurezza emerse dai casi di sospette reazioni avverse segnalati dopo la commercializzazione, l’uso dell’acido obeticolico è ora controindicato in pazienti con PBC con cirrosi scompensata (inclusa Classe B o C di Child-Pugh) o con un precedente episodio di scompenso. Il trattamento deve essere sospeso nei pazienti con PBC con cirrosi scompensata che attualmente assumono acido obeticolico.I pazienti devono essere sottoposti al monitoraggio abituale per la progressione della PBC e il trattamento con acido obeticolico deve essere interrotto in via definitiva nei pazienti con evidenza, di laboratorio o clinica, di scompenso epatico, inclusa la progressione alla Classe B o C di Child-Pugh.Se il paziente ha una cirrosi scompensata o se ha avuto un episodio di scompenso precedente all’inizio del trattamento, il trattamento con acido obeticolico non deve essere iniziato.Il Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) e il Foglio illustrativo sono in corso di aggiornamento in modo da includere questa nuova controindicazione e le avvertenze aggiuntive basate sui nuovi dati di sicurezza. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 10/06/2022
- L’EMA adotta la prima lista di farmaci critici per il COVID-19 Il 7 giugno 2022, il Medicines Shortages Steering Group (MSSG) dell’EMA ha adottato l’elenco dei farmaci critici per l’emergenza sanitaria COVID-19 . I farmaci inclusi nell’elenco sono autorizzati per la malattia da COVID-19 e la loro offerta e domanda saranno attentamente monitorate per identificare e gestire le potenziali o effettive carenze. Considerato lo stadio attuale della pandemia, l’elenco pubblicato contiene tutti i vaccini e i farmaci approvati nell’Unione Europea (UE) per prevenire o trattare COVID-19. L’elenco sarà aggiornato in base ai cambiamenti della situazione pandemica che possono determinare un aumento del rischio di carenza di determinati farmaci, o in seguito all’autorizzazione di nuovi farmaci. L’elenco non sostituisce le linee guida nazionali sulla vaccinazione e sulla gestione clinica del COVID-19. I titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio (MAH) dei medicinali inclusi nell’elenco sono tenuti ad aggiornare regolarmente l’EMA con le informazioni pertinenti, compresi i dati sulle carenze potenziali o effettive e le scorte disponibili, le previsioni sull’offerta e sulla domanda. Inoltre, gli Stati membri forniranno relazioni periodiche sulla domanda stimata di farmaci critici a livello nazionale. Ciò consentirà all’MSSG di raccomandare e coordinare le azioni appropriate a livello europeo alla Commissione europea e agli Stati membri dell’UE al fine di prevenire o attenuare le carenze potenziali o effettive di medicinali essenziali per salvaguardare la salute pubblica. L’EMA si metterà in contatto individualmente con i MAH e le autorità nazionali competenti per informarli delle tempistiche, dei processi e degli strumenti per raccogliere le informazioni richieste dopo l’adozione dell’elenco. L’MSSG è stato recentemente istituito ai sensi del Regolamento (UE) 2022/123, che assegna all’Agenzia un ruolo rafforzato nella preparazione e nella gestione delle crisi per i medicinali e i dispositivi medici, al fine di monitorare le carenze e garantire una risposta solida agli eventi maggiori o alle emergenze di salute pubblica, nonché di coordinare le azioni urgenti sulla fornitura di medicinali all’interno dell’UE. Il regolamento formalizza e rafforza le strutture di governance che l’EMA aveva messo in atto per assicurare un’azione rapida e coordinata durante la pandemia COVID-19. Uno dei compiti dell’MSSG è quello di stabilire elenchi di farmaci critici necessari durante un’emergenza di salute pubblica che richiedono un attento monitoraggio a causa di un possibile aumento del rischio di carenza. L’MSSG ha adottato l’elenco dei farmaci COVID-19 dopo aver consultato il gruppo di lavoro SPOC (Single Point of Contact Working Party), la task force di emergenza (ETF) e i gruppi di lavoro PCWP (Patients and Consumers’ Working Party) e HCPWP (Healthcare Professionals’ Working Party) dell’EMA, come stabilito nella metodologia per la creazione di elenchi di farmaci critici recentemente adottata. L’elenco è stato condiviso anche con le associazioni di categoria dell’UE. Leggi qui la notizia originale sul sito EMA. Leggi qui la lista dei farmaci essenziali per l’emergenza COVID-19 - 09/06/2022
- Avvio della nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza Il 20 giugno 2022 entreranno in funzione la nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) e un nuovo formato standard internazionale per raccogliere i dati sulle reazioni avverseDal 20 giugno 2022 sarà operativa anche la nuova modalità di segnalazione on-line, direttamente tramite il portale AIFA, che sostituirà l’attuale sito “Vigifarmaco”È prevista pertanto una fase transitoria, dal 9 al 20 giugno 2022, in cui le sospette reazioni avverse potranno essere trasmesse via email tramite le schede di segnalazione Il 20 giugno 2022 entrerà in funzione la nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF), che è il sistema con cui in Italia sono raccolte, gestite e analizzate le segnalazioni di sospette reazioni avverse a farmaci (ADR). La nuova RNF sarà caratterizzata da funzioni avanzate per la gestione e l’analisi delle segnalazioni di sospette reazioni avverse in modo da garantire una sempre più accurata valutazione del profilo di sicurezza dei medicinali. Tra le novità anche un nuovo formato standard internazionale per la segnalazione delle sospette reazioni avverse ai medicinali, che, a partire dal 30 giugno 2022, dovrà essere utilizzato in tutti i Paesi dell’Unione Europea per inviare e ricevere segnalazioni di sospette reazioni avverse da e verso il Sistema EudraVigilance, la banca dati europea delle sospette reazioni avverse ai medicinali, con cui la RNF è strettamente collegata. Il passaggio alla nuova RNF comporterà la sostituzione di alcuni applicativi attualmente in uso con specifiche funzionalità sviluppate all’interno della nuova piattaforma. Tra queste, la nuova modalità di segnalazione on-line, operativa a partire dal 20 giugno 2022, che sarà conforme al nuovo formato standard internazionale e sostituirà l’attuale portale “Vigifarmaco” (www.vigifarmaco.it). Per consentire la corretta e completa migrazione dei dati dall’attuale sistema alla nuova RNF è prevista una fase transitoria in cui alcuni applicativi saranno temporaneamente sospesi. In particolare, il sito “Vigifarmaco” verrà definitivamente disattivato alle ore 18.00 del 8 giugno 2022. Dal 9 al 20 giugno 2022, data di attivazione della nuova modalità web per la segnalazione on-line, gli operatori sanitari e i pazienti/cittadini potranno inviare le segnalazioni di sospette reazioni avverse tramite le altre procedure già note: compilazione della scheda di segnalazione di sospetta reazione avversa e invio via e-mail al Responsabile di farmacovigilanza della propria struttura di appartenenza;compilazione della scheda di segnalazione di sospetta reazione avversa e invio via e-mail al Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) del medicinale che si sospetta abbia causato la reazione avversa. A partire dal 20 giugno 2022 le segnalazioni on-line potranno essere effettuate accedendo direttamente dal portale AIFA. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 07/06/2022
- Nota Informativa Importante su soluzioni per infusione contenenti amido idrossietilico (HES) Soluzioni per infusione contenenti amido idrossietilico (HES): sospensione delle autorizzazioni all’immissione in commercio a seguito dell’uso continuativo in popolazioni controindicate di pazienti con aumentato rischio di gravi danni. Riassunto: Nel 2013 l’uso delle soluzioni per infusione a base di HES è stato oggetto di restrizioni a causa dell’ aumento del rischio di danno renale e di mortalità in alcune popolazioni di pazienti.Nonostante le ampie misure in atto per proteggere le popolazioni di pazienti vulnerabili, i risultati finali di uno studio sull’utilizzo del farmaco hanno mostrato una continua ed elevata non aderenza alle informazioni sul prodotto, inclusa la non aderenza alle controindicazioni.Non è stato possibile identificare misure addizionali per migliorare ulteriormente l’aderenza e mitigare questi rischi che espongono i pazienti a potenziali gravi danni, compreso l’aumento della mortalità.Di conseguenza, le autorizzazioni all’immissione in commercio delle soluzioni per infusione a base di HES sono state sospese nell’Unione Europea.Gli Operatori Sanitari non devono più utilizzare soluzioni per infusione a base di HES e considerare altre alternative terapeutiche appropriate secondo le pertinenti linee guida cliniche.La commercializzazione di questi medicinali deve essere sospesa e l’azienda dovrà provvedere al ritiro dei prodotti dagli ospedali/centri.Leggi la nota informativa qui. - 03/06/2022
- Aggiornamento elenco farmaci innovativi – Maggio 2022 L’AIFA aggiorna l’elenco dei medicinali che, a giudizio della Commissione Tecnico Scientifica, possiedono il requisito di innovatività terapeutica piena o condizionata. Contestualmente vengono resi disponibili i report di valutazione per il riconoscimento dell’innovatività, per ciascuna indicazione terapeutica. L’aggiornamento interessa i seguenti report dei medicinali che hanno ottenuto esito negativo nella valutazione ai fini dell’innovatività terapeutica: ONTOZRY (cenobamato) indicato come terapia aggiuntiva delle crisi epilettiche a insorgenza focale con o senza generalizzazione secondaria in pazienti adulti affetti da epilessia che non sono stati adeguatamente controllati nonostante una storia di trattamento con almeno 2 medicinali antiepilettici.SPRAVATO (esketamina) che, in combinazione con un SSRI o un SNRI, è indicato per adulti con disturbo depressivo maggiore resistente al trattamento, che non hanno risposto ad almeno due diversi trattamenti con antidepressivi nel corso dell’attuale episodio depressivo da moderato a grave. VENCLYXTO (venetoclax) che, in combinazione con obinutuzumab è indicato per il trattamento di pazienti adulti con leucemia linfatica cronica (CLL) non trattati in precedenza e non candidabili ad immunochemioterapia tipo FCR.Leggi il comunicato qui. È disponibile l’elenco aggiornato dei medicinali che, a giudizio della Commissione Tecnico Scientifica, possiedono il requisito dell’innovatività terapeutica piena o condizionata, ai sensi dell’articolo 10, comma 2 della Legge n. 189/2012, come definito dall’art.1 comma 1 dell’accordo Stato Regioni del 18 novembre 2010 (Rep. Atti n.197/CSR).L’elenco rappresenta i prodotti innovativi che devono essere resi immediatamente disponibili agli assistiti, anche senza il formale inserimento nei prontuari terapeutici ospedalieri regionali.Nella Gazzetta Ufficiale è pubblicato per ogni singola specialità il riferimento all’inserimento nell’elenco, in relazione all’indicazione per la quale è previsto il rimborso a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Leggi l’elenco aggiornato dei farmaci innovativi qui. - 03/06/2022
- Nota Informativa Importante su LYMPHOSEEK® (tilmanocept) A causa di difficoltà di produzione, si prevedono carenze di approvvigionamento di LYMPHOSEEK sul mercato europeo fino al quarto trimestre del 2022. Per consentire un uso continuativo di LYMPHOSEEK, è stato eccezionalmente concordato con l’EMA di estendere di 12 mesi il periodo di validità di alcuni lotti (dal 30 novembre 2021 fino al 30 novembre 2022). Leggi qui la nota informativa AIFA. - 03/06/2022
- Formazione sulla nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza AIFA L’Agenzia Italiana del Farmaco ha organizzato il corso di formazione sulla nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF), che è il sistema con cui in Italia sono raccolte, gestite e analizzate le segnalazioni di sospette reazioni avverse a farmaci (ADR). Al corso, che si è tenuto a Roma nelle giornate del 24, 25 e 26 maggio 2022, hanno partecipato in presenza e in streaming oltre 500 Responsabili di Farmacovigilanza e loro collaboratori operanti presso le Regioni, i Centri Regionali, le Aziende Ospedaliere, gli IRCSS e le ASL. Gli interventi dei relatori si sono incentrati sulla presentazione di tutte le funzionalità della nuova RNF che sarà attiva dal 20 giugno 2022 e nella quale sarà implementato il formato standard internazionale ISO Individual Case Safety Report (ICSR) ICH E2B(R3) per la segnalazione delle sospette reazioni avverse ai medicinali così come previsto dall’art.26(2)(a) del Regolamento di Esecuzione (EU) No 520/2012. La nuova RNF sarà caratterizzata da funzioni avanzate per la gestione e l’analisi delle segnalazioni di sospette reazioni avverse in modo da garantire una sempre più accurata valutazione del profilo di sicurezza dei medicinali. Durante il corso sono state illustrate anche tutte le misure di transizione che saranno attuate durante il periodo di passaggio dall’attuale sistema alla nuova RNF. A partire dal 30 giugno 2022, l’uso del nuovo standard internazionale ISO ICSR diventerà obbligatorio in tutti i Paesi dell’UE per inviare e ricevere segnalazioni di sospette reazioni avverse da e verso il Sistema EudraVigilance, la banca dati europea delle sospette reazioni avverse ai medicinali autorizzati o in fase di studio nell’Area Economica Europea (EEA), con cui la RNF è strettamente collegata. La nuova RNF è il risultato di un intenso lavoro di squadra, durato anni, che ha richiesto il coinvolgimento dei migliori esperti in tema di farmacovigilanza e di information technology dell’Agenzia Italiana del Farmaco. L’evento ha rappresentato inoltre un’importante occasione di confronto tra l’Agenzia e tutti i Responsabili di Farmacovigilanza che operano nelle diverse regioni italiane e che contribuiscono con la loro attività ad assicurare il continuo monitoraggio delle segnalazioni delle sospette reazioni avverse ai farmaci garantendo la sicurezza dei medicinali in commercio. Anche il Centro Regionale della Sardegna ha partecipato al corso di formazione sulla nuova rete nazionale. - 03/06/2022
- Nota Informativa Importante su Bactrimel Bactrimel: interruzione della commercializzazione di Bactrim 80 mg/5 ml + 400 mg/5 ml sospensione orale (AIC 021978061) e nuova disponiblità sul mercato della nuova formulazione Bactrimel 40 mg + 8 mg/ml sospensione orale (AIC 048950012). Sintesi: L’attuale formulazione di BACTRIM 80 MG/5 ML + 400 MG/5 ML SOSPENSIONE ORALE non può più essere prodotta a causa dell’indisponibilità a lungo termine di uno dei suoi componentiUna nuova formulazione è ora disponibile: BACTRIMEL 40 MG/ML + 8 MG/ML SOSPENSIONE ORALEIl dosaggio del principio attivo della nuova formulazione è dimezzato rispetto alla formulazione precedente. Si dovrà prestare particolare attenzione alla concentrazione del nuovo medicinale in modo che il paziente riceva sempre il regime appropriato.Per un tempo limitato, si prevede la contemporanea presenza dei due medicinali sul mercato.Nell’interesse della buona pratica e per evitare errori di medicazione, questa situazione richiede attenzione.Le confezioni di questi due medicinali sul mercato saranno facilmente distinguibili in quanto le confezioni di BACTRIM continueranno a riportare Roche S.p.A come titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, mentre le confezioni di BACTRIMEL con la nuova formulazione saranno immesse sul mercato con Eumedica Pharmaceuticals GmbH come titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Leggi la nota informativa AIFA qui. - 17/05/2022
- Report annuale di attività del Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna Il CRFV Sardegna pubblica il report annuale di attività relativo al 2021. L’avvento dei nuovi vaccini contro il Covid-19 e le campagne di sensibilizzazione sulla segnalazione di sospette reazioni avverse a vaccino hanno posto una maggiore attenzione alla Farmacovigilanza, determinando un importante incremento delle segnalazioni. Leggi qui il report annuale di attività 2021. - 13/05/2022
- Profilo di sicurezza di erenumab, galcanezumab e fremanezumab in gravidanza e allattamento: analisi del database di farmacovigilanza dell’OMS Obiettivo: valutare il profilo di sicurezza di erenumab, galcanezumab e fremanezumab in gravidanza e allattamento. Metodi: i rapporti sulla sicurezza di sospette reazioni avverse al farmaco sono stati recuperati da VigiBase al 31 dicembre 2019, per una valutazione caso per caso e un’analisi della sproporzionalità utilizzando il reporting odds ratio (ROR). RISULTATI Ci sono stati 94 rapporti sulla sicurezza: 50 (53,2%) su erenumab, 31 (33,0%) su galcanezumab e 13 (13,8%) su fremanezumab. In cinque (5,3%) rapporti sulla sicurezza, l’esposizione al farmaco si è verificata prima della gravidanza, in 85 (90,4%) durante la gravidanza, in uno (1,1%) durante l’allattamento, in uno (1,1%) per esposizione paterna e in due (2,1% ) il tempo di esposizione era sconosciuto. Su 94 segnalazioni di sicurezza, 51 (54,3%) riguardavano solo l’esposizione al farmaco, mentre 43 (45,7%) hanno inoltre riportato 47 reazioni avverse al farmaco comprese tossicità materna (n = 18), scarso allattamento al seno (n = 1), aborto spontaneo (n = 23), nascita pretermine/prematurità (n = 3) e difetti alla nascita (n = 2). Non vi è stato alcun segnale di disproporzionalità di aborto spontaneo rispetto al database completo (odds ratio di segnalazione 1,46, intervallo di confidenza al 95% 0,97-2,20). Quando i triptani sono stati utilizzati come gruppo di confronto, è stato rilevato un segnale di disproporzionalità per aborto spontaneo in associazione con erenumab, galcanezumab e fremanezumab (odds ratio di segnalazione 1,86, intervallo di confidenza al 95% 1,12-3,13), che non era statisticamente significativo dopo l’esclusione dei rapporti di sicurezza confondenti (report odds ratio 1,21, intervallo di confidenza al 95% 0,67-2,21). Conclusioni: non sono state riscontrate tossicità materne specifiche, difetti alla nascita maggiori o un aumento delle segnalazioni di aborto spontaneo. Tuttavia, a causa del numero relativamente limitato di reazioni avverse al farmaco riportate e della mancanza di dati sulla sicurezza a lungo termine, è necessaria una sorveglianza continua nelle donne in gravidanza e in allattamento esposte a questi farmaci. Bibliografia Noseda R, Bedussi F, Gobbi C, Zecca C, Ceschi A. Safety profile of erenumab, galcanezumab and fremanezumab in pregnancy and lactation: Analysis of the WHO pharmacovigilance database. Cephalalgia. 2021 Jun;41(7):789-798. Leggi l’abstract dell’articolo qui. - 12/05/2022
- Potenziale nefrotossico di 167 farmaci in pazienti adulti in condizioni critiche Introduzione L’approccio alla valutazione della nefrotossicità negli studi sul danno renale acuto associato a farmaci è assai eterogeneo. Alcuni studi utilizzano un elenco di meno di dieci farmaci per la valutazione, mentre altri includono oltre 100 farmaci. Ai farmaci viene generalmente assegnata una classificazione binaria, nefrotossici o non nefrotossici. Ciò semplifica eccessivamente il potenziale nefrotossico dei farmaci in esame. Obbiettivo Questo studio mirava ad assegnare un potenziale di nefrotossicità a 167 farmaci utilizzati nell’ambito della terapia intensiva per adulti. Metodi Per valutare la nefrotossicità dei farmaci utilizzati in pazienti adulti in condizioni critiche è stato utilizzato uno studio Delphi modificato a tre round, internazionale, interdisciplinare e basato sul web. Ventiquattro clinici esperti internazionali sono stati identificati attraverso il gruppo Acute Disease Quality Initiative e le affiliazioni professionali. Gli individui inclusi rappresentavano i campi della terapia intensiva, della nefrologia e della farmacologia. Dalla letteratura sono stati identificati 159 farmaci, con 8 farmaci aggiuntivi aggiunti dopo il primo round, per un totale di 167 farmaci. L’esito primario era il consenso raggiunto per le valutazioni di nefrotossicità. I punteggi sono stati valutati ogni round per determinare se un consenso è stato raggiunto. Risultati La valutazione dell’indice di potenziale nefrotossicità indicava che 20 farmaci erano probabilmente nefrotossici o probabilmente/sicuramente nefrotossici per consenso. Il potenziale nefrotossico è stato valutato sulla base dell’uso standard di farmaci in terapia intensiva e dei seguenti punteggi di consenso: 0 = nessun potenziale nefrotossico, 1 = possibile potenziale nefrotossico, 2 = probabile potenziale nefrotossico, 3 = definito potenziale nefrotossico. Conclusioni La valutazione dell’indice della potenziale nefrotossicità consente di assegnare la priorità ai farmaci corretti con un maggiore potenziale nefrotossico per i programmi istituzionali di gestione delle nefrotossicità. Inoltre, la valutazione dell’indice di potenziale nefrotossicità fornisce omogeneità per la ricerca e indicazioni su valutazioni dettagliate in base alla gravità per ciascun farmaco. In conclusione, sono state generate valutazioni di consenso sulla nefrotossicità di 167 farmaci utilizzati in pazienti critici. Venti farmaci sono stati identificati come aventi un potenziale nefrotossico da probabile a definito. Un’ulteriore convalida delle valutazioni del potenziale nefrotossico dei farmaci è importante per la standardizzazione nella ricerca e nella valutazione della terapia farmacologica. Bibliografia Gray MP, Barreto EF, Schreier DJ, Kellum JA, Suh K, Kashani KB, Rule AD, Kane-Gill SL. Consensus Obtained for the Nephrotoxic Potential of 167 Drugs in Adult Critically Ill Patients Using a Modified Delphi Method. Drug Saf. 2022 Apr;45(4):389-398. Leggi qui lo studio completo. - 11/05/2022
- Nota Informativa Importante su Rucaparib (Rubraca®) Rucaparib (Rubraca®): i dati ad interim dello Studio CO-338-043 (ARIEL4) mostrano una riduzione della sopravvivenza globale rispetto allo standard di cura. Riepilogo: Un effetto negativo in termini di sopravvivenza globale (OS) è stato osservato con rucaparib rispetto al braccio di controllo trattato con chemioterapia (rispettivamente 19,6 mesi e 27,1 mesi con un Hazard Ratio (, HR) di 1,550 (IC 95%: 1,085, 2,214), p=0,0161) in seguito a un’analisi ad interim (IA) programmata nell’ambito dello studio controllato randomizzato CO-338-043 (ARIEL4) condotto dopo l’approvazione del farmaco.L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) sta effettuando un esame di tutti i dati disponibili per valutare l’impatto di queste informazioni sull’uso di rucaparib come trattamento monoterapico su pazienti adulte con carcinoma ovarico epiteliale di alto grado, delle tube di Falloppio o peritoneale primario con mutazione di BRCA (germinale e/o somatica), platino sensibile, in recidiva o progressione, precedentemente trattate con due o più linee chemioterapiche a base di platino e che non sono idonee a tollerare ulteriore chemioterapia a base di platino. Mentre l’analisi è in corso, si raccomanda ai medici di non iniziare il trattamento monoterapico con rucaparib nell’indicazione terapeutica sopra riportata.La raccomandazione di cui sopra non si applica all’indicazione di monoterapia per il trattamento di mantenimento di pazienti adulte con recidiva platino sensibile di carcinoma ovarico epiteliale ad alto grado, delle tube di Falloppio o peritoneale primario, in risposta (completa o parziale) dopo chemioterapia a base di platino.I dati relativi alla sicurezza riportati finora per rucaparib nello studio ARIEL4 sembrano coerenti con quelli riportati in altri studi clinici con rucaparib. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 06/05/2022
- Aggiornamento sulla pratica clinica della revoca della prescrizione degli inibitori di pompa protonica: revisione di esperti. Gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono tra i farmaci più comunemente usati al mondo. Sviluppati per il trattamento e la prevenzione delle patologie acido correlate del tratto gastrointestinale superiore, queste molecole vengono utilizzate sempre più per indicazioni in cui i loro benefici sono meno certi. La prescrizione eccessiva di PPI impone un costo economico e contribuisce alla polifarmacoterapia. Inoltre, l’uso di PPI è stato sempre più collegato a una serie di eventi avversi (eventi avversi associati a PPI [PAAE]). Pertanto, la sospensione della prescrizione degli IPP è una strategia importante per ridurre il carico di farmaci riducendo i costi reali e i rischi teorici. Lo scopo di questo aggiornamento clinico era di fornire dichiarazioni di Best Practice Advice (BPA) su come affrontare la revoca della prescrizione di PPI nei pazienti ambulatoriali. Metodi: il nostro principio guida era che, sebbene gli IPP siano generalmente sicuri, i pazienti non dovrebbero usare alcun farmaco quando non vi è una ragionevole aspettativa di beneficio basata su prove scientifiche o sulla risposta al trattamento precedente. I prescrittori sono responsabili di determinare se l’uso di PPI è assolutamente o condizionatamente indicato e, quando esiste incertezza, di incorporare le prospettive del paziente nel processo decisionale di PPI. Abbiamo delineato in collaborazione una “mappa del processo” di alto livello dell’approccio concettuale alla deprescrizione degli IPP in un contesto clinico. Abbiamo identificato i seguenti 3 domini chiave che richiedevano una guida BPA: documentazione dell’indicazione PPI; identificare i candidati idonei da prendere in considerazione per la revoca della prescrizione; e ottimizzare con successo la revoca della prescrizione. I coautori hanno redatto 1 o più potenziali BPA, supportati dalla revisione della letteratura, per ciascun dominio. Tutti i coautori hanno esaminato, modificato e selezionato o rifiutato le bozze di BPA per l’inclusione nell’elenco finale presentato all’American Gastroenterological Association Governing Board. Poiché questa non era una revisione sistematica, non abbiamo effettuato una valutazione formale della qualità delle prove o della forza delle considerazioni presentate. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 1: Tutti i pazienti che assumono un PPI devono avere una revisione regolare delle indicazioni in corso per l’uso e la documentazione di tale indicazione. Questa revisione dovrebbe essere responsabilità del fornitore di cure primarie del paziente. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 2: Tutti i pazienti senza un’indicazione definitiva per PPI cronico dovrebbero essere presi in considerazione per un tentativo di sospensione della prescrizione. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 3: La maggior parte dei pazienti con un’indicazione per l’uso cronico di PPI che assumono una dose due volte al giorno dovrebbe essere presa in considerazione per il passaggio a PPI una volta al giorno. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 4: I pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo complicata, come quelli con una storia di grave esofagite erosiva, ulcera esofagea o stenosi peptica, non dovrebbero generalmente essere presi in considerazione per l’interruzione del PPI. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 5: I pazienti con esofago di Barrett noto, esofagite eosinofila o fibrosi polmonare idiopatica non dovrebbero generalmente essere presi in considerazione per un tentativo di revoca della prescrizione. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 6: Gli utilizzatori di PPI devono essere valutati per il rischio di emorragia gastrointestinale superiore utilizzando una strategia basata sull’evidenza prima della revoca della prescrizione. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 7: I pazienti ad alto rischio di emorragia del tratto gastrointestinale superiore non devono essere presi in considerazione per la revoca della prescrizione di PPI. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 8: I pazienti che interrompono la terapia con PPI a lungo termine devono essere informati che possono sviluppare sintomi transitori del tratto gastrointestinale superiore a causa dell’ipersecrezione acida di rimbalzo. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 9: Quando si deprescrivono gli IPP, si può prendere in considerazione la riduzione della dose o l’interruzione improvvisa. CONSIGLI PER LE MIGLIORI PRATICHE 10: La decisione di interrompere gli IPP dovrebbe basarsi esclusivamente sulla mancanza di un’indicazione per l’uso dei PPI e non a causa della preoccupazione per gli IPA. La presenza di un PAAE o una storia di un PAAE in un utente PPI corrente non è un’indicazione indipendente per il ritiro di PPI. Allo stesso modo, anche la presenza di fattori di rischio sottostanti per lo sviluppo di un evento avverso associato all’uso di PPI non dovrebbe essere un’indicazione indipendente per la sospensione di PPI. Bibliografia Targownik LE, Fisher DA, Saini SD. AGA Clinical Practice Update on De-Prescribing of Proton Pump Inhibitors: Expert Review. Gastroenterology. 2022 Apr;162(4):1334-1342. Leggi l’abstract dell’articolo qui. - 05/05/2022
- Nota Informativa Importante su Natpar (ormone paratiroideo) Natpar (ormone paratiroideo) 100 microgrammi/dose polvere e solvente per soluzione iniettabile: carenza prevista dal 30 giugno 2022. Riassunto: A causa di problemi di produzione, Takeda non sarà in grado di fornire il dosaggio da 100 microgrammi/dose a partire dalla fine di giugno 2022 circa. La durata della carenza non è nota, ma dovrebbe essere di almeno 6 mesi.Si raccomanda agli operatori sanitari di non avviare nuovi pazienti alla terapia con qualsiasi dosaggio di Natpar fino a quando il problema della fornitura non sarà risolto.Per i pazienti già in trattamento che assumono 100 mcg una volta al giorno, gli operatori sanitari possono prescrivere un regime di dosaggio alternativo nel momento in cui il dosaggio da 100 microgrammi/dose non sarà più disponibile, secondo il loro giudizio clinico (vedere i dettagli di seguito).È molto importante monitorare attentamente i livelli di calcio sierico e osservare i pazienti per segni e sintomi di ipocalcemia, regolando con attenzione le dosi di vitamina D nella forma attiva e calcio supplementare in tutti i pazienti coinvolti nella carenza di Natpar 100 microgrammi/dose. Leggi qui la nota informativa AIFA. Leggi qui l’appendice alla nota informativa. - 03/05/2022
- L’EMA avvia la revisione del medicinale antitumorale Rubraca EMA ha avviato la revisione del medicinale antitumorale Rubraca (rucaparib camsilato, compresse rivestite con film) relativamente al trattamento del cancro dell’ovaio, delle tube di Falloppio o del peritoneo con mutazione del gene BRCA, in pazienti che presentano recidiva dopo chemioterapia a base di platino e che non sono più idonee a ricevere quest’ultima terapia. La revisione fa seguito a risultati preliminari provenienti dallo studio in corso ARIEL4 che mette a confronto Rubraca con la chemioterapia in pazienti con cancro di alto grado dell’ovaio, delle tube di Falloppio o del peritoneo con mutazione del gene BRCA, in recidiva dopo chemioterapia, da cui emerge che la sopravvivenza globale era più breve nelle pazienti trattate con Rubraca rispetto a quelle sottoposte a chemioterapia. Mentre la revisione è in corso, l’EMA raccomanda ai medici di non iniziare il trattamento di nuove pazienti in cui il cancro mostra una mutazione del gene BRCA e si è ripresentato dopo almeno due cicli di chemioterapia a base di platino, e che non possono ricevere un’ulteriore terapia a base di platino (trattamento di terza linea). Questa raccomandazione non si applica all’uso di Rubraca nel trattamento di mantenimento dopo chemioterapia. Gli operatori sanitari saranno informati per iscritto sull’aggiornamento delle raccomandazioni di trattamento. L’EMA valuterà ora tutte le informazioni disponibili sull’uso di Rubraca come trattamento di terza linea e formulerà una raccomandazione sull’eventualità di mantenerne o modificarne l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 03/05/2022
- Undicesimo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato l’undicesimo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti-COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 marzo 2022 per i cinque vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 134.361 segnalazioni su un totale di 135.849.988 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 99 ogni 100.000 dosi), di cui l’82,1% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. I tassi di segnalazione relativi alla 2a dose sono inferiori a quelli relativi alla 1a e ancora più bassi per la 3a dose. La popolazione esposta alla 4a dose è ancora limitata. Le segnalazioni gravi corrispondono al 17,8% del totale, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate. Come riportato nei precedenti Rapporti, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (72% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore. Comirnaty è il vaccino attualmente più utilizzato nella campagna vaccinale italiana (65,2%), seguito da Spikevax (24,7%), Vaxzevria (9,0%), COVID-19 Vaccino Janssen (1,1%) e Nuvaxovid (0,02%), in uso dal 28 febbraio 2022. La distribuzione delle segnalazioni per tipologia di vaccino ricalca quella evidenziata nei precedenti Rapporti: Comirnaty 66,5%, Vaxzevria 17,7%, Spikevax 14,5%, COVID-19 vaccino Janssen 1,3%, Nuvaxovid 0,03%. Per tutti i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, brividi, disturbi gastro-intestinali, reazioni vegetative, stanchezza, reazione locale o dolore in sede di iniezione. Nella fascia di età 5-11 anni, al 26/03/2022 risultano inserite complessivamente 439 segnalazioni (circa lo 0,3% delle segnalazioni totali) per il vaccino Comirnaty, l’unico attualmente utilizzato in questa fascia di età, con un tasso di segnalazione di circa 21 casi ogni 100.000 dosi. Gli eventi avversi più frequentemente segnalati sono stati dolore in sede di iniezione, cefalea, febbre e stanchezza. La quasi totalità di queste segnalazioni è attribuita alla prima dose. Leggi qui l’undicesimo rapporto AIFA sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 20/04/2022
- Concentrazioni di farmaci antiepilettici durante la gravidanza: Risultati dello studio Maternal Outcomes and Neurodevelopmental Effects of Antiepileptic Drugs (MONEAD) Durante la gravidanza in donne con epilessia, concentrazioni ematiche più basse di farmaci antiepilettici possono avere conseguenze cliniche avverse. Obiettivo: Caratterizzare i cambiamenti di concentrazione associati alla gravidanza per diversi farmaci antiepilettici tra le donne con epilessia. Disegno, impostazione e partecipanti: L’iscrizione a questo studio di coorte prospettico e osservazionale, Maternal Outcomes and Neurodevelopmental Effects of Antiepileptic Drugs (MONEAD), si è verificato dal 19 dicembre 2012 al 11 febbraio 2016, in 20 siti statunitensi. Le coorti iscritte includevano donne incinte con epilessia e partecipanti di controllo non incinte con epilessia. I criteri di inclusione erano donne di età compresa tra 14 e 45 anni, un quoziente di intelligenza superiore a 70 punti e, per la coorte di donne incinte, un’età gestazionale fetale inferiore a 20 settimane. Un totale di 1087 donne è stato valutato per l’ammissibilità; 397 sono state escluse e 230 hanno rifiutato. I dati sono stati analizzati dal 1° maggio 2014 al 30 giugno 2021. Esposizione: concentrazioni plasmatiche del farmaco nelle donne che assumono la monoterapia o in combinazione con farmaci non interagenti. La coorte di donne incinte è stata monitorata fino a 9 mesi dopo il parto, con punti di tempo simili per i partecipanti al controllo. Risultati e misure principali: Le concentrazioni normalizzate dalla dose sono state calcolate come concentrazioni plasmatiche totali o non legate dei farmaci divise per la dose totale giornaliera. La flebotomia è stata eseguita durante 4 visite di studio in gravidanza e 3 visite post partum per le donne incinte e 7 visite in 18 mesi per i partecipanti di controllo. L’ipotesi primaria era quella di testare i cambiamenti in gravidanza delle concentrazioni dose-normalizzate da campioni postpartum non gravide rispetto a quelle delle partecipanti di controllo. Risultati: Delle 351 donne incinte e dei 109 partecipanti di controllo iscritti al MONEAD, 326 donne incinte (età mediana [range], 29 [19-43] anni) e 104 partecipanti di controllo (età mediana [range], 29 [16-43] anni) hanno soddisfatto i criteri di ammissibilità per questa analisi. Rispetto ai valori post-partum, le concentrazioni normalizzate alla dose durante la gravidanza sono state diminuite fino al 56,1% per la lamotrigina (da 15,60 μg/L/mg a 6,85 μg/L/mg; P < .001), 36,8% per il levetiracetam (da 11,33 μg/L/mg a 7,16 μg/L/mg; P < .001), 17,3% per la carbamazepina (da 11,56 μg/L/mg a 7. 97 μg/L/mg; P = .03), 32,6% per l’oxcarbazepina (da 11,55 μg/L/mg a 7,79 μg/L/mg; P < .001), 30,6% per l’oxcarbazepina non legata (da 6,15 μg/L/mg a 4. 27 μg/L/mg; P < .001), 39,9% per lacosamide (26,14 μg/L/mg a 15,71 μg/L/mg; P < .001), e 29,8% per zonisamide (40,12 μg/L/mg a 28,15 μg/L/mg; P < .001). Nessun cambiamento significativo si è verificato per la carbamazepina non legata, carbamazepina-10,11-epoxide e topiramato, anche se una diminuzione è stata osservata per il topiramato (29,83 μg/L/mg a 13,77 μg/L/mg; P = .18). Inoltre, rispetto alle concentrazioni normalizzate dalla dose dei partecipanti al controllo, le concentrazioni mediane normalizzate dalla dose in gravidanza (SE) sono diminuite significativamente per settimana di età gestazionale: carbamazepina, -0,14 (0,06) μg/L/mg (P = .02); carbamazepina non legata, -0,04 (0,01) μg/L/mg (P = .01); lacosamide, -0,23 (0,07) μg/L/mg (P < .001); lamotrigina, -0. 20 (0,02) μg/L/mg (P < .001); levetiracetam, -0,06 (0,03) μg/L/mg (P = .01); oxcarbazepina, -0,14 (0,04) μg/L/mg (P < .001); oxcarbazepina non legata, -0,11 (0,03) μg/L/mg (P < . 001); e zonisamide, -0,53 (0,14) μg/L/mg (P < .001) tranne che per il topiramato (-0,35 [0,20] μg/L/mg a settimana) e la carbamazepina-10,11-epoxide (0,02 [0,01] μg/L/mg). Conclusioni e rilevanza: I risultati dello studio suggeriscono che il monitoraggio del farmaco terapeutico dovrebbe iniziare all’inizio della gravidanza e che dosi crescenti di questi anticonvulsivanti possono essere necessarie durante il corso della gravidanza. Leggi l’articolo qui. - 19/04/2022
- Estratto dagli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 4-7 aprile 2022 Vaccini a mRNA anti-COVID-19: il PRAC non trova alcuna correlazione con l’epatite autoimmune. Il PRAC ha concluso che le prove disponibili non supportano un nesso causale tra i vaccini anti-COVID-19 Comirnaty e Spikevax e casi molto rari di epatite autoimmune (AIH).L’AIH è una grave condizione infiammatoria cronica in cui il sistema immunitario attacca e danneggia il fegato. Segni e sintomi dell’epatite autoimmune variano da persona a persona e possono includere ingiallimento della pelle (ittero), accumulo di liquidi nelle gambe (edema) o nella pancia (ascite) e sintomi gastrointestinali.La valutazione del comitato si basa sui dati della letteratura medica, sui casi di AIH segnalati spontaneamente nel database EudraVigilance e su ulteriori dati e analisi forniti dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio.Il PRAC ha concluso che le prove disponibili non giustificano attualmente un aggiornamento delle Informazioni del Prodotto dei vaccini.L’EMA continuerà a monitorare attentamente qualsiasi nuova segnalazione della condizione e ad adottare le misure appropriate, qualora necessario. Nuove informazioni di sicurezza per operatori sanitari Nell’ambito della sua attività di parere sugli aspetti relativi alla sicurezza ad altri comitati dell’EMA, il PRAC ha discusso una comunicazione diretta agli operatori sanitari (NII) contenente importanti informazioni sulla sicurezza per Nulojix. Nulojix: Rischio di errori terapeutici dovuti dovuti alla modifica della dose di mantenimento. Questa Nota Informativa Importante (NII) ha lo scopo di informare gli operatori sanitari del rischio di errori terapeutici dovuti alla modifica della dose di mantenimento a 6 mg/kg. Nulojix (belatacept) è usato nei pazienti adulti per impedire all’organismo di rigettare un rene trapiantato. È usato insieme a corticosteroidi e acido micofenolico (altri medicinali indicati per prevenire il rigetto d’organo). Nulojix è una polvere che deve essere ricostituita in una soluzione per infusione (infusion in vena). Le dosi sono calcolate in base al peso del paziente. Nella fase iniziale, che dura tre mesi, viene somministrato alla dose di 10 mg per chilogrammo di peso corporeo. Dopo qusta fase, Nulojix viene somministrato a una dose di mantenimento ogni quattro settimane. La dose di mantenimento di Nulojix sarà modificata da 5 mg/kg a 6 mg/kg in conseguenza dell’implementazione di un nuovo processo di produzione. Tuttavia, per circa uno o due mesi, sarà presente sul mercato Nulojix prodotto con entrambi i processi di produzione e di conseguenza le due diverse raccomandazioni sulla dose.Uno scambio tra i prodotti può portare a errori terapeutici con conseguente sovradosaggio o sottodosaggio. Si consiglia agli operatori sanitari di controllare attentamente la dose per il prodotto specifico da somministrare, per effettuare gli aggiustamenti appropriati per i calcoli della dose in base al peso. La NII per Nujolix sarà inoltrata al comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA, il CHMP. A seguito della decisione del CHMP, la NII sarà diffusa agli operatori sanitari dal titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, secondo un piano di comunicazione concordato, e pubblicata sulla pagina Comunicazioni dirette degli operatori sanitari e nel portale dell’ Agenzia Italiana del Farmaco. Leggi qui il comunicato EMA. - 13/04/2022
- EMA raccomanda l’autorizzazione di Evusheld, medicinale anti-COVID-19 Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio per Evusheld, medicinale sviluppato da AstraZeneca AB per prevenire COVID-19 negli adulti e negli adolescenti a partire dai 12 anni di età e con un peso minimo di 40 kg, prima di una potenziale esposizione al virus SARS-CoV-2. Evusheld è composto da tixagevimab e cilgavimab, due anticorpi monoclonali progettati per legarsi alla proteina spike del SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19, in due siti differenti. Legandosi alla proteina spike, i due anticorpi di Evusheld impediscono al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo e per replicarsi provocare l’infezione alla base di COVID-19. Per giungere alla sua conclusione, il CHMP ha valutato i dati provenienti da uno studio condotto su oltre 5000 persone e da cui è emerso che Evusheld, somministrato sotto forma di due iniezioni intramuscolari (contenenti rispettivamente 150 mg di tixagevimab e 150 mg di cilgavimab), ha ridotto del 77% il rischio di COVID-19 con una durata stimata della protezione dal virus pari ad almeno sei mesi. Nello studio è stato somministrato Evusheld o placebo (iniezione fittizia) ad adulti che non avevano mai avuto COVID-19 e non avevano ricevuto alcun vaccino anti-COVID-19 o altri trattamenti preventivi. Dei soggetti che avevano ricevuto Evusheld, lo 0,2% (8 su 3441) presentava COVID-19 “breakthrough” (eventi che si presentano nonostante il trattamento) confermata da esami di laboratorio nei primi sei mesi successivi al trattamento, rispetto all’1,0% (17 su 1731) di coloro che avevano ricevuto placebo. Il profilo di sicurezza di Evusheld è stato favorevole e gli effetti indesiderati sono stati generalmente lievi; infatti, reazioni al sito di iniezione o ipersensibilità sono state segnalate da un ridotto numero di soggetti. Il CHMP ha concluso che i benefici del medicinale superano i rischi per l’uso approvato e trasmetterà le proprie raccomandazioni alla Commissione europea che adotterà rapidamente una decisione applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. I dati dello studio sono stati raccolti prima dell’emergere della variante Omicron che è attualmente alla base della diffusione dell’infezione in tutto il mondo. Studi di laboratorio dimostrano che la variante Omicron BA.1 può essere meno sensibile a tixagevimab e cilgavimab a dosi di 150 mg rispetto alla variante Omicron BA.2. L’EMA valuterà i dati nelle prossime settimane per stabilire se un regime posologico alternativo possa essere appropriato per prevenire la malattia causata da varianti emergenti. Dove reperire maggiori informazioni Le informazioni sul prodotto di Evusheld contengono informazioni destinate agli operatori sanitari, il foglio illustrativo per il pubblico e informazioni sulle condizioni di autorizzazione del medicinale. La relazione di valutazione, contenente i dettagli della valutazione di Evusheld condotta dall’EMA, e il piano di gestione del rischio completo saranno pubblicati a breve. I dati dello studio clinico presentati dall’azienda nella domanda di autorizzazione all’immissione in commercio saranno pubblicati a tempo debito sulla pagina web Clinical data dell’Agenzia. Maggiori informazioni saranno inoltre disponibili in un documento generale sul medicinale destinato al pubblico, contenente una descrizione dei relativi benefici e rischi e dei motivi per cui l’EMA ne ha raccomandato l’autorizzazione nell’UE. Valutazione di Evusheld Durante la valutazione di Evusheld, il CHMP ha ricevuto il sostegno del comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’EMA, PRAC, che ha esaminato il piano di gestione del rischio di Evusheld, e della task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che unisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee per agevolare un’azione regolatoria rapida e coordinata sui medicinali e i vaccini per COVID-19. Evusheld è stato valutato nell’ambito di “OPEN”, un’iniziativa avviata nel dicembre 2020 con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione internazionale nell’ambito della revisione UE dei vaccini e dei trattamenti anti-COVID-19. Maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina web relativa alla governance di EMA durante la pandemia da COVID-19. Leggi qui il comunicato EMA. - 01/04/2022
- AIFA: necessari ulteriori approfondimenti su secondo booster vaccini COVID-19 La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha iniziato il 24 marzo 2022 la valutazione dell’opportunità di una seconda dose booster dei vaccini contro il COVID-19 per particolari categorie di soggetti. Considerato il complesso dei dati disponibili, la CTS ha deciso che sono necessari ulteriori approfondimenti, integrando le evidenze scientifiche internazionali con i dati di studi in corso in Italia. La CTS ha ribadito che è essenziale il completamento del ciclo vaccinale seguito dalla dose booster già autorizzata. - 01/04/2022
- “Horizon Scanning: scenario dei medicinali in arrivo”. AIFA pubblica il Rapporto 2022 In Europa, nel corso del 2021, sono stati autorizzati 79 nuovi farmaci, di cui 61 contenenti nuove sostanze attive (25 medicinali orfani per il trattamento di patologie rare), 6 farmaci biosimilari e 12 equivalenti. Tra i nuovi farmaci autorizzati dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), permane il primato dei medicinali antineoplastici e immunomodulatori (40,5%), destinati al trattamento di malattie autoimmuni e di alcuni tipi di tumori solidi (quali il tumore del polmone, della mammella e dell’utero) e del sangue (quali il mieloma, il linfoma e la leucemia), seguiti dagli antinfettivi ad uso sistemico (12,6%), dai farmaci del sistema nervoso (7,6%) e dell’apparato digerente e del metabolismo (7,6%); percentuali inferiori riguardano nuovi medicinali appartenenti ad altre categorie ATC. Sono alcune delle informazioni contenute nella 4^ edizione del Rapporto “Horizon Scanning: scenario dei medicinali in arrivo”, pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco sul portale istituzionale. Il Rapporto ha lo scopo di fornire informazioni sui nuovi medicinali e sulle nuove terapie, che hanno ricevuto un parere positivo dell’EMA nel 2021 o che potrebbero averlo negli anni successivi. Tra i medicinali orfani che hanno ricevuto il parere positivo dell’EMA, due sono farmaci per terapie avanzate, nello specifico terapie geniche: Abecma, per il trattamento di adulti con mieloma multiplo recidivante e refrattario, e Skysona, per il trattamento dell’adrenoleucodistrofia cerebrale precoce. Sui dati disponibili al momento della stesura del Rapporto, per l’anno 2022 è previsto un parere da parte dell’EMA per 96 nuovi medicinali, con una prevalenza di farmaci antineoplastici, seguiti da una quota rilevante di medicinali per il sistema nervoso e sensoriale, immunosoppressori e immunostimolanti e medicinali dell’apparato digerente e del metabolismo. Dei 29 medicinali orfani attualmente in valutazione, infine, 7 sono medicinali per terapie avanzate. La pubblicazione del Rapporto rientra tra le attività di Horizon Scanning dell’AIFA, finalizzate a identificare e valutare precocemente nuovi medicinali e nuove indicazioni terapeutiche di medicinali già autorizzati, che potranno ampliare le opzioni di trattamento a disposizione dei medici e dei pazienti colmando le esigenze di salute non ancora soddisfatte. Leggi qui la notizia sulla pagina AIFA. - 24/03/2022
- Associazione della tipologia di anticoagulante orale con gli esiti clinici avversi in pazienti che continuano la terapia anticoagulante oltre i 90 giorni dopo il ricovero per tromboembolia venosa Le linee guida per la gestione del tromboembolismo venoso (TEV) raccomandano almeno 90 giorni di terapia con anticoagulanti orali. Esistono prove limitate sul farmaco ottimale per continuare la terapia oltre i 90 giorni. Obiettivo: Confrontare la prescrizione di apixaban, rivaroxaban o warfarin dopo 90 giorni iniziali di terapia anticoagulante per gli esiti di ospedalizzazione per TEV ricorrente, sanguinamento maggiore e morte. Disegno dello studio: Si tratta di uno studio di coorte retrospettivo esplorativo che ha utilizzato i dati da Medicare fee-for-service (2009-2017) e da 2 database di assicurazioni sanitarie commerciali (2004-2018) e ha incluso 64642 adulti che hanno iniziato l’anticoagulazione orale dopo la dimissione dall’ospedale per TEV e hanno continuato il trattamento oltre i 90 giorni. Esposizioni: Apixaban, rivaroxaban o warfarin prescritti dopo un trattamento iniziale di 90 giorni per TEV. Esiti e misure principali: Gli esiti primari includevano l’ospedalizzazione per TEV ricorrente e l’ospedalizzazione per emorragia maggiore. Le analisi sono state aggiustate utilizzando la ponderazione del punteggio di propensione. I pazienti sono stati seguiti dalla fine dell’episodio iniziale di trattamento di 90 giorni fino alla cessazione del trattamento, all’esito, al decesso, al disinserimento o alla fine dei dati disponibili. I modelli proporzionali di Cox ponderati sono stati utilizzati per stimare gli hazard ratio (HR) e gli IC al 95%. Risultati: Lo studio ha incluso 9167 pazienti a cui è stato prescritto apixaban (età media [SD], 71 [14] anni; 5491 [59,9%] donne), 12 468 pazienti a cui è stato prescritto rivaroxaban (età media [SD], 69 [14] anni; 7067 [56,7%] donne), e 43 007 pazienti a cui è stato prescritto warfarin (età media [SD], 70 [15] anni; 25 404 [59,1%] donne). La mediana (IQR) del follow-up era di 109 (59-228) giorni per il TEV ricorrente e 108 (58-226) giorni per l’esito del sanguinamento maggiore. Dopo la ponderazione del punteggio di propensione, il tasso di incidenza di ospedalizzazione per TEV ricorrente era significativamente più basso per apixaban rispetto al warfarin (9,8 vs 13,5 per 1000 anni-persona; HR, 0,69 [95% CI, 0,49-0. 99]), ma i tassi di incidenza non erano significativamente diversi tra apixaban e rivaroxaban (9,8 vs 11,6 per 1000 anni-persona; HR, 0,80 [95% CI, 0,53-1,19]) o rivaroxaban e warfarin (HR, 0,87 [95% CI, 0,65-1,16]). I tassi di ospedalizzazione per emorragia maggiore erano 44,4 per 1000 anni-persona per apixaban, 50,0 per 1000 anni-persona per rivaroxaban, e 47,1 per 1000 anni-persona per warfarin, producendo HR di 0. 92 (95% CI, 0,78-1,09) per apixaban vs warfarin, 0,86 (95% CI, 0,71-1,04) per apixaban vs rivaroxaban, e 1,07 (95% CI, 0,93-1,24) per rivaroxaban vs warfarin. Conclusioni e rilevanza: In questa analisi esplorativa dei pazienti a cui è stata prescritta una terapia anticoagulante orale di lunga durata dopo l’ospedalizzazione per TEV, le prescrizioni di apixaban oltre i 90 giorni, rispetto al warfarin oltre i 90 giorni, erano significativamente associate a un tasso modestamente inferiore di ospedalizzazione per TEV ricorrente, ma nessuna differenza significativa nel tasso di ospedalizzazione per sanguinamento maggiore. Non ci sono state differenze significative per i confronti tra apixaban vs rivaroxaban o rivaroxaban vs warfarin. Bibliografia Pawar A, Gagne JJ, Gopalakrishnan C, et al. Association of Type of Oral Anticoagulant Dispensed With Adverse Clinical Outcomes in Patients Extending Anticoagulation Therapy Beyond 90 Days After Hospitalization for Venous Thromboembolism. JAMA. 2022;327(11):1051–1060. Leggi l’abstract dell’articolo qui - 23/03/2022
- Campagna sull’uso consapevole degli antibiotici 2022 L’Agenzia Italiana del Farmaco lancia la campagna informativa sull’uso consapevole degli antibiotici 2022. L’abuso di antibiotici danneggia la salute del paziente, delle generazioni future e del pianeta. Ogni anno in Italia circa 11.000 persone muoiono a causa di infezioni che non possono essere curate. Questo succede perché l’abuso di antibiotici li rende pericolosamente inefficaci nella lotta contro i batteri. Per evitare tutto questo, non prenderli mai di tua iniziativa ma parlane con il tuo medico. Per promuovere un uso consapevole degli antibiotici, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha realizzato un’iniziativa di comunicazione per la popolazione generale. Guarda qui la campagna sull’uso degli antibiotici nel sito AIFA. - 23/03/2022
- Associazione tra polisolfato di pentosano sodico e disturbi della retina. Il Polisolfato di pentosano sodico è un medicinale utilizzato per il trattamento degli adulti affetti da cistite interstiziale. La cistite interstiziale, nota anche come sindrome della vescica dolorosa, è una condizione cronica della vescica caratterizzata da pressione e dolore vescicale e pelvico e da un’urgente necessità di urinare frequentemente. Colpisce prevalentemente le donne. Non ha alcun meccanismo causale noto. Le stime della prevalenza della patologia variano ampiamente, da meno di 5 a più di 100 per 100000. Le opzioni di trattamento per la cistite interstiziale includono cambiamenti nello stile di vita come modifiche alla dieta, allenamento della vescica, fisioterapia, farmaci, procedure vescicali come idrodistensione e, in rari casi, chirurgia. Il trattamento farmacologico per la cistite interstiziale comprende farmaci da banco (es. antistaminici, antinfiammatori non steroidei) e altri farmaci aspecifici quali antidepressivi triciclici e ciclosporina. L’unico farmaco specifico, approvato per il trattamento della cistite interstiziale è il polisolfato di pentosano sodico. Nonostante abbia ricevuto l’approvazione della FDA fin dal 1996, solo di recente sono emerse preoccupazioni riguardo all’associazione tra polisolfato di pentosano sodico e maculopatia, caratterizzata da difficoltà nella lettura e nell’adattamento della visione al buio. La maculopatia sembra essere associata ad un’esposizione a lungo termine al polisolfato di pentosano sodico. La durata mediana dell’uso del farmaco è di almeno 15 anni, sebbene alcuni pazienti abbiano segnalato durate più brevi. L’associazione tra maculopatia e polisolfato di pentosano sodico è stata osservata mediante un’analisi di disproporzionalità condotta sul database di segnalazione spontanea della FDA (FAERS), che ha confrontato le segnalazioni di eventi avversi raccolte tra il 2013 e il 2020 per il polisolfato di pentosano sodico con quelle associate ad altri farmaci assunti per la cistite, i disturbi della vescica e il dolore alla vescica. C’erano 2775 segnalazioni disponibili per l’analisi nel gruppo col polisolfato di pentosano sodico (di cui 1966 erano donne [70,9%]) e 6833 segnalazioni nel gruppo degli altri farmaci (di cui 4036 [59,1%] donne). La proporzione di eventi avversi per qualsiasi evento maculare rispetto a tutti gli altri eventi è stata più elevata tra gli utilizzatori di polisolfato di pentosano sodico rispetto a quelli che utilizzano altri farmaci per la cistite interstiziale (proportional reporting ratio 1,21, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 1,44). Negli utilizzatori di polisolfato di pentosano sodico, rispetto agli utilizzatori di altri farmaci, sono state proporzionalmente più comuni le segnalazioni di degenerazione maculare (20 [0,8%] rispetto a 15 [0,2%]), di maculopatie (83 [3,4%] rispetto a 2 [0,03%]), distrofie retiniche (3 [0,1%] rispetto a nessuna), danno retinico (5 [0,2%] rispetto a nessuna) e tossicità retinica (3 [0,1%] rispetto a nessuna). I risultati di questo studio dovrebbero essere interpretati alla luce di diversi limiti, derivanti principalmente dai ben noti limiti dei dati FAERS che si basa su segnalazioni spontanee di eventi avversi. Tutte le informazioni sono auto-riferite e non soggette a convalida e non è possibile dedurre un’associazione causale tra i farmaci segnalati e gli eventi avversi in un dato rapporto. A differenza di uno studio di coorte, la mancanza di un vero denominatore (ovvero il numero di persone a cui viene prescritto o utilizzato un prodotto) preclude il calcolo dei tassi di incidenza. Tuttavia questi dati si aggiungono alla crescente evidenza che l’uso di polisolfato di pentosano sodico è associato ad un aumentato rischio di maculopatia e questo suggerirebbe una maggiore cautela nei pazienti in terapia con questo farmaco, che dovrebbero essere sottoposti a regolari controlli della vista per consentire l’individuazione precoce di eventuali disturbi retinici. Bibliografia: McGwin G, MacLennan P, et al. Association between pentosan polysulfate sodium and retinal disorders. JAMA Ophthalmol 2021. Leggi qui l’abstract dell’articolo. - 16/03/2022
- Nota Informativa Importante su Valcyte A decorrere da aprile 2022, Valcyte 50 mg/ml polvere per soluzione orale sarà dotato di un nuovo dispensatore. Lo scopo della presente comunicazione è di informare i medici prescrittori della nuova scala graduata in millilitri (ml) presente sul dispensatore di Valcyte 50 mg/ml polvere per soluzione orale al fine di evitare potenziali errori posologici. Leggi qui la nota informativa. - 16/03/2022
- AIFA pubblica il Rapporto Vaccini 2020 Nel 2020, su un totale di circa 20 milioni di dosi somministrate in Italia per tutte le tipologie di vaccini, sono state effettuate 17,9 segnalazioni di reazioni avverse ogni 100.000 dosi somministrate, con un tasso di segnalazione di 606 ogni 1.000.000 di abitanti, in forte decremento rispetto agli ultimi anni. Le segnalazioni che riportano reazioni gravi correlabili al vaccino sono state 1,9 per 100.000 dosi. I dati sono contenuti nel Rapporto Vaccini 2020, pubblicato dall’AIFA, nel quale sono descritte le attività di vaccinovigilanza condotte in Italia dall’Agenzia Italiana del Farmaco in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Gruppo di lavoro sull’analisi dei segnali dei vaccini. È stato possibile calcolare i tassi di segnalazione (rapporto tra segnalazioni e i dati di esposizione) grazie al dato relativo al numero di dosi di vaccini somministrate nel 2020, fornito dalla Direzione Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute in collaborazione con le Regioni. Tra le sospette reazioni avverse osservate nel 2020 non sono emersi eventi indesiderati che possano modificare la valutazione del rapporto fra beneficio e rischio dei vaccini utilizzati. Tutte le sospette reazioni avverse osservate, infatti, sono note e pertanto già riportate nelle informazioni sul prodotto dei vaccini autorizzati in Italia. Inoltre, non sono stati osservati raggruppamenti, cluster temporali o geografici di segnalazioni riferibili a specifici lotti che abbiano fatto ipotizzare potenziali difetti di qualità del prodotto medicinale. Rispetto al 2019, si osserva per tutti i vaccini una flessione del tasso di segnalazione per dosi somministrate e una concomitante riduzione dei tassi di segnalazione delle reazioni gravi correlabili alla vaccinazione. Questo andamento è verosimilmente attribuibile al minore accesso alle vaccinazioni che si è registrato nel 2020 a causa della pandemia, che si riflette in una diminuzione nel numero di dosi somministrate, circa 3 milioni in meno rispetto al 2019. Oltre all’analisi dettagliata delle sospette reazioni avverse per singola tipologia di vaccino, il Rapporto offre degli approfondimenti con due focus dedicati, rispettivamente, alle vaccinazioni negli adolescenti e nei migranti. Sono invece escluse le segnalazioni relative ai vaccini anti-COVID-19, oggetto di Rapporti dedicati già pubblicati dall’AIFA, in quanto la campagna vaccinale è iniziata il 27 dicembre 2020 con il Vaccine Day e in modo effettivo il 31 dicembre 2020. Leggi qui il rapporto AIFA vaccini 2020. - 16/03/2022
- Highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) Estratto dagli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 7-10 marzo 2022. Vaccino COVID-19 Janssen: aggiunta di vasculite dei piccoli vasi come effetto indesideratoIl comitato per la sicurezza dei medicinali (PRAC) dell’EMA ha raccomandato di aggiungere la vasculite dei piccoli vasi con manifestazioni cutanee alle informazioni sul vaccino COVID-19 Janssen come possibile effetto indesiderato di frequenza sconosciuta. La vasculite dei piccoli vasi può essere causata da infezioni virali o batteriche, nonché da medicinali e vaccini. Generalmente, le manifestazioni della malattia si risolvono spontaneamente nel tempo con un’adeguata terapia di supporto. Spikevax: nuova avvertenza per riacutizzazioni della sindrome da perdita capillareIl PRAC ha raccomandato di aggiungere un’avvertenza per le riacutizzazioni della sindrome da perdita capillare (CLS) alle informazioni sul prodotto per il vaccino anti-COVID-19 Spikevax. La CLS è una condizione estremamente rara e grave che provoca perdite di liquidi dai piccoli vasi sanguigni (capillari). La CLS è spesso correlata a infezioni virali, alcuni tumori ematici, malattie infiammatorie e alcuni trattamenti. Il Comitato ha concluso che non vi erano evidenze sufficienti per stabilire un’associazione causale tra i due vaccini e l’insorgenza di nuovi casi di CLS. Tuttavia, il PRAC ha raccomandato l’inclusione di un’avvertenza nelle informazioni sul prodotto per Spikevax per aumentare la consapevolezza del potenziale rischio di riacutizzazioni tra gli operatori sanitari e i pazienti. Gli operatori sanitari devono essere consapevoli dei segni e sintomi della CLS e di un possibile rischio di riacutizzazione nelle persone con una storia di CLS. Gli individui vaccinati con una storia di CLS dovrebbero consultare il proprio medico curante per valutare l’opportunità della vaccinazione. Dexmedetomidina: Aumentato rischio di mortalità nei pazienti in terapia intensiva di età pari o inferiore a 65 anni.Nell’ambito della sua attività di parere sugli aspetti relativi alla sicurezza ad altri comitati dell’EMA, il PRAC ha discusso una comunicazione diretta agli operatori sanitari (NII) contenente importanti informazioni sulla sicurezza per la dexmedetomidina.La dexmedetomidina è un medicinale autorizzato per la sedazione leggera (uno stato di calma o sensazione di sonnolenza) di pazienti adulti in terapia intensiva, che consente al paziente di rimanere sveglio e rispondere alla stimolazione verbale durante procedure diagnostiche o chirurgiche.Lo studio SPICE III è uno studio clinico randomizzato che ha confrontato l’effetto della sedazione con dexmedetomidina sulla mortalità per tutte le cause (decessi per qualsiasi causa) con l’effetto dello standard di cura in 3.904 pazienti adulti in terapia intensiva in condizioni critiche che necessitano di ventilazione meccanica.Lo studio non ha mostrato differenze nella mortalità complessiva a 90 giorni tra dexmedetomidina e sedativi alternativi (propofol, midazolam). Tuttavia, la dexmedetomidina è stata associata a un aumentato rischio di mortalità nei pazienti di età pari o inferiore a 65 anni, rispetto ai sedativi alternativi. Leggi qui il comunicato EMA. - 14/03/2022
- AIFA pubblica il Rapporto antibiotici 2020 Il Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2020” fornisce i dati e le analisi sull’andamento dei consumi e della spesa in Italia per gli antibiotici per uso umano. “Questo lavoro, uno dei più importanti realizzato dall’ Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali dell’AIFA – ha affermato il Direttore Generale Nicola Magrini – illustra una situazione italiana, europea e globale fortemente preoccupante: gli antibiotici sono usati troppo e spesso in modo inappropriato, anche se con segnali di miglioramento. L’Italia si configura come un Paese ad alto tasso di resistenze, con una situazione regionale a macchia di leopardo. Parsimonia è la parola chiave per un miglioramento dell’uso degli antibiotici in tutti i campi, nel rispetto della logica One Health.”. “L’Italia è ancora lontana dal target fissato dal General Programme of Work 2019-2023 dell’OMS, secondo cui la percentuale di antibiotici appartenenti alla categoria Access usati a livello nazionale dovrebbe essere maggiore del 60% – ha affermato Filomena Fortinguerra di AIFA. “L’ottimizzazione della terapia antibiotica appare quanto mai urgente viste le numerose stime che pongono l’Italia tra i Paesi europei dove il rischio individuale di ricevere una prescrizione inappropriata di antibiotico, di acquisire una infezione ospedaliera o una infezione causata da batteri resistenti è più alto – ha dichiarato Evelina Tacconelli, coordinatrice del gruppo OPERA di AIFA – È essenziale promuovere interventi a vari livelli volti all’ottimizzazione delle prescrizioni, al corretto utilizzo delle nuove molecole di antibiotici in ospedale e all’omogeneizzazione degli indirizzi terapeutici in comunità. È necessario un cambiamento che includa un ripensamento dell’atto prescrittivo basato sulle evidenze e su un approccio consapevole, per proteggere le nuove molecole e garantire la riduzione del rischio di ulteriore diffusione di batteri resistenti agli antibiotici”. “L’OsMed nel corso degli anni ha integrato nel proprio lavoro tante esperienze diverse, adottando un approccio sempre più multidisciplinare – ha affermato Francesco Trotta di AIFA. È fondamentale l’integrazione delle fonti e la condivisione delle informazioni, utilizzando gli strumenti disponibili sul territorio per monitorare e migliorare i comportamenti prescrittivi”. Il Rapporto include i focus sui consumi nella popolazione pediatrica, sulla prescrizione degli antibiotici negli anziani, sulle prescrizioni di fluorochinoloni in sottogruppi specifici di popolazione, sull’uso degli antibiotici in ambito ospedaliero, quelle relative all’acquisto privato di antibiotici di fascia A, sul consumo degli antibiotici a uso non sistemico e la valutazione degli indicatori di appropriatezza prescrittiva nell’ambito della Medicina Generale. Sono presenti dati di confronto dei consumi italiani rispetto agli altri Paesi europei e un’analisi delle esperienze di implementazione di programmi per la corretta gestione degli antibiotici in ospedale. È stata anche condotta una valutazione dell’impatto della pandemia da SARS-CoV-2 sul consumo di antibiotici nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata e degli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche, che ha incluso i primi otto mesi dell’anno 2021 per indagare se l’emergenza legata alla pandemia abbia determinato un incremento del ricorso inappropriato agli antibiotici, soprattutto in ambito ospedaliero, con un possibile impatto negativo sulla diffusione di batteri resistenti. Alla presentazione, moderata da Agnese Cangini (AIFA) e Carlo Gagliotti (Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale Emilia-Romagna), sono intervenuti: Filomena Fortinguerra e Francesco Trotta (AIFA), Benedikt Huttner (WHO), Sandra Vernero (Slow Medicine), Alessandro Rossi (SIMG), Evelina Tacconelli (Università di Verona), Anna Teresa Palamara ISS, Antonio Battisti (IZS del Lazio e della Toscana), Antonio Fortino (Agenas) e Alessandro Perrella (Regione Campania). Leggi qui il rapporto AIFA 2020 sull’uso degli antibiotici in Italia. - 12/03/2022
- Nota Informativa Importante su Infliximab (Remicade, Flixabi, Inflectra, Remsima e Zessly) Bambini esposti a infliximab in utero (cioè durante la gravidanza) Infliximab attraversa la placenta ed è stato rilevato nel siero dei bambini fino a 12 mesi dopo la nascita. Dopo esposizione al medicinale in utero, i bambini possono essere a maggior rischio di infezione, inclusa una infezione disseminata grave potenzialmente fatale.I vaccini vivi (per esempio, il vaccino BCG) non devono essere somministrati ai bambini dopo l’esposizione in utero a infliximab per 12 mesi dopo la nascita.Qualora sussista un chiaro beneficio clinico per il singolo bambino, la somministrazione anticipata di un vaccino vivo può essere presa in considerazione se i livelli sierici di infliximab nel bambino non sono rilevabili o se la somministrazione di infliximab è stata limitata al primo trimestre di gravidanza. Bambini esposti a infliximab attraverso il latte materno Infliximab è stato rilevato a bassi livelli nel latte materno. È stato rilevato anche nel siero del lattante dopo esposizione a infliximab attraverso il latte materno.La somministrazione di un vaccino vivo a un lattante durante l’allattamento al seno non è raccomandata quando la madre sta ricevendo infliximab, a meno che i livelli sierici di infliximab nel lattante siano non rilevabili. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 08/03/2022
- Diventa applicabile il regolamento relativo all’ampliamento del mandato dell’EMA Il regolamento che rafforza il ruolo dell’EMA nella preparazione alle crisi e nella loro gestione in relazione ai medicinali e ai dispositivi medici diventa applicabile a partire dal 1 marzo 2022. Alcune delle strutture e dei processi istituiti dall’EMA durante la pandemia da COVID-19 vengono resi permanenti e, nel contempo, sono affidati all’Agenzia nuovi compiti. L’EMA si occuperà ora del monitoraggio delle carenze dei medicinali, che potrebbero portare a una situazione di crisi, nonché della segnalazione di carenze di medicinali fondamentali durante una crisi. L’Agenzia coordinerà inoltre le risposte dei paesi UE/SEE rispetto alle carenze di dispositivi medici e di dispositivi diagnostici in vitro essenziali in situazioni di crisi, dopo un periodo di transizione iniziale fino al 2 febbraio 2023. Nelle prossime settimane e mesi, l’EMA istituirà una serie di nuovi organi e formalizzerà quelli esistenti per la gestione dei nuovi compiti. Leggi qui il comunicato EMA. - 03/03/2022
- Vaccino anti-COVID-19 Nuvaxovid Il Vaccino anti-COVID-19 Nuvaxovid (Novavax) ha ricevuto recentemente l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Unione Europea ed è attualmente disponibile per l’utilizzo in Italia nell’ambito della campagna vaccinale nazionale. Nuvaxovid è indicato per l’immunizzazione attiva per la prevenzione di COVID-19, malattia causata dal virus SARS-CoV-2, in soggetti di età pari o superiore a 18 anni Si tratta di un vaccino ricombinante, adiuvato. Una dose (0,5 mL) contiene 5 microgrammi della proteina spike* di SARS-CoV-2 con adiuvante Matrix-M.L’adiuvante Matrix-M contiene per ogni dose da 0,5 mL: frazione A (42,5 microgrammi) e frazione C (7,5 microgrammi) di estratto di Quillaja saponaria Molina. E’ qui disponibile il riassunto delle caratteristiche del prodotto. - 28/02/2022
- Raccomandata la sospensione dal mercato delle soluzioni a base di amido idrossietilico per infusione L’11 febbraio 2022, il comitato di sicurezza dell’EMA, PRAC, ha raccomandato la sospensione delle autorizzazioni all’immissione in commercio delle soluzioni per infusione di amido idrossietilico (HES) in tutta l’Unione europea. Questi prodotti sono stati autorizzati come integrazione ad altri trattamenti per la sostituzione del volume plasmatico a seguito di una perdita di sangue acuta (improvvisa). La sicurezza degli HES è stata rivalutata in due separate procedure nel 2013 e a quel tempo sono state messe in atto una serie di restrizioni e misure per ridurre al minimo il rischio di lesioni renali e morte in alcuni pazienti (quelli gravemente malati, con ustioni o con sepsi, un’infezione batterica del sangue). A seguito di una terza revisione condotta nel 2018, l’uso di soluzioni HES per infusione è stato ulteriormente limitato ad ospedali accreditati e gli operatori sanitari, che prescrivono o somministrano tali medicinali, hanno dovuto essere formati al loro uso appropriato. Inoltre, sono state introdotte ulteriori avvertenze nelle informazioni di prodotto per ricordare agli operatori sanitari che questi medicinali non devono essere utilizzati in pazienti con sepsi o insufficienza renale o in altri pazienti vulnerabili come i malati critici. Queste misure sono state messe in atto per garantire che le soluzioni HES per infusione non fossero utilizzate in quei pazienti che risultavano essere a maggior rischio di danno. Alle aziende che commercializzano soluzioni HES per infusione è stato inoltre richiesto di condurre uno studio di farmacoutilizzazione per verificare se tali restrizioni siano state rispettate nella pratica clinica e di presentare i risultati di questo studio all’EMA. Il PRAC ha esaminato i risultati dello studio, che mostrano che le soluzioni HES per infusione sono ancora utilizzate al di fuori delle raccomandazioni incluse nelle informazioni di prodotto. Il Comitato ha concluso che le ulteriori restrizioni introdotte nel 2018 non hanno garantito sufficientemente l’uso sicuro dei medicinali e che le soluzioni HES continuano ad essere utilizzate in alcuni gruppi di pazienti in cui è stato dimostrato un grave danno. Dal momento che l’aderenza alla serie di misure concordate nel 2018 era una condizione per l’uso sicuro delle soluzioni HES per infusione, e lo studio ha dimostrato che ciò non è avvenuto, i benefici di questi medicinali non sono più considerati superiori ai loro rischi. Il PRAC ha esplorato la possibilità di introdurre misure aggiuntive per garantire che le soluzioni HES siano utilizzate secondo le informazioni sul prodotto, ma ha concluso che non ci sono altre misure, o combinazioni di misure, che siano fattibili e sufficienti a proteggere i pazienti. Alla luce dei gravi rischi cui sono ancora esposte alcune popolazioni di pazienti, il PRAC ha pertanto raccomandato la sospensione delle autorizzazioni all’immissione in commercio per le soluzioni HES per infusione in UE. La raccomandazione del PRAC è stata inviata al Gruppo di Coordinamento per le procedure di Mutuo Riconoscimento e Decentrate per i medicinali ad uso umano (CMDh), che ha adottato la sua posizione il 23 febbraio 2022. Informazioni per i Pazienti Le soluzioni HES per infusione sono fluidi sostitutivi somministrati a pazienti che hanno perso sangue a seguito di lesioni o interventi chirurgici.L’EMA raccomanda che questi medicinali siano ritirati dal mercato dell’UE in considerazione dei gravi rischi (lesioni renali e morte) in alcuni pazienti (ad esempio quelli che sono molto malati o che hanno un’intossicazione del sangue).Sono disponibili altre opzioni di trattamento. Informazioni per gli Operatori sanitari Le autorizzazioni alla commercializzazione delle soluzioni HES per infusione sono state raccomandate per la sospensione a causa del rischio di lesioni renali e di morte in alcune popolazioni di pazienti, compresi i pazienti in condizioni critiche e i pazienti con sepsi.Nonostante l’introduzione di controindicazioni e avvertenze nel 2013 e ulteriori misure nel 2018, l’ultimo studio sull’utilizzo dei medicinali mostra che le soluzioni HES per infusione continuano ad essere utilizzate al di fuori delle raccomandazioni incluse nelle informazioni di prodotto, il che espone ancora alcune popolazioni di pazienti a gravi rischi.Poiché non è stato possibile identificare altre misure fattibili ed efficaci per minimizzare i rischi, l’EMA raccomanda che le soluzioni HES per infusione siano sospese dal mercato UE per proteggere la salute dei pazienti.Sono disponibili alternative di trattamento che devono essere selezionate secondo le pertinenti linee guida cliniche. Una Nota Informativa Importante (NII) sarà inviata a tempo debito agli operatori sanitari interessati. La NII sarà anche pubblicato con una pagina dedicata sul sito web di EMA. Maggiori informazioni sui medicinali Le soluzioni HES per infusione sono state autorizzate per la gestione dell’ipovolaemia (basso volume ematico) causata da una perdita acuta di sangue, laddove il trattamento con soluzioni di infusione alternative, note come cristalloidi, da solo non sia considerato sufficiente. Le soluzioni HES appartengono a una classe di farmaci noti come colloidi. Oltre agli emoderivati, vi sono due tipi di medicinali usati per la sostituzione del volume del plasma: i cristalloidi e i colloidi. I colloidi contengono grandi molecole come l’amido, mentre i cristalloidi sono soluzioni di sostanze a basso peso molecolare e comprendono le soluzioni saline e il Ringer. Nell’UE, le soluzioni HES per infusione sono state autorizzate tramite procedure nazionali e sono disponibili in diversi Stati membri con vari nomi commerciali. Maggiori informazioni sulla procedura Il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA, responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza per i medicinali per uso umano, ha formulato le sue raccomandazioni dopo aver esaminato i risultati di uno studio sull’utilizzo dei medicinali che è stato richiesto come parte delle misure aggiuntive di minimizzazione del rischio derivanti da una procedura di referral secondo l’Articolo 107i conclusa nel 2018. La raccomandazione del PRAC è stata trasmessa al Gruppo di Coordinamento per le procedure di Mutuo Riconoscimento e Decentrate per i medicinali ad uso umano (CMDh). Il CMDh, avendo preso in considerazione anche le informazioni aggiuntive fornite dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio delle soluzioni HES per infusione e da parti terze, ha approvato la raccomandazione del PRAC e ha adottato la sua posizione. Poiché la posizione del CMDh è stata adottata a maggioranza, sarà ora inviata alla Commissione europea, che a tempo debito prenderà una decisione legalmente vincolante in tutta l’UE. Il CMDh è un organismo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, nonché l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. È responsabile di garantire norme di sicurezza armonizzate per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 28/02/2022
- Nota Informativa Importante su Xagrid (anagrelide cloridrato) Vi è un aumentato rischio di complicanze trombotiche, compreso l’infarto cerebrale, in caso di interruzione improvvisa di anagrelide. L’interruzione improvvisa del trattamento deve essere evitata a causa del rischio di un improvviso aumento della conta piastrinica e di complicanze trombotiche potenzialmente fatali, come l’infarto cerebrale. In caso di interruzione del dosaggio o sospensione del trattamento, monitorare frequentemente la conta piastrinica (fare riferimento al paragrafo 4.4 dell’RCP). Istruire i pazienti su come riconoscere i primi segni e sintomi indicativi di complicanze trombotiche, come un infarto cerebrale, e a rivolgersi al medico nel caso in cui si verificassero tali sintomi. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 22/02/2022
- Il PRAC raccomanda la sospensione dal mercato delle soluzioni di amido idrossietilico per infusione Il comitato di sicurezza dell’EMA, PRAC, ha raccomandato la sospensione delle autorizzazioni all’immissione in commercio delle soluzioni per infusione di amido idrossietilico (HES) in tutta l’Unione europea. Questi prodotti sono stati autorizzati come integrazione ad altri trattamenti per la sostituzione del volume plasmatico a seguito di una perdita di sangue acuta (improvvisa). La sicurezza degli HES è stata rivalutata in due separate procedure nel 2013, e a quel tempo sono state messe in atto una serie di restrizioni e misure per ridurre al minimo il rischio di lesioni renali e morte in alcuni pazienti (quelli gravemente malati, con ustioni o con sepsi, un’infezione batterica del sangue). A seguito di una terza revisione condotta nel 2018, l’uso di soluzioni HES per infusione è stato ulteriormente limitato ad ospedali accreditati e gli operatori sanitari, che prescrivono o somministrano tali medicinali, hanno dovuto essere formati al loro uso appropriato. Inoltre, sono state introdotte ulteriori avvertenze nelle informazioni di prodotto per ricordare agli operatori sanitari che questi medicinali non devono essere utilizzati in pazienti con sepsi o insufficienza renale o in altri pazienti vulnerabili come i malati critici. Queste misure sono state messe in atto per garantire che le soluzioni HES per infusione non fossero utilizzate in quei pazienti che risultavano essere a maggior rischio di danno. Alle aziende che commercializzano soluzioni HES per infusione è stato inoltre richiesto di condurre uno studio di farmacoutilizzazione per verificare se tali restrizioni siano state rispettate nella pratica clinica e di presentare i risultati di questo studio all’EMA. Il PRAC ha ora esaminato i risultati dello studio, che mostrano che le soluzioni HES per infusione sono ancora utilizzate al di fuori delle raccomandazioni incluse nelle informazioni di prodotto. Il Comitato ha concluso che le ulteriori restrizioni introdotte nel 2018 non hanno garantito sufficientemente l’uso sicuro dei medicinali e che le soluzioni HES continuano ad essere utilizzate in alcuni gruppi di pazienti in cui è stato dimostrato un grave danno. Dal momento che l’aderenza alla serie di misure concordate nel 2018 era una condizione per l’uso sicuro delle soluzioni HES per infusione, e lo studio ha dimostrato che ciò non è avvenuto, i benefici di questi medicinali non sono più considerati superiori ai loro rischi. Il PRAC ha esplorato la possibilità di introdurre misure aggiuntive per garantire che le soluzioni HES siano utilizzate secondo le informazioni sul prodotto, ma ha concluso che non ci sono altre misure, o combinazioni di misure, che siano fattibili e sufficienti a proteggere i pazienti. Alla luce dei gravi rischi cui sono ancora esposte alcune popolazioni di pazienti, il PRAC ha pertanto raccomandato la sospensione delle autorizzazioni all’immissione in commercio per le soluzioni HES per infusione in UE. La raccomandazione PRAC sarà ora trasmessa al Gruppo di Coordinamento per le procedure di Mutuo Riconoscimento e Decentrate per i medicinali ad uso umano (CMDh) per considerazione nella prossima riunione del febbraio 2022. Informazioni per i Pazienti Le soluzioni HES per infusione sono fluidi sostitutivi somministrati a pazienti che hanno perso sangue a seguito di lesioni o interventi chirurgici.L’EMA raccomanda che questi medicinali siano ritirati dal mercato dell’UE in considerazione dei gravi rischi (lesioni renali e morte) in alcuni pazienti (ad esempio quelli che sono molto malati o che hanno un’intossicazione del sangue).Sono disponibili altre opzioni di trattamento. Informazioni per gli Operatori sanitari Le autorizzazioni alla commercializzazione delle soluzioni HES per infusione sono state raccomandate per la sospensione a causa del rischio di lesioni renali e di morte in alcune popolazioni di pazienti, compresi i pazienti in condizioni critiche e i pazienti con sepsi. Nonostante l’introduzione di controindicazioni e avvertenze nel 2013 e ulteriori misure nel 2018, l’ultimo studio sull’utilizzo dei medicinali mostra che le soluzioni HES per infusione continuano ad essere utilizzate al di fuori delle raccomandazioni incluse nelle informazioni di prodotto, il che espone ancora alcune popolazioni di pazienti a gravi rischi.Poiché non è stato possibile identificare altre misure fattibili ed efficaci per minimizzare i rischi, l’EMA raccomanda che le soluzioni HES per infusione siano sospese dal mercato UE per proteggere la salute dei pazienti.Sono disponibili trattamenti alternativi che devono essere selezionati secondo le pertinenti linee guida cliniche. Maggiori informazioni sui medicinali Le soluzioni HES per infusione sono state autorizzate per la gestione dell’ipovolaemia (basso volume ematico) causata da una perdita acuta di sangue, laddove il trattamento con soluzioni di infusione alternative, note come cristalloidi, da solo non sia considerato sufficiente. Le soluzioni HES appartengono a una classe di farmaci noti come colloidi. Oltre agli emoderivati, vi sono due tipi di medicinali usati per la sostituzione del volume del plasma: i cristalloidi e i colloidi. I colloidi contengono grandi molecole come l’amido, mentre i cristalloidi sono soluzioni di sostanze a basso peso molecolare e comprendono le soluzioni saline e il Ringer. Nell’UE, le soluzioni HES per infusione sono state autorizzate tramite procedure nazionali e sono disponibili in diversi Stati membri con vari nomi commerciali. Maggiori informazioni sulla procedura Il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA, responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza per i medicinali per uso umano, ha formulato le sue raccomandazioni dopo aver esaminato i risultati di uno studio sull’utilizzo dei medicinali che è stato richiesto come parte delle misure aggiuntive di minimizzazione del rischio derivanti da un Articolo 107i Procedura di Referral concluso nel 2018. La raccomandazione del PRAC sarà ora trasmessa al Gruppo di Coordinamento per le procedure di Mutuo Riconoscimento e Decentrate per i medicinali ad uso umanoCoordination (CMDh) che adotterà una posizione. Il CMDh è un organismo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, nonché l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. È responsabile di garantire norme di sicurezza armonizzate per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 15/02/2022
- Estratto dagli highlights della riunione del PRAC del 7-10 febbraio 2022 Il PRAC sta valutando i casi segnalati di sanguinamento mestruale abbondante (mestruazioni abbondanti) e assenza di mestruazioni (amenorrea) con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax. Il Comitato aveva precedentemente analizzato le segnalazioni relative ai disturbi mestruali nel contesto dei rapporti di sintesi sulla sicurezza per i vaccini COVID-19 approvati nell’UE concludendo all’epoca che le evidenze disponibili non supportavano un nesso causale tra questi vaccini e i disturbi mestruali. Alla luce delle nuove segnalazioni spontanee di disturbi mestruali con entrambi i vaccini e dei risultati della letteratura, il PRAC ha deciso di valutare ulteriormente i casi di mestruazioni abbondanti o di amenorrea dopo la vaccinazione. I disturbi mestruali sono molto comuni e possono verificarsi a seguito di un’ampia gamma di condizioni mediche di base, nonché per stress e stanchezza. Questi disturbi sono stati segnalati anche in seguito a COVID-19. Le mestruazioni abbondanti possono essere definite come sanguinamenti caratterizzati da un volume che può interferire con la qualità della vita fisica, sociale, emotiva e materiale della persona. L’amenorrea può essere definita come l’assenza di sanguinamento mestruale per tre o più mesi consecutivi. Dopo aver esaminato le prove disponibili, il PRAC ha deciso di richiedere una valutazione approfondita di tutti i dati disponibili, comprese le segnalazioni provenienti da sistemi di segnalazione spontanea, le sperimentazioni cliniche e la letteratura pubblicata. In questa fase, non è ancora chiaro se esista un nesso causale tra i vaccini COVID-19 e le segnalazioni di mestruazioni abbondanti o amenorrea. Inoltre, non ci sono prove che suggeriscano che i vaccini COVID-19 influiscano sulla fertilità. L’EMA fornirà informazioni aggiornate qualora disponibili. Guida aggiornata sui requisiti fondamentali per i piani di gestione del rischio dei vaccini COVID-19 Il PRAC ha adottato una guida aggiornata sui requisiti fondamentali per i piani di gestione del rischio (RMP) dei vaccini COVID-19.Come per qualsiasi medicinale autorizzato nell’UE, le aziende devono presentare il loro RMP quando richiedono un’autorizzazione all’immissione in commercio per descrivere in dettaglio il piano per la sorveglianza post-marketing e quali misure devono essere messe in atto per caratterizzare e gestire ulteriormente i rischi. Nel contesto della pandemia, l’EMA ha adottato linee guida specifiche per gli RMP dei vaccini COVID-19, che integrano le linee guida esistenti sul formato RMP nell’UE e le linee guida sulle buone pratiche di farmacovigilanza. A seguito della discussione al PRAC, questa guida è stata aggiornata alla luce dell’esperienza maturata durante la pandemia per includere considerazioni specifiche su: requisiti di contenuto per le relazioni di sintesi sulla sicurezza (precedentemente definite come “rapporti mensili di sintesi sulla sicurezza”) da presentare all’EMA da parte dei titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini COVID-19 di nuova autorizzazione e dettagli sugli argomenti di sicurezza per i quali è più appropriato il monitoraggio con i consueti rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza (PSUR);considerazioni sulle variazioni di frequenza dei rapporti di sintesi sulla sicurezza e quando è opportuno eliminare l’obbligo di presentare tali rapporti. La nuova versione della guida è disponibile sul sito web dell’EMA. Nuove informazioni sulla sicurezza per gli operatori sanitari Come parte delle sue consulenze sugli aspetti relativi alla sicurezza per altri comitati dell’EMA, il PRAC ha discusso una Nota Informativa Importante rivolta agli operatori sanitari (NII) contenente importanti informazioni sulla sicurezza per infliximab. Raccomandazione di posticipare l’impiego di vaccini vivi nei neonati esposti a infliximab durante la gravidanza o l’allattamento al seno Questa NII informa gli operatori sanitari della necessità di posticipare l’impiego di vaccini vivi nei neonati che sono esposti a infliximab durante la gravidanza o l’allattamento al seno.Infliximab è un medicinale antinfiammatorio autorizzato per il trattamento di adulti affetti da artrite reumatoide (una malattia del sistema immunitario che causa infiammazione delle articolazioni), morbo di Crohn (una malattia che causa infiammazione del tratto digerente), colite ulcerosa (una malattia che causa infiammazione e ulcere nel rivestimento dell’intestino), spondilite anchilosante (una malattia che causa infiammazione e dolore alle articolazioni della colonna vertebrale), artrite psoriasica (una malattia che causa macchie rosse e squamose sulla pelle e infiammazione delle articolazioni) o psoriasi (una malattia che causa macchie rosse e squamose sulla pelle). Infliximab è autorizzato anche nei pazienti di età compresa tra 6 e 17 anni affetti da morbo di Crohn in fase attiva o colite ulcerosa gravemente attiva, quando non hanno risposto o non possono assumere altri medicinali o trattamenti.A seguito del trattamento con infliximab durante la gravidanza, è stato riportato che il medicinale attraversa la placenta ed è stato rilevato nei neonati fino a 12 mesi dopo la nascita. I vaccini vivi non devono essere somministrati ai neonati per 12 mesi dopo la nascita se sono stati esposti a infliximab durante la gravidanza. Se i livelli sierici di infliximab nel neonato non sono rilevabili o la somministrazione di infliximab è stata limitata al primo trimestre di gravidanza, la somministrazione di un vaccino vivo potrebbe essere presa in considerazione in un momento precedente se vi è un chiaro beneficio clinico per il singolo neonato.L’infliximab è stato rilevato anche a bassi livelli nel latte materno, pertanto la somministrazione di un vaccino vivo a un neonato allattato al seno mentre la madre sta assumendo il medicinale non è raccomandata a meno che i livelli sierici di infliximab nel bambino non siano rilevabili.È importante che le donne trattate con infliximab in gravidanza o che allattano al seno il proprio bambino informino l’operatore sanitario responsabile della vaccinazione del proprio bambino in merito al trattamento con infliximab.La NII per infliximab sarà inoltrata al comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA, il CHMP.A seguito della decisione del CHMP, la NII sarà diffusa agli operatori sanitari dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio con un piano di comunicazione concordato e pubblicata sul sito EMA sulla pagina delle NII dirette degli operatori sanitari e nelle pagine dei siti delle agenzie degli Stati membri dell’UE riservate a queste comunicazioni. Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 15/02/2022
- L’EMA avvia la revisione dei dati di sicurezza degli inibitori della Janus chinasi per i disturbi infiammatori Il comitato di sicurezza dell’EMA (PRAC) ha avviato una revisione dei dati di sicurezza degli inibitori della Janus chinasi (JAK) utilizzati per il trattamento di diversi disturbi infiammatori cronici (artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite idiopatica giovanile, spondilite anchilosante, colite ulcerosa e dermatite atopica). La revisione è stata sollecitata dai risultati finali di uno studio clinico (studio A3921133) condotto con l’inibitore JAK Xeljanz (tofacitinib). I risultati hanno mostrato che i pazienti che assumevano Xeljanz per l’artrite reumatoide e che erano a rischio di malattie cardiache avevano maggiori probabilità di avere un grave problema cardiovascolare (come infarto, ictus o morte per malattie cardiovascolari) e avevano un rischio maggiore di sviluppare un tumore rispetto a quelli trattati con medicinali appartenenti alla classe degli inibitori del TNF-alfa. Lo studio ha anche mostrato che rispetto agli inibitori del TNF-alfa, Xeljanz era associato ad un rischio maggiore di morte per ogni causa, infezioni gravi e coaguli di sangue nei polmoni e nelle vene profonde (tromboembolia venosa, TEV). Inoltre, i risultati preliminari di uno studio osservazionale che ha coinvolto un altro inibitore della JAK, Olumiant (baricitinib), suggeriscono un aumento del rischio di gravi problemi cardiovascolari e TEV anche nei pazienti con artrite reumatoide trattati con Olumiant rispetto a quelli trattati con inibitori del TNF-alfa. Nel trattamento dei disturbi infiammatori, Olumiant e altri inibitori JAK agiscono in modo simile a Xeljanz. Il PRAC eseguirà quindi una revisione per determinare se questi rischi sono associati a tutti gli inibitori JAK autorizzati nell’UE per il trattamento dei disturbi infiammatori e se le autorizzazioni all’immissione in commercio di questi medicinali debbano essere modificate. Alcune misure per ridurre al minimo questi rischi sono già in atto per Xeljanz a seguito di una revisione conclusa nel 2020, che ha analizzato i risultati intermedi dello studio A3921133. Inoltre, le informazioni del prodotto per Xeljanz sono state ulteriormente aggiornate nel 2021 per riflettere l’aumento del rischio di gravi problemi cardiovascolari e tumori osservato dai dati aggiuntivi provenienti da questo studio. Maggiori informazioni sui medicinali Gli inibitori della Janus chinasi oggetto di questa revisione sono usati per il trattamento di diversi disturbi infiammatori cronici (artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite idiopatica giovanile, spondilite anchilosante, colite ulcerosa e dermatite atopica). Questi enzimi svolgono un ruolo importante nel processo di infiammazione che si verifica in questi disturbi. Bloccando l’azione degli enzimi, i medicinali aiutano a ridurre l’infiammazione e altri sintomi di questi disturbi.Alcuni inibitori della JAK (Jakavi e Inrebic) sono usati per trattare disturbi mieloproliferativi; in questa fase la revisione non includerà questi medicinali. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione degli inibitori JAK nel trattamento dei disturbi infiammatori è stata avviata su richiesta della Commissione Europea (CE) ai sensi dell’ articolo 20 del Regolamento (CE) n. 726/2004.La revisione è condotta dal Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC), il comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza per i medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Le raccomandazioni del PRAC saranno quindi trasmesse al Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP), responsabile per le questioni relative ai medicinali per uso umano, che adotterà un parere. La fase finale della procedura di riesame è l’adozione da parte della CE di una decisione giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 15/02/2022
- Nota Informativa Importante su Mavenclad (cladribina) Sono stati segnalati casi di danno epatico, inclusi casi gravi e casi che hanno portato all’interruzione del trattamento in pazienti trattati con Mavenclad. Prima di iniziare il trattamento, deve essere acquisita una dettagliata anamnesi del paziente in merito a disturbi epatici sottostanti o precedenti episodi di danno epatico con altri farmaci. Devono essere analizzati i test di funzionalità epatica inclusa la valutazione dei livelli sierici di aminotransferasi, fosfatasi alcalina e bilirubina totale prima dell’inizio della terapia nell’anno 1 e nell’anno 2. Durante il trattamento, devono essere effettuati test di funzionalità epatica e ripetuti quando necessario. Nel caso in cui un paziente sviluppi un danno epatico, il trattamento con Mavenclad deve essere interrotto o sospeso, come appropriato. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 15/02/2022
- Il CRFV Sardegna pubblica il Bollettino Semestrale di Farmacovigilanza. Il nuovo numero del Bollettino di Farmacovigilanza del Centro Regionale è incentrato sulla sicurezza dei vaccini anti COVID-19. L’Uppsala Monitoring Center dell’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica periodicamente sul proprio sito web un bollettino di Farmacovigilanza. Vista l’attualità e l’importanza degli argomenti trattati, il CRFV Sardegna ha scelto di tradurre fedelmente due articoli del 85°Bollettino di Farmacovigilanza del Centro di Uppsala, in modo da renderli fruibili a tutti gli operatori sanitari della regione e a tutti i pazienti/cittadini. Leggi qui il Bollettino di Farmacovigilanza. - 10/02/2022
- AIFA pubblica il Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 Mercoledì 9 febbraio 2022 alle ore 10:30 l’Agenzia Italiana del Farmaco ha presentato il Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19, con i dati e le informazioni di sicurezza e beneficio/rischio relative ai vaccini COVID-19 per il periodo 27/12/2020 – 26/12/2021. Hanno coordinato il Direttore Generale dell’AIFA Nicola Magrini e il Presidente del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) Franco Locatelli. Sono intervenuti Anna Rosa Marra, Dirigente Area Vigilanza post-marketing AIFA, Annalisa Capuano, Professore Ordinario di Farmacologia dell’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli” e responsabile del Centro Regionale di farmacovigilanza Campania, Giovanna Zanoni, allergologa e immunologa dell’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, Pasquale Marchione, medico specialista in neurologia dell’Ufficio Gestione dei segnali di AIFA. Il Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 è stato elaborato dall’AIFA con il contributo di tutti i Centri Regionali di Farmacovigilanza, del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) nell’anno di campagna vaccinale dal 27 dicembre 2020 al 26 dicembre 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 117.920 segnalazioni su un totale di 108.530.987 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 109 ogni 100.000 dosi), di cui l’83,7% (n. 98.717) riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi corrispondono al 16,2% del totale (n. 19.055), con un tasso di 17,6 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate. Come riportato nei precedenti Rapporti, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (73% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore. Nell’anno di campagna vaccinale Comirnaty è stato il vaccino più utilizzato in Italia (69,1%), seguito da Spikevax (18,3%), Vaxzevria (11,2%), e Vaccino COVID-19 Janssen (1,4%). Le segnalazioni per tipologia di vaccino sono invece così distribuite: Comirnaty 68%, Vaxzevria 19,8%, Spikevax 10,8%, Vaccino COVID-19 Janssen 1,4%. Per tutti i vaccini gli eventi avversi più segnalati, perlopiù non gravi e già risolti al momento della segnalazione, sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. Si segnala che nell’ambito degli studi registrativi fino a un 64% di effetti indesiderati è stato rilevato nel gruppo placebo ed è riferibile al cosiddetto effetto nocebo. Per quanto riguarda la somministrazione della terza dose, iniziata nel mese di settembre, al 26 dicembre 2021 sono state inserite nella RNF 3.510 segnalazioni, a fronte di 16.198.231 di terze dosi somministrate, con un tasso di segnalazione di 21,7 segnalazioni ogni 100.000 terze dosi, inferiore a quanto osservato per le dosi del ciclo primario. L’84,1% (n. 2.951) delle segnalazioni è riferita a eventi non gravi, con un tasso di segnalazione pari a 18,2 ogni 100.000 dosi somministrate, e il 15,9% (558) a eventi avversi gravi, con un tasso di 3,4 segnalazioni di eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate. Sono pervenute 730 segnalazioni dopo vaccinazioni eterologhe, che prevedono l’utilizzo di 2 diversi vaccini COVID-19 per i cicli di vaccinazione primaria (vaccinazione primaria eterologa) o per le dosi di richiamo 3-6 mesi dopo il ciclo di vaccinazione primaria (richiamo eterologo). La maggior parte delle segnalazioni dopo vaccinazione eterologa sono relative alla somministrazione di un vaccino a mRNA dopo prima somministrazione di un vaccino a vettore adenovirale, sono per la maggior parte non gravi e presentano le stesse caratteristiche del resto delle segnalazioni. In merito alle vaccinazioni in età pediatrica (5-16 anni), al 26/12/2021 risultano somministrate 4.178.361 di dosi di vaccino, il 96% delle quali nella fascia di età 12-16 anni (4.005.471 dosi) e il 4% nella fascia 5-11 anni (172.890 dosi). Tra i due vaccini autorizzati per questa popolazione, Comirnaty è stato il più utilizzato (87,5%) (Spikevax 12,5%). Al 26 dicembre 2021 nella RNF sono state registrate complessivamente 1.170 segnalazioni di sospette reazioni avverse manifestatesi nella popolazione pediatrica, che rappresentano l’1% di tutte le segnalazioni, con un tasso di segnalazione pari a 28 eventi ogni 100.000 dosi somministrate nella fascia pediatrica, indipendentemente dalla tipologia di vaccino e dalla valutazione del nesso di causalità, inferiore dunque rispetto a quello riscontrato nella popolazione generale (109 eventi ogni 100.000 dosi somministrate). Nella popolazione pediatrica gli eventi avversi più frequentemente segnalati sono febbre, cefalea, stanchezza e vomito. Il 69% delle reazioni si sono risolte completamente o erano in miglioramento al momento della segnalazione. I tassi di segnalazione nella fascia d’età 5-11 sono preliminari e al momento non emergono particolari problemi di sicurezza. La vaccinazione per COVID-19 è indicata sia in gravidanza sia in allattamento e non emergono particolari problemi di sicurezza dai dati di farmacovigilanza e di studi ad hoc in questa popolazione. Non vi sono inoltre evidenze che suggeriscano che i vaccini anti-COVID-19 possano influenzare negativamente la fertilità in entrambi i sessi. Gli altri approfondimenti presenti nel Rapporto, su eventi di particolare interesse come anafilassi, sindrome di Guillain-Barré, miocarditi/pericarditi, paralisi di Bell e trombosi trombocitopenica confermano i dati di sicurezza valutati a livello europeo. L’evento è stato trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube dell’AIFA. Leggi qui il rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid-19. Leggi qui la notizia dal sito AIFA. - 09/02/2022
- Nota Informativa Importante su Sarilumab (Kevzara) La disponibilità di tutte e quattro le presentazioni di Kevzara (sarilumab), (siringa pre-riempita da 150 mg o 200 mg o penne pre-riempite), potrebbe risultare temporaneamente limitata. La carenza è dovuta ad un aumento della domanda che si ritiene possa durare fino a fine Marzo 2022. In carenza di Kevzara, invitiamo a considerare alternative adeguate in base alle diponibilità sul mercato. In ragione delle alternative disponibili, potrebbe essere necessario formare il paziente circa le modalità di auto-somministrazione. Leggi qui la nota informativa. - 09/02/2022
- EMA valuta i dati sulla dose di richiamo del vaccino anti-COVID-19 Comirnaty negli adolescenti L’Agenzia europea per i medicinali ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’uso di una dose di richiamo di Comirnaty (il vaccino di BioNTech/Pfizer) negli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni. Inoltre, è in corso anche la domanda di autorizzazione per l’uso negli adolescenti di età compresa tra 16 e 17 anni. Le dosi di richiamo sono somministrate alle persone vaccinate (ossia a coloro che hanno completato la vaccinazione primaria) per ripristinare la protezione dopo il calo. Al momento, la dose di richiamo può essere somministrata alle persone di età pari o superiore a 18 anni. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA condurrà una valutazione accelerata dei dati presentati dall’azienda che commercializza il vaccino, compresi i risultati delle evidenze dal mondo reale provenienti da Israele. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione a tempo debito. Le indicazioni sulle modalità di somministrazione dei vaccini rimangono prerogativa dei gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione che orientano le campagne vaccinali in ciascuno Stato membro dell’UE. Le autorità nazionali di sanità pubblica possono formulare raccomandazioni ufficiali sull’uso delle dosi di richiamo, come pure sui relativi requisiti di certificazione per viaggiare, tenendo conto dei dati emergenti sull’efficacia e dei limitati dati sulla sicurezza. Comirnaty è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19). Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina, nota come proteina spike, che è naturalmente presente su SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino predispone l’organismo a difendersi contro SARS-CoV-2. Leggi qui il comunicato EMA. - 09/02/2022
- Nota Informativa Importante su Medicinali a base di donepezil Medicinali a base di donepezil: Aggiornamenti delle informazioni sulla sicurezza del prodotto relative ai disturbi della conduzione cardiaca inclusi il prolungamento dell’intervallo QT e la torsione di punta. Riepilogo Dopo l’immissione in commercio di donepezil, vi sono state segnalazioni relative al prolungamento dell’intervallo QTc e alla torsione di punta in associazione alla terapiaSi raccomanda cautela in pazienti con anamnesi preesistente o familiare di prolungamento dell’intervallo QTcSi raccomanda cautela nei pazienti in trattamento concomitante con farmaci che influenzano l’intervallo QTc o che inducono bradicardiaSi raccomanda cautela nei pazienti con malattie cardiache rilevanti o squilibri elettrolitici. Nei pazienti a rischio deve essere considerato un monitoraggio mediante elettrocardiogramma (ECG).Aggiunta di effetti indesiderati: tachicardia ventricolare polimorfa, compresa la torsione di punta; prolungamento dell’intervallo QT all’elettrocardiogrammaAggiornamento delle interazioni tra farmaci Leggi qui la nota informativa importante. - 07/02/2022
- Il Tramadolo è associato ad un rischio di mortalità più elevato rispetto alla codeina. Il tramadolo è un farmaco di origine sintetica appartenente alla classe degli antidolorifici oppioidi. È impiegato nel trattamento di stati dolorosi, in particolare per gestire il dolore cronico. E’ un farmaco capace di interagire con i recettori oppioidi ed è inoltre in grado di inibire il reuptake di noradrenalina e serotonina. Gli oppioidi sono utilizzati nel trattamento farmaceutico del dolore oncologico da moderato a grave e sono comunemente prescritti per il dolore cronico non oncologico quando le terapie alternative non forniscono più un sollievo sufficiente. Fino a poco tempo fa il tramadolo è stato considerato un oppioide relativamente sicuro ed è stato fortemente raccomandato dall’American Academy of Orthopaedic Surgeons per i pazienti affetti da artrosi sintomatica del ginocchio. Tra il 2019 e il 2020 è stato l’oppioide sintetico più prescritto nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Spagna. Gli effetti avversi comuni non pericolosi per la vita (es. mal di testa, prurito e nausea) del tramadolo sono ben conosciuti, mentre finora si sapeva poco riguardo ai possibili eventi avversi fatali. Uno studio osservazionale del 2020, ha mostrato che i pazienti con osteoartrite trattati con tramadolo avevano un rischio di morte dal 20% al 50% più elevato durante il primo anno di trattamento rispetto a quelli trattati con FANS. In seguito a queste osservazioni e dato l’uso diffuso del tramadolo per gestire un ampio spettro di condizioni dolorose, il passo successivo è stato quello di misurare il suo profilo di sicurezza mettendolo a confronto con altri farmaci. Uno studio di coorte retrospettivo basato sulla popolazione ha confrontato i rischi di mortalità per tutte le cause, eventi cardiovascolari, fratture, costipazione, delirio, cadute, abuso/dipendenza da oppiacei e disturbi del sonno tra i pazienti in trattamento con tramadolo e pazienti che hanno ricevuto codeina. La codeina è stata utilizzata come comparatore poiché sia questa che il tramadolo sono oppioidi deboli con una copertura di indicazione simile. La coorte comprendeva persone di età pari o superiore a 18 anni a cui erano stati prescritti tramadolo o codeina dal 2007 al 2017. Dei 368960 pazienti partecipanti cui è stato prescritto tramadolo o codeina tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2017, a 184480 è stato dispensato tramadolo e a 184480 codeina. L’età media dei pazienti era di 52,7 anni nel braccio tramadolo e 53,5 anni nel braccio codeina e la prevalenza del cancro era rispettivamente del 3,2% e del 3,3%. Le diagnosi più comuni in questa coorte erano mal di schiena (47,5% vs 48,5%), dolore al collo/spalla (28,6% vs 29,5%) e osteoartrite (15,3% vs 15,5%). Rispetto alla codeina, l’uso di tramadolo è associato a un rischio significativamente più elevato di mortalità (13,00 vs 5,61 per 1000 anni-persona; HR 2,31), a un rischio più elevato di eventi cardiovascolari (10,03 vs 8,67 per 1000 anni-persona; HR, 1,15) e fratture (12,26 vs 8,13 per 1000 anni-persona, HR, 1,50). È stato dimostrato inoltre che l’aumento del rischio di mortalità associato al tramadolo è significativamente più alto nelle persone più giovani rispetto a quelle più anziane e nelle donne rispetto agli uomini. In conclusione, sebbene vi siano fattori confondenti e limitazioni in questo studio retrospettivo legati per esempio al fatto che i prescrittori del tramadolo o della codeina utilizzassero dei criteri di selezione sulla base della sintomatologia dei pazienti nella preferenza di un farmaco o dell’altro, i dati ottenuti suggeriscono una maggiore cautela nell’utilizzo del tramadolo. Bibliografia: Xie J et al. Association of Tramadol vs Codeine Prescription Dispensation With Mortality and Other Adverse Clinical Outcomes. J Am Med Assoc. 2021;326(15):1504-1515, 1483-1484. Leggi qui l’articolo. - 02/02/2022
- Nota Informativa Importante su Medicinali a base di Irinotecan Medicinali a base di Irinotecan: riduzione della dose iniziale per diminuire il rischio di neutropenia e diarrea indotte da irinotecan in pazienti con le varianti UGT1A1*28 e *6. Riepilogo: • Pazienti con ridotta attività dell’UGT1A1 (ad es. omozigoti per le varianti UGT1A1*28 o *6, come nella sindrome di Gilbert) hanno un rischio maggiore di manifestare neutropenia e diarrea severe a seguito del trattamento con irinotecan. Questo rischio aumenta con l’incremento della dose di irinotecan. • Deve essere presa in considerazione una riduzione della dose iniziale di irinotecan per i pazienti che sono metabolizzatori lenti dell’UGT1A1, sebbene la riduzione esatta della dose iniziale non sia stata stabilita, in particolare per coloro a cui vengono somministrate dosi >180 mg/m² o per i pazienti fragili. È necessario tenere in considerazione le linee guida cliniche applicabili per le raccomandazioni sul dosaggio in questo gruppo di pazienti. Le dosi successive possono essere aumentate in base alla tolleranza individuale del paziente al trattamento. • È possibile ricorrere alla genotipizzazione dell’UGT1A1 per identificare i pazienti che hanno un rischio maggiore di manifestare neutropenia e diarrea severe, tuttavia l’utilità clinica della genotipizzazione pretrattamento non è certa, poiché il polimorfismo dell’UGT1A1 non giustifica i livelli di tossicità osservati con la terapia a base di irinotecan. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 01/02/2022
- AIFA definisce le modalità di utilizzo di Paxlovid presto disponibile in Italia La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA, nella seduta del 28 gennaio 2022, ha definito i criteri di utilizzo del medicinale Paxlovid, farmaco antivirale orale per la cura del COVID-19. Il farmaco aveva già avuto nel dicembre 2021 il parere favorevole della CTS per la distribuzione in emergenza e sarà disponibile dalla prima settimana di febbraio 2022. Paxlovid, che nello studio registrativo si è dimostrato efficace nel ridurre dell’88% il rischio di ospedalizzazione e morte, è indicato per il trattamento di pazienti adulti con infezione recente da SARS-CoV-2 con malattia lieve-moderata che non necessitano ossigenoterapia e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 severo. Il trattamento con Paxlovid deve essere iniziato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi e ha una durata di 5 giorni. Le modalità per la selezione dei pazienti e per la prescrivibilità e distribuzione del farmaco saranno le stesse già stabilite per l’altro antivirale orale (molnupiravir). È previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio, che sarà accessibile sul sito dell’Agenzia. Leggi qui il comunicato stampa EMA. - 01/02/2022
- COVID-19: EMA raccomanda l’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni per Paxlovid Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato il rilascio di un’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni per Paxlovid (PF-07321332 / ritonavir), un’antivirale orale indicato per il trattamento di COVID-19. L’azienda richiedente è Pfizer Europe MA EEIG. Il Comitato ha raccomandato l’autorizzazione del medicinale per il trattamento di COVID-19 in adulti che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono a maggior rischio di progredire verso la forma grave della malattia. Paxlovid è il primo antivirale orale ad essere raccomandato per il trattamento della malattia da coronavirus 2019 nell’UE. Contiene due principi attivi, PF-07321332 e ritonavir, presenti in due compresse distinte. PF-07321332 agisce riducendo la capacità del SARS-CoV-2 (il virus responsabile di COVID-19) di replicarsi nell’organismo, mentre ritonavir prolunga l’azione di PF-07321332, permettendogli di rimanere più a lungo nell’organismo a livelli tali da avere effetti sulla replicazione del virus. Per giungere alle sue conclusioni, il CHMP ha valutato i dati provenienti da uno studio che ha coinvolto pazienti con COVID-19 e da cui è emerso che Paxlovid ha ridotto sensibilmente il ricovero in ospedale e il decesso in coloro che presentano almeno una condizione di base che li espone al rischio di sviluppare la forma grave della malattia. L’analisi è stata effettuata su pazienti che hanno ricevuto Paxlovid o placebo (trattamento fittizio) entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi della malattia, e che non avevano ricevuto, né era previsto che ricevessero, un trattamento con anticorpi. Nel corso del mese successivo al trattamento, lo 0,8% (8 su 1039) dei pazienti trattati con Paxlovid è stato ricoverato per più di 24 ore, rispetto al 6,3% (66 su 1046) di coloro che avevano ricevuto placebo. Non sono stati segnalati decessi nel gruppo Paxlovid, rispetto ai 9 del gruppo placebo. La maggior parte dei pazienti dello studio presentava un’infezione causata dalla variante Delta. Sulla base degli studi di laboratorio, si prevede che Paxlovid agisca anche contro Omicron e altre varianti. Il profilo di sicurezza di Paxlovid è stato favorevole e gli effetti indesiderati sono stati generalmente lievi. Tuttavia, poiché è noto che ritonavir influenza l’azione di molti altri medicinali, nelle informazioni sul prodotto di Paxlovid sono state incluse avvertenze e raccomandazioni. Inoltre, l’azienda farmaceutica ha messo a disposizione sul proprio sito Internet uno strumento per conoscere le interazioni del farmaco, a cui è possibile accedere tramite un codice QR inserito nelle informazioni sul prodotto e sull’imballaggio esterno. Sarà inoltre inviata una lettera alle pertinenti organizzazioni degli operatori sanitari per sottolineare ulteriormente la questione. Il CHMP ha concluso che i benefici del medicinale superano i rischi per gli usi approvati e trasmetterà le proprie raccomandazioni alla Commissione europea che adotterà rapidamente una decisione applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Dove reperire maggiori informazioni Le informazioni sul prodotto di Paxlovid contengono informazioni destinate agli operatori sanitari, il foglio illustrativo per il pubblico e informazioni sulle condizioni di autorizzazione del medicinale. La relazione di valutazione, contenente i dettagli della valutazione di Paxlovid condotta dall’EMA, e il piano di gestione del rischio completo saranno pubblicati a breve. I dati dello studio clinico presentati dall’azienda nella domanda di autorizzazione all’immissione in commercio saranno pubblicati a tempo debito sulla pagina web Clinical data dell’Agenzia. Maggiori informazioni saranno inoltre disponibili in un documento generale sul medicinale destinato al pubblico, contenente una descrizione dei relativi benefici e rischi e dei motivi per cui l’EMA ne ha raccomandato l’autorizzazione nell’UE. Autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni La Commissione europea renderà più rapido il proprio processo decisionale in modo da rilasciare l’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni per Paxlovid e consentire la commercializzazione del medicinale in tutta l’UE. L’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni serve a rendere prioritaria una procedura di autorizzazione e velocizzare l’approvazione di medicinali durante situazioni di emergenza per la salute pubblica nell’UE. Tale autorizzazione consente l’immissione sul mercato di medicinali che rispondono a un’esigenza medica non soddisfatta sulla base di dati meno completi di quelli normalmente richiesti. Ciò accade se il beneficio derivante dall’immediata disponibilità di un medicinale per i pazienti supera il rischio inerente al fatto che non tutti i dati sono ancora disponibili. Una autorizzazione subordinata a condizioni garantisce che il medicinale autorizzato soddisfi i rigorosi standard europei in materia di efficacia, sicurezza e qualità e sia prodotto in strutture certificate e approvate, nel rispetto degli elevati standard farmaceutici per la commercializzazione su larga scala. Una volta concessa un’autorizzazione subordinata a condizioni, le aziende devono fornire ulteriori dati entro termini predefiniti per confermare che i benefici continuano a superare i rischi. Per quanto riguarda Paxlovid, l’azienda che commercializza il medicinale fornirà dati aggiuntivi a supporto della garanzia della qualità farmaceutica del medicinale. Valutazione di Paxlovid Durante la valutazione di Paxlovid, il CHMP ha ricevuto il sostegno del comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’EMA (PRAC), che ha esaminato il piano di gestione del rischio del medicinale, nonché della task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che unisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee per agevolare un’azione regolatoria rapida e coordinata sui medicinali e i vaccini per COVID-19. Paxlovid è stato valutato nell’ambito di “OPEN”, un’iniziativa avviata nel dicembre 2020 con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione internazionale nell’ambito della revisione UE dei vaccini e dei trattamenti anti-COVID-19. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web dell’EMA. Leggi qui il comunicato EMA. - 28/01/2022
- Nota Informativa Importante su Miturox (mitomicina 40 mg) È stato recentemente evidenziato che il catetere urologico incluso nel confezionamento autorizzato del medicinale Miturox (mitomicina 40 mg), polvere e solvente per soluzione endovescicale, è stato testato dal produttore per il drenaggio urinario ma non specificatamente per l’istillazione endovescicale. Allo scopo di evitare una possibile carenza di medicinali a base di mitomicina e garantire, quindi, la continuità terapeutica ai pazienti in trattamento, si ritiene opportuno non interrompere la distribuzione delle confezioni di Miturox. Si invitano, quindi, gli utilizzatori a valutare la necessità di utilizzare un catetere alternativo per l’instillazione endovescicale del medicinale in questione. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 27/01/2022
- AIFA: la Nota 100 amplia la possibilità di prescrizione dei farmaci antidiabetici ai medici di medicina generale e agli specialisti Il diabete mellito di tipo 2 rappresenta una patologia cronica con una prevalenza in crescita nella popolazione italiana, pari al 6-7% (oltre 3,5 milioni di pazienti), e un impatto rilevante in termini di morbosità e mortalità. Circa un terzo dei pazienti è seguito esclusivamente dal Medico di Medicina Generale (MMG) che finora non era autorizzato a prescrivere 3 categorie di farmaci che sono diventate di grande rilievo per il trattamento del diabete e delle sue complicanze: inibitori del SGLT2, agonisti recettoriali del GLP1 e inibitori del DPP4. Con l’introduzione della Nota 100 un elevato numero di specialità medicinali anche in associazione potranno essere prescritte direttamente dal MMG, oltre che da tutti gli specialisti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Si tratta di un passaggio molto atteso, richiesto sia dalle associazioni di pazienti che dai medici, che consentirà alla Medicina Generale di acquisire un ruolo primario nella gestione integrata del diabete. La corretta applicazione della Nota AIFA richiederà uno sforzo di formazione da parte del SSN attraverso tutti i canali previsti e un confronto fra gli stakeholders regionali e nazionali con cui AIFA si rende sin d’ora disponibile a collaborare. Questa Nota AIFA consentirà di offrire il miglior trattamento possibile a tutti i pazienti con diabete di tipo 2 non più basato sulla mera correzione della glicemia, ma sulla prevenzione delle complicanze cardiovascolari e renali che rappresentano importanti criticità di questa patologia. Recenti studi hanno infatti dimostrato che alcuni di questi farmaci (SGLT2i e GLP1-RA) possono ridurre il rischio cardiovascolare (in particolare lo scompenso cardiaco, l’infarto del miocardio, l’ictus, ecc.) e rallentare la progressione della nefropatia. La Nota 100, come peraltro le altre recentemente pubblicate da AIFA, non si propone solo di definire la rimborsabilità dei farmaci, ma è stata pensata come un documento di indirizzo che consenta di individuare la scelta terapeutica più appropriata per il singolo paziente in rapporto alle sue caratteristiche, al quadro clinico generale e ai fattori di rischio che presenta. Il lavoro svolto dalla Commissione Tecnico-Scientifica (CTS) di AIFA ha richiesto oltre un anno di approfondimenti e la Nota è stata condivisa con le società scientifiche del settore (SID, Società Italiana di Diabetologia; AMD, Associazione Medici Diabetologi; SIMG, Società Italiana di Medicina Generale), risultando sostanzialmente allineata nei suoi contenuti alle più recenti Linee Guida nazionali e internazionali. L’introduzione della Nota relativa ai farmaci antidiabetici rappresenta anche un esempio virtuoso di applicazione della legge di bilancio 2022 che incarica l’AIFA di aggiornare annualmente l’elenco dei farmaci rimborsabili dal SSN. Con la Nota, infatti, la revisione dei farmaci erogati a carico del SSN non si limita a un intervento di allineamento dei prezzi, ma coniuga la sostenibilità con interventi tesi a promuovere l’appropriatezza prescrittiva, il ruolo centrale del MMG e la presa in carico dei pazienti. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. - 27/01/2022
- Aumentato rischio di Herpes Zoster in pazienti con artrite reumatoide in trattamento con Upadacitinib L’herpes zoster è una comune e debilitante condizione causata dalla riattivazione del virus della varicella zoster ed è spesso caratterizzato da rash cutaneo vescicolare doloroso. Nella popolazione generale il rischio di manifestare herpes zoster è attorno al 30% e presenta una maggiore incidenza nei soggetti anziani e negli immunodepressi. Una complicanza importante dell’HZ è la nevralgia postherpetica, in cui il dolore persiste per mesi o anni dopo la risoluzione dell’eruzione cutanea ma, oltre alle manifestazioni cutanee, può causare disturbi neurologici come la meningoencefalite, manifestazioni oculari come uveiti e cheratiti e compromissione di altri organi e apparati quali polmoni e tratto gastro-intestinale. I pazienti con artrite reumatoide presentano un rischio quasi doppio rispetto alla popolazione generale e tale rischio può essere ulteriormente aumentato dalle terapie immunomodulatorie prescritte per il trattamento dell’AR, come i glucocorticoidi e alcuni farmaci antireumatici modificanti la malattia (b-DMARD). L’Upadacitinib è un inibitore orale della Janus chinasi (JAK) progettato per avere maggiore selettività per JAK1 rispetto a JAK2, JAK3 e TYK2 ed è approvato per il trattamento dell’AR alla dose di 15 mg una volta al giorno. I tassi di incidenza/evento per l’herpes zoster sono stati determinati nei pazienti che ricevevano Upadaticinib (in monoterapia o terapia combinata) in sei studi randomizzati di fase III (cut-off dei dati il 30 giugno 2020) e confrontati anche con dati di pazienti che ricevevano metotrexato in monoterapia e adalimumab + metotrexato. In questa analisi sono stati inclusi un totale di 5306 pazienti dei quali, 314 hanno ricevuto metotrexato in monoterapia, 579 adalimumab+metotrexato, 3209 Upadaticinib 15 mg e 1204 Upadaticinib 30 mg. Il tasso di incidenza di HZ/100 pazienti per anno è stato 0,8 (da 0,3 a 1,9) nella monoterapia con metotrexato, 1,1 (da 0,5 a 1,9) nella terapia con adalimumab + metotrexato , 3,0 (da 2,6 a 3,5) con upadaticinib da 15mg e 5,3 (da 4,5 a 6,2) con upadaticinib da 30 mg . La maggior parte dei pazienti erano donne e la fascia d’età media è stata tra il 53,3 e i 61,1 anni. Nei gruppi trattati con Upadaticinib da 15 e da 30 mg, si è verificata una forma severa di herpes zoster rispettivamente nello 0,3% e nell’1,2 % dei casi. La forma disseminata, con solo interessamento cutaneo, si è verificata nel 5,9% dei casi con la formulazione da 15 mg e nel 7,3% con la formulazione da 30 mg. In circa il 75% dei pazienti la manifestazione herpetica ha interessato un singolo dermatomo. Pregresse manifestazioni di herpes zoster e l’etnia asiatica, che in generale sembra avere un tasso più elevato di herpes zoster rispetto alle altre popolazioni, sono stati fattori di rischio importanti nei pazienti in trattamento con upadaticinib. In conclusione, è stato quindi evidenziato un incrementato rischio di manifestazione di herpes zoster in pazienti in cura con upadaticinib, rispetto a pazienti trattati con metotrexato e adalimumab + metotrexato; un maggiore rischio in pazienti a cui è stata somministrata una dose da 30mg rispetto a quella da 15 mg; un incremento del rischio, infine, nei pazienti di provenienza asiatica e che hanno già avuto in passato manifestazioni erpetiche. Bibliografia Winthrop KL, Nash P, Yamaoka K, Mysler E, Khan N, Camp HS, Song Y, Suboticki JL, Curtis JR. Incidence and risk factors for herpes zoster in patients with rheumatoid arthritis receiving upadacitinib: a pooled analysis of six phase III clinical trials. Ann Rheum Dis. 2022 Feb;81(2):206-213. Leggi qui l’abstract dell’articolo. - 26/01/2022
- COVID-19: recenti dati di sicurezza rassicurano sull’uso dei vaccini a mRNA in gravidanza La vaccinazione rimane un pilastro fondamentale della risposta a COVID-19, in particolare dal momento che le varianti del virus continuano a diffondersi nei paesi dell’UE/SEE. La task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF) sottolinea il crescente numero di evidenze che indicano che i vaccini anti-COVID-19 a mRNA non causano complicazioni in gravidanza per le gestanti e i neonati. La task force ha condotto un’analisi dettagliata di diversi studi che hanno coinvolto circa 65.000 donne in diverse fasi della gravidanza. Dall’analisi non è emerso alcun segnale relativo a un maggiore rischio di complicanze, aborti spontanei, nascite premature o effetti avversi nei nascituri a seguito della vaccinazione con vaccini anti-COVID-19 a mRNA. Nonostante alcune limitazioni nei dati, i risultati appaiono coerenti in tutti gli studi che si sono concentrati su tali esiti. Gli studi hanno inoltre dimostrato che i vaccini anti-COVID-19 sono efficaci nel ridurre il rischio di ricovero ospedaliero e di decesso tanto nelle donne in gravidanza quanto in quelle non in gravidanza. Anche gli effetti indesiderati più comuni dei vaccini in gravidanza sono simili a quelli della popolazione vaccinata generale. Tra questi figurano dolore nel sito dell’iniezione, stanchezza, mal di testa, arrossamento e gonfiore nel sito dell’iniezione, dolore muscolare e brividi. Tali effetti sono in genere di entità lieve o moderata e migliorano entro alcuni giorni dalla vaccinazione. Poiché finora la gravidanza è stata associata a un rischio più elevato di COVID-19 grave, in particolare nel secondo e terzo trimestre, le donne in gravidanza o che potrebbero iniziare una gravidanza nel prossimo futuro sono incoraggiate a procedere con la vaccinazione, in linea con le raccomandazioni nazionali. La maggior parte delle informazioni a disposizione finora provengono dai vaccini a mRNA (Comirnaty e Spikevax). L’EMA esaminerà anche i dati relativi ad altri vaccini anti-COVID-19 autorizzati, non appena saranno disponibili. In generale, le sperimentazioni cliniche non coinvolgono donne in gravidanza. Di conseguenza, così come avviene con qualsiasi altro medicinale durante la gravidanza, i dati sull’uso dei vaccini di solito non sono disponibili al momento dell’autorizzazione, ma sono ottenuti successivamente. Gli studi sugli animali non mostrano effetti dannosi dei vaccini anti-COVID-19 durante la gravidanza o nello sviluppo post-natale. L’analisi delle evidenze del mondo reale suggerisce che i benefici derivanti dai vaccini anti-COVID-19 durante la gravidanza sono superiori ai possibili rischi per le gestanti e per i nascituri. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA esaminerà i dati più recenti forniti dai produttori dei vaccini anti-COVID-19 a mRNA relativamente alla gravidanza, al fine di aggiornare, se del caso, le raccomandazioni contenute nelle relative informazioni sul prodotto. Monitoraggio della sicurezza dei vaccini In linea con il piano di monitoraggio della sicurezza dell’UE per i vaccini anti-COVID-19, tali vaccini sono sottoposti ad attento monitoraggio e tutte le nuove informazioni in materia vengono raccolte costantemente e analizzate con tempestività. Sebbene un numero molto elevato di persone abbia già ricevuto i vaccini anti-COVID-19, alcuni effetti indesiderati possono ancora emergere man mano che si prosegue con le campagne di vaccinazione. Il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA continuerà a monitorare la sicurezza in gravidanza. Le aziende dovranno fornire aggiornamenti periodici e condurre studi per monitorare la sicurezza e l’efficacia dei rispettivi vaccini nel momento in cui sono somministrati al pubblico. Anche le autorità conducono studi aggiuntivi per il monitoraggio della sicurezza e dell’efficacia dei vaccini, compreso l’uso in gravidanza. Queste misure consentono alle autorità regolatorie di valutare rapidamente i dati provenienti da una serie di fonti diverse e di adottare, se necessario, misure regolatorie adeguate per proteggere la salute pubblica. Leggi qui il comunicato EMA. - 21/01/2022
- Dati preliminari indicano che i vaccini anti-COVID-19 rimangono efficaci contro la malattia grave e i ricoveri dovuti alla variante Omicron L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) continua a monitorare i dati emergenti sull’efficacia dei vaccini anti-COVID-19, compresa la malattia causata dalla variante Omicron che si sta diffondendo rapidamente in tutta l’UE. Sebbene Omicron appaia più contagiosa di altre varianti, studi condotti in Sudafrica, nel Regno Unito e in alcuni paesi dell’UE mostrano che l’infezione da Omicron comporta un minore rischio di ricovero in ospedale. Sulla base di tali studi, si stima che al momento il rischio sia compreso tra un terzo e la metà di quello connesso con la variante Delta. I risultati di studi pubblicati di recente mostrano che l’efficacia dei vaccini contro la malattia sintomatica è inferiore per Omicron rispetto ad altre varianti e tende a diminuire nel tempo. Di conseguenza, è probabile che un numero maggiore di persone vaccinate sviluppi una malattia nonostante la vaccinazione (breakthrough disease) a causa di questa variante. Tuttavia, questi studi dimostrano anche che la vaccinazione continua a fornire un elevato livello di protezione contro la malattia grave e il ricovero in ospedale associati a Omicron. Le ultime evidenze, che includono dati di efficacia dal mondo reale, suggeriscono inoltre che le persone che hanno ricevuto una dose di richiamo dispongono di una protezione migliore rispetto a coloro che hanno ricevuto solo il ciclo primario. Dati provenienti dal Sudafrica indicano che le persone che hanno ricevuto due dosi di un vaccino anti-COVID-19 sono protette fino al 70% dal rischio di ricovero in ospedale ; dati simili provenienti dal Regno Unito mostrano che, sebbene la protezione diminuisca alcuni mesi dopo la vaccinazione, la dose di richiamo riporta al 90% il livello di protezione contro il ricovero ospedaliero. L’EMA continuerà ad esaminare, non appena saranno disponibili, i dati sull’efficacia del vaccino e sulla gravità della malattia, nonché sull’evoluzione della situazione in termini di varianti in circolazione ed esposizione naturale ad Omicron. I risultati di tali analisi possono avere un impatto sulle future strategie di vaccinazione raccomandate dagli esperti negli Stati membri dell’UE/SEE. L’EMA sottolinea che la vaccinazione continua ad essere un elemento essenziale dell’approccio alla lotta contro la pandemia in corso. In linea con le raccomandazioni delle autorità nazionali, è necessario adoperarsi per promuovere la piena vaccinazione dei soggetti che al momento sono non vaccinati o che sono parzialmente vaccinati e accelerare la somministrazione delle dosi di richiamo. - 21/01/2022
- Avviata revisione dei medicinali a base di terlipressina L’EMA ha avviato una revisione dei medicinali che contengono terlipressina. Questi medicinali sono autorizzati in diversi paesi dell’UE per il trattamento della sindrome epatorenale (HRS; problemi renali in pazienti con malattia epatica avanzata), nonché per il sanguinamento da vene dilatate nel tratto tra la bocca e lo stomaco (esofago) e alcune forme di sanguinamento associato a procedure chirurgiche. Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha avviato questa revisione a causa di problemi di sicurezza relativi ai risultati di un ampio studio clinico che ha coinvolto pazienti con una forma di HRS in cui la funzione renale diminuisce rapidamente. I risultati suggeriscono che i pazienti trattati con terlipressina avevano maggiori probabilità di presentare e morire di disturbi respiratori entro 90 giorni dalla prima dose rispetto a quelli a cui era stato somministrato il placebo (un trattamento fittizio). I disturbi respiratori, come l’insufficienza respiratoria (gravi difficoltà nel respirare), sono un rischio noto di questi medicinali. Tuttavia, la frequenza dell’insufficienza respiratoria osservata in questo studio (10%) è stata superiore rispetto a quella inclusa nelle informazioni del prodotto, dove è riportata come non comune (vale a dire, che può riguardare fino all’1% dei pazienti). A seguito di queste preoccupazioni, l’agenzia dei medicinali danese ha richiesto una revisione della sicurezza dei medicinali a base di terlipressina nel contesto dei loro benefici quando utilizzati per il trattamento dell’HRS. Al momento, questa revisione non comprende l’uso di terlipressina per il trattamento dell’emorragia, poiché non sono emerse nuove informazioni su problemi di sicurezza per tali impieghi. Mentre la revisione è in corso, la terlipressina può continuare ad essere utilizzata per queste indicazioni così come per il trattamento dell’HRS, secondo le informazioni del prodotto autorizzate. L’EMA comunicherà le raccomandazioni del PRAC una volta conclusa la revisione. Maggiori informazioni sui medicinali La terlipressina è un analogo della vasopressina. Ciò significa che funziona allo stesso modo dell’ormone naturale vasopressina causando il restringimento di alcuni vasi sanguigni nel corpo, in particolare quelli che alimentano gli organi addominali. Nei pazienti con HRS, l’aumento della pressione sanguigna nel fegato a causa dell’insufficienza epatica porta all’allargamento di questi vasi sanguigni. Ciò provoca uno squilibrio nella circolazione sanguigna, con conseguente scarso apporto di sangue ai reni. Restringendo i vasi sanguigni che irrorano gli organi addominali, la terlipressina aiuta a ripristinare il flusso sanguigno ai reni, migliorando così la funzione renale. La terlipressina è disponibile come soluzione e polvere per soluzione, entrambe per uso endovenoso. I medicinali contenenti terlipressina sono disponibili nella maggior parte degli stati membri dell’UE e con differenti nomi tra cui Glicilpressina, Glipressina e Variquel. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione della terlipressina è stata avviata su richiesta della Danimarca, ai sensi dell’Articolo 31 della Direttiva 2001/83/CE. La revisione è condotta dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), il Comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza per i medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Poiché i medicinali contenenti terlipressina sono tutti autorizzati a livello nazionale, le raccomandazioni del PRAC saranno trasmesse al gruppo di coordinamento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentralizzate – Umano (CMDh), che adotterà una posizione. Il CMDh è un organismo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, nonché l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. È responsabile di garantire standard di sicurezza armonizzati per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 19/01/2022
- Highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) 10-13 gennaio 2022 Vaxzevria e vaccino COVID-19 Janssen: aggiornamento su casi molto rari di mielite trasversa Il PRAC ha raccomandato di modificare il Riassunto sulle Caratteristiche del Prodotto di Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen per aggiungere un’avvertenza volta a sensibilizzare gli operatori sanitari e le persone alle quali vengono somministrati tali vaccini sui casi molto rari di mielite trasversa (TM) segnalati dopo la vaccinazione. La TM è stata aggiunta anche come effetto indesiderato con frequenza sconosciuta. La Mielite Trasversa è una rara condizione neurologica caratterizzata da un’infiammazione di uno o entrambi i lati del midollo spinale. Può causare debolezza alle braccia o alle gambe, sintomi sensoriali (come formicolio, intorpidimento, dolore o perdita della sensazione di dolore) o problemi con la funzionalità della vescica o dell’intestino. Il Comitato ha esaminato le informazioni disponibili sui casi segnalati a livello globale, compresi quelli presenti nel database europeo per sospetti eventi avversi (EudraVigilance) e i dati della letteratura scientifica, relativi a entrambi i vaccini . Il PRAC ha concluso che una relazione causale tra questi due vaccini e la mielite trasversa è almeno ragionevolmente possibile. Il profilo beneficio-rischio di entrambi i vaccini rimane invariato. Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi della TM, in modo che sia effettuata una diagnosi precoce, fornendo tempestivamente cure di supporto e trattamento. Si consiglia ai vaccinati di cercare assistenza medica se sviluppano sintomi della condizione. L’EMA continuerà a monitorare questa problematica e fornirà informazioni aggiornate qualora disponibili. Vaxzevria: meno casi di trombosi con trombocitopenia segnalati dopo la seconda dose Il PRAC ha raccomandato di aggiornare il Riassunto sulle Caratteristiche del Prodotto di Vaxzevria per aggiungere ulteriori informazioni sui casi molto rari di trombosi con trombocitopenia (TTS) che si sono verificati in seguito alla vaccinazione. Una revisione dei dati cumulativi ha evidenziato che la maggior parte degli eventi sospetti di TTS sono stati segnalati globalmente dopo la somministrazione della prima dose. Sono stati osservati meno eventi dopo la seconda dose. Infatti, su 1.809 eventi tromboembolici con trombocitopenia riportati nel mondo, 1.643 sono stati segnalati dopo la prima dose e 166 dopo la seconda dose. Secondo le attuali indicazioni, la somministrazione di una seconda dose di Vaxzevria è controindicata nelle persone che hanno manifestato TTS in seguito alla vaccinazione con questo vaccino. Nuove informazioni sulla sicurezza per gli operatori sanitari Come parte delle sue consulenze sugli aspetti relativi alla sicurezza per altri comitati dell’EMA, il PRAC ha discusso una Nota Informativa Importante rivolta agli operatori sanitari (NII) contenente importanti informazioni sulla sicurezza per Mavenclad. Mavenclad: rischio di gravi danni al fegato Questa NII mira a informare gli operatori sanitari sugli eventi avversi di danno epatico associati a Mavenclad (cladribina) e fornisce nuove raccomandazioni sul monitoraggio della funzionalità epatica. Mavenclad è un medicinale usato per il trattamento di adulti con forme recidivanti (riacutizzazioni ripetute dei sintomi) di sclerosi multipla, una malattia in cui l’infiammazione danneggia la guaina protettiva attorno alle cellule nervose nel cervello e nel midollo spinale (demielinizzazione). Mavenclad è usato nei pazienti la cui malattia è in forma altamente attiva. In pazienti trattati con Mavenclad sono stati segnalati danni al fegato, inclusi casi gravi e casi che hanno portato all’interruzione del trattamento. Una recente revisione dei dati di sicurezza disponibili ha concluso su un aumento del rischio di danno epatico in seguito al trattamento con Mavenclad. La maggior parte dei pazienti che hanno subito un danno epatico presentavano sintomi clinici lievi. Tuttavia, in alcuni casi, sono stati descritti livelli transitori elevati di transaminasi enzimatica superiori a 1000 unità per litro e ittero (affezione del fegato che causa, tra l’altro, ingiallimento della pelle e degli occhi). Il danno epatico sarà incluso nelle informazioni sul prodotto di Mavenclad come reazione avversa al farmaco con frequenza non comune. Si consiglia agli operatori sanitari di eseguire una valutazione dettagliata della storia clinica del paziente relativa a disturbi epatici sottostanti o episodi di danno epatico associate ad altri medicinali prima di iniziare il trattamento del paziente. Durante il trattamento devono essere eseguiti test di funzionalità epatica e ripetuti se necessario. Nel caso in cui un paziente sviluppi danno epatico, il trattamento con Mavenclad deve essere sospeso o definitivamente interrotto , come appropriato. I pazienti devono essere avvisati di riferire immediatamente al proprio medico curante qualsiasi segno o sintomo di danno epatico. Gli operatori sanitari sono invitati a segnalare eventuali reazioni avverse sospette tramite il sistema nazionale di segnalazione. La segnalazione di sospette reazioni avverse dopo l’autorizzazione del medicinale è importante per garantire la sicurezza del paziente. La NII per Mavenclad sarà inoltrata al comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA, il CHMP. A seguito della decisione del CHMP, la NII sarà diffusa agli operatori sanitari dal titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, secondo un piano di comunicazione concordato, e pubblicato sul sito web dell’EMA e nei siti web nazionali degli Stati membri dell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 19/01/2022
- Nota Informativa Importante su NULOJIX (belatacept) NULOJIX (belatacept): ulteriore estensione della restrizione temporanea nella fornitura fino al III trimestre 2022. Riassunto: La restrizione temporanea nella fornitura di Nulojix (belatacept) sarà ulteriormente estesa fino al terzo trimestre 2022.A causa della carenza della fornitura, è possibile prescrivere Nulojix solo ai nuovi pazienti se sono soddisfatti i due seguenti criteri: Nulojix è la migliore scelta terapeutica per il paziente;la conferma da parte di Bristol Myers Squibb s.r.l Italia che le scorte sono sufficienti sia per i nuovi pazienti che per quelli già in trattamento.Prima di iniziare il trattamento con Nulojix in nuovi pazienti, il servizio Medical Information di Bristol Myers Squibb deve essere contattato per confermare che siano disponibili scorte adeguate del prodotto (vedere i contatti di seguito). Leggi qui la nota informativa. - 19/01/2022
- Avviata revisione dei medicinali a base di terlipressina L’EMA ha avviato una revisione dei medicinali che contengono terlipressina. Questi medicinali sono autorizzati in diversi paesi dell’UE per il trattamento della sindrome epatorenale (HRS; problemi renali in pazienti con malattia epatica avanzata), nonché per il sanguinamento da vene dilatate nel tratto tra la bocca e lo stomaco (esofago) e alcune forme di sanguinamento associato a procedure chirurgiche. Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha avviato questa revisione a causa di problemi di sicurezza relativi ai risultati di un ampio studio clinico che ha coinvolto pazienti con una forma di HRS in cui la funzione renale diminuisce rapidamente. I risultati suggeriscono che i pazienti trattati con terlipressina avevano maggiori probabilità di presentare e morire di disturbi respiratori entro 90 giorni dalla prima dose rispetto a quelli a cui era stato somministrato il placebo (un trattamento fittizio). I disturbi respiratori, come l’insufficienza respiratoria (gravi difficoltà nel respirare), sono un rischio noto di questi medicinali. Tuttavia, la frequenza dell’insufficienza respiratoria osservata in questo studio (10%) è stata superiore rispetto a quella inclusa nelle informazioni del prodotto, dove è riportata come non comune (vale a dire, che può riguardare fino all’1% dei pazienti). A seguito di queste preoccupazioni, l’agenzia dei medicinali danese ha richiesto una revisione della sicurezza dei medicinali a base di terlipressina nel contesto dei loro benefici quando utilizzati per il trattamento dell’HRS. Al momento, questa revisione non comprende l’uso di terlipressina per il trattamento dell’emorragia, poiché non sono emerse nuove informazioni su problemi di sicurezza per tali impieghi. Mentre la revisione è in corso, la terlipressina può continuare ad essere utilizzata per queste indicazioni così come per il trattamento dell’HRS, secondo le informazioni del prodotto autorizzate. L’EMA comunicherà le raccomandazioni del PRAC una volta conclusa la revisione. Maggiori informazioni sui medicinali La terlipressina è un analogo della vasopressina. Ciò significa che funziona allo stesso modo dell’ormone naturale vasopressina causando il restringimento di alcuni vasi sanguigni nel corpo, in particolare quelli che alimentano gli organi addominali. Nei pazienti con HRS, l’aumento della pressione sanguigna nel fegato a causa dell’insufficienza epatica porta all’allargamento di questi vasi sanguigni. Ciò provoca uno squilibrio nella circolazione sanguigna, con conseguente scarso apporto di sangue ai reni. Restringendo i vasi sanguigni che irrorano gli organi addominali, la terlipressina aiuta a ripristinare il flusso sanguigno ai reni, migliorando così la funzione renale. La terlipressina è disponibile come soluzione e polvere per soluzione, entrambe per uso endovenoso. I medicinali contenenti terlipressina sono disponibili nella maggior parte degli stati membri dell’UE e con differenti nomi tra cui Glicilpressina, Glipressina e Variquel. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione della terlipressina è stata avviata su richiesta della Danimarca, ai sensi dell’Articolo 31 della Direttiva 2001/83/CE. La revisione è condotta dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), il Comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza per i medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Poiché i medicinali contenenti terlipressina sono tutti autorizzati a livello nazionale, le raccomandazioni del PRAC saranno trasmesse al gruppo di coordinamento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentralizzate – Umano (CMDh), che adotterà una posizione. Il CMDh è un organismo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, nonché l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. È responsabile di garantire standard di sicurezza armonizzati per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 15/01/2022
- AIFA: non esistono antibiotici efficaci per il COVID-19 In merito alle recenti notizie di stampa relative alla carenza dell’azitromicina anche a seguito del suo utilizzo eccessivo e improprio per il COVID-19, AIFA precisa che l’azitromicina, e nessun antibiotico in generale, è approvato, né tantomeno raccomandato, per il trattamento di COVID-19. Fin dall’inizio della pandemia, AIFA ha scoraggiato fortemente l’uso dell’azitromicina per il COVID. Come ampiamente dimostrato da numerosi e ben condotti studi clinici pubblicati sulle migliori riviste internazionali, non vi è alcuna evidenza che l’utilizzo dell’azitromicina abbia un effetto protettivo sulla evoluzione di COVID-19, né in termini di riduzione della trasmissione, né dei tempi di guarigione, o della mortalità. Esistono evidenze chiare e inequivocabili per non utilizzare più in alcun modo azitromicina o altri antibiotici nel trattamento del COVID-19, come chiaramente indicato da tutte le linee-guida internazionali per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2. Si ricorda altresì che gli antibiotici non sono efficaci per il trattamento di nessuna infezione virale, inclusa l’influenza stagionale. L’uso indiscriminato dell’azitromicina o di ogni altro antibiotico, oltre a non avere alcun fondamento scientifico, espone al duplice rischio di creare condizioni di carenza di antibiotici per i soggetti che ne abbiano effettivamente bisogno per trattare infezioni batteriche e di aumentare il rischio di sviluppo e diffusione di batteri resistenti agli antibiotici. A questo proposito, AIFA chiarisce che, dalle verifiche effettuate, la carenza attuale non deriva da esportazioni o altre anomalie distributive, ma dalla prescrizione del farmaco al di fuori delle indicazioni previste. Premesso che l’AIFA ha già messo in atto, come sempre in questi casi, tutte le misure di contrasto alla carenza per assicurare il farmaco per gli usi autorizzati, l’Agenzia richiama tutti, prescrittori e cittadini, alla responsabilità di usare le terapie antibiotiche solo ove indicate. Utilizzare gli antibiotici con attenzione e prudenza deve essere un impegno e un dovere per tutti, dai professionisti sanitari alla popolazione generale, come principale arma di contrasto al problema della resistenza agli antibiotici che rappresenta, anch’essa oltre al COVID-19, una delle sfide principali a livello globale sia per la sanità che per l’ecosistema in generale. Leggi qui il comunicato stampa. - 14/01/2022
- EMA riceve la domanda di AIC subordinata a condizioni per Paxlovid per il trattamento di pazienti con COVID-19 L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni per l’antivirale orale Paxlovid (PF-07321332 e ritonavir). L’azienda richiedente è Pfizer Europe MA EEIG. La domanda riguarda il trattamento di COVID-19 da lieve a moderata in adulti e adolescenti (a partire dai 12 anni di età e di peso pari ad almeno 40 kg) che sono ad alto rischio di progredire verso la forma grave della malattia. L’EMA valuterà i benefici e i rischi di Paxlovid secondo tempistiche ridotte e potrebbe formulare un parere entro alcune settimane, a seconda del livello di solidità dei dati presentati e dell’eventuale necessità di ulteriori informazioni a sostegno della valutazione. La possibilità di procedere secondo una tempistica più rapida dipende unicamente dal fatto che il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea ha già intrapreso la revisione dei dati relativi al medicinale nel corso di una rolling review. I dati analizzati hanno riguardato quelli derivanti da studi di laboratorio, su animali e clinici, nonché i dati sulla qualità del medicinale. In aggiunta, il CHMP ha analizzato i risultati intermedi dello studio principale sull’uso di Paxlovid in pazienti con COVID-19 non ricoverati in ospedale e non vaccinati, che presentavano malattia sintomatica e almeno una condizione di base che li esponeva al rischio di malattia grave. Parallelamente, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA ha avviato la valutazione del piano di gestione del rischio (RMP) proposto dall’azienda, che delinea le misure volte a identificare, caratterizzare e ridurre al minimo i rischi del medicinale. Inoltre, in linea con le tempistiche accelerate accordate ai medicinali contro COVID-19, il Comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA ha emesso il proprio parere sul piano d’indagine pediatrica (PIP) dell’azienda, che descrive in che modo il medicinale dovrebbe essere sviluppato e studiato per l’uso nei bambini. Qualora i dati aggiuntivi presentati assieme alla domanda di autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni fossero sufficienti per consentire al CHMP di concludere che i benefici di Paxlovid superano i rischi nel trattamento di COVID-19, l’EMA collaborerà strettamente con la Commissione europea per accelerare la decisione sul rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio in tutti gli Stati membri dell’UE e del SEE. L’EMA fornirà ulteriori aggiornamenti al momento del parere del CHMP. Qual è il meccanismo d’azione previsto del medicinale? Paxlovid è un antivirale orale che riduce la capacità di SARS CoV 2 (il virus che provoca COVID 19) di replicarsi nell’organismo. Il principio attivo PF-07321332 blocca l’attività di un enzima necessario per la replicazione del virus. Paxlovid contiene anche una dose ridotta di ritonavir (un inibitore della proteasi), che rallenta la degradazione di PF-07321332, permettendogli di rimanere più a lungo nell’organismo a livelli tali da avere effetti sul virus. Si prevede che il medicinale ridurrà la necessità di ricovero ospedaliero nei pazienti affetti da COVID-19. Leggi qui il comunicato EMA. - 11/01/2022
- AIFA approva la dose booster con il vaccino Comirnaty per la fascia di età 12-15 anni La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA, nella seduta straordinaria del 5 gennaio 2022, su richiesta del Ministero della Salute, ha espresso il proprio parere favorevole sulla possibilità di prevedere una dose booster di vaccino anche per i soggetti di età compresa tra i 12 e i 15 anni. In analogia con quanto già stabilito per la fascia di età 16-17 anni e per i soggetti fragili di 12-15 anni, questo booster dovrà essere effettuato con il vaccino Comirnaty. Per quanto riguarda l’intervallo tra il ciclo vaccinale primario e la somministrazione della dose booster, in assenza di dati specifici per questa fascia di età, la CTS ritiene ragionevole mantenere gli stessi criteri adottati negli adulti. Come in ogni altro caso, i dati di efficacia e sicurezza relativi a quest’ulteriore ampliamento saranno oggetto di costante monitoraggio. Si ribadisce, infine, che l’obiettivo prioritario della campagna vaccinale resta il completamento del ciclo vaccinale primario per tutta la popolazione eleggibile. - 07/01/2022
- Disponibilità di molnupiravir e remdesivir nel trattamento dei pazienti non ospedalizzati per COVID-19 e ad alto rischio di malattia grave L’Agenzia Italiana del Farmaco rende noto che la sua Commissione Tecnico Scientifica (CTS), nella seduta del 22 dicembre 2021, ha autorizzato due antivirali – molnupiravir e remdesivir – per il trattamento di pazienti non ospedalizzati per COVID-19 con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave. Il molnupiravir è un antivirale orale (autorizzato per una distribuzione in condizioni di emergenza con Decreto del Ministero della Salute del 26 novembre 2021) il cui utilizzo è indicato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse (da 200 mg) 2 volte al giorno, è di 5 giorni. La determinazione AIFA relativa alle modalità di utilizzo è stata pubblicata il 29 dicembre 2021 sulla Gazzetta Ufficiale ed è efficace dal 30 dicembre. Il molnupiravir sarà distribuito da parte della Struttura Commissariale alle Regioni dal 4 gennaio e per la sua prescrizione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio che sarà presto accessibile online sul sito dell’Agenzia. Per remdesivir è stata recentemente autorizzata da EMA un’estensione di indicazione relativa al trattamento dei soggetti non in ossigeno-terapia ad alto rischio di COVID-19 grave e il farmaco può essere utilizzato fino a 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste in una somministrazione endovenosa, è di 3 giorni. Anche per questa nuova indicazione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio. - 04/01/2022
- AIFA approva il vaccino Nuvaxovid (Novavax) La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA, nella riunione del 22 dicembre 2021, ha approvato l’utilizzo del vaccino Nuvaxovid (Novavax), rendendolo disponibile nell’intera indicazione autorizzata da EMA per i soggetti di età uguale o superiore ai 18 anni. La vaccinazione prevede un ciclo vaccinale primario di due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra.I dati disponibili, rileva la CTS, sul vaccino Nuvaxovid hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni. Il profilo di sicurezza si è dimostrato positivo, con reazioni avverse prevalentemente di tipo locale. - 23/12/2021
- Report 2021 delle attività del Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna Il Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna pubblica il rapporto annuale sulle proprie attività. Sono riportati i dati delle reazioni avverse a farmaci e vaccini (inclusi i vaccini contro il COVID-19) segnalate nella Regione Sardegna nel 2021 (con dati aggiornati fino al 30 novembre). Leggi qui il report del CRFV Sardegna 2021. - 21/12/2021
- COVID-19: EMA raccomanda l’autorizzazione dell’anticorpo Xevudy Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato l’autorizzazione dell’anticorpo monoclonale Xevudy (sotrovimab) per il trattamento di COVID-19. L’azienda che ha presentato la domanda è GlaxoSmithKline Trading Services Limited, che ha sviluppato il medicinale in collaborazione con Vir Biotechnology. Il Comitato ha raccomandato l’autorizzazione di Xevudy per il trattamento di COVID-19 in adulti e adolescenti (a partire dai 12 anni di età e di peso pari ad almeno 40 kg) che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono a maggior rischio di progredire verso la forma grave della malattia. Xevudy è il terzo anticorpo monoclonale raccomandato nell’UE per il trattamento di COVID-19, dopo Regkirona e Ronapreve, approvati a novembre. Gli anticorpi monoclonali sono proteine progettate per legarsi a un bersaglio specifico, in questo caso la proteina spike di SARS-CoV-2 (il virus che provoca la malattia), di cui esso si serve per penetrare nelle cellule umane. Per giungere alle sue conclusioni, il CHMP ha valutato i dati provenienti da uno studio che ha coinvolto 1057 pazienti con COVID-19 e da cui è emerso che Xevudy riduce sensibilmente il ricovero in ospedale e il decesso in pazienti che presentano almeno una condizione di base che li espone al rischio di una forma grave della malattia. Dopo il trattamento con l’anticorpo, la percentuale di pazienti ricoverati in ospedale per più di 24 ore entro 29 giorni dal trattamento è stata pari all’1% (6 pazienti su 528) rispetto al 6% dei pazienti che hanno ricevuto placebo (30 su 529), 2 dei quali sono deceduti. La maggior parte dei pazienti dello studio presentava un’infezione causata dal ceppo originario del virus SARS-CoV-2. Alcuni pazienti presentavano un’infezione da varianti, tra cui Alfa ed Epsilon. Sulla base degli studi di laboratorio, si prevede che Xevudy agisca anche contro altre varianti (tra cui Omicron). Il profilo di sicurezza di Xevudy è risultato positivo ed è stato segnalato un numero limitato di reazioni di ipersensibilità (allergiche) e di reazioni correlate all’infusione. Pertanto, il CHMP ha concluso che i benefici dei medicinali sono superiori ai rischi per l’uso approvato. Il CHMP trasmetterà le proprie raccomandazioni alla Commissione europea che adotterà rapidamente una decisione applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. In parallelo alla valutazione della domande di autorizzazione all’immissione in commercio, il Comitato ha fornito consulenza finalizzata ad assistere gli Stati membri dell’UE nelle decisioni in merito all’uso precoce di questo medicinale. Ciò significa che il medicinale era già stato messo a disposizione di alcuni pazienti nell’UE. Maggiori informazioni sulla valutazione del medicinale e le informazioni sul prodotto approvate sono disponibili sulla relativa pagina sul sito web dell’EMA. Leggi qui il comunicato EMA. - 17/12/2021
- EMA formula un parere sull’uso di Paxlovid (PF-07321332 e ritonavir) per il trattamento di COVID-19 Rolling review avviata in parallelo Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha formulato un parere sull’uso di Paxlovid (PF-07321332 e ritonavir) per il trattamento di COVID-19. Il medicinale, che non è ancora autorizzato nell’UE, può essere utilizzato per il trattamento di adulti con COVID-19 che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad alto rischio di progredire alla forma grave della malattia. Paxlovid deve essere somministrato il prima possibile dopo una diagnosi di COVID-19 ed entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. I due principi attivi del medicinale, PF-07321332 e ritonavir, disponibili sotto forma di compresse separate, devono essere assunti insieme due volte al giorno per 5 giorni. L’EMA ha formulato il parere in questione per supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere sull’uso precoce del medicinale prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio, ad esempio in situazioni di uso di emergenza, alla luce dell’aumento dei tassi di infezione e decessi a causa di COVID-19 in tutta l’UE. Il parere si basa sui risultati intermedi dello studio principale condotto su pazienti non ricoverati in ospedale e non vaccinati, che presentavano almeno una condizione di base che li esponeva al rischio di malattia grave. I dati hanno mostrato che Paxlovid ha ridotto il rischio di ricovero in ospedale e decesso quando il trattamento è iniziato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Circa l’1% (6 su 607) dei pazienti che hanno assunto Paxlovid nei cinque giorni successivi all’insorgenza dei sintomi è stato ricoverato entro 28 giorni dall’inizio del trattamento, rispetto al 6,7% (41 su 612) dei pazienti trattati con placebo (un trattamento fittizio). Nessuno dei pazienti del gruppo Paxlovid è deceduto rispetto a dieci pazienti del gruppo placebo. In termini di sicurezza, gli effetti indesiderati più comuni segnalati durante il trattamento e fino a 34 giorni dopo l’ultima dose del medicinale sono stati disgeusia (alterazione del gusto), diarrea e vomito. Paxlovid non deve essere usato con alcuni specifici medicinali perché, a causa del suo meccanismo d’azione, può portare ad aumenti dannosi dei livelli nel sangue di tali medicinali, oppure perché, al contrario, alcuni medicinali possono ridurre l’attività di Paxlovid. L’elenco dei medicinali che non devono essere utilizzati con Paxlovid è incluso nelle condizioni d’uso proposte. In aggiunta, Paxlovid non deve essere impiegato nei pazienti che presentano una funzionalità dei reni o del fegato gravemente ridotta. Il medicinale non è raccomandato durante la gravidanza e nelle donne che possono iniziare una gravidanza e che non utilizzano un metodo contraccettivo. L’allattamento al seno deve essere interrotto durante il trattamento. Queste raccomandazioni vengono fornite poiché studi di laboratorio condotti sugli animali suggeriscono che dosi elevate di Paxlovid possono influenzare la crescita del feto. Le condizioni di utilizzo proposte saranno pubblicate a breve sul sito web dell’EMA. Il parere dell’Agenzia può ora essere utilizzato come base delle raccomandazioni nazionali sul possibile uso del medicinale prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Avvio della rolling review Parallelamente alla formulazione del parere in questione, il 13 dicembre 2021 è stata avviata una rolling review più completa prima della presentazione una eventuale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. L’EMA valuterà dati più completi relativi alla qualità, alla sicurezza e all’efficacia del medicinale non appena saranno disponibili. La rolling review proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti evidenze a sostegno della presentazione di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’azienda. L’Agenzia europea per i medicinali fornirà un aggiornamento nel momento in cui sarà presentata la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per il medicinale. Qual è il meccanismo d’azione previsto del medicinale? Paxlovid è un antivirale orale che riduce la capacità di SARS CoV 2 (il virus che provoca COVID 19) di replicarsi nell’organismo. Il principio attivo PF-07321332 blocca l’attività di un enzima necessario per la replicazione del virus. Paxlovid contiene anche una dose ridotta di ritonavir (un inibitore della proteasi), che rallenta la degradazione di PF-07321332, permettendogli di rimanere più a lungo nell’organismo e avere effetti sul virus. Si prevede che il medicinale ridurrà la necessità di ricovero ospedaliero nei pazienti affetti da COVID-19. Leggi qui il comunicato EMA. - 17/12/2021
- EMA raccomanda l’approvazione di Kineret in adulti con COVID-19 Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di estendere l’indicazione di Kineret (anakinra) per includere il trattamento di COVID-19 in pazienti adulti affetti da polmonite che richiedono ossigeno supplementare (a basso o ad alto flusso) e che sono a rischio di sviluppare grave insufficienza respiratoria, come determinato dai livelli ematici di una proteina denominata suPAR (recettore solubile dell’attivatore del plasminogeno dell’urochinasi) pari ad almeno 6 ng/mL. Kineret, commercializzato da Swedish Orphan Biovitrum AB (publ), è un immunosoppressore (medicinale che riduce l’attività del sistema immunitario). Attualmente è autorizzato nell’UE per il trattamento di varie condizioni infiammatorie. Si ritiene che, nei pazienti con COVID-19, il medicinale riduca l’infiammazione associata alla malattia e diminuisca il danno alle basse vie respiratorie, impedendo che si sviluppi una grave insufficienza respiratoria. Dati degli studi su COVID-19 Nel giungere alla sua conclusione, il CHMP ha valutato i dati di uno studio condotto su 606 adulti ricoverati in ospedale con polmonite da COVID-19 moderata o grave e che presentavano livelli di suPAR pari ad almeno 6 ng/mL. Questi pazienti hanno ricevuto Kineret o placebo (trattamento fittizio) mediante iniezione sottocutanea in aggiunta alla terapia standard, la quale, per la maggior parte dei pazienti, prevedeva ossigeno a basso o ad alto flusso e il medicinale corticosteroide desametasone. Alcuni pazienti hanno anche ricevuto anche remdesivir. Lo studio ha mostrato che i pazienti trattati con Kineret più terapia standard ottenevano un miglioramento più marcato dei sintomi clinici rispetto a quelli trattati con placebo più terapia standard. Rispetto al placebo, Kineret ha ridotto il rischio che la condizione dei pazienti peggiorasse alla forma più grave della malattia o alla morte durante il periodo di studio di 28 giorni. Il beneficio terapeutico di Kineret rispetto al placebo è stato supportato da un aumento del numero di pazienti che si sono completamente ripresi e da una riduzione del numero di pazienti la cui condizione è peggiorata a insufficienza respiratoria grave o morte. Lo studio ha inoltre indicato che la sicurezza di Kineret nei pazienti con COVID-19 era simile a quella osservata nei pazienti trattati per le altre indicazioni approvate. Di conseguenza, il CHMP ha concluso che i benefici del medicinale sono superiori ai rischi per quei pazienti che presentano le stesse caratteristiche di quelli arruolati nello studio clinico. L’efficacia di Kineret non è stata dimostrata in pazienti che necessitavano di ventilazione meccanica o non invasiva o di ossigenazione extracorporea a membrana (una procedura di supporto vitale per by-pass cuore-polmone). Maggiori informazioni su Kineret Kineret è un medicinale attualmente autorizzato nell’UE per il trattamento dell’artrite reumatoide e della malattia di Still, nonché delle sindromi febbrili periodiche, ossia le Sindromi periodiche associate alla criopirina (CAPS) e la Febbre familiare mediterranea. Il principio attivo di Kineret, anakinra, è un immunosoppressore che agisce bloccando l’attività dell’interleuchina 1, un messaggero chimico coinvolto nei processi immunitari che portano all’infiammazione. Interleuchina 1 partecipa ai processi infiammatori associati alle malattie che Kineret è destinato a trattare. Legandosi ai recettori (target presenti sulle cellule) a cui l’interleuchina 1 si lega normalmente, anakinra ne blocca l’attività, contribuendo ad alleviare i sintomi di queste malattie. Maggiori informazioni sulla valutazione del medicinale e le informazioni sul prodotto approvate sono disponibili sulla pagina di Kineret sul sito web dell’EMA. La raccomandazione del CHMP sarà trasmessa alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale. Leggi qui il comunicato EMA. - 17/12/2021
- Riesame EMA dei dati sull’efficacia di Lagevrio (molnupiravir) per il trattamento di COVID-19 A seguito delle raccomandazioni provvisorie dell’EMA volte a sostenere le autorità nazionali che possono decidere in merito all’uso precoce di Lagevrio (molnupiravir) prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio, l’Agenzia esaminerà dati aggiuntivi provenienti dallo studio principale (MK-4482-002). Le suddette raccomandazioni formulate dall’EMA nel novembre 2021 nel contesto di un riesame a norma dell’articolo 5, paragrafo 3, si basavano su una valutazione dei dati intermedi dello studio disponibili in quel momento. I dati, riferiti a 762 soggetti, mostravano che, Lagevrio diminuiva nelle persone con COVID-19 maggiormente a rischio di sviluppare la forma grave della malattia il rischio di ricovero in ospedale o di decesso dal 14,1% nel gruppo che ha ricevuto placebo (trattamento fittizio) al 7,3% nel gruppo trattato con Lagevrio. Allo studio non partecipavano persone che avevano ricevuto la vaccinazione. Stando ai risultati aggiornati, riferiti a 1408 soggetti, Lagevrio ha ridotto il rischio di ricovero in ospedale o di decesso nelle persone con COVID-19 maggiormente a rischio di sviluppare la forma grave della malattia dal 9,7% nel gruppo che ha ricevuto placebo al 6,8% nel gruppo trattato con Lagevrio. L’EMA valuterà questi dati nell’ambito di una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio più completa. Le raccomandazioni precedenti rimangono invariate. L’EMA fornirà un aggiornamento sull’esito della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio attualmente in fase di valutazione. Maggiori informazioni sul medicinale Lagevrio è un antivirale orale che riduce la capacità di SARS CoV 2 (il virus che provoca COVID 19) di replicarsi nell’organismo, aumentando il numero di mutazioni del materiale genetico (RNA) del virus, in modo da renderlo incapace di replicarsi. Lagevrio è un antivirale orale sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics. - 16/12/2021
- Il Tofacitinib è associato ad una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari e neoplasie Tofacitinib (nome commerciale: Xeljanz) è un inibitore della Janus chinasi (JAK) autorizzato per il trattamento dell’artrite reumatoide, dell’artrite psoriasica e della colite ulcerosa. Lo studio ORAL Surveillance (A3921133) è un ampio studio clinico di sicurezza clinica randomizzato, con controllo attivo , per valutare la sicurezza di tofacitinib rispetto agli inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF)-alfa. E’ uno studio che ha coinvolto 4.362 pazienti (952 uomini e e 3410 donne) con artrite reumatoide di età pari o superiore a 50 anni (>50 <88 anni) con risposta inadeguata al solo Metotrexato e con almeno un ulteriore fattore di rischio cardiovascolare. Del totale dei partecipanti 1455 hanno ricevuto una dose di tofacitinib da 5 mg 2 volte al giorno, 1456 hanno ricevuto una dose di farmaco di 10mg due volte al giorno e i restanti 1461 hanno ricevuto un inibitore del TNF alpha (etanercept, 50 mg una volta alla settimana per via sottocutanea o adalimumab, 40 mg una volta ogni due settimane per via sottocutanea). Lo studio è stato condotto in 30 paesi in Africa, Asia, Australia, Europa, Nord America e Sud America da Marzo 2014 a Luglio 2020 . Nel 2021, i risultati finali dello studio A3921133 hanno mostrato che tofacitinib è associato ad una maggiore incidenza di infarto miocardico non fatale e tumori maligni, in particolare cancro ai polmoni e linfoma. In particolare è stato evidenziato: – un aumento dell’infarto miocardico non fatale nei pazienti trattati con tofacitinib (hazard ratio (HR) per dosi combinate di tofacitinib rispetto agli inibitori del TNF-alfa 2,20 (IC al 95% da 1,02 a 4,75)). Questi calcoli si basavano su eventi che si verificavano durante il trattamento o entro 60 giorni dall’interruzione del trattamento. Fattori predittivi per lo sviluppo dell’infarto non fatale sono stati: l’età superiore ai 65 anni, il sesso maschile, il fumo, diabete e malattie cardiovascolari pregresse. Questi rischi sono associati sia alla dose di 5 mg due volte al giorno che alla dose di 10 mg due volte al giorno (che è approvata solo nella colite ulcerosa). -un aumento delle neoplasie maligne (con l’analisi che esclude il cancro della pelle non melanoma), in particolare il cancro del polmone e il linfoma, nei pazienti trattati con tofacitinib rispetto agli inibitori del TNF-alfa (HR per dosi combinate di tofacitinib 1,48 (IC 95% da 1,04 a 2,09)). Questi calcoli si basavano su eventi verificatisi durante il trattamento o dopo l’interruzione del trattamento fino alla fine dello studio. Tumori polmonari e linfoma in pazienti trattati con tofacitinib sono stati osservati anche in altri studi clinici e nel contesto post-marketing Bibliografia: Phase 3b/4 randomized safety endpoint study of 2 doses of tofacitinib in comparison to a tumor necrosis factor (TNF) inhibitor in subjects with rheumatoid arthritis. Ytterberg S, Bhatt D, Mikuls T, et al. Safety and Efficacy of Tofacitinib vs TNF Inhibitors in RA Patients Aged 50 Years or Older with One or More Cardiovascular Risks: Results from a Phase 3b/4 Randomized Safety Trial . Arthritis Rheumatol. 2021; 73 (suppl 10). - 16/12/2021
- COVID-19 Vaccine Janssen: raccomandazione EMA sulla dose di richiamo Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha concluso che si può considerare la somministrazione di una dose di richiamo di COVID-19 Vaccine Janssen, almeno a distanza di due mesi dalla prima, nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. La raccomandazione si basa su dati che dimostrano che una dose di richiamo di COVID-19 Vaccine Janssen, somministrata negli adulti a distanza di almeno due mesi dalla prima dose, produce un aumento degli anticorpi contro SARS-CoV-2 (il virus responsabile di COVID-19). Il rischio di trombosi associata a trombocitopenia o di altri effetti indesiderati molto rari dopo un richiamo non è noto ed è oggetto di attento monitoraggio. Il CHMP ha inoltre concluso che una dose di richiamo con COVID-19 Vaccine Janssen può essere somministrata dopo due dosi di uno dei vaccini a mRNA autorizzati nell’UE, Comirnaty (Pfizer/BioNTech) o Spikevax (Moderna). Come per tutti i medicinali, l’EMA continuerà a esaminare tutti i dati sulla sicurezza e l’efficacia di COVID-19 Vaccine Janssen. A livello nazionale le autorità sanitarie pubbliche potranno emanare raccomandazioni ufficiali sull’uso delle dosi di richiamo, dopo una dose di COVID-19 Vaccine Janssen o due dosi dei vaccini a mRNA, tenendo conto della situazione epidemiologica locale, della disponibilità dei vaccini, dei dati emergenti sull’efficacia e dei dati limitati sulla sicurezza delle dosi di richiamo. I dati a sostegno della raccomandazione sulla dose di richiamo per COVID-19 Vaccine Janssen saranno disponibili nelle informazioni sul prodotto aggiornate. Campagne nazionali di immunizzazione L’attuazione delle campagne di vaccinazione nell’Unione europea rimane prerogativa dei gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione (NITAG) che orientano le campagne vaccinali in ciascuno Stato membro dell’UE. I NITAG sono nella posizione migliore per tener conto delle condizioni locali, tra cui la diffusione del virus (in particolare qualsiasi variante di preoccupazione), la disponibilità di vaccini e le capacità dei sistemi sanitari nazionali. L’EMA continuerà a collaborare strettamente con le autorità nazionali e con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) per valutare i dati disponibili e formulare raccomandazioni intese a proteggere i cittadini durante la pandemia in corso. Leggi qui la nota EMA. - 16/12/2021
- Aggiornamento: Procedura Operativa AIFA per i Responsabili Locali di Farmacovigilanza (RLFV) L’AIFA rende disponibile la nuova versione di procedura operativa per le attività dei Responsabili Locali di Farmacovigilanza (RLFV) aggiornata nei contenuti per adeguamento alle ultime modifiche regolatorie intervenute sulla RNF e sulla gestione delle segnalazioni di sospette reazioni avverse. Leggi qui il documento sulle procedure operative per i RLFV. - 14/12/2021
- Atti del XXX Seminario Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. Vaccini anti-Covid e alterazioni del ciclo mestruale. Di seguito viene riportato il secondo abstract pubblicato dal Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna. Vaccini anti-Covid e alterazioni del ciclo mestruale: i dati del Centro Regionale di Farmacovigilanza Sardegna Enrica Maria Puddu1,2, Flavia Colombo1,2, Giovanni Ambu1,2, Lorenzo Anania1,2, Alberto Boccalini1,2, Emanuela Elena Cau1,2, Alessandra Ferrari1,2, Daniele Pala1,2, Giulia Rapallo1,2, Silvia Ussai1,2, Caterina Chillotti2, Arianna Deidda2, Maria Erminia Stochino2 1 Sezione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica, Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Cagliari, Cagliari, Italia 2 Centro Regionale di Farmacovigilanza Sardegna, Unità Complessa di Farmacologia Clinica, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Cagliari, Italia Introduzione I vaccini anti-Covid approvati in Italia sono: Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria e Janssen. Al 26/08/2021, risultano nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 91.360 segnalazioni di evento avverso successivo alla vaccinazione, su un totale di 76.509.846 dosi di vaccino, e il 72% di esse riguarda le donne. Per quanto concerne la Regione Sardegna, al 30/09/2021 le segnalazioni totali sono 2435, di cui il 63,4% interessano soggetti di sesso femminile. I Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto di tali farmaci riportano differenti reazioni avverse, tra queste non risultano note le alterazioni a carico dell’apparato riproduttivo femminile; nondimeno, di recente l’Agenzia del Farmaco francese ha emesso un alert circa le segnalazioni riguardanti alterazioni del ciclo mestruale e analogamente, le segnalazioni pervenute al Centro Regionale di Farmacovigilanza Sardegna hanno suscitato un interesse relativo a tali reazioni avverse. Metodi Sono state analizzate le segnalazioni di sospetta reazione avversa presenti nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza, relative alla regione Sardegna, nel periodo compreso tra il 27 dicembre 2020 e il 30 settembre 2021 e sono state estratte quelle riguardanti alterazioni del ciclo mestruale provenienti da donne sottoposte a vaccinazione anti-Covid. Risultati Sono state raccolte in totale 44 segnalazioni (età media 40 anni). La maggioranza riguarda Comirnaty, con 35 segnalazioni, di cui 34 non gravi, concernenti cicli mestruali anormali in durata e flusso, amenorrea, dismenorrea e metrorragia; un caso è stato codificato come grave, ma l’amenorrea segnalata si accompagnava a reazioni di ipersensibilità. Cinque segnalazioni sono relative a Vaxevria, con manifestazioni analoghe a quelle evidenziate per Comirnaty; in un caso la paziente era in trattamento con Tamoxifene. Per Spikevax sono stati segnalati quattro casi, di cui uno riporta la comparsa di sanguinamento in paziente in menopausa da tre anni. Conclusioni La differente distribuzione di segnalazioni tra i vaccini in uso è da spiegarsi in relazione sia alla Circolare del Ministero della Salute, che raccomanda un uso preferenziale del vaccino Vaxzevria nella popolazione al di sopra dei 60 anni di età, sia alla maggiore somministrazione di vaccini Comirnaty nella popolazione generale. Le cause che possono determinare alterazioni del ciclo mestruale sono composite e risulta pertanto difficile poter stabilire un eventuale nesso di causalità tra tali reazioni e le vaccinazioni anti-Covid. A tal proposito, l’Agenzia Europea del Farmaco, nel rapporto di sicurezza sui vaccini dell’8 settembre 2021, ha dichiarato che non vi sono evidenze sulla possibilità di relazione causale tra disordini mestruali e vaccino Vaxzevria. Tuttavia, in considerazione degli eventi avversi finora emersi, sono auspicabili ulteriori approfondimenti. Scarica qui l’abstract. Scarica qui gli atti del XXX Seminario Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. - 12/12/2021
- Atti del XXX Seminario Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità – Sindrome DRESS: confronto tra i dati italiani ed europei di Farmacovigilanza. Il Centro Regionale di Farmacovigilanza ha inviato i suoi contributi scientifici che sono stati pubblicati nel libro degli abstract. Il primo abstract viene presentato qui di seguito. SINDROME DRESS: CONFRONTO TRA I DATI ITALIANI ED EUROPEI DI FARMACOVIGILANZA Pala Daniele (a,b), Ambu Giovanni (a,b), Anania Lorenzo (a,b), Boccalini Alberto (a,b), Cau Emanuela Elena (a,b), Ferrari Alessandra (a,b), Puddu Enrica Maria (a,b), Rapallo Giulia (a,b), Ussai Silvia (a,b), Chillotti Caterina (b), Deidda Arianna (b), Stochino Maria Erminia (b) (a) Sezione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica, Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi, Cagliari; (b) Centro Regionale di Farmacovigilanza Sardegna, Unità Complessa di Farmacologia Clinica, Azienda Ospedaliero Universitaria, Cagliari Introduzione. La sindrome DRESS (Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici) appartiene alla categoria eterogenea delle sindromi sistemiche di ipersensibilità a farmaci e si sviluppa come conseguenza dell’interazione tra un farmaco e un individuo predisposto. Il quadro clinico è caratterizzato da febbre, rash eritematoso morbilliforme, ipereosinofilia, linfoadenopatia, linfociti atipici e un coinvolgimento d’organo che può interessare il fegato, i reni, i polmoni, il cuore o il sistema nervoso. La diagnosi viene posta quando le manifestazioni insorgono da 2 a 6 settimane dopo l’introduzione di un farmaco e vengono escluse altre cause. Al momento la sua incidenza è stimata essere da 1 su 1.000 a 1 su 10.000 esposizioni a farmaci. Le banche dati di farmacovigilanza possono permettere una maggiore stima dell’epidemiologia di tale grave reazione avversa a farmaco. Metodi. Scopo di tale ricerca è stato quello di confrontare le frequenze di segnalazione della DRESS relativamente ai farmaci noti per causare la sindrome in Italia, con le frequenze relative agli stessi farmaci in Europa. Sono stati perciò considerati i dati italiani estratti dalla Rete Nazionale di Farmacovigilanza dell’Agenzia Italiana del Farmaco, relativi al periodo gennaio 2004 – gennaio 2014, pubblicati da Renda et al. nel 2015. Sono stati estratti i dati europei delle segnalazioni di reazione avversa registrate nella banca dati europea EudraVigilance nel periodo dicembre 2001 – settembre 2021. Risultati. I principi attivi sospetti per causare DRESS in Italia, con le relative frequenze, sono: carbamazepina (23,2%), amoxicillina-clavulanato (20,8%), allopurinolo (16%), sulfasalazina (12%), lamotrigina (10,4%), ramipril (7,2%), esomeprazolo (5,6%), stronzio ranelato (3,2%), capecitabina (2,4%). Le frequenze di segnalazione in Europa, relativamente agli stessi principi attivi sono così distribuite: carbamazepina (39,3%), amoxicillinaclavulanato (4,9%), allopurinolo (25,5%), sulfasalazina (9,9%), lamotrigina (16,4%), ramipril (0,5%), esomeprazolo (2,2%), stronzio ranelato (1,3%), capecitabina (0,1%). Conclusioni. Da un’analisi descrittiva è possibile osservare che alcuni principi attivi sono proporzionalmente sovra-segnalati in Italia in particolare: amoxicillina-clavulanato, sulfasalazina, ramipril, esomeprazolo, stronzio ranelato e capecitabina. Al contrario, i farmaci maggiormente associati alla sindrome DRESS in Europa sono sotto-rappresentati in Italia: carbamazepina, allopurinolo e lamotrigina. Le variabili che possono spiegare tali differenze sono molteplici: abitudini prescrittive, attitudine alla segnalazione, fattori genetici predisponenti. Per un’analisi più puntuale e completa sarebbe utile disporre dei dati di prescrizione. Una maggiore comunicazione sul rischio di sindrome DRESS rivolta ai clinici e ai pazienti potrebbe permettere di riconoscere più facilmente e più precocemente tale grave forma di ipersensibilità sistemica. Scarica qui l’abstract. Scarica qui gli atti del Seminario Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. - 12/12/2021
- Nota Informativa Importante su LYMPHOSEEK® (tilmanocept) LYMPHOSEEK® (tilmanocept) 50 microgrammi kit per preparazione radiofarmaceutica: estensione temporanea della durata di conservazione. Sintesi A causa di difficoltà di produzione, si prevedono carenze di approvvigionamento di LYMPHOSEEK sul mercato europeo fino al secondo trimestre del 2022.Per consentire un uso continuativo di LYMPHOSEEK, è stato eccezionalmente concordato con l’EMA di estendere il periodo di validità dei seguenti lotti fino al 31 maggio 2022: Numero di lotto347448 – 349885 Questa comunicazione deve essere condivisa con il personale addetto alla somministrazione del prodotto.L’estensione di 6 mesi della data di scadenza, dal 30 novembre 2021 fino al 31 maggio 2022, si basa sull’analisi dei dati di stabilità di LYMPHOSEEK ed è applicabile solo ai lotti sopra riportati. Contesto Navidea Biopharmaceuticals Europe Ltd ha sostituito Norgine B.V. come nuovo Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio per Lymphoseek. LYMPHOSEEK (tilmanocept) 50 mcg – kit per preparazione radiofarmaceutica è indicato per l’imaging e la rilevazione intraoperatoria dei linfonodi sentinella drenanti un tumore primario, in pazienti adulti con cancro della mammella, melanoma o carcinoma squamocellulare localizzato del cavo orale. I dati di stabilità di LYMPHOSEEK sono stati presentati all’EMA e, alla luce degli attuali problemi di produzione, è stato eccezionalmente concordato di consentire l’uso dei lotti sopraelencati per 6 mesi aggiuntivi a partire dalla data di scadenza, fino al 31 maggio 2022. Dopo tale data, eventuali scorte rimanenti dovranno essere smaltite come di consueto. La revisione dei dati non ha individuato problemi di sicurezza e, pertanto, si è deciso di consentire l’uso dei lotti sopra menzionati fino al 31 maggio 2022. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 09/12/2021
- EMA raccomanda l’approvazione dell’uso di RoActemra in adulti con COVID-19 grave Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di estendere l’indicazione di RoActemra (tocilizumab) per includere il trattamento di adulti con COVID-19 che ricevono un trattamento sistemico con corticosteroidi e necessitano di ossigeno supplementare o ventilazione meccanica. Il medicinale, commercializzato da Roche Registration GmbH, è già approvato nell’UE per il trattamento dell’artrite reumatoide, dell’artrite idiopatica giovanile sistemica, della poliartrite idiopatica giovanile, dell’arterite a cellule giganti e della sindrome da rilascio di citochine. Dati degli studi su COVID-19 Nel giungere alla sua conclusione, il CHMP ha valutato i dati di uno studio principale condotto su 4116 adulti ricoverati in ospedale con COVID-19 grave che necessitavano di ossigeno supplementare o ventilazione meccanica e presentavano elevati livelli di proteina C-reattiva nel sangue (indice di infiammazione). Lo studio ha mostrato che RoActemra, somministrato per infusione in aggiunta al trattamento standard, riduce il rischio di morte rispetto al solo trattamento standard. Nel complesso, il 31% dei pazienti trattati con RoActemra in aggiunta al trattamento standard (621 pazienti su 2022) è stato ricoverato o è deceduto entro 28 giorni dal trattamento, rispetto al 35% dei pazienti curati con il solo trattamento standard (729 pazienti su 2094). Inoltre, il 57% dei pazienti (1150 su 2022) trattati con RoActemra è stato dimesso dall’ospedale entro 28 giorni, rispetto al 50% dei pazienti (1044 su 2094) che hanno ricevuto soltanto il trattamento standard. Lo studio ha anche indicato che non è possibile escludere un aumento della mortalità quando si utilizza RoActemra in pazienti che non ricevono corticosteroidi sistemici. Tuttavia, il profilo di sicurezza del medicinale era positivo in coloro che erano già in trattamento con corticosteroidi e il CHMP ha concluso che i benefici del medicinale sono superiori ai rischi per questi pazienti. Maggiori informazioni su RoActemra RoActemra è un immunomodulatore (un medicinale che modifica l’attività del sistema immunitario). Il suo principio attivo, tocilizumab, è un anticorpo monoclonale, un tipo di proteina progettata per legarsi ad una struttura specifica dell’organismo (antigene). RoActemra si lega al recettore di una molecola messaggera o “citochina” denominata interleuchina-6 (IL-6). IL-6 è prodotta dal sistema immunitario dell’organismo in risposta a un’infiammazione sistemica (in tutto il corpo), e svolge un ruolo importante nella forma grave di COVID-19 e nell’insufficienza respiratoria associata. Impedendo che IL-6 si leghi ai suoi recettori, RoActemra riduce l’infiammazione e migliora i sintomi della malattia grave.Maggiori informazioni sulla valutazione di RoActemra e le informazioni sul prodotto approvate sono disponibili sulla pagina di RoActemra sul sito web dell’EMA. La raccomandazione per COVID-19 del CHMP sarà trasmessa alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale. Leggi qui il comunicato EMA. - 09/12/2021
- Aggiornamento sul rischio di miocardite e pericardite con vaccini mRNA Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha valutato i dati aggiornati sul rischio noto di miocardite e pericardite in seguito alla vaccinazione con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax che includevano due ampi studi epidemiologici europei. Uno studio è stato condotto utilizzando i dati del sistema sanitario nazionale francese (Epi-phare) e l’altro si è basato sui dati del registro Nordic. Sulla base dei dati esaminati, il PRAC ha stabilito che il rischio per entrambi questi eventi è complessivamente “molto raro”, il che significa che può essere colpita fino a una persona su 10.000 vaccinata. Inoltre, i dati mostrano che l’aumento del rischio di miocardite dopo la vaccinazione è maggiore nei maschi più giovani. Il PRAC ha pertanto raccomandato di aggiornare le informazioni sul prodotto per riflettere tali dati. La miocardite e la pericardite possono svilupparsi entro pochi giorni dalla vaccinazione e la maggior parte dei casi si sono manifestati entro 14 giorni. Sono stati osservati più spesso dopo la seconda somministrazione. Gli studi francese e Nordic forniscono delle stime sul numero di casi di miocardite in eccesso nei maschi più giovani dopo la seconda dose, rispetto a persone non esposte della stessa età e sesso.La miocardite e la pericardite sono condizioni infiammatorie cardiache che presentano una serie di sintomi, tra cui spesso è presente la mancanza di respiro, il battito cardiaco accelerato che può essere irregolare (palpitazioni) e il dolore toracico. I dati disponibili suggeriscono che il decorso della miocardite e della pericardite dopo la vaccinazione non è diverso dalla miocardite o dalla pericardite nella popolazione generale. Leggi qui il comunicato EMA. - 05/12/2021
- EMA avvia la rolling review del vaccino anti-COVID-19 di Valneva (VLA2001) Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha avviato la rolling review di VLA2001, un vaccino anti-COVID-19 sviluppato da Valneva. La decisione del CHMP di avviare tale revisione si basa sui risultati preliminari di studi di laboratorio (dati non clinici) e di studi clinici preliminari negli adulti, che suggeriscono che il vaccino induce la produzione di anticorpi contro SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19, e possono contribuire a proteggere contro la malattia. L’EMA esaminerà i dati nel momento in cui diventano disponibili e stabilirà se i benefici del vaccino superano i rischi. La rolling review proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti prove a sostegno di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. L’EMA valuterà inoltre se VLA2001 rispetta gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità dell’Unione Europea (UE). Sebbene non sia possibile prevedere la tempistica complessiva, la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria, grazie al lavoro già svolto durante la rolling review. L’Agenzia europea per i medicinali fornirà un aggiornamento nel momento in cui sarà presentata la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino. Qual è il meccanismo d’azione previsto del vaccino? Si prevede che VLA2001 predisponga l’organismo a difendersi contro l’infezione da SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino contiene il virus inattivato (ucciso) e non può provocare la malattia. VLA2001 contiene anche due “adiuvanti”, sostanze che contribuiscono a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino. Una volta iniettato il vaccino, il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà il virus inattivato come estraneo e risponderà producendo anticorpi. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a difendere l’organismo. Leggi qui il comunicato EMA. - 03/12/2021
- AIFA approva il vaccino Comirnaty per la fascia di età 5-11 anni La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS), nella riunione del 1° dicembre 2021, ha approvato l’estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty (Pfizer) per la fascia di età 5-11 anni, con una dose ridotta (un terzo del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti) e con formulazione specifica. La vaccinazione avverrà in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra. I dati disponibili – rileva la CTS- dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenzino al momento segnali di allerta in termini di sicurezza. Al fine di evitare possibili errori di somministrazione la CTS raccomanda, per la fascia di età in oggetto, l’uso esclusivo della formulazione pediatrica ad hoc suggerendo quando possibile l’adozione di percorsi vaccinali adeguati all’età. Nel parere, la CTS osserva che “sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-c), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva”. Infine la CTS sottolinea che “la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”. Leggi qui il parere del CTS. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. - 02/12/2021
- Comirnaty, vaccino anti-COVID-19: EMA raccomanda l’approvazione per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di concedere un’estensione di indicazione per Comirnaty, vaccino anti-COVID-19, in modo da includerne l’uso nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. Il vaccino, sviluppato da BioNTech e Pfizer, è già approvato per gli adulti e i bambini a partire dai 12 anni di età. Nella fascia di età 5-11 anni la dose di Comirnaty sarà più bassa rispetto a quella utilizzata nelle persone di età pari o superiore ai 12 anni (10 µg rispetto a 30 µg). Come nel caso della fascia di età ≥12 anni, il vaccino è somministrato come due iniezioni nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di tre settimane l’una dall’altra. Uno studio principale condotto sui bambini di età compresa tra 5 e 11 anni ha mostrato che la risposta immunitaria a Comirnaty, somministrato a una dose più bassa (10 µg) in questa fascia di età, era paragonabile a quella osservata alla dose più alta (30 µg) nella fascia di età compresa tra 16 e 25 anni (misurata dal livello di anticorpi contro SARS-CoV-2). L’efficacia di Comirnaty è stata calcolata su circa 2000 bambini dai 5 ai 11 anni che non presentavano segni di precedente infezione. I bambini hanno ricevuto il vaccino o placebo (iniezione fittizia). Dei 1305 bambini che hanno ricevuto il vaccino, nessuno ha sviluppato COVID-19, rispetto a 16 bambini su 663 che hanno ricevuto placebo. Ciò significa che, in questo studio, il vaccino ha avuto un’efficacia del 90.7% nel prevenire la malattia sintomatica (anche se il tasso reale potrebbe essere compreso tra il 67.7% e il 98.3%). Gli effetti indesiderati più comuni riscontrati nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni sono simili a quelli osservati nelle persone di età pari o superiore a 12 anni. Tra questi figurano dolore nel sito dell’iniezione, stanchezza, mal di testa, arrossamento e gonfiore nel sito dell’iniezione, dolore ai muscoli e brividi. Tali effetti sono in genere di entità lieve o moderata e migliorano entro alcuni giorni dalla vaccinazione. Pertanto, il CHMP ha ritenuto che i benefici di Comirnaty sono superiori ai rischi nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni , in particolare se presentano condizioni che aumentano il rischio di malattia grave. La sicurezza e l’efficacia del vaccino sia nei bambini sia negli adulti continueranno ad essere monitorate attentamente durante l’utilizzo nell’ambito delle campagne di vaccinazione in tutti gli Stati membri dell’UE, attraverso il sistema di farmacovigilanza europeo e studi in corso e aggiuntivi condotti dall’azienda e dalle autorità europee. La raccomandazione del CHMP sarà trasmessa alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale. Qual è il meccanismo d’azione di Comirnaty Comirnaty predispone l’organismo a difendersi contro COVID-19. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) che porta con sé le istruzioni per produrre la proteina spike. Si tratta di una proteina presente sulla superficie del virus SARS-CoV-2 e di cui il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane. Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo umano leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo le proprie difese naturali, ossia gli anticorpi e le cellule T. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo. L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione. Dove reperire maggiori informazioni Le informazioni sul prodotto approvate dal CHMP per Comirnaty contengono informazioni sulla prescrizione destinate agli operatori sanitari, il foglio illustrativo per il pubblico e dettagli sulle condizioni dell’autorizzazione del vaccino. La relazione di valutazione, contenente i dettagli della valutazione dell’uso di Comirnaty nei bambini, condotta dall’EMA, sarà pubblicata sul sito dell’Agenzia europea. Gli studi condotti sui bambini sono stati realizzati conformemente al piano d’investigazione pediatrica (PIP) di Comirnaty, approvato dal comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA. I dati degli studi clinici presentati dall’azienda nella domanda di estensione dell’indicazione per l’uso pediatrico saranno pubblicati a tempo debito sulla relativa pagina web dell’Agenzia. Maggiori informazioni sono disponibili in un documento generale sul vaccino destinato al pubblico, contenente una descrizione dei benefici e dei rischi del vaccino stesso e dei motivi per cui l’EMA ne ha raccomandato l’autorizzazione nell’UE. Monitoraggio della sicurezza di Comirnaty In linea con il piano di monitoraggio della sicurezza dell’UE per i vaccini COVID-19, Comirnaty è sottoposto ad attento monitoraggio ed è oggetto di attività relative specificamente ai vaccini anti-COVID-19. Sebbene molte persone abbia già ricevuto i vaccini anti-COVID-19, alcuni effetti indesiderati possono ancora emergere a seguito della vaccinazione di un numero ancora più elevato di persone. BioNTech, l’azienda che commercializza il vaccino nell’UE, dovrà fornire aggiornamenti periodici e condurre studi per monitorare la sicurezza e l’efficacia del vaccino nel momento in cui è somministrato al pubblico. Anche le autorità conducono studi aggiuntivi per il monitoraggio del vaccino. Queste misure consentono alle autorità regolatorie di valutare rapidamente i dati provenienti da una serie di fonti diverse e di adottare, se necessario, misure regolatorie adeguate per proteggere la salute pubblica. Leggi qui il comunicato EMA. - 25/11/2021
- L’EMA riceve la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per Lagevrio (molnupiravir) per il trattamento dei pazienti con COVID-19 L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio dell’antivirale orale Lagevrio (molnupiravir). Lagevrio, un antivirale orale sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics, è destinato al trattamento di adulti con COVID-19. L’EMA valuterà i benefici e i rischi di Lagevrio secondo tempistiche ridotte e potrebbe formulare un parere entro alcune settimane, se i dati presentati sono sufficientemente solidi e completi da dimostrare l’efficacia, la sicurezza e la qualità del medicinale. La possibilità di procedere secondo tale tempistica dipende dal fatto che EMA ha già analizzato una quantità considerevole di dati nel corso della rolling review, durante la quale il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha valutato i dati degli studi di laboratorio e sugli animali (dati non clinici), le informazioni sulla qualità del medicinale e sul metodo di produzione, nonché i dati sulla sicurezza e l’efficacia. Inoltre, sono stati analizzati i dati provenienti da studi clinici conclusi e in corso, compresi i risultati intermedi dello studio principale sugli effetti di Lagevrio in pazienti non ospedalizzati e non vaccinati, che presentavano almeno una condizione di base che li esponesse al rischio di malattia grave. Inoltre, il comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA ha emesso un parere sul piano d’indagine pediatrica (PIP) dell’azienda, che descrive in che modo il medicinale dovrebbe essere sviluppato e studiato per l’uso nei bambini, in linea con le tempistiche accelerate accordate ai medicinali contro COVID-19. Nel momento in cui si stabilirà che i benefici di Lagevrio superano i rischi nel trattamento di COVID-19, l’EMA formulerà una raccomandazione per il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio. A quel punto, la Commissione europea accelererà il processo decisionale al fine di rilasciare un’autorizzazione all’immissione in commercio valida in tutti gli Stati membri dell’UE e del SEE entro alcuni giorni. L’EMA fornirà un aggiornamento al momento del parere del CHMP. Qual è il meccanismo d’azione previsto del medicinale? Lagevrio è un antivirale orale che riduce la capacità di SARS CoV 2 (il virus che provoca COVID 19) di replicarsi nell’organismo, producendo alterazioni (mutazioni) del materiale genetico (RNA) del virus durante la replicazione, in modo da renderlo incapace di moltiplicarsi. Si prevede che in tal modo si ridurrà la necessità di ricovero ospedaliero dei pazienti con COVID-19. Leggi qui il comunicato EMA. - 24/11/2021
- Il Centro di Monitoraggio sulla sicurezza dei farmaci di Uppsala pubblica un numero del suo bollettino sulla sicurezza dei vaccini Mentre la pandemia continua a imperversare, il tema dei vaccini COVID-19 è inevitabile. Il Centro di Monitoraggio sulla sicurezza dei farmaci di Uppsala ha pubblicato diversi articoli dall’inizio della pandemia notando come il dispiegamento globale di nuovi vaccini ha reso il ruolo della farmacovigilanza più importante che mai. In questo numero del bollettino, un articolo discute della notevole crescita di VigiBase negli ultimi due anni e dimostra fino a che punto la comunità di farmacovigilanza – in particolare i membri del Programma dell’OMS per il monitoraggio internazionale dei farmaci – abbiano risposto alla sfida. Come spiega in quell’articolo Helena Sköld, VigiBase Manager di UMC, gli sforzi coordinati delle autorità sanitarie di tutto il mondo per promuovere la segnalazione hanno creato una situazione in cui “il monitoraggio della sicurezza può essere effettuato in modi senza precedentiper scala e velocità”, rendendo possibile “monitorare eventi rari che potrebbero non essere stati identificati negli studi clinici”. Tuttavia, nonostante la ricchezza di dati disponibili sulla sicurezza, la disinformazione rimane diffusa, ponendo un’importante sfida sulla comunicazione dei temi di salute pubblica. Pertanto, questo numero combina due articoli in cui si discute sul modo con cui parlare responsabilmente dei problemi di sicurezza dei vaccini sia all’interno del comunità di farmacovigilanza che a un pubblico titubante sui vaccini. Mentre la mancanza di domanda può essere un problema in alcuni luoghi, in altri i vincoli all’offerta stanno creando problemi di sicurezza – e ne abbiamo due esempi esaminando la lotta contro i farmaci e vaccini scadenti e falsificati in Iraq e in America Latina. Il numero 85 contiene anche un rapporto dal Paraguay, dove si sta sviluppando la tecnologia per aumentare la qualità e la quantità delle segnalazioni, e l’India, dove più parti interessate operano su diversi fronti per costruire una cultura sulla sicurezza del paziente. Il rapporto si conclude illustrando gli aggiornamenti sulle attività dell’UMC e le direzioni di ricerca. Leggi qui il bollettino dell’UMC. - 24/11/2021
- EMA formula un parere sull’uso di Lagevrio (molnupiravir) per il trattamento di COVID-19 Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha formulato un parere sull’uso di Lagevrio (anche noto come molnupiravir o MK 4482), per il trattamento di COVID-19. Il medicinale, che al momento non è autorizzato nell’UE, può essere utilizzato per il trattamento di adulti con COVID-19 che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad alto rischio di sviluppare la forma grave della malattia. Lagevrio deve essere somministrato il prima possibile dopo una diagnosi di COVID-19 ed entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Il medicinale, disponibile in capsule, deve essere assunto due volte al giorno per 5 giorni. L’EMA ha formulato il suddetto parere per supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere di approvare l’uso precoce del medicinale prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio, ad esempio in situazioni di uso di emergenza, alla luce dell’aumento dei tassi di infezione e decessi a causa di COVID-19 in tutta l’UE. Il parere fa seguito alla revisione dei dati, compresi i dati sulla qualità del medicinale e i risultati di studi completati e in corso. A tal fine, sono stati valutati anche i risultati intermedi dello studio principale su pazienti non ospedalizzati e non vaccinati, che presentano almeno una condizione di base che li pone a rischio di COVID-19 grave. Somministrato a una dose di 800 mg due volte al giorno, Lagevrio ha ridotto il rischio di ricovero in ospedale e decesso quando il trattamento è iniziato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Circa un mese dopo l’inizio del trattamento, si sono registrati ricovero in ospedale o decesso nel 7,3% dei pazienti (28 su 385) che hanno assunto Lagevrio e nel 14,1% (53 su 377) dei pazienti trattati con placebo (un trattamento fittizio). Nessuno dei pazienti del gruppo Lagevrio è deceduto rispetto agli otto pazienti del gruppo placebo. In termini di sicurezza, gli effetti indesiderati più comuni segnalati durante il trattamento ed entro 14 giorni dall’ultima dose di Lagevrio sono stati diarrea, nausea, vertigini e mal di testa, tutti lievi o moderati. Lagevrio non è raccomandato durante la gravidanza e nelle donne che possono iniziare una gravidanza e che non utilizzano un metodo contraccettivo efficace. Le donne che possono iniziare una gravidanza devono usare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento e per 4 giorni dopo l’ultima dose di Lagevrio. L’allattamento al seno deve essere interrotto durante il trattamento e nei 4 giorni successivi all’interruzione. Queste indicazioni vengono fornite poiché studi di laboratorio condotti sugli animali hanno mostrato che dosi elevate di Lagevrio possono influenzare la crescita e lo sviluppo del feto. Le condizioni di utilizzo proposte saranno pubblicate a breve sul sito web dell’EMA.Il parere dell’EMA può ora essere utilizzato come base per le raccomandazioni nazionali sul possibile uso del medicinale prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio.Nel contempo, è in corso una rolling review più completa prima della presentazione una eventuale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. L’EMA fornirà aggiornamenti sull’andamento della revisione. Maggiori informazioni sul medicinale Lagevrio è un antivirale orale che riduce la capacità di SARS CoV 2 (il virus che provoca COVID 19) di replicarsi nell’organismo, Aumentando il numero di mutazioni del materiale genetico (RNA) del virus, in modo da renderlo incapace di replicarsi.Lagevrio è un antivirale orale sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione è stata richiesta dal direttore esecutivo dell’EMA a norma dell’articolo 5, paragrafo 3, del regolamento 726/2004 a seguito di una discussione preliminare con la task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che riunisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee .La revisione è stata condotta dal Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA, responsabile delle questioni relative ai medicinali per uso umano. Il parere scientifico del Comitato può essere utilizzato dagli Stati membri dell’UE nel decidere sull’uso del medicinale a livello nazionale prima del rilascio di un’autorizzazione all’immissione in commercio. Leggi qui il comunicato EMA. - 23/11/2021
- EMA valuta i dati sulla dose di richiamo di COVID-19 Vaccine Janssen L’EMA ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’uso di una dose di richiamo di COVID-19 Vaccine Janssen da somministrare almeno 2 mesi dopo la prima dose a persone di età pari o superiore a 18 anni. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA condurrà una valutazione accelerata dei dati presentati dall’azienda che commercializza il vaccino. Questi dati includono i risultati relativi a oltre 14000 adulti che hanno ricevuto una seconda dose di COVID-19 Vaccine Janssen o placebo (trattamento fittizio) due mesi dopo la dose iniziale. Il CHMP stabilirà se sarà necessario aggiornare le informazioni sul prodotto del vaccino. L’esito della valutazione è previsto per le prossime settimane, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari, e sarà comunicato dall’Agenzia europea. COVID-19 Vaccine Janssen è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019. È attualmente autorizzato per essere usato nelle persone a partire dai 18 anni di età; il ciclo vaccinale primario è costituito da una dose unica. Il vaccino è composto da un altro virus (della famiglia degli adenovirus) che è stato modificato in modo da contenere il gene responsabile della produzione della proteina presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. COVID-19 Vaccine Janssen non contiene il virus e non può provocare la malattia, ma predispone l’organismo a difendersi contro SARS-CoV-2. Sono disponibili maggiori informazioni sul vaccino. L’attuazione delle campagne di vaccinazione nell’Unione europea, compreso l’uso delle dosi di richiamo, rimane prerogativa dei gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione (NITAG) che orientano le campagne vaccinali in ciascuno Stato membro dell’UE. I NITAG sono nella posizione migliore per tener conto delle condizioni locali, tra cui la diffusione del virus (in particolare qualsiasi variante che desta preoccupazione), la disponibilità di vaccini e le capacità dei sistemi sanitari nazionali. Leggi qui il comunicato EMA. - 23/11/2021
- L’EMA riceve la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per Xevudy (sotrovimab) per il trattamento di pazienti con COVID-19 L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per l’anticorpo monoclonale Xevudy (sotrovimab). L’azienda che ha presentato la domanda è GlaxoSmithKline Trading Services Limited, che ha sviluppato il medicinale in collaborazione con Vir Biotechnology. Xevudy è destinato al trattamento di adulti e adolescenti con COVID-19 che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad alto rischio di progredire verso la forma grave della malattia. L’EMA valuterà i benefici e i rischi di Xevudy secondo tempistiche ridotte e potrebbe formulare un parere entro due mesi, a seconda del livello di solidità dei dati presentati e dell’eventuale necessità di ulteriori informazioni a sostegno della valutazione. La possibilità di procedere secondo una tempistica più breve dipende unicamente dal fatto che il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia ha già analizzato alcuni dei dati relativi al medicinale nel corso della rolling review. Durante questa fase, il CHMP ha valutato i dati degli studi di laboratorio e degli studi sugli animali, nonché i dati sulla qualità del medicinale. Inoltre, sono stati analizzati i dati provenienti da uno studio sugli effetti di sotrovimab in pazienti adulti ambulatoriali con sintomi lievi di COVID-19, senza bisogno di ossigeno supplementare e ad alto rischio di progredire verso la forma grave della malattia. Parallelamente, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA ha portato a termine la valutazione preliminare del piano di gestione del rischio (RMP) proposto dall’azienda, che delinea le misure volte a identificare, caratterizzare e ridurre al minimo i rischi del medicinale. Inoltre, il Comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA ha emesso il proprio parere sul piano d’indagine pediatrica (PIP) dell’azienda, che descrive in che modo il medicinale dovrebbe essere sviluppato e studiato per l’uso nei bambini, in linea con le tempistiche accelerate accordate ai medicinali contro COVID-19. Qualora i dati aggiuntivi presentati assieme alla domanda di autorizzazione all’immissione in commercio fossero sufficienti per consentire al CHMP di concludere che i benefici di Xevudy superano i rischi nel trattamento di COVID-19, l’EMA collaborerà strettamente con la Commissione europea per accelerare la decisione sul rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio in tutti gli Stati membri dell’UE e del SEE. L’EMA fornirà ulteriori aggiornamenti al momento del parere del CHMP. Qual è il meccanismo d’azione previsto del medicinale? Sotrovimab (noto anche come VIR-7831 e GSK4182136) è un anticorpo monoclonale che agisce contro COVID-19. Un anticorpo monoclonale è un tipo di proteina che si lega ad una struttura specifica (chiamata antigene). Sotrovimab è progettato per legarsi alla proteina spike di SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Legandosi alla proteina spike, riduce la capacità del virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. Si prevede che in tal modo si ridurrà la gravità della malattia e la necessità di ricovero ospedaliero nei pazienti affetti da COVID-19. Leggi qui il comunicato EMA. - 21/11/2021
- EMA avvia la revisione di Paxlovid per il trattamento di pazienti con COVID-19 L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) sta conducendo una revisione dei dati attualmente disponibili sull’uso di Paxlovid (PF-07321332/ritonavir), un medicinale orale per il trattamento di COVID-19 sviluppato da Pfizer. Tale revisione è intesa a supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere di approvare l’uso precoce del medicinale, ad esempio in situazioni di uso di emergenza, prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Leggi qui il comunicato EMA. - 21/11/2021
- Nota Informativa Importante su Visudyne (verteporfin) Visudyne (verteporfin): informazioni sul proseguimento della carenza nella fornitura fino alla fine del primo quarto del 2022. Sintesi L’attuale carenza di Visudyne dovrebbe risolversi entro la fine del primo quarto del 2022 a seguito della ripresa delle forniture prevista a novembre 2021. Una volta che Visudyne sarà disponibile in EU, CHEPLAPHARM darà la priorità alla messa a disposizione di Visudyne per i pazienti degli Stati membri interessati dalla carenza il prima possibile. Contesto sulla carenza nella fornitura Visudyne è autorizzato per il trattamento della forma “umida” di degenerazione maculare legata all’età (AMD) e della neovascolarizzazione coroioide secondaria a miopia patologica. Da maggio 2020, la fornitura di Visudyne è stata interrotta a causa della ridotta capacità produttiva. Per ripristinare l’approvvigionamento, il processo di produzione è stato trasferito in una linea di produzione alternativa esistente nello stesso edificio, con macchine equivalenti e utilizzando la stessa tecnologia e processo. Per ridurre al minimo l’impatto della carenza nei rispettivi paesi, le scorte rimanenti sono state distribuite in modo equilibrato. Inoltre, una quantità limitata del medicinale Visudyne è stata importata dagli Stati Uniti e distribuita utilizzando una licenza speciale in alcuni dei paesi interessati. Lotti di Visudyne di nuova fabbricazione sono stati ora importati nell’UE e la finalizzazione dei test di controllo di Qualità e le prime operazioni di confezionamento sono previsti per ottobre 2021. CHEPLAPHARM prevede di distribuire Visudyne di nuova produzione nei mercati dell’UE nel corso di novembre 2021. Una volta che i prodotti Visudyne di nuova fabbricazione saranno disponibili, CHEPLAPHARM darà la priorità alla messa a disposizione di Visudyne per i pazienti negli Stati Membri interessati. Il prossimo lotto è attualmente programmato per essere importato nell’UE entro dicembre 2021. Gestione della carenza di approvvigionamento In Italia, attualmente, non vi sono scorte del medicinale Visudyne, per cui gli ospedali sono stati autorizzati ad attivare procedure d’importazione dall’estero, qualora il medicinale risultasse ancora disponibile Cheplapharm prevede di distribuire le prime 215 fiale di Visudyne di nuova produzione in Italia alla fine di novembre/inizio dicembre 2021. La normale fornitura in Italia è prevista per l’inizio del secondo quadrimestre del 2022;Poichè solo un numero finito di fiale sarà disponibile i prescrittori sono invitati a cooperare tra loro e con le autorità sanitarie locali per fornire terapia a coloro che sono particolarmente colpiti. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 12/11/2021
- EMA avvia la valutazione dell’uso del vaccino COVID-19 Spikevax in bambini di età compresa tra 6 e 11 anni L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione di una domanda di estensione dell’uso di Spikevax, vaccino COVID-19 di Moderna, in bambini di età compresa tra 6 e 11 anni. Spikevax è un vaccino per la prevenzione di COVID-19 ed è attualmente autorizzato per essere usato nelle persone di età pari o superiore a 12 anni. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina, nota come proteina spike, che è naturalmente presente su SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino predispone l’organismo a difendersi contro SARS-CoV-2. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA esaminerà i dati sul vaccino, compresi i risultati di uno studio clinico in corso su bambini di età compresa tra 6 e 11 anni, al fine di decidere se raccomandarne l’estensione d’uso. Come di consueto, le tempistiche delle valutazioni dipendono dai dati presentati. Al momento si prevede la formulazione di un parere entro 2 mesi circa, a meno che non siano necessarie ulteriori informazioni o analisi. Si tratta di una tempistica accelerata rispetto a revisioni simili condotte in contesti non pandemici. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione. Il parere del CHMP sarà quindi trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale. Leggi qui il comunicato EMA. - 10/11/2021
- COVID-19: aggiornamento EMA-HMA su molnupiravir Revisione EMA a sostegno di possibili decisioni nazionali sull’uso precoceL’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e i capi delle agenzie per i medicinali (HMA) hanno convenuto sulla necessità di ulteriori raccomandazioni sui trattamenti contro COVID-19 alla luce dell’aumento dei tassi di infezione e dei decessi dovuti alla malattia in tutta l’UE. A tal fine, l’EMA ha avviato la revisione dei dati disponibili sull’uso di molnupiravir (anche noto come MK 4482 o Lagevrio) per supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere di impiegare il medicinale per il trattamento di COVID-19 prima della sua autorizzazione. Mentre è in corso la più esauriente rolling review in vista di un’eventuale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio, il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA fornirà nel più breve tempo possibile raccomandazioni a livello dell’UE per supportare le autorità nazionali nelle decisioni in merito a un possibile uso precoce del medicinale, ad esempio in situazioni di emergenza.Molnupiravir è un antivirale orale sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics. L’EMA e l’HMA continuano a impegnarsi per accelerare la valutazione degli indispensabili trattamenti e dei vaccini contro COVID-19, garantendo nel contempo che soddisfino gli elevati standard di sicurezza ed efficacia dell’UE. L’EMA renderà noto l’esito di questa revisione e della rolling review una volta concluse. Maggiori informazioni sul medicinale Molnupiravir è un antivirale orale che riduce la capacità del SARS CoV 2 (il virus che provoca COVID 19) di moltiplicarsi nell’organismo, aumentando il numero di mutazioni del materiale genetico (RNA) del virus, in modo da renderlo incapace di replicarsi. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione è stata richiesta dal direttore esecutivo dell’EMA a norma dell’articolo 5, paragrafo 3, del regolamento 726/2004 a seguito di una discussione preliminare con la task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che riunisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee. La revisione è condotta dal comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA, responsabile delle questioni relative ai medicinali per uso umano. Il Comitato formulerà, nel più breve tempo possibile, un parere scientifico che gli Stati membri dell’UE potranno prendere in considerazione nel decidere sull’uso del medicinale a livello nazionale prima del rilascio di una formale autorizzazione all’immissione in commercio. La revisione è effettuata parallelamente alla rolling review dei dati di qualità, efficacia e sicurezza che, quando saranno considerati sufficienti, consentiranno la presentazione di una eventuale domanda di autorizzazione. Leggi qui il comunicato EMA. - 09/11/2021
- Nota Informativa Importante su Beovu (brolucizumab) Beovu (brolucizumab): Raccomandazioni aggiornate per ridurre al minimo il rischio noto di infiammazione intraoculare, compresa la vasculite retinica e/o l’occlusione vascolare retinica. Sintesi L’ infiammazione intraoculare, compresa la vasculite retinica e/o l’occlusione vascolare retinica può verificarsi dopo la prima iniezione con Beovu e in qualsiasi momento del trattamento. Questi eventi sono stati osservati più frequentemente all’inizio del trattamento. Un numero maggiore di eventi di infiammazione intraoculare è stato osservato tra i pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti brolucizumab durante il trattamento. La vasculite retinica e/o l’occlusione vascolare retinica sono eventi immunomediati. Nei pazienti che sviluppano infiammazione intraoculare, inclusa vasculite retinica e/o occlusione vascolare retinica, il trattamento con Beovu deve essere interrotto e gli eventi devono essere gestiti prontamente.Le iniezioni di mantenimento di Beovu (dopo le prime 3 iniezioni) non devono essere somministrate ad intervalli inferiori a 8 settimane. Ciò si basa sui risultati dello studio MERLIN (vedere ulteriori dettagli nella sezione Informazioni sul problema di sicurezza di seguito). Pazienti con anamnesi di infiammazione intraoculare e/o occlusione vascolare retinica nell’anno precedente al trattamento con Beovu sono a rischio di sviluppare vasculite retinica e/o occlusione vascolare retinica e devono essere monitorati attentamente.L’appartenenza al sesso femminile è stata identificata come un ulteriore fattore di rischio. Una maggiore incidenza è stata osservata anche nei pazienti giapponesi.I pazienti devono essere istruiti su come riconoscere i primi segni e sintomi di infiammazione intraoculare, vasculite retinica e occlusione vascolare retinica e devono essere avvisati di rivolgersi immediatamente al medico se si sospettano queste reazioni avverse. - 05/11/2021
- Parere della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA sulla somministrazione di una dose booster del vaccino Janssen contro il COVID-19 La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS), riunita il 2 e 3 novembre 2021, si è espressa sulla richiesta pervenuta dal Ministero della Salute in merito alla possibilità di una dose di richiamo a favore dei soggetti che hanno ricevuto un’unica dose di vaccino Janssen e alle relative tempistiche. Premesso che il vaccino COVID-19 Janssen è l’unico vaccino anti-COVID autorizzato con schedula monodose e che, in ambito vaccinologico, una dose di richiamo, o booster, può essere considerata una strategia consolidata per la maggior parte dei vaccini, l’opportunità di prevedere una dose di richiamo appare supportata da un solido razionale. Sulla base dell’approfondita istruttoria effettuata dagli esperti dell’Agenzia, la CTS ha rilevato che i dati disponibili indicano una sostanziale stabilità della risposta immunitaria, sia umorale che cellulare, fino a 8 mesi dalla somministrazione di una dose di vaccino Janssen. Anche la protezione nei confronti di malattia grave, ospedalizzazione o morte risulta sostanzialmente stabile fino ad almeno 6 mesi dalla vaccinazione. Allo stesso tempo, tuttavia, con il passare dei mesi si osserva un lento declino dell’efficacia vaccinale nei confronti delle forme lievi/moderate di malattia. Le evidenze più recenti confermano l’efficacia di una dose booster (soprattutto con vaccino a mRNA) nel potenziare la risposta immunitaria al vaccino COVID-19 Janssen. Si ritiene, pertanto, che per i soggetti vaccinati con COVID-19 Janssen sia opportuna la somministrazione di una dose booster eterologa con vaccino a mRNA (nei dosaggi autorizzati per la dose booster) a partire da 6 mesi dalla prima dose. Leggi qui il comunicato EMA. - 04/11/2021
- Interrotta la rolling review degli anticorpi bamlanivimab ed etesevimab per il trattamento di COVID-19 dopo il ritiro da parte di Lilly L’EMA ha interrotto la rolling review di bamlanivimab ed etesevimab, due anticorpi per il trattamento di COVID-19, sviluppati da Eli Lilly Netherlands BV, dopo che l’azienda ha informato l’Agenzia della decisione di ritirarsi dall’iter di approvazione. Nel marzo 2021 il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA aveva intrapreso la revisione dei dati relativi ai medicinali nell’ambito di una rolling review, in cui l’azienda aveva presentato i dati non appena erano diventati disponibili, in modo da accelerare la valutazione di una domanda finale di autorizzazione all’immissione in commercio. Nel marzo 2021, inoltre, l’EMA aveva emesso un parere per il trattamento di COVID-19 sulla base dei dati derivanti da uno studio clinico, nel quale supportava l’uso degli anticorpi a livello nazionale prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Al momento del ritiro dell’azienda, l’EMA aveva ricevuto dati non clinici (di laboratorio), dati provenienti da studi clinici, dati sulla qualità e sul processo di produzione degli anticorpi nonché il piano di gestione del rischio (RMP). Nonostante la revisione accelerata dei dati da parte dell’Agenzia europea, rimanevano da affrontare in modo soddisfacente alcune questioni riguardanti la qualità dei medicinali. Il ritiro è stato deciso dall’azienda e i motivi sono presentati nella relativa lettera. Come conseguenza, l’EMA interromperà l’esame dei dati sugli anticorpi e non completerà la revisione. L’azienda si riserva il diritto di richiedere un’altra rolling review o di presentare una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio in futuro.Il ritiro non ha conseguenze sul precedente parere emesso a marzo e i pazienti possono continuare a ricevere i medicinali sulla base di disposizioni nazionali. L’EMA continuerà ad accelerare la revisione dei dati sui vaccini e sui trattamenti contro COVID-19 durante la pandemia in corso. L’Agenzia europea lavora inoltre a stretto contatto con gli sviluppatori, fornendo consulenza nelle prime fasi del processo di sviluppo e rivedendo i dati su base continuativa, ove opportuno. Ulteriori informazioni sul ritiro sono disponibili nel documento “Domande e risposte” raggiungibile dal box “Documenti correlati”. Maggiori informazioni sui medicinali Bamlanivimab ed etesevimab sono entrambi anticorpi monoclonali. Un anticorpo monoclonale è un tipo di proteina progettato per riconoscere e legarsi ad una struttura specifica (chiamata antigene). Bamlanivimab ed etesevimab sono stati progettati per legarsi alla proteina spike del SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19, in due siti diversi. Legandosi alla proteina spike, impediscono al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. Maggiori informazioni sulla rolling review La rolling review è uno strumento regolatorio di cui l’EMA si serve per accelerare la valutazione di un medicinale o vaccino promettenti durante un’emergenza sanitaria pubblica, come nel caso della pandemia da COVID-19. Di norma, tutti i dati sull’efficacia, la sicurezza e la qualità di un medicinale o di un vaccino e tutta la documentazione richiesta devono essere presentati all’inizio della valutazione nell’ambito di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. Nel caso della rolling review, il CHMP provvede ad esaminare i dati non appena diventano disponibili dagli studi in corso. I dati sono valutati nell’ambito di cicli di rolling review: non esiste un numero predefinito di cicli, in quanto il processo dipende dai dati che diventano disponibili. Una volta che i dati sono sufficienti, l’azienda può presentare una domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio. Grazie alla possibilità di esaminare i dati quando diventano disponibili, il CHMP può formulare un parere sull’autorizzazione di un medicinale in tempi più brevi. Nel corso della pandemia, l’EMA e i suoi comitati scientifici ricevono il supporto della task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che riunisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee per fornire consulenza sullo sviluppo, l’autorizzazione e il monitoraggio della sicurezza di medicinali e vaccini anti-COVID-19, oltre ad agevolare un’azione regolatoria rapida e coordinata. Leggi qui il comunicato EMA. Documento domande e risposte sull’interruzione della rolling review. - 03/11/2021
- Comunicazione EMA su Imbruvica Il PRAC ha concluso la revisione di un segnale di sicurezza di morte improvvisa o cardiaca con Imbruvica (ibrutinib) quando usato in combinazione con gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE). Imbruvica è un medicinale per il trattamento del linfoma mantellare dei tumori del sangue, della leucemia linfatica cronica (LLC) e della macroglobulinemia di Waldenström (nota anche come linfoma linfoplasmocitico). I dati ad interim di uno studio clinico avevano suggerito che il rischio di morte improvvisa o cardiaca nei pazienti in trattamento con un ACE inibitore all’ingresso nello studio era aumentato nei pazienti randomizzati a ibrutinib e rituximab, rispetto a quelli randomizzati a fludarabina, ciclofosfamide e rituximab. Dopo aver analizzato ulteriori dati provenienti da diverse fonti, inclusi altri studi clinici, il PRAC ha concluso che la possibile associazione tra il trattamento con Imbruvica e l’uso concomitante di ACE inibitori e il rischio di morte improvvisa o cardiaca non sembra essere plausibile. Non sono emerse differenze statisticamente significative negli eventi di morte improvvisa o cardiaca nei pazienti arruolati negli studi clinici sponsorizzati dal titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, trattati con ACE inibitori e Imbruvica e quelli che hanno ricevuto ACE inibitori e un comparatore. Il comitato ha quindi deciso che sebbene alcune reazioni avverse cardiache siano già note per Imbruvica, si ritiene necessaria un’ulteriore analisi degli eventi cardiaci gravi al fine di determinare se tali eventi possano essere collegati all’uso di Imbruvica da solo e caratterizzare meglio il rischio di cardiotossicità con il medicinale, indipendentemente dall’uso dell’ACE-inibitore. Un’ulteriore revisione sarà effettuata attraverso una procedura regolatoria distinta; pertanto la procedura di revisione di questo segnale di sicurezza è chiusa. - 02/11/2021
- Nota Informativa Importante su FORXIGA (dapagliflozin) FORXIGA (dapagliflozin) 5mg – non deve essere più utilizzato per il trattamento del diabete mellito di tipo 1. Elementi chiave A partire dal 25 ottobre 2021 FORXIGA (dapagliflozin) 5mg non è più autorizzato per il trattamento di pazienti con diabete mellito di tipo 1 (DMT1) e non deve essere più utilizzato in questa popolazione. Questa decisione si basa sulla scelta di AstraZeneca di rimuovere l’indicazione DMT1 per dapagliflozin 5 mg. La chetoacidosi diabetica (CAD) è un noto effetto indesiderato di dapagliflozin. In studi sul diabete di tipo 1 con dapagliflozin, la CAD è stata riportata con una frequenza comune (si verifica in almeno 1 paziente su 100).Le misure addizionali di minimizzazione del rischio per gli operatori sanitari e per i pazienti, implementate per mitigare il rischio di CAD con l’uso di dapagliflozin in DMT1, non saranno più disponibili.L’interruzione di dapaglifozin in pazienti con DMT1 deve essere eseguita sotto la supervisione di un medico specializzato nel trattamento del diabete e deve essere condotta non appena sia clinicamente possibile.Dopo l’interruzione del trattamento con dapagliflozin, si raccomanda il monitoraggio frequente della glicemia e la dose di insulina deve essere aumentata attentamente per ridurre al minimo il rischio di ipoglicemia. Leggi qui la nota informativa importante. - 02/11/2021
- Parere della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA sulla somministrazione di una dose booster del vaccino Spikevax contro il COVID-19 La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS), riunita il 28 ottobre 2021, ha espresso il proprio parere sulla somministrazione di una dose booster del vaccino contro il COVID-19 Spikevax (Moderna). Preso atto della decisione di EMA, la CTS stabilisce di rendere disponibile la dose booster del vaccino Spikevax, a distanza di almeno sei mesi dalla seconda dose, in soggetti di età pari o superiore ai 18 anni. La Commissione ribadisce inoltre che, come già stabilito per la dose booster di Pfizer, tale opportunità dovrebbe essere offerta in via prioritaria ai soggetti già indicati per il vaccino Comirnaty (Pfizer). La dose booster del vaccino Spikevax sarà inoltre inserita nell’elenco di cui alla L.648/96 per consentirne l’uso eterologo. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. Leggi qui il parere della CTS di AIFA. - 02/11/2021
- Spikevax: raccomandazione EMA sulla dose di richiamo Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha concluso che si può considerare la somministrazione di una dose di richiamo del vaccino COVID-19 Spikevax (Moderna) alle persone di età pari o superiore a 18 anni. Tale conclusione fa seguito alla presentazione di dati che dimostrano che una terza dose di Spikevax, somministrata da 6 a 8 mesi dopo la seconda dose, ha determinato un aumento dei livelli di anticorpi negli adulti in cui tali livelli erano in diminuzione. La dose di richiamo è costituita dalla metà della dose utilizzata per la vaccinazione primaria. I dati attuali indicano che gli effetti indesiderati che si verificano dopo il richiamo sono simili a quelli che si verificano dopo la seconda dose. Il rischio di condizioni infiammatorie a carico del cuore o di altri effetti indesiderati molto rari dopo un richiamo è oggetto di attento monitoraggio. Come per tutti i medicinali, l’EMA continuerà a esaminare tutti i dati sulla sicurezza e l’efficacia di Spikevax. A livello nazionale le autorità sanitarie pubbliche possono emanare raccomandazioni ufficiali sull’uso delle dosi di richiamo, tenendo conto della situazione epidemiologica locale, dei dati emergenti sull’efficacia e dei dati limitati sulla sicurezza per le dosi di richiamo. All’inizio di questo mese il CHMP aveva concluso che si poteva prendere in considerazione la somministrazione di una dose di richiamo di Comirnaty (BioNTech/Pfizer) almeno 6 mesi dopo la seconda dose per le persone di età pari o superiore a 18 anni. Inoltre, aveva raccomandato di somministrare una dose aggiuntiva di Comirnaty e Spikevax a persone con un sistema immunitario gravemente indebolito, almeno 28 giorni dopo la seconda dose. Ulteriori informazioni sulla raccomandazione riguardante la dose di richiamo per Spikevax saranno disponibili nelle informazioni sul prodotto aggiornate. Campagne nazionali di immunizzazione L’attuazione delle campagne di vaccinazione nell’Unione europea rimane prerogativa dei gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione (NITAG) che orientano le campagne vaccinali in ciascuno Stato membro dell’UE. I NITAG sono nella posizione migliore per tener conto delle condizioni locali, tra cui la diffusione del virus (in particolare qualsiasi variante che desta preoccupazione), la disponibilità di vaccini e le capacità dei sistemi sanitari nazionali. L’EMA continuerà a collaborare strettamente con le autorità nazionali e con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) per valutare i dati disponibili e formulare raccomandazioni intese a proteggere i cittadini durante la pandemia in corso. Leggi qui il comunicato EMA. - 27/10/2021
- COVID-19: EMA avvia la rolling review di molnupiravir Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha avviato la rolling review dell’antivirale orale molnupiravir (noto anche come MK 4482 o Lagevrio), sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics per il trattamento di COVID-19 negli adulti. La decisione del CHMP di avviare la rolling review si basa sui risultati preliminari di studi di laboratorio (dati non clinici) e di studi clinici, che suggeriscono che il medicinale può ridurre la capacità del SARS CoV 2 (il virus che provoca COVID 19) di moltiplicarsi nell’organismo, prevenendo pertanto l’ospedalizzazione o il decesso nei pazienti affetti dalla malattia. L’EMA valuterà ulteriori dati relativi alla qualità, alla sicurezza e all’efficacia del medicinale. La rolling review proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti prove a sostegno della presentazione di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’azienda. L’EMA valuterà inoltre se molnupiravir rispetta gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità dell’UE. Sebbene non sia possibile prevedere la tempistica complessiva, la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria, grazie al lavoro già svolto durante la rolling review. L’Agenzia europea per i medicinali fornirà un aggiornamento nel momento in cui sarà presentata la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per il medicinale. Qual è il meccanismo d’azione previsto del medicinale? Molnupiravir è un antivirale che può essere assunto per via orale. Si tratta di un inibitore dell’RNA polimerasi virale che interferisce con la produzione del materiale genetico (RNA) dei virus. Interferendo con la produzione dell’RNA del SARS CoV 2, si prevede che molnupiravir impedisca la replicazione del virus. Cos’è una rolling review?La rolling review è uno strumento regolatorio di cui l’EMA si serve per accelerare la valutazione di un medicinale o vaccino promettenti durante un’emergenza sanitaria pubblica. Di norma, tutti i dati sull’efficacia, la sicurezza e la qualità di un medicinale o di un vaccino e tutta la documentazione richiesta devono essere presentati all’inizio della valutazione nell’ambito di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. Nel caso della rolling review, il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA provvede ad esaminare i dati non appena diventano disponibili dagli studi in corso. Una volta che i dati sono sufficienti, l’azienda può presentare una domanda formale. Grazie alla possibilità di esaminare i dati quando diventano disponibili, il CHMP può formulare un parere sull’autorizzazione di un medicinale in tempi più brevi.Durante la revisione ciclica e per tutta la durata della pandemia, l’EMA e i suoi comitati scientifici ricevono il supporto della task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che riunisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee per fornire consulenza sullo sviluppo, l’autorizzazione e il monitoraggio della sicurezza di medicinali e vaccini anti-COVID-19, oltre ad agevolare un’azione regolatoria rapida e coordinata. Leggi qui il comunicato EMA. - 25/10/2021
- Un ampio studio di sorveglianza postmarketing dei farmaci biologici per malattie infiammatorie immunomediate in Italia: il progetto VALORE. Obiettivo Lo scopo dello studio è stato quello di esplorare il potenziale di una rete distribuita multidatabase per la sorveglianza postmarketing dei farmaci biologici, tra cui i biosimilari, in pazienti con IMID. Metodi Uno studio retrospettivo di coorte è stato condotto usando 13 database regionali italiani relativi al periodo 2010-2019. È stato sviluppato un applicativo per analisi distribuite usando un modello comune di dati studio-specifico personalizzato per questo studio. Gli autori hanno misurato la prevalenza annuale di utilizzatori di farmaci biologici e la frequenza di cambio tra i farmaci originatori e biosimilari per infliximab, etanercept, e adalimumab separatamente e stratificandoli per anno e per regione. Hanno calcolato il numero cumulativo di utilizzatori e gli anni-persona di esposizione a specifici farmaci biologici approvati per le IMID. Per un certo numero di esiti di sicurezza, è stata calcolata la potenza del campione per stimare gli anni-persona di esposizione e studiare la loro associazione con specifici farmaci biologici approvati per IMID, considerando la differente forza di associazione Risultati A partire da una popolazione totale di circa 50 milioni di abitanti provenienti da 13 regioni, sono stati identificati 143,602 (0.3%) utilizzatori di biologici, con un’esposizione cumulativa di 507,745 anni-persona (PYs) durante l’intero follow-up. L’età media degli utilizzatori di biologici era di 49.3 ± 16.3, con un rapporto femmine/maschi di 1,2. La prevalenza annua aggiustata per età degli utilizzatori di biologici è aumentata di 3 volte da 0.7 per 1000 nel 2010 a 2.1 per 1000 nel 2019. Complessivamente, sono stati identificati 40,996 utilizzatori di biosimilari degli inibitori del tumor necrosis factor (TNF)-α (etanercept, adalimumab e infliximab) negli anni 2015–2019. Di questi, 46% (N = 18,845) hanno cambiato in qualunque momento tra originatori e biosimilari o viceversa. Per analizzare una moderata associazione (tasso di incidenza 2) tra i farmaci biologici approvati per IMID e gli eventi di sicurezza di interesse, quali la neurite ottica (tasso di incidenza di base 10.4/100,000 PYs) o infezioni gravi (tasso di incidenza di base 4312/100,000 PYs), dovevano essere richiesti un totale di 43,311 PYs e 104 PYs di esposizione per ciascun farmaco biologico rispettivamente. Perciò, usando il network, di 15 farmaci biologici approvati per IMID, l’associazione di questi eventi avversi poteva essere studiata per 4 (27%) e 14 (93%) rispettivamente. Conclusioni Il network multi-database del progetto VALORE ha accesso ai dati di più di 140.000 utilizzatori di biologici (> 0,5 milioni PY) proventienti da 13 regioni italiane nel perido 2010-2019, che possono essere ulteriormente incrementati con l’inclusione di dati da altre regioni e da anni più recenti. Complessivamente, l’esposizione cumulativa di tempo-persona per i farmaci biologici approvati per IMID fornisce un sufficiente potere statistico per studiare associazioni deboli e moderate di quasi tutti i farmaci e i più rilevanti esiti di sicurezza. Inoltre, tale rete può offrire l’opportunità di studiare l’intercambiabilità di originatori e biosimilari tra diversi inibitori del TNF-α in differenti aree terapeutiche in condizioni di vita reale. Bibliografia Trifirò, G. et al. “Large-Scale Postmarketing Surveillance of Biological Drugs for Immune-Mediated Inflammatory Diseases Through an Italian Distributed Multi-Database Healthcare Network: The VALORE Project.” BioDrugs : clinical immunotherapeutics, biopharmaceuticals and gene therapy, 1–16. 12 Oct. 2021. Leggi qui l’articolo completo. - 19/10/2021
- EMA avvia la valutazione dell’uso di Comirnaty, vaccino COVID-19, in bambini di età compresa tra 5 e 11 anni L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione di una domanda di estensione dell’uso di Comirnaty, vaccino COVID-19 di BioNTech/Pfizer, a bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. Comirnaty è un vaccino per la prevenzione di COVID-19 attualmente autorizzato per essere usato nelle persone di età pari o superiore a 12 anni. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina, nota come proteina spike, che è naturalmente presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino predispone l’organismo a difendersi contro il SARS-CoV-2. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA esaminerà i dati sul vaccino, compresi i risultati di uno studio clinico in corso su bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, al fine di decidere se raccomandarne l’estensione d’uso. Il parere del CHMP sarà quindi trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione, che è previsto tra un paio di mesi, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari. Comirnaty è stato autorizzato per la prima volta nell’UE nel dicembre 2020. Maggiori informazioni sul medicinale sono disponibili sul sito web dell’EMA. Leggi qui il comunicato EMA. - 19/10/2021
- Chiarimenti sulla tempistica di presentazione di una variazione di modifica stampati a seguito di una raccomandazione del PRAC L’adeguamento alle raccomandazioni e conclusioni di una procedura di signal management, definita dall’articolo 107h della Direttiva 2001/83/EC, dall’articolo 28a del Regolamento (EC) No 726/2004 e dal capitolo III del Regolamento di Implementazione della Commissione (UE) No 520/2012, costituisce un obbligo di legge per tutti i titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC). Quando una procedura di valutazione di un segnale di sicurezza porta ad una variazione dei termini dell’autorizzazione all’immissione in commercio, tutti i titolari di AIC dei medicinali contenenti il/i principio/i attivo/i oggetto della procedura sono tenuti a presentare una domanda di variazione per allineare i loro prodotti all’esito della stessa. Le tempistiche di implementazione sono generalmente indicate all’interno della raccomandazione PRAC pubblicata sul sito dell’EMA insieme ai testi da implementare. I titolari AIC dei medicinali coinvolti sono, pertanto, tenuti a consultare periodicamente il suddetto sito per conoscere gli adempimenti da assolvere. La tempistica standard per la presentazione delle variazioni è di 60 giorni dalla data di pubblicazione sul sito dell’EMA, a meno che nel testo della raccomandazione sia espressamente indicata una data differente. Si ricorda che i titolari di AIC hanno l’obbligo legale di garantire che le informazioni sul medicinale siano aggiornate con le raccomandazioni del PRAC pubblicate sul sito web dell’EMA, in linea con l’articolo 16, paragrafo 3, del Regolamento (CE) n. 726/2004 e l’articolo 23, paragrafo 3, della Direttiva 2001/83/CE. - 15/10/2021
- EMA avvia la rolling review di Evusheld (tixagevimab e cilgavimab) Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha avviato la rolling review di Evusheld (noto anche come AZD7442), un’associazione di due anticorpi monoclonali (tixagevimab e cilgavimab), sviluppata da AstraZeneca AB per la prevenzione di COVID-19 negli adulti. La decisione del CHMP di avviare tale revisione si basa sui risultati preliminari di studi clinici che suggeriscono che il medicinale può contribuire a proteggere contro la malattia. L’EMA ha avviato l’esame dei dati provenienti da studi di laboratorio e sugli animali (dati non clinici). L’EMA valuterà ulteriori dati relativi alla qualità, alla sicurezza e all’efficacia del medicinale non appena saranno disponibili. La rolling review proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti prove a sostegno della presentazione di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’azienda. L’EMA valuterà inoltre se Evusheld rispetta gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità dell’UE. Sebbene non sia possibile prevedere la tempistica complessiva, la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria, grazie al lavoro già svolto durante la rolling review. L’Agenzia europea per i medicinali fornirà un aggiornamento nel momento in cui sarà presentata la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per il medicinale. Qual è il meccanismo d’azione previsto del medicinale? Il medicinale è costituito da due anticorpi monoclonali, tixagevimab e cilgavimab. Un anticorpo monoclonale è un tipo di proteina progettato per riconoscere e legarsi ad una struttura specifica (chiamata antigene). Tixagevimab e cilgavimab sono stati progettati per legarsi alla proteina spike del SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19, in due siti differenti. Legandosi alla proteina spike, si prevede che impediscano al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo e provocare l’infezione. Poiché gli anticorpi si legano a diverse parti della proteina, il loro utilizzo in associazione può essere più efficace rispetto all’uso in monoterapia. Cos’è una rolling review?La rolling review è uno strumento regolatorio di cui l’EMA si serve per accelerare la valutazione di un medicinale o vaccino promettenti durante un’emergenza sanitaria pubblica. Di norma, tutti i dati sull’efficacia, la sicurezza e la qualità di un medicinale o di un vaccino e tutta la documentazione richiesta devono essere presentati all’inizio della valutazione nell’ambito di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. Nel caso della rolling review, il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA provvede ad esaminare i dati non appena diventano disponibili dagli studi in corso. Una volta che il CHMP stabilisce che vi sono dati sufficienti, l’azienda può presentare una domanda formale. Grazie alla possibilità di esaminare i dati quando diventano disponibili, il CHMP può formulare un parere sull’autorizzazione di un medicinale in tempi più brevi. Durante la revisione ciclica e per tutta la durata della pandemia, l’EMA e i suoi comitati scientifici ricevono il supporto della task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che riunisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee per fornire consulenza sullo sviluppo, l’autorizzazione e il monitoraggio della sicurezza di medicinali e vaccini anti-COVID-19, oltre ad agevolare un’azione regolatoria rapida e coordinata. Leggi qui il comunicato EMA. - 15/10/2021
- Nota Informativa Importante su COVID-19 Vaccine Janssen A seguito delle valutazioni condotte a livello europeo, l’Agenzia Italiana del Farmaco desidera informarla sui seguenti punti: Trombocitopenia immune (PTI): Casi di PTI, alcuni con livelli molto bassi di piastrine (<20.000 per μL), sono stati riportati molto raramente, solitamente entro quattro settimane dalla vaccinazione con COVID-19 Vaccine Janssen. Tali segnalazioni includono casi con sanguinamento e casi con esito fatale, alcuni dei quali si sono verificati in soggetti con una storia clinica di PTI. Se un soggetto ha una storia clinica di PTI, prima di somministrare il vaccino deve essere preso in considerazione il rischio di sviluppare bassi livelli di piastrine e, dopo la vaccinazione, si raccomanda il monitoraggio della conta delle piastrine.I soggetti vaccinati devono essere informati sui segni e sintomi della PTI, come sanguinamento spontaneo, lividi o petecchie.I soggetti con diagnosi di trombocitopenia insorta entro tre settimane dalla vaccinazione con COVID-19 Vaccine Janssen devono essere attivamente valutati per segni di trombosi per stabilire una potenziale diagnosi di Sindrome trombotica trombocitopenica (TTS) che richiede una gestione clinica specializzata. Tromboembolia venosa (TEV): La tromboembolia venosa (TEV) è stata osservata raramente in seguito alla vaccinazione con COVID-19 Vaccine Janssen.Il rischio di TEV deve essere preso in considerazione in soggetti a maggior rischio per tromboembolia.Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di TEV. I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi quali respiro affannoso, dolore toracico, dolore alle gambe, gonfiore alle gambe, o dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. I soggetti che presentano trombosi entro tre settimane dalla vaccinazione devono essere valutati per trombocitopenia per stabilire una potenziale diagnosi di sindrome trombotica trombocitopenica (TTS) che richiede una gestione clinica specializzata. Leggi qui la nota informativa AIFA sul vaccino Janssen. - 13/10/2021
- Nota Informativa Importante su VAXZEVRIA™/COVID-19 Vaccine AstraZeneca A seguito della procedura di segnale condotta a livello europeo, l’Agenzia Italiana del Farmaco desidera informarla sui seguenti punti emersi dalla valutazione: Dopo la somministrazione di Vaxzevria sono stati riportati casi di trombocitopenia, inclusa la trombocitopenia immune (PTI), tipicamente entro le prime quattro settimane successive alla vaccinazione.Questi eventi di trombocitopenia si sono manifestati molto raramente con livelli di piastrine molto bassi (<20.000 per μL) e/o erano associati a sanguinamento.Alcuni di questi casi si sono verificati in soggetti con un’anamnesi di trombocitopenia immune.Sono stati segnalati casi con esito fatale. Se un individuo ha una storia di disordine trombocitopenico, come per esempio la trombocitopenia immune, prima di somministrare il vaccino deve essere preso in considerazione il rischio di sviluppare bassi livelli di piastrine e, dopo la vaccinazione, si raccomanda il monitoraggio della conta delle piastrine. Leggi qui la nota informativa AIFA su Vaxzevria/Astrazeneca. - 13/10/2021
- ASSL SASSARI – Corso ECM: Farmacovigilanza e Vaccinovigilanza: sicurezza dei vaccini anti-COVID-19. Il corso ECM promosso dal Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna è rivolto a medici, farmacisti e infermieri della ASSL di SASSARI. Obiettivi del corso saranno la promozione delle conoscenze su tematiche di Farmacovigilanza e Vaccinovigilanza, in particolare riguardo ai vaccini contro il COVID-19. Verranno illustrate le tappe che hanno portato allo sviluppo dei vaccini anti-COVID-19, le caratteristiche dei vaccini disponibili o in via di sviluppo con particolare attenzione al relativo profilo di efficacia e sicurezza, le strategie vaccinali a livello nazionale e sovranazionale. Docenti del corso saranno la Responsabile del CRFV Sardegna, altri operatori del Centro e il Prof. Paolo Castiglia Ordinario di Igiene presso l’Università di Sassari e Responsabile regionale della Prevenzione. Ulteriori edizioni del corso rivolte ad operatori di altre Aziende Sanitarie della Sardegna si terranno successivamente. Il corso ECM si terrà il 9 e il 18 novembre 2021 dalle ore 10 alle 13 presso la sala riunioni, Palazzina H, Complesso sanitario di Rizzeddu, via Rizzeddu 21, Sassari L’iscrizione al corso ECM può essere effettuata via e-mail all’indirizzo: farmacovigilanza.sassari@atssardegna.it Scarica qui il programma del corso:Download Leggi qui la locandina del corso:Download Scarica qui il modulo di iscrizioneDownload - 13/10/2021
- Nono Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il nono Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 settembre 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 101.110 segnalazioni su un totale di 84.010.605 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 120 ogni 100.000 dosi), di cui l’85,4% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi corrispondono al 14,4% del totale, con un tasso di 17 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate. Come riportato nei precedenti Rapporti, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (76% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore.Comirnaty è il vaccino attualmente più utilizzato nella campagna vaccinale italiana (71,2%), seguito da Vaxzevria (14,5%), Spikevax (12,5%) e COVID-19 Vaccino Janssen (1,8%). In linea con i precedenti Rapporti, la distribuzione delle segnalazioni per tipologia di vaccino ricalca quella delle somministrazioni (Comirnaty 68%, Vaxzevria 22%, Spikevax 9%, COVID-19 vaccino Janssen 1%). Per tutti i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, reazione locale o dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. In relazione alle vaccinazioni cosiddette eterologhe a persone al di sotto di 60 anni che avevano ricevuto Vaxzevria come prima dose sono pervenute 262 segnalazioni, su un totale di 644.428 somministrazioni (la seconda dose ha riguardato nel 76% dei casi Comirnaty e nel 24% Spikevax), con un tasso di segnalazione di 40 ogni 100.000 dosi somministrate. Nella fascia di età compresa fra 12 e 19 anni, alla data del 26/09/2021 sono pervenute 1.358 segnalazioni di sospetto evento avverso su un totale di 5.623.932 di dosi somministrate, con un tasso di segnalazione di 24 eventi avversi ogni 100.000 dosi somministrate. La distribuzione per tipologia degli eventi avversi non è sostanzialmente diversa da quella osservata per tutte le altre classi di età. Relativamente alla somministrazione della terza dose, iniziata nel mese di settembre, è stata effettuata soltanto una segnalazione, a fronte di circa 46.000 dosi somministrate. Considerata la stabilità dell’andamento delle segnalazioni per i diversi vaccini COVID-19, il Rapporto di sorveglianza non sarà più pubblicato con cadenza mensile bensì trimestrale. Resta invece mensile l’aggiornamento dei grafici interattivi disponibili sul sito dell’AIFA. Leggi qui il nono rapporto di sicurezza sui vaccini anti-COVID-19. - 13/10/2021
- L’EMA riceve la domanda di AIC per Ronapreve (casirivimab / imdevimab) per il trattamento e la prevenzione di COVID-19 L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per l’associazione di anticorpi monoclonali Ronapreve (casirivimab / imdevimab). L’azienda richiedente è Roche Registration GmbH. Ronapreve è sviluppato in collaborazione da Regeneron Pharmaceuticals Inc. e Roche Registration GmbH, per il trattamento di COVID-19 in adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età, che non necessitano di ossigenoterapia supplementare ma che sono a maggior rischio di progredire verso la forma severa della malattia, nonché per la prevenzione di COVID-19 in adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni. L’EMA valuterà i benefici e i rischi di Ronapreve secondo tempistiche ridotte e potrebbe formulare un parere entro due mesi, a seconda della solidità dei dati presentati e dell’eventuale necessità di ulteriori informazioni a sostegno della valutazione. La possibilità di procedere secondo una tempistica più breve dipende unicamente dal fatto che il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea ha già analizzato i dati relativi al medicinale nel corso della rolling review. Durante questa fase, il CHMP ha valutato i dati degli studi di laboratorio e sugli animali, nonché i dati sulla qualità del medicinale, oltre ai dati clinici, compresi quelli provenienti da una sperimentazione clinica che ha analizzato l’efficacia di Ronapreve nel prevenire l’ospedalizzazione in pazienti ambulatoriali adulti con COVID-19 confermata che non necessitavano di ossigenoterapia supplementare. Il CHMP ha valutato altresì i dati di un secondo studio clinico sull’efficacia del medicinale nella prevenzione di COVID-19 in adulti e bambini a rischio di infezione da SARS-CoV-2 (il virus responsabile della malattia) da parte di un membro della famiglia con diagnosi di COVID-19.Parallelamente, il comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA ha portato a termine la valutazione preliminare del piano di gestione del rischio (RMP) proposto dall’azienda, che delinea le misure volte a identificare, caratterizzare e ridurre al minimo i rischi del medicinale. A sua volta, il Comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA ha emesso il proprio parere sul piano d’indagine pediatrica (PIP) aziendale per casirivimab e imdevimab, che descrive in che modo i medicinali devono essere sviluppati e studiati per l’uso nei bambini, in linea con le tempistiche accelerate accordate ai medicinali anti-COVID-19. Qualora i dati aggiuntivi presentati assieme alla domanda di autorizzazione all’immissione in commercio siano sufficienti per consentire al CHMP di concludere che i benefici di Ronapreve superano i rischi nel trattamento e nella prevenzione di COVID-19, l’EMA collaborerà strettamente con la Commissione europea per accelerare la decisione sul rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio in tutti gli Stati membri dell’UE e del SEE. L’EMA fornirà ulteriori aggiornamenti al momento del parere del CHMP. Qual è il meccanismo d’azione previsto del medicinale? Il medicinale è costituito da due anticorpi monoclonali, casirivimab e imdevimab. Un anticorpo monoclonale è un anticorpo (un tipo di proteina) progettato per riconoscere e legarsi ad una struttura specifica (chiamata antigene). Casirivimab e imdevimab sono stati progettati per legarsi alla proteina spike di SARS-CoV-2 in due siti diversi. Legandosi alla proteina spike, impediscono al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. Ronapreve è destinato ad essere somministrato per infusione (flebo) in vena o per iniezione sottocutanea. Leggi qui il comunicato EMA. - 12/10/2021
- Sito produttivo aggiuntivo per il vaccino COVID-19 Vaccine Janssen Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha approvato un sito produttivo aggiuntivo per COVID-19 Vaccine Janssen, il vaccino sviluppato da Janssen-Cilag International NV. Il sito, che si trova a West Point (Pennsylvania) negli Stati Uniti ed è gestito da Merck Sharp & Dohme Corp, produrrà il vaccino nella sua formulazione finale. Si prevede che il sito contribuirà ad assicurare l’approvvigionamento continuo di COVID-19 Vaccine Janssen nell’Unione europea. La raccomandazione non necessita di una decisione della Commissione europea, per cui il sito può diventare operativo immediatamente. L’EMA è in dialogo costante con tutti i titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini anti-COVID-19, i quali stanno cercando di ampliare la loro capacità produttiva per assicurare la fornitura di vaccini. L’Agenzia fornisce orientamenti e consulenza sulle evidenze necessarie per supportare e accelerare le domande di aggiunta di nuovi siti o di aumento della capacità di quelli esistenti per la produzione di vaccini anti-COVID-19 di elevata qualità. Leggi qui il comunicato EMA. - 08/10/2021
- Comirnaty e Spikevax: raccomandazioni EMA su dosi aggiuntive e richiami Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha concluso che è possibile somministrare una dose aggiuntiva dei vaccini anti-COVID-19 Comirnaty (BioNTech/Pfizer) e Spikevax (Moderna) a persone con un sistema immunitario gravemente indebolito, almeno 28 giorni dopo la seconda dose. La raccomandazione giunge dopo che alcuni studi hanno dimostrato che una dose aggiuntiva di questi vaccini ha aumentato la capacità di produrre anticorpi contro il virus che provoca COVID-19 nei pazienti che hanno subito un trapianto d’organo e che presentano un sistema immunitario indebolito. Sebbene non vi siano evidenze dirette del fatto che la capacità di produrre anticorpi in questi pazienti abbia protetto contro COVID-19, si prevede che la dose aggiuntiva aumenti la protezione almeno in alcuni pazienti. L’EMA continuerà a monitorare tutti i dati sull’efficacia che saranno disponibili. Le informazioni sul prodotto di entrambi i vaccini saranno aggiornate per includere questa raccomandazione. Dosi di richiamo È importante distinguere tra dosi aggiuntive per coloro che presentano un sistema immunitario indebolito e dosi di richiamo per le persone con sistema immunitario normale. In quest’ultimo caso, il CHMP ha valutato i dati relativi a Comirnaty che mostrano un aumento dei livelli anticorpali a seguito della somministrazione di una dose di richiamo circa 6 mesi dopo la seconda dose, in persone di età compresa tra 18 e 55 anni.Sulla base di tali dati, il Comitato ha concluso che si possono prendere in considerazione dosi di richiamo almeno 6 mesi dopo la seconda dose per le persone di età pari o superiore a 18 anni. La somministrazione della dose di richiamo seguirà le raccomandazioni ufficiali a livello nazionale definite dalle autorità sanitarie pubbliche, tenendo conto dei dati emergenti sull’efficacia e delle eventuali incertezze in merito alla sicurezza. Il rischio di condizioni infiammatorie a carico del cuore o altri effetti indesiderati molto rari dopo un richiamo non è noto ed è oggetto di attento monitoraggio. Come per tutti i medicinali, l’EMA continuerà a esaminare tutti i dati sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino. Ulteriori informazioni sulle raccomandazioni riguardanti le dosi di richiamo per Comirnaty saranno disponibili nelle informazioni sul prodotto aggiornate. Al momento, il CHMP sta valutando i dati a sostegno della dose di richiamo per Spikevax. L’EMA renderà noto l’esito una volta completata la valutazione. Campagne nazionali di immunizzazione L’attuazione delle campagne di vaccinazione nell’Unione europea rimane prerogativa dei gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione (NITAG) che orientano le campagne vaccinali in ciascuno Stato membro dell’UE. I NITAG sono nella posizione migliore per tener conto delle condizioni locali, tra cui la diffusione del virus (in particolare qualsiasi variante che desta preoccupazione), la disponibilità di vaccini e le capacità dei sistemi sanitari nazionali. L’EMA continuerà a collaborare strettamente con le autorità nazionali e con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) per valutare i dati disponibili e formulare raccomandazioni intese a proteggere i cittadini durante la pandemia in corso. Leggi qui la nota informativa EMA. - 05/10/2021
- Nuove informazioni di sicurezza per gli operatori sanitari su vaccini COVID-19 Janssen e Vaxzevria Nella riunione di settembre il Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC), nell’ambito del parere sugli aspetti relativi alla sicurezza, ha concordato i comunicati diretti agli operatori sanitari (DHPC) contenenti importanti informazioni sulla sicurezza dei vaccini COVID-19 Janssen e Vaxzevria in merito ai rischi di trombocitopenia immune e tromboembolia venosa (Janssen) e trombocitopenia inclusa trombocitopenia immune (Vaxzevria). Le note informative importanti per il vaccino COVID-19 Janssen e per Vaxzevria saranno inoltrate al CHMP (Comitato per i Medicinali per uso umano dell’EMA)- A seguito della raccomandazione del CHMP, le note saranno diffuse agli operatori sanitari dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio, secondo un piano di comunicazione concordato. Si invitano gli operatori sanitari a prendere visione del documento allegato. Leggi qui la nota informativa EMA. - 05/10/2021
- Estensione del periodo di validità di Comirnaty (flaconcino chiuso) Il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) e il Foglio illustrativo (FI) del vaccino Comirnaty sono stati aggiornati con la nuova durata di validità per il flaconcino congelato, che è stata estesa da 6 mesi a 9 mesi. Le condizioni di conservazione non cambiano (temperatura compresa tra -90°C e -60°C). Durante il periodo di validità di 9 mesi, i flaconcini chiusi possono essere conservati e trasportati a una temperatura compresa tra – 25°C e – 15 °C per un unico periodo di tempo della durata massima di 2 settimane, e possono essere nuovamente riportati a una temperatura compresa tra – 90°C e – 60°C. Questa estensione di 3 mesi si applica anche, retroattivamente, ai flaconcini prodotti prima della data di approvazione. Tutti i flaconcini con una data di scadenza successiva a marzo 2022 saranno già aggiornati con il nuovo periodo di validità a 9 mesi. Leggi qui la nota del titolare Pfizer-BioNTech. - 05/10/2021
- L’EMA riceve la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per Regkirona (regdanvimab) per il trattamento di pazienti affetti da COVID-19 L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per l’anticorpo monoclonale Regkirona (regdanvimab, conosciuto anche come CT-P59), per il trattamento di adulti affetti da COVID-19 che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad alto rischio di progredire verso la forma severa della malattia. L’azienda che ha presentato la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio è Celltrion Healthcare Hungary Kft. L’EMA valuterà i benefici e i rischi di Regkirona secondo tempistiche ridotte e potrebbe formulare un parere entro due mesi, a seconda della solidità dei dati presentati e dell’eventuale necessità di ulteriori informazioni a sostegno della valutazione. La possibilità di procedere secondo una tempistica più breve dipende unicamente dal fatto che il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia ha già analizzato alcuni dei dati relativi al medicinale nel corso della rolling review. Durante questa fase, il CHMP ha valutato i dati degli studi di laboratorio e degli studi sugli animali, nonché i dati sulla qualità del medicinale, oltre ad analizzare i dati provenienti da uno studio sugli effetti di Regkirona in pazienti ambulatoriali adulti con sintomi di COVID-19 da lievi a moderati, che non hanno bisogno di ossigeno supplementare. Parallelamente, il comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA ha portato a termine la valutazione preliminare del piano di gestione del rischio (RMP) proposto dall’azienda, che delinea le misure volte a identificare, caratterizzare e a ridurre al minimo i rischi del medicinale. Inoltre, il comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA ha emesso un parere sul piano d’indagine pediatrica (PIP) dell’azienda, che descrive in che modo il medicinale dovrebbe essere sviluppato e studiato per l’uso nei bambini, in linea con le tempistiche accelerate accordate ai medicinali anti-COVID-19, ed è stata adottata una decisione a livello di EMA. Qualora i dati aggiuntivi presentati assieme alla domanda di autorizzazione all’immissione in commercio fossero sufficienti per consentire al CHMP di concludere che i benefici di Regkirona superano i rischi nel trattamento di COVID-19, l’EMA collaborerà strettamente con la Commissione europea per accelerare la decisione sul rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio in tutti gli Stati membri dell’UE e del SEE. L’EMA fornirà un aggiornamento al momento del parere del CHMP. Qual è il meccanismo d’azione previsto del medicinale? Regdanvimab è un anticorpo monoclonale che agisce contro SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Un anticorpo monoclonale è un tipo di proteina progettata per legarsi ad una struttura specifica (chiamata antigene). Regdanvimab è stato progettato per legarsi alla proteina spike del SARS-CoV-2. Legandosi alla proteina spike, riduce la capacità del virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. Si prevede che in tal modo si ridurrà la necessità di ricovero ospedaliero nei pazienti affetti da COVID-19. Leggi qui il comunicato EMA. - 05/10/2021
- L’EMA avvia una revisione del rischio di meningioma con i medicinali contenenti nomegestrolo o clormadinone L’EMA ha avviato una revisione dei medicinali contenenti i principi attivi nomegestrolo o clormadinone. Questi medicinali possono essere usati da soli o in combinazione con altri principi attivi, per trattare disturbi ginecologici quali amenorrea (assenza di cicli mestruali) e altri disturbi mestruali, sanguinamento uterino, endometriosi (una condizione in cui il tessuto che riveste la parete interna dell’utero si sviluppa in organi diversi da esso), tensione mammaria, e come terapia ormonale sostitutiva o contraccettivi (per il controllo delle nascite). La revisione è stata richiesta dall’Agenzia Regolatoria dei Medicinali Francese (ANSM) in seguito a nuovi dati provenienti da due studi epidemiologici, condotti in Francia, in donne che assumono questi medicinali, per approfondire il rischio di meningioma, un tumore delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Questo tumore è solitamente non maligno e non è considerato un cancro, ma a causa della localizzazione all’interno e intorno al cervello e al midollo spinale, i meningiomi possono in casi rari causare gravi problemi. Casi di meningioma sono stati riportati in donne che avevano assunto medicinali contenenti nomegestrolo o clormadinone, e nelle informazioni del prodotto di alcuni dei medicinali sono già incluse delle avvertenze. Tuttavia, le informazioni per i prescrittori e per i pazienti potrebbero differire tra i diversi Stati Europei. I dati provenienti dai due studi suggeriscono che il rischio di meningioma aumenta con la dose e la durata del trattamento e potrebbe essere maggiore nelle donne che hanno assunto nomegestrolo o clormadinone per diversi anni. Gli studi hanno anche mostrato che, dopo l’interruzione del trattamento per uno o più anni da parte delle donne che hanno assunto nomegestrolo o clormadinone, il rischio di sviluppare questi tumori risulta ridotto e paragonabile al rischio nella popolazione che non ha mai usato questi medicinali. Alla luce di questi nuovi dati, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee – PRAC) esaminerà ora le evidenze disponibili e formulerà delle raccomandazioni sulle modifiche delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei medicinali contenenti nomegestrolo e clormadinone in tutta l’UE. Maggiori informazioni sui medicinali I medicinali contenenti nomegestrolo acetato o clormadinone acetato attualmente in revisione sono disponibili in compresse da assumere per via orale. Sono disponibili da soli o in combinazione con estrogeni e sono commercializzati con diversi nomi commerciali tra cui: Belara, Lutenyl, Luteran, Naemis, Zoely e diversi medicinali generici. Ad eccezione di Zoely (nomegestrolo acetato/estradiolo), che è autorizzato con procedura centralizzata, tutti gli altri medicinali coinvolti in questa procedura sono stati autorizzati con procedura nazionale. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione dei medicinali a base nomegestrolo e clormadinone è stata avviata su richiesta della Francia, in base all’articolo 31 della Direttiva 2001/83/EC. La revisione è condotta dal Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), il comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza dei medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Le raccomandazioni del PRAC saranno quindi trasmesse al Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP), responsabile per le questioni relative ai medicinali per uso umano, che adotterà un parere. La fase finale della procedura di revisione è l’adozione, da parte della Commissione europea, di una decisione giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati Membri dell’UE. Leggi qui la nota EMA. - 05/10/2021
- Nota Informativa Importante su CHAMPIX (varenicline) Riepilogo delle informazioni riguardo al richiamo dei lotti di CHAMPIX (varenicline) a causa della presenza dell’impurezza N-nitroso-vareniclina al di sopra dei livelli di assunzione giornalieri accettabili: Tutti i lotti di CHAMPIX (vareniclina) in cui sono stati riscontrati livelli di N-nitroso-vareniclina al di sopra dei livelli di assunzione giornalieri accettabili stabiliti a livello europeo sono stati ritirati.In base ai dati disponibili, non c’è un rischio immediato per i pazienti che assumono il medicinaleIl ritiro dei lotti determinerà ulteriori carenze del medicinale CHAMPIX (un precedente ritiro di diversi lotti è stato effettuato a luglio 2021)Per i pazienti che sono già in trattamento con CHAMPIX, potrebbe non essere possibile completare la terapia e gli operatori sanitari potrebbero considerare il passaggio ad altre alternative terapeutiche.Le alternative potranno essere diverse nei vari paesi, ma potrebbero includere il trattamento sostitutivo con nicotina (NRT – Nicotine Replacement Therapy) e buproprione.Gli operatori sanitari devono inoltre tenere conto della possibile necessità di ridurre gradualmente il dosaggio, come riportato nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) “Alla fine del trattamento, l’interruzione di CHAMPIX è stata associata ad un aumento di irritabilità, desiderio compulsivo di fumare, depressione e/o insonnia fino al 3% dei pazienti.”Gli operatori sanitari devono informare i pazienti in trattamento di non interrompere l’assunzione di CHAMPIX senza consultarli, e di contattare il proprio medico prescrittore per ogni dubbio o chiarimento, se necessario. Leggi qui la nota informativa dal sito AIFA. - 30/09/2021
- AIFA rende disponibili i medicinali anakinra, baricitinib e sarilumab per il trattamento del COVID-19 Nella riunione straordinaria del 23 settembre 2021, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha valutato le nuove evidenze che si sono rese disponibili all’utilizzo per il trattamento del COVID-19 di anakinra, baricitinib e sarilumab, farmaci immunomodulanti, attualmente autorizzati per altre indicazioni. I tre farmaci, pur avendo proprie specificità, si aggiungono al tocilizumab nel trattamento di soggetti ospedalizzati con COVID-19 con polmonite ingravescente sottoposti a vari livelli di supporto con ossigenoterapia. Tale decisione, basata sulle evidenze di letteratura recentemente pubblicate, allarga il numero di opzioni terapeutiche e nello stesso tempo consente di evitare che l’eventuale carenza di tocilizumab o di uno di questi tre farmaci possa avere un impatto negativo sulle possibilità di cura. Nella riunione del 28 settembre 2021, il CdA di AIFA ha approvato l’inserimento dei tre farmaci anakinra, baricitinib e sarilumab nell’elenco della L.648/96, che consente la copertura a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Il provvedimento sarà efficace dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Leggi qui il comunicato AIFA. Leggi qui le schede delle terapie per il Covid-19 disponibili. - 29/09/2021
- Nota Informativa Importante su RoActemra (tocilizumab) Sintesi: Si prevede una carenza temporanea in Italia nella fornitura di RoActemra 20 mg/ml concentrato per soluzione per infusione (e.v.) a partire dal giorno 16/09/2021. Il rifornimento è previsto entro il giorno 21/12/2021.In caso di carenza nella fornitura, l’interruzione del trattamento con RoActemra potrebbe portare al verificarsi di una recidiva (aumento dell’attività della malattia/peggioramento dei sintomi) nelle seguenti indicazioni terapeutiche approvate per le formulazioni e.v.: artrite reumatoide (AR) (adulti), artrite idiopatica giovanile poli articolare (AIGp) (in pazienti con età pari o superiore ai 2 anni), artrite idiopatica giovanile sistemica (AIGs) (in pazienti con età pari o superiore a 2 anni).Si dovrebbe quindi rivalutare l’attuale condizione generale della malattia del paziente, il regime di trattamento e il potenziale rischio di una recidiva (nel caso in cui le dosi di RoActemra vengano saltate per tutta la durata della carenza pari a 14 settimane).Per i pazienti con rischio di recidiva sono disponibili trattamenti alternativi:per AR, AIGp e AIGs:Per AR, è stato autorizzato anche il trattamento con sarilumab s.c.; è necessario stabilire l’appropriatezza delle condizioni del paziente per il passaggio a questa terapia.Nel caso in cui la terapia e.v. sia esaurita, iniziarne una a base di tocilizumab s.c. già dalla successiva dose di soluzione e.v. programmata. Alla risoluzione della carenza della fornitura, può essere reintrodotta la terapia a base di tocilizumab e.v. circa 2 settimane dopo l’ultima iniezione s.c.per la sindrome da rilascio di citochine (CRS) indotta da cellule CAR-T: poiché solo tocilizumab e.v. è stato approvato per questa patologia, l’azienda si impegna a garantirne la fornitura. In alcune circostanze, i pazienti potrebbero dover recarsi presso l’ospedale/la clinica di riferimento per la somministrazione di un trattamento alternativo. Informazioni di base e potenziale impatto dell’interruzione del trattamento RoActemra (tocilizumab) in formulazione endovenosa è indicato per: Artrite reumatoide (AR) in pazienti adulti (s.c. e e.v.);Artrite idiopatica giovanile poli articolare (AIGp) in pazienti con età pari o superiore ai 2 anni; Artrite idiopatica giovanile sistemica (AIGs) in pazienti con età pari o superiore ai 2 anni; Sindrome da rilascio di citochine (CRS) indotta da CAR-T in pazienti adulti e pazienti pediatrici di età pari o superiore ai 2 anni. In Italia, il tocilizumab e.v. è impiegato anche per il trattamento dei pazienti adulti ospedalizzati con COVID-19 grave e/o con livelli elevati degli indici di infiammazione sistemica (legge 648/96). È in valutazione la possibile autorizzazione di trattamenti alternativi. Lo scopo di questa comunicazione è quello di informarLa di una carenza temporanea nelle forniture per RoActemra 20 mg/ml concentrato per soluzione per infusione (RoActemra e.v.), e di fornire opzioni terapeutiche per mitigare qualsiasi rischio potenziale di recidiva nei pazienti durante questo periodo. Questa carenza nelle forniture non è legata ad alcun problema di sicurezza ed è relativa alla sola formulazione endovena. La domanda globale di RoActemra è aumentata ad un ritmo senza precedenti. Attualmente la formulazione sottocute non è impattata. Roche ha considerato attentamente varie opzioni per gestire al meglio questo divario tra domanda e offerta. Per RoActemra e.v. la situazione viene gestita in modo proattivo su base continua. L’obiettivo è quello di minimizzare l’impatto su ogni singolo paziente. Tuttavia, diversi Paesi saranno colpiti in momenti diversi, a seconda delle scorte attuali, e non si può escludere che alcuni di essi possano dover far fronte a una carenza di entrambe le formulazioni (RoActemra s.c. e RoActemra e.v.) nello stesso momento. Le date di inizio e di fine previste per la carenza di forniture in Italia sono comunicate di seguito e sono disponibili anche nella sezione Sintesi soprariportata. Non si può escludere il rischio di recidiva (aumento dell’attività della malattia/peggioramento dei sintomi) nel caso in cui i pazienti saltassero una o più dosi programmate di RoActemra a causa di questa carenza temporanea. Sono disponibili opzioni di trattamento alternative per i pazienti a rischio di recidiva, come descritto nella sezione Sintesi sopra riportata. Roche sta lavorando a pieno ritmo per aumentare la capacità produttiva e la fornitura estendendo la rete di produzione e attuando una collaborazione attiva con partner esterni per massimizzare la produzione di RoActemra, ove possibile, con l’obiettivo di aumentare la fornitura disponibile a livello globale. Sulla base dei dati attuali, per l’Italia si prevede una carenza di RoActemra e.v. a partire dal giorno 16/09/2021. Il rifornimento è previsto entro il giorno 21/12/2021. Richiamo alla segnalazione di reazioni avverse I medici e gli altri operatori sanitari a norma di legge, devono trasmettere, entro 2 giorni o entro 36 ore in caso di medicinali di origine biologica, al Responsabile di Farmacovigilanza della struttura sanitaria di appartenenza o, qualora operanti in strutture sanitarie private, tramite la direzione sanitaria, al responsabile di farmacovigilanza della ASL competente per territorio, le segnalazioni di sospette reazioni avverse, utilizzando le apposite schede (cartacea o elettronica) reperibili al seguente link: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. L’AIFA coglie l’occasione per ricordare a tutti Operatori Sanitari l’importanza della segnalazione delle sospette reazioni avverse da farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio rischio favorevole nelle reali condizioni di impiego. Le segnalazioni di Sospetta Reazione Avversa da farmaci devono essere inviate al Responsabile di Farmacovigilanza della Struttura di appartenenza dell’Operatore stesso. La presente Nota Informativa viene anche pubblicata sul sito dell’AIFA (https://www.aifa.gov.it) la cui consultazione regolare è raccomandata per la migliore informazione professionale e di servizio al cittadino. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 28/09/2021
- EMA valuta i dati sulla dose di richiamo del vaccino anti-COVID-19 Spikevax L’EMA ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’uso di una dose di richiamo di Spikevax (il vaccino anti-COVID-19 di Moderna) da somministrare almeno 6 mesi dopo la seconda dose a persone di età pari o superiore a 12 anni. Le dosi di richiamo sono somministrate alle persone vaccinate (ossia a coloro che hanno completato la vaccinazione primaria) per ripristinare la protezione dopo il calo. Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA condurrà una valutazione accelerata dei dati presentati dall’azienda che commercializza Spikevax (Moderna), compresi i risultati provenienti da uno studio clinico in corso. Sulla base dell’esame, il CHMP raccomanderà se aggiornare le informazioni sul prodotto del vaccino. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione a tempo debito. Mentre la valutazione è in corso, l’EMA e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno reso noto, in un comunicato separato, la loro posizione riguardo alla necessità di una dose aggiuntiva o di una dose di richiamo dei vaccini anti-COVID-19. Sebbene EMA ed ECDC non considerino urgente la necessità di somministrare una dose di richiamo di tali vaccini alla popolazione in generale, l’EMA sta valutando la domanda presentata per garantire che siano presenti evidenze a sostegno di dosi ulteriori, se necessario. Le indicazioni sulle modalità di somministrazione dei vaccini rimangono prerogativa dei gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione che orientano le campagne vaccinali in ciascuno Stato membro dell’UE. Mentre l’EMA si occupa di valutare i dati, gli Stati membri possono già prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di dosi di richiamo e di dosi aggiuntive. Spikevax è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019. È attualmente autorizzato per essere usato nelle persone a partire dai 12 anni di età. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina, nota come proteina spike, che è naturalmente presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino predispone l’organismo a difendersi contro il SARS-CoV-2. Leggi qui il comunicato EMA. - 28/09/2021
- Vaccini anti COVID-19: AIFA pubblica l’elenco dei principali farmaci ad attività immunosoppressiva AIFA pubblica l’elenco dei principali farmaci ad attività immunosoppressiva da considerare ai fini della selezione dei soggetti per i quali può essere indicata la dose addizionale di vaccino anti COVID-19. La lista non è esaustiva, ma solo indicativa dei principali farmaci la cui assunzione, contemporaneamente o nei sei mesi antecedenti (ove non specificatamente dettagliato) la somministrazione delle dosi precedenti del vaccino, possa averne ridotto la risposta anticorpale. Pertanto la lista di farmaci pubblicata deve essere utilizzata nell’ambito di una valutazione clinica che tenga conto non solo dei farmaci utilizzati, ma anche della specifica diagnosi, della storia clinica e dello stato attuale del singolo paziente. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. Leggi qui l’elenco dei principali farmaci ad attività immunosoppressiva da considerare ai fini della terza dose. - 23/09/2021
- Imbruvica (ibrutinib): nuovo segnale di sicurezza sull’uso in combinazione con rituximab e ACE inibitori Imbruvica è un medicinale per il trattamento di alcuni tumori del sangue come il linfoma mantellare, la leucemia linfatica cronica (LLC) e la macroglobulinemia di Waldenström (nota anche come linfoma linfoplasmocitico). Un’analisi ad interim di uno studio clinico non sponsorizzato ha suggerito che il rischio di morte improvvisa o cardiaca nei pazienti trattati con un ACE inibitore all’ingresso nello studio era aumentato nei pazienti randomizzati a ibrutinib e rituximab, rispetto a quelli randomizzati a fludarabina, ciclofosfamide e rituximab. A seguito della riunione plenaria di settembre, il PRAC ha discusso nuove informazioni emergenti e ha deciso che è necessaria la revisione di ulteriori dati prima di poter fornire una raccomandazione agli operatori sanitari e ai pazienti. Mentre la valutazione è in corso, gli operatori sanitari devono continuare a seguire le attuali informazioni sul prodotto per Imbruvica. Si ricorda ai pazienti di non interrompere l’assunzione di Imbruvica o ACE inibitori senza aver prima consultato il proprio medico curante e di consultare un medico in caso di domande o dubbi. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito web di EMA Leggi qui la notizia dal sito AIFA. - 20/09/2021
- AIFA: vaccini influenzali per la stagione 2021-2022 È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Determina dell’AIFA che autorizza l’aggiornamento, per la stagione 2021-2022, della composizione dei vaccini influenzali autorizzati secondo procedura registrativa nazionale, di mutuo riconoscimento e decentrata (Determina n. 654/2021).Sono inoltre autorizzati per la stagione 2021-2022 i vaccini influenzali approvati secondo la procedura registrativa centralizzata coordinata dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). La composizione di tutti i vaccini influenzali segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Comitato per i Medicinali per Uso umano (CHMP) dell’EMA. AIFA ricorda che, oltre alle misure di protezione e cura basate su vaccinazioni e all’eventuale uso di farmaci antivirali, una misura importante nel limitare la diffusione dell’influenza è rappresentata da una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie (ad esempio lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; coprire la bocca e il naso con un fazzoletto quando si tossisce e starnutisce e poi gettarlo nella spazzatura; aerare regolarmente le stanze in cui si soggiorna). AIFA invita a segnalare le sospette reazioni avverse che si verificassero dopo la somministrazione di un vaccino, in quanto le segnalazioni contribuiscono al monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio dei vaccini come di ogni altro medicinale. Si ricorda che gli operatori sanitari sono tenuti a segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa osservata. Leggi qui la determina sulla Gazzetta Ufficiale. Leggi qui i vaccini approvati con procedura centralizzata dal sito AIFA. Leggi qui la circolare del Ministero della Salute per il controllo dell’influenza nella stagione 2021-22. - 14/09/2021
- Ottavo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei Vaccini COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato l’ottavo Rapporto di Farmacovigilanza sui Vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 agosto 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 91.360 segnalazioni su un totale di 76.509.846 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 119 ogni 100.000 dosi), di cui l’86,1% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi corrispondono al 13,8% del totale, con un tasso di 13 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate. Come riportato nei precedenti Rapporti, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (80% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore successive. Comirnaty è il vaccino attualmente più utilizzato nella campagna vaccinale italiana (71%), seguito da Vaxzevria (16%), Spikevax (11%) e COVID-19 Vaccino Janssen (2%). In linea con i precedenti Rapporti, la distribuzione delle segnalazioni per tipologia di vaccino ricalca quella delle somministrazioni (Comirnaty 67%, Vaxzevria 24%, Spikevax 8%, COVID-19 vaccino Janssen 1%). Per tutti i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, reazione locale o dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. In relazione alle vaccinazioni cosiddette eterologhe a persone al di sotto di 60 anni che avevano ricevuto Vaxzevria come prima dose sono pervenute 248 segnalazioni, su un totale di 604.865 somministrazioni (la seconda dose ha riguardato nel 76% dei casi Comirnaty e nel 24% Spikevax), con un tasso di segnalazione di 41 ogni 100.000 dosi somministrate. Nella fascia di età compresa fra 12 e 19 anni, alla data del 26/08/2021 sono pervenute 838 segnalazioni di sospetto evento avverso su un totale di 3.798.938 dosi somministrate, con un tasso di segnalazione di 22 eventi avversi ogni 100.000 dosi somministrate. La distribuzione per tipologia degli eventi avversi non è sostanzialmente diversa da quella osservata per tutte le altre classi di età. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. Leggi qui l’ottavo rapporto sulla sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19. - 13/09/2021
- Parere della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA sulla somministrazione di dosi aggiuntive di vaccini contro il COVID-19 La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS), riunita nei giorni 7-9 settembre 2021, ha espresso il proprio parere sulla somministrazione di dosi aggiuntive di vaccino contro il COVID-19, rispondendo ai quesiti posti dal Ministero della Salute. La CTS osserva che la priorità della campagna vaccinale rimane il raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati per ridurre la circolazione del virus e lo sviluppo di varianti e prevenire efficacemente l’insorgenza di patologia grave e di decessi. La CTS ritiene appropriato, in attesa dell’autorizzazione di EMA, rendere disponibili i vaccini Comirnaty e Spikevax come dose addizionale di vaccino COVID-19, dopo almeno 28 giorni dall’ultima somministrazione, a completamento del ciclo vaccinale nei soggetti adulti e adolescenti di età >12 anni (vaccino Comirnaty) o >18 anni (vaccino Spikevax) in condizione di immunosoppressione clinicamente rilevante. Rientrano nella suddetta categoria i trapiantati di organo solido e i soggetti che presentino, sulla base della valutazione clinica, un livello di immunocompromissione assimilabile. come dose booster, al fine di mantenere una efficace risposta immune al vaccino dopo il completamento del ciclo vaccinale, dopo almeno 6 mesi dall’ultima somministrazione, nei grandi anziani (>80 anni) e nei soggetti ricoverati nelle RSA. Tale opzione può essere resa disponibile anche agli operatori sanitari, a seconda del livello di esposizione all’infezione, del rischio individuale di sviluppare forme gravi di COVID-19 e in accordo alla strategia generale della campagna vaccinale. Per la dose aggiuntiva si prevede di somministrare uno dei due vaccini a mRNA autorizzati in Italia (Comirnaty e Spikevax). Il CDA di AIFA, riunito in seduta straordinaria il 9 settembre 2021, ha approvato l’inserimento nell’elenco dei farmaci previsto dalla legge 648/96 della dose addizionale dei vaccini Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna). Il provvedimento sarà efficace dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. Leggi qui il parere della CTS di AIFA sulle dosi aggiuntive di vaccini contro COVID-19. - 10/09/2021
- Aumento della capacità produttiva per il vaccino anti-COVID-19 di BioNTech/Pfizer Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha approvato siti aggiuntivi per la produzione di Comirnaty, il vaccino anti-COVID-19 sviluppato da BioNTech e Pfizer. Il primo si trova a Francoforte sul Meno, in Germania, ed è gestito da Sanofi-Aventis Deutschland GmbH, mentre il secondo è ubicato a Hameln, sempre in Germania, ed è gestito da Siegfried Hameln GmbH. Entrambi produrranno il vaccino nella sua formulazione finale. Questi siti forniranno fino a 50 milioni di dosi in più nel 2021. Tali raccomandazioni non necessitano di una decisione della Commissione europea, per cui i siti possono diventare operativi immediatamente. L’EMA è in dialogo costante con tutti i titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini anti-COVID-19, i quali stanno cercando di ampliare la loro capacità produttiva per assicurare la fornitura di vaccini. L’Agenzia fornisce orientamenti e consulenza sulle evidenze necessarie per supportare e accelerare le domande di aggiunta di nuovi siti o di aumento della capacità di quelli esistenti per la produzione di vaccini anti-COVID-19 di elevata qualità. Leggi qui il comunicato EMA. - 10/09/2021
- Sicurezza del Vaccino Pfizer-BNT in un contesto nazionale. Introduzione Gli studi di pre-approvazione hanno mostrato che i vaccini a base di RNA messaggero (mRNA) contro la sindrome respiratoria acuta provocata dal virus SARS-CoV-2 possedevano un buon profilo di sicurezza, tuttavia questi studi erano soggetti a limitazioni relative alle dimensioni e alla selezione di pazienti. Una valutazione della sicurezza del vaccino a mRNA Pfizer (BNT162b2) rispetto a un’ampia gamma di potenziali eventi avversi risultava necessaria. Metodi Gli autori hanno utilizzato i dati della più grande organizzazione sanitaria in Israele per valutare il profilo di sicurezza del vaccino Pfizer-BNT162b2. Per ogni potenziale evento avverso, in una popolazione di persone senza precedenti diagnosi di tale evento, hanno abbinato individualmente persone vaccinate a persone non vaccinate secondo i criteri sociodemografici e variabili cliniche. I rapporti di rischio e le differenze di rischio a 42 giorni dopo la vaccinazione è stato derivato con l’uso del metodo di Kaplan-Meier. Per contestualizzare questi risultati, hanno eseguito un’analisi simile su persone con infezione da SARS-CoV-2 abbinato a persone non infette. Gli stessi eventi avversi sono stati studiati in seguito alla vaccinazione e confrontati con quanto riportato dopo l’infezione da SARS-CoV-2. Risultati Nell’analisi della vaccinazione, i gruppi vaccinati e di controllo includevano ciascuno una media di 884.828 persone. La vaccinazione era più fortemente associata a un rischio elevato di miocardite (rapporto di rischio, 3,24; intervallo di confidenza al 95% [CI], da 1,55 a 12,44; differenza di rischio, 2,7 eventi ogni 100.000 persone; 95% CI, 1,0-4,6), linfoadenopatia (rapporto di rischio, 2.43; IC 95%, da 2,05 a 2,78; differenza di rischio, 78,4 eventi per 100.000 persone; 95% CI, da 64,1 a 89,3), appendicite (rapporto di rischio, 1,40; IC 95%, da 1,02 a 2,01; differenza di rischio, 5,0 eventi ogni 100.000 persone; 95% CI, da 0,3 a 9,9) e infezione da herpes zoster (rischio rapporto, 1,43; IC 95%, 1,20-1,73; differenza di rischio, 15,8 eventi per 100.000 persone; IC 95%, da 8,2 a 24,2). L’infezione da SARS-CoV-2 è stata associata a un aumento sostanziale di rischio di miocardite (rapporto di rischio, 18,28; 95% CI, da 3,95 a 25,12; differenza di rischio, 11,0 eventi ogni 100.000 persone; 95% CI, da 5,6 a 15,8) e di ulteriori eventi avversi gravi, tra cui pericardite, aritmia, trombosi venosa profonda, embolia, infarto miocardico, emorragia intracranica e trombocitopenia. Conclusioni In questo studio in un contesto di vaccinazione di massa nazionale, il vaccino BNT162b2 non era associato ad un rischio elevato della maggior parte degli eventi avversi esaminati. Il vaccino era associato a un rischio eccessivo di miocardite (da 1 a 5 eventi per 100.000) persone). Il rischio di questo evento avverso potenzialmente grave e di molti altri gravi eventi avversi erano sostanzialmente maggiori dopo l’infezione da SARS-CoV-2. Bibliografia Barda N, Dagan N, Ben-Shlomo Y, Kepten E, Waxman J, Ohana R, Hernán MA, Lipsitch M, Kohane I, Netzer D, Reis BY, Balicer RD. Safety of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine in a Nationwide Setting. N Engl J Med. 2021 Aug 25. Leggi qui l’articolo completo. - 09/09/2021
- EMA valuta i dati sulla dose di richiamo del vaccino anti-COVID-19 Comirnaty L’EMA ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’uso di una dose di richiamo di Comirnaty da somministrare 6 mesi dopo la seconda dose a persone di età pari o superiore a 16 anni. Le dosi di richiamo sono somministrate alle persone vaccinate (ossia a coloro che hanno completato la vaccinazione primaria) per ripristinare la protezione dopo il calo. Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA condurrà una valutazione accelerata dei dati presentati dall’azienda che commercializza Comirnaty, compresi i risultati provenienti da uno studio clinico in corso su circa 300 adulti con un sistema immunitario sano che hanno ricevuto una dose di richiamo approssimativamente 6 mesi dopo la seconda dose. Il CHMP stabilirà se sarà necessario aggiornare le informazioni sul prodotto del vaccino. L’esito della valutazione è previsto nelle prossime settimane, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari, e sarà comunicato dall’Agenzia europea. Separatamente, l’EMA sta anche valutando i dati presenti in letteratura sull’uso di una terza dose aggiuntiva di un vaccino a mRNA (Comirnaty o SpikeVax) in soggetti gravemente immunocompromessi (ossia soggetti che presentano un sistema immunitario indebolito). Le persone con sistema immunitario molto indebolito che non raggiungono un livello adeguato di protezione con la vaccinazione primaria standard possono aver bisogno di una dose “aggiuntiva” nell’ambito della stessa vaccinazione primaria. L’EMA renderà noto anche l’esito di questa valutazione a tempo debito. Mentre tali analisi sono in corso, l’EMA e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno messo in evidenza, in un comunicato separato, la loro posizione attuale riguardo alla necessità di una dose aggiuntiva o di una dose di richiamo dei vaccini anti-COVID-19. Sebbene EMA ed ECDC non considerino urgente la necessità di somministrare una dose di richiamo di tali vaccini alla popolazione generale, l’EMA sta valutando la domanda presentata per garantire che siano disponibili evidenze a sostegno di dosi ulteriori, se necessario. Le indicazioni sulle modalità di somministrazione dei vaccini rimangono prerogativa dei gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione (NITAG) che orientano le campagne vaccinali in ciascuno Stato membro dell’UE. Mentre l’EMA si occupa di valutare i dati, gli Stati membri possono già prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di dosi di richiamo e di dosi aggiuntive. Comirnaty è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019. È attualmente autorizzato per essere usato nelle persone a partire dai 12 anni di età. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina, nota come proteina spike, che è naturalmente presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino predispone l’organismo a difendersi contro il SARS-CoV-2. Sono disponibili maggiori informazioni sul vaccino. Leggi qui il comunicato EMA. - 07/09/2021
- Considerazioni ECDC-EMA su dosi aggiuntive e di richiamo dei vaccini anti-COVID-19 Secondo una relazione tecnica del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) pubblicata oggi, sulla base delle attuali evidenze non vi è necessità urgente di somministrare dosi di richiamo dei vaccini ai soggetti della popolazione generale che hanno completato il ciclo vaccinale. Dalla relazione si evince inoltre che, per coloro che presentano un sistema immunitario gravemente indebolito, dovrebbero già essere prese in considerazione dosi aggiuntive nell’ambito della vaccinazione primaria. I dati relativi all’efficacia e alla durata della protezione dimostrano che al momento tutti i vaccini autorizzati nell’UE/SEE garantiscono un’elevata protezione contro l’ospedalizzazione, la malattia severa e il decesso correlati a COVID-19, mentre circa un adulto su tre di età maggiore di 18 anni nell’UE/SEE non ha ancora completato la vaccinazione primaria. Alla luce di ciò, la priorità dovrebbe ora essere quella di vaccinare tutti i soggetti idonei che non hanno ancora completato il ciclo di vaccinazione raccomandato. Per integrare gli sforzi di vaccinazione, è altresì fondamentale continuare ad applicare misure quali il distanziamento fisico, l’igiene delle mani e delle vie respiratorie e l’uso di mascherine ove necessario, in particolare in contesti ad alto rischio quali residenze sanitarie assistenziali o reparti ospedalieri con pazienti a rischio di COVID-19 severa. È importante distinguere tra dosi di richiamo per le persone con sistema immunitario normale e dosi aggiuntive per coloro che presentano un sistema immunitario indebolito. Alcuni studi riferiscono che una dose aggiuntiva di vaccino può migliorare la risposta immunitaria in individui immunocompromessi, come i soggetti che hanno ricevuto un trapianto di organo e le cui risposte iniziali alla vaccinazione sono risultate basse. In tali casi, la possibilità di somministrare una dose aggiuntiva dovrebbe essere presa in considerazione già da subito. Si potrebbe anche valutare la possibilità di somministrare una dose aggiuntiva, a titolo precauzionale, agli anziani fragili, in particolare a coloro che vivono in ambienti chiusi, come le residenze sanitarie assistenziali. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) sta valutando i dati sulle dosi aggiuntive e stabilirà se sarà necessario aggiornare le informazioni sul prodotto dei vaccini; inoltre, valuterà i dati sulle dosi di richiamo. Nel frattempo, gli Stati membri possono prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di dosi di richiamo e di dosi aggiuntive. Le indicazioni sulle modalità di somministrazione dei vaccini rimangono prerogativa dei gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione (NITAG) che orientano le campagne vaccinali in ciascuno Stato membro dell’UE. I NITAG sono nella posizione migliore per tener conto delle condizioni locali, tra cui la diffusione del virus (in particolare qualsiasi variante che desta preoccupazione), la disponibilità di vaccini e le capacità dei sistemi sanitari nazionali. L’ECDC aggiornerà la propria relazione tecnica man mano che continuerà la collaborazione con EMA nella raccolta e valutazione dei dati disponibili su dosi di richiamo e dosi aggiuntive. È opportuno che prosegua lo stretto monitoraggio dei dati sull’efficacia dei vaccini e sulle infezioni intercorrenti, in particolare tra i gruppi vulnerabili a rischio di COVID-19 severa e tra coloro che vivono in ambienti chiusi. Nel frattempo, gli Stati membri devono prepararsi all’eventualità di adattare i loro programmi vaccinali qualora si notasse una riduzione sostanziale dell’efficacia dei vaccini in uno o più sottogruppi della popolazione. Leggi qui le considerazioni EMA su dosi aggiuntive. Leggi qui la notizia originale sul sito ECDC. - 02/09/2021
- AIFA pubblica la nuova Nota 99 per la prescrizione dei farmaci per la BPCO L’AIFA rende noto che, a partire dal 1° settembre 2021, entrerà in vigore la nuova Nota 99 per la prescrizione dei farmaci inalatori indicati nella terapia di mantenimento dei pazienti con broncopneumopatia cronico-ostruttiva (BPCO). In base ai dati ISTAT, in Italia la BPCO colpisce circa 3,5 milioni di adulti, di cui una quota significativa riceve una diagnosi solo nelle fasi avanzate della malattia. Inoltre, i dati del Rapporto OSMED 2020 di recente pubblicazione indicano che, una volta iniziata la terapia di mantenimento, una parte dei pazienti va incontro a una interruzione precoce del trattamento.La Nota nasce quindi dall’esigenza di migliorare la gestione della patologia in termini di appropriatezza di diagnosi e terapia farmacologica. I farmaci inclusi nella Nota 99 sono tutti quelli per uso inalatorio che presentano una indicazione nella terapia di mantenimento della BPCO, ovvero beta2-agonisti a lunga durata d’azione (LABA), anticolinergici a lunga durata d’azione (LAMA) e combinazioni precostituite di LABA + ICS (steroide inalatorio), LABA + LAMA e LAMA + LABA + ICS. La Nota 99 è inoltre associata alla eliminazione del piano terapeutico (PT) per le associazioni precostituite di LABA/LAMA, che potranno quindi essere prescritte anche dal Medico di Medicina Generale. Le triplici associazioni LABA/LAMA/ICS continueranno invece ad essere prescritte dallo specialista con PT. La Nota 99 rientra così in un più generale progetto di maggior riconoscimento del ruolo primario della Medicina Generale nella gestione del paziente con patologie croniche, come già avvenuto con l’introduzione della Nota 97 per la prescrizione dei nuovi anticoagulanti orali nella fibrillazione atriale non valvolare. Leggi qui la nota informativa AIFA. Aggiornamento della nota 99: L’AIFA informa che, con determina n. 1025/2021 del 6 settembre 2021, (GU Serie Generale n. 218 del 11-09-2021), è stata aggiornata la Nota 99, relativa alla prescrizione, a carico del Servizio sanitario nazionale, della terapia inalatoria di mantenimento con LABA, LAMA, ICS e relative associazioni precostituite (LABA/ICS, LABA/LAMA, LABA/LAMA/ICS) nei pazienti con BPCO.La Nota 99 era stata introdotta con determina n. 965 del 12 agosto 2021. - 31/08/2021
- Bollettino di Farmacovigilanza della Sardegna – I semestre 2021. Il numero è interamente dedicato al tema della vaccinovigilanza dei vaccini contro il COVID-19. Il bollettino riporta aggiornamenti che riguardano i nuovi segnali di sicurezza relativi ai vaccini anti-COVID in uso in Europa emersi durante quest’anno. La pandemia ha sconvolto tutti i sistemi sanitari del mondo ponendo delle sfide organizzative e cliniche senza precedenti. Allo stesso modo, la campagna di vaccinazione di massa attualmente in corso ha monopolizzato l’attenzione anche della farmacovigilanza e della segnalazione spontanea così come è possibile vedere dai dati di segnalazione della Regione Sardegna relativi al primo semestre del 2021. Buona lettura! Centro Regionale di Farmacovigilanza Sardegna Leggi qui il bollettino relativo al I semetre 2021. - 31/08/2021
- Remdesivir nella pandemia da COVID-19: un’analisi delle segnalazioni spontanee in VigiBase durante il 2020 Introduzione Il profilo di sicurezza del remdesivir, approvato in modo condizionato per il COVID-19, è limitato al periodo della sua introduzione nel 2020. Le reazioni avverse (ADR) che lo riguardano sono state raccolte da VigiBase, il database globale del WHO per le schede di segnalazione dei singoli casi. Obiettivo Lo scopo di questo studio era di provvedere ad un’analisi descrittiva dei dati relativi alle schede di segnalazione per il COVID-19 che riguardavano il remdesivir, tra cui un’analisi di disproporzione delle ADR. Metodi Un algoritmo dedicato capace di recuperare tutte le schede di segnalazione che riguardavano i trattamenti specifici per il COVID-19. Un algoritmo capace di stabilire la gravità basato sui farmaci concomitanti e i sintomi permetteva la selezione del tocilizumab con il suo ben stabilito profilo di sicurezza come paragone per il remdesivir. La statistica descrittiva è stata usata per i dati demografici presenti nelle schede di segnalazione, per tutti i farmaci specifici per il COVID-19, per il remdesivir e il tocilizumab e inoltre per presentare pattern di trattamento di farmaci riportati assieme al remdesivir. È stata condotta un’analisi di disproporzione indirizzata secondo l’indicazione per il COVID-19 per minimizzare i confondenti dalla malattia polisintomatica sottostante. Risultati Durante il 2020 sono state inserite in VIgiBase 14.574 schede di segnalazione relative al COVID-19. Remdesivir era il farmaco riportato più di frequente. Tra le 4944 schede relative al remdesivir in cui tocilizumab non era co-riportato, 93 % descrivevano remdesivir come il solo farmaco sospetto. Sessanta percento delle schede riguardavano maschi, con un’età mediana di 63 anni e la maggioranza originavano dalle Americhe (72%). Per 1089 (21%) delle schede riguardanti il remdesivir, i dati indicavano una malattia grave/critica. I farmaci concomitanti erano maggiormente rappresentati durante i primi 3 giorni del trattamento con remdesivir. L’analisi di disproporzione per il tocilizumab e il remdesivir era principalmente in linea con il profilo di sicurezza di entrambi i farmaci ma suggeriva nuove preoccupazioni riguardanti la sicurezza. Le reazioni avverse più rappresentate per il remdesivir erano rappresentate dalla disfunzione epatica, dal danno renale, dal decesso e dalla bradicardia. Conclusioni La segnalazione globale delle ADR relative al COVID-19 si è rivelata utile nel fornire informazioni sulle ADR e sui modelli di trattamento in questo gruppo di pazienti. L’analisi della disproporzionalità incentrata sull’indicazione, insieme all’uso di un comparatore con un profilo di sicurezza noto, si è dimostrata efficace nell’identificare informazioni di sicurezza note e ha suggerito nuovi problemi di sicurezza per remdesivir. Bibliografia Rocca, E., Gauffin, O., Savage, R. et al. Remdesivir in the COVID-19 Pandemic: An Analysis of Spontaneous Reports in VigiBase During 2020. Drug Saf 44, 987–998 (2021). Leggi qui l’articolo completo. - 27/08/2021
- Inibitori dei check point immunitari e cardiotossicità: un’analisi delle segnalazioni spontanee dalla banca dati Eudravigilance Introduzione Gli inibitori dei check point immunitari sono anticorpi monoclonali rivolti contro i linfociti T citotossici associati all’antigene 4 o a cellule apoptotiche di tipo 1 (PD-1) o al loro ligando (PD-L1). Sono usati nella terapia di molte forme neoplastiche con un miglioramento degli outcomes clinici. Tuttavia sono associati ad alti tassi di mortalità. Le reazioni avverse cardiache (miocarditi, pericarditi, alterazioni del sistema di conduzione) sono rare, ma sono associate ad un più alto tasso di mortalità. Metodi Dal database Eudravigilance sono stati selezionati 2478 pazienti, in terapia con ICIs (ipilimumab, nivolumab, pembrolizumab, atezolizumab, durvalumab, avelumab, cemiplimab) che sono andati incontro ad eventi avversi in un arco temporale compreso dalla loro data di autorizzazione in commercio sino al 14 marzo 2020; il campione è stato stratificato per età, sesso, eventi avversi, indicazione terapeutica, fonte della segnalazione, area geografica, altri farmaci sospetti per la stessa reazione avversa, farmaci concomitanti. E’ stato calcolato Il Report Odds Ratio ad un intervallo di confidenza del 95% per valutare la frequenza di segnalazione delle reazioni avverse “Disturbi cardiaci” in conseguenza all’utilizzo del singolo ICIs; successivamente sono state confrontate le singole frequenze. Risultati Il 76% di tutti i report fu associato all’uso di nivolumab e pembrolizumab, con una maggiore incidenza nella popolazione maschile ed un’età mediana di 69 anni. Gli eventi avversi cardiaci sono stati gravi in più del 99% dei casi e fatali nel 30,1% dei casi. Considerando tali reazioni, in linea con i dati di letteratura, la miocardite è stata la più comune reazione avversa riscontrata (maggiore nella popolazione trattata con nivolumab o con la combinazione nivolumab/ipilumab). Limitazioni allo studio sono date dal database Eudravigilance, dove le reazioni possono essere sotto segnalate e le informazioni possono essere incomplete; inoltre la statistica può essere inficiata dalle caratteristiche epidemiologiche dei tumori, dalla data di immissione in commercio e dai dati di sicurezza del singolo farmaco. Pertanto non può essere stabilito il reale profilo di sicurezza degli ICIs, per cui sarà utile promuovere studi specifici per ogni singolo caso. Bibliografia: Mascolo A, Scavone C, Ferrajolo C et al. Immune Checkpoint Inhibitors and Cardiotoxicity: An Analysis of Spontaneous Reports in Eudravigilance. Drug Saf. 2021 Sep;44(9):957-971. doi: 10.1007/s40264-021-01086-8. E’ possibile leggere qui l’articolo completo - 27/08/2021
- Dopo reazioni avverse gravi a carico della sfera coagulativa con prima dose Vaxzevria possibile richiamo con vaccino a m-RNA anche negli ultra sessantenni A seguito di richieste pervenute da parte di alcune Regioni relativamente agli interventi da adottare a seguito della comparsa di una reazione avversa (ADR) grave dopo la prima dose di un vaccino anti COVID-19, l’AIFA, acquisito il parere della propria Commissione Tecnico-Scientifica, precisa che non è possibile fornire raccomandazioni generali a fronte dell’eterogeneità delle casistiche che necessitano di specifica valutazione clinica. Tuttavia, analogamente a quanto già deciso per i soggetti di età <60 anni, applicando il principio di massima precauzione, l’Agenzia specifica che, nei soggetti che abbiano presentato reazioni avverse gravi di tipo trombotico o comunque a carico della sfera coagulativa dopo somministrazione di Vaxzevria, si può procedere al richiamo con un vaccino a m-RNA. Per le altre casistiche di ADR, si ritiene che, in assenza di dati derivanti da studi ad hoc, non sia possibile esprimere raccomandazioni di carattere generale che prescindano dall’esame delle specifiche ADR e dalla valutazione clinica dei singoli casi. Leggi qui il comunicato AIFA. - 26/08/2021
- Aumento della capacità produttiva dei vaccini anti-COVID-19 Comirnaty (BioNTech/Pfizer) e Spikevax (Moderna) Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha messo in atto raccomandazioni che contribuiranno all’aumento della capacità produttiva e della fornitura dei vaccini anti-COVID-19 nell’Unione Europea. Siti produttivi aggiuntivi e aumento della capacità produttiva per ComirnatyIl CHMP ha approvato un sito produttivo aggiuntivo per Comirnaty, il vaccino anti-COVID-19 sviluppato dalle aziende BioNTech e Pfizer. Lo stabilimento localizzato a Saint Remy sur Avre, Francia, è gestito dalla azienda Delpharm e produrrà il vaccino nella sua formulazione finale. Il sito permetterà di fornire approssimativamente fino a 51 milioni di dosi in più nel 2021.L’EMA ha anche approvato una nuova linea produttiva presso lo stabilimento della azienda BioNTech situato a Marburg, Germania che consentirà l’aumento della capacità produttiva del principio attivo di approssimativamente 410 milioni di dosi nel 2021. Sito produttivo aggiuntivo per SpikevaxIl CHMP ha anche approvato un sito produttivo aggiuntivo per Spikevax, il vaccino anti-COVID-19 sviluppato dalla azienda Moderna. Lo stabilimento localizzato a Bloomington, Indiana, Stati Uniti, è gestito dalla azienda Catalent e produrrà il vaccino nella sua formulazione finale.In aggiunta al nuovo sito produttivo per questo vaccino, il CHMP ha anche approvato siti alternativi responsabili per i controlli/esami dei lotti prodotti e per il confezionamento del vaccino prodotto nello stabilimento gestito dalla azienda Catalent.Il 30 luglio 2021, il CHMP ha approvato l’aumento della capacità produttiva del principio attivo presso due siti negli Stati Uniti (Moderna TX, Inc., Norwood, Massachusetts e Lonza Biologics, Inc., Portsmouth, New Hampshire).Nell’insieme, ci si aspetta che questi cambiamenti consentiranno la produzione di 40 milioni di dosi in più di Spikevax desitinate a rifornire il mercato dell’Unione Europea nel periodo settembre-dicembre 2021. Queste raccomandazioni non richiedono che venga rilasciata la decisione della Commissione Europea e quindi i siti possono diventare operativi da subito. L’EMA è in continuo dialogo con i titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei vaccini anti-COVID-19 che cercano di potenziare la loro capacità produttiva per rifornire di vaccini l’Unione Europea. L’EMA fornisce supporto con lineeguida e pareri sui dati necessari per facilitare e rendere più rapide le procedure per aggiungere nuovi siti o aumentare la capacità produttiva dei siti esistenti al fine di assicurare vaccini anti-COVID-19 di alta qualità. Leggi qui il comunicato EMA. - 25/08/2021
- EMA valuta l’uso di RoActemra in pazienti adulti ricoverati in ospedale con COVID-19 grave L’EMA ha avviato la valutazione dell’antinfiammatorio RoActemra (tocilizumab) per estenderne l’uso al trattamento di pazienti adulti ricoverati in ospedale con COVID-19 grave che stanno già ricevendo un trattamento a base di corticosteroidi e che necessitano di ossigeno supplementare o ventilazione meccanica. RoActemra è considerato un potenziale trattamento per COVID-19 alla luce della sua capacità di bloccare l’azione dell’interleuchina-6, una sostanza prodotta dal sistema immunitario dell’organismo in risposta all’infiammazione, che svolge un ruolo importante nella malattia da coronavirus 19. Leggi qui il comunicato EMA. - 17/08/2021
- Aggiornamento ECDC – EMA su COVID-19 La vaccinazione completa è essenziale per proteggere contro la forma grave di COVID-19, anche quella provocata dalla variante Delta. Con la crescente circolazione della variante Delta del SARS-CoV-2 nei paesi UE/SEE, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) incoraggiano fortemente coloro che sono ammissibili alla vaccinazione ma non sono ancora stati vaccinati ad intraprendere e completare senza indugio il programma di vaccinazione raccomandato per COVID-19. La vaccinazione completa con uno qualsiasi dei vaccini approvati nell’UE/SEE offre un elevato livello di protezione contro la forma grave della malattia e il rischio di morte dovuti al SARS-CoV-2, comprese le varianti, come la Delta. Il livello massimo di protezione è raggiunto dopo che è trascorso un periodo di tempo sufficiente (da sette a quattordici giorni) dal giorno dell’ultima dose di vaccino. La vaccinazione è importante anche per proteggere coloro che sono maggiormente a rischio di sviluppare la forma grave della malattia e di essere ricoverati in ospedale, e permette di ridurre la diffusione del virus e prevenire l’emergere di nuove varianti che destano preoccupazione. Mike Catchpole, direttore scientifico dell’ECDC, ha dichiarato: “Sebbene i vaccini disponibili siano altamente efficaci nel proteggere le persone dalla forma severa di COVID-19, fino a quando non si saranno immunizzate percentuali maggiori della popolazione, il rischio non sarà alle spalle. Stiamo assistendo a un aumento dei casi di COVID-19 in tutta l’UE/SEE e i vaccini rimangono la migliore opzione disponibile per evitare un numero maggiore di progressioni a malattia grave e morti”. Mentre le campagne di vaccinazione accelerano in tutta l’UE/SEE, in alcuni casi può essere consigliabile ridurre l’intervallo tra la prima e la seconda dose, entro i limiti autorizzati, in particolare per le persone a rischio di COVID-19 grave che non hanno completato il programma di vaccinazione raccomandato. Le infezioni nelle persone vaccinate non significano che i vaccini non funzionino Sebbene l’efficacia di tutti i vaccini anti-COVID-19 autorizzati nell’UE/SEE sia molto elevata, nessun vaccino è efficace al 100%. Ciò significa che ci si attende un numero limitato di infezioni da SARS-CoV-2 tra le persone che hanno completato il programma di vaccinazione raccomandato (ossia le “infezioni intercorrenti”). Tuttavia, in caso di infezione, i vaccini sono in grado di prevenire in larga misura la forma grave della malattia e ridurre notevolmente il numero di ricoveri in ospedale a causa di COVID-19. Fergus Sweeney, direttore Studi clinici e produzione dell’EMA ha dichiarato: “Questi vaccini anti-COVID-19 sono molto efficaci. Tuttavia, finché il virus continuerà a circolare, assisteremo al manifestarsi di infezioni intercorrenti nelle persone vaccinate. “Ciò non significa che i vaccini non stiano funzionando. Le persone vaccinate godono di una protezione decisamente migliore contro la forma grave di COVID-19 rispetto alle persone non vaccinate, e dovremmo tutti sforzarci di completare il ciclo di vaccinazione al più presto”. L’EMA e l’ECDC raccomandano a tutti i cittadini ammissibili di completare il ciclo di vaccinazione contro COVID-19. Fino a quando non saranno pienamente vaccinate molte più persone e considerando che il SARS-CoV-2 si sta ancora diffondendo, è necessario che tutti rispettino le normative nazionali e continuino ad adottare misure quali l’uso di mascherine e il rispetto del distanziamento sociale, anche coloro che hanno ricevuto la vaccinazione completa. L’EMA e l’ECDC continuano a collaborare strettamente con altri organismi dell’UE e con le agenzie nazionali, per raccogliere, produrre e condividere i dati scientifici più solidi per aiutare gli Stati membri a proteggere la salute pubblica tenendo conto del loro contesto nazionale. Per maggiori informazioni, consultare i siti web: Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie: COVID-19Agenzia europea per i medicinali: malattia da coronavirus (COVID-19)Portale europeo delle informazioni sulla vaccinazioneDichiarazione congiunta EMA – ECDC del 14 luglio - 17/08/2021
- Vaccino COVID-19 Janssen: la sindrome di Guillain-Barré aggiunta alle Informazioni sul Prodotto come effetto indesiderato molto raro La sindrome di Guillain-Barré (GBS) sarà aggiunta alla lista degli effetti indesiderati del vaccino Janssen COVID-19 con frequenza molto rara e sarà inserita un’avvertenza nelle informazioni sul prodotto per sensibilizzare gli operatori sanitari e le persone che assumono il vaccino. La GBS è un raro disturbo neurologico in cui il sistema immunitario del corpo danneggia le cellule nervose, provocando dolore, intorpidimento e debolezza muscolare che possono progredire, nei casi più gravi, fino alla paralisi. La maggior parte delle persone guarisce completamente dalla patologia. Sebbene casi di GBS dopo la vaccinazione con il vaccino Janssen COVID-19 siano stati segnalati molto raramente, gli operatori sanitari devono prestare attenzione a segni e sintomi di GBS, in considerazione della gravità di questa condizione, per consentire una diagnosi precoce, cure di supporto e trattamento. Si consiglia alle persone vaccinate di rivolgersi immediatamente a un medico se sviluppano segni e sintomi indicativi di GBS, come debolezza alle estremità, visione doppia o difficoltà a muovere gli occhi (vedi sotto per l’elenco dei sintomi). L’EMA conferma che i benefici del vaccino Janssen per il COVID-19 continuano a superare i rischi. Leggi qui il comunicato EMA. - 23/07/2021
- Vaccino anti-COVID-19 Spikevax approvato nell’UE per bambini di età compresa tra 12 e 17 anni Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di concedere un’estensione di indicazione per il vaccino anti-COVID-19 Spikevax (in precedenza COVID-19 Vaccine Moderna), in modo da includere l’uso nei bambini di età compresa tra 12 e 17 anni. Il vaccino è già autorizzato per i soggetti a partire dai 18 anni di età. L’uso di Spikevax nei bambini dai 12 ai 17 anni sarà lo stesso di quello autorizzato per le persone di età pari o superiore ai 18 anni. Il vaccino è somministrato in due iniezioni nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno quattro settimane l’una dall’altra. Gli effetti di Spikevax sono stati analizzati nell’ambito di uno studio condotto su 3732 bambini di età compresa tra 12 e 17 anni. Tale studio in corso è realizzato conformemente al piano d’investigazione pediatrica (PIP) di Spikevax, approvato dal comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA. Lo studio ha mostrato che Spikevax ha prodotto nei bambini di età compresa tra 12 e 17 anni una risposta anticorpale paragonabile a quella osservata in giovani adulti di età compresa tra 18 e 25 anni (come misurato dal livello di anticorpi contro il SARS-CoV-2). Inoltre, nessuno dei 2163 bambini che hanno ricevuto il vaccino ha sviluppato COVID-19 rispetto a quattro su 1073 bambini che hanno ricevuto un’iniezione fittizia. Questi risultati hanno permesso al CHMP di concludere che l’efficacia di Spikevax nei bambini di età compresa tra i 12 e i 17 anni è simile a quella osservata negli adulti. Gli effetti indesiderati più comuni riscontrati nei bambini di età compresa tra 12 e 17 anni sono simili a quelli osservati nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. Tra questi figurano dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi, brividi, nausea, vomito e febbre. Tali effetti sono in genere di entità lieve o moderata e si risolvono entro alcuni giorni dalla vaccinazione. Il comitato ha constatato che, a causa del numero limitato di bambini e adolescenti inclusi nello studio, la sperimentazione non ha potuto rilevare effetti indesiderati non comuni o stimare il rischio di effetti indesiderati noti come la miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e la pericardite (infiammazione della membrana attorno al cuore). Tuttavia, il profilo di sicurezza complessivo di Spikevax determinato negli adulti ha trovato riscontro anche nello studio sugli adolescenti. Il CHMP ha pertanto ritenuto che i benefici di Spikevax nei bambini di età compresa tra 12 e 17 anni sono superiori ai rischi, in particolare in quelli che presentano condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave. La sicurezza e l’efficacia del vaccino sia nei bambini sia negli adulti continueranno ad essere monitorate attentamente durante l’utilizzo nell’ambito delle campagne di vaccinazione in tutti gli Stati membri, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’UE e studi in corso e aggiuntivi condotti dalla società e dalle autorità europee. Qual è il meccanismo d’azione di Spikevax Spikevax predispone l’organismo a difendersi contro COVID-19. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) che porta con sé le istruzioni per produrre la proteina spike. Si tratta di una proteina presente sulla superficie del virus SARS-CoV-2 e di cui il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane. Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo umano leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo le proprie difese naturali, ossia gli anticorpi e le cellule T. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo. L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione. Dove reperire maggiori informazioni Le informazioni sul prodotto approvate dal CHMP per Spikevax contengono informazioni sulla prescrizione destinate agli operatori sanitari, il foglio illustrativo per il pubblico e dettagli sulle condizioni dell’autorizzazione del vaccino. La relazione di valutazione, contenente i dettagli della valutazione dell’uso di Spikevax nei bambini, condotta dall’EMA, sarà pubblicata sul sito dell’Agenzia europea. I dati dello studio clinico presentati dall’azienda nella domanda di estensione dell’indicazione per l’uso pediatrico saranno pubblicati a tempo debito sulla pagina web Clinical data dell’Agenzia. Maggiori informazioni sono disponibili in un documento generale sul vaccino destinato al pubblico, contenente una descrizione dei benefici e dei rischi del vaccino stesso e dei motivi per cui l’EMA ne ha raccomandato l’autorizzazione nell’UE. Monitoraggio della sicurezza di Spikevax In linea con il piano di monitoraggio della sicurezza dell’UE per i vaccini COVID-19, Spikevax è sottoposto ad attento monitoraggio ed è oggetto di attività relative specificamente ai vaccini anti-COVID-19. Sebbene molte persone abbia già ricevuto i vaccini anti-COVID-19, alcuni effetti indesiderati possono ancora emergere a seguito della vaccinazione di un numero ancora più elevato di persone. Le aziende dovranno fornire relazioni mensili sulla sicurezza oltre ad aggiornamenti periodici richiesti dalla legislazione, e dovranno condurre studi per monitorare la sicurezza e l’efficacia dei vaccini nel momento in cui sono somministrati al pubblico. Anche le autorità conducono studi aggiuntivi per il monitoraggio dei vaccini. Queste misure consentono alle autorità regolatorie di valutare rapidamente i dati provenienti da una serie di fonti diverse e di adottare, se necessario, misure regolatorie adeguate per proteggere la salute pubblica. Leggi qui il comunicato EMA. - 23/07/2021
- Il CHMP approva la revisione che non trova alcun legame tra il vettore virale in Zynteglo e il cancro del sangue Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha approvato i risultati di una revisione che ha concluso che non ci sono prove che Zynteglo causi un cancro del sangue noto come leucemia mieloide acuta (AML). Zynteglo, una terapia genica per la beta talassemia, una patologia del sangue, utilizza un vettore virale (o virus modificato) per rilasciare un gene funzionante nelle cellule del sangue del paziente. La revisione ha considerato due casi di AML in pazienti trattati per l’anemia falciforme con un farmaco in sperimentazione, bb1111, in uno studio clinico. Anche se non ci sono state segnalazioni di AML con Zynteglo, entrambi i medicinali usano lo stesso vettore virale e vi era la preoccupazione che il vettore potesse essere implicato nello sviluppo del cancro (oncogenesi inserzionale). La revisione condotta dal comitato di sicurezza dell’EMA (PRAC) supportata da esperti del Comitato per le Terapie Avanzate (CAT) ha riscontrato che era improbabile che il vettore virale potesse essere la causa. In uno dei pazienti, il vettore virale non era presente nelle cellule tumorali, e nell’altro paziente era presente in un sito (VAMP4) che non sembra essere coinvolto nello sviluppo del cancro. Dopo aver esaminato tutte le prove, appare chiaro che le spiegazioni più plausibili per i casi di AML includono il trattamento di condizionamento che i pazienti hanno ricevuto per eliminare le cellule del midollo osseo e il rischio più elevato di cancro del sangue nelle persone con malattia falciforme. I pazienti in trattamento con Zynteglo per la beta talassemia hanno anche bisogno di un trattamento di condizionamento per eliminare le loro cellule del midollo osseo. Gli operatori sanitari devono quindi informare esplicitamente i pazienti che ricevono Zynteglo dell’aumento del rischio di tumori del sangue a causa dei farmaci utilizzati nei trattamenti di condizionamento. Il CHMP ha concordato sull’aggiornamento delle raccomandazioni per il monitoraggio dei pazienti. Gli operatori sanitari dovranno ora controllare i loro pazienti per i sintomi di tumore del sangue almeno una volta all’anno per 15 anni. Il CHMP ha concluso che i benefici di Zynteglo continuano a superare i suoi rischi. Come per tutti i medicinali, l’EMA monitorerà qualsiasi nuovo dato sulla sua sicurezza e aggiornerà i consigli per i pazienti e gli operatori sanitari quando necessario. Leggi qui il comunicato EMA. - 23/07/2021
- EMA avvia la revisione ciclica del vaccino anti-COVID-19 Vidprevtyn Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha avviato la revisione ciclica (rolling review) di Vidprevtyn, un vaccino anti-COVID 19 sviluppato da Sanofi Pasteur. La decisione del CHMP di avviare la revisione ciclica si basa sui risultati preliminari di studi di laboratorio (dati non clinici) e di studi clinici preliminari negli adulti, che suggeriscono che il vaccino induce la produzione di anticorpi che colpiscono il SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19, e possono contribuire a proteggere contro la malattia. L’EMA esaminerà i dati nel momento in cui diventeranno disponibili e stabilirà se i benefici del vaccino superano i rischi. La revisione ciclica proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti prove a sostegno di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. L’EMA valuterà inoltre se Vidprevtyn rispetta gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità dell’UE. Sebbene non sia possibile prevedere la tempistica complessiva, la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria, grazie al lavoro già svolto durante la revisione ciclica. L’Agenzia europea per i medicinali fornirà un aggiornamento nel momento in cui sarà presentata la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino. Qual è il meccanismo d’azione previsto del vaccino? Si prevede che Vidprevtyn predisponga l’organismo a difendersi contro l’infezione da SARS-CoV-2. Si tratta di un vaccino a base di proteine che contiene una versione prodotta in laboratorio della proteina spike presente sulla superficie del coronavirus SARS-CoV-2. Contiene anche un “adiuvante”, una sostanza che contribuisce a rafforzare le risposte immunitarie. Una volta iniettato il vaccino, il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà la proteina spike come estranea e risponderà producendo anticorpi. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà la proteina virale e sarà pronto a difendere l’organismo contro il virus. Cos’è una revisione ciclica?La revisione ciclica è uno strumento regolatorio di cui l’EMA si serve per accelerare la valutazione di un medicinale o vaccino promettenti durante un’emergenza sanitaria pubblica. Di norma, tutti i dati sull’efficacia, la sicurezza e la qualità di un medicinale o di un vaccino e tutta la documentazione richiesta devono essere presentati all’inizio della valutazione nell’ambito di una formale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. Nel caso della revisione ciclica, il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA provvede ad esaminare i dati non appena diventano disponibili dagli studi in corso. Una volta che il CHMP stabilisce che vi sono dati sufficienti, l’azienda può presentare una domanda formale. Grazie alla possibilità di esaminare i dati quando diventano disponibili, il CHMP può formulare un parere sull’autorizzazione di un medicinale in tempi più brevi.Durante la revisione ciclica e per tutta la durata della pandemia, l’EMA e i suoi comitati scientifici ricevono il supporto della task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che riunisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee per fornire consulenza sullo sviluppo, l’autorizzazione e il monitoraggio della sicurezza di medicinali e vaccini anti-COVID-19, oltre ad agevolare un’azione regolatoria rapida e coordinata. Leggi qui il comunicato EMA. - 22/07/2021
- EMA avvia la valutazione di Kineret per il trattamento di pazienti adulti con COVID-19 a maggiore rischio di insufficienza respiratoria severa L’EMA ha avviato la valutazione della domanda di estensione d’uso di Kineret (anakinra) per includere il trattamento della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) in pazienti adulti con polmonite, a rischio di sviluppare un’insufficienza respiratoria severa (incapacità dei polmoni di funzionare correttamente). Kineret è un immunosoppressore (un medicinale che riduce l’attività del sistema immunitario) ed è attualmente autorizzato per trattare una serie di condizioni infiammatorie. Il principio attivo, anakinra, blocca l’attività dell’interleuchina 1, un messaggero chimico coinvolto nei processi immunitari che portano all’infiammazione. Si pensa che ciò potrebbe anche contribuire a ridurre l’infiammazione e i danni ai tessuti associati a COVID-19. Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA valuterà i dati presentati nell’ambito della domanda per stabilire se raccomandare o meno l’estensione di indicazione. I dati presentati includono i risultati di due studi clinici in corso riguardanti la sicurezza e l’efficacia del medicinale in pazienti adulti con COVID-19 ricoverati in ospedale. Il parere del CHMP, unitamente all’eventuale richiesta di ulteriori studi e del monitoraggio aggiuntivo della sicurezza, sarà quindi trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale giuridicamente vincolante e applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione, che è previsto per ottobre, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari. Kineret è autorizzato nell’UE da marzo 2002. Maggiori informazioni sul medicinale sono disponibili sul sito web dell’EMA. Leggi qui il comunicato EMA. - 20/07/2021
- Vaccini a mRNA anti-COVID-19 Comirnaty e Spikevax: rischio di miocardite e di pericardite Con riferimento alle precedenti Note Informative Importanti, l’Agenzia Italiana del Farmaco comunica aggiornamenti su alcuni punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza di miocardite e pericardite dopo vaccinazione con vaccini a mRNA anti-COVID-19 Comirnaty e Spikevax. Dopo la vaccinazione con i Vaccini mRNA anti COVID-19 Comirnaty e Spikevax sono stati osservati casi molto rari di miocardite e pericardite. I casi si sono verificati principalmente nei 14 giorni successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile.I dati a disposizione suggeriscono che il decorso della miocardite e pericardite dopo la vaccinazione non è diverso da quello della miocardite o della pericardite in generale.Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di miocardite e pericardite.Gli operatori sanitari devono istruire i soggetti vaccinati a rivolgersi immediatamente al medico qualora dopo la vaccinazione sviluppino sintomi indicativi di miocardite o pericardite, quali dolore toracico, respiro affannoso o palpitazioni. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 19/07/2021
- COVID-19 Vaccine Janssen: Controindicazione negli individui con pregressa sindrome da perdita capillare e aggiornamento relativo alla sindrome trombotica trombocitopenica Con riferimento alle precedenti Note Informative Importanti, l’Agenzia Italiana del Farmaco comunica aggiornamenti sulla controindicazione negli individui con pregressa sindrome da perdita capillare e sulla sindrome trombotica trombocitopenica dopo vaccinazione con COVID-19 vaccine Janssen. Elementi chiave Sindrome da perdita capillare (CLS): Nei primi giorni successivi alla vaccinazione con COVID-19 Vaccine Janssen sono stati segnalati casi molto rari di sindrome da perdita capillare (CLS), in alcuni casi con esito fatale. In almeno un caso è stata riportata una storia clinica di CLS. COVID-19 Vaccine Janssen è attualmente controindicato nei soggetti che in precedenza hanno presentato episodi di CLS. La CLS è caratterizzata da episodi acuti di edema che colpiscono principalmente gli arti, ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia. I pazienti con un episodio acuto di CLS in seguito alla vaccinazione necessitano di rapida diagnosi e trattamento. Di solito è necessaria una terapia intensiva di supporto. Sindrome trombotica trombocitopenica (TTS): I soggetti con diagnosi di trombocitopenia insorta entro tre settimane dalla vaccinazione con COVID-19 Vaccine Janssen devono essere attivamente valutati per segni di trombosi. Allo stesso modo, i soggetti che presentino trombosi entro tre settimane dalla vaccinazione devono essere valutati per trombocitopenia. La TTS richiede una gestione clinica specializzata. Gli operatori sanitari devono consultare le linee guida applicabili e/o gli specialisti (ad es. ematologi, specialisti nella coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione clinica. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 19/07/2021
- Nota Informativa Importante su Prepidil E Propess (dinoprostone) Prepidil e Propess (dinoprostone) – rafforzamento delle informazioni del prodotto sui rischi di iperstimolazione uterina, rottura uterina e morte fetale/neonatale e limitazione dell’uso a professionisti qualificati, ospedali e cliniche. Riassunto: Le informazioni del prodotto1, Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) e Foglio Illustrativo (FI), dei due medicinali PREPIDIL e PROPESS sono state aggiornate con le seguenti informazioni di sicurezza stabilite a livello europeo e di seguito riportate: rischio di iperstimolazione uterina e di rottura uterina e delle loro gravi complicanze, compresa la morte fetale e neonatale.limiti dell’utilizzo del medicinale solo a professionisti sanitari qualificati, a ospedali e cliniche con unità ostetriche specializzate con attrezzature per il monitoraggio continuo. rafforzamento dell’avvertenza e raccomandazione relativa alla dose massima (PREPIDIL e PROPESS) e all’intervallo di dosaggio (solo per PREPIDIL).rafforzamento delle controindicazioni (solo per PROPESS) e delle avvertenze e precauzioni d’uso, comprese quelle sull’uso concomitante e/o sequenziale di dinoprostone e ossitocina. Leggi qui la nota informativa importante AIFA. - 16/07/2021
- Nota Informativa Importante su CHAMPIX (varenicline) CHAMPIX (varenicline) – Richiamo dei lotti a causa della presenza dell’impurezza N-nitroso-vareniclina al di sopra dei livelli di assunzione giornalieri ritenuti accettabili da Pfizer. Riepilogo I lotti di CHAMPIX (vareniclina) in cui sono stati riscontrati livelli di N-nitroso-vareniclina al di sopra dei livelli di assunzione giornalieri ritenuti accettabili da Pfizer sono stati ritirati. A titolo precauzionale, Pfizer interrompe la distribuzione del medicinale in attesa dei risultati di ulteriori controlli. In base ai dati disponibili, non c’è un rischio immediato per i pazienti che assumono il medicinale. Mentre le autorità europee continuano a valutare i dati, gli operatori sanitari, a titolo precauzionale, non devono prescrivere CHAMPIX a nuovi pazienti.Il ritiro lotti e l’interruzione della distribuzione determineranno carenze del medicinale CHAMPIX.Per i pazienti che sono già in trattamento con CHAMPIX, potrebbe non essere possibile completare la terapia e gli operatori sanitari potrebbero considerare il passaggio ad altre alternative terapeutiche.Le alternative potranno essere diverse nei vari paesi, ma potrebbero includere il trattamento sostitutivo con nicotina (NRT – Nicotine Replacement Therapy) e buproprione. Gli operatori sanitari devono inoltre tenere conto della possibile necessità di ridurre gradualmente il dosaggio, come riportato nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) “Alla fine del trattamento, l’interruzione di CHAMPIX è stata associata ad un aumento di irritabilità, desiderio compulsivo di fumare, depressione e/o insonnia fino al 3% dei pazienti.”Gli operatori sanitari devono informare i pazienti in trattamento di non interrompere l’assunzione di CHAMPIX senza consultarli, e di contattare il proprio medico prescrittore per ogni dubbio o chiarimento, se necessario. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 16/07/2021
- Aggiornamento EMA – ECDC su COVID-19 – Cicli di vaccinazione completi fondamentali per la massima protezione La vaccinazione rimane una delle misure di protezione più efficaci contro COVID-19. In tutti gli Stati membri sono presenti raccomandazioni per la vaccinazione e le campagne vaccinali sono tutt’ora in corso. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) esortano i cittadini dell’UE a vaccinarsi e a rispettare il numero raccomandato di dosi. Ciò risulta particolarmente importante alla luce della diffusione della variante Delta del SARS-CoV-2 (il virus che causa COVID-19), della necessità di proteggere i cittadini, soprattutto quelli a rischio di COVID-19 severa, e della volontà di riaprire e allentare le restrizioni. Leggi qui il comunicato EMA-ECDC. - 16/07/2021
- Comirnaty e Spikevax: possibile collegamento a casi molto rari di miocardite e pericardite Il Comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha concluso che miocardite e pericardite possono verificarsi in casi molto rari a seguito della vaccinazione con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax (precedentemente noto come COVID-19 Vaccine Moderna). Il Comitato raccomanda, pertanto, di inserire la miocardite e la pericardite come nuovi effetti indesiderati nelle Informazioni sul Prodotto, insieme a un’avvertenza per sensibilizzare gli operatori sanitari e le persone che assumono questi vaccini. La miocardite e la pericardite sono malattie infiammatorie cardiache. I sintomi possono variare, ma spesso includono respiro affannoso, battito cardiaco accelerato, che può essere irregolare (palpitazioni), e dolore toracico. Nel giungere alle sue conclusioni, il Comitato ha preso in considerazione tutte le evidenze attualmente disponibili. La valutazione ha incluso una revisione approfondita di 145 casi di miocardite segnalati nello spazio economico europeo (EEA) tra le persone che hanno ricevuto Comirnaty e 19 casi tra le persone che hanno ricevuto Spikevax. Il PRAC ha anche esaminato le segnalazioni di 138 casi di pericardite in seguito all’uso di Comirnaty e 19 casi in seguito all’uso di Spikevax. Al 31 maggio 2021, nel EEA sono state somministrate circa 177 milioni di dosi di Comirnaty e 20 milioni di dosi di Spikevax. Inoltre, il PRAC ha anche esaminato i casi segnalati in tutto il mondo. Il Comitato ha concluso che i casi si sono verificati principalmente entro 14 giorni dalla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani adulti di sesso maschile. In cinque casi verificatisi nel EEA, l’esito è stato fatale. Queste persone erano di età avanzata o avevano malattie concomitanti. I dati disponibili suggeriscono che il decorso della miocardite e della pericardite dopo la vaccinazione è simile al decorso tipico di queste condizioni, che generalmente migliorano con il riposo o il trattamento. Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di miocardite e pericardite. Devono comunicare alle persone che ricevono questi vaccini di rivolgersi immediatamente a un medico se si verificano sintomi indicativi di miocardite o pericardite. Questi includono respiro affannoso, battito cardiaco accelerato, che può essere irregolare, e dolore toracico. Gli operatori sanitari devono consultare le linee guida applicabili e/o consultare specialisti (ad es. cardiologi) per diagnosticare e trattare queste condizioni. In questo momento, non è stato possibile stabilire alcuna relazione causale tra miocardite o pericardite ed altri due vaccini COVID-19 autorizzati nel EEA, COVID-19 Vaccine Janssen e Vaxzevria , e il Comitato ha richiesto ulteriori dati alle società che commercializzano questi vaccini. L’EMA conferma che i benefici di tutti i vaccini COVID-19 autorizzati continuano a superare i rischi, tenuto conto del rischio di malattia COVID-19 e delle complicanze correlate, in quanto le prove scientifiche disponibili dimostrano che tali vaccini riducono i decessi e i ricoveri ospedalieri dovuti a COVID-19. Come per tutti i vaccini, l’EMA continuerà a monitorare la sicurezza e l’efficacia dei vaccini e a fornire al pubblico le informazioni più aggiornate, in particolare man mano che verranno vaccinati adolescenti e giovani adulti e somministrate le seconde dosi. L’agenzia adotterà le misure necessarie nel caso vengano identificati nuovi problemi di sicurezza. Informazioni per il pubblico Casi molto rari di miocardite e pericardite (malattie infiammatorie cardiache) si sono verificati in persone che hanno ricevuto Comirnaty e Spikevax (precedentemente COVID-19 Vaccine Moderna).La possibilità che si verifichino questi eventi è molto bassa, ma i vaccinati devono essere consapevoli dei sintomi, in modo da poter ricorrere ad un trattamento medico tempestivo per favorire la ripresa ed evitare complicazioni.È necessario cercare immediatamente assistenza medica se si manifestano i seguenti sintomi dopo la vaccinazione:Respiro affannosobattito cardiaco accelerato, che può essere irregolaredolore al pettoParli con il suo medico o contatti le autorità sanitarie nazionali competenti per domande sull’uso del vaccino nel suo Paese. Informazioni per gli operatori sanitari A seguito di una revisione di casi molto rari di miocardite e pericardite in persone che hanno ricevuto Comirnaty e Spikevax (precedentemente COVID-19 Vaccine Moderna), gli operatori sanitari devono: prestare attenzione ai segni e ai sintomi di miocardite e pericardite nelle persone che hanno ricevuto questi vaccini;comunicare alle persone che ricevono il vaccino che devono cercare immediatamente assistenza medica se hanno i seguenti sintomi indicativi di miocardite e pericardite dopo la vaccinazione: dolore (acuto e persistente) al petto, palpitazioni o respiro affannoso. Le persone con miocardite o pericardite possono richiedere un trattamento specialistico;consultare le linee guida applicabili e/o consultare specialisti (ad es. cardiologi) per diagnosticare e trattare queste condizioni. Le informazioni sul prodotto verranno aggiornate per includere miocardite e pericardite come effetti indesiderati con frequenza sconosciuta. Verrà inviata una comunicazione diretta agli operatori sanitari (DHPC) che prescrivono, dispensano o somministrano il vaccino. La DHPC sarà inoltre disponibile su una pagina dedicata sul sito web dell’EMA. Maggiori informazioni sui vaccini Comirnaty e Spikevax (COVID-19 Vaccine Moderna) contengono una molecola chiamata mRNA che contiene le informazioni per produrre la proteina spike. Questa è una proteina che si trova sulla superficie del virus SARS-CoV-2 e di cui il virus ha bisogno per entrare nelle cellule del corpo. Quando a una persona viene somministrato uno di questi vaccini, alcune delle sue cellule leggeranno le istruzioni del mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona riconoscerà quindi questa proteina come estranea, produrrà anticorpi e attiverà i linfociti T (globuli bianchi) per attaccarla. Se, in seguito, la persona entrerà in contatto con il virus SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario lo riconoscerà e sarà pronto a difendere l’organismo da esso. Maggiori informazioni sulla procedura Questa revisione di Comirnaty e Spikevax è stata effettuata nel contesto di un segnale di sicurezza. Un segnale di sicurezza è un’informazione su un evento avverso nuovo o non completamente documentato che è potenzialmente causato da un medicinale come un vaccino e che richiede ulteriori indagini. La revisione è stata condotta dal Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA, il Comitato responsabile della valutazione delle questioni di sicurezza per i medicinali per uso umano. Le raccomandazioni del PRAC saranno presentate al Comitato per i medicinali ad uso umano dell’EMA, CHMP, per approvazione. Il PRAC ha valutato i dati per Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen nell’ambito della revisione dei rapporti riassuntivi sulla sicurezza sulla pandemia presentati mensilmente dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Leggi qui il comunicato EMA. - 12/07/2021
- L’EMA sconsiglia l’uso del vaccino Janssen COVID-19 in persone con pregressa sindrome da perdita capillare Il Comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha stabilito che le persone che hanno precedentemente avuto la sindrome da perdita capillare non devono essere vaccinate con il vaccino Janssen COVID-19. Il Comitato ha, inoltre, deciso che la sindrome da perdita capillare deve essere aggiunta alle Informazioni sul Prodotto come nuovo effetto indesiderato del vaccino, insieme a un’avvertenza per sensibilizzare gli operatori sanitari e i pazienti su questo rischio. Il PRAC ha esaminato 3 casi di sindrome da perdita capillare in persone che avevano ricevuto il vaccino Janssen COVID-19, manifestata entro 2 giorni dalla vaccinazione. Una delle persone colpite aveva una storia di sindrome da perdita capillare e due di loro successivamente sono deceduti. Al 21 giugno 2021, sono state somministrate in tutto il mondo oltre 18 milioni di dosi del vaccino Janssen COVID-19. La sindrome da perdita capillare è una condizione molto rara e grave che causa perdita di liquidi dai piccoli vasi sanguigni (capillari), con conseguente gonfiore, principalmente alle braccia e alle gambe, bassa pressione sanguigna, maggiore densità del sangue e bassi livelli ematici di albumina (un’importante proteina ematica). Gli operatori sanitari devono essere consapevoli dei segni e dei sintomi della sindrome da perdita capillare e del rischio di recidiva nelle persone nelle quali è stata precedentemente diagnosticata tale condizione. Le persone che sono state vaccinate con il vaccino COVID-19 Janssen devono cercare assistenza medica immediata se manifestano un rapido gonfiore delle braccia e delle gambe o un improvviso aumento di peso nei giorni successivi alla vaccinazione. Questi sintomi sono spesso associati alla sensazione di svenimento (a causa della bassa pressione sanguigna). Il PRAC continuerà a monitorare i casi riferiti alla sindrome e intraprenderà tutte le ulteriori azioni necessarie. Il PRAC ha anche chiesto a Janssen, la società che commercializza il vaccino, ulteriori informazioni per definire il possibile meccanismo dello sviluppo della sindrome da perdita capillare in seguito alla vaccinazione. Come per tutti i vaccini, l’EMA continuerà a monitorare la sicurezza e l’efficacia del vaccino e a fornire al pubblico le informazioni più aggiornate. Una revisione simile è stata recentemente finalizzata per un altro vaccino COVID-19, Vaxzevria (precedentemente vaccino COVID-19 AstraZeneca). Informazioni per il pubblico Si è verificato un numero molto ridotto di casi di sindrome da perdita capillare in persone che hanno ricevuto il vaccino Janssen COVID-19.Non deve esserle somministrato questo vaccino se ha avuto in precedenza la sindrome da perdita capillare.La sindrome da perdita capillare è una condizione grave. La probabilità che si verifichi tale condizione è molto bassa, ma i vaccinati devono comunque essere consapevoli dei sintomi in modo da poter ricorrere ad un trattamento medico tempestivo per favorire la ripresa ed evitare complicazioni.È necessario rivolgersi immediatamente a un medico se si manifestano i seguenti sintomi nei giorni successivi alla vaccinazione, che possono manifestarsi insieme alla sensazione di svenimento (a causa della pressione sanguigna bassa):rapido gonfiore delle braccia e delle gambeaumento di peso improvvisoParli con il suo medico o contatti le autorità sanitarie nazionali competenti per domande sull’uso del vaccino nel suo Paese. Informazioni per gli operatori sanitari L’EMA ha esaminato i casi di sindrome da perdita capillare in persone che hanno ricevuto il vaccino Janssen COVID-19.Gli operatori sanitari non devono somministrare questo vaccino a chiunque abbia una storia di sindrome da perdita capillare.La sindrome da perdita capillare è una condizione molto rara e grave, che può essere fatale se non trattata. Provoca fuoriuscita di liquidi dai capillari, con conseguente edema che colpisce principalmente gli arti, ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia.Gli operatori sanitari devono essere consapevoli del rischio di recidiva della sindrome da perdita capillare in persone che hanno precedentemente sofferto di tale condizione.Gli operatori sanitari devono essere consapevoli dei segni e dei sintomi della sindrome da perdita capillare. I pazienti con un episodio acuto di sindrome da perdita capillare in seguito alla vaccinazione necessitano di rapida diagnosi e trattamento. Di solito è necessaria una terapia intensiva di supporto.Gli operatori sanitari devono informare le persone che ricevono il vaccino che devono consultare un medico se hanno i seguenti sintomi nei giorni successivi alla vaccinazione, che possono essere associati a sensazione di svenimento (a causa della pressione sanguigna bassa):edema agli artiaumento di peso improvvisoLe informazioni sul prodotto verranno aggiornate per includere una controindicazione nelle persone con una storia di sindrome da perdita capillare. La condizione sarà anche inserita come effetto indesiderato con una frequenza sconosciuta. Verrà inviata una comunicazione diretta agli operatori sanitari (DHPC) che prescrivono, dispensano o somministrano il vaccino. La DHPC sarà inoltre disponibile su una pagina dedicata sul sito web dell’EMA. Maggiori informazioni sul vaccino Il vaccino COVID-19 Janssen è un vaccino per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. Il COVID-19 è causato dal virus SARS-CoV-2. Il vaccino è costituito da un altro virus (della famiglia degli adenovirus) che è stato modificato per contenere il gene per produrre la proteina S da SARS-CoV-2. Il vaccino COVID-19 Janssen non contiene il virus stesso e non può causare COVID-19. Gli effetti indesiderati più comuni sono generalmente lievi o moderati e migliorano entro pochi giorni dalla vaccinazione. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione è stata effettuata dal Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA, il Comitato responsabile della valutazione delle questioni di sicurezza per i medicinali per uso umano, nel contesto di una procedura nota come “variazione di tipo II”. Le raccomandazioni del PRAC saranno presentate al Comitato per i medicinali ad uso umano dell’EMA, CHMP, per approvazione. Leggi qui il comunicato EMA. - 12/07/2021
- Sesto Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il sesto Rapporto di Farmacovigilanza sui Vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 giugno 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 76.206 segnalazioni su un totale di 49.512.799 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 154 ogni 100.000 dosi), di cui l’87,9% sono riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi corrispondono all’11,9% del totale, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose (prima o seconda) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. Come riportato nei precedenti Rapporti, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (80% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore successive. La maggior parte delle segnalazioni sono relative al vaccino Comirnaty (69%), finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (70,6% delle dosi somministrate) e solo in minor misura al vaccino Vaxzevria (24,7% delle segnalazioni e 17,3% delle dosi somministrate), al vaccino Spikevax (5,2% delle segnalazioni e 9,6% delle dosi somministrare) e al vaccino COVID-19 Janssen (1,1% delle segnalazioni e 2,5% delle dosi somministrate). Per tutti i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. Gli eventi avversi gravi correlabili alla vaccinazione più spesso segnalati configurano un quadro di sindrome simil-influenzale con sintomatologia intensa, più frequente dopo la seconda dose dei vaccini a mRNA e dopo la prima dose di Vaxzevria. In relazione alle vaccinazioni cosiddette eterologhe a persone al di sotto di 60 anni che avevano ricevuto Vaxzevria come prima dose sono state inserite 27 segnalazioni, su un totale di 233.034 somministrazioni (la seconda dose ha riguardato nell’86% dei casi Comirnaty e nel 14% Spikevax di Moderna), con un tasso di segnalazione di 12 ogni 100.000 dosi somministrate. Il Rapporto è consultabile qui. - 09/07/2021
- EMA non rileva alcuna prova che colleghi il vettore virale di Zynteglo al cancro del sangue Il comitato di sicurezza dell’EMA (PRAC) ha concluso che non ci sono prove che Zynteglo causi un cancro del sangue noto come leucemia mieloide acuta (AML). Zynteglo, una terapia genica per la beta talassemia, una patologia del sangue, utilizza un vettore virale (o virus modificato) per rilasciare un gene funzionante nelle cellule del sangue del paziente. Il PRAC ha esaminato due casi di AML in pazienti trattati per l’anemia falciforme con un farmaco in sperimentazione, bb1111, in uno studio clinico. Anche se non ci sono state segnalazioni di AML con Zynteglo, entrambi i medicinali usano lo stesso vettore virale e vi era la preoccupazione che il vettore potesse essere implicato nello sviluppo del cancro (oncogenesi inserzionale). La revisione ha riscontrato che era improbabile che il vettore virale potesse essere la causa. In uno dei pazienti, il vettore virale non era presente nelle cellule tumorali, e nell’altro paziente era presente in un sito (VAMP4) che non sembra essere coinvolto nello sviluppo del cancro. Dopo aver esaminato tutte le prove, il PRAC ha concluso che le spiegazioni più plausibili per i casi di AML includono il trattamento di condizionamento che i pazienti hanno ricevuto per eliminare le cellule del midollo osseo e il rischio più elevato di cancro del sangue nelle persone con malattia falciforme. I pazienti in trattamento con Zynteglo per la beta talassemia hanno anche bisogno di un trattamento di condizionamento per eliminare le loro cellule del midollo osseo. Gli operatori sanitari devono quindi informare esplicitamente i pazienti che ricevono Zynteglo dell’aumento del rischio di tumori del sangue a causa dei farmaci utilizzati nei trattamenti di condizionamento. Il PRAC ha anche aggiornato le sue raccomandazioni per il monitoraggio dei pazienti. Gli operatori sanitari dovranno ora controllare i loro pazienti per i sintomi di tumore del sangue almeno una volta all’anno per 15 anni. Il comitato, che ha lavorato a stretto contatto con esperti del Comitato per le Terapie Avanzate (CAT), ha concluso che i benefici di Zynteglo continuano a superare i suoi rischi. Come per tutti i medicinali, il PRAC monitorerà qualsiasi nuovo dato sulla sua sicurezza e aggiornerà i consigli per i pazienti e gli operatori sanitari quando necessario. Maggiori informazioni sul medicinale Zynteglo è un trattamento da somministrare una sola volta per una malattia del sangue nota come beta talassemia in pazienti di età pari o superiore a 12 anni che necessitano di frequenti trasfusioni di sangue. Per produrre Zynteglo, le cellule staminali prelevate dal sangue del paziente vengono modificate utilizzando un virus che inserisce copie funzionanti del gene della beta-globina in tali cellule. Quando queste cellule modificate vengono re-infuse nel paziente, esse vengono trasportate dal flusso sanguigno al midollo osseo dove iniziano a produrre globuli rossi sani in grado di produrre beta-globina. Gli effetti di questo trattamento dovrebbero durare per tutta la vita del paziente. Zynteglo ha ottenuto un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata a maggio 2019. Ciò significa che devono essere fornite ulteriori prove sul medicinale, che l’azienda è tenuta a presentare. L’EMA esamina regolarmente qualsiasi nuova informazione che si renda disponibile. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione di Zynteglo è stata avviata il 18 febbraio 2021, su richiesta della Commissione Europea, ai sensi dell’Articolo 20 del Regolamento (CE) No 726/2004. La revisione è stata condotta dal Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), il Comitato responsabile della valutazione delle questioni di sicurezza per i medicinali per uso umano, che ha lavorato in collaborazione con il Comitato per le terapie avanzate. Le raccomandazioni saranno ora inviate al Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP), responsabile per le questioni riguardanti i medicinali per uso umano, che adotterà il parere dell’Agenzia. La fase finale della procedura di revisione è l’adozione da parte della Commissione Europea, di una decisione legalmente vincolante applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 09/07/2021
- Modelli di utilizzo, efficacia e sicurezza dei mezzi di contrasto al gadolinio: uno studio osservazionale multicentrico prospettico europeo Introduzione Il mercato dei mezzi di contrasto a base di gadolinio (GBCA) dell’UE è cambiato negli ultimi anni a causa della decisione dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) di sospendere l’autorizzazione alla commercializzazione dei GBCA lineari e l’autorizzazione alla commercializzazione dei nuovi GBCA macrociclici generici. Lo studio mira a comprendere i modelli di utilizzo dei (GBCA) e a studiare l’efficacia e la sicurezza dei GBCA nella pratica di routine in tutta Europa. Metodi Si tratta di uno studio prospettico, trasversale, multicentrico, osservazionale in pazienti sottoposti a risonanza magnetica con contrasto. I modelli di utilizzo riportati includono indicazioni, riferimenti e dettagli dell’esame. La valutazione dell’efficacia includeva cambiamenti nella diagnosi radiologica, fiducia diagnostica e qualità dell’immagine. I dati sulla sicurezza sono stati raccolti attraverso la segnalazione spontanea di eventi avversi (AE) da parte dei pazienti. Risultati Sono stati inclusi 2118 pazienti, provenienti da 8 centri in 5 paesi europei, in un periodo compreso tra dicembre 2018 e novembre 2019.Sono stati utilizzati Clariscan, Dotarem (acido gadoterico), Gadovist (gadobutrolo) e ProHance (gadoteridolo) rispettivamente in 1513 (71,4%), 356 (16,8%), 237 (11,2%) e 12 (0,6%) pazienti. Nella maggior parte dei casi, sono stati utilizzati per eseguire esami con indicazioni relative al sistema nervoso centrale (46,2%). Le dosi medie di GBCA erano di 0,10 mmol/kg di peso corporeo, tranne che per Gadovist (media 0,12 mmol/kg). L’uso dei GBCA ha aumentato la fiducia nella diagnosi nel 96,2% degli esami e ha portato a un cambiamento nella diagnosi radiologica nel 73,9% dei pazienti. La qualità dell’immagine è stata considerata eccellente o buona nel 96,1% dei pazienti e in tutti i GBCA. Quattro pazienti hanno riportato AE (0,19%), con solo 1 (0,05%) considerato grave. Conclusioni Questo studio europeo ha confermato che i GBCA sono utilizzati in modo appropriato in Europa per un’ampia gamma di indicazioni. Lo studio ha dimostrato un aumento significativo della fiducia diagnostica dopo l’uso dei GBCA e ha confermato il buon profilo di sicurezza dei GBCA, con risultati comparabili per tutti gli agenti utilizzati Bibliografia Jakobsen, J.Å., Quattrocchi, C.C., Müller, F.H.H. et al. Patterns of use, effectiveness and safety of gadolinium contrast agents: a European prospective cross-sectional multicentre observational study. BMC Med Imaging 21, 74 (2021). Leggi l’articolo completo qui. - 09/07/2021
- Sicurezza ed efficacia del tolcapone nella malattia di Parkinson: revisione sistematica Introduzione Il tolcapone è un efficace inibitore della catecol-O-metiltransferasi per la malattia di Parkinson (PD). Tuttavia, i problemi di sicurezza hanno ostacolato il suo uso nella pratica clinica. L’obiettivo dello studio è quello di fornire prove di sicurezza ed efficacia del tolcapone attraverso una revisione sistematica della letteratura per supportare le scelte dei medici nell’uso di un armamentario terapeutico della malattia di Parkinson sempre più ampio. Metodi Attraverso un’attività svolta su PubMed finalizzata alla ricerca di studi effettuati su pazienti con PD trattati con tolcapone, con l’utilizzo di parole chiave: enzima epatico, eventi avversi (AEs), tempo di riposo giornaliero, dose giornaliera di levodopa, scala unificata di valutazione della malattia di Parkinson (UPDRS) parte-III, qualità della vita (QoL), e sintomi non motori. I database FAERS e EudraVigilance per gli AE sospetti sono stati interrogati per potenziali casi aggiuntivi di epatotossicità. Risultati Sono stati inclusi trentadue studi, per un totale di 4780 pazienti trattati con tolcapone. Per quanto riguarda la sicurezza, lo 0,9% dei pazienti ha mostrato un aumento degli enzimi epatici > 2. In riceche condotte in una linea temporale di 23 anni, sono stati riscontrati 7 casi di lesioni epatiche gravi legate al tolcapone, 3 dei quali con esito fatale. Tutti i casi fatali non hanno seguito le linee guida per il monitoraggio della funzione epatica. La ricerca nel database FAERS e EudraVigilance ha prodotto 61 segnalazioni di sospetti effetti collaterali epatici possibilmente legati al tolcapone. Per quanto riguarda l’efficacia, la riduzione mediana delle ore/giorno trascorse in Off era di 2,1 (range 1-3,2), di levodopa era di 108,9 mg (1-251,5), di “On” UPDRS-III era di 3,6 punti (1,1-6,5). La maggior parte degli studi ha riportato un miglioramento significativo della QoL e dei sintomi non motori. Conclusione I dati della letteratura hanno mostrato l’assenza di preoccupazioni rilevanti per la sicurezza del tolcapone quando viene rispettata una stretta aderenza al monitoraggio della funzione epatica. Data la sua elevata efficacia sulle fluttuazioni motorie, il tolcapone è probabilmente uno strumento sottoutilizzato nell’armamentario terapeutico del PD. Bibliografia Artusi, C.A., Sarro, L., Imbalzano, G. et al. Safety and efficacy of tolcapone in Parkinson’s disease: systematic review. Eur J Clin Pharmacol 77, 817–829 (2021). Leggi l’articolo completo qui. - 07/07/2021
- Nota Informativa Importante su XELJANZ® (tofacitinib) XELJANZ® (tofacitinib) – aumento del rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori e neoplasie maligne con l’uso di tofacitinib rispetto agli inibitori del TNF-alfa. Riepilogo Nello studio clinico completato (A3921133) su pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) di età pari o superiore a 50 anni con almeno un fattore di rischio cardiovascolare aggiuntivo è stata osservata un’aumentata incidenza di infarto miocardico con tofacitinib rispetto ai pazienti trattati con un inibitore del TNF-alfa inibitore.Lo studio ha rilevato anche un’aumentata incidenza di neoplasie maligne (escluso il cancro della pelle non melanoma- NMSC – Non Melanoma Skin Cancer), in particolare cancro del polmone e linfoma, con tofacitinib rispetto ai pazienti trattati con un TNF-alfa inibitore.Tofacitinib deve essere usato solo in pazienti di età superiore a 65 anni, in pazienti fumatori o ex fumatori, pazienti con altri fattori di rischio cardiovascolare e pazienti con altri fattori di rischio di malignità solo se non sono disponibili alternative terapeutiche adeguate.I medici prescrittori devono discutere con i pazienti i rischi associati all’uso di XELJANZ, inclusi infarto miocardico, cancro del polmone e linfoma. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 06/07/2021
- Profilo di sicurezza del vaccino zoster ricombinante adiuvato in popolazioni immunocompromesse: Una panoramica di sei esperimenti Introduzione Il vaccino zoster ricombinante adiuvato (RZV) ha dimostrato un’elevata efficacia contro l’herpes zoster negli adulti anziani e nelle popolazioni immunocompromesse. Sono presenti i dati di sicurezza completi da sei studi clinici in popolazioni immunocompromesse (riceventi di trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe e trapianto renale, pazienti con tumori ematologici maligni, pazienti con tumori solidi e adulti infettati dal virus dell’immunodeficienza umana) che sono ad un rischio maggiore di herpes zoster. Metodi In tutti gli studi esaminati,sono stati arruolati degli adulti immunocompromessi, con età ≥ 18 anni,ai quali è stato somministrato RZV o placebo. La sicurezza è stata valutata nella coorte totale dei vaccinati. Gli eventi avversi sollecitati (AE) sono stati raccolti per 7 giorni e gli AE non sollecitati per 30 giorni dopo ogni dose. Gli AE gravi, gli AE gravi fatali e le potenziali malattie immunomediate sono stati raccolti dalla dose 1 fino a 12 mesi dopo l’ultima dose o alla fine dello studio. I dati sono stati raggruppati per gli AE sollecitati; gli AE non sollecitati, gli AE gravi (fatali) e le potenziali malattie immunomediate sono stati analizzati per ogni singolo studio. Tutti gli AE sono stati analizzati per i sotto-strati di adulti 18-49 anni di età e ≥ 50 anni di età. Risultati In totale, 1587 (RZV) e 1529 (placebo) adulti sono stati inclusi nella coorte vaccinata totale. Gli AE richiesti erano più comuni dopo RZV rispetto al placebo, erano generalmente più comuni nello strato di età più giovane, ed erano per lo più da lievi a moderati e risolti entro 3 giorni (durata mediana). Gli AE non richiesti e gli AE gravi erano in linea con le malattie e le terapie sottostanti. In tutti gli studi, la percentuale di adulti che riportavano uno o più AE non richiesti era comparabile tra RZV e placebo, indipendentemente dallo strato di età. La percentuale di adulti che hanno riportato uno o più AE gravi, AE gravi fatali, o potenziali malattie immunomediate era generalmente simile per RZV e placebo, indipendentemente dallo strato di età. Nel complesso, non sono stati identificati problemi di sicurezza. Conclusioni Il vaccino zoster ricombinante ha un profilo di sicurezza clinicamente accettabile. Con i risultati di efficacia e immunogenicità del vaccino pubblicati in precedenza, questi dati supportano un favorevole profilo beneficio-rischio della vaccinazione RZV in popolazioni immunocompromesse che sono ad un rischio aumentato di contrarre l’herpes zoster. Bibliografia Leggi l’articolo completo qui. López-Fauqued, M., Co-van der Mee, M., Bastidas, A. et al. Safety Profile of the Adjuvanted Recombinant Zoster Vaccine in Immunocompromised Populations: An Overview of Six Trials. Drug Saf 44, 811–823 (2021). - 02/07/2021
- Associazione tra l’esposizione prenatale agli oppioidi e gli esiti del neurosviluppo nella prima infanzia: Uno studio retrospettivo di coorte Introduzione Diversi studi hanno riportato un incremento della prevalenza dell’uso di oppioidi ,su prescrizione, tra le donne in gravidanza. Tuttavia, sono poco noti gli effetti conseguenti all’uso materno di oppioidi sui disturbi del neurosviluppo nella prima infanzia, anche in donne gravide che non presentano evidenti disturbi derivanti dall’uso di oppiodi o di tossicodipendenza. Obiettivo Lo scopo di questo studio è stato quello di quantificare l’associazione tra l’esposizione prenatale agli oppioidi derivante da uso materno in gravidanza su prescrizione medica e gli esiti di ciò sul neurosviluppo nella prima infanzia. Metodi Si tratta di uno studio di tipo retrospettivo, nel quale sono state incluse donne in gravidanza di età compresa tra i 12 e i 55 anni, le quali hanno partorito neonati vivi dal 2010 al 2012, i quali sono stati inseriti in seguito alla randomizzazione effettuata da Optum ed inseriti nel database “Clinformatics® Data Mart”. I neonati nati da madri senza disturbi derivanti dall’uso di oppioidi o tossicodipendenza sono stati definiti idonei allo studio e di conseguenza seguiti fino: all’insorgenza di disturbi del neurosviluppo, alla perdita del follow-up o alla fine dello studio (31 dicembre 2017), a seconda di quale evento si è verificato per primo. Lo score di propensione (deriva dalla probabilità che un paziente sia assegnato a un trattamento basato su covari noti) è stato applicato per ottenere una buona stratificazione del campione, attraverso l’applicazione di aggiustamenti derivanti da fattori confondenti come: le caratteristiche demografiche, le caratteristiche ostetriche, le comorbidità mentali e la condizione del dolore materne, e le misure del peso delle malattie e per ottenere hazard ratio aggiustati (HR) e intervalli di confidenza al 95% (CI). I neonati esposti e non esposti sono stati confrontati sull’incidenza dei disturbi del neurosviluppo. Risultati Su 24.910 neonati esaminati, il 7,6% (1899) è stato esposto in epoca prenatale agli oppioidi su prescrizione. Complessivamente, in 1562 bambini sono stati diagnosticati disturbi del neurosviluppo, con tassi di incidenza grezzi di 2.9 per 100 anni-persona nei bambini esposti contro 2.5 per 100 anni-persona nei bambini non esposti agli oppiodi in epoca prenatale. In seguito all’aggiustamento, non è stata osservata alcuna associazione tra l’esposizione fetale agli oppioidi e il rischio di disturbi del neurosviluppo (HR 1.10; 95% CI 0.92-1.32). Tuttavia, un aumento del rischio di disturbi del neurosviluppo è stato osservato nei bambini con una durata di esposizione cumulativa più lunga (HR 1.70; 95% CI 1.05-2.96) o alte dosi cumulative di oppioidi (HR 1.22; 95% CI 1.01-1.54). Conclusione e rilevanza Nelle donne in stato di gravidanza che non presentavano disturbi derivanti dall’uso di oppioidi o tossicodipendenza, l’uso materno di oppioidi su prescrizione per brevi periodi non è associato a un aumento del rischio di disturbi del neurosviluppo nella prima infanzia. Tuttavia, sono stati osservati maggiori rischi di disturbi precoci del neurosviluppo nei bambini nati da donne che hanno ricevuto oppioidi su prescrizione per una durata più lunga e a dosi più elevate durante la gravidanza. Bibliografia Leggi l’abstract qui. Wen, X., Lawal, O.D., Belviso, N. et al. Association Between Prenatal Opioid Exposure and Neurodevelopmental Outcomes in Early Childhood: A Retrospective Cohort Study. Drug Saf (2021). - 02/07/2021
- L’EMA avvia la revisione dell’ansiolitico Stresam (etifoxina) L’EMA ha avviato la revisione di Stresam (etifoxina), un medicinale autorizzato in alcuni paesi dell’UE per il trattamento dei disturbi ansiosi. La revisione dell’EMA fa seguito ai risultati di un nuovo studio (AMETIS) sull’efficacia di Stresam nel trattamento dei disturbi dell’adattamento (difficoltà ad affrontare un evento stressante) accompagnati da ansia. I risultati dello studio suggeriscono che Stresam ha avuto effetti simili a quelli del placebo (trattamento fittizio). Inoltre, un’analisi dei dati di sicurezza disponibili per il medicinale, compresi i dati dello studio AMETIS e quelli raccolti attraverso il monitoraggio della sicurezza, ha riscontrato che, nonostante le misure adottate nel 2014 per minimizzare il rischio, hanno continuato a verificarsi alcuni effetti indesiderati rari ma gravi. Tra questi figurano reazioni cutanee gravi, danni al fegato, sanguinamento uterino tra un ciclo mestruale e l’altro (soprattutto nelle donne che usano contraccettivi orali) e infiammazione dell’intestino (colite linfocitica). Di conseguenza, l’agenzia francese del farmaco ha chiesto un riesame dei benefici di Stresam a fronte dei relativi rischi. L’EMA valuterà i dati disponibili e raccomanderà se mantenere, variare, sospendere o revocare le autorizzazioni all’immissione in commercio per questo medicinale. Leggi qui il comunicato EMA. - 28/06/2021
- VAXZEVRIA/COVID-19 Vaccine AstraZeneca: controindicazione negli individui con pregressa sindrome da perdita capillare L’Agenzia Italiana del Farmaco aggiorna gli operatori sanitari sui punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza di sindrome da perdita capillare dopo vaccinazione con Vaxzevria: Nei primi giorni successivi alla vaccinazione con Vaxzevria, sono stati segnalati casi molto rari di sindrome da perdita capillare (CLS). In alcuni casi era presente una storia clinica di CLS. È stato riportato un caso con esito fatale.Vaxzevria è attualmente controindicato nei soggetti che in precedenza hanno presentato episodi di CLS. La sindrome da perdita capillare è caratterizzata da episodi acuti di edema che colpiscono principalmente gli arti, ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia. I pazienti con un episodio acuto di CLS in seguito alla vaccinazione necessitano di rapida diagnosi e trattamento. Di solito è necessaria una terapia intensiva di supporto. Il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di Vaxzevria (RCP) è in corso di aggiornamento per l’aggiunta di queste informazioni. Leggi qui la nota informativa di AIFA. - 23/06/2021
- Utilizzo di tocilizumab per la terapia dei pazienti affetti da COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco, nell’ambito della rivalutazione continua sui farmaci utilizzabili per il COVID-19, ha deciso l’inserimento del medicinale tocilizumab nell’elenco dei farmaci di cui alla L. 648/96 per il trattamento di soggetti adulti ospedalizzati con COVID-19 grave e/o con livelli elevati degli indici di infiammazione sistemica, in condizioni cliniche rapidamente ingravescenti. La scheda relativa all’utilizzo di tocilizumb, in cui sono forniti ai clinici elementi utili a orientare la prescrizione e sono chiarite le popolazioni e le modalità di impiego per le quali ci sono maggiori evidenze di beneficio clinico, è disponibile nella pagina “Farmaci utilizzabili per il trattamento della malattia COVID-19”. Leggi qui la scheda aggiornata del Tocilizumab per il trattamento del COVID-19. - 18/06/2021
- Nota Informativa Importante su Cabazitaxel Cabazitaxel Accord 20 mg/ml concentrato per soluzione per infusione: rischio di errori terapeutici e di confusione con Jevtana (60 mg/1,5 ml) concentrato e solvente per soluzione per infusione. Sommario Esiste il rischio di errori terapeutici dovuti alla presenza sul mercato di diverse presentazioni di cabazitaxel:Cabazitaxel Accord (20 mg/ml) concentrato per soluzione per infusione: richiede un processo di diluizione in un’unica fase;Jevtana (60 mg / 1,5 ml) concentrato e solvente per soluzione per infusione: richiede un processo di diluizione in due fasi.Prima della fase di diluizione finale in soluzione di glucosio o in soluzione di cloruro di sodio per infusione, la concentrazione di cabazitaxel è:20 mg/ml per Cabazitaxel Accord10 mg/ml per JevtanaUna confusione tra i prodotti può portare a errori terapeutici con conseguente sovradosaggio con esito potenzialmente fatale, o sotto-dosaggio con riduzione dell’effetto terapeutico (vedere la sezione Informazioni di base riportata di seguito).Verificare sempre attentamente quale prodotto viene utilizzato e le istruzioni di diluizione, per assicurarsi che il paziente riceva la dose corretta di cabazitaxel. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 16/06/2021
- AIFA approva la vaccinazione mista per i soggetti under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di Vaxzevria La Commissione tecnico scientifica (CTS) dell’AIFA, nella riunione del 13 giugno 2021, si è espressa sulle modalità di utilizzo della schedula vaccinale mista in soggetti al di sotto dei 60 anni di età che hanno ricevuto una prima dose di vaccino Vaxzevria, anche in considerazione del mutato scenario epidemiologico di ridotta circolazione virale. Sulla base di studi clinici pubblicati nelle ultime settimane, la CTS ha ritenuto, a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità, di approvare il mix vaccinale (prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty o, per analogia, con il vaccino Moderna). Infine “in considerazione delle evidenze che si sono appena rese disponibili, dell’attuale assenza di specifiche indicazioni nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) dei farmaci in oggetto e della necessità di consentire il regolare svolgimento della campagna vaccinale” l’AIFA ha espresso Parere favorevole “all’inserimento nell’elenco dei farmaci di cui alla legge 648/1996 di Comirnaty e Vaccino COVID-19 Moderna come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto, nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria”. La CTS ha ritenuto che la seconda somministrazione con vaccino a mRNA possa avvenire a distanza di 8-12 settimane dalla somministrazione di Vaxzevria. È attualmente in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale la determina attuativa. Leggi qui la circolare del Ministero della Salute. Leggi qui il parere AIFA. - 15/06/2021
- Vaxzevria: l’EMA ne sconsiglia l’uso in persone con storia di sindrome da aumentata permeabilità capillare Il Comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha stabilito che le persone che hanno precedentemente avuto la sindrome da aumentata permeabilità capillare non devono essere vaccinate con Vaxzevria (ex vaccino COVID-19 AstraZeneca). Il Comitato ha, inoltre, deciso che la sindrome da aumentata permeabilità capillare deve essere aggiunta alle Informazioni sul Prodotto come nuovo effetto indesiderato del vaccino, insieme a un’avvertenza per sensibilizzare gli operatori sanitari e i pazienti su questo rischio.Il PRAC ha effettuato una revisione approfondita di 6 casi di sindrome da aumentata permeabilità capillare in persone che avevano ricevuto Vaxzevria. La maggior parte dei casi si è verificata nelle donne ed entro 4 giorni dalla vaccinazione. Tre delle persone colpite avevano una storia di sindrome da aumentata permeabilità capillare e uno di loro successivamente è deceduto. Al 27 maggio 2021, nell’UE/EEA e nel Regno Unito sono state somministrate più di 78 milioni di dosi di Vaxzevria.La sindrome da aumentata permeabilità capillare è una condizione molto rara e grave che causa perdita di liquidi dai piccoli vasi sanguigni (capillari), con conseguente gonfiore, principalmente alle braccia e alle gambe, bassa pressione sanguigna, maggiore densità del sangue e bassi livelli ematici di albumina (un’importante proteina ematica).Le persone che sono state vaccinate con Vaxzevria devono cercare assistenza medica immediata se manifestano un rapido gonfiore delle braccia e delle gambe, o un improvviso aumento di peso, nei giorni successivi alla vaccinazione. Questi sintomi sono spesso associati alla sensazione di svenimento (a causa della bassa pressione sanguigna).Il PRAC continuerà a monitorare i casi riferiti alla sindrome e intraprenderà tutte le ulteriori azioni necessarie. Leggi qui il comunicato EMA. - 14/06/2021
- COVID-19 Vaccine Janssen: le autorità europee adottano misure per salvaguardare la qualità del vaccino Le autorità europee sono a conoscenza del fatto che un lotto del principio attivo di COVID-19 Vaccine Janssen è stato contaminato con materiali destinati ad un altro vaccino prodotto presso lo stesso sito. La contaminazione è avvenuta in un sito di produzione del principio attivo nel Maryland (Stati Uniti), di proprietà di Emergent Biosolutions. Il lotto in questione non era destinato al mercato dell’UE. Sulla base delle informazioni disponibili, i lotti di vaccino rilasciati nell’UE non sono interessati dalla contaminazione crociata. Tuttavia, come precauzione e per salvaguardare la qualità dei vaccini, le autorità di vigilanza hanno raccomandato di non rilasciare lotti di vaccino contenenti il principio attivo prodotto all’incirca nello stesso momento in cui si è verificata la contaminazione. Le autorità europee stanno facendo tutto il possibile per salvaguardare l’approvvigionamento e mitigare gli effetti di eventuali ritardi nella consegna del vaccino.L’EMA e le autorità nazionali sono inoltre a conoscenza di un’ispezione presso il sito di produzione di Emergent Biosolutions, condotta dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. Le autorità continueranno a collaborare con FDA e con altri partner internazionali per garantire che i vaccini nell’UE soddisfino i più elevati standard di qualità. La problematica riguardante la produzione presso Emergent Biosolutions non è correlata alla recente revisione condotta dall’EMA di casi molto rari di coaguli di sangue e bassi livelli di piastrine. Leggi qui il comunicato EMA. - 14/06/2021
- Vaccini COVID-19: aggiornamento sulla valutazione in corso dei casi di miocardite e pericardite Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) continua la valutazione delle segnalazioni di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione della membrana attorno al cuore) manifestate da un piccolo numero di persone dopo la vaccinazione con i vaccini COVID-19. Il PRAC ha iniziato la sua revisione ad aprile a seguito di casi di miocardite dopo la vaccinazione con Comirnaty in Israele. La maggior parte di questi casi è stata lieve e si è risolta in pochi giorni. Tali eventi riguardavano principalmente i maschi di età inferiore ai 30 anni, con sintomi che iniziavano per lo più entro alcuni giorni dalla vaccinazione con la seconda dose. Casi di miocardite e/o pericardite sono stati segnalati anche nell’Area Economica Europea (EEA) a seguito della vaccinazione con tutti i vaccini COVID-19. Attualmente sono necessarie ulteriori analisi per concludere se esista una relazione causale con i vaccini e il PRAC sta richiedendo dati aggiuntivi alle aziende che li commercializzano. La miocardite e la pericardite sono malattie infiammatorie cardiache che possono verificarsi a seguito di infezioni o malattie immunitarie. A seconda della fonte, l’incidenza di miocardite e pericardite nel EEA varia da 1 a 10 su 100.000 persone all’anno. I sintomi di miocardite e pericardite possono variare, ma spesso includono respiro affannoso, battito cardiaco accelerato, che può essere irregolare, e dolore toracico. Le condizioni di solito migliorano spontaneamente, o con il trattamento farmacologico. Il PRAC incoraggia tutti gli operatori sanitari a segnalare qualsiasi caso di miocardite o pericardite e altri eventi avversi nelle persone cui vengono somministrati questi vaccini. I pazienti che hanno sintomi come respiro affannoso, battito cardiaco accelerato, che può essere irregolare, e dolore toracico dopo la vaccinazione devono consultare il proprio medico. Il PRAC continuerà a monitorare i casi riferiti alla sindrome e intraprenderà tutte le ulteriori azioni necessarie. Leggi qui il comunicato EMA. - 14/06/2021
- Quinto Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il quinto Rapporto di Farmacovigilanza sui Vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 maggio 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 66.258 segnalazioni su un totale di 32.429.611 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 204 ogni 100.000 dosi), di cui circa il 90% sono riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Come riportato nei precedenti Rapporti, gli eventi segnalati insorgono prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (83% dei casi). Le segnalazioni gravi corrispondono al 10,4% del totale, con un tasso di 21 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose (prima o seconda) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. La maggior parte delle segnalazioni sono relative al vaccino Comirnaty (71,8%), finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (68,7% delle dosi somministrate) e solo in minor misura al vaccino Vaxzevria (24% delle segnalazioni e 20,8% delle dosi somministrate), al vaccino Moderna (3,9% delle segnalazioni e 9% delle dosi somministrare), e al vaccino COVID-19 Janssen (0,3% delle segnalazioni e 1,5% delle dosi somministrate). Per tutti i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. Gli eventi avversi gravi correlabili alla vaccinazione più spesso segnalati configurano un quadro di sindrome simil-influenzale con sintomatologia intensa, più frequente dopo la seconda dose dei vaccini a mRNA e dopo la prima dose di Vaxzevria. Il tasso di segnalazione delle trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria è in linea con quanto osservato a livello europeo (1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate, nessun caso dopo seconda dose), prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Il Rapporto è consultabile qui. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. - 11/06/2021
- Nota Informativa Importante su Venclyxto▼ (venetoclax) compresse rivestite con film L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) rende disponibili raccomandazioni aggiornate sulla sindrome da lisi tumorale (TLS) nei pazienti con leucemia linfatica cronica (CLL). Sintesi: Casi con esito fatale di TLS sono stati osservati anche in pazienti che hanno assunto la dose di venetoclax più bassa usata nello schema di titolazione della dose.La TLS è un rischio noto di venetoclax.Per tutti i pazienti è necessaria una rigorosa osservanza della titolazione della dose e delle misure di minimizzazione del rischio di TLS, come indicato nel testo del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP). Una scheda per il paziente, sarà fornita ai medici ematologi e oncologi che prescrivono il medicinale, da consegnare ad ogni paziente. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 10/06/2021
- EMA valuta l’uso di COVID-19 Vaccine Moderna in soggetti di età compresa tra 12 e 17 anni L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione di una domanda di estensione dell’uso di COVID-19 Vaccine Moderna anche a soggetti di età compresa tra 12 e 17 anni. COVID-19 Vaccine Moderna è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019. È attualmente autorizzato per essere usato nelle persone a partire dai 18 anni di età. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina, nota come proteina spike, che è naturalmente presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino predispone l’organismo a difendersi contro il SARS-CoV-2. Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA condurrà una valutazione accelerata dei dati presentati nell’ambito della domanda di estensione, compresi i risultati provenienti da uno studio clinico di grandi dimensioni in corso su adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni. Tale studio è stato realizzato conformemente al piano d’investigazione pediatrica (PIP) di COVID-19 Vaccine Moderna, approvato dal comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA. Il parere del CHMP sull’estensione d’uso del vaccino, unitamente all’eventuale richiesta di ulteriori studi e del monitoraggio aggiuntivo della sicurezza, sarà quindi trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale giuridicamente vincolante e applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione, che è previsto per luglio, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari. COVID-19 Vaccine Moderna è autorizzato nell’UE dal gennaio 2021. Sono disponibili maggiori informazioni sul vaccino. Leggi qui il comunicato EMA. - 09/06/2021
- Raccomandazioni di assistenza clinica per la gestione di una sospetta sindrome trombotica associata a trombocitopenia La task force dell’EMA contro COVID-19 (COVID-ETF) consiglia agli operatori sanitari dell’UE di seguire le raccomandazioni delle società scientifiche al momento di valutare i soggetti che presentano segni e sintomi di sindrome trombotica associata a trombocitopenia a seguito della vaccinazione con Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen.In tale contesto, mette in evidenza gli orientamenti forniti dalla Società internazionale di trombosi ed emostasi (International Society on Thrombosis and Haemostasis, ISTH). La sindrome trombotica associata a trombocitopenia richiede una rapida identificazione e una gestione clinica urgente. Le raccomandazioni nazionali e internazionali vengono aggiornate con il consolidarsi dell’esperienza acquisita nella gestione della sindrome trombotica associata a trombocitopenia e della trombosi e trombocitopenia indotte dall’eparina (HITT), una condizione che presenta alcune analogie con la sindrome trombotica associata a trombocitopenia. La task force ha riconosciuto che esistono differenze tra le linee guida disponibili (principalmente per quanto riguarda i saggi e l’imaging utilizzati per la diagnosi e per orientare il trattamento, nonché le opzioni terapeutiche con anticoagulanti non eparinici, immunoglobuline endovenose e glucocorticoidi). Per la gestione di una sospetta sindrome trombotica associata a trombocitopenia, in particolare se non sono disponibili linee guida locali, la task force raccomanda agli operatori sanitari di prendere in considerazione gli orientamenti provvisori dell’ISTH sulla trombocitopenia trombotica immunitaria indotta dal vaccino, che si basano sulla collaborazione internazionale in corso tra professionisti sanitari. Poiché la gestione della sindrome trombotica associata a trombocitopenia è in evoluzione, gli orientamenti potranno essere ulteriormente aggiornati in futuro. Le raccomandazioni della task force fanno seguito alla revisione condotta dall’EMA sulla sindrome trombotica associata a trombocitopenia, un evento molto raro che si è manifestato a seguito della vaccinazione con Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen. Le conclusioni si basano sulle valutazioni dei segnali di sicurezza dell’EMA, che hanno portato ad aggiornare le informazioni sul prodotto sia per Vaxzevria che COVID-19 Vaccine Janssen. Gli operatori sanitari sono stati informati dei segni e sintomi della sindrome trombotica associata a trombocitopenia con entrambi i vaccini mediante apposite comunicazioni (Dear healthcare professional communications, DHPC), in modo da garantire una diagnosi e un trattamento tempestivi dei soggetti colpiti tramite le linee guida disponibili.L’Agenzia riconosce e sostiene il considerevole lavoro svolto dagli operatori sanitari e dalle società scientifiche, che è essenziale per ottimizzare la gestione dei soggetti con sospetta sindrome trombotica associata a trombocitopenia in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria o COVID-19 Vaccine Janssen. Leggi qui il comunicato EMA. - 07/06/2021
- VAXZEVRIA/COVID-19 Vaccine AstraZeneca: rischio di insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia – Aggiornamento Con riferimento alle precedenti Note Informative Importanti, l’Agenzia Italiana del Farmaco fornisce aggiornamenti sui punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia. Elementi chiave Vaxzevria è controindicato nei soggetti che hanno presentato sindrome trombotica trombocitopenica (TTS) in seguito alla precedente vaccinazione con Vaxzevria.La TTS richiede una gestione clinica specializzata. Gli operatori sanitari devono consultare le linee guida applicabili e/o consultare specialisti (ad esempio, ematologi, specialisti nella coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione.I soggetti con diagnosi di trombocitopenia insorta entro tre settimane dalla vaccinazione con Vaxzevria devono essere attivamente valutati per segni di trombosi. Allo stesso modo, i soggetti che presentino trombosi entro tre settimane dalla vaccinazione devono essere valutati per trombocitopenia. Leggi qui la nota informativa. - 03/06/2021
- Nota Informativa Importante su INOmax – Ossido di azoto (NO) INOmax – Ossido di azoto (NO) – Difficoltà nella chiusura delle valvole delle bombole dopo l’uso: precauzioni da adottare quando si scollegano le bombole dai regolatori di pressione. Riepilogo Vi sono state segnalazioni di utenti che non sono stati in grado di chiudere in maniera corretta la bombola di INOmax® dopo l’apertura, quando la bombola stessa non era del tutto vuota (come indicato dal fatto che il regolatore di pressione continuava a segnalare la presenza di pressione).La percentuale di difettosità stimata è pari allo 0,17% delle bombole consegnate. Tale malfunzionamento non influisce sull’erogazione di INOmax al paziente durante il trattamento. Nonostante l’inconveniente per gli utenti, non si procederà con un ritiro in considerazione del rischio di carenza di un prodotto medicinale critico per i pazienti.Nel caso in cui si verifichi questo problema, l’utente potrebbe non essere in grado di spurgare il manicotto del regolatore di pressione secondo le istruzioni del manuale d’uso per rimuovere il regolatore di pressione dalla valvola della bombola. Ciò non ha alcun impatto sullo spurgo di NO2 dalla macchina.La corretta somministrazione di INOmax non è influenzata dal malfunzionamento riportato. Non sono stati segnalati eventi avversi in pazienti trattati con le bombole di INOmax malfunzionanti.Nel caso in cui si verifichi il malfunzionamento, segua i passaggi illustrati di seguito:Non interrompa un trattamento in corso e continui a utilizzare la bombola fino alla fine del trattamento, o fino a quando la bombola non sia vuota (le bombole vuote possono essere chiuse senza alcun problema).Nel caso in cui ciò si verifichi all’inizio della terapia, si raccomanda, se possibile, di passare al sistema di somministrazione di riserva. Nel caso in cui non sia possibile passare a un sistema di riserva, può comunque avviare ed eseguire la terapia utilizzando la bombola che non può essere chiusa nella maniera corretta. Non provi MAI a rimuovere il regolatore di pressione dalla valvola con la forza, oppure utilizzando strumenti, come ad esempio un cacciavite, per forzare l’estrazione del regolatore, in quanto potrebbero verificarsi ustioni da freddo se si viene a contatto con l’apparecchiatura del regolatore di pressione durante i tentativi di scollegarlo dalla bombola mentre la connessione è ancora sotto pressione.Provi a chiudere la valvola della bombola INOmax tramite l’INOmeter, applicando una pressione decisa con la mano.Se ciò non aiuta a chiudere la valvola della bombola, contatti il Suo rappresentante Linde allo scopo di ricevere ulteriore assistenza.Utilizzi un sistema di somministrazione di riserva, se necessario. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 03/06/2021
- Aumento della capacità produttiva per il vaccino anti-COVID-19 di BioNTech/Pfizer L’EMA ha raccomandato l’approvazione di linee di produzione e riempimento aggiuntive presso il sito produttivo del vaccino di Pfizer a Puurs, Belgio. Si prevede che la raccomandazione del comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia avrà un impatto significativo e immediato sulla fornitura di Comirnaty, il vaccino anti-COVID-19 sviluppato da BioNTech e Pfizer, nell’Unione europea. Sulla base della revisione dei dati presentati da BioNTech Manufacturing GmbH, l’EMA ha ribadito, con la sua decisione, che l’impianto di Puurs è in grado di produrre sistematicamente vaccini di elevata qualità e consente a Pfizer/BioNTech di aumentare i volumi di vaccino prodotti presso tale sito. Le modifiche descritte saranno incluse nelle informazioni disponibili al pubblico relative al vaccino, presenti sul sito web dell’EMA. Leggi qui il comunicato EMA. - 03/06/2021
- AIFA approva l’utilizzo del vaccino Comirnaty per la fascia di età 12-15 anni La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha approvato l’estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty (BioNTech/Pfizer) per la fascia di età tra i 12 e i 15 anni, accogliendo pienamente il parere espresso dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA). Secondo la CTS, infatti, i dati disponibili dimostrano l’efficacia e la sicurezza del vaccino anche per i soggetti compresi in questa fascia di età. Leggi qui il comunicato stampa di AIFA. - 01/06/2021
- Primo vaccino anti-COVID-19 approvato nell’UE per bambini di età compresa tra 12 e 15 anni Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di concedere un’estensione di indicazione per Comirnaty, vaccino anti-COVID-19, in modo da includere l’uso nei bambini di età compresa tra 12 e 15 anni. Il vaccino è già approvato per gli adulti e gli adolescenti a partire dai 16 anni di età.Comirnaty è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina, nota come proteina spike, che è naturalmente presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino predispone l’organismo a difendersi contro il SARS-CoV-2.L’uso di Comirnaty nei bambini dai 12 ai 15 anni sarà lo stesso di quello autorizzato per gli adulti e gli adolescenti di età pari o superiore a 16 anni. Il vaccino è somministrato in due iniezioni nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno tre settimane l’una dall’altra.Gli effetti di Comirnaty nella popolazione pediatrica sono stati studiati su 2260 bambini di età compresa tra 12 e 15 anni. Tale studio è stato realizzato conformemente al piano d’investigazione pediatrica (PIP) di Comirnaty, approvato dal comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA. Lo studio ha mostrato che la risposta immunitaria a Comirnaty in questa fascia di età era paragonabile a quella osservata nella fascia di età compresa tra 16 e 25 anni (misurata dal livello di anticorpi contro il SARS-CoV-2). L’efficacia è stata calcolata su oltre 2000 bambini dai 12 ai 15 anni che non presentavano segni di precedente infezione. I bambini hanno ricevuto il vaccino o placebo (iniezione fittizia), ma non sapevano quale dei due fosse stato somministrato loro. Dei 1005 bambini che hanno ricevuto il vaccino, nessuno ha sviluppato COVID-19, rispetto a 16 bambini su 978 che hanno ricevuto placebo. Ciò significa che, in questo studio, il vaccino ha avuto un’efficacia del 100% nel prevenire la malattia (anche se il tasso reale potrebbe essere compreso tra il 75% e il 100%).Gli effetti indesiderati più comuni riscontrati nei bambini di età compresa tra 12 e 15 anni sono simili a quelli osservati nelle persone di età pari o superiore a 16 anni. Tra questi figurano dolore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre. Tali effetti sono in genere di entità lieve o moderata e si risolvono entro alcuni giorni dalla vaccinazione.Il CHMP ha concluso che i benefici di Comirnaty in questa fascia d’età sono superiori ai rischi.Il comitato ha constatato che, a causa del numero limitato di bambini inclusi nello studio, la sperimentazione non ha potuto rilevare effetti indesiderati rari. Ha inoltre preso atto del fatto che il comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA sta attualmente valutando casi molto rari di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione della membrana attorno al cuore) verificatisi dopo la vaccinazione con Comirnaty, soprattutto in persone di età inferiore a 30 anni.Al momento non vi sono indicazioni che tali casi siano dovuti al vaccino e l’EMA sta monitorando attentamente la questione.Nonostante tale incertezza, il CHMP ha ritenuto che i benefici di Comirnaty nei bambini di età compresa tra 12 e 15 anni siano superiori ai rischi, in particolare in quelli che presentano condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave.La sicurezza e l’efficacia del vaccino sia nei bambini sia negli adulti continueranno ad essere monitorate attentamente durante l’utilizzo nell’ambito delle campagne di vaccinazione in tutti gli Stati membri, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’UE e studi in corso e aggiuntivi condotti dalla società e dalle autorità europee. Qual è il meccanismo d’azione di ComirnatyComirnaty predispone l’organismo a difendersi contro COVID-19. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) che porta con sé le istruzioni per produrre la proteina spike. Si tratta di una proteina presente sulla superficie del virus SARS-CoV-2 e di cui il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane.Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo umano leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo le proprie difese naturali, ossia gli anticorpi e le cellule T.Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo.L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione. Dove reperire maggiori informazioniLe informazioni sul prodotto approvate dal CHMP per Comirnaty contengono informazioni sulla prescrizione destinate agli operatori sanitari, il foglio illustrativo per il pubblico e dettagli sulle condizioni dell’autorizzazione del vaccino.La relazione di valutazione, contenente i dettagli della valutazione dell’uso di Comirnaty nei bambini, condotta dall’EMA, sarà pubblicata sul sito dell’Agenzia europea. I dati dello studio clinico presentati dall’azienda nella domanda di estensione dell’indicazione per l’uso pediatrico saranno pubblicati a tempo debito sulla pagina web Clinical data dell’Agenzia.Maggiori informazioni sono disponibili in un documento generale sul vaccino destinato al pubblico, contenente una descrizione dei benefici e dei rischi del vaccino stesso e dei motivi per cui l’EMA ne ha raccomandato l’autorizzazione nell’UE. Monitoraggio della sicurezza di ComirnatyIn linea con il piano di monitoraggio della sicurezza dell’UE per i vaccini COVID-19, Comirnaty è sottoposto ad attento monitoraggio ed è oggetto di attività relative specificamente ai vaccini anti-COVID-19. Sebbene molte persone abbia già ricevuto i vaccini anti-COVID-19, alcuni effetti indesiderati possono ancora emergere a seguito della vaccinazione di un numero ancora più elevato di persone.Le aziende sono tenute a fornire relazioni mensili sulla sicurezza oltre ad aggiornamenti periodici richiesti dalla legislazione, e a condurre studi per monitorare la sicurezza e l’efficacia dei vaccini nel momento in cui sono somministrati al pubblico. Anche le autorità conducono studi aggiuntivi per il monitoraggio dei vaccini.Queste misure consentono alle autorità regolatorie di valutare rapidamente i dati provenienti da una serie di fonti diverse e di adottare, se necessario, misure regolatorie adeguate per proteggere la salute pubblica. Informazioni sulla proceduraL’estensione di indicazione per Comirnaty è stata concessa mediante una valutazione accelerata. Si tratta di una procedura che riduce i tempi di esame di una domanda da parte del CHMP dell’EMA. Le domande possono essere ammissibili alla valutazione accelerata se il CHMP ritiene che il prodotto sia di grande interesse per la salute pubblica. Leggi qui il comunicato EMA. - 31/05/2021
- Corso ECM per Farmacisti – Farmacovigilanza e Vaccinovigilanza: sicurezza dei vaccini anti-COVID-19. Il corso ECM promosso dal Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna è rivolto ai farmacisti delle Farmacie territoriali della provincia di Cagliari. Obiettivi del corso saranno la promozione delle conoscenze su tematiche di Farmacovigilanza e Vaccinovigilanza, in particolare riguardo ai vaccini contro il COVID-19. Verranno illustrate le tappe che hanno portato allo sviluppo dei vaccini anti-COVID-19, le caratteristiche dei vaccini disponibili o in via di sviluppo con particolare attenzione al relativo profilo di efficacia e sicurezza, le strategie vaccinali a livello nazionale e sovranazionale. Docenti del corso saranno la Responsabile del CRFV Sardegna, altri operatori del Centro e il Prof. Paolo Castiglia Ordinario di Igiene presso l’Università di Sassari e Responsabile regionale della Prevenzione. Ulteriori edizioni del corso rivolte ad operatori di altre Aziende Sanitarie della Sardegna si terranno successivamente. Il corso ECM si terrà il 17 giugno e il 6 luglio 2021 dalle ore 15 alle 18 in modalità streaming. L’iscrizione al corso ECM può essere effettuata via e-mail all’indirizzo: serv.formazione@aoucagliari.it Scarica qui il pieghevole del corso:Download - 31/05/2021
- Dati insufficienti sull’uso di corticosteroidi per inalazione per il trattamento di COVID-19 La task force contro COVID-19 (COVID-ETF) dell’EMA informa gli operatori sanitari che al momento non vi sono prove sufficienti a dimostrare che i corticosteroidi per inalazione apportino un beneficio ai pazienti con COVID-19.Sebbene finora dagli studi non siano emersi rischi per la sicurezza, la task force non ha potuto escludere la possibilità di danni derivanti dall’uso di corticosteroidi per inalazione in pazienti con COVID-19 che presentano livelli normali di ossigeno.Il parere fa seguito a una revisione delle evidenze attualmente disponibili alla luce del crescente interesse verso i corticosteroidi per inalazione (ad es. budesonide, ciclesonide) per il trattamento dei pazienti ambulatoriali con COVID-19.I corticosteroidi per inalazione sono normalmente impiegati per trattare condizioni infiammatorie dei polmoni, quali asma e malattia polmonare ostruttiva cronica. Sono necessarie maggiori evidenze dalle sperimentazioni cliniche per stabilire i benefici di tali medicinali in pazienti affetti da COVID-19.I dati al momento disponibili dagli studi clinici supportano l’uso di desametasone, un corticosteroide sistemico, in pazienti con COVID-19. Nel settembre 2020, sulla base di dati solidi, l’EMA aveva approvato l’uso di desametasone per via orale o per iniezione in pazienti con COVID-19 che necessitano di ossigenoterapia supplementare. L’EMA continuerà a monitorare l’uso di medicinali per il trattamento o la prevenzione di COVID-19 al fine di fornire raccomandazioni aggiornate agli operatori sanitari nell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. - 28/05/2021
- AIFA pubblica un documento di approfondimento del Gruppo di lavoro Emostasi e Trombosi A seguito della segnalazione, in soggetti sottoposti a vaccinazione anti-SARS-CoV-2 con i vaccini a vettore virale Vaxzevria (ChAdOx1 nCov-19 della ditta AstraZeneca) e Janssen (Ad.26.COV2.S della ditta Johnson & Johnson), di eventi trombotici in sedi atipiche (trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico), associati a piastrinopenia e con decorsi clinici di particolare gravità, l’AIFA ha nominato un Gruppo di esperti in patologie della coagulazione (Gruppo di Lavoro Emostasi e Trombosi) a supporto della Commissione Tecnico Scientifica (CTS). Il mandato del gruppo era quello di approfondire la plausibilità biologica degli eventi, identificare le eventuali strategie di minimizzazione del rischio e indicare le modalità più corrette per la gestione clinica di questi eventi rarissimi. Il documento (strutturato in domande e risposte) rappresenta le conclusioni del gruppo di esperti ed è finalizzato a fornire ai medici non specialisti e al personale sanitario le informazioni attualmente disponibili per identificare precocemente e gestire nel modo più appropriato questo evento avverso rarissimo. Per una dettagliata contestualizzazione del rischio di tali complicanze si rimanda alle conclusioni della valutazione dell’EMA (documenti correlati): Vaccino anti-COVID-19 di AstraZeneca: benefici e rischi nel contestoEMA: Annex to Vaxzevria Art.5.3 – Visual risk contextualization Scarica qui il documento del Gruppo di Lavoro AIFA su complicanze tromboemboliche dopo vaccinazione con i vaccini Astrazeneca e Johnson & Johnson. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. - 28/05/2021
- Corso ECM – AOU Cagliari: Farmacovigilanza e Vaccinovigilanza: sicurezza dei vaccini anti-COVID-19. Il corso ECM promosso dal Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna è rivolto a medici, farmacisti e infermieri dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari. Obiettivi del corso saranno la promozione delle conoscenze su tematiche di Farmacovigilanza e Vaccinovigilanza, in particolare riguardo ai vaccini contro il COVID-19. Verranno illustrate le tappe che hanno portato allo sviluppo dei vaccini anti-COVID-19, le caratteristiche dei vaccini disponibili o in via di sviluppo con particolare attenzione al relativo profilo di efficacia e sicurezza, le strategie vaccinali a livello nazionale e sovranazionale. Docenti del corso saranno la Responsabile del CRFV Sardegna, altri operatori del Centro e il Prof. Paolo Castiglia Ordinario di Igiene presso l’Università di Sassari e Responsabile regionale della Prevenzione. Ulteriori edizioni del corso rivolte ad operatori di altre Aziende Sanitarie della Sardegna si terranno successivamente. Il corso ECM si terrà il 10 e il 22 giugno 2021 dalle ore 15 alle 18 in modalità streaming. L’iscrizione al corso ECM può essere effettuata via e-mail all’indirizzo: serv.formazione@aoucagliari.it Scarica qui il pieghevole del corso: Download - 26/05/2021
- Medicinali contenenti ferro per via endovenosa – Chiarimenti sulle raccomandazioni per la gestione dei casi di ipersensibilità In risposta a richieste di chiarimenti sulle raccomandazioni per la gestione in sicurezza della terapia a base di ferro endovenoso (IV) recentemente ricevute, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ribadisce quanto segue: I medicinali contenenti ferro da somministrare per via IV possono determinare gravi reazioni di ipersensibilità, compresa anafilassi, talvolta ad esito fatale;I medicinali contenenti ferro per via IV non devono essere somministrati in pazienti con ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi dei suoi eccipienti, ed in pazienti con ipersensibilità grave ad altri medicinali contenenti ferro per via parenterale;Il rischio di ipersensibilità è maggiore nei soggetti con allergie note (incluse le allergie ai farmaci) e nei pazienti con patologie infiammatorie o del sistema immunitario (per es. lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide), così come nei pazienti con anamnesi di asma grave, eczema o altra allergia atopica. In questi il ferro per via IV deve essere usato solo se si ritiene che il beneficio superi chiaramente il possibile rischio;Per minimizzare i rischi, i medicinali contenenti ferro per via IV devono essere somministrati secondo la posologia e la modalità di somministrazione descritti nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di ogni singolo medicinale;I pazienti devono essere strettamente monitorati per la comparsa di eventuali sintomi/segni di ipersensibilità durante e per almeno 30 minuti dopo ogni somministrazione IV di tali farmaci;I medicinali contenenti ferro per via IV devono essere somministrati solo quando siano immediatamente disponibili sia personale qualificato in grado di valutare e gestire reazioni anafilattiche/anafilattoidi, sia apparecchiature di rianimazione. Si precisa che, quali condizioni non derogabili per la somministrazione in sicurezza di complessi di ferro per via IV, devono intendersi la disponibilità di apparecchiature di rianimazione (almeno la dotazione di un carrello per le emergenze con l’occorrente per la rianimazione cardiorespiratoria), come requisito di base e la presenza di operatori sanitari adeguatamente formati per il riconoscimento di una reazione di ipersensibilità grave e l’esecuzione delle manovre di rianimazione cardiorespiratoria, se necessario. Ogni realtà locale dovrebbe elaborare strategie/percorsi diagnostico terapeutici che consentano di gestire in condizioni di sicurezza la somministrazione endovenosa di Ferro IV negli ambiti assistenziali di competenza compatibili con le proprie esigenze organizzative. Tale documento dovrebbe prevedere un protocollo operativo che declini, in funzione della struttura scelta per la somministrazione, le specifiche caratteristiche a garanzia del tempestivo intervento di personale addestrato per la rianimazione. Ulteriori informazioni I medicinali contenenti ferro per via IV sono generalmente indicati nel trattamento di anemie ferroprive quando il trattamento per via orale non risulti efficace, in particolare nei pazienti sottoposti a dialisi per insufficienza renale, prima e dopo interventi chirurgici, o in caso di disturbi dell’assorbimento che interessano l’intestino. Il rischio di reazioni di ipersensibilità grave, compresa l’anafilassi, potenzialmente fatale, per i medicinali a base di ferro IV è stato valutato dall’Agenzia europea dei medicinali (EMA) nell’ambito di una procedura di Referral ai sensi dell’articolo 31 (EMEA/H/A-31/1322), finalizzata nel settembre 2013. L’EMA ha concluso che il profilo beneficio / rischio per i prodotti a base di ferro per via endovenosa rimaneva positivo ma, allo scopo di minimizzare il rischio di tali reazioni che si verificano con frequenza rara, sono state introdotte alcune restrizioni, avvertenze, modifiche alle informazioni di prodotto, ulteriori attività di farmacovigilanza e altre misure di minimizzazione del rischio, inclusa una comunicazione agli Operatori Sanitari. Tutti i medici che prescrivono questi medicinali devono informare i pazienti del rischio di ipersensibilità grave e della conseguente necessità di eseguire la somministrazione osservando le opportune norme di prudenza. Invito alla segnalazioneL’AIFA coglie l’occasione per ricordare a tutti gli operatori sanitari l’importanza della segnalazione delle sospette reazioni avverse da farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio/rischio favorevole nelle loro reali condizioni di impiego.La segnalazione di sospetti effetti indesiderati/reazioni avverse può essere fatta compilando la “Scheda di segnalazione di sospetta reazione avversa a farmaci” pubblicata sul sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse e inviandola o al Responsabile di Farmacovigilanza della propria struttura di appartenenza o al titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale che si sospetti abbia causato la reazione avversa, o direttamente on-line sul sito www.vigifarmaco.it. Leggi qui la notizia dal sito AIFA. - 26/05/2021
- Campagna di sensibilizzazione e invito alla segnalazione rivolti ai cittadini Il Centro Regionale di FarmacoVigilanza della Sardegna promuove una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza dei vaccini e dei farmaci rivolta ai cittadini. Tutti i cittadini che assumono farmaci o vengono sottoposti a vaccinazioni sono invitati a verificare l’eventuale insorgenza di effetti indesiderati e a segnalarli. Perché è importante segnalare? Per conoscere meglio i farmaci e i vaccini e rendere il loro utilizzo ancora più sicuro Che cosa è utile segnalare? Qualsiasi sintomo anche lieve insorto dopo l’assunzione di un farmaco o di un vaccino Come segnalare un sospetto effetto indesiderato? tramite la piattaforma dell’AIFA collegata alla Rete Nazionale di FarmacoVigilanza, oppurecompilando la scheda di segnalazione cartacea scaricabile qui e inviandola al Responsabile Locale di Farmacovigilanza della propria ASSL di riferimento (vedi elenco contatti in fondo alla pagina). Volantino 2022Download Contatti dei Responsabili Locali di Farmacovigilanza della Sardegna. - 22/05/2021
- Vaxzevria: ulteriori indicazioni su trombi e bassi livelli di piastrine L’EMA ha fornito ulteriori indicazioni su trombi o bassi livelli di piastrine che si verificano dopo la vaccinazione con Vaxzevria (precedentemente COVID-19 Vaccine AstraZeneca). Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA raccomanda agli operatori sanitari di: non somministrare Vaxzevria a persone che hanno avuto trombi associati a bassi livelli di piastrine (trombosi con sindrome trombocitopenica, TTS) dopo aver ricevuto il vaccino.verificare la presenza di segni di trombi in qualsiasi persona che mostri bassi livelli di piastrine entro 3 settimane dalla vaccinazione.verificare la presenza di segni di livelli bassi di piastrine in qualsiasi persona che abbia trombi entro 3 settimane dalla vaccinazione.garantire che i pazienti che hanno trombi associati a bassi livelli di piastrine dopo la vaccinazione ricevano cure specialistiche. Anche se i trombi associati a un basso numero di piastrine dopo la vaccinazione siano molto rari, l’EMA continua a consigliare alle persone di essere consapevoli dei sintomi (vedi sotto), in modo che possano ricevere tempestivamente cure mediche specialistiche, se necessario. Le raccomandazioni aggiornate dell’EMA per gli operatori sanitari sono disponibili nelle informazioni sul prodotto del vaccino. Come per tutti i vaccini, l’EMA e le autorità nazionali monitorano continuamente la sicurezza di Vaxzevria e aggiorneranno le raccomandazioni quando necessario per proteggere la salute pubblica. Informazioni per il pubblico Casi di trombi inusuali associati a bassi livelli di piastrine si sono verificati in persone che hanno ricevuto Vaxzevria (precedentemente COVID-19 Vaccine AstraZeneca).Non deve ricevere Vaxzevria se ha avuto trombi associati ad un numero basso di piastrine dopo aver ricevuto il vaccino.Il suo medico eseguirà degli esami in caso dopo la vaccinazione lei abbia un qualsiasi tipo di trombo o un numero basso di piastrine.È necessario consultare immediatamente un medico se si manifesta uno dei seguenti sintomi entro 3 settimane dall’iniezione:mancanza di respirodolore al pettogonfiore alle gambedolore alle gambedolore addominale (pancia) persistentesintomi neurologici, come mal di testa grave e persistente, visione offuscata, confusione o convulsionilividi cutanei insoliti o petecchie individuate al di fuori del sito di iniezione. Informazioni per gli operatori sanitari L’EMA sta introducendo una controindicazione per Vaxzevria (ex vaccino COVID-19 AstraZeneca) nelle persone che hanno avuto trombosi con sindrome da trombocitopenia (TTS) dopo aver precedentemente ricevuto questo vaccino.Poiché la TTS richiede un trattamento specialistico, gli operatori sanitari devono consultare le linee guida applicabili e/o gli specialisti (ad esempio un ematologo e specialista della coagulazione) per diagnosticare e trattare la condizione.Gli operatori sanitari devono verificare la presenza di segni di trombosi in qualsiasi persona affetta da trombocitopenia entro 3 settimane dalla vaccinazione con Vaxzevria. Allo stesso modo, devono verificare la presenza di segni di trombocitopenia in qualsiasi persona che abbia una trombosi entro 3 settimane dalla vaccinazione.Gli operatori sanitari devono continuare a consigliare alle persone di cercare cure mediche urgenti se hanno sintomi indicativi di trombosi o trombocitopenia. Gli operatori sanitari riceveranno una comunicazione diretta ai professionisti sanitari (DHPC) con le informazioni di cui sopra. La DHPC sarà anche disponibile su una pagina dedicata sul sito web dell’EMA. Maggiori informazioni sul vaccino Vaxzevria (precedentemente COVID-19 Vaccine AstraZeneca) è un vaccino per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. COVID-19 è causato dal virus SARS-CoV-2. Vaxzevria è costituito da un altro virus (della famiglia degli adenovirus) che è stato modificato per contenere il gene per la produzione della proteina S da SARS-CoV-2. Il vaccino non contiene il virus stesso e non può causare COVID-19. Gli effetti indesiderati più comuni sono generalmente lievi o moderati e migliorano entro pochi giorni dalla vaccinazione. Maggiori informazioni sulla procedura Il Comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) e il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) hanno condotto questa revisione di Vaxzevria nel contesto di una procedura nota come “variazione di tipo II”. La Commissione Europea emetterà una decisione legalmente vincolante valida in tutta l’UE. Ulteriori informazioni sulle revisioni dell’EMA riguardanti i coaguli di sangue e le piastrine basse con Vaxzevria, inclusi gli ultimi aggiornamenti sulla sicurezza, sono disponibili sul sito web dell’EMA. Leggi qui la nota informativa EMA. - 22/05/2021
- EMA formula raccomandazioni sull’uso di sotrovimab (VIR-7831) per il trattamento di COVID-19 Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha completato la revisione sull’uso dell’anticorpo monoclonale sotrovimab (noto anche come VIR-7831 e GSK4182136) per il trattamento di pazienti affetti da COVID-19. La revisione è stata condotta allo scopo di fornire un parere scientifico armonizzato a livello dell’UE per supportare il processo decisionale nazionale sul possibile uso dell’anticorpo prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio. L’Agenzia ha concluso che sotrovimab può essere utilizzato per il trattamento di COVID-19 confermata in pazienti adulti e adolescenti (a partire dai 12 anni di età e di peso pari ad almeno 40 kg), che non necessitano di ossigenoterapia supplementare ma che sono a rischio di progredire verso la forma severa della malattia. Il medicinale è somministrato per infusione (flebo) in vena e sono disponibili le condizioni d’uso proposte. Le raccomandazioni dell’EMA fanno seguito alla revisione dei dati, compresi quelli di qualità e quelli provenienti da uno studio che ha analizzato gli effetti di sotrovimab in pazienti ambulatoriali adulti con sintomi di COVID-19 lievi, che non hanno bisogno di ossigeno supplementare. Un’analisi preliminare pianificata dello studio ha indicato che sotrovimab ha ridotto il rischio di ricoveri in ospedale per più di 24 ore e il rischio di decesso di oltre l’85% rispetto al placebo: i ricoveri in ospedale per più di 24 ore o il decesso si sono verificati nell’1% dei pazienti (3 su 291) che hanno ricevuto sotrovimab e nel 7% (21 su 292) di quelli che hanno ricevuto placebo. In termini di sicurezza, gli effetti indesiderati segnalati sono stati per la maggior parte lievi o moderati. Non si possono escludere reazioni correlate all’infusione (comprese reazioni allergiche) e gli operatori sanitari devono monitorare i pazienti per l’eventuale insorgenza di tali reazioni. Le raccomandazioni dell’EMA possono ora essere utilizzate come base dei pareri nazionali sul possibile uso dell’anticorpo monoclonale prima del rilascio di un’autorizzazione all’immissione in commercio.Se, da un lato, la valutazione in questione si è conclusa, dall’altro, è in corso la revisione ciclica (rolling review) di sotrovimab, che è stata avviata il 7 maggio. Una volta ultimata, la rolling review costituirà la base per la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE per questo medicinale. Maggiori informazioni sul medicinaleSotrovimab (noto anche come VIR-7831 e GSK4182136) è un anticorpo monoclonale che agisce contro il SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Un anticorpo monoclonale è un tipo di proteina che si lega ad una struttura specifica (chiamata antigene). Sotrovimab è progettato per legarsi alla proteina spike del SARS-CoV-2, riducendo la capacità del virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. Maggiori informazioni sulla proceduraLa revisione di sotrovimab è stata avviata su richiesta del direttore esecutivo dell’EMA a norma dell’articolo 5, paragrafo 3, del regolamento 726/2004 a seguito di una discussione preliminare con la task force EMA contro la pandemia da COVID-19 (COVID-ETF), che riunisce gli esperti della rete delle agenzie regolatorie europee per fornire consulenza sullo sviluppo, l’autorizzazione e il monitoraggio della sicurezza di medicinali e vaccini anti-COVID-19.La revisione di sotrovimab è stata condotta dal comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA, responsabile delle questioni relative ai medicinali per uso umano, che ha quindi adottato un parere scientifico. Gli Stati membri dell’UE e l’EMA possono prendere in considerazione il parere scientifico del CHMP nella valutazione di questo medicinale per il trattamento di COVID-19. Leggi qui il comunicato EMA. - 22/05/2021
- Monitoraggio anticorpi monoclonali per COVID-19: pubblicato il settimo report In attuazione del Decreto del Ministero della Salute del 6 febbraio 2021 (pubblicato nella G.U. serie generale n.32 dell’8/2/21), l’Agenzia Italiana del Farmaco ha provveduto a sviluppare il registro di monitoraggio degli anticorpi monoclonali per il trattamento del COVID-19. Pertanto, con il presente comunicato si pubblicano i risultati del monitoraggio attraverso il registro AIFA, relativo agli anticorpi attualmente disponibili: bamlanivimab (Determina AIFA nella GU n.58 del 09.03.2021), bamlanivimab ed etesevimab (Determina AIFA nella GU n.66 del 17.03.2021) e casirivimab ed imdevimab (Determina AIFA nella GU n.71 del 23.03.2021). Leggi la notizia completa sul sito AIFA. - 22/05/2021
- Farmaci biosimilari in Italia: report AIFA aggiornati a dicembre 2020 L’Agenzia pubblica i report aggiornati sul monitoraggio dei farmaci biosimilari in Italia. I nuovi report analizzano i trend di consumo e spesa (gennaio 2019 – dicembre 2020) e la variabilità regionale (gennaio – dicembre 2020) nell’impiego di questi farmaci. L’obiettivo è fornire informazioni utili agli operatori impegnati nelle attività di monitoraggio e governance della spesa farmaceutica, per promuovere l’uso dei medicinali a brevetto scaduto, valutare l’efficacia delle gare regionali, individuare le aree di intervento e monitorare gli effetti delle politiche introdotte. Leggi qui la notizia dal sito AIFA. Leggi qui il monitoraggio sul consumo dei farmaci biosimilari. - 21/05/2021
- Anticorpi monoclonali per il COVID-19: AIFA finanzierà 4 studi clinici Nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), attraverso uno specifico bando, ha promosso il finanziamento di alcuni studi per acquisire nuove evidenze sull’efficacia degli anticorpi monoclonali nella cura dei pazienti affetti da COVID-19 in fase precoce di malattia, non ospedalizzati e che presentino o meno fattori di rischio che possano aggravare la prognosi. “AIFA – osserva il Direttore Generale, Nicola Magrini – si è impegnata a dedicare una quota di fondi di ricerca per favorire studi clinici indipendenti utili a comprendere meglio il ruolo terapeutico di questa famiglia di farmaci e a promuovere valutazioni di efficacia comparativa tra i diversi monoclonali. Il numero elevato di proposte di studi clinici ricevuti testimonia la vitalità delle piattaforme di ricerca collaborativa in Italia”. Il bando di ricerca, che si è chiuso il 15 febbraio scorso, ha visto la presentazione di 14 protocolli di ricerca che, dopo una iniziale valutazione di rispondenza ai requisiti, sono stati, unanimemente, ammessi tutti alle successive fasi di valutazione. Ai fini del finanziamento sono stati privilegiati i progetti che si sono distinti per la fattibilità e la concreta operatività e quindi per la potenzialità di trasferimento dei risultati nella pratica clinica reale in un’ottica strategica per il Servizio Sanitario Nazionale. I 4 protocolli di ricerca vincitori del Bando accederanno a un finanziamento promosso da AIFA per un importo superiore ai 2 milioni di euro. L’esito della valutazione e il finanziamento degli studi sono stati approvati dal CdA di AIFA. “I progetti selezionati per il finanziamento si connotano per elevato valore scientifico e hanno il potenziale per poter utilmente contribuire a definire in modo compiuto il ruolo della terapia con anticorpi monoclonali nel prevenire la progressione verso le forme più gravi di COVID-19. Credo che vada sottolineata come elemento qualificante per il Paese questa iniziativa promossa da AIFA, coerente con un approccio rigoroso di ricerca clinica relativamente a questa opzione terapeutica”, afferma il Presidente della Commissione che ha valutato i progetti, Franco Locatelli. Titoli e Responsabili scientifici degli studi risultati vincitori TitoloResponsabile scientificoStudio clinico adattativo, randomizzato, controllato con placebo, sull’uso di anticorpi monoclonali nei pazienti affetti da forma lieve-moderata di COvid-19 (MANTICO)TACCONELLI EvelinaA phase 3, multicentre, double-blinded, randomized controlled study to compare the efficacy and safety of Casirivimab and Imdevimab or Bamlanivimab and Etesevimab versus placebo in preventing clinical worsening in COVID-19 home patients at high risk of hospitalizationMARIETTA MarcoA Phase III Randomized, Open-label, Multicenter Study to Determine the Safety and Efficacy of different MONoclonal Antibodies (MoAbs) to SARS-CoV-2 for the Early Treatment of COVID-19 in Non-hospitalized Adults (MONET Study)ANTINORI AndreaAntiCov: Studio clinico di fase III, multicentrico, controllato, randomizzato, a gruppi paralleli volto a valutare l’efficacia degli anticorpi monoclonali contro lo standard of care per il trattamento del COVID-19 in fase precoceRICHELDI Luca Leggi qui la notizia sul sito AIFA. - 21/05/2021
- Quarto Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il quarto Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 aprile 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 56.110 segnalazioni su un totale di 18.148.394 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 309 ogni 100.000 dosi), di cui il 91% sono riferite a eventi non gravi, che si risolvono completamente, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Come riportato nei precedenti Rapporti, gli eventi segnalati insorgono prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (85% dei casi). Le segnalazioni gravi corrispondono all’8,6% del totale, con un tasso 27 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose (prima o seconda) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. La maggior parte delle segnalazioni sono relative al vaccino Comirnaty (75%), finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (70,9% delle dosi somministrate), e solo in minor misura al vaccino Vaxzevria (22%) e al vaccino Moderna (3%), mentre non sono presenti, nel periodo considerato, segnalazioni relative a COVID-19 Vaccino Janssen (0,1% delle dosi somministrate). La valutazione dei casi italiani di trombosi venosa intracranica e atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria è in linea con le conclusioni della procedura dell’Agenzia Europa dei Medicinali. In Italia, fino al 26 aprile 2021, sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 29 segnalazioni di trombosi venose intracraniche e 5 casi di trombosi venose in sede atipica. La maggior parte di questi eventi (22 casi, 65%) hanno interessato le donne con un’età media di circa 48 anni e solo in 1/3 dei casi circa gli uomini (12 casi, 35%) con un’età media di circa 52 anni. Il tempo medio di insorgenza è stato di circa 8 giorni dopo la somministrazione della 1a dose del vaccino Vaxzevria.L’approfondimento a livello nazionale di queste segnalazioni è condotto con il supporto di un “Gruppo di Lavoro per la valutazione dei rischi trombotici da vaccini anti-COVID-19”, costituito da alcuni dei massimi esperti nazionali di trombosi ed emostasi. Il Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini contro COVID-19 è consultabile qui. Leggi qui il comunicato stampa AIFA. - 11/05/2021
- Comunicazione AIFA sulla gestione delle segnalazioni di mancanza di efficacia nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in linea con quanto riportato nella Guideline on good pharmacovigilance practices (GVP) Module VI – Collection, management and submission of reports of suspected adverse reactions to medicinal products (Rev 2) e nel D.M. 30 aprile 2015, intende fornire precisazioni sulla gestione all’interno della Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) delle schede di segnalazione di sospetta reazione avversa relative a mancanza di efficacia. Maggiori informazioni possono essere trovate nel documento allegato. Leggi qui il comunicato AIFA. - 11/05/2021
- Ondexxya (andexanet alfa): l’uso di andexanet alfa prima dell’eparinizzazione deve essere evitato Sommario L’uso di andexanet alfa prima dell’eparinizzazione (ad es. durante un intervento chirurgico) deve essere evitato. Andexanet alfa induce refrattarietà all’effetto anticoagulante dell’eparina.I risultati dei test della coagulazione possono essere fuorvianti quando andexanet alfa ed eparina vengono somministrati a breve distanza l’uno dall’altro. Il monitoraggio dell’effetto di andexanet alfa in presenza di eparina attiva non è stato convalidato.L’uso di andexanet alfa per l’inversione dell’attività anti-FXa prima di un intervento chirurgico urgente non è stato valutato. Leggi qui la nota informativa AIFA. - 11/05/2021
- Ondexxya (andexanet alfa): interazione con i test per il dosaggio dell’attività anti-FXa Ondexxya (andexanet alfa): i test per il dosaggio dell’attività anti-FXa disponibili in commercio non sono adatti per la misurazione dell’attività anti-FXa dopo somministrazione di andexanet alfa. Sommario Il monitoraggio del trattamento dopo somministrazione di andexanet alfa non deve basarsi sull’attività anti-FXa. I test per il dosaggio dell’attività anti-FXa disponibili in commercio non sono adatti per la misurazione dell’attività anti-FXa dopo somministrazione di andexanet alfa. In questi test diagnostici, l’inibitore del FXa si dissocia da andexanet alfa. Ciò comporta la rilevazione di livelli di attività anti-FXa erroneamente elevati e, quindi, una sostanziale sottostima dell’attività inversione di andexanet alfa.Il monitoraggio del trattamento deve basarsi principalmente sui parametri clinici indicativi di risposta adeguata (cioè raggiungimento dell’emostasi), perdita di efficacia (cioè nuova emorragia) ed eventi avversi (cioè eventi tromboembolici). Leggi qui la nota informativa AIFA. - 11/05/2021
- EMA avvia la revisione ciclica di sotrovimab (VIR-7831) contro COVID-19 Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha avviato la revisione ciclica (rolling review) dei dati sull’anticorpo monoclonale sotrovimab (noto anche come VIR-7831 e GSK4182136), sviluppato da GlaxoSmithKline e Vir Biotechnology, Inc., per il trattamento di COVID-19. La decisione di avviare la revisione ciclica si basa sui risultati preliminari di uno studio in corso che sta valutando la capacità del medicinale di prevenire il ricovero in ospedale o la morte di pazienti affetti da COVID-19 non ospedalizzati. Tuttavia, l’EMA non ha ancora ricevuto la serie completa di dati ed è prematuro trarre conclusioni sul rapporto beneficio/rischio del medicinale. L’Agenzia europea ha avviato l’esame della prima serie di dati provenienti da studi di laboratorio e sugli animali, oltre a quelli sulla qualità, e valuterà tutti i dati relativi al medicinale, comprese le evidenze delle sperimentazioni cliniche, non appena saranno disponibili. La revisione ciclica proseguirà fino a quando non si avranno a disposizione sufficienti prove a sostegno di una domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio. L’EMA valuterà inoltre se il medicinale rispetta gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità. Sebbene non sia possibile prevedere la tempistica complessiva della revisione, la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria, grazie al lavoro già svolto durante la revisione ciclica.È già stata avviata una revisione separata di sotrovimab per fornire raccomandazioni a livello dell’UE al fine di supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere di impiegare il medicinale per il trattamento di COVID-19 prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Leggi qui il comunicato EMA. - 11/05/2021
- EMA avvia la revisione ciclica di COVID-19 Vaccine (Vero Cell) Inactivated Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’EMA ha avviato la revisione ciclica (rolling review) di COVID-19 Vaccine (Vero Cell) Inactivated, sviluppato da Sinovac Life Sciences Co., Ltd. Il richiedente di questo medicinale per l’Unione europea è Life’On S.r.l. La decisione del CHMP di avviare la revisione ciclica si basa sui risultati preliminari di studi di laboratorio (dati non clinici) e di studi clinici, che suggeriscono che il vaccino induce la produzione di anticorpi che colpiscono il coronavirus SARS-CoV-2, responsabile di COVID-19, e possono contribuire a proteggere contro la malattia. L’EMA esaminerà i dati nel momento in cui diventano disponibili e stabilirà se i benefici del vaccino superano i rischi. La revisione ciclica proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti prove a sostegno di una domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio. L’EMA valuterà inoltre se COVID-19 Vaccine (Vero Cell) Inactivated rispetta gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità dell’UE. Sebbene non sia possibile prevedere la tempistica complessiva, la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria, grazie al lavoro già svolto durante la revisione ciclica.L’Agenzia europea per i medicinali fornirà un aggiornamento nel momento in cui sarà presentata la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino. Qual è il meccanismo d’azione previsto del vaccino?Si prevede che COVID-19 Vaccine (Vero Cell) Inactivated predisponga l’organismo a difendersi contro l’infezione da SARS-CoV-2. Il vaccino contiene il virus SARS-CoV-2 che è stato inattivato (ucciso) e non può provocare la malattia. COVID-19 Vaccine (Vero Cell) Inactivated contiene inoltre un “adiuvante”, una sostanza che contribuisce a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino. Una volta iniettato il vaccino, il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà il virus inattivato come estraneo e risponderà producendo anticorpi. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a difendere l’organismo. Leggi il comunicato EMA qui. - 05/05/2021
- EMA avvia la valutazione dell’uso di Comirnaty, vaccino anti-COVID-19, in soggetti di età compresa tra 12 e 15 anni L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione di una domanda di estensione dell’uso di Comirnaty, vaccino anti-COVID-19, anche a soggetti di età compresa tra 12 e 15 anni. Comirnaty è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 ed è attualmente autorizzato per essere usato nelle persone a partire da 16 anni di età. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina, nota come proteina spike, che è naturalmente presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino predispone l’organismo a difendersi contro il SARS-CoV-2. Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA condurrà una valutazione accelerata dei dati presentati dall’azienda che commercializza Comirnaty, compresi i risultati provenienti da uno studio clinico di grandi dimensioni in corso su adolescenti a partire dai 12 anni di età, per decidere se raccomandare l’estensione di indicazione. Il parere del CHMP sarà quindi trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale giuridicamente vincolante e applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione, che è previsto per giugno, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari. Comirnaty è stato autorizzato per la prima volta nell’UE nel dicembre 2020. Sono disponibili maggiori informazioni sul vaccino. Leggi qui il comunicato di EMA. - 04/05/2021
- EMA valuta l’uso di Olumiant in pazienti con COVID-19 ricoverati in ospedale che necessitano di ossigenoterapia supplementare L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la valutazione di una domanda di estensione dell’uso di Olumiant (baricitinib) per includere il trattamento di COVID-19 in pazienti a partire da 10 anni di età che necessitano di ossigenoterapia supplementare. Olumiant è un immunosoppressore (un medicinale che riduce l’attività del sistema immunitario) ed è attualmente autorizzato per essere usato negli adulti con artrite reumatoide o dermatite atopica (eczema) da moderate a gravi. Il suo principio attivo, baricitinib, blocca l’azione di enzimi chiamati Janus chinasi che svolgono un ruolo importante nei processi immunitari che portano all’infiammazione. Si pensa che ciò potrebbe anche contribuire a ridurre l’infiammazione e i danni ai tessuti associati alla forma grave di COVID-19. Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA condurrà una valutazione accelerata dei dati presentati dall’azienda che commercializza Olumiant, compresi i risultati provenienti da due studi randomizzati di grandi dimensioni in pazienti ricoverati in ospedale con COVID-19, per raccomandare quanto prima l’eventuale autorizzazione dell’estensione di indicazione. Il parere del CHMP sarà quindi trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale giuridicamente vincolante e applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione, per cui è previsto un parere entro luglio, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari. Olumiant è stato autorizzato per la prima volta nell’UE nel febbraio 2017. Maggiori informazioni sul medicinale sono disponibili sul sito web dell’EMA. Leggi qui il comunicato EMA. - 30/04/2021
- Interazioni farmacologiche dei supplementi naturali in dermatologia: una revisione Introduzione I supplementi naturali sono stati un argomento di grande interesse clinico in dermatologia negli ultimi anni. Le loro proprietà terapeutiche coprono diverse condizioni cutanee per la loro gamma di benefici che vanno dalla prevenzione dei tumori cutanei e delle scottature, fino alle proprietà anti-infiammatorie per i pazienti con patologie croniche della pelle, quali acne, psoriasi e insufficienza venosa. Sono stati selezionati 6 supplementi, questi includono l’acido nicotinico (nicotinamide), il polypodium leucotomos, la curcuma, l’estratto di semi di ippocastano, lo zinco e l’N-acetilcisteina. Nonostante siano state pubblicate recenti revisioni e studi clinici sulla loro efficacia, ci sono pochi dati sulle loro potenziali e dannose interazioni farmacologiche. Questa revisione passa in rassegna gli studi che descrivono gli usi clinici e le interazioni farmacologiche di questi 6 supplementi con le quali i dermatologi dovrebbero familiarizzare, specialmente quando hanno a che fare con pazienti complessi con diverse terapie in atto. Metodi Una revisione della letteratura effettuata tramite ricerca nel database di PubMed ha identificato l’uso clinico e l’efficacia dei supplementi in dermatologia. In seguito a ciò, sono state cercate le interazioni farmaco-farmaco tra supplementi naturali utilizzando IBM Micromedex. Le interazioni identificate con IBM Micromedex per ogni supplemento sono state confermate con studi trovati sul database di PubMed. Risultatati IBM Micromedex ha trovato per l’acido nicotinico, lo zinco, l’estratto di semi di ippocastano, l’N-acetilcisteina, 11, 23, 1 e 2 risultati rispettivamente. Per il polypodium leucotomos e la curcuma, IBM Micromedex non ha trovato nessuna interazione tra farmaci. Una revisione della letteratura del database di PubMed ha identificato 2 studi documentanti le interazioni tra farmaci con li polypodium leucotomos, 2 studi che mettono in luce le interazioni con la curcuma, e altri 2 studi che dimostrano le interazioni farmacologiche con lo zinco. Per l’acido nicotinico, l’ippocastano e l’N-acetilcisteina non sono state trovate altre interazioni. Conclusioni Molti supplementi naturali possono essere acquistati al banco da parte dei pazienti senza prescrizione. Anche se questi supplementi possono portare beneficio, possono svilupparsi interazioni farmacologiche. È importante che i dermatologi siano a conoscenza di queste interazioni prima di raccomandare un trattamento. Bibliografia Hadeler EK, Maderal AD. Drug interactions of natural supplements in dermatology: a review. Int J Dermatol. 2020 Dec 23. Leggi qui l’abstract. - 30/04/2021
- Monitoraggio anticorpi monoclonali per COVID-19: pubblicato il terzo report In attuazione del Decreto del Ministero della Salute del 6 febbraio 2021 (pubblicato nella G.U. serie generale n.32 dell’8/2/21), l’Agenzia Italiana del Farmaco ha provveduto a sviluppare il registro di monitoraggio degli anticorpi monoclonali per il trattamento del COVID-19. Pertanto, con il presente comunicato si pubblicano i risultati del monitoraggio attraverso il registro AIFA, relativo agli anticorpi attualmente disponibili: bamlanivimab (Determina AIFA nella GU n.58 del 09.03.2021), bamlanivimab ed etesevimab (Determina AIFA nella GU n.66 del 17.03.2021) e casirivimab ed imdevimab (Determina AIFA nella GU n.71 del 23.03.2021). I centri abilitati dalle Regioni alla compilazione del registro AIFA sono disponibili al seguente link. Leggi qui il report sul monitoraggio degli anticorpi monoclonali anti COVID-19. - 28/04/2021
- Nota Informativa Importante sul collegamento tra vaccino COVID-19 Janssen e l’insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia COVID-19 Vaccine Janssen: collegamento tra il vaccino e l’insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia. Elementi chiave Una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnate da sanguinamento, è stata osservata molto raramente in seguito alla vaccinazione con COVID-19 Vaccine Janssen. Un ruolo causale del vaccino è considerato plausibile.Questi casi si sono verificati entro le prime tre settimane successive alla vaccinazione e prevalentemente in donne di età inferiore ai 60 anni.In questa fase non sono stati identificati fattori di rischio specifici. Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia.I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia, dopo la vaccinazione. La trombosi in combinazione con la trombocitopenia richiede una gestione clinica specializzata. Consultare le linee guida applicabili e/o specialisti (ad es. ematologi, specialisti nella coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione clinica. Leggi qui la nota informativa importante AIFA. - 27/04/2021
- Vaccino BNT162b2 mRNA anti COVID-19 (Pfizer): studio sulla vaccinazione di massa in Israele Introduzione I trial clinici randomizzati per i vaccini basati su mRNA mostrano la loro efficacia nel prevenire la comparsa del Covid-19 tra il 94% e il 95%, d’altro canto mostrano numerose limitazioni: bassa numerosità del campione, difficoltà a raggiungere i vari sottogruppi di cui può essere composta una popolazione, criteri restrittivi di inclusione, criteri estremamente rigidi che possono non essere replicati nella vaccinazione di massa. Metodi Gli autori hanno cercato di riproporre il disegno del trial clinico traslandolo in uno studio osservazionale. Sono stati arruolati i cittadini israeliani presenti nel database del Clalit Health Service (CHS), una delle quattro maggiori organizzazioni di assistenza sanitaria in Israele. Sono stati definiti: i criteri di inclusione (periodo compreso tra il 20 dicembre 2020 e il 1° febbraio 2021, età pari o superiore ai 16 anni, assenza di una precedente infezione da SARS-CoV-2 diagnosticata tramite tampone molecolare, presenza nel database CHS da almeno 12 mesi);i criteri di esclusione (appartenenza a gruppi di popolazione la cui probabilità di esposizione al virus era estremamente variabile e difficilmente valutabile, l’assenza del BMI, l’assenza di anamnesi respiratoria, l’assenza di una residenza ben identificata, l’impossibilità di uscire dalla propria casa, aver avuto contatti con il sistema di assistenza sanitaria nei giorni precedenti l’arruolamento);gli esiti (positività per SARS-CoV-2 identificata con tampone molecolare sia nei sintomatici che negli asintomatici, infezioni documentate, ospedalizzazione, infezione severa da SARS-Cov-2, decesso);gli strati in cui è stata suddivisa la popolazione (età, sesso, religione (ebrei, ebrei ultraortodossi, arabi), quartiere di residenza, numero di vaccinazioni antinfluenzali nei precedenti 5 anni, gravidanza, comorbidità);i periodi di osservazione (dal giorno 14 al giorno 17 successivi alla prima dose, dal giorno 21 al giorno 27 successivi alla prima dose, 7 giorni dopo la seconda dose sino alla fine del follow-up);i criteri di fine follow-up (comparsa dell’esiti, morte non correlata ad infezione da Covid-19, vaccinazione (per i controlli) o di vaccinazione del controllo (per il vaccinato associato), fine dello studio) Ogni vaccinato è stato associato con un controllo non vaccinato in un rapporto di 1:1. I principali test di cui si sono avvalsi gli autori per l’indagine statistica sono stati: media della differenza tra i valori delle variabili tra il gruppo dei vaccinati e dei non vaccinati (è stata considerata accettabile una differenza pari o inferiore a 0,1);analisi di sopravvivenza tra vaccinati e non vaccinati, secondo il metodo di Kaplan-Meyer, stimata per ogni periodo di osservazione. L’intervallo di confidenza al 95% è stato calcolato usando la tecnica “bootstrap” per punti percentili, con 500 ripetizioni. Risultati Il campione era costituito da 596618 vaccinati e altrettanti controlli non vaccinati. L’efficacia stimata del vaccino dopo 7 giorni dalla seconda dose è stata del 92% nella riduzione delle infezioni documentate, del 94% nella riduzione delle forme sintomatiche, del 87% nella riduzione delle ospedalizzazioni, del 92% nella riduzione delle forme severe. L’efficacia tra i 14 e i 20 giorni e i 21 e 27 giorni dopo la prima dose è stata, rispettivamente, del 46% e del 60% per la riduzione delle infezioni documentate, del 57% e del 66% per la riduzione delle forme sintomatiche, del 74% e 78% per la riduzione delle ospedalizzazioni, del 62% e del 80% per la riduzione delle forme severe, del 72% e del 84% per la riduzione della mortalità. Conclusioni L’ampio campione dello studio ha permesso di valutare l’efficacia del vaccino nella popolazione generale e in specifiche sottopopolazioni, confermare la riduzione del tasso di ospedalizzazione, dei nuovi casi di infezione severa e della mortalità, stimare l’aumento dell’efficacia al passare del tempo. Una lieve riduzione dell’efficacia è stata riscontrata nei soggetti che presentavano più patologie concomitanti. Premettendo che, al momento della raccolta del campione, le varianti erano rare in Israele, questo studio ha permesso di dire che il vaccino Pfizer è mediamente efficace sulle varianti. Bibliografia Noa Dagan, M.D., Noam Barda, M.D., Eldad Kepten, Ph.D., Oren Miron, M.A., Shay Perchik, M.A., Mark A. Katz, M.D., Miguel A. Hernán, M.D., Marc Lipsitch, D.Phil., Ben Reis, Ph.D., and Ran D. Balicer, M.D. BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine in a Nationwide Mass Vaccination Setting. N Engl J Med 2021; 384: 1412-1423. PMID: 33626250. DOI: 10.1056/NEJMoa2101765 E’ possibile leggere qui l’articolo - 26/04/2021
- Vaccino anti-COVID-19 di AstraZeneca: benefici e rischi nel contesto di tutte le fasce d’età Vaxzevria (precedentemente denominato COVID-19 Vaccine AstraZeneca) è autorizzato nell’UE per prevenire COVID-19, che può provocare condizione grave e decesso. La malattia può avere anche conseguenze a lungo termine in persone di tutte le età, comprese quelle altrimenti sane. I benefici di Vaxzevria superano i rischi negli adulti di tutte le fasce di età; tuttavia, dopo la vaccinazione si sono verificati casi molto rari di coaguli di sangue associati a bassi livelli di piastrine. Per supportare le autorità nazionali nel decidere come utilizzare al meglio il vaccino nei rispettivi territori, il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha ulteriormente analizzato i dati disponibili, mettendo il rischio di rari coaguli di sangue nel contesto dei benefici del vaccino per le diverse fasce di età e i diversi tassi di infezione. L’analisi servirà a orientare le decisioni nazionali in merito all’impiego del vaccino, tenendo conto dell’evoluzione della pandemia e di altri fattori, tra cui la disponibilità dei vaccini. L’analisi può subire modifiche in base ai nuovi dati che diventeranno disponibili.Il comitato ha inoltre esaminato i dati disponibili sull’uso della seconda dose. Leggi qui il comunicato EMA. - 26/04/2021
- I benefici delle soluzioni contenenti ifosfamide continuano a superare i rischi Nella riunione dell’11 Marzo 2021, il Comitato per la Sicurezza dell’EMA (PRAC) ha concluso che i benefici dei medicinali contenenti ifosfamide in soluzione per infusione, utilizzati nel trattamento di diversi tipi di cancro, inclusi vari tumori solidi e tumori del sangue come i linfomi (cancro dei globuli bianchi), continuano a superare i rischi. La revisione del PRAC era stata avviata perché due recenti studi (1, 2), avevano suggerito che il rischio di encefalopatia (disturbi cerebrali) con ifosfamide fornita in soluzione fosse maggiore rispetto alla forma in polvere. L’encefalopatia indotta da ifosfamide è un rischio noto e molto comune ed è generalmente reversibile. Il PRAC ha considerato tutti i dati disponibili e ha concluso che l’aumento del rischio di encefalopatia con ifosfamide fornita in soluzione non poteva essere né confermato né escluso, a causa delle limitazioni dei dati. Il PRAC ha raccomandato di aggiornare le attuali avvertenze sull’encefalopatia indotta da ifosfamide presenti nelle informazioni del prodotto con le più recenti informazioni su questo effetto indesiderato, comprese le sue caratteristiche e i fattori di rischio, oltre a sottolineare la necessità di monitorare attentamente i pazienti. Alle aziende che commercializzano l’ifosfamide fornita in soluzione sarà richiesto di effettuare studi per verificare la stabilità dei prodotti medicinali, al fine di stabilire le condizioni di conservazione ottimali. Informazioni per i pazienti L’encefalopatia (disturbi cerebrali) è un effetto indesiderato molto comune e noto dell’ifosfamide ed è generalmente reversibile. Due studi recenti hanno suggerito che l’uso di soluzioni di ifosfamide può aumentare il rischio di questo effetto indesiderato rispetto all’uso della polvere. Tuttavia, una revisione approfondita di tutti i dati disponibili non ha potuto né confermare né escludere questo aumento del rischio.Il foglio illustrativo di questi medicinali sarà aggiornato con le informazioni più recenti sui fattori che possono aumentare il rischio di encefalopatia e su come riconoscere i segni di questo effetto indesiderato.Informi immediatamente il medico se si manifestano confusione, sonnolenza, incoscienza, allucinazioni, visioni (false convinzioni), visione offuscata, disturbi della percezione (difficoltà a comprendere le informazioni trasmesse attraverso gli organi di senso), problemi di movimento come spasmi o contrazioni muscolari, irrequietezza, lentezza o movimenti irregolari, perdita di controllo della vescica e convulsioni (scosse).Si rivolga al medico prima che le venga somministrato un medicinale contenente ifosfamide se è stato precedentemente trattato con un altro medicinale antitumorale chiamato cisplatino.Informi il medico se ha assunto medicinali che agiscono sul cervello, come quelli per il trattamento o la prevenzione del vomito e della nausea, sonniferi, antidolorifici oppioidi o medicinali per l’allergia.In caso di dubbi sul trattamento, è necessario discuterne con il suo medico. Informazioni per gli operatori sanitari La somministrazione di ifosfamide può causare encefalopatia e altri effetti neurotossici; questi effetti indesiderati noti e molto comuni sono generalmente reversibili.Una revisione di tutti i dati disponibili sull’encefalopatia indotta da ifosfamide ha concluso che l’aumento del rischio di encefalopatia con ifosfamide fornita in soluzione non può essere né confermato né escluso a causa delle limitazioni dei dati.Le attuali avvertenze presenti nella sezione 4.4 (Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso) del riassunto delle caratteristiche del prodotto saranno riviste per includere le seguenti informazioni:La tossicità a carico del Sistema Nervoso Centrale (SNC) indotta dall’ifosfamide può manifestarsi entro poche ore o pochi giorni dalla somministrazione e, nella maggior parte dei casi, si risolve entro 48-72 ore dall’interruzione di ifosfamide. Se si sviluppa tossicità a carico del SNC, la somministrazione di ifosfamide deve essere interrotta.I pazienti devono essere attentamente monitorati per i sintomi di encefalopatia, in particolare se i pazienti sono a maggior rischio di encefalopatia. I sintomi possono includere confusione, sonnolenza, coma, allucinazioni, visione offuscata, comportamento psicotico, sintomi extrapiramidali, incontinenza urinaria e convulsioni.La tossicità sul SNC sembra essere dose-dipendente. I fattori di rischio favorenti lo sviluppo di encefalopatia associata a ifosfamide comprendono ipoalbuminemia, funzionalità renale compromessa, performance status basso, malattia pelvica e trattamenti nefrotossici precedenti o concomitanti, incluso cisplatino.A causa dei potenziali effetti additivi, i medicinali che agiscono sul SNC (come antiemetici, sedativi, narcotici o antistaminici) devono essere usati con particolare cautela o, se necessario, interrotti in caso di encefalopatia indotta da ifosfamide. Maggiori informazioni sul medicinale Ifosfamide è usata per trattare diversi tumori, inclusi vari tumori solidi e linfomi. Viene somministrata in vena ed è autorizzata come soluzione pronta, concentrato per soluzione e polvere per soluzione per infusione in Germania e Francia. Nella maggior parte degli altri Stati membri dell’UE è disponibile solo come polvere per soluzione per infusione. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione dei medicinali contenenti ifosfamide era stata avviata su richiesta della Francia, ai sensi dell’Articolo 31 della Direttiva 2001/83/EC. La revisione era stata condotta dal Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC), il comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza dei medicinali per uso umano, che ha formulato una serie di raccomandazioni. Le raccomandazioni del PRAC sono state inoltrate al Gruppo di Coordinamento per le Procedure di Mutuo Riconoscimento e Decentrate –settore umano (CMDh), che ha adottato il proprio parere. Il CMDh è un organo che rappresenta gli Stati membri dell’UE, nonché l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. È responsabile per garantire norme di sicurezza armonizzate per i medicinali autorizzati tramite procedure nazionali in tutta l’UE. Poiché la posizione del CMDh è stata adottata a maggioranza, la posizione del CMDh sarà ora inviata alla Commissione Europea, che a tempo debito prenderà una decisione giuridicamente vincolante a livello dell’UE. Leggi qui il comunicato EMA. 1) Hillaire-Buys D, Mousset M, Allouchery M, et al. Liquid formulation of ifosfamide increased risk of encephalopathy: A case-control study in a pediatric population. Therapies [Online]. 2019 https://doi.org/10.1016/j.therap.2019.08.0012) Chambord J, Henny F, Salleron J, et al. Ifosfamide‐induced encephalopathy: Brand‐name (HOLOXAN®) vs genericformulation (IFOSFAMIDE EG®). J Clin Pharm Ther. 2019;44:372–380. https://doi.org/10.1111/jcpt.12823 - 26/04/2021
- Aumento della capacità produttiva e della fornitura dei vaccini anti-COVID-19 di BioNTech/Pfizer e Moderna Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha adottato due importanti raccomandazioni per l’aumento della capacità produttiva e della fornitura dei vaccini anti-COVID-19 nell’UE. Processi di scale-up per il vaccino anti-COVID-19 di BioNTech/Pfizer L’EMA ha approvato un aumento della dimensione dei lotti e il relativo processo di scale-up presso il sito produttivo del vaccino di Pfizer a Puurs, Belgio. Si prevede che la raccomandazione del CHMP avrà un impatto significativo sulla fornitura di Comirnaty, il vaccino anti-COVID-19 sviluppato da BioNTech e Pfizer, nell’Unione europea. Sulla base della revisione dei dati presentati da BioNTech Manufacturing GmbH, è stata approvata la richiesta di aumentare la dimensione dei lotti del vaccino prodotto presso il sito di Puurs. La decisione dell’EMA ribadisce che l’impianto di Puurs è in grado di produrre sistematicamente vaccini di elevata qualità e consente a Pfizer/BioNTech di ampliare il processo produttivo in tale sito. Le modifiche descritte saranno incluse nelle informazioni disponibili al pubblico relative al vaccino, presenti sul sito web dell’EMA. Nuova linea produttiva di riempimento per il vaccino anti-COVID-19 di Moderna Il CHMP ha inoltre raccomandato l’approvazione di una nuova linea di riempimento presso il sito produttivo del vaccino di Moderna per l’UE a Rovi, Spagna. La nuova linea consentirà di intensificare le attività di riempimento del prodotto finito in modo da sincronizzarle con il processo di scale-up del principio attivo presso il sito produttivo di Lonza (Visp), approvato il mese scorso. Le modifiche descritte saranno incluse nelle informazioni disponibili al pubblico relative al vaccino, presenti sul sito web dell’EMA. L’EMA è in dialogo costante con tutti i titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini anti-COVID-19, i quali stanno cercando di espandere la loro capacità produttiva per assicurare la fornitura di vaccini nell’UE. L’Agenzia fornisce orientamenti e consulenza sulle evidenze necessarie per supportare e accelerare le domande di aggiunta di nuovi siti o di aumento della capacità di quelli esistenti per la produzione di vaccini anti-COVID-19 di elevata qualità. Leggi qui il comunicato EMA. - 26/04/2021
- Vaccino contro il COVID-19 Janssen: EMA evidenzia un possibile legame con casi molto rari di trombi inusuali con basso livello di piastrine EMA conferma che il rapporto beneficio-rischio complessivo rimane positivo Nella riunione del 20 aprile 2021, il Comitato per la Sicurezza dell’EMA (PRAC) ha concluso che alle informazioni sul prodotto per il vaccino COVID-19 Janssen deve essere aggiunta un’avvertenza inerente trombi inusuali associati a livelli bassi di piastrine. Il PRAC ha anche concluso che questi eventi dovrebbero essere elencati tra gli effetti indesiderati molto rari del vaccino. Per raggiungere le sue conclusioni, il Comitato ha preso in considerazione tutte le prove attualmente disponibili, inclusi otto casi gravi di trombi inusuali associati a livelli bassi di piastrine provenienti dagli Stati Uniti, uno dei quali con esito fatale. Alla data del 16 aprile 2021, oltre 7 milioni di persone hanno ricevuto il vaccino Janssen negli Stati Uniti. Tutti i casi si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione, principalmente donne. Sulla base delle prove attualmente disponibili, non sono stati confermati fattori di rischio specifici. Il PRAC ha osservato che i trombi si sono verificati principalmente in siti inusuali, come le vene del cervello (trombosi del seno venoso cerebrale – CVST) e dell’addome (trombosi venosa splancnica) e nelle arterie, insieme a bassi livelli di piastrine nel sangue e talvolta a sanguinamento. I casi esaminati erano molto simili ai casi verificatisi con il vaccino COVID-19 sviluppato da AstraZeneca – Vaxzevria. Gli operatori sanitari e le persone che riceveranno il vaccino devono essere informati della possibilità che si verifichino casi molto rari di trombi associati a bassi livelli di piastrine nel sangue entro tre settimane dalla vaccinazione. COVID-19 è associato a un rischio di ospedalizzazione e morte. La combinazione caratterizzata da trombi e livelli bassi di piastrine che è stata segnalata è molto rara e i benefici complessivi del vaccino COVID-19 Janssen nella prevenzione del COVID-19 superano i rischi degli effetti indesiderati. La valutazione scientifica dell’EMA sostiene l’uso sicuro ed efficace dei vaccini COVID-19. L’uso del vaccino durante le campagne di vaccinazione a livello nazionale terrà conto della situazione pandemica e della disponibilità di vaccini nei singoli Stati membri. Una spiegazione plausibile per la combinazione di trombi e piastrine basse è una risposta di tipo immunitario, che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina, chiamata trombocitopenia indotta da eparina – HIT. Il PRAC sottolinea l’importanza di un pronto trattamento medico specialistico. Il riconoscimento tempestivo dei segni indicativi di presenza di trombi e di bassi livelli di piastrine e il trattamento precoce da parte degli operatori sanitari possono aiutare il recupero delle persone colpite da tale condizione ed evitare complicazioni. La trombosi in combinazione con la trombocitopenia richiede una gestione clinica specializzata. Gli operatori sanitari devono consultare le linee guida disponibili e/o consultare specialisti (ad es. ematologi – specialisti in coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione. Come per tutti i vaccini, l’EMA continuerà a monitorare la sicurezza e l’efficacia del vaccino e fornirà al pubblico le informazioni più aggiornate. Una simile valutazione del segnale è stata recentemente finalizzata per un altro vaccino COVID-19 – Vaxzevria (precedentemente denominato Vaccino COVID-19 AstraZeneca). Informazioni per il pubblico Casi inusuali di trombi associati a bassi livelli di piastrine si sono verificati in persone che hanno ricevuto il vaccino COVID-19 Janssen negli Stati Uniti.La possibilità che ciò si verifichi è molto bassa, ma i vaccinati devono comunque essere consapevoli dei sintomi, in modo da poter ricorrere ad un trattamento medico tempestivo per favorire la ripresa ed evitare complicazioni.È necessario cercare immediatamente assistenza medica se si manifesta uno qualsiasi dei seguenti sintomi nelle tre settimane successive alla vaccinazione con il vaccino COVID-19 Janssen:respiro affannosodolore al pettogonfiore alle gambedolore addominale (di pancia) persistente sintomi neurologici, come mal di testa grave e persistente o visione offuscatapiccoli lividi sulla la pelle al di fuori del sito di iniezione.Parlate con il vostro medico o contattate le autorità sanitarie nazionali competenti per domande sull’uso del vaccino nel vostro Paese. Informazioni per gli operatori sanitari L’EMA ha esaminato otto casi di trombosi in associazione a trombocitopenia in persone che hanno ricevuto il vaccino COVID-19 Janssen negli Stati Uniti.Questi tipi molto rari di trombosi (con trombocitopenia) includevano trombosi venosa, principalmente in siti inusuali, come la trombosi del seno venoso cerebrale e la trombosi venosa splancnica, nonché trombosi arteriosa, in un caso con esito fatale. Tutti i casi si sono verificati entro tre settimane dalla vaccinazione in persone di età inferiore a 60 anni, per la maggior parte donne. I casi esaminati erano molto simili ai casi verificatisi con il vaccino contro il COVID-19 sviluppato da AstraZeneca, Vaxzevria. Per quanto riguarda il meccanismo, si ritiene che il vaccino possa innescare una risposta immunitaria che porta a un disturbo simile alla trombocitopenia indotta da eparina. Al momento, il meccanismo fisiopatologico non è stato stabilito e, attualmente, non è possibile identificare fattori di rischio predisponenti. Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolismo e trombocitopenia in modo da poter trattare prontamente le persone colpite, in linea con le linee guida disponibili.Gli operatori sanitari devono istruire i vaccinati a consultare un medico se sviluppano:sintomi indicativi di trombi quali respiro affannoso, dolore al petto, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistentesintomi neurologici come mal di testa grave e persistente e visione offuscatapetecchie al di fuori del sito di inoculo dopo pochi giorni dalla vaccinazione.I benefici del vaccino per le persone cui viene somministrato continuano a superare i rischi. Il vaccino è efficace nella prevenzione della malattia da COVID-19 e nella riduzione dei ricoveri e dei decessi. Gli operatori sanitari coinvolti nella somministrazione del vaccino nell’UE riceveranno una nota informativa importante diretta agli operatori sanitari (DHPC). La DHPC sarà anche disponibile su una pagina dedicata sul sito web dell’EMA. Maggiori informazioni sul vaccino Il Vaccino COVID-19 Janssen è un vaccino per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. COVID-19 è causato dal virus SARS-CoV-2. Il vaccino COVID-19 Janssen è costituito da un altro virus (della famiglia degli adenovirus) che è stato modificato per contenere il gene per la produzione di una proteina del SARS-CoV-2. Il vaccino COVID-19 Janssen non contiene il virus stesso e non può causare COVID-19. Gli effetti indesiderati più comuni del vaccino COVID-19 Janssen sono generalmente lievi o moderati e migliorano entro pochi giorni dalla vaccinazione. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web di EMA. Il vaccino COVID-19 Janssen è stato autorizzato nell’UE l’11 marzo 2021; la distribuzione del vaccino nell’UE è stata temporaneamente ritardata dall’azienda. Maggiori informazioni sulla procedura La revisione degli eventi tromboembolici con il vaccino COVID-19 Janssen è in corso nel contesto di un segnale di sicurezza, con un calendario accelerato. Un segnale di sicurezza è un’informazione su un evento avverso nuovo o non completamente documentato che è potenzialmente causato da un medicinale e che richiede ulteriori indagini. La presenza di un segnale di sicurezza non significa necessariamente che un medicinale abbia causato l’evento avverso segnalato. La valutazione dei segnali di sicurezza cerca di stabilire se una relazione causale tra il medicinale e l’evento avverso sia almeno ragionevolmente possibile. La revisione è condotta dal Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA, il Comitato responsabile della valutazione delle questioni di sicurezza per i medicinali per uso umano. Una volta completata la revisione, il PRAC formulerà ulteriori raccomandazioni, se necessario, per ridurre al minimo i rischi e proteggere la salute dei vaccinati. Il comitato per la medicina umana dell’EMA, CHMP, valuterà quindi rapidamente eventuali modifiche necessarie alle informazioni sul prodotto. La valutazione scientifica dell’EMA è alla base dell’uso sicuro ed efficace dei vaccini COVID-19. Le raccomandazioni dell’EMA sono la base su cui i singoli Stati membri dell’UE progetteranno e implementeranno le proprie campagne di vaccinazione nazionali. Questi possono variare da paese a paese a seconda delle esigenze e delle circostanze nazionali, come i tassi di infezione, le popolazioni prioritarie da vaccinare, la disponibilità dei vaccini e i tassi di ospedalizzazione. Leggi qui il comunicato EMA. - 22/04/2021
- Monitoraggio anticorpi monoclonali per COVID-19: pubblicato il secondo report In attuazione del Decreto del Ministero della Salute del 6 febbraio 2021 (pubblicato nella G.U. serie generale n.32 dell’8/2/21), l’Agenzia Italiana del Farmaco ha provveduto a sviluppare il registro di monitoraggio degli anticorpi monoclonali per il trattamento del COVID-19. Pertanto, con il presente comunicato si pubblicano i risultati del monitoraggio attraverso il registro AIFA, relativo agli anticorpi attualmente disponibili: bamlanivimab (Determina AIFA nella GU n.58 del 09.03.2021), bamlanivimab ed etesevimab (Determina AIFA nella GU n.66 del 17.03.2021) e casirivimab ed imdevimab (Determina AIFA nella GU n.71 del 23.03.2021). Qui è possibile scaricare il secondo rapporto sui monoclonali anti-COVID-19 che analizza i dati settimanali dal 9 al 15 aprile. I centri abilitati dalle Regioni alla compilazione del registro AIFA sono disponibili al seguente link. - 19/04/2021
- Terzo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19 L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il terzo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 marzo 2021 per i tre vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 46.237 segnalazioni su un totale di 9.068.349 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 510 ogni 100.000 dosi), di cui il 92,7% sono riferite a eventi non gravi, che si risolvono completamente, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi corrispondono al 7,1% del totale, con un tasso di 36 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose (prima o seconda) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. La maggior parte delle segnalazioni sono relative al vaccino Comirnaty (81%), finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (68% delle dosi somministrate), con un aumento delle segnalazioni per il vaccino Vaxzevria (17%) a seguito dell’incremento dell’uso di questo vaccino (27% delle dosi somministrate). Le segnalazioni relative al vaccino Moderna rappresentano invece il 2% del totale e sono proporzionali al numero più limitato di dosi somministrate (5%). Gli eventi segnalati insorgono prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (87% dei casi).Per tutti i vaccini gli eventi avversi più segnalati sono febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea, in linea con le informazioni note sui vaccini finora utilizzati in Italia. Un focus è dedicato agli eventi tromboembolici dopo la somministrazione di Vaxzevria. Si sono verificati, entro 2 settimane dalla vaccinazione, dei casi molto rari di trombi associati a bassi livelli di piastrine nel sangue. Su un totale di 62 casi inseriti in Eudravigilance in Italia sono stati segnalati 7 casi (con due decessi) di trombosi dei seni venosi intracranici (CSVT) fino al 22 marzo 2021 e 4 casi (con due decessi) di trombosi di più vasi sanguigni in sede atipica sui 24 inseriti nello stesso periodo nella rete di sorveglianza europea. L’approfondimento a livello nazionale di queste segnalazioni è condotto con il supporto di un “Gruppo di Lavoro per la valutazione dei rischi trombotici da vaccini anti-COVID-19”, costituito da alcuni dei massimi esperti nazionali di trombosi ed emostasi.Gli eventi avversi non noti sono oggetto di continuo approfondimento a livello nazionale ed europeo. Il Rapporto è consultabile sul sito dell’AIFA alla pagina Farmacovigilanza su vaccini COVID-19 è accessibile qui. - 16/04/2021
- Nota Informativa Importante su Eylea EYLEA 40 mg/mL (aflibercept soluzione per iniezione intravitreale): rischio più elevato di aumento della pressione intraoculare con la presentazione in siringa preriempita. Riassunto Sono stati riportati casi di aumento della pressione intraoculare con maggior frequenza (aumento stimato in circa sette volte) quando viene usata la siringa preriempita di Eylea, rispetto alla somministrazione della soluzione iniettabile di Eylea in fiala con la siringa Luer-lock.Si sospetta che una manipolazione non corretta durante la preparazione e l’iniezione sia la causa più probabile dei casi osservati di aumento della pressione intraoculare con la siringa preriempita di Eylea. Le iniezioni devono essere eseguite da Operatori Sanitari che abbiano familiarità con la manipolazione di questa presentazione.Il corretto utilizzo della siringa preriempita e la formazione sono fondamentali per mitigare questo rischio: utilizzare un ago da iniezione 30G x ½ pollici; controllare sempre che l’eccesso di volume/bolle d’aria nella siringa preriempita venga eliminato prima dell’uso: la base della punta arrotondata dello stantuffo (non l’apice) dev’essere allineata con la linea nera di misurazione sulla siringa (vedi sotto);premere accuratamente l’asta dello stantuffo;somministrare l’esatta dose raccomandata e non iniettare ulteriore volume residuo, poiché un aumento del volume d’iniezione può portare ad un aumento clinicamente rilevante della pressione intraoculare.Valutare il visus del paziente e controllare la pressione intraoculare immediatamente dopo l’iniezione intravitreale. Leggi la nota AIFA qui. - 16/04/2021
- EMA avvia la revisione dell’anticorpo monoclonale VIR-7831 per il trattamento dei pazienti con COVID-19 L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) sta esaminando i dati attualmente disponibili sull’uso dell’anticorpo monoclonale VIR-7831 (noto anche come GSK4182136) per il trattamento di pazienti affetti da COVID-19. La revisione dell’EMA è intesa a supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere di impiegare il medicinale per il trattamento di COVID-19 prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio.La revisione riguarderà anche i dati di uno studio che ha messo a confronto l’effetto di VIR-7831 con quello di un trattamento fittizio (placebo) nei pazienti con COVID-19 da lieve a moderata, che erano ad alto rischio di progredire verso la forma più grave della malattia. I risultati preliminari indicano che, rispetto al placebo, VIR-7831 ha ridotto dell’85% il rischio di ricovero in ospedale per più di 24 ore o il rischio di morte.Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA valuterà la capacità del medicinale di prevenire il ricovero e la morte in pazienti affetti da COVID-19 non ricoverati in ospedale che non richiedono ossigenoterapia supplementare. In aggiunta, il CHMP esaminerà i dati sulla qualità e la sicurezza del medicinale.Sebbene sia previsto l’avvio di una rolling review più completa prima di un’eventuale domanda di autorizzazione all’immissione in commercio, la revisione in corso fornirà raccomandazioni valide nell’UE destinate alle autorità nazionali che, sulla base di dati concreti, possono decidere sull’uso precoce del medicinale. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione una volta conclusa. Maggiori informazioni sul medicinaleVIR-7831 (GSK4182136) è un anticorpo monoclonale che agisce contro il SARS-CoV-2, virus responsabile di COVID-19. Un anticorpo monoclonale è un tipo di proteina che si lega ad una struttura specifica (chiamata antigene). VIR-7831 è progettato per legarsi alla proteina spike del SARS-CoV-2, riducendo la capacità del virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. Si prevede che questo medicinale ridurrà la necessità di ricovero ospedaliero nei pazienti affetti da COVID-19. Maggiori info