Neuropatologia dell’immunoterapia anti-amiloide-β: Un caso clinico

Le risposte dell’ospite alla terapia con anticorpi diretti contro la β-amiloide (Aβ) sono evidenti nei cambiamenti di neuroimmagine, noti come anomalie di imaging correlate all’amiloide (ARIA) e nei sintomi clinici in un sottogruppo di soggetti sottoposti a sperimentazione clinica che ricevono tale terapia. La base patologica dei cambiamenti di imaging e dei sintomi clinici non è nota, così come non è noto il meccanismo preciso di clearing dell’Aβ. Vengono riportati in questo articolo i risultati dell’autopsia di una donna di 65 anni che ha ricevuto tre infusioni open label del farmaco sperimentale anti-Aβ lecanemab nell’arco di circa un mese. Quattro giorni dopo l’ultima infusione, la donna è stata trattata con attivatore del plasminogeno tissutale per i sintomi dell’ictus acuto ed è morta alcuni giorni dopo con un’emorragia multifocale. L’esame neuropatologico ha dimostrato una vasculite istiocitica che ha coinvolto i vasi sanguigni con angiopatia amiloide cerebrale. La frammentazione e la fagocitosi delle Aβ vascolari erano presenti in tutta la corteccia cerebrale. È stata notata la fagocitosi di placche di Aβ parenchimali. Sono stati notati anche cambiamenti suggestivi di “clearing” della Aβ e della tau fosforilata. Nel complesso, i risultati suggeriscono che il trattamento anti-Aβ stimola una risposta immunitaria dell’ospite all’Aβ, cioè l’ingaggio del bersaglio. I risultati forniscono anche la prova che le anomalie di imaging legate all’amiloide (ARIA) potrebbero essere indicative di una sindrome fagocitica da Aβ all’interno dei vasi cerebrali e del tessuto cerebrale parenchimale in alcuni casi.

Leggi qui l’articolo completo.

Uveite indotta da Brentuximab Vedotin

È stato descritto un caso di uveite bilaterale, in seguito alla somministrazione di Brentuximab Vedotin, con caratteristiche di uveite simile a quelle della Sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada, caratterizzata, quindi, da una uveite granulomatosa cronica, bilaterale, con presenza di cellule infiammatorie, piccoli distacchi sierosi multipli intorno alla retina e alle pieghe dell’epitelio pigmentato retinico (RPE) confermati dalla tomografia ottica (OCT), nonché, clinicamente, da offuscamento della vista e fotofobia.

Il caso riguardava una paziente di 71 anni in terapia con Brentuximab Vedotin per linfoma di Hodgkin.

Brentuximab vedotin (BV) è un farmaco coniugato costituito da un anticorpo monoclonale anti-CD30 e da un agente antimitotico, la monometil-auristatina E (MMAE) ed è utilizzato per il trattamento di neoplasie ematologiche come il linfoma anaplastico a grandi cellule e il linfoma di Hodgkin.

È attivo sull’antigene CD30, un recettore del tnf espresso nelle cellule B e T attivate, nelle cellule Reed-Sternberg, tipiche del linfoma Hodgkin, e nelle cellule Hallmark, presenti nel linfoma anaplastico a grandi cellule.

Dopo l’internalizzazione del complesso anticorpo-farmaco coniugato con CD30, la monometil-auristatina E viene rilasciata all’interno della cellula, si lega alla tubulina e interrompe la rete di microtubuli all’interno della cellula, bloccando la divisione cellulare e provocando selettivamente la morte per apoptosi delle cellule tumorali che esprimono CD30

Le indagini eziologiche condotte sulla paziente non hanno evidenziato una chiara causa infettiva o infiammatoria.

La donna è stata trattata con metilprednisolone per via orale, inizialmente senza interrompere la terapia con brentuximab vedotin.

Successivamente, a causa del persistere della perdita dell’acuità visiva, la paziente ha sospeso il farmaco sospetto.

L’uveite ha risposto bene al trattamento con corticosteroidi e alla sospensione del brentuximab, ma alcuni mesi dopo si è avuto un rechallenge positivo quando è stato riiniziato il trattamento . Questo ha suggerito un probabile evento avverso a questo farmaco, in accordo con l’algoritmo di Naranjo.

Si ipotizza che l’uveite sia causata da un effetto diretto sulle cellule CD30+ del tessuto uveale, con perdita della loro funzione protettiva di regolazione immunitaria, e/o da effetti citotossici collaterali del farmaco coniugato antimitotico MMAE sulle cellule non tumorali circostanti. La crescente esperienza con l’immunoterapia fornirà in futuro maggiori informazioni (cliniche) su questi complessi meccanismi immunitari.

Bibliografia

Therssen S, et al. Brentuximab vedotin induced uveitis. Am J Ophthalmol Case Rep 2022; 26: 101440.

La gestione del dolore acuto nei pazienti intolleranti al lattosio

 

L’intolleranza al lattosio è estremamente comune e colpisce circa il 70% della popolazione mondiale; questo zucchero è uno degli eccipienti più comunemente utilizzati nell’industria farmaceutica, pertanto è necessario prendere in considerazione il suo contenuto e quindi la sicurezza dei preparati farmaceutici prescritti per i pazienti che sono intolleranti.

 

 

 

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