Ricoveri ospedalieri correlati a reazioni avverse ai farmaci in Svizzera 2012-2019: caratteristiche, mortalità ospedaliera e tasso di segnalazione spontanea

Le reazioni avverse ai farmaci (ADR) contribuiscono alla morbilità e le ADR gravi possono causare l’ospedalizzazione e la morte. Questo studio caratterizza e quantifica i ricoveri ospedalieri correlati alle ADR e i successivi decessi in ospedale, e stima il tasso di segnalazione spontanea alle autorità di regolamentazione in Svizzera, dove gli operatori sanitari sono legalmente obbligati a segnalare le ADR.

In questo studio retrospettivo di coorte, condotto dal 2012 al 2019, si sono analizzati i dati nazionali dell’Ufficio federale di statistica. Attraverso regole di codifica si sono identificati i ricoveri ospedalieri correlati alle ADR e si è voluto stimare il tasso di segnalazione, i rapporti di sicurezza sui singoli casi (ICSR) raccolte nel sistema svizzero di segnalazione spontanea durante lo stesso periodo.

In questo modo i risultati ottenuti sono stati che su 11.240.562 pazienti ricoverati, 256.550 (2,3%) sono stati ricoverati per ADR, 132.320 (51,6%) erano di sesso femminile, 120.405 (46,9%) erano di età ≥ 65 anni e 16.754 (6,5%) erano bambini/adolescenti.

Le comorbilità più frequenti erano ipertensione (89.938 [35,1%]), disturbi dei fluidi/elettroliti (54.447 [21,2%]), insufficienza renale (45.866 [17,9%]), aritmie cardiache (37.906 [14,8%]) e depressione (35.759 [13,9%]). Le ADR più frequentemente riscontrate sono state a carico dell’apparato digerente (come gastroenteriti e coliti non infettive), l’apparato genitourinario (come Insufficienza renale acuta) e alterazioni dello stato mentale e comportamentale che si manifestano, ad esempio, in dipendenza da oppioidi). La mortalità in ospedale è stata del 2,2% (5669). Poiché gli ICSR hanno indicato 14.109 ricoveri e 700 decessi in ospedale, i tassi di segnalazione stimati sono stati rispettivamente del 5% e del 12%.

In conclusione, possiamo affermare che questa osservazione di 8 anni in Svizzera ha rivelato che il 2,3%, ovvero circa 32.000 ricoveri all’anno, sono stati causati da ADR e che la maggior parte dei ricoveri correlati alle ADR non è stata segnalata alle autorità di regolamentazione, nonostante gli obblighi di legge.

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Fattori associati alla sottosegnalazione delle reazioni avverse ai farmaci da parte degli operatori sanitari: Aggiornamento della revisione sistematica

Introduzione

La sottosegnalazione è uno dei principali limiti del sistema di segnalazione spontanea delle reazioni avverse ai farmaci (ADR).

Poiché esse sono responsabili del 10% delle visite ambulatoriali , del 3,5-10% dei ricoveri ospedalieri, e sono la quinta causa di morte nei pazienti ricoverati, oltre a prolungare la degenza e a presentare un elevato impatto economico, è evidente che la loro segnalazione spontanea da parte degli operatori sanitari consente di determinare, in modo continuativo, non solo il rapporto rischio/beneficio di un determinato farmaco, ma è anche  uno dei metodi migliori per generare segnali  relativi a eventi inattesi e ADR rare.

In altri termini, un alto tasso di under-reporting impedisce di quantificare i reali valori di incidenza e di rischio delle ADR e ritarda l’attivazione di segnali di allarme utili e necessari alla salvaguardia della salute pubblica. Un tale ritardo nelle decisioni di limitare l’uso di un farmaco o di ritirarlo può comportare il coinvolgimento, e quindi il danno, di molti più pazienti.

Una revisione sistematica del 2009 ha dimostrato che le conoscenze e gli atteggiamenti degli operatori sanitari sono fortemente correlati alla sotto-segnalazione delle ADR.

Obiettivo

 L’obiettivo degli Autori è stato quello di aggiornare la precedente revisione sistematica volta a identificare i fattori (sociodemografici, conoscenze e atteggiamenti) associati alla mancata segnalazione delle ADR da parte degli operatori sanitari.

Metodi

In questa revisione sistematica gli Autori hanno cercato nei database MEDLINE ed EMBASE gli studi pubblicati tra il 2007 e il 2021 che soddisfacevano i seguenti criteri di inclusione: (1) pubblicati in inglese, francese, portoghese o spagnolo; (2) che coinvolgessero operatori sanitari; e che (3) avessero come obiettivo quello di valutare i fattori associati alla sottosegnalazione delle ADR attraverso la segnalazione spontanea.

Risultati

Complessivamente sono stati inclusi 65 lavori. Mentre le caratteristiche sociodemografiche dei professionisti della salute non hanno influenzato la sottosegnalazione, le conoscenze e gli atteggiamenti invece continuano a mostrare una effetto (ripercussione) significativo:(1) ignoranza (solo le ADR gravi devono essere segnalate) nell’86,2%; (2) letargia (procrastinazione, mancanza di interesse e altre scuse) nell’84,6%; (3) compiacenza (la convinzione che solo i farmaci ben tollerati siano immessi in commercio) nel 46,2%; (4) diffidenza (paura di apparire ridicoli per aver segnalato solo sospette ADR) nel 44,6%; e (5) l’insicurezza (è quasi impossibile determinare se un farmaco sia o meno responsabile di una specifica reazione avversa) nel 33,8% e l’assenza di feedback nel 9,2%. In questa revisione, il mancato obbligo di segnalazione e la riservatezza emergono come nuove ragioni per la mancata segnalazione.

Conclusioni

I risultati di questa revisione mostrano che, come già visto nella revisione 2009, la scarsa segnalazione delle ADR è ancora associata a una serie di atteggiamenti (ignoranza, mancanza di fiducia o compiacimento) e scuse che sono potenzialmente modificabili attraverso la formazione o facilitando il processo di notifica.

Ciò suggerisce che nell’ultimo decennio non ci sono stati progressi significativi nella formazione degli operatori sanitari in materia di segnalazione delle ADR e che è necessario implementare e approfondire,  all’interno dei sistemi sanitari e dei corsi di laurea, la formazione degli operatori sanitari sul tema della sicurezza dei farmaci.

 In questo modo si otterrebbe una maggiore e più precoce attivazione di un segnale d’allarme nei sistemi di farmacovigilanza e ciò permetterebbe alle autorità sanitarie di reagire più rapidamente garantendo la sicurezza del maggior numero possibile di pazienti.

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Intelligenza artificiale nella sicurezza e nel metabolismo dei farmaci

L’uso di metodi di intelligenza artificiale nella sicurezza dei farmaci è iniziato nei primi anni 2000 con applicazioni quali la previsione della mutagenicità batterica e dell’inibizione di HERG. Da allora il campo è in continua espansione e i modelli sono diventati sempre più complessi. Questi approcci sono ora integrati nei processi di valutazione del rischio delle molecole insieme ai metodi in vitro e in vivo. Oggi l’intelligenza artificiale può essere utilizzata in ogni fase della scoperta e dello sviluppo di un farmaco, dal profilo delle librerie chimiche nelle prime fasi della scoperta, alla previsione degli effetti fuori bersaglio nella fase intermedia della scoperta, alla valutazione di potenziali impurità mutagene nello sviluppo e dei degradanti come parte della gestione del ciclo di vita. Questo capitolo fornisce una panoramica dell’intelligenza artificiale nella sicurezza dei farmaci e ne descrive l’applicazione nell’intero processo di scoperta e sviluppo.

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Livedo reticularis a seguito della somministrazione di vaccino ChAdOx1 nCov-19 (ex vaccino AstraZeneca): un report di due casi.

La livedo reticularis è caratterizzata dalla comparsa temporanea o persistente di lesioni violacee ad anello interconnesse e che formano un pattern a rete. Questo può avvenire fisiologicamente in risposta al freddo, ma può anche essere indotto da condizioni patologiche come l’occlusione vascolare o la venodilatazione, oppure a seguito dell’assunzione di alcuni farmaci come l’amantadina, la gemcitabina e la minociclina. I principali meccanismi fisiopatologici della livedo reticularis sono la diminuita perfusione cutanea oppure la venodilatazione.

Ci sono stati, tuttavia, casi di livedo reticularis che sono comparsi successivamente alla vaccinazione anti-Sars-Cov2 ChAdOx1 (ex vaccino AstraZeneca). In questo articolo vengono riportati due casi di livedo reticularis avvenuti a seguito della vaccinazione con ChAdOx1 (ex vaccino AstraZeneca). I due casi riportati non avevano cause patologiche sottostanti che possono aver interferito con il flusso sanguigno. La vaccinazione con ChAdOx1 (ex vaccino AstraZeneca) è stato il solo evento che è avvenuto poco prima della comparsa della livedo reticularis.

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Neuropatologia dell’immunoterapia anti-amiloide-β: Un caso clinico

Le risposte dell’ospite alla terapia con anticorpi diretti contro la β-amiloide (Aβ) sono evidenti nei cambiamenti di neuroimmagine, noti come anomalie di imaging correlate all’amiloide (ARIA) e nei sintomi clinici in un sottogruppo di soggetti sottoposti a sperimentazione clinica che ricevono tale terapia. La base patologica dei cambiamenti di imaging e dei sintomi clinici non è nota, così come non è noto il meccanismo preciso di clearing dell’Aβ. Vengono riportati in questo articolo i risultati dell’autopsia di una donna di 65 anni che ha ricevuto tre infusioni open label del farmaco sperimentale anti-Aβ lecanemab nell’arco di circa un mese. Quattro giorni dopo l’ultima infusione, la donna è stata trattata con attivatore del plasminogeno tissutale per i sintomi dell’ictus acuto ed è morta alcuni giorni dopo con un’emorragia multifocale. L’esame neuropatologico ha dimostrato una vasculite istiocitica che ha coinvolto i vasi sanguigni con angiopatia amiloide cerebrale. La frammentazione e la fagocitosi delle Aβ vascolari erano presenti in tutta la corteccia cerebrale. È stata notata la fagocitosi di placche di Aβ parenchimali. Sono stati notati anche cambiamenti suggestivi di “clearing” della Aβ e della tau fosforilata. Nel complesso, i risultati suggeriscono che il trattamento anti-Aβ stimola una risposta immunitaria dell’ospite all’Aβ, cioè l’ingaggio del bersaglio. I risultati forniscono anche la prova che le anomalie di imaging legate all’amiloide (ARIA) potrebbero essere indicative di una sindrome fagocitica da Aβ all’interno dei vasi cerebrali e del tessuto cerebrale parenchimale in alcuni casi.

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Nota informativa importante su GAVRETO (pralsetinib)

Nota informativa importante concordata con le autorità regolatorie europee e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

Nei pazienti trattati con pralsetinib è stata segnalata tubercolosi, principalmente extrapolmonare.
Prima di iniziare il trattamento, i pazienti devono essere sottoposti a una valutazione per la ricerca di tubercolosi attiva e inattiva (“latente”), in accordo alle raccomandazioni e procedure locali.
Nei pazienti con tubercolosi attiva o latente, la terapia antimicobatterica standard deve essere avviata prima dell’inizio del trattamento con Gavreto.

Leggi qui la nota informativa sul sito dell’AIFA.

Nota informativa importante su antibiotici fluorochinolonici ad uso sistemico ed inalatorio

Nota informativa importante concordata con le autorità regolatorie europee e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

La Nota fornisce agli operatori sanitari informazioni relative a studi recenti dove i fluorochinoloni continuano a essere prescritti al di fuori degli usi raccomandati.

I fluorochinoloni ad uso sistemico ed inalatorio sono associati a reazioni avverse molto rare ma gravi, invalidanti, di lunga durata e potenzialmente irreversibili. Questi medicinali devono quindi, essere prescritti solo nelle indicazioni approvate e dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi sul singolo paziente.

Leggi qui la nota informativa sul sito dell’AIFA.

Valutazione della sicurezza farmacologica di ixekizumab per la psoriasi: una revisione delle conoscenze attuali

Da quando sono disponibili gli anti-IL-17, sono state sollevate numerose preoccupazioni sulla loro sicurezza a causa dell’inibizione delle attività fisiologiche che l’IL-17A svolge nella risposta immunitaria contro le infezioni. Ixekizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che ha come bersaglio specifico l’IL-17A, approvato per il trattamento della psoriasi da moderata a grave.
Lo scopo di questa revisione è valutare il profilo di sicurezza di ixekizumab nei pazienti affetti da psoriasi moderata-grave. Una revisione compressiva della letteratura che ha incluso articoli a partire da marzo 2022.
In tale analisi, la maggior parte degli eventi avversi (AE) segnalati sono stati lievi o moderati e raramente hanno richiesto l’interruzione del trattamento. Tra gli AE specifici della classe da considerare durante il trattamento con ixekizumab, vi sono il rischio di infezioni da Candida e il rischio di IBD, entrambi segnalati più frequentemente rispetto al placebo o ad altri biologici (etanercept, ustekinumab e guselkumab). Tuttavia, le candidosi segnalate erano di grado lieve-moderato e facilmente gestibili. Il rischio di IBD (sia esacerbazione che diagnosi de novo) rappresenta un effetto di classe degli inibitori dell’IL-17, che dovrebbe essere ben valutato prima di considerare l’inizio del trattamento con ixekizumab. Gli effetti collaterali più comuni sono stati rappresentati da nasofaringite, infezione del tratto respiratorio superiore e reazioni nel sito di iniezione. Gli studi analizzati hanno confermato il profilo di sicurezza favorevole di ixekizumab anche in studi pubblicati più di recente.

Per maggiori dettagli leggi qui l’articolo.

EMA raccomanda la revoca dell’autorizzazione all’immissione in commercio di Adakveo

Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di revocare l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata per il medicinale Adakveo (crizanlizumab), indicato per la prevenzione di crisi dolorose (crisi vaso-occlusive) in pazienti con malattia a cellule falciformi.  

La raccomandazione fa seguito a una revisione che ha preso in esame i risultati dello studio STAND in cui l’efficacia e la sicurezza di Adakveo sono state confrontate con placebo. Lo studio non ha dimostrato differenze tra Adakveo e il placebo nella riduzione del numero di crisi dolorose che richiedono una visita medica o un trattamento domiciliare in pazienti con malattia a cellule falciformi.  

Pertanto, il CHMP ha ritenuto che i benefici del medicinale non sono superiori ai rischi, anche se in termini di sicurezza lo studio non ha sollevato nuove preoccupazioni.

A breve, l’EMA predisporrà e pubblicherà una comunicazione destinata agli operatori sanitari.

A seguito della raccomandazione del CHMP, la Commissione europea adotterà una decisione giuridicamente vincolante.

Leggi qui il comunicato dell’EMA sul sito dell’AIFA.

Estratto degli highlights della riunione del PRAC del 10-12 maggio 2023

Si rende disponibile in allegato un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 10– 12 maggio 2023.

I principali argomenti:

  • Gavreto: misure per ridurre al minimo l’aumento del rischio di tubercolosi
  • Voxzogo: introduzione di un nuovo tipo di siringa

Leggi qui il documento dell’EMA sul sito dell’AIFA.

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