Estratto degli highlights della riunione del PRAC del 10-12 maggio 2023

Si rende disponibile in allegato un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 10– 12 maggio 2023.

I principali argomenti:

  • Gavreto: misure per ridurre al minimo l’aumento del rischio di tubercolosi
  • Voxzogo: introduzione di un nuovo tipo di siringa

Leggi qui il documento dell’EMA sul sito dell’AIFA.

Antibiotici fluorochinolonici: richiamo alle misure per ridurre il rischio di effetti collaterali di lunga durata, invalidanti e potenzialmente irreversibili

Il comitato per la sicurezza dell’EMA, il PRAC, ribadisce agli operatori sanitari che l’uso di antibiotici fluorochinolonici somministrati per via orale, iniezione o inalazione deve essere limitato a causa del rischio di effetti collaterali invalidanti, di lunga durata e potenzialmente irreversibili.

Queste restrizioni sono state introdotte nel 2019 a seguito di una revisione a livello di UE su questi effetti collaterali molto rari ma gravi. Uno studio finanziato dall’EMA ha dimostrato che sebbene l’uso di antibiotici fluorochinolonici sia diminuito, questi medicinali sono ancora prescritti al di fuori degli usi raccomandati.

Le restrizioni sull’uso degli antibiotici fluorochinolonici implicano che questi medicinali non devono essere usati:

  • per trattare infezioni che possono risolversi senza trattamento o che non sono gravi (come le infezioni alla gola);
  • per il trattamento di infezioni non batteriche, ad es. prostatite non batterica (cronica); 
  • per prevenire la diarrea del viaggiatore o le infezioni ricorrenti del tratto urinario inferiore (infezioni urinarie che non si estendono oltre la vescica);
  • per il trattamento di infezioni batteriche lievi o moderate a meno che gli altri medicinali antibatterici comunemente raccomandati per queste infezioni non possano essere utilizzati.

È importante sottolineare che i fluorochinoloni devono essere evitati nei pazienti che hanno avuto in precedenza gravi effetti collaterali con un antibiotico fluorochinolonico o chinolonico. Devono essere usati con particolare cautela negli anziani, nei pazienti con malattie renali e in coloro che hanno subito un trapianto di organi perché questi pazienti sono a maggior rischio di danni ai tendini. Poiché anche l’uso di un corticosteroide con un fluorochinolone aumenta questo rischio, l’uso combinato di questi medicinali deve essere evitato.

Lo studio, che ha valutato i dati delle cure primarie in sei paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito) tra il 2016 e il 2021, suggerisce che le misure adottate, a seguito della revisione a livello di UE, per limitare l’uso di questi medicinali, hanno avuto un impatto modesto.
Una Nota Informativa Importante (NII) sarà ora inviata agli operatori sanitari nell’UE, per sottolineare la necessità di limitare l’uso di questi medicinali a un trattamento di ultima linea nei pazienti che non hanno opzioni terapeutiche alternative dopo un’attenta valutazione dei benefici e rischi per i singoli pazienti.

Leggi qui il comunicato dell’EMA sul sito dell’AIFA.

La gestione terapeutica del danno epatico iatrogeno idiosincrasico e tossicità epatica da acetaminofene nella popolazione pediatrica: una revisione sistematica.

Il danno epatico da farmaci è un evento avverso raro ma grave, che può anche esitare in un’insufficienza epatica acuta. È stata effettuata una revisione della letteratura sulle terapie utilizzate per trattare il sovradosaggio di acetaminofene e danno epatico iatrogeno idiosincrasico nella popolazione pediatrica.

Sono stati inclusi articoli in cui viene descritto l’intervento terapeutico nella popolazione pediatrica (sotto i diciotto anni) per il trattare sovradosaggio di acetaminofene e il danno epatico da farmaci. I risultati sono stati riassunti in base ai gruppi per età (nati pretermine, neonati, nati a termine e post termine, bambini e adolescenti). Sono state incluse venticinque pubblicazioni, per un totale di centoquaranta casi pediatrici di danno epatico su base iatrogena in pazienti di età compresa nel range tra nati pretermine e adolescenti.

La N-acetilcisteina è stata utilizzata nel trattamento di diciannove casi di sovradosaggio di acetaminofene. Le opzioni terapeutiche per trattare il danno epatico iatrogeno sono state N-acetilcisteina in quattordici casi, acido ursodesossicolico in tre casi, corticosteroidi in trentuno casi, carnitina in sedici casi e la combinazione di glicirrizina, glutatione ridotto, poliene fosfatidilcolina e S-adenosilmetionina in trentuno casi. Il molecular adsorbent recirculating system (MARS) è stato utilizzato nel trattamento di due casi di danno epatico da farmaci e in quattro casi di sovradosaggio di acetaminofene, mentre in venti casi di insufficienza epatica acuta si è optato per la terapia renale sostitutiva continua.

Questa revisione ha individuato i casi di danno epatico iatrogeno nella popolazione pediatrica che sono stati trattati con trattamenti specifici, che sembrano essere stati perlopiù ispirati a trattamenti descritti in lavori poco affidabili e riferiti alla popolazione adulta. C’è perciò bisogno di ulteriori studi di qualità per verificare l’efficacia sia di terapie già conosciute che innovative per trattare il danno epatico iatrogeno nella popolazione pediatrica.

Clicca qui per approfondire l’argomento.

Nota Informativa Importante su SIMULECT® (basiliximab)

Nota informativa importante concordata con le Autorità regolatorie europee e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

La Nota fornisce agli operatori sanitari informazioni relative all’utilizzazione di fiale di acqua per preparazioni iniettabili confezionate insieme ai flaconcini di polvere liofilizzata sterile di Simulect 20 mg.

Leggi qui la nota informativa sul sito dell’AIFA.

Emorragia gastrointestinale con gli anticoagulanti orali: cosa sappiamo attualmente

I nuovi anticoagulanti orali (NAO) sono attualmente raccomandati come trattamento di prima linea per la prevenzione dell’ictus nella fibrillazione atriale e nel tromboembolismo venoso. Tuttavia, sono state sollevate preoccupazioni riguardo al rischio di sanguinamento gastrointestinale dei NAO.

L’emorragia gastrointestinale è il tipo di sanguinamento più comune che si verifica nei pazienti in terapia anticoagulante orale.

Una meta-analisi degli studi randomizzati controllati di riferimento su pazienti con fibrillazione atriale ha dimostrato che i NAO erano associati a tassi di sanguinamento gastrointestinale più elevati rispetto al warfarin. Tuttavia, esisteva una significativa eterogeneità tra gli studi. Mentre rivaroxaban, dabigatran ad alte dosi e edoxaban ad alte dosi erano associati a percentuali di sanguinamento gastrointestinale più elevate rispetto a warfarin, erano invece simili tra gli utilizzatori di warfarin, e apixaban e dabigatran a basse dosi. 

Le meta-analisi di studi osservazionali hanno anch’esse dimostrato percentuali inferiori di sanguinamento gastrointestinale a favore del warfarin rispetto a rivaroxaban, tassi simili o inferiori rispetto a dabigatran e tassi più elevati rispetto ad apixaban.

È importante sottolineare che manca un confronto diretto tra i vari NAO nella letteratura attuale sugli studi clinici randomizzati controllati, ma le informazioni disponibili negli studi osservazionali suggeriscono che rivaroxaban è associato a un rischio più elevato di sanguinamento GI rispetto ad altri NAO.

Infine, il sanguinamento gastrointestinale indotto dagli anticoagulanti orali può avere alcuni aspetti positivi. A tal proposito è interessante notare che alcuni studi rivelano che l’anticoagulazione orale facilita il rilevamento del cancro del colon-retto.

Per maggiori dettagli leggi qui l’articolo completo.

Bibliografia

Ingason AB, Hreinsson JP, Björnsson ES. Gastrointestinal Bleeding on Oral Anticoagulation: What is Currently Known. Drug Saf. 2022 Dec;45(12):1449-1456. doi: 10.1007/s40264-022-01243-7. Epub 2022 Oct 13. PMID: 36227528.

La PEGilazione dei farmaci è associata a reazioni di ipersensibilità?
Un’analisi del Sistema di Segnalazione Italiano degli eventi avversi del farmaco.

Abstract
Background e obiettivi: Le evidenze mettono in risalto il potenziale allergenico dei farmaci PEGilati a causa
della produzione di immunoglobuline anti-polietilenglicole. Abbiamo studiato il rischio di reazioni di
ipersensibilità dei farmaci PEGilati usando il database italiano del sistema italiano di segnalazione delle
reazioni avverse spontanee ai farmaci
Metodi: Sono state selezionate segnalazioni di reazioni avverse al farmaco attribuite a medicinali
contenenti principi attivi PEGilati e/o liposomi PEGilati del Sistema Italiano di Segnalazione Spontanea nel
periodo compreso tra l’inizio dell’attività del Sistema Italiano di segnalazione e marzo 2021. Come
confronto, abbiamo considerato segnalazioni di reazioni avverse al farmaco di medicinali contenenti lo
stesso farmaco non-PEGilato, sostanze attive e/o liposomi non PEGilati (o composti appartenenti alla stessa
classe) È stata eseguita un’analisi descrittiva delle segnalazioni di reazioni di ipersensibilità. Sono state
valutati i tassi di segnalazione e tempo di insorgenza dell’ipersensibilità in un periodo di tempo tra Gennaio
2009 e Marzo 2021. Come misura della disproporzione abbiamo calcolato l’odds ratio di segnalazione.
Risultati: complessivamente, 3865 segnalazioni di reazioni avverse al farmaco erano correlate a medicinali
PEGilati e 11.961 a medicinali non PEGilati. Circa due terzi dei pazienti erano donne e le segnalazioni
riguardavano principalmente pazienti di età compresa tra i 46 anni e 64 anni. La frequenza delle reazioni di
ipersensibilità segnalate è stata più alta tra farmaci PEGilati rispetto a quelli non PEGilati (11,7% vs 9,4%, p
< 0,0001) I tassi di segnalazione delle reazioni di ipersensibilità sono stati più elevati per PEGilati rispetto ai
medicinali non PEGilati, con tassi di segnalazione compresi tra 1,4 (95% di confidenza) intervallo 0,8–2,5):ad
esempio per pegfilgrastim versus filgrastim a 20,0 (intervallo di confidenza 95% 2,8–143,5) per
peginterferone alfa-2a rispetto all’interferone alfa-2A. Il tempo mediano all’insorgenza delle reazioni di
ipersensibilità è stato di 10 giorni (intervallo interquartile: 0-61) per i medicinali PEGilati e 36 giorni
(intervallo interquartile: 3-216) per i comparatori non PEGilati. Statisticamente sono stati osservati odds
ratio significativi nel confronto con la segnalazione di reazioni di ipersensibilità per PEGilati rispetto ai
medicinali non PEGilati (odds ratio di segnalazione: 1,3; intervallo di confidenza del 95% 1,1-1,4). Tuttavia,
quando si utilizzano tutti gli altri farmaci come comparatori, l’analisi di sproporzionalità non ha mostrato
alcuna associazione con le reazioni di ipersensibilità per i farmaci PEGilati né per i medicinali non PEGilati,suggerendo quindi che molti altri fattori scatenanti le reazioni di ipersensibilità indotte dai farmaci giocano
un ruolo importante.
Conclusioni: I risultati di questa analisi del database italiano delle reazioni avverse spontanee ai farmaci
suggeriscono un potenziale coinvolgimento della PEGilazione nell’innesco di reazioni di ipersensibilità.
Tuttavia, quando si utilizzano tutti gli altri farmaci come comparatori, l’analisi di sproporzionalità non ha
mostrato alcuna associazione con le reazioni di ipersensibilità né per i medicinali PEGilati né per quelli non
PEGilati, probabilmente a causa di un effetto di mascheramento dovuto alla presenza nello stesso
database di altri medicinali che aumentano la soglia di segnalazione.

Leggi qui l’articolo completo.

Crisafulli, S., Cutroneo, P.M., Luxi, N. et al. Is PEGylation of Drugs Associated with Hypersensitivity Reactions? An Analysis of the Italian National Spontaneous Adverse Drug Reaction Reporting System. Drug Saf (2023). https://doi.org/10.1007/s40264-023-01277-

Nota informativa importante sugli inibitori della Janus chinasi

Nota informativa importante concordata con le autorità regolatorie europee e con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)

La nota fornisce agli operatori sanitari le raccomandazioni aggiornate per ridurre al minimo i rischi di neoplasie maligne, eventi avversi cardiovascolari maggiori, infezioni gravi, tromboembolismo venoso e mortalità associati all’uso dei JAK inibitori.

Leggi qui la nota informativa dell’Agenzia italiana del farmaco.

Nota Informativa Importante su ZOLGENSMA (Onasemnogene abeparvovec)

ZOLGENSMA (Onasemnogene abeparvovec) – Casi fatali di insufficienza epatica acuta.

Sintesi:

  • Sono stati segnalati casi fatali di insufficienza epatica acuta in pazienti trattati con onasemnogene abeparvovec.
  • La funzione epatica deve essere monitorata prima del trattamento e regolarmente per almeno 3 mesi dopo l’infusione.
  • Valutare tempestivamente i pazienti con peggioramento dei test di funzionalità epatica e/o segni o sintomi di malattia acuta.
  • Se i pazienti non rispondono adeguatamente ai corticosteroidi, consultare un gastroenterologo o un epatologo pediatrici e prendere in considerazione un aggiustamento del regime di corticosteroidi.
  • I corticosteroidi non devono essere ridotti fino a quando i valori dei test di funzionalità epatica non rientrano nella norma (esame clinico normale, bilirubina totale e livelli di ALT e AST inferiori a 2 × ULN).
  • Informare le persone che si prendono cura del paziente del grave rischio di danno epatico e della necessità di un monitoraggio periodico della funzionalità epatica.

Leggi qui la nota informativa sul sito AIFA.

LinkedIn
Share
Instagram
WhatsApp