Effetti a lungo termine del litio su funzionalità renale, tiroidea e paratiroidea

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Un’analisi retrospettiva dei dati di laboratorio.

 

 

 

 

I disturbi dell’umore colpiscono almeno 350 milioni di persone in tutto il mondo.

Nei paesi ad alto reddito, la depressione unipolare (o depressione maggiore) è la principale causa di disabilità e morbilità.

Il litio è ampiamente usato ed efficace per il trattamento di disturbi dell’umore, intenti suicidari, depressione e disturbi  maniacali.

Tuttavia, ha un basso indice terapeutico e può anche provocare danni a reni, tiroide e paratiroidi, di conseguenza è raccomandato il monitoraggio regolare delle concentrazioni sieriche e della funzionalità renale e del sistema endocrino.

Gli autori hanno analizzato l’insieme dei dati di laboratorio per determinare l’incidenza dell’insufficienza renale, tiroidea e paratiroidea associate all’uso del litio.

Metodi

In un’analisi retrospettiva dei dati di laboratorio dell’Oxford University Hospitals National Health Service Trust (Oxfordshire, Regno Unito), è stata studiata l’incidenza dell’insufficienza renale, tiroidea e paratiroidea nei pazienti (di età ≥18 anni), che avevano avuto almeno due dosaggi di creatinina, tireotropina, calcio, emoglobina glicata o litio tra il 1°  ottobre 1982 ed il 31 marzo 2014 e confrontata con i controlli, che non avevano avuto il dosaggio del litio. È stata effettuata l’analisi di sopravvivenza e regressione di Cox per stimare l’hazard ratio (HR) per ogni evento con uso di litio, età, sesso e diabete come covariate.

Risultati

Sono stati selezionati 4.678 pazienti e 689.228 controlli. Dopo aggiustamento per età, sesso, e diabete, la presenza di litio nel siero è stata associata ad un aumento del rischio di malattia renale cronica di fase tre (HR 1.93, IC 95% 1.76-2.12; p <0.0001), ipotiroidismo (2.31, 2.05-2.60; p <0.0001) e ha aumentato la concentrazione totale di calcio nel siero (1.43, 1.21-1.69; p <0.0001), ma non con ipertiroidismo (1.22, 0.96-1.55; p = 0.1010) o ha aumentato la calcemia totale corretta (1.08, 0.88-1.34; p = 0.4602). Le donne sono risultate più a rischio di sviluppare disturbi renali e della tiroide, rispetto agli uomini e le donne giovani sono risultate a rischio più elevato delle donne anziane. Gli effetti negativi si sono verificati all’inizio del trattamento (HR <1 per la lunghezza del trattamento con litio). Nei pazienti con più di una misurazione di litio, la concentrazione media era 0.6 (0.5-0.7) mmol/L. Le concentrazioni di litio superiori alla media sono risultate associate ad un aumentato rischio di tutti gli effetti avversi.

Conclusioni

Il trattamento col litio è associato ad un declino della funzionalità renale, ipotiroidismo, e ipercalcemia. Il rischio maggiore si registra per gli individui con concentrazioni di litio superiori alla media e le donne di età inferiore ai 60 anni. Poiché il  litio rimane un trattamento d’elezione per il disturbo bipolare, è necessario che i pazienti siano sottoposti a monitoraggio regolare e a lungo termine della funzionalità renale, della tiroide e della paratiroide.

 

B Shine, R F McKnight, L Leaver, J R Geddes,

Long-term effects of lithium on renal, thyroid, and parathyroid function: a retrospective analysis of laboratory data

The Lancet,  20 May 2015

DOI: http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(14)61842-0

Link: http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(14)61842-0/fulltext?rss%3Dyes

 

 

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