Biomarcatori renali ed eventi avversi renali maggiori in pazienti in condizioni critiche

Il danno renale acuto (AKI) derivante dall’uso di farmaci nefrotossici è molto diffuso nei pazienti ricoverati in ospedale ed è responsabile di un aumento complessivo della mortalità e dei costi di assistenza. La creatinina sierica (SCr), l’attuale standard per l’identificazione dell’Insufficienza renale acuta indotta da farmaci (DIAKI) esprime spesso in di 26-36 ore il danno…

Il danno renale acuto (AKI) derivante dall’uso di farmaci nefrotossici è molto diffuso nei pazienti ricoverati in ospedale ed è responsabile di un aumento complessivo della mortalità e dei costi di assistenza.

La creatinina sierica (SCr), l’attuale standard per l’identificazione dell’Insufficienza renale acuta indotta da farmaci (DIAKI) esprime spesso in di 26-36 ore il danno renale.

Questa revisione sistematica si propone di valutare l’utilità clinica di diversi nuovi biomarcatori di danno renale e stress per la previsione/rilevazione tempestiva dell’Insufficienza renale acuta indotta da farmaci (DIAKI), rispetto ai metodi tradizionali.

È stata condotta una revisione sistematica dei database CINAHL, Cochrane Library, Embase e PubMed secondo le linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA) 2020, alla ricerca di articoli che analizzassero l’uso di β2-microglobulina (B2M), interleuchina (IL)-18, kidney injury molecule-1 (KIM-1), liver-type fatty acid-binding protein (L-FABP), lipocalina associata alla gelatinasi neutrofila (NGAL) e inibitore tissutale della metalloproteinasi-2, * insulin-like growth factor-binding proteina 7 [TIMP-1]*[IGFBP-7], per identificare la DIAKI.

Gli outcome primari includevano il tempo alla diagnosi di DIAKI con i metodi tradizionali e il tempo per differenziare in maniera significativa le concentrazioni dei biomarcatori tra i soggetti dello studio con DIAKI e quelli non-AKI. Gli outocome secondari includevano le concentrazioni dei biomarcatori tra i gruppi di AKI.

Dalla ricerca della letteratura sono stati identificati quindici articoli. Dodici studi erano costituiti da popolazioni di pazienti ospedalizzati e tre studi includevano pazienti ospedalizzati e dimessi per il trattamento domiciliare. Nessuno studio riportava i valori del volume di urina emesso.

Il 73% degli studi ha riportato tempi più precoci per una differenza significativa delle concentrazioni dei nuovi biomarcatori tra i gruppi AKI e non AKI rispetto alla diagnosi di DIAKI in base alla sola Creatinina sierica.

Sono state osservate variazioni significative nelle concentrazioni dei singoli biomarcatori urinari tra i gruppi di AKI.

Tutti i biomarcatori analizzati hanno mostrato di essere potenzialmente utilizzabili come marcatori clinici precoci di DIAKI; tuttavia, sono necessarie ulteriori conferme sulle concentrazioni urinarie soglia per DIAKI ed è necessaria un’implementazione significativa di questi biomarcatori nella pratica clinica.

Bibliografia

Desai, R.J., Kazarov, C.L., Wong, A. et al. Kidney Damage and Stress Biomarkers for Early Identification of Drug-Induced Kidney Injury: A Systematic Review. Drug Saf (2022).

Leggi l’articolo qui.

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