Reazioni Avverse a Farmaco e la loro gestione clinica: un punto di vista personale

L’articolo traccia un bilancio della diagnosi e gestione delle Reazioni Avverse a Farmaco, con gli attuali metodi e ritiene che lo sviluppo delle tecnologie informatiche e dei data-base potrà mettere a disposizione del medico informazioni di grande supporto, nella fase decisionale.

 

Questo articolo descrive le opinioni personali dell’autore circa la diagnosi e la gestione di una Reazione Avversa a Farmaco. L’autore osserva  che la diagnosi è complicata ed è supportata anche da una gestione dei cambiamenti nella terapia farmacologica, che vanno osservati attentamente. Gli effetti indesiderati correlati al farmaco possono essere dovuti al farmaco stesso, sebbene molti siano dovuti ad errori sistematici che si verificano nel processo di diagnosi della patologia primaria trattata, passando attraverso la prescrizione e somministrazione per arrivare al modo in cui il farmaco viene utilizzato dal paziente. La consapevolezza di tali errori sistematici è parte della responsabilità di un professionista sanitario.
L’autore osserva che per la diagnosi clinica si usa un approccio, che è stato sviluppato attraverso i secoli. Ultimamente è stato enfatizzato il ruolo della medicina evidence-based, ma  l’ultima decisione deve comunque essere presa dal medico. Sono anche utilizzati, in maniera crescente, gli algoritmi e in farmacovigilanza possono essere utilizzati ulteriori supporti, per individuare il nesso causale.
La combinazione di diagnosi e gestione corretta di un paziente con una sospetta reazione avversa a farmaco producono un esito positivo per il paziente e può anche produrre un’informazione, che genera segnale di potenziale rischio. Inoltre, approfondendo l’informazione usata per la diagnosi e, in particolare,  prendendo in esame le caratteristiche generali del paziente, possono essere trovati molti fattori di rischio, che possono essere utili per la prevenzione di ulteriori reazioni avverse.
Maggiori informazioni riusciamo ad avere da genomica e proteomica, così come informazioni cliniche e ausiliarie dettagliate dai records sanitari, migliore potrà essere la nostra comprensione dei rischi da farmaco e la possibilità di prevenirli, ma solo se è fatta un’attenta diagnosi e  gestione della ADR.
Una buona diagnosi e gestione clinica richiede tempo, dice l’autore e suggerisce che lo sviluppo dei sistemi informatici possa fornire grande supporto ai medici. Ricorda che, in un articolo del 1999, aveva previsto lo sviluppo di un sistema diagnostico computerizzato, che avrebbe permesso al medico di conoscere tutte le informazioni relative ai farmaci e alla storia del  paziente e la possibilità di elaborare modelli, che supportino il medico nella diagnosi e che possano anche fornire suggerimenti per ulteriori valutazioni ed indagini. Una volta fatta la diagnosi, potrebbero essere fornite dal software opzioni terapeutiche o di management, nonché presentati rischi e benefici e anche l’opzione del non-trattamento. Sarebbero presentate all’attenzione del medico le incompatibilità basate sulla storia medica e farmacologica, la malattia corrente e altri farmaci, fattori dietetici etc., registrati per quel determinato paziente. Le prescrizioni sarebbero inserite in un data-base centrale, dove i dati anonimi potrebbero essere archiviati e ricercati per eventuali studi o relazioni.  Il paziente avrebbe i suoi dati aggiornati suo Fascicolo Sanitario Elettronico.
L’autore conclude dicendo che, per quanto questa visione sembri ancora futuristica, ci stiamo sicuramente avvicinando a grandi passi.
(Anche nel Sistema Sanitario della Regione Sardegna, è attualmente in fase di attivazione il Fascicolo Sanitario Elettronico. Si veda:

http://www.sardegnasalute.it/index.php?xsl=316&s=9&v=9&c=10670&na=1&n=10 NdR)

 

I. Ralph Edwards, Adverse Drug Effects and Their Clinical Management: A Personal View, Drug Saf DOI 10.1007/s40264-014-0167-6
Link: http://link.springer.com/article/10.1007/s40264-014-0167-6#page-1

 

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