Un editoriale del British Journal of Medicine suggerisce a medici e pazienti di procedere con cautela nella scelta tra vecchi e nuovi anticoagulanti orali.
Le opzioni per la prevenzione del colpo apoplettico nella fibrillazione atriale non valvolare ad alto rischio si sono recentemente ampliate con l’aggiunta dei nuovi anticoagulanti orali, come alternativa al warfarin, che rimane il trattamento tradizionale ed efficace.
La nuova classe di farmaci promette sicurezza ed efficacia, senza il monitoraggio e la regolazione del dosaggio necessari per il warfarin.
Tuttavia, recenti approfondimenti per lo sviluppo e l’approvazione del dabigatran, il primo nuovo anticoagulante orale immesso sul mercato, hanno sollevato seri interrogativi circa i suoi rischi. Un’analisi pubblicata su BMJ evidenzia una mancanza di trasparenza sulla sicurezza del dabigatran, che non è monitorato, cui si aggiunge la farmacocinetica instabile del farmaco, che può causare una variazione di cinque volte della concentrazione plasmatica.
Altrettanto inquietanti sono i problemi di attendibilità dei dati che, inizialmente, hanno indotto la statunitense FDA (Food and Drug Administration) a rifiutarsi di esaminare il dabigatran.
I ricercatori hanno esaminato i dati e identificato 81 nuovi eventi, tra cui un colpo apoplettico, un caso di embolia sistemica, e 69 di sanguinamento maggiore. Un processo accelerato di revisione della FDA ha portato ad un bilancio rischio/beneficio meno negativo.
In conclusione, la situazione attuale lascia a medici e pazienti la scelta tra il diavolo che conoscono e quello ancora ignoto.
B. Charlton, R. Redberg,
The trouble with dabigatran
BMJ 2014;349:g4681