Genere nelle malattie cardiovascolari: impatto sulle manifestazioni cliniche, gestione e risultati

European Heart Journal

 

Una revisione mette in luce  gli aspetti correlati a sesso e genere nelle malattie cardiovascolari per definire lo stato dell’arte nelle conoscenze e nella pratica clinica ed  individuare le questioni che andranno approfondite in future ricerche.

 

 

 

 

Nella stragrande maggioranza delle malattie cardiovascolari (CVD), ci sono differenze ben definite tra donne e uomini in epidemiologia, fisiopatologia, nelle manifestazioni cliniche, negli effetti della terapia e negli esiti.

Le differenze derivano, da un lato, dalle differenze biologiche tra donne e uomini (differenze di sesso), che portano a differenze di espressione e funzione genica nel sistema cardiovascolare (CV), ad esempio nella funzione vascolare, nel rimodellamento miocardico sotto stress o nel metabolismo dei farmaci da espressione del citocromo sex-specific. Le differenze di sesso sono spesso riproducibili nei modelli animali. Al contrario, le differenze di genere sono riscontrabili solo negli esseri umani. Esse derivano da processi socioculturali, come ad esempio i diversi comportamenti di uomini e donne, l’esposizione a specifiche influenze dell’ambiente, diverse forme di alimentazione, stili di vita o di stress o atteggiamenti verso i trattamenti e la prevenzione. Tutti ugualmente importanti per le malattie cardiovascolari.

Dal momento che è quasi impossibile distinguere correttamente gli effetti di sesso e genere (S&G) in campo medico, il gruppo EUGenMed preferisce usare il termine S&G per tutte le differenze rilevanti tra donne e uomini, nella presente revisione.

Nel programma quadro per la ricerca ‘Horizon 2020’, l’UE chiede l’inserimento della dimensione di genere nella ricerca biomedica poiché “contribuisce a migliorare la qualità scientifica e la rilevanza sociale della conoscenza, della tecnologia e/o dell’innovazione prodotta” (http://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/en/h2020-section/promoting-gender-equality-research-and-innovation).

Il 9 giugno 2015 l’NIH ha annunciato che il sesso deve essere incluso in tutte le ricerche su animali e negli studi clinici, in caso contrario deve essere fornita giustificazione (Notice Number: NOT-OD-15-102).

L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e la US Food and Drug Administration (FDA) chiedono informazioni su eventuali differenze tra i sessi per tutti i nuovi farmaci e richiedono di testare gli effetti del sesso negli studi sui farmaci.

Sono stati anche sviluppati strumenti che possono facilitare l’analisi di genere nella ricerca: http://genderedinnovations.stanford.edu/

Nel 2001, il governo degli Stati Uniti ha pubblicato il risultati di una valutazione retrospettiva dei farmaci ritirati dal FDA tra il 1997 e il 2000 a causa delle Reazioni Avverse a Farmaco (ADR) e ha scoperto che questi farmaci causavano rischi per la salute maggiori per le donne che per gli uomini.

L’inclusione di informazioni su S&G sta diventando un obiettivo primario del dibattito in corso sul miglioramento della validità scientifica ed è anche un aspetto fondamentale per ottimizzare la cura del paziente.

Nonostante siano stati fatti numerosi sforzi per ottenere dati genere-specifici sul rischio cardiovascolare, le differenze S&G spesso mancano nei libri di testo sulle CVD correnti o nelle linee guida. Le conoscenze pubblicate sulle tematiche  S&G sono consistenti, ma la consapevolezza è ancora bassa. Ciò può essere dovuto al fatto che le nuove acquisizioni sono disperse e non presentate in modo coerente.

Obiettivo di questo lavoro è colmare il divario nel trasferimento della conoscenza relativa all’impatto di S&G sulle principali CVD revisionando i dati esistenti, che sono rilevanti per il trattamento del paziente e individuando aree, che necessitano di studi futuri.

La review è focalizzata su questioni che sono basate sulle prove, sono significative  per la pratica clinica quotidiana e hanno il potenziale per essere incluse in future linee guida.

Gli autori concludono che algoritmi più precisi per gli approcci di genere possono portare ad un uso più specifico ed efficace delle risorse nella terapia cardiovascolare e ritengono necessari ulteriori dati clinici basati sull’evidenza.

 

EUGenMed; Cardiovascular Clinical Study Group, V Regitz-Zagrosek, S Oertelt-Prigione, E Prescott, F Franconi, E Gerdts, A Foryst-Ludwig, AH Maas, A Kautzky-Willer, D Knappe-Wegner, U Kintscher, KH Ladwig, K Schenck-Gustafsson, V Stangl.

Gender in cardiovascular diseases: impact on clinical manifestations, management, and outcomes.

Eur Heart J. 2015 Nov 3. pii: ehv598. [Epub ahead of print]

Link: http://eurheartj.oxfordjournals.org/content/early/2015/11/02/eurheartj.ehv598

http://www.eugenmed.eu/images/newsletters/2015/Gender_in_cardiovascular_diseases.pdf

 

 

 

 

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