L’Istituto nazionale di statistica (Istat) pubblica il Report relativo agli anni 2003-2014.
Per la prima volta, l’Istat pubblica la serie storica dei dati di mortalità per causa, relativa agli anni 2003-2014.
L’indagine ha una copertura totale e il suo campo di osservazione è costituito dall’insieme di tutti i decessi che si verificano sul territorio nazionale in un anno solare; vengono rilevate informazioni demosociali e di carattere sanitario per tutti i decessi verificatisi in Italia (popolazione presente).
L’Istat considera come causa di morte la causa iniziale, ossia la malattia o il traumatismo che ha avviato il concatenamento degli eventi morbosi, che ha condotto alla morte.
Le statistiche sulle cause di morte si basano sulle informazioni mediche contenute nei certificati di morte, codificate in base alla ICD-10 (International Statistical Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death, X Revision) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e applicate secondo le tavole di decisione Acme del National Center for Health Statistics, USA.
Nel 2014, i decessi in Italia sono stati 598.670, con un tasso standardizzato di mortalità di 85,3 individui/10mila residenti.
Alle prime 25 cause di morte è dovuto il 75% dei decessi.
I primi tre posti (come numero di decessi) sono occupati da Malattie ischemiche e del cuore, Malattie cerebrovascolari e Altre malattie del cuore, che sono in diminuzione rispetto al 2003. Seguono Tumori maligni trachea, bronchi polmoni, Malattie ipertensive, Demenza e Malattia di Alzheimer, Malattie croniche basse vie respiratorie, Diabete mellito, Tumori maligni di colon, retto e ano, Malattie cerebrovascolari e Tumori maligni del seno, in aumento (come numero di decessi) rispetto al 2003.
La Setticemia registra la crescita maggiore (+131,1%) e passa dal 31° posto del 2003 al 17° del 2014.
Si riducono i differenziali territoriali della mortalità per malattie cerebrovascolari, altre malattie del cuore, tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni e per malattie croniche delle basse vie respiratorie.
Permangono differenze tra Nord e Sud nei livelli di mortalità per cardiopatie ischemiche, malattie ipertensive e diabete mellito e aumentano per i tumori della prostata.
Nel primo anno di vita diminuisce la mortalità per malformazioni congenite, sofferenza respiratoria del neonato, ipossia e asfissia intrauterina o della nascita; aumenta quella dovuta alle infezioni.