I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)

 

 

 

Il Ministero della Salute pubblica i risultati del monitoraggio per il 2016.

 

 

L’Accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2005 prevede che il Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) valuti le Regioni in base a 33 indicatori, che vengono aggiornati annualmente.

Le Regioni che risultano adempienti possono accedere alla quota premiale di finanziamento, che era del 3% ed è scesa al 2% nell’ultimo triennio.

Sono in piano di rientro le Regioni: Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia.

Le Regioni sottoposte a verifica sono risultate tutte adempienti, con l’eccezione di Campania e Calabria.

Non sono state sottoposte a valutazione, in quanto non accedono alla quota premiale di finanziamento (dal 2010) le Regioni Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Sardegna, nonché le due Provincie Autonome di Bolzano e Trento, ma il documento riporta anche i loro dati, ove disponibili, poiché i Livelli Essenziali di Assistenza devono essere comunque garantiti a tutti i cittadini italiani, come previsto dalla Costituzione.

Per quanto riguarda la prevenzione, l’indicatore 1.1 corrisponde alla copertura del 95%, nei bambini a 24 mesi, per il ciclo base (3 dosi) dei vaccini anti polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse e Hib; è stata raggiunta solo da Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna. Livelli di copertura ≤ 92% e non in miglioramento sono stati registrati in Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Sicilia e nella Provincia Autonoma di Bolzano.

L’indicatore 1.2. è la copertura vaccinale del 95%, nei bambini a 24 mesi per una dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (MPR), livello che non è stato raggiunto da nessuna Regione. La Lombardia è quella che si è avvicinata maggiormente all’obiettivo, con il 93,3%, i livelli più bassi di copertura sono stati registrati nella PA di Bolzano (67,5%) e in Molise (73,5%), nel resto d’Italia la copertura è ≤ 92% ma in miglioramento. La Sardegna è al 90,3 nel 2016 (87,7 nel 2015 e 88,6 nel 2014).

L’obiettivo (indicatore 1.3) della copertura ≥75%  per la vaccinazione antinfluenzale nell’anziano (≥65 anni) non è stato raggiunto da nessuna Regione: hanno tutte valori ≤60% ma in leggero aumento. La Sardegna è al 41,6 %.

Per quanto riguarda la proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per cervice uterina, mammella e colon retto (indicatore  2),  hanno raggiunto l’obiettivo (score ≥9) tutte le Regioni centro-settentrionali più la Basilicata. La Sardegna ha uno score di 5, nel triennio 2014-2016.

Relativamente all’assistenza territoriale, la Sardegna è in linea con i valori indicati per

·         Tasso ospedalizzazione standardizzato (per 100.000 ab.) in età pediatrica (< 18 anni) per: asma e gastroenterite (indicatore 7.1; valore normale ≤141,00; Sardegna 108,79);

·         Tasso ospedalizzazione standardizzato (per 100.000 ab.) in età adulta (≥ 18 anni) per: complicanze (a breve e lungo termine per diabete), BPCO e scompenso cardiaco (indicatore 7.2; valore normale ≤409,00;  Sardegna 296,5). Tutte le Regioni sono in linea con i valori di riferimento, tranne PA di Bolzano e Campania.

·         Numero di posti in strutture residenziali che erogano assistenza ai disabili ogni 1.000 residenti (indicatore 10.2.1; valore normale ≥0,60; Sardegna 0,68).

·         Posti letto attivi in hospice sul totale dei deceduti per tumore per 100 (indicatore 11; valore normale >1), la Sardegna ne ha 4,47, il valore più alto in Italia.

·         Percentuale del consumo annuo (espresso in DDD – Dosi Definite Die) dei farmaci appartenenti al PHT, il Prontuario della distribuzione diretta per la continuità assistenziale H (Ospedale) – T (Territorio) (indicatore 12; valore normale > 80,00%; Sardegna 95,76%).

Ha registrato scostamenti minimi dai valori di riferimento per

·         Numero di posti equivalenti residenziali in strutture che erogano assistenza ai disabili ogni 1.000 residenti (indicatore 10.1.1; valore normale ≥ 0,50; Sardegna 0,43).

·         Numero prestazioni specialistiche ambulatoriali di risonanza magnetica per 100 residenti (indicatore 13; valore normale 5,10 – 7,50; Sardegna 4,82).

Ha registrato scostamenti rilevanti per

·         Percentuale di anziani (≥ 65 anni) trattati in ADI; (indicatore 8; valore normale ≥1,88; Sardegna 0,2 nel 2016; non definito nel biennio precedente);

·         Numero di posti per assistenza agli anziani  (≥ 65 anni) in strutture residenziali per 1.000 anziani residenti; (indicatore 9.2 valore normale ≥10; Sardegna 2,17, in miglioramento rispetto al biennio precedente);

·         Numero assistiti presso i Dipartimenti di salute mentale per 1.000 residenti (indicatore 14; valore normale≥ 10,82; Sardegna 1,76 nel 2016, non si hanno dati per gli anni precedenti).

Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, la tendenza generale è una diminuzione dei ricoveri e un aumento dell’appropriatezza in tutte le Regioni. La Sardegna, in particolare, è allineata ai valori di riferimento per

·         Tasso di ospedalizzazione (ordinario e diurno) standardizzato per età per 1.000 residenti (indicatore 15.1; valore normale ≤160,00; Sardegna 147,94). Questo obiettivo è stato rispettato da tutte le Regioni, solo la Campania registra un lieve scostamento.

·         Tasso di ricovero diurno di tipo diagnostico per 1.000 residenti (15.2; valore normale ≤7,00; Sardegna 4,54).

Registra uno scostamento minimo per

·         Tasso di accessi di tipo medico (standardizzato per età) per 1.000 residenti (indicatore 15.3; valore normale ≤90,00; Sardegna 92,17).

·         Rapporto tra ricoveri attribuiti a DRG (Diagnosis Related Groups) ad alto rischio di inappropriatezza (alleg. B Patto per la Salute 2010-2012) e ricoveri attribuiti a DRG non a rischio di inappropriatezza in regime ordinario (indicatore 17; valore normale ≤0,21; Sardegna 0,22).  È un indicatore di inappropriatezza del setting assistenziale, basato sull’elenco dei 108 DRG ad alto rischio di inappropriatezza se erogati in regime ordinario, di cui all’ Intesa del 3 dicembre 2009. Sono in regola quasi tutte le Regioni, lievi scostamenti, oltre che in Sardegna, in Emilia Romagna e Lombardia e scostamento rilevante, ma in miglioramento, in Campania.

·         Percentuale di pazienti (≥65) con diagnosi principale di frattura del collo del femore operati entro 2 giornate in regime ordinario (indicatore 19; valore normale ≥60,00%; Sardegna 51,12%).

La Sardegna registra uno scostamento rilevante dal valore di riferimento per la percentuale dei parti cesarei primari  (indicatore 18.1; valore normale ≤20,00%), con il 29,99% nel 2016, in miglioramento rispetto al 31,22 del 2015 e al 30,36 del 2014.

La percentuale di parti fortemente pre-termine avvenuti in punti nascita senza Unità Terapia Intensiva Neonatale (indicatore 18.2) ha uno scostamento dal valore di riferimento considerato non accettabile (con un valore ≥26,00% e non  in diminuzione). La Sardegna ha registrato il  51,58% nel 2016, valori peggiori solo in Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, con il 100%.

Infine, riguarda l’emergenza l’indicatore 21, che misura l’intervallo Allarme-Target, che intercorre tra la chiamata e l’intervento dei mezzi di soccorso.  È una valutazione della funzionalità e della rapidità dell’organizzazione sanitaria deputata all’emergenza territoriale e, in particolare, della performance del sistema “118”. Il valore normale è ≤ 18 minuti; la Sardegna ha registrato 23 minuti nel 2015, nel 2016 non è stato registrato.

 

Ministero della Salute, Monitoraggio dei LEA attraverso la Griglia LEA – Metodologia e risultati dell’anno 2016

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2783_allegato.pdf

 

 

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