Reazioni di ipersensibilità sistemica ai nuovi anticoagulanti orali: review della letteratura.

Gli anticoagulanti orali non antagonisti della vitamina K (NOAC) sono una categoria di farmaci ormai molto usata in pazienti ospedalieri e ambulatoriali come valide e sicure alternative al walfarin. Sono state descritte varie reazioni di ipersensibilità sistemica di cui sono responsabili, che possono essere classificate secondo la classificazione di Gell e Coombs.

Nella review qui presentata sono riportati descrizioni di singoli casi di possibili reazioni da ipersensibilità con una prevalenza di reazioni da ipersensibilità ritardata (sia di media che di grave entità). Viene inoltre segnalata un’assenza di cross-reazione con il walfarin e con le eparine a basso peso molecolare. L’esperienza internazionale sui test diagnostici è carente. La maggior parte degli autori si riferisce a score di probabilità e fa affidamento sulla biopsia cutanea per classificare i vari tipi di vasculiti e escludere altre diagnosi differenziali. Gli autori propongono di adattare i test disponibili per confermare la reattività dei pazienti ai nuovi anticoagulanti. Considerando i test in vivo disponibili, i patch test rivelano un valore promettente nelle reazioni ritardate.

Nei primi trials clinici sui nuovi anticoagulanti orali (NAO) le reazioni cutanee sono state menzionate come effetti avversi. Inoltre, sono presenti recenti descrizioni di casi clinici isolati che mettono in luce il possibile ruolo di questi farmaci nell’induzione di una specifica categoria di reazioni avverse immuno-mediate. I farmaci anticoagulanti orali non vitamina K attualmente in commercio sono rivaroxaban, apixaban, edoxaban e dabigatran. I primi 3 sono inibitori del fattore X attivato, l’ultimo inibitore diretto della trombina. Con l’eccezione di edoxaban che è indicato solamente per il trattamento del tromboembolismo venoso (VTE) e della fibrillazione atriale non valvolare (NVAF), gli altri 3 sono indicati sia per la prevenzione che per il trattamento del VTE e per la terapia della NVAF. L’articolo presenta un sommario delle reazioni di ipersensibilità finora descritte ai NAO. Tutti e 4 possono dare reazioni di ipersensibilità di tipo I (per esempio il rivaroxaban, ortiacaria-angioedema). Sono state descritte reazioni di ipersensibilità di tipo III per rivaroxaban, apixaban e dabigatran, del tipo vasculiti leucocitoclasiche. Mentre tutti e 4 possono dare reazioni di ipersensibilità ritardata di tipo IV, cellulo-mediata. In particolare, per rivaroxaban sono state descritte reazioni del tipo DRESS (reazione avversa a farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici) o sindrome iper-eosinofilica, esantema maculopapulare, eritema multiforme, Sindrome di Stevens Johnson e pustolosi generalizzata acuta esantematosa. Il dabigatran invece è stato finora implicato in casi di esantema maculo-papulare e necrolisi epidermica tossica. L’edoxaban è stato implicato in rash cutenei e l’apixaban in esantemi psoriasiformi e dermatiti eczematose.

L’articolo poi propone un algoritmo diagnostico per inquadrare meglio le reazioni di ipersensibilità sistemica, tramite vari test, in particolare con i patch tests per le reazioni avverse da ipersensibilità ritardata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia

Carli G, Farsi A, Chiarini F, Lippolis D, Cortellini G. Hypersensitivity reactions to Non-vitamin K Oral Anticoagulants – a review of literature and diagnostic work-up proposal. Eur Ann Allergy Clin Immunol. 2019; 51: 7-14. Leggi l’articolo qui.

Per approfondimento: Cortellini G, Rossi F, Lippolis D, Cortellini F, Gavioli B, Ballardini G. Delayed hypersensitivity to new oral anticoagulants. Demonstration of cross reactivity for the drug category and definition of non-irritant concentrations for patch tests. Eur Ann Allergy Immunol. 2019; 51:42-44.

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