Le reazioni avverse da farmaco: il punto di vista del paziente

Drug Safety

 

Il vissuto del paziente che va incontro ad una reazione avversa da farmaco viene spesso preso in scarsa considerazione dal medico o altro personale sanitario che si trova a fronteggiarla. Tuttavia, la conoscenza di certi aspetti potrebbe migliorare la gestione di un evento avverso sia prima che dopo la prescrizione medica.

 

 

 

L’andare incontro ad una reazione avversa da farmaco (Adverse Drug Reaction, ADR) può avere un grande impatto non solo sulla salute di un individuo, ma anche sulla percezione e sulle opinioni che questa persona avrà sulle medicine da quel momento in poi.

E’ importante perciò capire come un paziente vive la ADR a cui va incontro e la sua personale percezione della gravità della stessa, il che potrebbe chiarire quali possano essere le ADR per le quali i pazienti hanno più bisogno di informazioni e chiarimenti a riguardo.

Un gruppo di farmacologi ed epidemiologi olandese è andato a studiare i punteggi che i pazienti stessi avevano inserito nelle proprie segnalazioni di evento avverso da farmaco in merito alla gravità della reazione subita.

Su una scala di gravità da 1 a 5, i disturbi del comportamento hanno ricevuto il punteggio più alto (mediamente 4.7), seguiti dai comportamenti autolesivi e suicidari. Dall’altro lato dello spettro, le reazioni sul sito di iniezione e i disturbi della sfera sessuale femminile sono risultati, a detta di chi ne ha fatto esperienza, i meno gravi (2.9 e 3.0 rispettivamente).

Inaspettatamente, coloro che non recuperavano pienamente la condizione clinica antecedente più spesso classificavano la reazione con punteggi inferiori a 5; al contrario, coloro che recuperavano del tutto più spesso assegnavano un punteggio massimo alla gravità della reazione. QUesto potrebbe essere legato ad una diversa percezione da parte dei pazienti, ma anche essere legato ad un bias di selezione dovuto alla diversa motivazione a segnalare una ADR che dipende dall’andamento clinico della stessa.

Questa analisi, tra le altre cose, evidenzia come l’esperienza dei pazienti differisca notevolmente rispetto a ciò che si considera rilevante da un punto di vista prettamente medico. Inoltre, le reazioni classificate come “non gravi” dagli addetti ai lavori, quelle cioè, che non hanno portato a ospedalizzazione o coseguenze permanenti o fatali, determinano conseguenze nel paziente che spesso non vengono prese sufficientemente in considerazione.

Sarebbe quindi auspicabile sviluppare, all’interno delle reti nazionali e internazionali di farmacovigilanza, un metodo di raccolta delle informazioni obiettivo e standardizato che tenga conto di quello che la reazione avversa significa per il paziente e di conseguenza aiuti a capire quale tipo di informazione passare al paziente, perché tutte le reazioni, gravi o non gravi che siano, ricevino la giusta risposta da parte degli operatori sanitari competenti.

 

Rolfes L et al. Insight into the Severity of Advers Drug Reactions as Experienced by Patients
Drug Safety, Mar 2019, https://doi.org/10.1007/s40264-019-00890-7

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