Ipomagnesemia indotta da farmaco

Drug Safety

 

Numerosi farmaci sono in grado di causare alterazioni dell’equilibrio idro-elettrolitivo. Un articolo sul giornale Drug Safety fa il punto della situazione riguardo alle potenziali cause iatrogene di ipomagnesemia.

 

 

 

Il Magnesio (Mg++) è uno ione molto importante per le funzioni cellulari, e rappresenta per quantità il secondo catione (dopo il potassio) nello spazio intracellulare e il quarto carione (dopo calcio, potassio e sodio) in quello extracellulare.

Ls quantità totale di magnesio presente in un adulto di 70Kg è pari a circa 24g; di questo, la maggior parte (50-60%) è immagazzinato nelle ossa, mentre il restante si trova nella muscolatura (20-30%) e in altri tessuti molli (20%). La dose giornaliera raccomandata è di 300-350mg.

Metabolicamente, il magnesio prende parte in numerosi processi cellulari, in quanto cofattore di 300+ reazioni enzimatiche, molte delle quali si occupano di produzione di energia, trasporto transmembrana di ioni calcio e potassio e stabilizzazione delle molecole di DNA ed RNA. Il magnesio è di conseguenza implicato nella contrazione e nel rilassamento muscolare, ha un ruolo nel regolare la frequenza cardiaca e il tono vascolare, la funzione neuronale e l’iperplasia cellulare.

L’omeostasi del magnesio dipende fondamentalmente da:

  1. Assunzione con la dieta, sssorbimento intestinale ed escrezione con le feci;
  2. Rilascio da parte dell’osso;
  3. Scambio tra i compartimenti intra- ed extra- celllulari;
  4. Escrezione renale.

L’ipomagnesemia è un disturbo elettrolitico che si osserva nel 20% circa dei pazienti ospedalizzati. Questa frequenza varia notevolmente sulla base delle circostanze, con percentuali che possono arrivare al 60% nei reparti di terapia intensiva, dove rappresenta un fattore di aumento della mortalità, soprattutto in pazienti affetti da sindrome da ristposta infiammatoria sistemica (Systemic Inflammatory Response Syndrome, SIRS), insufficienza respiratoria, insufficienza renale acuta, ma anche depressione e diabete mellito di recente insorgenza post-trapianto d’organo.

Le manifestazioni cliniche dell’ipomagnesemia sono molto simili a quelle dell’ipocalcemia, essendo a carico del Sistema Nervoso Centrale e della muscolatura. I pazienti lamentano inizialmente nausa, vomito, anoressia e affaticamento, poi in casi più avanzati si possono manifestare atassia, impossibilità a concentrarsi, irritabilità, confusione, allucinazioni, letargia e coma. A livello cardiaco, in caso di gravo ipomagnesemia, si può andare incontro ad aritmie e spasmi coronoarici acuti.

 

Cause di ipomagnesemia iatrogena

Numerose classi di farmaci possono determinare uno squilibrio dei livelli plasmatici di magnesio, tra queste i più noti sono:

  • Diuretici:
    • Diuretici dell’ansa
    • Tiazidici, es. idroclorotiazide
  • Inibitori di pompa protonica, detti “gastroprotettori”
  • Antibiotici:
    • amicoglicosidici, es. gentamicina, amikacina, tobramicina
    • Antitubercolari aminoglicosidici, capriomicina e viomicina
  • Antivirali: pentamidina, foscarnet
  • Antimoicotici: amfotericina B
  • Antitumorali: cisplatino, e l’anticorpo monoclonale cetuximab
  • Immunosoppressori: cyclosporina, tacrolimus
  • Cardiovascolari: digossina, noradrenalina, adrenalina, dopamina
  • Agonisti beta-adrenergici: salbutamolo, teofillina
  • Leganti del fosforo
  • Farmaci che agiscono sul metabolismo dell’osso: Vitamina D, bifosfonati
  • Analoghi del paratormone

E’ importante quindi sospettare e diagnosticare prontamente un’eventuale carenza di magnesio, che può andare di pari passo ad alterazioni dei livelli plasmatici deli altri elettroliti, e soprattutto conoscere l’infuenza che suddetti famraci possono avere sul metabolismo del magnesio, in modo da trattare o ancora meglio prevenire l’insorgenza di ipomagnesemia, potenziale causa di numerose e pericolose complicazioni.

 

Katopodis, P., Karteris, E. & Katopodis, K.P. Pathophysiology of Drug-Induced Hypomagnesaemia. Drug Saf (2020). https://doi.org/10.1007/s40264-020-00947-y

 

 

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