Miglioramento delle conoscenze e gestione degli eventi avversi immuno-correlati nell’immunoterapia delle malattie tumorali

In questa review Olsen e colleghi, focalizzando l’attenzione sulle reazioni avverse da immunoterapia nel trattamento delle malattie tumorali, evidenziano i progressi fatti negli ultimi anni e propongono quali potrebbero essere le prospettive future. L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento e la gestione delle malattie oncologiche; da una parte gli affetti benefici con la distruzione delle cellule…

In questa review Olsen e colleghi, focalizzando l’attenzione sulle reazioni avverse da immunoterapia nel trattamento delle malattie tumorali, evidenziano i progressi fatti negli ultimi anni e propongono quali potrebbero essere le prospettive future.

L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento e la gestione delle malattie oncologiche; da una parte gli affetti benefici con la distruzione delle cellule maligne; dall’altra quelli nocivi conseguenti all’attivazione del sistema immunitario e il conseguente danno delle cellule sane.

Si parla di immunoterapia dal 1970, quando nei pazienti con tumore della vescica veniva instillato il “Bacillus Calmette Guirin”; da quel momento sono stati sviluppati nuovi agenti: piccole molecole, anticorpi a target monoclonale, citochine sintetiche, virus oncolitici, recettori chimerici antigene specifici (CAR-Ts), inibitori del checkpoint immunitario (ICIs). La percentuale di pazienti con malattie oncologiche elegibili per l’immunoterapia è passata dal 1,54% del 2011 al 43,63% del 2018.

Gli autori suddividono le reazioni avverse più comuni in tre macroaree: generale (astenia, diarrea, rash), organo specifica (colite, epatite, pneumonite, miocardite), muscolo-scheletrica (artrite, artralgia, dolore articolare).

La gestione delle reazioni avverse deve essere promossa il più precocemente possibile; si seguono i principi validi per la terapia dele malattie autoimmuni acute (nella maggior parte dei casi corticosteroidi e sospensione della terapia). Per reazioni avverse specifiche e severe possono essere utilizzati agenti immunomodulanti, ormoni; oppure è possibile non sospendere la terapia, se il paziente ha avuto una buona risposta. Alcuni studi hanno evidenziato una relazione tra la comparsa delle reazioni avverse e il miglioramento della patologia; gli autori suggeriscono che la loro comparsa possa rappresentare un fattore prognostico positivo conseguente all’attivazione del nostro sistema immunitario.

Il presente lavoro, attraverso tabelle e grafici, mette in luce, quali immunoterapici si utilizzano in dipendenza della patologia (tabella 1) e la percentuale di eventi avversi per ogni associazione farmacologica (figura 2). Un’ulteriore sezione pone l’accento sulla gestione delle reazioni avverse suddivise per apparato (cardiocircolatorio, polmonare, cutaneo, gastrointestinale, renale, nervoso, oftalmico, endocrino, muscoloschelettrico) e sulla gestione dell’astenia.

La sfida futura sarà sperimentare nuove associazioni tra immunoterapici, riuscire a predire quali le eventuali reazioni avverse per singolo paziente, ottimizzare le terapie di supporto; tutti elementi che, per il paziente, determineranno un miglioramento della qualità della vita, per il sistema sanitario, una riduzione delle spese.

Bibliografia

T. Anders Olsen1, Tony Zibo Zhuang, Sarah Caulfield, Dylan J. Martini, Jacqueline T. Brown, Bradley C. Carthon, Omer Kucuk, Wayne Harris, Mehmet Asim Bilen and Bassel Nazha. Advances in Knowledge and Management of Immune-Related Adverse Events in Cancer Immunotherapy. Front. Endocrinol., 22 March 2022

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