Inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 e rischio cardiovascolare: una meta-analisi di casi clinici randomizzati

Una meta-analisi condotta su 70 lavori e 41.959 pazienti  suggerisce che la terapia con inibitori della DPP-4 riduca il rischio di patologie cardiovascolari, nei pazienti con diabete di tipo 2.

Obiettivi: I dati preliminari di studi randomizzati con risultati metabolici hanno evidenziato che il trattamento con inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP4i) può essere associato ad una ridotta incidenza di eventi cardiovascolari maggiori. La presente meta-analisi ha lo scopo di verificare questo effetto protettivo, raccogliendo tutti i dati disponibili da studi randomizzati.

Metodi: È stata effettuatauna ricerca completa di lavori pubblicati e inediti con durata ≥ 24 settimane, che confrontano gli inibitori della DPP-4 con placebo o altri farmaci e che riportano tutti gli eventi cardiovascolari maggiori descritti come reazioni avverse gravi, insieme a morte per ogni causa. È stato calcolato l’odds ratio di Mantel – Haenzel (MH-OR) con modelli di effetto random per eventi cardiovascolari maggiori, infarto miocardico, ictus e mortalità. Quando disponibili, sono stati valutati anche gli effetti sull’emoglobina glicata, il profilo lipidico e la pressione sanguigna ed usati per la stima della modifica del rischio di infarto miocardico, usando il calcolatore di rischio dello Studio Prospettico sul Diabete nel Regno Unito (UKPDS).

Risultati: Sono statiraccolti ed inclusi nell’analisi 70 lavori, riguardanti 41.959 pazienti, con un follw-up medio di 44,1 settimane. L’MH-OR (Intervallo di Confidenza 95%) era di 0,71 [0,59; 0,86], 0,64 [0,44; 0,94], 0,77 [0,48; 1,24] e 0,60 [0,41; 0,88], rispettivamente per gli eventi cardiovascolari maggiori, infarto miocardico, ictus e mortalità.

Conclusioni:Il trattamento con inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP4i) riduce il rischio di patologie cardiovascolari (in particolare di infarto miocardico) e la mortalità totale, nei pazienti con diabete di tipo 2. La riduzione dell’incidenza di infarto miocardico è maggiore di quanto prevedibile in base ai fattori di rischio convenzionali, cosa che suggerisce che possano entrare in gioco altri meccanismi.
Monami, M., Ahrén B., Dicembrini I. and Mannucci E. (2013), Dipeptidyl peptidase-4 inhibitors and cardiovascular risk: a meta-analysis of randomized clinical trials. Diabetes, Obesity and Metabolism, 15: 112–120. doi: 10.1111/dom.12000
LINK:  http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/dom.12000/abstract

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