Statine e Reazioni Avverse

logo BMJIl dibattito aperto su BMJ, riguardo l’uso delle statine, diventa più acceso: la collaborazione CTT, i cui dati sono stati rianalizzati da Abramson e colleghi, chiede il ritiro di due articoli, che amplificano il rischio di Reazioni Avverse.

 

Nel mese di ottobre dello scorso anno la rivista BMJ ha pubblicato un articolo di John Abramson e colleghi, che metteva in discussione le prove, che sottostanno alle nuove proposte di estendere l’uso di routine delle statine alle persone a basso rischio di malattia cardiovascolare. Abramson e colleghi hanno rianalizzato i dati della Cholesterol Treatment Trialists’ Collaboration (CTT), Collaborazione per il trattamento del colesterolo. La tesi di Abramson e colleghi era che i benefici delle statine nelle persone a basso rischio erano minori di quanto affermato ed i rischi maggiori. Hanno concluso che gli effetti collaterali delle statine si verificano nel 18-20% delle persone. Questo è stato ripetuto in un altro articolo, pubblicato nella stessa settimana su BMJ, da Aseem Malhotra.
La cifra del 18-20% si basa sulle dichiarazioni dello studio osservazionale di Zhang e colleghi (che in realtà diceva che “il tasso di eventi correlati alle statine era quasi il 18%”).
BMJ pubblica, ora, un editoriale per avvisare i lettori, i media ed il pubblico del ritiro di tali dichiarazioni, in modo che i pazienti che potrebbero beneficiare delle statine non siano erroneamente dissuasi dall’iniziare o proseguire il trattamento a causa di preoccupazioni esagerate sui possibili effetti collaterali.
La vera incidenza degli eventi avversi dovuti all’uso delle statine in soggetti a basso rischio continua, comunque, ad essere contestata. I dati raccolti dalla CTT Collaboration mostrano che i tassi di effetti avversi sono simili nel braccio del placebo attivo e nei trials con statine. Tuttavia, generalizzare i risultati degli studi clinici a popolazioni più ampie è sempre problematico, a causa della selezione dei pazienti. Inoltre, rispetto ai rapporti completi degli  studi clinici, le pubblicazioni delle sperimentazioni cliniche sulle riviste mediche riportano solo una minoranza di eventi avversi. L’accesso ai dati completi degli studi sulle  statine potrebbe aiutare a determinare i tassi di eventi avversi gravi nei pazienti trattati con statine e nei gruppi di controllo; anche se Abramson e colleghi ritengono che questo probabilmente non aiuterebbe a determinare la frequenza degli eventi meno gravi.
Rory Collins, professore di medicina ed epidemiologia presso l’Università di Oxford e direttore della collaborazione CTT i cui dati sono stati rianalizzati da Abramson e colleghi, ha chiesto alla rivista il ritiro dei due articoli, perché ritiene amplifichino il rischio derivante dall’uso delle statine (il tasso del 18% è stato arrotondato a “quasi il 20”). La direttrice della rivista, Fiona Godlee, ha osservato che le dichiarazioni non corrette non riguardano il focus primario degli articoli, che, nel caso di Abramson e colleghi, era che i dati CTT non sono riusciti a dimostrare che le statine riducono il rischio complessivo di morte nelle persone con un rischio di malattie cardiovascolari
Fiona Godlee ha affidato la decisione ad una giuria indipendente. I risultati saranno pubblicati e, nel frattempo, BMJ continuerà a discutere le questioni importanti sollevate in questi due articoli: se l’uso di statine dovrebbe essere esteso ad una popolazione di gran lunga più ampia di persone a basso rischio di malattie cardiovascolari  ed il ruolo dei grassi saturi nella malattia cardiaca.

 

Fiona Godlee,

Adverse effects of statins,

BMJ 2014;348:g3306 doi: 10.1136/bmj.g3306 (Published 15 May 2014)

 
Link:  http://www.bmj.com/content/348/bmj.g3306.pdf%2Bhtml

 

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