GLAGOV: un trial clinico multicentrico randomizzato e controllato con placebo, condotto in 197 ospedali di 5 continenti.
Ridurre i livelli di colesterolo LDL (low-density lipoprotein cholesterol) con una terapia intensiva con statine riduce la progressione dell’aterosclerosi coronarica in proporzione ai livelli di LDL-C raggiunti. Gli inibitori della PCSK9 (Proprotein convertase subtilisin kexin type 9) incrementano l’abbassamento del LDL-C nei pazienti trattati con statine. Tuttavia, gli effetti di questi farmaci sull’aterosclerosi coronarica non sono stati valutati.
Obiettivi
Determinare gli effetti dell’inibizione della PCSK9 con evolocumab sulla progressione dell’aterosclerosi coronarica, in pazienti trattati con statine.
Metodi
Disegno, setting e partecipanti: ospedali universitari e di comunità in Nord e Sud America, Europa, Asia, Australia e Sud Africa, i quali hanno arruolato 968 pazienti, che si sono presentati per l’angiografia coronarica.
Interventi: i partecipanti sono stati randomizzati per ricevere una volta al mese evolocumab (420 mg) (n = 484) o placebo (n = 484), per iniezione sottocutanea, per 76 settimane, in aggiunta alla terapia con statine.
Principali esiti e misure: la principale misura di efficacia era la regressione del volume percentuale dell’ateroma (PAV) misurata con l’ultrasonografia o ecografia intravascolare (IVUS). Misure secondarie di efficacia erano erano i cambiamenti del volume totale normalizzato dell’ateroma (TAV) e la percentuale di pazienti che avevano regressione della placca. Sono state valutate anche sicurezza e tollerabilità.
Risultati
Dei 968 pazienti trattati (età media 59.8 anni [SD, 9.2]; 269 = 27.8% donne; livello medio di LDL-C 92.5 mg/dL [SD, 27.2]), 846 avevano imaging valutabili al follow-up. Rispetto al placebo, il gruppo evolocumab ha raggiunto livelli di colesterolo LDL, ponderati per il tempo, mediamente più bassi (93.0 vs 36.6 mg/dL; differenza −56.5 mg/dL [IC 95% da −59.7 a −53.4]; P < .001).
Il parametro primario di efficacia, PAV, è aumentato dello 0.05% col placebo e diminuito dello 0.95% coll’evolocumab (differenza −1.0% [IC 95% da −1.8% a −0.64%]; P < .001).
Il parametro secondario, TAV normalizzato, è diminuito di 0.9 mm3 col placebo e di 5.8 con evolocumab (differenza −4.9 mm3 [IC 95% da −7.3 a −2.5]; P < .001).
Evolocumab ha indotto una riduzione della placca in percentuale maggiore del placebo (64.3% vs 47.3%; differenza 17.0% [IC 95% da 10.4% a 23.6%]; P < .001 per PAV e 61.5% vs 48.9%; differenza, 12.5% [IC 95% da 5.9% a 19.2%]; P < .001 per TAV).
Conclusioni
Trai pazienti con angiopatia coronarica trattati con con statine, l’aggiunta di evolocumab, rispetto al placebo, ha indotto una maggior regressione del volume percentuale dell’ateroma, nelle 76 settimane di trattamento.
Sono necessari ulteriori studi per valutare gli effetti dell’inibizione della PCSK9 sugli esiti clinici.
Trial Registration clinicaltrials.gov Identifier: NCT01813422
Nicholls SJ, Puri R, Anderson T, Ballantyne CM, Cho L, Kastelein JJP, Koenig W, Somaratne R, Kassahun H, Yang J, Wasserman SM, Scott R, Ungi I, Podolec J, Ophuis AO, Cornel JH, Borgman M, Brennan DM, Nissen SE.
Effect of Evolocumab on Progression of Coronary Disease in Statin-Treated Patients
The GLAGOV Randomized Clinical Trial.
JAMA. 2016;316(22):2373-2384. doi:10.1001/jama.2016.16951
http://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2584184