Statine ad alta intensità e mortalità in pazienti con aterosclerosi

 

 

Uno studio di coorte retrospettivo su un data-base sanitario statunitense.

 

 

 

 

La terapia con statine ad alta intensità è raccomandata per la prevenzione secondaria della malattia cardiovascolare aterosclerotica (Atherosclerotic Cardiovascular Disease ASCVD). Ciononostante, la terapia con statine in generale e quella ad alta intensità in particolare non sono adeguatamente utilizzate nei pazienti con aterosclerosi.

Obiettivi
Determinare l’associazione tra mortalità per tutte le cause e intensità della terapia con statine.

Metodi
È stato condotto uno studio di coorte retrospettivo su pazienti da 21 ad 84 anni con aterosclerosi e trattati nel Veterans Affairs health care system tra il 1 aprile 2013 ed il 1 aprile 2014. Sono stati inclusi pazienti con ≥ 1 codici per aterosclerosi della classificazione internazionale delle malattie, nona revisione e ≥ 2 differenti visite nei 2 anni precedenti.
L’intensità della terapia con statine è definita dalle linee guida 2013 dell’American College of Cardiology/American Heart Association e l’uso individuato nelle prescrizioni degli ultimi sei mesi. Sono stati esclusi i pazienti che avevano assunto statine ad alto dosaggio nei 5 anni precedenti. L’esito primario era la morte per tutte le cause aggiustata con la probabilità di ricevere statine ad alta intensità.

Risultati
Il campione di studio includeva 509.766 adulti con aterosclerosi (età media 68.5 anni; 499.598 uomini e 10.168 donne); di questi, 150.928 (29.6%) ricevevano statine ad alta intensità, 232.293 (45.6%) a moderata intensità, 33.920 (6.7%) a bassa intensità e 92.625 (18.2%) non erano trattati con statine. Durante un follow-up medio di 492 giorni, si è registrata un’associazione di vario grado tra l’intensità della terapia con statine e la mortalità, con tassi di mortalità a 1 anno del 4.0% (5.103/126.139) per i pazienti trattati con statine ad alta intensità, 4.8% (9.703/200.709) per quelli trattati con statine a moderata intensità, 5.7% (1.632/28.765) per la bassa intensità e 6.6% (4.868/73.728) per il gruppo non trattato con statine (P < .001). Dopo aggiustamento per propensione a ricevere statine ad alta intensità, l’hazard ratio per la mortalità era 0.91 (IC 95% 0.88-0.93) per il gruppo statine ad alta intensità rispetto all’intensità moderata. Per i pazienti da 76 a 84 anni, l’hazard ratio era 0.91 (IC 95% 0.87-0.95). I pazienti trattati con dosi massime di statine ad alta intensità avevano mortalità più bassa (hazard ratio 0.90; IC 95% 0.87-0.94), rispetto a quelli che ricevevano dosi minori.

Conclusioni
Sono state osservate associazioni di grado diverso tra l’intensità della terapia con statine e la mortalità in un campione di pazienti con aterosclerosi provenienti da tutti gli USA.

Le statine ad alta intensità sono risultate associate ad un piccolo, ma significativo vantaggio nella sopravvivenza, rispetto all’intensità moderata, anche negli anziani. I dosaggi massimi di statine ad alta intensità erano associati ad ulteriori benefici in termini di sopravvivenza.

 

JAMA Cardiol. 2017 Jan 1;2(1):47-54. doi: 10.1001/jamacardio.2016.4052.
Association Between Intensity of Statin Therapy and Mortality in Patients With Atherosclerotic Cardiovascular Disease.
Rodriguez F, Maron DJ, Knowles JW, Virani SS, Lin S, Heidenreich PA.

http://jamanetwork.com/journals/jamacardiology/fullarticle/2580531

 

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