Il rapporto annuale dell’OMS: la tubercolosi rimane tra le principali cause di morte, nel mondo, anche a causa delle forme multiresistenti.
Secondo il Rapporto 2017 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla tubercolosi, l’impegno mondiale per combattere la tubercolosi ha salvato circa 53 milioni di vite e ridotto il tasso di mortalità per tubercolosi del 37%, dal 2000 ad oggi.
Ciononostante, nel 2016, la tubercolosi rimane la prima, tra le malattie infettive che sono causa di morte, nonché la prima causa di morte, nei decessi correlati ad antibioticoresistenza e trai malati di HIV.
Nel 2016, si sono avuti 10.4 milioni di nuovi casi di tubercolosi (TBC) nel mondo, il 10% dei quali in malati di HIV. Si stima che 1.7 milioni di persone siano morte per TBC, 400.000 delle quali già malate di HIV. Questi dati corrispondono ad un calo del 4%, rispetto al 2015.
La TBC multiresistente (Multidrug-resistant TB, MDR-TB) costituisce un serio problema di Sanità pubblica: l’OMS stima che siano 600.000 i nuovi casi di TBC resistente alla rifampicina, l’antibiotico di prima linea più efficace e che 490.000 di questi siano casi di TBC multiresistente. Solo 1 caso su 5 di TBC multiresistente viene trattato e, comunque, il successo del trattamento è basso: il 54% a livello mondiale.
Per il 2017, sono necessari 9.2 miliardi di dollari gli investimenti nella cura e nella prevenzione della TBC nei paesi a reddito medio e basso, ma si stima che siano necessari ulteriori 1.2 miliardi per accelerare lo sviluppo di nuovi diagnostici, farmaci e vaccini.
L’obiettivo è di porre fine all’epidemia di TBC per il 2030. È necessario un approccio globale, dinamico e multisettoriale. A questo scopo, sono state organizzate due grandi manifestazioni: la Prima Conferenza ministeriale mondiale per porre fine alla tubercolosi (first WHO Global Ministerial Conference to End TB), Mosca, 16-17 novembre 2017, cui seguirà la Prima Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata alla tubercolosi, nel 2018.
WHO, Global tuberculosis report 2017