Uno recente studio di coorte aggiunge un nuovo tassello al dibattito riguardo agli effetti delle statine sulle capacità cognitive. A quanto pare, età e durata del trattamento giocano un ruolo fondamentale.
Le statine rappresentano il farmaco di prima scelta nel controllo dei livelli plasmatici di colesterolo, che si associano alle malattie cardiovascolari.
Non a caso, sono tra i farmaci maggiormente prescritti in assoluto, tanto che si stima che il 25& della popolazione mondiale sopra i 65 anni ne faccia uso.
E’ in corso un grande dibattito riguardo alla possibilità che le statine siano in grado di influire sulle capacità cognitive, e l’evidenza scientifica fino ad oggi ha dato risultati contraddittori, con studi che dimostrano un effetto benefico accanto ad altri che sostengono il contrario.
Recentemente, un gruppo di internazionale di farmacologi, ipotizzando che questa discrepanza possa essere legata a fattori confondenti ni grado di modulare gli effetti delle statine ha effettuato uno studio osservazionale di coorte su 55000 individui in terapia con statine, mettendoli a confronto con 245000 controlli.
Hanno quindi analizzato parametri cognitivi quali tempo di reazione, working memory e fluid intelligence in due momenti separati da 5-10 anni, classificando i soggetti in base all’età (sotto o sopra i 65 anni) e alla durata del trattamento (1-4 anni, 5-10 anni, 10+ anni), e aggiustando l’analisi sulla base di parametri concomitanti correlati alla salute e allo stato cognitivo.
Risultati
In linea generale, i soggetti hanno mostrato un miglioramento tra la prima e la seconda valutazione cognitiva, e i soggetti di mezza età hanno avuto punteggi migliori rispetto ai più anziani. L’effetto delle statine variava considerevolmente tra le due fasce d’età, con un effetto benefico sui tempi di reazione nel gruppo sopra i 65 anni, un miglioramento della fluid intelligence in entrambi i gruppi, e un effetto negativo sulla working memory nei soggetti sotto ai 65 anni.
Conclusioni
Questo studio indica che l’età potrebbe modificare l’effetto delle statine sulle diverse funzioni cognitive. Si tratta di risultati interessanti in quanto evidenziano che la natura complessa natura delle interazioni tra statine e cervello e offrono una possibile spiegazione ai risultati discrepanti ottenuti finora in letteratura scientifica. Inoltre, emerge la necessità di studiare più approfonditamente la variabile età nelle ipercolesterolemie, in modo da creare linee guida sull’uso delle statine che siano specifiche per fascia d’età, in quanto nei soggetti più giovani è necessario che la valutazione da parte dei clinici sia maggiormente ponderata.
Alsehli, A.M., Olivo, G., Clemensson, L.E. et al. The Cognitive Effects of Statins are Modified by Age
Sci Rep 10, 6187 (2020). https://doi.org/10.1038/s41598-020-63035-2