Relazione al Parlamento su alcol e problemi alcol correlati

 

 

Il documento redatto dal Ministero della Salute ai sensi della legge quadro n. 125 del 30.3.2001.

 

 

 

Il Ministro della Salute ha trasmesso al Parlamento la Relazione del sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi correlati, che fornisce un aggiornamento dei dati epidemiologici sul consumo di bevande alcoliche nella popolazione italiana nel corso del 2016 e descrive le azioni di prevenzione messe in atto dal Ministero e dalle Regioni durante il 2017, per contenere il fenomeno correlato al consumo rischioso e dannoso di alcol.

Si riduce il consumo di vino durante i pasti, mentre si registra un progressivo aumento di consumo di bevande alcoliche occasionale e al di fuori dei pasti, condizione ancor più dannosa per le patologie e le problematiche correlate. I dati relativi al 2016 mostrano, infatti, una diminuzione rispetto all’anno precedente dei consumatori giornalieri, mentre cresce la quota dei consumatori occasionali di alcol (dal 42,2% del 2015 al 43,3% del 2016) e quella di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti (nel 2014 erano il 26,9%, nel 2015 il 27,9%, nel 2016 risultano il 29,2%).

La prevalenza dei consumatori a rischio è stata nel 2016 del 23,2% per gli uomini e del 9,1% per le donne di età superiore a 11 anni, per un totale di circa 8.600.000 individui (M=6.100.000, F=2.500.000) che nel 2016 non si sono attenuti alle indicazioni di salute pubblica.
Le fasce di popolazione più a rischio per entrambi i generi sono quella dei 16-17enni (M=49,3%, F=40,0%), che non dovrebbero consumare bevande alcoliche e quella dei “giovani anziani” (65-75 anni). Circa 800.000 minorenni e 2.700.000 ultra sessantacinquenni, infatti, sono consumatori a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate. Le quote percentuali di consumatori a rischio di sesso maschile sono superiori a quelle delle donne per tutte le classi di età, ad eccezione di quella dei minorenni, dove invece le differenze non raggiungono la significatività statistica.

Nella fascia giovanile, il binge drinking (assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti e in un breve arco di tempo) rappresenta l’abitudine più diffusa e consolidata. Nel 2015 il fenomeno riguardava il 15,6% dei giovani tra i 18 e i 24 anni di età, di cui il 22,2% maschi e il 8,6% femmine. Nel 2016 il fenomeno riguarda il 17% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di cui il 21,8% maschi e l’11,7% femmine.

Si conferma la tendenza già registrata negli ultimi 10 anni che vede una progressiva riduzione della quota di consumatori che bevono solo vino e birra, soprattutto fra i più giovani e le donne, mentre aumenta la quota di chi consuma, oltre a vino e birra, anche aperitivi, amari e superalcolici, aumento che si registra nei giovani e giovanissimi, ma in misura percentuale maggiore negli adulti oltre i 44 anni e negli anziani.

Nel 2016 sono stati presi in carico presso i servizi o gruppi di lavoro rilevati (n=496) 71.219 soggetti. Il 27,0% dell’utenza complessiva è rappresentato da utenti nuovi.
Il buon funzionamento dei servizi alcologici viene favorito da una diffusa collaborazione con la rete dei gruppi di auto-mutuo aiuto, grande risorsa per il Sistema Sanitario Nazionale ed espressamente prevista dalla legge 125/2001. I Gruppi di auto-mutuo aiuto svolgono attività che riguardano prevalentemente la riabilitazione degli alcol dipendenti, ma spesso anche la sensibilizzazione e informazione della popolazione generale. Si osserva che nel 2016 il 50,0% dei Servizi ha collaborato con i Club Alcologici Territoriali (CAT), il 38,7% con gli Alcolisti anonimi (A.A.) e il 13,1% con altri gruppi. Le attività di collaborazione con le comunità terapeutiche residenziali e semiresidenziali e con le cooperative sociali per la gestione dei servizi sociosanitari ed educativi riguardano rispettivamente il 43,8% e il 23,6% dei servizi; la percentuale dei servizi impegnati, insieme alle cooperative sociali, nell’inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio è pari al 35,7%. Nettamente inferiori sono le percentuali di collaborazione dei Servizi o gruppi di lavoro rilevati con gli Enti privati cioè con case di cura convenzionate (21,0%) o private (0,8%).

Il consumo a carico del SSN dei medicinali impiegati nel trattamento della dipendenza alcolica, erogati dalle farmacie aperte al pubblico e acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, ammonta nel 2016 a circa 6,4 milioni di dosi. Il 73% di tale consumo è attribuibile ai farmaci acquistati dalle Strutture sanitarie pubbliche (comprendente sia i consumi interni alla struttura sia tramite la distribuzione diretta e la distribuzione per conto) e il restante 27% è relativo al canale delle farmacie aperte al pubblico.
La spesa farmaceutica SSN dei medicinali impiegati nel trattamento della dipendenza alcolica, erogati dalle farmacie aperte al pubblico e acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, ammonta nel 2016 a circa 8,2 milioni di euro. L’88% di tale valore è attribuibile agli acquisti effettuati dalle strutture sanitarie pubbliche (comprendente sia i consumi interni alla struttura che tramite la distribuzione diretta e la distribuzione per conto) e il restante 12% è relativo al canale delle farmacie aperte al pubblico.
L’andamento generale dei consumi e della spesa per questa categoria di farmaci è pressoché stabile nell’ultimo triennio.

 

Relazione del Ministro della Salute sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi correlati
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2724_allegato.pdf

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