L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO/OMS) pubblica il primo report mondiale sull’antimicrobicoresistenza.
K. Fukuda, assistente al direttore generale dell’OMS, nella premessa, osserva che “Un’era post-antibiotici, nella quale le comuni infezioni e le piccole ferite possono uccidere non è una fantasia apocalittica, ma uno scenario possibile, nel XXI secolo.”
L’antibioticoresistenza di una vasta gamma di agenti patogeni sta diventando un problema crescente di Sanità Pubblica, a livello mondiale. I governi di numerosi paesi stanno iniziando a prestare attenzione ad un problema così serio da mettere a rischio i risultati della moderna medicina.
Il report è stato realizzato dall’OMS in collaborazione con gli stati membri ed altri partner, con l’obiettivo di stimare l’ampiezza del fenomeno e lo stato della sorveglianza, su scala mondiale.
L’indagine è focalizzata sull’antibioticoresistenza dei più comuni agenti patogeni e tenta di fornire le informazioni necessarie, perché i governi possano impostare politiche sanitarie adeguate.
Sorveglianza e fonti dei dati
Al momento non esiste ancora una metodologia condivisa a livello mondiale, per la rilevazione dei dati per la sorveglianza.
La sorveglianza, in molti paesi, è spesso basata su campioni prelevati da pazienti con infezioni gravi. Alcuni tipi di infezione sono, con tutta probabilità, sottorappresentate e manca la copertura di importanti gruppi di pazienti. Di conseguenza, in questo momento è sicuramente difficile delineare un quadro preciso dell’antibioticoresistenza.
Per l’elaborazione del report, 129 paesi membri hanno fornito all’OMS dati recenti su 9 combinazioni selezionate batterio-farmaco, rilevanti per la salute pubblica. Di questi, 114 paesi hanno fornito informazioni su almeno 1 delle 9 combinazioni e solo 22 Paesi hanno fornito dati su tutti i 9 set. I dati forniti non sono considerati tutti pienamente attendibili o rappresentativi e questo limita la validità dell’interpretazione e della comparazione dei risultati. Il miglior livello qualitativo è quello dei dati provenienti dai paesi europei e nord-americani, dove esiste un sistema consolidato di sorveglianza e collaborazione.
Risultati e conclusioni
Il report, che servirà da riferimento per misurare i futuri progressi, ha individuato carenze nell’informazione su agenti patogeni, che possono causare importanti problemi di salute pubblica. Ha rilevato, inoltre, che questo tipo di sorveglianza non è coordinata e ciò rende più difficile valutare e monitorare la situazione.
Risulta evidente, dal report, che il fenomeno ha raggiunto livelli allarmanti e che diverse opzioni terapeutiche stanno diventando inefficaci. Inoltre, la letteratura scientifica ha portato prove che l’antibioticoresistenza ha effetti negativi sia sugli esiti per i pazienti, che sulla spesa sanitaria pubblica.
La sorveglianza della tubercolosi, della malaria e dell’HIV per individuare la diffusione della malattia, la resistenza e monitorare gli interventi di Sanità Pubblica sono ormai consolidate.
Il report riferisce di questi programmi e suggerisce che l’esperienza maturata possa essere utilizzata per i piani d’azione globali per ridurre l’antimicrobicoresistenza, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sta sviluppando con partner in diversi settori.
Rafforzare la sorveglianza sarà un aspetto cruciale di questa programmazione, perché è la base sulla quale impostare le strategie, monitorare l’efficacia degli interventi ed individuare i nuovi trend e le nuove minacce per la salute pubblica.
In tutto il mondo, sono stati rilevati alti tassi di antibioticoresistenza degli agenti patogeni, che causano le infezioni più comuni, come quelle del tratto urinario o la polmonite.
A livello mondiale, sono risultati gap significativi nella sorveglianza, negli standard metodologici, nella condivisione dei dati e nella coordinazione.
Per quando riguarda i programmi specifici per malattia, è risultato che la tubercolosi mutitifarmacoresistente è un problema crescente, ampiamente sottostimato, che sta mettendo a dura prova gli sforzi di controllo. Crescenti livelli di resistenza farmacologica trasmessa sono stati riscontrati anche per i farmaci anti-HIV, trai pazienti che iniziano il trattamento antiretrovirale.
I dati su Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, e Staphylococcus aureus evidenziano una resistenza al farmaco che, in molti casi, supera il 50%.
I risultati evidenziano che le effettive opzioni terapeutiche per molte infezioni comuni si stanno riducendo, in molti paesi. Di particolare rilievo il fatto che ceppi di Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi sono stati isolati in tutte le regioni del mondo.
Il fallimento delle terapie causato da ceppi resistenti è già una realtà sia per la tubercolosi, che per la gonorrea.
Per queste due malattie sono stati definiti standard di sorveglianza e di collaborazione internazionale, ma questo non avviene per gli altri batteri.
I risultati evidenziano che l’antibioticoresistenza ha un impatto negativo sugli esiti clinici e sulla spesa sanitaria pubblica, ma la portata effettiva del fenomeno è difficilmente quantificabile con i dati attualmente disponibili. Sono, quindi, necessarie nuove metodologie per l’acquisizione dei dati e una più precisa valutazione dell’antibioticoresistenza, per poter impostare correttamente le politiche sanitarie e programmare l’impiego delle risorse necessarie.
È, inoltre, necessario prendere adeguate misure per preservare l’efficacia dei farmaci esistenti, in modo che possano essere curate le infezioni più comuni e pericolose.
Questo primo report dell’OMS sull’antibioticoresistenza mette in luce che è necessario uno sforzo mondiale maggiore e coordinato, a livello mondiale, che preveda anche la condivisione dei dati e la collaborazione per la sorveglianza e per azioni di Sanità Pubblica.
scarica il report
WHO, Antimicrobial resistance. Global report on Surveillance 2014
il report è scaricabile anche al seguente link:
WHO, Antimicrobial resistance. Global report on Surveillance 2014 http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/112642/1/9789241564748_eng.pdf?ua=1