Esposizione prenatale ad acido valproico e rischio di ADHD

Un articolo pubblicato sulla rivista JAMA approfondisce gli effetti derivanti dall’esposizione prenatale a farmaci anticonvulsivanti e il rischio di sviluppare un disturbo da deficit attenzione/iperattività (ADHD) nella prole esposta.

 

 

 

L’acido valproico è un farmaco anticonvulsivante con indicazione per il trattamento dell’epilessia e di altre patologie neurologiche e psichiatriche. Attualmente l’acido valproico è controindicato in gravidanza, ad eccezione dei casi in cui non siano disponibili trattamenti alternativi adeguati. Infatti, questo farmaco è in grado di attraversare la barriera emato-placentare e il suo utilizzo in gravidanza si associa ad incremento del rischio di sviluppare anomalie congenite nella prole esposta. L’ assunzione durante la gravidanza può quindi determinare la comparsa di alterazioni gravi a carico del sistema nervoso centrale e associarsi a patologie del neurosviluppo come il disturbo da deficit attenzione/iperattività (ADHD).

L’obiettivo dello studio è stato valutare se l’esposizione prenatale ad acido valproico e altri farmaci anticonvulsivanti può associarsi ad un aumento del rischio di ADHD nella prole.

Lo studio è stato condotto su una coorte di soggetti nati tra il primo gennaio 1997 e il 31 dicembre del 2011 in Danimarca. I dati concernenti l’esposizione ai trattamenti anticonvulsivanti (acido valproico, carbamazepina, oxcarbazepina, clonazepam, lamotrigina) sono stati ottenuti  dalla banca dati dei farmaci prescritti in Danimarca (Danish National Prescription Registry); i soggetti con diagnosi di ADHD sono stati identificati attraverso i registri clinici danesi (Danish Psychiatric Central Research Register) o attraverso l’identificazione delle prescrizioni di farmaci per trattamento di questa malattia. L’analisi dei dati è stata condotta con il modello della regressione di COX e il rischio connesso all’esposizione con farmaci anticonvulvivanti è stato valutato come Hazard Ratio corretto per i fattori confondenti (aHR).

Lo studio ha arruolato 913.302 soggetti (età media 10.1 anni, 51.3% maschi). Sono stati identificati 580 adolescenti/preadolescenti esposti ad acido valproico durante la vita intrauterina; tra questi, 49 soggetti avevano una diagnosi di ADHD (8.4%). Tra i soggetti inclusi nello studio, non esposti ad acido valproico in gravidanza (912.722), la prevalenza di ADHD è stata del 3.2%.

L’esposizione intrauterina ad acido valproico ha incrementato del 48% il rischio di contrarre di ADHD (aHR, 1.48; intervallo di confidenza [CI] 95%, 1.09-2.00) rispetto ai controlli non esposti. Il rischio assoluto di riceve una diagnosi di ADHD è stato del 4.6% (CI 95%, 4.5-4.6%) nei bambini non esposti e del 11.0% (CI 95%, 8.2-14.2%) nei figli di madri in trattamento con acido valproico. Non è stata registrata alcuna associazione significativa tra ADHD ed uso in gravidanza degli altri farmaci anticonvulsivanti (carbamazepina, oxcarbazepina, clonazepam, lamotrigina).

In conclusione, il presente studio descrive, per la prima volta, che l’esposizione in utero ad acido valproico, ma non ad altri anticonvulsivanti, si associa ad un incremento del rischio di sviluppare ADHD nella prole. Lo studio inoltre rafforza l’utilità di una attenta valutazione della terapia con acido valproico e l’importanza della condivisione delle scelte terapeutiche per mezzo del consenso informato durante la gravidanza e in generale nelle donne in età fertile.

Christensen J. et al. Association of Prenatal Exposure to Valproate and Other Antiepileptic Drugs With Risk for Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder in Offspring.
JAMA Network Open. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2018.6606

 

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