Le cascate prescrittive contribuiscono alla crescente prevalenza della politerapia e ai rischi ad essa associati, dove un evento avverso indotto da un farmaco viene erroneamente interpretato come una nuova condizione e trattato con farmaci aggiuntivi.
Caso Clinico
Nello studio viene descritto un caso clinico emblematico di una donna di 70 anni con diagnosi di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), apnea notturna ostruttiva, disfunzione ventricolare sinistra con ostruzione del flusso, ipertensione, pregressa embolia polmonare, insonnia, ansia, depressione, lieve deterioramento cognitivo e laringite inspiegabile.
Assume 14 farmaci con obbligo di ricetta e 4 integratori (vedere la tabella seguente), ma ne preferirebbe una dose minore. L’infermiere di di cure primarie consulta il medico di medicina generale per una revisione completa della terapia farmacologica.
Tra le cascate più degne di nota figurano l’uso di anticolinergici, che portano a un deterioramento cognitivo, dispepsia o stipsi, che a loro volta inducono la prescrizione rispettivamente di farmaci per la demenza, inibitori della pompa protonica o lassativi.
Analogamente, i calcioantagonisti e i gabapentinoidi spesso inducono edema, con conseguente uso non necessario di diuretici.
Conclusioni
Le strategie di prevenzione includono un’attenta valutazione degli effetti avversi, la deprescrizione ove opportuno e la formazione del medico per migliorare l’interpretazione dei sintomi e le pratiche prescrittive. Riconoscere queste cascate prescrittive può ridurre gli interventi non necessari e migliorare gli esiti clinici.
Parole chiave: prescrizione a cascata, politerapia, eventi avversi da farmaci, deprescrizione
Tejani AM, Perry TL. Reducing prescribing cascades. Afr J Prm Health Care Fam Med. 2025;17(1), a4929.
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