Reazioni avverse a olanzapina, clozapina e loxapina nei bambini e nei giovani: una revisione farmacogenetica sistematica

I bambini e i giovani trattati con farmaci antipsicotici (AP) sono particolarmente vulnerabili alle reazioni avverse ai farmaci (ADR) e inclini a una scarsa risposta al trattamento. In particolare, variazioni interindividuali nell’esposizione al farmaco possono derivare dal metabolismo differenziale degli AP da parte dei citocromi, soggetti a polimorfismo genetico. CYP1A2 è fondamentale nel metabolismo degli AP olanzapina, clozapina e loxapina, il cui profilo di sicurezza richiede cautela.

In questa revisione sistematica pubblicata su Pharmaceuticals da Merino et al., sono stati osservati i profili farmacogenetici eventualmente associati alle reazioni avverse dei farmaci antipsicotici e alla perdita di efficacia nei bambini e nei giovani. La revisione sistematica è stata condotta su quattro database, seguendo le raccomandazioni e la checklist 2020 sugli elementi di segnalazione preferiti per le revisioni sistematiche e le meta-analisi (PRISMA) 2020, con una valutazione della qualità.

Le reazioni avverse più frequenti sono state l’aumento di peso e la sindrome metabolica (18; 56,3%), seguite dall’ inefficacia terapeutica (8; 25%) e le reazioni avverse neurologiche (7; 21,8%). Il punteggio di qualità medio complessivo era 11,3/24 (±2,7). In 11 studi (34,3%), la genotipizzazione si è concentrata sullo studio dei citocromi. I risultati riguardanti le possibili associazioni a volte erano contrastanti. Tuttavia, i casi di miglioramento clinico maggiore sono stati favoriti dalla genotipizzazione. Ancora, CYP1A2 rimane poco studiato.

Gli autori concludono che ulteriori studi sarebbero necessari per migliorare la valutazione del rapporto rischio-beneficio della prescrizione per bambini e giovani trattati con olanzapina, clozapina e/o loxapina.

Bibliografia

Merino D, Fernandez A, Gérard AO, Ben Othman N, Rocher F, Askenazy F, Verstuyft C, Drici MD, Thümmler S. Adverse Drug Reactions of Olanzapine, Clozapine and Loxapine in Children and Youth: A Systematic Pharmacogenetic Review. Pharmaceuticals (Basel). 2022 Jun 14;15(6):749.

Leggi l’articolo completo qui.

Nono Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il nono Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 settembre 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso.

Nel periodo considerato sono pervenute 101.110 segnalazioni su un totale di 84.010.605 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 120 ogni 100.000 dosi), di cui l’85,4% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari.

Le segnalazioni gravi corrispondono al 14,4% del totale, con un tasso di 17 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate. Come riportato nei precedenti Rapporti, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (76% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore.
Comirnaty è il vaccino attualmente più utilizzato nella campagna vaccinale italiana (71,2%), seguito da Vaxzevria (14,5%), Spikevax (12,5%) e COVID-19 Vaccino Janssen (1,8%).

In linea con i precedenti Rapporti, la distribuzione delle segnalazioni per tipologia di vaccino ricalca quella delle somministrazioni (Comirnaty 68%, Vaxzevria 22%, Spikevax 9%, COVID-19 vaccino Janssen 1%).

Per tutti i vaccini, gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, reazione locale o dolore in sede di iniezione, brividi e nausea.

In relazione alle vaccinazioni cosiddette eterologhe a persone al di sotto di 60 anni che avevano ricevuto Vaxzevria come prima dose sono pervenute 262 segnalazioni, su un totale di 644.428 somministrazioni (la seconda dose ha riguardato nel 76% dei casi Comirnaty e nel 24% Spikevax), con un tasso di segnalazione di 40 ogni 100.000 dosi somministrate.

Nella fascia di età compresa fra 12 e 19 anni, alla data del 26/09/2021 sono pervenute 1.358 segnalazioni di sospetto evento avverso su un totale di 5.623.932 di dosi somministrate, con un tasso di segnalazione di 24 eventi avversi ogni 100.000 dosi somministrate. La distribuzione per tipologia degli eventi avversi non è sostanzialmente diversa da quella osservata per tutte le altre classi di età.

Relativamente alla somministrazione della terza dose, iniziata nel mese di settembre, è stata effettuata soltanto una segnalazione, a fronte di circa 46.000 dosi somministrate.

Considerata la stabilità dell’andamento delle segnalazioni per i diversi vaccini COVID-19, il Rapporto di sorveglianza non sarà più pubblicato con cadenza mensile bensì trimestrale. Resta invece mensile l’aggiornamento dei grafici interattivi disponibili sul sito dell’AIFA.

Leggi qui il nono rapporto di sicurezza sui vaccini anti-COVID-19.

Primo rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il primo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini COVID-19, che avrà cadenza mensile. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 gennaio 2021 per i vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso: Comirnaty di Pfizer/BioNTech (autorizzato dal 22/12/2020 e utilizzato dal 27/12/2020) e COVID-19 Vaccino Moderna (autorizzato dal 07/01/2021 e utilizzato dal 14/01/2021).

Le segnalazioni riguardano soprattutto la prima dose del vaccino Comirnaty (99%), che è stato il più utilizzato e solo in minor misura il vaccino Moderna (1%).

Nel periodo considerato sono pervenute 7.337 segnalazioni su un totale di 1.564.090 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 469 ogni 100.000 dosi), di cui il 92,4% sono riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Con Comirnaty sono state osservate anche cefalea, parestesie, vertigini, sonnolenza e disturbi del gusto mentre con il vaccino Moderna, nausea e dolori addominali.

Meno frequenti sono le altre reazioni locali e i dolori articolari diffusi. Come atteso, la febbre è stata segnalata con maggior frequenza dopo la seconda dose rispetto alla prima.

Gli eventi segnalati insorgono prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (85% dei casi).

Del 7,6% di segnalazioni classificate come “gravi”, per le quali è in corso la valutazione del nesso causale con i vaccini, tre su quattro non hanno richiesto intervento specifico in ambito ospedaliero.

Nel periodo sono stati segnalati anche 13 decessi avvenuti nelle ore successive alla vaccinazione che, nelle segnalazioni più dettagliate e complete di dati, non sono risultati correlati alla vaccinazione e sono in larga parte attribuibili alle condizioni di base della persona vaccinata.

Le analisi condotte sui dati fin qui acquisiti confermano quindi un buon profilo di sicurezza di questi due vaccini a mRNA. L’ampio numero di segnalazioni non implica che siano emerse criticità inattese, ma è indice dell’elevata capacità del sistema di farmacovigilanza nel monitorare la sicurezza.

Qui è possibile scaricare il primo rapporto sulla sorveglianza dei vaccini contro COVID-19.

Qui il comunicato stampa dal sito AIFA.

Eventi avversi dei radiofarmaci segnalati dai pazienti: uno studio prospettico su 1002 pazienti

Gli eventi avversi dei radiofarmaci possono essere sottostimati o non essere rilevati. I pazienti possono fornire informazioni su questi eventi avversi per consentire agli operatori sanitari di rilevarli, comprenderli e gestirli in modo più efficiente.

In questo studio, pubblicato su Drug Safety a settembre 2020, è stato determinato il tipo, la causalità e la frequenza degli eventi avversi dei radiofarmaci riferiti dai pazienti e valutato l’inizio, l’esito e il follow-up di questi eventi avversi dal punto di vista del paziente.

È stato eseguito uno studio prospettico di coorte su 1002 pazienti sottoposti a un esame di medicina nucleare. Utilizzando un questionario validato, sono state raccolte le informazioni riportate dai pazienti sugli eventi avversi verificatisi immediatamente dopo la somministrazione del radiofarmaco e su quelli verificatisi successivamente. Gli eventi avversi sono stati analizzati, codificati e valutati per il nesso di causalità da due ricercatori indipendenti.

Un totale di 187 (18,7%) pazienti ha riportato 379 eventi avversi. La maggior parte degli eventi avversi riferiti dai pazienti erano codificati dalla SOC “disturbi generali e condizioni relative alla sede di somministrazione” (42,0%) e “disturbi del sistema nervoso” (16,9%). Nel 43,0% dei casi, la correlazione tra l’evento avverso e il radiofarmaco è stata valutata possibile o probabile.

È stato riscontrato che la frequenza delle reazioni avverse ai radiofarmaci diagnostici era del 2,8% e nessun evento medico importante è stato correlato alla somministrazione di questa classe di farmaci.

La maggior parte degli eventi avversi (80,0%) si è verificata subito dopo la somministrazione del radiofarmaco e si è risolta entro poche ore. Alcuni eventi (20,0%) sono emersi dopo che i pazienti avevano lasciato il reparto di medicina nucleare, impiegando più tempo per risolversi.

Possono verificarsi reazioni avverse ai radiofarmaci diagnostici e la frequenza riportata dai pazienti è risultata essere del 2,8%, una percentuale superiore a quella riportata nella letteratura esistente.

Leggi qui l’articolo completo.

Il Centro Regionale di Farmacovigilanza della Regione Sardegna pubblica il Bollettino del secondo semestre 2020.

Il Bollettino News di dicembre 2020 continua a occuparsi del COVID-19 così come già è stato fatto nel Bollettino del semestre precedente.
Il primo articolo analizza il tema dei vaccini contro SARS-CoV-2 nelle loro fasi di sviluppo, focalizzando l’attenzione sulla sicurezza, in modo particolare nell’attuale fase post-registrativa.
Il secondo articolo propone un aggiornamento sulla terapia per il COVID-19 nelle sue varie fasi, a partire dalle linee guida AIFA e del Ministero della Salute pubblicate a inizio dicembre.
Vi è poi una sintesi dell’andamento della segnalazione in Sardegna nel secondo semestre del 2020.
Infine, il Bollettino si conclude con la campagna promossa dall’EMA e dall’AIFA per la segnalazione di ADR correlate a farmaci e vaccini contro Covid-19.

È possibile leggere liberamente il Bollettino cliccando al seguente link.

Il Centro Regionale di Farmacovigilanza della Regione Sardegna pubblica il Report annuale di attività del 2020.


Viene riportata un’analisi della segnalazione a reazioni avverse a farmaci e vaccini in Sardegna che include il confronto con gli anni precedenti.
È presente una descrizione di tutte le attività formative che sono continuate anche durante la pandemia.
Infine, sono presenti anche le statistiche del sito.
È possibile leggere liberamente il report cliccando al seguente link.

AIFA pubblica le FAQ di Farmacovigilanza su vaccini COVID-19

L’Agenzia Italiana del Farmaco pubblica sul portale istituzionale una serie di domande e risposte frequenti (FAQ) sulla farmacovigilanza per chiarire dubbi e incertezze sul tema.

Con cadenza mensile, saranno pubblicati inoltre i Report sui risultati dell’attività di farmacovigilanza. Si è scelta la cadenza mensile al fine di avere dati sufficienti che assicurino robustezza nelle analisi, nei confronti e nella valutazione.

Questi Report saranno prioritariamente dedicati a illustrare i risultati delle analisi di associazione degli eventi segnalati con la vaccinazione e, ove possibile, riporteranno valori di riferimento e valori attesi che agevolino il giudizio sulla sicurezza dei diversi vaccini.

Le FAQ di sono consultabili al link: https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-farmacovigilanza-vaccini-covid-19

I Report saranno pubblicati nella pagina: https://www.aifa.gov.it/farmacovigilanza-vaccini-covid-19

Raccomandazioni del Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) dell’EMA per il mese di novembre.

Durante la riunione che si è svolta tra il 23 e il 26 novembre 2020 sono stati valutati i segnali di sicurezza periodici dei farmaci. Il comitato ha raccomandato un aggiornamento delle informazioni dei prodotti per tutti i medicinali che contengono clorochina e idrossiclorochina. In seguito alla revisione di tutti i dati disponibili è stato confermato un legame tra l’uso di questi farmaci e il rischio di disturbi psichiatrici e comportamento suicida.

Tale revisione è stata iniziata nel maggio 2020 dopo che l’EMA era stata informata dall’agenzia spagnola per i medicinali (AEMPS) del verificarsi di 6 casi di disturbi psichiatrici in pazienti con COVID-19 a cui era stata data una dose di idrossiclorochina più alta di quella autorizzata.

La clorochina e l’idrossiclorochina sono autorizzati nell’Unione Europea per il trattamento di alcune malattie autoimmuni quali artrite reumatoide e lupus, così come per la profilassi ed il trattamento della malaria. Tali farmaci non sono autorizzati per il trattamento del COVID-19 ma entrambi sono stati utilizzati al di fuori dell’indicazione terapeutica (uso off-label) per la terapia della malattia. In ogni caso sia la clorochina che l’idrossiclorochina non hanno dimostrato nessun effetto benefico nel trattamento della malattia da COVID-19 in ampi studi clinici randomizzati.

In considerazione dell’uso di tali farmaci durante la pandemia, l’EMA ne ha ricordato i rischi ai professionisti sanitari in primavera. In ogni caso è già noto che la clorochina e l’idrossiclorochina, persino alle dosi approvate per le indicazioni autorizzate possano causare un ampio spettro di disturbi psichiatrici. Infatti, nel riassunto delle caratteristiche del prodotto delle specialità medicinali che contengono clorochina o idrossiclorochina sono indicati disturbi psichiatrici e comportamenti suicidi come effetti avversi rari o con frequenza sconosciuta.

La revisione ha confermato che i disturbi psichiatrici si sono verificati e possono essere talvolta gravi, in pazienti sia con precedenti problemi mentali che senza precedenti anamnestici. Sulla base dei dati disponibili la revisione ha mostrato che per quanto riguarda l’idrossiclorochina, gli effetti avversi possono verificarsi nel primo mese dopo l’inizio del trattamento. Per la clorochina non c’erano dati a sufficienza per stabilire un chiaro tempo d’insorgenza.

Il PRAC raccomanda di aggiornare le schede informative per questi medicinali per fornire migliori informazioni ai professionisti sanitari e ai pazienti dei rischi di comportamenti suicidari e disturbi psichiatrici.

I pazienti che utilizzano clorochina e idrossiclorochina che sperimentano disturbi mentali (per esempio pensieri irrazionali, ansia, allucinazioni, confusione mentale o umore depresso, inclusi pensieri autolesivi o autosoppressivi) o di altro genere correlati ad essi dovrebbero contattare tempestivamente il proprio medico di fiducia.

E’ possibile leggere la notizia originale sul sito dell’EMA, cliccando qui.

Ototossicità come reazione avversa a farmaci: un’analisi del segnale basata sui dati italiani.

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Introduzione.

Il panorama dell’ototossicità indotta da farmaci si è ampliato negli ultimi decenni. In più, i dati di sorveglianza post-marketing sono necessari per ottenere un più ampio sguardo sulle reazioni avverse di ototossicità. Lo scopo di questo studio era di condurre un’analisi delle segnalazioni di reazione avverse a farmaco (ADR) provenienti dal sistema italiano di segnalazione spontanea descrivendo l’ototossicità farmaco-indotta.

Metodi.

Come misura di disproporzionalità è stato calcolato il reporting odds ratios (RORs) e il rispettivo intervallo di confidenza al 95% (CI) con una metodologia caso/non caso. I casi erano tutte le schede di segnalazione di sospette ADR che riguardavano l’ototossicità farmaco-indotta raccolte nella rete di sorveglianza spontanea italiana tra il 2001 e il 2017. I non-casi includevano tutte le altre ADR segnalate nello stesso periodo.

Risultati.

Su un totale di 325,980 segnalazioni, 652 includevano almeno un’ADR di ototossicità, confrontate con 325,328 non-casi. ROR statisticamente significativi sono stati trovati per farmaci dell’apparato cardiovascolare, urologici, teriparatide, amikacina, prulifloxacina, rifampicina, isoniazide, cisplatino, antagonisti ormonali, tacrolimus, pomalidomide, tramadolo, e antidepressivi.

ROR significativi in relazioni al tinnito sono stati osservati per doxazosina (ROR 5.55, 95% CI 2.06–14.93), bisoprololo (4.28, 1.59–11.53), nebivololo (8.06, 3.32–19.56), ramipril (3.96, 2.17–7.23), irbesartan (19.60, 9.19–41.80), betametasone (4.01, 1.28–12.52), moxifloxacina (4.56, 1.71–12.34), etambutolo (12.25, 3.89–38.57), efavirenz (16.82, 5.34–52.96), sofosbuvir/ledipasvir (5.95, 1.90–18.61), etoposide (7.09, 2.63–19.12), abatacept (6.51, 2.42–17.53), indometacina (6.30, 2.02–19.72), etoricoxib (5.00, 2.23–11.23), tapentadolo (4.37, 1.09–17.62), e combinazioni di timololo (23.29, 9.53–56.95).

In aggiunta, ROR significative per l’ipoacusia riguardavano claritromicina (3.95, 1.86–8.40), azitromicina (10.23, 5.03–20.79), vancomicina (6.72, 2.14–21.11), methotrexate (3.13, 1.00–9.81), pemetrexed (4.38, 1.40–13.76), vincristina (5.93, 1.88–18.70), vinorelbina (21.60, 8.83–52.82), paclitaxel (2.34, 1.03–5.30), rituximab (3.20, 1.19–8.63), interferon alfa-2b (17.44, 8.56–35.53), talidomide (16.92, 6.92–41.38), e deferasirox (41.06, 20.07–84.01).

Conclusioni.

 Questo studio è ampiamente concordante con i dati presenti in letteratura. Nonostante ciò, sono stati rinvenuti farmaci che non erano noti per essere ototossici, in particolare propafenone, antitubercolari, antagonisti ormonali, teriparatide, tramadolo e pomalidomide. Inoltre, l’ipoacusia in seguito all’uso di vinorelbine, methotrexate, e pemetrexed era inaspettata. Allo stesso modo il tinnito correlato con etoposide, nebivololo, betametasone, abatacept, sofosbuvir/ledipasvir, e tapentadolo, ma tali associazioni richiedono ulteriori analisi per definirne meglio il rischio a causa della scarsità dei dati.

Infine, i medici dovrebbero essere maggiormente consapevoli della significatività clinica dell’ototossicità e della necessità del loro contributo per la segnalazione spontanea.

Bibliografia.

Barbieri MA et al., Ototoxic Adverse Drug Reactions: A Disproportionality Analysis Using the Italian Spontaneous Reporting Database. Frontiers in Pharmacology, 10, 2019; 1161. E’ possibile leggere liberamente l’articolo qui.

Segnalazione di eventi di sicurezza durante il trattamento anti-VEGF: farmacovigilanza in uno studio non interventistico

Uno studio prospettico non interventistico OCEAN, pubblicato recentemente sulla rivista Journal of Ophtalmology, ha valutato la sicurezza delle iniezioni intravitreali di ranibizumab per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare legata all’età, dell’edema maculare diabetico e dell’occlusione della vena retinica in condizioni reali in Germania.

Sebbene i farmaci anti-VEGF per il trattamento delle condizioni retiniche siano in generale ben tollerati, è noto che dopo iniezioni intravitreali si verificano una serie di eventi avversi oculari (EA).

Lo studio OCEAN prospettico, multicentrico e non interventistico è stato progettato per valutare i risultati delle iniezioni intravitreali di ranibizumab negli adulti con degenerazione maculare neovascolare (nAMD), edema maculare diabetico (DME), occlusione della vena retinica (RVO) o neovascolarizzazione coroideale miope (mCNV) nella pratica clinica di routine in Germania.

Lo studio è stato condotto tra dicembre 2011 e dicembre 2016, con un periodo di osservazione fino a 24 mesi per paziente.

Gli eventi avversi e le reazioni avverse sono stati differenziati in eventi avversi gravi (SAE) o ADR gravi (sADR) e eventi avversi non gravi (nsAE) o ADR non gravi (nsADR).

Il set di valutazione della sicurezza (SES) includeva pazienti con documentazione di almeno un’iniezione di ranibizumab 0,5 mg durante lo studio e per i quali erano disponibili informazioni di follow-up sulla sicurezza (≥1 visita di follow-up o insorgenza di eventi avversi o interruzione prematura).

Un totale di 369 oftalmologi (siti di studio) hanno partecipato allo studio OCEAN. Tutti i 5.781 pazienti trattati nello studio sono stati inclusi nel SES per l’analisi corrente. Il SES includeva 3.726 pazienti con nAMD, 1.250 pazienti con DME, 764 pazienti con RVO e 40 pazienti con mCNV.

Durante lo studio, sono stati segnalati un totale di 2.687 eventi avversi (non gravi o gravi) per 1.176 dei 5.781 pazienti nella popolazione di sicurezza (20,3%).

Di questi, il 27,4% erano eventi avversi non gravi (nsAE), il 30,3% erano eventi avversi gravi (SAE), il 27,3% erano reazioni avverse non gravi (nsADR) e il 15,0% erano reazioni avverse gravi (sADR).

Da una prospettiva basata sul paziente, il 7,8% ha riportato eventi avversi non gravi (nsAE), il 7,2% eventi avversi gravi (SAE), l’8,6% ha riportato reazioni avverse non gravi (nsADR) e il 3,7% reazioni avverse gravi (sADR).

Nel complesso, la maggior parte dei pazienti non ha riportato eventi avversi (79,7%) o solo 1 evento avverso (10,3%). Sono state somministrate 32.621 iniezioni.

Il numero di AE, SAE e nsADR differiva leggermente tra le tre indicazioni principali trattate nello studio.

Gli eventi avversi sono stati inoltre analizzati in base al numero di iniezioni di ranibizumab somministrate al rispettivo paziente prima dell’inizio dell’AE.

In generale, gli eventi avversi si sono verificati più frequentemente dopo 3 o 4 iniezioni (1.129 eventi avversi su 2.687 per 5.114 pazienti), seguiti da 5 o più iniezioni (859 eventi avversi per 2.912 pazienti) e 1 o 2 iniezioni (596 eventi avversi per 5.781 pazienti).

Nel corso dello studio è stata osservata una diminuzione dei tassi complessivi di EA. Il tasso di incidenza di eventi avversi nel SOC MedDRA Disturbi oculari è stato più alto nei primi tre mesi dello studio, ma è rimasto abbastanza costante nel restante periodo di osservazione.    

I risultati non hanno sollevato nuovi problemi di sicurezza per ranibizumab. I risultati consentono di trarre conclusioni su come raccogliere i dati di farmacovigilanza in modo ancora più efficace negli studi del mondo reale per facilitare la discussione sul rapporto rischio-beneficio.

Visualizza l’articolo qui.

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