I farmaci biosimilari spiegati ai pazienti

L’Agenzia Italiana del Farmaco, in collaborazione con l’European Medicines Agency, si rivolge ancora una volta ai cittadini per fare informazione riguardo ai farmaci biosimilari, che rappresentano l’alternativa ai farmaci biologici (tra cui gli anticorpi monoclonali) non coperti da brevetto.

 

 

I farmaci biologici sono per definizione medicinali che contengono uno o più principi attivi prodotti o estratti da un sistema biologico. Appartengono alla categoria dei farmaci biologici ormoni, enzimi, emoderivati, sieri e vaccini, immunoglobuline, allergeni, anticorpi monoclonali.

I farmaci biosimilari sono medicinali simili per qualità, efficacia e sicurezza ai farmaci biologici di riferimento e non soggetti a copertura brevettuale. Un biosimilare e il suo prodotto di riferimento, pur essendo di fatto la stessa sostanza biologica, possono presentare differenze minori dovute a un certo grado di variabilità naturale, alla loro natura complessa e alle tecniche di produzione.

Un biosimilare viene approvato dall’Agenzia Europea per i medicinali (EMA) quando è stato dimostrato, attraverso un “esercizio di comparabilità”, che tale variabilità naturale e le differenze rispetto al medicinale di riferimento non influiscono sulla sua sicurezza ed efficacia. L’esercizio di comparabilità è basato su un robusto confronto “testa a testa” che procede per stadi e secondo specifici standard. Eventuali differenze presenti tra il farmaco biologico e il suo biosimilare non devono essere clinicamente rilevanti.

Per tale motivo, l’Agenzia Italiana del Farmaco, come espresso nel secondo Position Paper sui Farmaci Biosimilari, considera i biosimilari prodotti intercambiabili con i corrispondenti originatori (cosiddetto “switch”), tanto per i pazienti avviati per la prima volta al trattamento (naïve) quanto per quelli già in terapia.

A differenza di quanto avviene per i farmaci equivalenti, non è invece consentita la sostituibilità automatica tra farmaco biologico di riferimento e un suo biosimilare né tra biosimilari, pertanto la sostituzione da parte del farmacista dovrebbe avvenire solo dopo consultazione con il medico prescrittore.

La scelta di trattamento rimane infatti una decisione clinica affidata al medico e concordata con il paziente che, a sua volta, non può modificare la prescrizione ricevuta.

I biosimilari costituiscono, rispetto ai loro originatori, un’opzione terapeutica aggiuntiva e consentono il trattamento di un numero maggiore di pazienti garantendo più salute a parità di risorse.

 

Decalogo sui farmaci biosimilari

1) Che cos’è un farmaco biologico?
È un medicinale derivato da fonti biologiche, come micro-organismi, cellule animali o cellule umane. I medicinali biologici hanno una struttura molecolare più complessa di un medicinale non biologico prodotto chimicamente e sono approvati per la cura o la prevenzione di molte malattie quali, ad esempio, malattie infiammatorie, autoimmuni, neurologiche e degenerative,  insufficienza renale cronica, tumori, ecc.

2) Che cos’è un farmaco biosimilare?
Un medicinale biosimilare è un medicinale biologico altamente simile a uno già approvato di cui è scaduto il brevetto.

3) I biosimilari hanno un profilo di qualità, efficacia e sicurezza simile al medicinale di riferimento?
Assolutamente sì. Per essere autorizzato, un medicinale biosimilare deve dimostrare qualità, efficacia e di sicurezza sovrapponibili a quelle del medicinale di riferimento.

4) La modalità di somministrazione di un biosimilare è la stessa di quella del suo prodotto di riferimento?
Sì. Un medicinale biosimilare deve avere la stessa modalità di somministrazione del biologico originatore.

5) Perché i biosimilari sono simili e non identici al medicinale di riferimento?
Tutti i medicinali biologici (quindi anche i biosimilari) sono molecole proteiche complesse, prodotte in laboratorio all’interno di sistemi viventi (come le cellule): pertanto, il processo di produzione può determinare minime differenze che si rilevano anche tra i diversi lotti di uno stesso medicinale biologico, sia originatore sia biosimilare. Tuttavia, queste differenze non ne modificano l’efficacia e la sicurezza.

6) È possibile sostituire un biologico con un biosimilare (cosiddetto “switch”)?
Sì, il medico può decidere sia di avviare una nuova terapia direttamente con il farmaco biosimilare, sia di sostituire in corso di trattamento il biologico con il suo rispettivo biosimilare (e  viceversa), fornendo sempre al paziente le informazioni necessarie. Non ci sono basi scientifiche per ritenere che potrebbero verificarsi reazioni avverse a causa del passaggio da un medicinale  all’altro.

7) Il farmacista può sostituire il medicinale prescritto dal medico con un suo biosimilare (sostituibilità automatica) come avviene per i medicinali equivalenti?
No, né il farmacista né il paziente possono cambiare la prescrizione del medico.

8) I farmaci biosimilari possono causare reazioni avverse diverse rispetto a quelle dei biologici di riferimento?
No. Le possibili reazioni avverse previste sono simili a quelle associate al medicinale di riferimento.

9) Sul foglio illustrativo di ogni biologico, sia originatore sia biosimilare, è presente un “triangolo nero” rovesciato: cosa significa?
I medicinali contrassegnati dal triangolo nero sono sottoposti a un monitoraggio ancora più attento rispetto agli altri medicinali, al fine di raccogliere ulteriori dati di farmacovigilanza.

10) Perché utilizzare i biosimilari?
Perché l’uso dei biosimilari consente a un maggior numero di pazienti di beneficiare delle terapie con medicinali biologici, a parità di risorse.

 

Risorse:

Decalogo sui farmaci biosimilari (versione PDF)

Commissione Europea: Farmaci Biologici (PDF)

AIFA: Secondo Position Paper sui farmaci biosimilari (2018)

 

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